venerdì, marzo 31, 2017

Il meglio del mese. Marzo 2017



Alcuni nomi si affacciano già tra i candidati al top del 2016.
Godfathers, Sleaford Mods, Sinkane, Soul Scratch, Voodoo Working Club, Neville Staple tra gli stranieri, Edda, Cut, Julie's Haircut, Cesare Basile, Diplomatics, Gang, Strato's, Five Faces, Todo Modo, Love Thieves tra gli italiani.


SLEAFORD MODS - English Tapas
Continua la saga del duo di Nottingham all'esordio su Rough Trade e al decimo album (il terzo dopo la notorietà).
La formula è il solito abrasivo, irriverente, esplosivo mix di Fall, PIL, Crass, The Streets, hip hop. Basi in loop minimali e una valanga di parole vomitate da Jason Williamson che se la prende con chiunque gli capiti a tiro.
Originali e disturbanti come sempre.

NEVILLE STAPLE - Return of Judge Roughneck
Rieccolo !
Immarcescibile, il grande Neville torna con un album divertente, solare, godibile. Ska, rocksteady, reggae, dub, nuovi (ottimi) brani, qualche cover (da Peter Tosh a una bella "Enjoy yourself" semi acustica in chiave ragtime e "The lunatics..." dei Fun Boy Three che perde il gusto "tribale" dell'originale a favore di una versione rocksteady), tanto groove.
Niente di nuovo (e chi lo vuole da lui?) ma fresco e corroborante.

EDDA - Graziosa utopia
Prerogativa di Edda è di essersi saputo sempre evolvere.
Può non piacere ma è una delle realtà migliori, più interessanti e propositive in giro in Italia.
Il nuovo album è più "pop", più curato, arrangiato, della sua discografia.
Ma rimane (artisticamente) anomalo, atipico, graffiante, borderline.
A me piace tantissimo e rimango sinceramente ammirato.

PAUL WELLER - Jawbone
Credo non ci sia bisogno di sottolineare quanto il sottoscritto apprezzi l'operato di PAUL WELLER (da quel lontano 1978 quando scoprii con "This is modern world" che esistevano tali Jam). Proprio questo, paradossalmente, mi rende ancora più "libero" di giudicare la sua opera senza pregiudizi.
"JAWBONE" è la colonna sonora dell'omonimo film che racconta la storia dell'ex campione di boxe, Jimmy McCabe (interpretato da Johnny Harris), un uomo alla "disperata ricerca di speranza, che continua a cercarla nei posti sbagliati".
Ovviamente una colonna sonora ha la sua vita molto spesso strettamente legata alla storia, alla sceneggiatura, alle immagini.
Per chi invece l'ascolta semplicemente come prodotto musicale può essere poco significativa.
Ancora meno quando tra gli otto brani proposti troviamo una ballata acustica discreta, un po' anonima, senza lode nè infamia, "The ballad of Jimmy Mc Cabe", un'altra abbozzata di meno due minuti, "Bottle" e altre sei "composizioni" tra elettronica, sperimentazioni (francamente velleitarie e inascoltabili soprattutto quando, come nel caso dell'introduttiva "Jimmy/Blackout" dura 21 minuti !!!!!!) e bizzarrie sonore pseudo avanguardistiche di valore artistico un tantino discutibile.
Solo per completisti accaniti.

DECIBEL - Noblesse Oblige
Nel bene o nel male tra i primissimi a portare il "verbo" punk/new wave in Italia, tornano dopo 40 anni in sala d'incisione e in tour.
E con un album piuttosto buono.
I riferimenti alle origini sono rari (qualche sprazzo di sapore new wave), questo è (giustamente) un lavoro nuovo (pur con la ripresa di "Contessa" e "Vivo da re"), interessante soprattutto quando indulge in ballate che riportano al cabaret/rock bizzarro degli Sparks (da sempre tra i principali ispiratori della band).
Sound originale e personale, reso inconfondibile dalla voce e dalla scrittura di Ruggeri.

REAL ESTATE - In mind
Sempre piacevole l'ascolto dei Real Estate. Atmosfere jingle jangle, psichedelicamente vellutate, canzoni ben fatte e qualità sempre di alto livello.

WILKO JOHNSON - I keep it to myself
Dopo tutto quello che ha passato il grande Wilko prosegue senza freni la sua carriera e a 70 anni torna con un nuovo album, un'antologia del suo meglio, reincisa, tra il 2008 e il 2012 con i fedelissimi Norman Watt Roy al basso (già con Ian Dury, Clash, , Madness, Selecter e decine di altri) e il batterista Dylan Howe (peraltro il figlio di Steve Howe degli Yes).
Il solito, ruvidissimo rock 'n' roll/rhythm and blues in 25 brani dal repertorio dei Dr Feelgood ad oggi.
Niente di più niente di meno ma tanto ci basta e avanza.

NE-HI - Offers
Vengono da ChicagoI e sono al secondo album.
Un'inebriante miscela di jingle jangle, Big Star, Dream Syndicate, Rain Parade e intrecci floreali vari.
Disco molto molto bello, avvolgente, fluttuante, profumato.

THE COURTNEYS - II
Da Vancouver un trio di donzelle elettriche con un album molto energico e corroborante, brani brevi di estrazione punk, un mix di Breeders, Go Go's, B 52's, Sonic Youth, Donnas.
Non cambieranno la storia della musica ma sono molto piacevoli da ascoltare.

TEMPLES - Volcano
Il primo album "Sun structures" mi aveva entusiasmato.
Il nuovo prosegue su quella scia di moderna psichedelia ma con un po' di annacquamento pop elettronico (che già aveva infestato il recente Tame Impala).
Non male per buona parte ma nel complesso un po' deludente e anonimo per i miei gusti.

JESUS AND MARY CHAIN - Damage and joy
L'atteso ritorno non esalta particolarmente. Un po' di ospiti (tra cui Isobel Campbell), formula risaputa e prevedibile.
Non male ma scontato e destinato ad un veloce oblìo.

JULITHA RYAN – The winter journey
La cantautrice australiana firma il secondo album, a cinque anni dall’esordio.
Affascinante e intrigante prova di grande personalità tra suggestioni che riportano a Patti Smith, Nick Cave, Anna Calvi, Pj Harvey, un vago sapore new wave anni 80 (dalle parti di Siouxsie), tinte psichedeliche, tocchi di elettronica e occasionali atmosfere morriconiane, umori soul e bluesy.
Otto i brani (tra cui gli avvolgenti e ipnotici 11 minuti finali di “There is no turning back”), cantati con sicurezza e perfettamente arrangiati.
Sound moderno, fresco, ottimo album.

THE BUTTERTONES - Gravedigging
Californiani, dediti ad un ottimo surf rock con ampie secchiate di attitudine garage punk, sorta di Surfaris contaminati dal morbo tarantola dei Sonics (non mancano i brani cantati), un pizzico di Link Wray e Cramps.
Ingredienti ottimi e ben dosati.

ROLLING BLACKOUTS COASTAL FEVER - The French press
Trio australiano che se ne esce con un album delizioso, tra Dream Syndicate, Modern Lovers, Soft Pack, Feelies, Paisley Underground.
Quel sound chitarristico supportato da una ritmica minimale ed essenziale, melodie 60's, brani diretti e scarni ma di una suggestione ipnotica.
Disco bello e godibilissimo.

THUNDERCAT - Drunk
Stephen Bruner, detto Thundercat, ha suonato il basso con Suicidal Tendencies, Kamasi Washington, Kendrick Lamar, Erykah Badu, Childish Gambino, Flying Lotus e una marea di altri.
Nel nuovo album (il terzo) solista porta dentro soul, funk, hip hop, fusion, jazz, latin, RnB, un sacco di ospiti, una dose smisurata di follia, testi politici e "stradaioli", introspettivi e ironici.
La Black Music si rinnova, sperimenta, osa, guarda avanti con le radici solide nel passato.
Ascolto istruttivo e affascinante.
Suonato paurosamente.

THE MELTDOWN - s/t
Gli australiani all'esordio con un buon album di soul 'n' blues con tocchi di country e gospel.
Niente di eclatante ma compongono bene, suonano come si deve e l'ascolto è gradevole.

MICK HARVEY - Intoxicated women
L'ex Bad Seeds con un nuovo, il quarto, capitolo dedicato alla rivisitazione di brani di Serge Gainsbourg, questa volta quelli dedicati alle donne.
Molti i duetti, ottima la scelta (a parte un'insopportabile "Je t'aime..." in tedesco). Un buon lavoro.

BOBBY SOLO e SILVIA - Blues for two
BOBBY SOLO aveva già dedicato due album a Johnny Cash e John Lee Hooker.
Il buon Bobby ci ha preso gusto e d'altronde come dice lui:
‘Una lacrima sul viso’ mi ha dato da vivere per cinquant’anni e di questo sono profondamente grato. Ma ora voglio andare in studio di registrazione e incidere le cose che più mi piacciono: fare il rock, il rock coi suoi ritmi e i suoi suoni".
E allora ecco questo altro sorprendente album tutto BLUES, puro, semplice, ispiratissimo.
La sua voce è credibile, convincente, intonatissima, calda, bluesy, groovy, tra Elvis e Johnny Cash.
Ad accompagnarlo la giovanissima ventunenne ferrarese Silvia Zaniboni alla chitarra acustica e un piede che batte come ritmica.
Senza trascurare la tecnica dello stesso Bobby, spesso mirabile negli assolo.
La scelta del repertorio affascinante, competente, mirata, a partire da una "Ain't no sunshine" di Bill Withers da brividi per passare attraverso classici come "My babe" o "Everyday I have the blues" di Pinetop Sparks (poi portato al successo da BB King).
E che dire del folk country blues di "Ode to Billie Joe" di Bobbie Gentry o "Summertime", "Stormy monday", "VBlack night" di Charles Brown.
Un album ottimo se non eccellente per chi ama il blues fatto con cuore, anima e passione.

CCM - The furious era 1979-1987
Ci fu un momento in cui l'hardcore punk italiano tracciava la linea, era un fenomeno tra i più creativi e innovativi al mondo.
Uscirono nomi come Indigesti, Raw Power, Negazione, Impact, Kina, RAF Punk, Wretched, Crash Box, Fall Out, Bloody Riot tra i tanti.
Ma appena prima i pisani CHEETAH CHROME MOTHERFUCKERS incominciarono ad accelerare i tempi, sempre più veloci, cattivi, acidi.
Proseguirono in modo ancora più devatsante la lezione dei Germs e la portarono all'estremo.
AREA PIRATA ristampa ora su vinile e CD (con un deragliante inedito live di oltre dieci minuti e alcune outtakes) i primi due Ep (“400 Fascists“, “Furious Party“), lo split con gli I Refuse It! "Permanent scar" e l'album “Into The Void“.
Notevole il booklet tra foto, testi e volantini.
Un pezzo di tagliente, scorticate, urticante storia.

DOME LA MUERTE EXP - Lazy Sunny Day
Con Dome abbiamo inciso un po' di dischi e devastato qualche palco negli anni 80 tra Italia ed Europa con i Not Moving, suonando anche con Clash, Johnny Thunders, Iggy and the Stooges e tanti altri.
Poi le strade si sono separate e Dome ha proseguito con mille progetti, l'ultimo dei quali è questa nuova incarnazione che raccoglie molte delle sue influenze, dal surf rock strumentale di sapore wetsern/Morricone, alla psichedelia, il country punk alla Gun Club, blues, classic rock tra 60 e 70 con passione, credibilità, freschezza.
Molti i brani strumentali, alcuni brevi bozze, sferzate da chitarre ora acustiche , ora acidamente elettriche, ora con il sitar.
E alla fine c'è sempre il suo "magic touch" ad impreziosire il tutto.

TODO MODO - Prega per me
Nato due anni fa, un album all'attivo, accolto con grande favore ed entusiasmo dalla critica, il progetto Todo Modo prosegue il suo imperioso cammino con un nuovo lavoro di grande forza espressiva.
La band è composta da Xabier Iriondo (chitarra degli Afterhours e tanto, tanto, altro), Giorgio Prette (ex batterista della band di Agnelli) e dal cantautore Paolo Saporiti (da anni tra i migliori rappresentanti della nuova canzone d'autore italiana).
Il sound della band è un felice connubio tra canzone e un approccio noise, alt rock, crudo, “sonico” e percussivo, a cui si uniscono testi agri che restituiscono una quotidianità claustrofobica e angosciante.
Album interessante, incisivo, originale, personale e consigliatissimo.

LA BESTIA CARENNE - Cordiandoli
Il nuovo lavoro della band napoletana ci restituisce un gruppo in stato di grazia, con un sound originale, molto personale, intrigante, che attinge da folk, art rock, spazia tra mille suggestioni, rimanendo aspro e fruibile allo stesso tempo.
Ricorda a tratti certe esperienze di Marta Sui Tubi, i conterranei Bisca, Vinicio Capossela ma c'è molto di più da scoprire. Ottimo, davvero ottimo.

LINK QUARTET - Minimal animal
Come è noto ho avuto una parte nella storia del Link Quartet, dal 1993 al 2005 circa, pertanto è sempre un piacere ascoltare le nuove produzioni della band, che ha successivamente proseguito una carriera proficua e ricca di soddisfazioni.
Nel nuovo capitolo in uscita per la tedesca Soundflat Records il Link Quartet, dopo una serie di escursioni tra sonorità più articolate, a tratti quasi fusion e vari inserimenti vocali, torna alle origini con tredici brani autografi, rigorosamente strumentali, dove su ritmiche funk si intrecciano i virtuosismi di Hammond e chitarra.
Siamo dalle parti di Meters e Booker T riviste con il piglio modernista di Brian Auger, James Taylor, New Mastersounds etc.
Come sempre ottimo groove, un'inedita, curiosa e intrigante escursione nel rocksteady in "Peacock steady", quasi un'ora di buona musica.

WYNS - Life happens
La band varesina torna dopo un lungo silenzio con il secondo lavoro.
Il mondo in cui viaggiano è soprattutto quello di certo brit rock , tra Arctic Monkeys, Libertines, Franz Ferdinand ma che non disdegna occhiate agli Strokes.
Il tutto all'insegna di un sound guitar pop dai ritmi spediti e vivaci.

DEROZER - Passaggio a Nord Est
La band vicentina torna dopo un silenzio discografico durato tredici anni con il settimo album della lunga carriera.
Nessuna flessione o cedimento: consueto punk rock veloce, ritmi sostenutissimi che esondano nell'hardcore, linee melodiche precise e ben studiate, testi di immediata presa.

ASCOLTATO ANCHE
LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA (purtroppo non riesco a trovarci, ancora una volta, nulla di particolarmente interessante), DAYME AROCENA (cantante cubana che mischia jazz, soul, latin, musica cubana. Ottima), BROTHERS NYLON (funk stralunato e quasi zappiano, buono), IZO FITZROY (blues soul, roco e sporco, non male), HOORAY FOR THE RIFF RAFF (da New Orleans, un buon cantautorato rock con tinte bluesy e latin), JULIE BYRNE (cantautorato folk, soffuso e delicato, soporifero), MANAGEMENT DEL DOLORE POST OPERATORIO (indie pop post wave, ben fatto anche se anonimo), LAURA MARLING (buon mix di old school, dalle parti di Joni Mitchell e sonorità attuali), SHINS (brit rock un po' elettronico, un po' rock. Sciapo), RODNEY CROWELL (buon american sound tra country, blues e roots)

LETTO

CARLO BORDONE - Curtis Mayfield
La collana Soul Books di VoloLibero, curata da Alberto Castelli, giunge alla sesta puntata con un omaggio al grandissimo CURTIS MAYFIELD.
Non solo c'è la penna di Carlo Bordone, uno dei giornalisti musicali (e non solo) più preparati e competenti in Italia ma c'è la (triste) storia di un GENIO che ha saputo scrivere pagine immaginifiche della black music, prima con gli Impressions, poi come solista (spesso con tematiche dure e coraggiose da un punto di vista politico e sociale), per affrontare successivamente un progressivo declino artistico e commerciale, culminato con un incidente (sul palco) che lo lascerà paralizzato negli ultimi anni di vita, da cui si congederà con il commovente e straziante "New world order".
Curtis fu anche tra i primi artisti neri a fondare una propria etichetta e casa editrice, per gestire autonomamente i propri affari senza dover dipendere dall'esterno.
Una storia avvincente e completa.

GIANNI DEL SAVIO - Nina Simone
Una lettura sofferta.
La vita di NINA SIMONE è una lunga sofferenza, pur tra successi, amori, ribalta, impegno politico ma che ogni volta finisce in lacrime, solitudine, delusioni, tracolli economici, cadute artistiche, abbandoni, fino alle soglie della follia.
Una vita vissuta intensamente e profondamente e che spesso abbiamo ritrovato nei suoi dischi, nelle sue canzoni, così simile ad altre due donne che ha ammirato (Billie Holiday e Janis Joplin). Gianni Del Savio ne parla accuratamente in questo nuovo capitolo di Soul Books per Volo Libero, approfondendo l'aspetto umano e, con competenza, le vicende artistiche.
Lettura obbligata per chi non conosce il genio di Nina.

ALEX RIGHI - Sam Cooke
Sam Cooke era bello, figo, talentuoso, intelligente, uno dei primi neri a volere (e a riuscire) gestire la propria carriera anche da un punto di vista manageriale (attraverso la sua etichetta, SAR Records che fece incidere parecchie band e artisti di soul e gospel).
Scomparso tragicamente troppo presto, nel 1964, è uno dei tanti nomi che avrebbe potuto dare un enorme contributo artistico alla soul music e al movimento per i diritti per i neri (a cui era parecchio vicino).
Il libro di Alex Righi per Volo Libero, nella collana Soul Books, ci ripropone la sua storia, interessantissima e piena di particolari non sempre conosciuti che ne testimoniano la complessità umana e l'enorme caratura artistica.

GIAN PAZZI - Anderground
Divertente e agrodolce romanzo sulle (dis)avventure (sentimentali e non) di Arlecchino Banti, ragazzotto di provincia alle prese con la post adolescenza.
Con un linguaggio veramente "di strada", situazioni surreali e paradossali (ma in cui è molto facile riconoscersi...) ci porta in una dimensione allegra ma non troppo.
Ma divertentissima e gradevolissima per il lettore.

VISTO

Vi rimando a qui http://tonyface.blogspot.it/2017/03/cesare-basile-in-concerto-al-tpo-di.html per la recensione al concerto di CESARE BASILE.

A qui: http://tonyface.blogspot.it/2017/03/live-in-italy.html per quelli di INCOGNITO e CUT.

COSE E SUONI

Mie recensioni quotidiane di dischi italiani su www.radiocoop.it
Articoli settimanali sul quotidiano di Piacenza LIBERTA'.
Recensioni mensili su CLASSIC ROCK.

IN CANTIERE
Esce a maggio per VoloLibero un mio libro su RAY CHARLES ("Ray Charles, il genio senza tempo").

1 commento:

  1. Attendiamo di leggere Ray Charles book allora!
    Sciapo il nuovo Shins? anche qui son curioso di sentire, certe cose mi erano piaciute.
    Decibel..sono pigro ma un ascolto glielo darò mi sa (madonna..gli Sparks!)
    Forza Wilco!!!!! hai spaccato la sorte avversa, vivrai almeno fino a 100 anni!
    Paolino per "completists only" ahahaha!
    C

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