venerdì, dicembre 09, 2011

David Bowie: la Trilogia Berlinese






La “Trilogia Berlinese” di DAVID BOWIE è tra le espressioni musicali più interessanti e intriganti della storia del rock.
La superstar Bowie rimette in gioco la propria carriera sperimentando, cercando nuovi suoni, anticipando buona parte di quella che sarà la new wave (in quei giorni, 1977/1978, ancora in incubatrice in gruppi come Ultravox, Talking Heads, Devo, Pere Ubu).

Bowie, in una fase di grave tossicodipendenza da cocaina, sceglie prima la Svizzera e poi Berlino per ritrovare energia creativa e nuovi spunti.
Divide un appartamento con IGGY POP (a cui produrrà nello stesso periodo quelli che sono forse i suoi migliori album solisti “The idiot” e “Lust for life”, in cui suona, canta e compone, segnandone la rinascita dopo anni di oblìo e eroina), si addentra nel kraut rock e nell’atmosfera unica della Berlino dell’epoca.

Nel gennaio del 1977 esce “LOW”.
Registato in realtà in Francia e solo mixato a Berlino Ovest , segna l’inizio della collaborazione di BRIAN ENO, la cui impronta è determinante in tutta la “Trilogia”.
L’album è algido, duro, assume toni apocalittici (“Warszawa”, gli strumentali “Art Decade” e “Subterraneans”), fortemente sperimentali (“Weeping Wall”), quasi caotici (“What in the world”), riesce a trovare il successo commerciale con la più accessibile “Sound and vision” e momenti meno claustrofobici (l’intro strumentale di “Speed of life” , “Be my wife”, “A new career“, l’ispirata “Always crashing in the same car”).
L’album è accolto con diffidenza e non molto favorevolmente dalla critica ma troverà il successo del pubblico e dei fans.

10 mesi dopo, nell’ottobre del 1977 è la volta di “HEROES”, uno dei capolavori di Bowie e dell’intera storia del rock.
Interamente registrato a Berlino, più accessibile, meglio definito, meno sperimentale di “Low”, con Eno ancora più determinante ed equilibrato, regala in apertura lo stupendo glam/new wave di “Beauty and the beast” e il rock sporcato di kraut wave di “Join the lion”, brani nervosi e tirati.
La chitarra di Robert Fripp dei King Crimson, i synth di Eno e l’incredibile interpretazione vocale di Bowie sono le colonne portanti di uno dei brani più celebri della storia, “Heroes”, canzone iconica che meglio di ogni altra può rappresentare quei luoghi, quelle atmosfere in quel periodo.
Più convenzionali “Sons of the silent age” e “Blackout” introducono all’omaggio ai Kraftwerk di “V-2 Schneider”, alle catartiche atmosfere strumentali di “Sense of doubt” , “Moss garden” e “Neukoln”.
Chiude l’ironica e stramba “The secret life of Arabia” e riporta l’album in binari meno sperimentali.

E’ del maggio 1979 “LODGER”, il terzo atto della “Trilogia” per quanto registrato in realtà tra New York e Svizzera e palesemente lontano dalle atmosfere dei due precedenti lavori.
Il tono è sicuramente più leggero e pop, ci sono incursioni pionieristiche nella world music (il reggae orientaleggiante “Yassasin” , “Africnn night flight” , brani immediati, nessun strumentale), qualche residuo “berlinese” (“Red sails”) ma soprattutto brani destinati a diventare piccoli classici come “DJ” , “Boys keep swinging”, “Don’t look back in anger”.
A chiudere l’ossessiva “Repetition” e “red money” originariamente apparsa nell’album di Iggy Pop “The idiot” con il titolo di ”Sister midnight”

12 commenti:

  1. Capolavori tutti e tre.
    Bellissimi anche quell idi Iggy, come dici giustamente, i suoi migliori.

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  2. Sicuramente i suoi lavori migliori. Personalmente mi piace molto "Heroes", un po' meno "Low" e poco o niente "Lodger".

    I due dischi di Iggy, invece, li godo pochissimo.

    Ad ogni modo, "Before And After Science", dello stesso Eno (sempre targato '77) è tutt' altra cosa.

    AndBot

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  3. ciao Tony, sono a casa in convalescenza e coincidenza mi sto leggendo il libro di T. J. Seabrook, che parla proprio di questi 5 dischi, abbastanza ripetitivo ma interessante.

    Lodger sarà anche il + leggero dei 3, ma è uno dei dischi che amo di + in assoluto. era così avanti che suona moderno ancora oggi. io avevo 12 anni quando lo comprai e mi ricordo che quando lo facevo sentire i miei amici mi guardavano come un alieno !! poi ci si abitua

    ciao
    flavio b.

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  4. In effetti alla fine anch'io quello che ascolt opiù volentieri è Lodger.
    troppo peso Low e anche Heroes che pur reputo il migliore non sempre si fa ascoltare serenamente.
    Lodger invece vola via alla perfezione e non ha risentito del passare del tempo

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  5. quanti i coglioni al lavoro?

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  6. una volta erroneamente pensavo della trilogia facesse parte Station To Station (e non Lodger).
    fighissimi tutti e tre..a me Low piace molto,Heroes capolavoro,Lodger non troppo considerato ma mooolto posiiitivoooo
    C

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  7. Infatti il discorso trilogia berlinese andrebbe modificato in trilogia Brian Eno

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  8. Eh ma il Boss ormai e' completamente andato per la Germania due post in una settimana, dacci il terzo sulle squadre della DDR emanazione di industrie statali ha ha ha
    worwaerts

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  9. A me piace Heroes, ma tutto sommato per me Si trafta di materiale trascurabile tantopiu prodotti in krautonia

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  10. E' vero troppi krauti...però un bel post sulle squadre "statali" DDR e blocco sovietico non è male, dallo Spartak alla Dynamo

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  11. FEDELI ALLA LINEA CASULA!!!

    W

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