martedì, novembre 19, 2024

I losers dello Yacht Rock

L'amico LEANDRO GIOVANNINI prosegue la rubrica dedicata allo YACHT ROCK, ambito musicale spesso vituperato ma che nasconde piccole gemme degne di essere scoperte.
Le puntate precedenti qua: https://tonyface.blogspot.com/search/label/Yacht%20Rock

La categoria dei “losers” dello yacht rock è forse la più intrigante.
Questo genere-non genere, capace di inglobare vari stili, attirò l’attenzione di molti musicisti che vi si cimentarono, anche senza poter contare sui migliori sessionmen messi a disposizione dalle major.
Molti di loro riuscirono a creare opere interessanti pur con pochi mezzi.
Alcuni pubblicarono un solo disco per piccole etichette indipendenti, altri riuscirono a distribuire i propri lavori solo in Giappone, in pochi ebbero dietro una major ma furono ben presto dimenticati, mentre i più “sfortunati” dovettero affidarsi alla stampa in proprio, le cosiddette “private press,” spesso con tirature di poche centinaia di copie.
Questi dischi, dati per persi nel tempo, sono stati riportati alla luce grazie ai crate-diggers, spesso in collaborazione con etichette giapponesi, sudcoreane e statunitensi, offrendoci così l’opportunità di riscoprirli — e in alcuni casi di scoprire autentiche gemme.
La totale libertà creativa di questi artisti ha dato vita a lavori talvolta sorprendenti, non strettamente legati ai canoni dello yacht rock, ma con le sonorità westcoast come punto di partenza o come atmosfera di fondo. Non tutti gli album consigliati qui sono disponibili su servizi di streaming come Spotify; per ascoltarli, vi consiglio di cercarli su YouTube.

Archie James Cavanaugh
Originario dell’Alaska meridionale, l’unico album pubblicato da Cavanaugh uscì solo a livello locale nel 1980, rimanendo per anni un oggetto misterioso. Il sound di Cavanaugh si ispira soprattutto al soul, mescolato abilmente con il sophisti-pop losangelino. Un disco piacevole, ben cantato e ben suonato, che riesce a tenere alta l’attenzione dall’inizio alla fine.
Disco consigliato:
“Black and White Raven” - (1980, A&M) Ristampato dalla Numero Group

Batteaux
I fratelli Robin e David Batteaux, musicisti di formazione folk, diedero vita al duo Batteaux, creando con un solo album un universo sonoro etereo e sognante, frutto di una raffinata fusione di folk, latin, pop e jazz. Queste sonorità, oggi riscoperte grazie a compilation di rarità, hanno contribuito a definire un sottogenere noto come Folk-Funk.
Un lavoro unico, di grande fascino e atmosfera, in cui la Westcoast si intreccia con suggestioni astrali. Un disco da 25esima ora. Disco consigliato:
“Batteaux” - (1974, Columbia)

Bobby Martin
Come altri artisti citati qui, Bobby Martin non è certo un “loser” in termini di carriera. Chi conosce Frank Zappa saprà infatti della sua collaborazione con l’artista italo-americano, iniziata nel 1982 e proseguita fino alla morte di Zappa.
Tuttavia, sotto il profilo commerciale, il suo unico album solista, pubblicato nel 1983, non ha ottenuto il successo sperato. Si tratta di un lavoro impeccabile di pop californiano, puro yacht rock, che può essere paragonato ad alcuni progetti di Michael McDonald e alle produzioni di David Foster.
Pop, un tocco di soul e soft rock: una formula che rende quest’album ancora oggi un’esperienza d’ascolto piacevole.
Disco consigliato:
“Bobby Martin” - (1983, MCA)

Byrne And Barnes
Abbiamo incontrato Robert Byrne nella puntata dedicata ai Beautiful Losers, ma come mai lo ritroviamo anche qui?
Dopo l’uscita del suo album solista, Byrne forma un duo con il polistrumentista Brandon Barnes per registrare un nuovo album, che però verrà pubblicato solo in Giappone. La formula è simile a quella del lavoro precedente: un sophisti-pop dal forte tocco jazz, portato al massimo livello.
Qui, però, si spinge ancora più in alto, con straordinari brani mid-tempo e ballad avvolgenti.
Disco consigliato:
“An Eye For An Eye” - (1981, Climax)

Cado Belle
Contrariamente a quanto scritto su Wikipedia i Cado Belle non erano un gruppo rock scozzese, e neppure un gruppo disco come segnalato su All Music, scozzesi lo erano ma suonavano soul-pop che ricorda le produzioni YR, con un tocco funk e la loro attività si svolgeva principalmente nei pub.
Incisero un solo album nel 1976, ristampato da una label giapponese nel 2004. I Cado Belle sono stati il gruppo dove Maggie Reilly si è fatta le ossa.
Disco consigliato:
“Cado Belle” - (1976, Anchor)

Caroline Peyton
Caroline Peyton è stata una cantante e cantautrice americana, nota per la sua abilità nel fondere folk, jazz e pop in uno stile assolutamente unico.
Emersa negli anni ‘70, periodo d’oro del folk-rock, ha inciso due album: Mock Up nel 1972 e Intuition nel 1977, entrambi diventati oggetti di culto tra gli appassionati del genere. In particolare, Intuition spicca per i suoi arrangiamenti melodici e le armonie morbide che evocano il Westcoast sound, pur mantenendo una vena sperimentale e profondamente personale.
Disco consigliato:
“Intuition” - (1977, Bar-B-Q) Ristampato dalla Numero Group

Chuck Senrick
Chuck Senrick è un cantautore americano poco conosciuto che ha conquistato l’attenzione degli appassionati di musica “bizzarra” con il suo raro album Dreamin’, pubblicato nel 1976.
Registrato in un contesto molto casalingo, con il solo uso di un Fender Rhodes e una drum machine Donca Matic Mini Pops, Dreamin’ deve proprio a questa semplicità il suo fascino particolare e autentico.
L’album, autoprodotto in sole 200 copie e con una copertina disegnata dalla prima moglie di Senrick, è stato riscoperto per caso da un membro dei Jazzanova durante una sessione di crate digging. Lo stile richiama una sorta di yacht rock lo-fi casalingo, e tra i brani spicca Don’t Be So Nice, una canzone che sfiora la perfezione.
Album bellissimo.
Disco consigliato:
“Dreamin” - (1976, Private Press) Ristampato dalla Numero Group

Dave Plaehn
Nato in Iowa e cresciuto in una famiglia di appassionati di musica, ha iniziato a esibirsi già al liceo, interpretando brani di Bob Dylan e dei Rolling Stones. Il suo debutto come solista risale al 1980 con l’album Smokin’, un lavoro ben riuscito che propone una miscela fluida di pop, funk e soft rock, eseguita con il supporto di musicisti di grande livello, a loro agio con ogni traccia.
Gli arrangiamenti sono di qualità, e il disco sorprende per il suo ritmo groovy, nonostante le aspettative iniziali modeste. Successivamente, Plaehn si orienterà verso il blues, abbandonando queste sonorità in cui aveva dato davvero il meglio.
Disco consigliato
“Smokin’” - (1980, Pilot)

Dennis Lambert
Dennis Lambert è un cantautore, produttore discografico e musicista americano, noto per il suo contributo al pop, soul e soft rock dagli anni ’60 in poi.
Insieme al suo storico partner Brian Potter, Lambert ha scritto e prodotto brani per artisti come The Four Tops, Glen Campbell, The Righteous Brothers, Dusty Springfield e Commodores. Nel 1972 ha pubblicato il suo unico album solista, Bags and Things, un lavoro di pop-soul di rara qualità, con influenze bacharachiane, che si è rivelato sorprendentemente innovativo per l’epoca. Nonostante la bellezza dell’album, è passato inosservato e non ha avuto un seguito, ed è per questo motivo che è finito nella categoria dei “losers”. Vale la pena ascoltarlo: non è certo inferiore ai migliori album pop del periodo.
Disco consigliato:
“Bags and Things” - (1972, Dunhill)

Forest
Band proveniente dal Massachusetts, i Forest hanno inciso un solo album, pubblicato privatamente e diventato un oggetto di culto tra i collezionisti, ma ormai introvabile.
L’etichetta BBE lo ha riscoperto e ristampato, aggiungendo sei tracce inedite. I Forest erano noti per il loro sound unico che mescolava acid-jazz, soul e YR.
La band, caratterizzata dalla presenza di due batteristi, Gary Stevens e Bob “Rox” Girouard, ha calcato numerosi palchi condivisi con gruppi come The Fabulous Rhinestones e The James Montgomery Band. L’album era nato con l’obiettivo di ottenere un contratto discografico.
Molti membri della band hanno poi intrapreso carriere di successo nella musica, collaborando con artisti come Faith Hill, Bruce Springsteen e Nile Rodgers.
Disco consigliato:
“Forest” - (1978, Private Press) Ristampato nel 2023 dalla BBE

Franklin Micare
Franklin Micare è un cantante, cantautore e musicista originario di Albany, New York, noto per la sua lunga carriera nella scena musicale locale e per il suo stile che spazia tra pop, rock e soul. Attivo soprattutto negli anni ’70 e ’80, Micare è apprezzato per la voce calda e l’abilità come tastierista, qualità che lo hanno avvicinato agli artisti del soft rock e soul melodico dell’epoca.
Nel 1978 ha pubblicato un unico album da solista con una piccola etichetta, accompagnato da alcuni dei migliori sessionmen di New York. Sebbene non abbia ottenuto grande visibilità, l’album è un buon esempio di pop-soul con sfumature jazz e latin.
Disco consigliato:
“Franklin Micare” - (1978, Private Stock)

Fred Knoblock
James Fred Knoblock, originario di Jackson, Mississippi, ha inciso un solo album per una piccola etichetta nel 1980.
Le poche informazioni disponibili lo descrivono come un musicista country, ma ascoltando il disco questa etichetta appare tutt’altro che azzeccata. Il singolo “Why Not Me”, infatti, ha raggiunto la vetta della classifica Adult Contemporary per due settimane e il 18° posto nella Billboard Hot 100, collocandosi chiaramente in un contesto pop.
Si tratta di un ottimo esempio di pop californiano, con brani energici che evitano qualsiasi tamarraggine, e ballate e mid-tempo realizzati con grande cura. Un lavoro di cantautorato di alto livello, che richiama il primo Bill LaBounty.
Disco consigliato:
“Why Not Me” - (1980, Scotti Brothers)

James McKenzie e The McKenzie Brothers
Grazie alla lungimiranza di etichette come Athens of The North, alcuni gioielli musicali sono stati riportati alla luce, tra cui i due album di James McKenzie del 1977.
Il primo, I’ve Got To Go, pubblicato da solista, e il secondo, New Trick, realizzato in coppia con il fratello, comprendono undici brani selezionati dai diciotto originali. Si tratta di due dischi private press, la cui esistenza era nota a pochi e che raramente si erano potuti ascoltare. Le atmosfere richiamano a tratti il “folk funk”, ma in una versione più ritmata e marcatamente funk, con uno stile che ricorda la tradizione YR, seppur declinato in chiave cantautorale e non pensato per le radio. Davvero notevole.
“James McKenzie & The McKenzie Brothers” - (2019, Athens of The North)

Jay Days
Ecco un altro artista sconosciuto, emerso dal nulla, di cui si trovano pochissime informazioni online. L’unica sua immagine è quella sul retro della copertina del suo unico disco, pubblicato in private press nel 1978. Un album di cui pochi conoscevano l’esistenza, registrato presso i Blue Light Recording Studios di Del Mar, California, e riscoperto nel 2014 dall’etichetta Big Pink, poi riproposto nel 2020 da Mad About Records.
L’album presenta otto brani in cui l’artista si muove con disinvoltura tra blue-eyed soul, YR funk e jazz rock, creando un suono ricco e variegato.
Le tracce sono un perfetto esempio di contaminazione stilistica, caratterizzate da groove avvolgenti. Questo disco è una gemma nascosta che merita attenzione per l’originalità e la qualità delle composizioni.
Disco consigliato:
“Between The Swells” - (1978, Private Press)

Johnny Gamboa
Nativo di Los Angeles, Johnny Gamboa è un artista di cui si conoscono poche informazioni, ma la sua carriera musicale è comunque interessante. Ha iniziato a suonare all’età di quattro anni, dimostrando fin da piccolo una straordinaria predisposizione per la musica.
La sua versatilità è impressionante, poiché è in grado di suonare ben 26 strumenti diversi. Nel corso della sua carriera, ha pubblicato solo due album, a distanza di diciannove anni l’uno dall’altro; Il primo, uscito nel 1980, è particolarmente significativo, poiché offre una miscela di buone vibrazioni soulful e groove YR. Questo album è stato ristampato nel 2005 da Nitebird Entertainment
Disco consigliato:
“Man of Wisdom” - (1980, Blue Dove Records)

Jimmy Spheeris
Fratello della regista Penelope, famosa per il film “Fusi di Testa”, Spheeris è un nome che non dirà molto, nemmeno per i più incalliti appassionati di YR. Ed è un peccato perché ci troviamo davanti ad una delle massime espressioni della westcoast più onirica.
Cresciuto a Los Angeles, ha iniziato a scrivere canzoni in giovane età, ispirato dalla vivace scena musicale californiana degli anni ‘60 e ‘70.
Amico di Laura Nyro, con cui condivideva lo stesso appartamento quando si trasferì a New York, e di Jackson Browne, fu presentato a Clive Davis, allora dirigente della Columbia, per la quale inciderà quattro album, da Richie Havens.
Spheeris si distingue per la sua voce vellutata e il suo approccio lirico, capace di trascinarti via su un’onda lunga e lenta, lontano dalla banalità della vita quotidiana.
Precursore del westcoast pop (il suo primo album è del 1971), Spheeris è il cantautore che guarda all’oceano, ma ha lo sguardo rivolto al cielo. Purtroppo, Spheeris è morto in un incidente stradale nel 1984, a soli 34 anni, quando con la sua moto si schiantò contro un furgone guidato da un ubriaco.
Dischi consigliati:
“Isle of View” - (1971, Columbia)
“The Dragon is Dancing” - (1975, Columbia)
“Ports of The Heart” - (1976, Columbia)

Jeff Harrington
Si hanno poche informazioni su Harrington, se non che fosse un cantante e cantautore attivo nella Minneapolis degli anni ‘70. Come Spheeris, è considerato un precursore del west coast pop e può essere inserito nel genere Folk-Funk.
Ha inciso due album, il primo dei quali, Quiet Corner, pubblicato nel 1975, è un piccolo gioiello di cantautorato intimista che mescola folk e psichedelia leggera. Nei brani “Baby Mine” e “Too Much Feeling” si avverte l’influenza del pop californiano in procinto di emergere. Disco consigliato
“Quiet Corner” - (1975, Programme Records)

John Konteau
Pensate che sfortuna: riesci a incidere il tuo primo album solista, ma la casa discografica cambia il tuo cognome, Kontel, in Konteau, senza il tuo consenso. A parte questo, l’album è un ottimo esempio di sound sophisti-pop, soul e jazz, con un brano, “The Heckler”, che sembra un outtake degli Steely Dan.
La canzone che apre l’album, con il suo ritmo terzinato, non lascia presagire quello che ascolteremo in seguito; infatti, il resto del disco si orienta verso un sound più affine a Fagen e Becker (in un brano pure a Gino Vannelli) pur senza risultare un copia-incolla. Davvero niente male.
Disco consigliato:
“I’m With You” - (1981, Erect)

Jolis & Simone
Chi sono James Jolis e Kevin Simone? Di loro si trovano poche informazioni in rete, ma si sa che nel 1979 riuscirono a firmare un contratto con la Columbia, che produsse l’unico disco della loro carriera. Un traguardo non da poco, considerando che erano praticamente sconosciuti.
E il disco? Davvero notevole. Si distingue non solo per l’abilità dei musicisti coinvolti, ma anche per la qualità delle canzoni, alcune delle quali eccellenti. Emergono qui il buon affiatamento tra i due, armonizzazioni raffinate e brani di sophisti-pop e soul di grande fascino. È un peccato che non abbiano inciso altro.
Disco consigliato:
“Jolis & Simone” - (1979, Columbia)

Greg Yoder
Come già accennato per i Batteaux, anche Yoder può essere annoverato a pieno titolo nel genere Folk-Funk, genere fatto di mix di chitarre acustiche, ritmi ripetitivi e ripetuti, tocchi jazz e potenti stacchi di batteria, il tutto suonato in un’atmosfera ovattata.
Musicista californiano trasferitosi alle Hawaii, Yoder è diventato popolare soprattutto grazie al suo album Dreamer of Life, pubblicato nel 1976. Questo album è oggi considerato un classico tra gli appassionati del westcoast sound, con influenze che spaziano tra il jazz, il folk ed il soul.
Il timbro vocale di Yoder e il suo stile chitarristico hanno creato un suono morbido e sofisticato, diventando un cult.
Disco Consigliato:
“Dreamer of Life” - (1976, Private Press) Ristampato dalla Favorite Records

Greenflow
Le sonorità dei Greenflow non rientrano propriamente nello stile Yacht Rock, anche se i leader della band, Art Green e sua sorella Eleanora, sono originari della California. I Greenflow incisero un solo album, pubblicato nel 1977 come disco autoprodotto, che si distingue come un ottimo esempio di soul-funk-R&B.
Tra i brani spiccano I Got’Cha, un pezzo soul-lounge dall’atmosfera molto suggestiva, e il mid-tempo No Other Life Without You. Non sappiamo molto altro sul gruppo, se non che si esibiva nei club con pezzi R&B originali e partecipava ai tour della USO per intrattenere le truppe americane all’estero, inclusa una tournée in Giappone nel 1976.
Disco consigliato:
“Solutions” - (1977, Private Press) Ristampato nel 2024 dalla Numero Group

Kevin Moore
Chi segue il blues probabilmente conosce Keb’ Mo’, pseudonimo di Kevin Moore.
Prima di adottare questo nome d’arte, nel 1980 incise un album intitolato Rainmaker, prodotto dalla Casablanca Records e legato al genere YR o giù di lì.
Compositore e chitarrista originario di Los Angeles, Moore si fece conoscere alla fine degli anni Settanta accompagnando in concerto band come i Jefferson Starship. Rainmaker è un ottimo disco in cui si cimenta con brani di sua composizione, muovendosi tra soul e pop, con una particolare predilezione per le ballad.
Disco consigliato:
“Rainmaker” - (1980, Casablanca)

Leder Brothers
Dietro questo disco c’è una storia davvero curiosa: i fratelli Leder, originari di Wilson, North Carolina, sono figli di un imprenditore proprietario di grandi magazzini e altre proprietà.
Hanno inciso il loro unico album usando lo stesso nome dell’azienda di famiglia e lo hanno prodotto autonomamente, con una copertina piuttosto mediocre, ma con contenuti musicali di grande qualità. Le canzoni, a metà tra pop e soul, richiamano in alcuni momenti le sonorità degli Steely Dan (il brano Bottom Line sembra un outtake tratto da Pretzel Logic, ascoltare per credere). Riscoperti dalla Numero Group, i Leder sono stati inclusi con un loro brano in una delle compilation dedicate allo YR. Sorprendente.
Disco consigliato:
“Leder Brothers” - (1978, Leder) Ristampato dalla Numero Group

Lyons & Clark
È un disco YR? Sì e no. Di sicuro i musicisti coinvolti sono tra i migliori del genere: David Hungate, Jeff Porcaro, Jerry Scheff, Joe Sample, Larry Carlton, Michael Omartian, Steve Gadd, Tom Scott, Wilton Felder… non certo nomi da poco. Prisms, l’unico album di Debbie Lyons e Pam Clark, è davvero una piccola gemma, ed è un peccato che non abbiano proseguito la loro carriera. Le canzoni richiamano lo stile di Carole King, con voci delicate e ben armonizzate e una freschezza che sorprende ancora oggi. Consigliatissimo.
Disco consigliato:
“Prisms” -(1976, Shelter)

Matthew Larkin Cassell
Cantautore e polistrumentista della Bay Area di San Francisco, Matthew Larkin Cassell ha prodotto uno dei capolavori del westcoast pop, nonostante le sue opere—un album, un EP e un singolo senza titolo—siano stati pubblicati come private press.
Il suo stile fonde funk, pop, R&B, soul e jazz, creando un mix che ricorda a tratti gli Steely Dan. Negli ultimi anni, grazie al web e ai collezionisti di vinili, è rinato l’interesse per la sua musica. La sua riscoperta è stata raccontata su testate come The Huffington Post e il San Francisco Chronicle.
Cassell è stato campionato da artisti come Madlib e MF Doom, e il suo catalogo è stato ristampato da varie etichette internazionali, con una raccolta completa pubblicata da Stones Throw nel 2010.
Disco consigliato:
“Pieces” - (1977, Private Press)

Michael Stosic
Chi segue il panorama della Christian Contemporary Music (CCM) conoscerà sicuramente Michael Stosic, uno dei più apprezzati autori del genere attivo dal 1986 fino ad oggi. Pochi però sanno che nel 1982 Stosic incise un album private press che non presenta testi di musica cristiana e che risulta essere un ottimo disco di Yacht Rock, con forti assonanze con la musica dei Doobie Brothers nella versione di Michael McDonald. Quattro canzoni dell’album sono scritte da David Batteaux.
Disco consigliato:
“Michael Stosic” - (1982, Kristofer) Ristampato nel 2020 dalla P-Vine Records

Nimbus
Children Of The Earth è l’unico album dei Nimbus, pubblicato in modo indipendente nel 1980. Composta da quattro amici che suonavano jazz e soul a Detroit, la band decise nel 1979 di registrare un album raccogliendo le composizioni di alcuni membri. Il risultato è un’opera sofisticata e melodiosa che fonde Yacht Rock, soul, jazz e folk. È un bel disco.
Disco consigliato:
“Children Of The Earth” - (1980, Private Press) Ristampato nel 2009 dalla P-Vine e nel 2019 dalla Providenciales Records

Paul Hillery
Non un cantante, ma un DJ: può sembrare strano vederlo citato qui, ma la storia di Paul Hillery merita di essere raccontata.
Hillery era un DJ molto apprezzato nei club di musica house, fino a quando un grave esaurimento nervoso non lo portò a cambiare radicalmente percorso. Fu proprio a causa di questa esperienza che abbandonò la house per dedicarsi a generi con ritmi più lenti, diventando presto uno dei più noti cacciatori di rarità in vinile, specializzato nel folk-funk e nelle sonorità della west coast.
A lui dobbiamo la riscoperta di molti degli artisti menzionati qui.
Hillery ha iniziato a pubblicare compilation su Mixcloud, per poi collaborare con BBE e la RE:WARM Records e realizzarle anche in formato fisico. E sono davvero notevoli. Vi consiglio di visitare il suo sito, https://paulhillery.co.uk, per ascoltare le sue splendide playlist.
Dischi consigliati:
“We Are The Children Of The Sun” (BBE)
“Once Again We Are The Children Of The Sun” (BBE)
“Folk Funk & Trippy Troubadours Vol. 1-2” (RE:WARM)

The Parker Brothers
Un’altra band cresciuta con l’influenza di Michael McDonald e degli Average White Band, i Parker Brothers incisero nel 1981 il loro unico album per una piccola etichetta, prodotto da George P. Grexa.
La band mescola elementi di modern soul, boogie, jazz crossover e rock, creando un risultato che ricorda i gloriosi anni della musica West Coast, sebbene sia stato registrato a Pittsburgh. Questo disco rappresenta senza dubbio la parte più “piaciona” dello Yacht Rock, risultando molto gradevole all’ascolto.
Disco consigliato:
“The Parker Brothers” (1981, Crown Vetch Enterprises) Ristampato nel 2016 dalla Favorite Records

Phillip Francis Stumpo
Cantautore di San Francisco, Stumpo incise il suo unico album nel 1978, con tutti i brani scritti da lui stesso. Il disco presenta diverse influenze, dal pop con venature di jazz swing ai discreti mid-tempo in stile West Coast californiano, cantati quasi come un crooner moderno degli anni ’70.
Si tratta di un album caratterizzato da numerosi pezzi slow, in cui emerge chiaramente la parte “piaciona” dello Yacht Rock, che rappresenta un tratto distintivo dell’opera. Un vero e proprio marchio di fabbrica di quel decennio.
Disco consigliato:
“One Man Circus” - (1978, Billetdoux) Ristampato nel 2011 dalla Vivid Sound e dalla Beatball Music Korea

Richard Powell
Questo è forse uno degli album più esoterici che mi sia mai capitato di ascoltare, sia per la sua rarità che per il suo carattere “strano”.
Dopo aver trascorso sei anni nella Marina degli Stati Uniti, Powell tornò alla vita civile lavorando come intrattenitore al nuovo ristorante/bar del parco roulotte Glen Ivy, The Pub. Qui incise il suo unico album, venduto esclusivamente nel negozio di souvenir del parco e mai distribuito al di fuori.
L’album è composto da dieci brani, cinque originali e cinque cover, e posso dire che gli originali sono ottimi pezzi, con un’atmosfera che ricorda lo Yacht Rock in stile lo-fi.
Ovviamente, solo la Numero Group poteva scoprire un disco del genere e pubblicarlo.
Disco consigliato:
“Memories Of Glenivy” - (1976, Glenivy Records) Ristampato nel 2020 dalla Numero Group

Robert Lester Folsom
Nativo di Lowndes County in Georgia, la storia di Folsom è quella di un musicista che, dopo un’educazione musicale influenzata dai genitori, ha cercato di dare vita alle proprie passioni registrando nel 1976 il suo primo album, Music and Dreams, ad Atlanta. Nonostante le seicento copie stampate avessero generato un piccolo culto locale, il disco finì presto nel dimenticatoio a causa della mancanza di supporto mediatico. Dopo trenta anni, la canzone “April Suzanne” riacquistò attenzione grazie a internet, portando alla ristampa dell’album.
La copertina del disco può trarre in inganno, poiché il suo contenuto è una raccolta di brani pop che richiamano artisti come Todd Rundgren e Neil Young. L’album include brani morbidi e malinconici, affiancati da alcuni pezzi più energici, creando un’atmosfera che richiama il soft rock, ma in veste psichedelica.
Disco consigliato:
“Music And Dreams” - (1976, Private Press) Ristampato nel 2022 dalla Anthology Records

Will and James Ragar
Autori di un unico album pubblicato nel 1980 in poche copie e presto scomparso dalla circolazione, i fratelli James e Will Ragar hanno visto il loro disco raggiungere il valore di 1.200 euro su Discogs. Fortunatamente, l’etichetta coreana Riverman, e successivamente BBE, ne hanno curato la ristampa.
Originari della Louisiana, James e Will Ragar si sono formati musicalmente a New Orleans, dove sono stati profondamente influenzati dal jazz dal vivo. La loro esperienza nei club della Louisiana ha affinato il loro stile, che unisce toni acustici ed elettrici in modo unico.
Ribattezzato One nella versione ristampata, l’album è considerato un capolavoro assoluto del folk-funk, una miscela di folk, jazz, country e soul, per lo più acustica, ma con accenti di chitarra elettrica e splendide armonizzazioni vocali.
I fratelli sono accompagnati da John Smart alle tastiere, Dave D'Aubin al basso e Tommy Jefferson alla batteria, che suona un tono più alto del solito sul rullante.
È un disco onirico, perfetto per chi cerca atmosfere da “venticinquesima ora,” simile in intensità all’album dei Batteaux.
“Will and James Ragar One” - (1980, Private Press) Ristampato nel 2010 dalla coreana Riverman Records e nel 2023 dalla BBE

Il resto della compagnia

Le compilation di rarità Westcoast YR sono tappe fondamentali per chi vuole avvicinarsi a questo genere e scoprire artisti rimasti troppo a lungo nell’ombra. Dobbiamo ringraziare etichette come Numero Group, BBE, Favorite Recordings e Too Slow To Disco se oggi possiamo ascoltare questi talenti ingiustamente dimenticati.
Ecco alcune compilation consigliate:

Too Slow To Disco:
“Too Slow To Disco Vol. 1-2-3-4”
“Too Slow To Disco Brasil Compiled By Ed Motta”
“Too Slow To Disco NEO - En France”
“The Ladies Of Too Slow To Disco”
“To Slow To Disco Yacht Soul”
“Yacht Soul - The Cover Version”

Favorite Records
“AOR Global Sound Vol. 1-2-3-4-5”

Numero Group:
“Seafaring Strangers: Private Yacht”
“WV2NG 89.9 FM”
“W3NG”
“WTNG 89.9 FM: Solid Bronze”

BBE:
“Americana - Rock Your Soul - Blue Eyed Soul and Sounds from the Land of the Free”

3 commenti:

  1. Ciao! Bel lavoro su questi dimenticati, e a volte disprezzati, suoni. Sarebbe possibile una o, meglio ancora, diverse selezioni simili con i musicisti italiani? Grazie e saluti dalla Spagna

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    1. Ciao e grazie per i complimenti. Per quanto riguarda gli artisti italiani ne parlerò con la puntata della prossima settimana. Grazie ancora e un saluto dal Chianti Classico.

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  2. Ciao, Eric Tagg poi è rimasto nuovamente fuori...
    Suggerirei pertanto una appendice - nella categoria dei beautiful losers- ove inserire Tagg, insieme ad altri assolutamente meritevoli come C.Montan, R.Kennedy,B.Elliott, K.Chater (sua " what's on your mind di G.Benson),S.Eaton,,J.Williams ex Toto più qualche altro che al momento non mi viene in mente, nonché,magari ,una lista di black singers che hanno più che toccato il suono westcoast (alcuni sono stati già menzionati).
    Francesco

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