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Tra gli aspetti più affascinanti del rock c’è quello che porta un fan alla maniacale ricerca dell’inedito, del mai ascoltato, della rarità, fino all’autografo, all’oggetto, alla reliquia.
L'ultima frontiera è rappresentata probabilmente dall’ALBUM PERDUTO che caratterizza molte carriere di nomi più o meno noti.
Di seguito un breve elenco dei casi più eclatanti:BEACH BOYS - SMiLEProbabilmente l’album perduto più noto, frutto della mente visionaria di Brian Wilson che si rifiutò di completarlo non ritenendolo mai “perfetto al punto giusto”.
Molto brani finirono poi nei successivi album dei Beach Boys, mentre nel 2004 Brian decise di registrare e pubblicare finalmente la versione definitiva che, pur eccellente, rimane lontana dal progetto originario.
THE WHO - LifehouseIl passo successivo a “Tommy” doveva essere “Lifehouse”, un lavoro che preconizzava nel suo concept, con anni di anticipo il concetto del web, inteso come comunicazione globale.
Il progetto rimase incompleto e fu sintetizzato nell’album singolo “Who’s next”, mentre altri brani finirono su singolo, come Bsides e sparsi in altri lavori nel tempo.
Townshend riprese l’idea nel quadruplo solista
“The Lifehouse chronicles” (tra demo e nuove aggiunte) nel 2000.
PINK FLOYD - Household objectsUn progetto del 1973 ovvero un album realizzato utilizzando solo suoni prodotti con "oggetti casalinghi", come elastici o pettini, senza alcuno strumento musicale convenzionale.
L'inizio delle registrazioni è del 1º ottobre 1973 sino al 5 dicembre. Poi il progetto fu abbandonato dopo tre canzoni, che non furono mai pubblicate e di cui non sembra esistere più traccia.
PRINCE - CamilleNel 1986 Prince incominciò a lavorare ad un album in cui si identificò in “Camille”, modificando perfino la voce fino a farla diventare femminile.
Registrò otto canzoni (poi redistribuite, con voce normale, su “Sign of the times”, singoli vari e altri progetti)
BOB DYLAN JOHNNY CASH - The Dylan/Cash SessionsNel 1969 Johnny Cash e Bob Dylan registrarono 15 canzoni in due giorni (di cui la sola “Girl from North country” apparve su “Nashville skyline, deludente lavoro di Bob) passando da classici di Cash a standard honky tonk, in versioni troppo approssimative per poter essere poi pubblicate ufficialmente.
NEIL YOUNG - HomegrownRegistrato nel 1975 e poi non utilizzato per volontà dello stesso Young (che diede alle stampa “Tonight’s the night”) nonostante molti brani siano finiti in album successivi, nasconde ancora molti inediti, che pare finiranno prima o poi nel lungamente romesso volume 2 dei suoi volumi d’archivio
Decades.
DAVE DAVIES - Untitled Solo AlbumIl suo primo album solo è del 1980 , ma nel 1967 tentò la realizzazione del primo sforzo solista. Senza successo.
Alcuni brani sono poi riapparsi qua e là, soprattutto in vari bootlegs dei
Kinks, ma pare che una buona fetta di inediti rimanga ancora sepolta nella polvere.
BRUCE SPRINGSTEEN - The Ties That BindConcepito come seguito di "Darkness On The Edge Of Town" avrebbe dovuto essere un album breve, molto pop ed immediato.
Diventò invece con l’aggiunta di altro materiale il doppio “The river” lasciando alle spalle parecchi inediti e alternate takes (poi riprese in varie compilation)
BEATLES - Get BackQuello che poi diventò, con la mano di Phil Spector, “Let it be” era in origine stato concepito come un ritorno alle origini rock n roll della band. Registrazioni senza sovraincisioni, immediate, tra classici dei 50’s e nuovi brani semplici e diretti in contrapposizione con i super arrangiamenti dei precedenti album. Non funzionò, come è noto.
JIMI HENDRIX - The first rays of rising sunConcepito poco prima della sua morte come doppio o addirittura triplo album concept ma mai realizzato completamente.
Molti brani sono poi apparsi sugli album postumi,compilations, bootleg vari e un album con questo titolo che ha tentato di ricostruire il lavoro originario di Jimi è uscito nel 1997.
Ma in realtà “The first rays..” non fu mai completato.
FABRIZIO DE ANDRE' - Tutti morimmo a stento (in inglese)E’ stata recentemente ritrovata una copia del vinile di “Tutti morimmo a stento” che De Andrè realizzò nel 1969 per il mercato americano, ma che non venne mai commercializzato (se non, probabilmente in pochissime copie).
I titoli: Lament of the Junkie; First Intermezzo; Legend of Christmas; Second Intermezzo; Ballad of the Hanged; Winter; Ring around the H-Bomb; Third Intermezzo; Relativity.
A margine anche il
“Black Box” dei
ROLLING STONES originariamente previsto nel 1975, compilato da Bill Wyman e necessario per chiudere il rapporto con la Decca.
Ma l’allora manager Allen Klein sostituì la scelta , approvata dalla band (che includeva rarità come “Bright light big city” o versioni live di “little red rooster” e “Down the road apiece”), con un proprio disco di scarti vari che fu pubblicato con il titolo di “Metamorphosis” e che risulta un’indigesta accozzaglia di brani abbozzati.
L’album doveva uscire in un cofanetto nero, avvolto da un nastro rosso e contenente foto e ritagli di giornali.
Una citazione anche per
“In from the cold” dei
PRISONERS concepito con un sound molto più duro e grezzo, ma che fu respinto dalla Stiff Records e pubblicato in versione più pulita. La cosa scatenò le ire di G.Day e della band, che si sciolse di lì a poco. Tracce della versione originale sono sull’album postumo
“Rare and unissued” curato dallo stesso Day che incluse un paio di inediti come “Buccaneer” e “Pop star party” e un paio di versioni originali.
Ci aggiungo anche
“Land of nothing” dei
NOT MOVING, realizzato nel 1984 in contemporanea al supporting ai Clash e che doveva essere commercializzato in occasione del tour italiano con Johnny Thunders.
L’etichetta non lo pubblicò mai nonostante l’alta qualità del risultato (per i tempi) e il notevole seguito che aveva la band.
Ancora non sappiamo il perchè.
Il mini Lp è stato stampato in vinile da Area Pirata solo nel 2003.