Uscito nel 2000, è un esaustivo e puntiglioso viaggio nella storia della CHESS RECORDS dei fratelli Lejzor e Fiszel Czyz, ebrei polacchi immigrati nel 1928 in Usa, approdati a Chicago e che cambiarono nome nei più comprensibili Leonard e Phil Chess.
Cresciuti nei quartieri neri della città, ne assimilarono gusti musicali e attitudine a una vita dura e rude.
Lavorarono nel giro dei club della città, prima di dedicarsi a dare voce con l'etichetta ai nomi più brillanti della storia del blues e rock 'n' roll, da Muddy Waters a Howlin Wolf, Chuck Berry, Etta James, Bo Diddley, John Lee Hooker e tante altre stelle (incluso il "nostro" Rocky Roberts).
Fedeli alla loro "legge" "“se investi un dollaro, fallo se sei sicuro di riprenderne uno e mezzo” fecero una montagna di soldi, spesso scontrandosi con gli artisti per diritti e compensi mal distribuiti.
Sapevano poco di musica ma avevano un senso degli affari innato:
“Se mi mostrate la scala armonica delle note e mi chiedete dove e cosa siamo Do, Re, Mi non velo potrei dire. Nemmeno Leonard. Ma – mostrando le orecchie – queste invece velo possono dire.”
Il libro è ricchissimo di informazioni, indulge troppo spesso su guadagni, tariffe, retribuzioni, somme di danaro, percentuali, ininfluenti nel contesto della vicenda ma ci consegna una storia unica e irripetibile.
Smentendo anche la famosa leggenda che quando gli Stones arrivarono nei loro mitici studi trovarono Muddy Waters che dipingeva il soffitto degli uffici, fatto considerato impossibile e assolutamente mai verificato.
Mike Rowe nel libro “Chicago Breakdown”:
“Le due principali caratteristiche della vita dei neri in America erano la migrazione e la segregazione. Con la prima che dava impulso alla seconda. Musicalmente mentre la segregazione creò il blues, la migrazione diffuse il messaggio”.
Nadine Cohondas
Spinning Blues into Gold: The Chess Brothers and the Legendary Chess Records
Iconoclassic Books
480 pagine
Si trova dai 36 agli 80 euro se usato o nuovo.
martedì, settembre 05, 2023
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