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I BOOHOOS furono una meteora luminosissima e violentissima negli anni 80 italiani.
Arrivarono improvvisamente con un carico di Stooges, MC5, New York Dolls, glam, hard, misero a ferro e fuoco per pochi anni la "scena" e scomparvero, lasciando una scia fluorescente che impedì a molti di apprezzarne adeguatamente la grandissima carica sonora e innovativa.
Una storia di distruzione e autodistruzione, perfettamente rievocata dalla parole di uno dei principali protagonisti, Roberto Russo, che della band fu chitarrista, compositore e tra i principali protagonisti, dall'inizio alla fine.
Li vidi parecchie volte e condivisi con loro il palco, con i Not Moving, in qualche occasione. E fu sempre una rovina, un delirio sonoro, una vita quotidiana deragliante portata sul palco e una vita da palco portata nella vita reale.
"Too much Too Boohoos" a cura della benemerita Crac Edizioni scandaglia con precisione (fin dove Roberto riesce a ricordare) la storia della band tra aneddoti e un approccio mistico a quell'esperienza che può risultare incomprensibile o esagerato per chi non ha vissuto quei momenti e quegli anni.
Ma vi posso assicuraree che era così. Maledettamente così.
con quel look un po' alla hoodoo gurus, grandissimi
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