Siamo alla fine del 2025, a breve partono le playlist conclusive.
Intanto tra i migliori album quelli di New Street Adventure, Little Simz, Black Eyes, Bob Mould, The New Eves, Big Special, Mavis Staples, Len Price 3, Kae Tempest, Sam Akpro, Freedom Affair, Southern Avenue, Little Barrie & Malcolm Catto, Paul Weller, Cardiacs, Ty Segall, Suzanne Vega, The Loft, Sunny War, The War and Treaty, Ringo Starr, Iggy Pop, Cymande, Lambrini Girls, De Wolff, PP Arnold, Altons, Delines, Gyasi, M Ross Perkins, The Who, Nat Birchall, Robert Plant, The Prize, Th Unknowns
Ottime cose dall'Italia con Casino Royale, Simona Norato, Neoprimitivi, Calibro 35, Piaggio Soul Combination, Cesare Basile, The Lings, The Lancasters, Putan Club, Cristiano Godano, I Cani, Billy Boy e la sua Band, Megain Is Missing, Laura Agnusdei, Elisa Zoot, Roberta Gulisano, Angela Baraldi, Flavia Ferretti, Rosalba Guastella, Alex Fernet, Mars X, The Ghiblis.
BLACK EYES - Hostile Design
Torna a vent'anni dallo scioglimento e dal secondo album, la band di Washington, sempre per la Dischord Records e con la produzione di Ian McKaye (ex Fugazi e Minor Threat). Due batterie, basso, chitarra, sax voce stridente, sei brani per mezzora di musica, in cui si mischiano tribalismi, free jazz, post hardcore, dub. Una bomba di energia e creatività, un disco che sorprende e spiazza e di raro impatto. Spettacolari.
MAVIS STAPLES - Sad And Beautiful World
A 86 anni la Signora del Gospel/Soul riesce a regalarci ancora emozioni e brividi, con un album di estrema intensità e profondità. Dodici brani ripresi con una grazia e un cuore immensi, come da sempre ci ha abituati. L'introduttiva "Chicago" di Tom Waits lascia senza fiato, "We Got Have Piece" di Curtis Mayfield e "Anthemn di Leonard Cohen commuovono alle lacrime. Al suo fianco ospiti perfettamente adeguati comne Buddy Guy, Bonnie Raitt, Jeff Tweedy, Derek Trucks. Spettacolare.
LEN PRICE 3 - Misty Medway Magick
Venti anni di attività, una discografia corposa e un nuovo album travolgente per la band di Chatham. Il sound guarda esplicitamente al garage beat di matrice Prisoners ma anche direttamente ai Sixties di Who, Kinks e affini. Una ventata di freschezza, irruenza, riff crudi e immediati, grandi canzoni.
THE SPITFIRES - MK II
Torna la band di Billy Sullivan, line up completamente rinnovata, il sound che mantiene le radici in un classico mod sound (dai Jam agli Ordinary Boys), debitore a matrici soul e Sixties, con un'asprezza di derivazione punk/new wave. L'approccio è più raffinato, meno irruente del passato, con arrangiamenti più curati e uno sguardo verso un pop più fruibile (se "Where Did We Go Wrong?" e "Man Out Of time" sono puro e semplice ska, "Like They Used To" e "Can't Kee This Up" virano verso un mood alla Duran Duran). Un buon ritorno, molto uniforme, che graffia poco ma comunque convincente.
THE CHARLATANS - We Are Love
A otto anni dal precedente, in pieno revival del Britpop, anche la band di Tim Burgess ha pensato bene di rifarsi sentire. Cercando una nuova identità che mantenesse però i legami con la riconoscibilità del passato. Il risultato è piacevole, c'è qualche riferimento psych, un po' di riempitivi, qualche secchiata di Lennon/McCartney (il finale "Now Everything" alla Oasis/Beatles è esemplificativo). Il giudizio è positivo, gradevole ma dubito che lascerà un segno.
DIANE KOWA & the PIAGGIO SOUL COMBINATION - Allnighter Material
Torna ad incidere la miglior soul band italiana ma che può vantare di avere pochi rivali al mondo, soprattutto dopo l'aggiunta vocale della stupenda Diane Kowa. Il nuovo album rispetta tutte le aspettative, dopo una serie di lavori sempre a livelli di eccellenza, snocciolando brani autografi di gran classe, fedeli al soul sound più classico, con incursioni nel Northern Soul, rhythm and blues, funk, gospel e blues. Il tutto suonato e interpretato nel migliore dei modi e con classe cristallina. Consigliatissimo e ai vertici tra i migliori dischi italiani dell'anno.
COOKIN ON 3 BURNERS - Cookin’ The Books
Torna dopo sei anni di silenzio la band austrialiana con il classico Hammond Sound di derivazione Booker T/JTQ/Jimmy Smith. Con il prezioso aiuto di una serie di ospiti vocali ci si tuffa anche in intensi brani soul, blues e funk, splendidamente cantati. A condire anche il tutto una versione funk di un brano hip hop di Mos Def, "Ms. Fat Booty". Sound prevedibile finché si muove ma sempre molto bello da ascoltare e apprezzare.
THE QUESTION - Shall Be Love
Per chi ama "scavare" in un certo ambito (per quanto mi riguarda la scena MOD in tutte le sue espressioni) ecco un nuovo tassello da aggiungere alla gloriosa storia.
Band di Los Angeles, attiva nei primi anni 80, molto vicina ai Jam, power pop e affini.
Viene pubblicato ora un ep con canzoni del 1982, in attesa di un album imminente con vecchio materiale e uno che sancisce un nuovo corso della band.
Tra Jam, Squire, Purple Hearts, è un ascolto che gli appassionati del genere apprezzeranno.
GEESE - Getting Killed
Che strana la band NewYorkese. Difficile trovare una recensione che condivida i riferimenti sonori con un'altra. Grande la confusione sotto il cielo...Personalmente ci sento Talking Heads ma soprattutto le cose più sghembe del David Byrne solista, i Violent Femmes (quel cantato sguaiato alla Gordon Gano), un po' di Strokes, una vena funk, un po' di Morphine, un briciolo di Nick Cave o di Pavement. Ma sono suggestioni che arrivano a sprazzi, perché è l'insieme che conta e risalta. Qualcosa di distintivo e personale, che rende il disco interessantissimo, quanto, allo stesso modo, di fragile equilibrio compositivo.
In ogni caso è più che ottimo.
CHRISSIE HYNDE & THE PALS - Duets Special
Gli album di duetti su cover più o meno famose, hanno sempre la consueta caratteristica di dividersi tra alti e bassi, senza lode né infamia.
Non sfugge questo, pur carino, della voce dei Pretenders, con grande sfoggio di prestigiosi ospiti: Dave Gahan dei Depeche Mode, Debbie Harry, Alan Sparhawk dei Low, Rufus Wainwright, Shirley Manson dei Garbage, Lucinda Williams, Dan Auerbach dei Black Keys e il compianto Mark Lanegan. Si passa da Elvis Presley a Morrissey, Low, 10cc, Righteous Brothers e "It's Only Love" dei Beatles con il figlio del compositore originale, Julian Lennon, uno dei brani che John ha sempre dichiarato di odiare.
Qualcosa è suggestivo, altro un po' meno, il tono è generalmente molto soft e alla fine entra talvolta nella noia. Ma un ascolto lo si può dare.
THE UNKNOWNS - Looking from the outside
Il terzo album della band australiana è uno stupendo disco di punk rock che guarda tanto ai New York Dolls quanto ai Dead Boys, primi Damned, Saints. Quel punk intriso di rock'n'roll, veloce, aggressivo, minimale. Sono potentissimi e devastanti. Top del 2025.
HUSKER DU - 1985. The Miracle year
Una delle più potenti band mai uscite nella scena (punk) rock, in grado di coniugare la rabbia dell'hardcore con melodie Sixties e canzoni tra le più commoventi mai sentite.
In questo live c'è tutta l'essenza della band: rabbia, malinconia, disperazione ma anche tanto divertimento e passione nel riprendere brani come "Ticket To Ride", "Helter Skelter", "Eight Miles High" o "Sunshine Superman" oltre a varie perle del loro repertorio. Sempre fantastico ascoltarli ripresi (piuttosto bene) su un palco.
SMITH AND LIDDLE - Songs For The Desert
Molto carino questo primo lavoro del duo inglese in cui si intrecciano Sixties Pop, Simon & Garfunkel, Fleetwood Mac, i primi Dire Straits, Beach Boys, Wings e Beatles. Un bel mix, talvolta molto zuccheroso ma sempre di grande qualità e classe.
KASSA OVERALL - Cream
Kassa cattura il respiro di New York, dove vive, riprendendo in chiave cool jazz una serie di brani hip hop, da Notorious B.I.G. a Wu-Tang Clan, Dr. Dre, A Tribe Called Quest, OutKast, Digable Planets, Juvenile.
Sorprendente, suonato come dichiara "senza nessun montaggio, nessuna sovraincisione, nessun campione o drum machine. Solo un grande gruppo di musicisti che suonano insieme."
Si sente, davvero interessante.
CELESTE - Woman Of Faces
Il secodno album della voce "black" britannica è un viaggio in atmosfere soul, in bilico tra una visione moderna e una più classica del sound in oggetto. Struggenti e drammatiche ballate, con supporti orchestrali, che, non di rado, riportano alla mente Amy Winehouse nell'approccio vocale, ottime canzoni, talvolta troppo patinate ma sempre efficaci. Un lavoro di gran classe ed eleganza.
ULAN BATOR – Dark Times
Torna la band di Amaury Cambuzat, a lungo vicina al nostro Consorzio Produttori Indipendenti e con alle spalle trent’anni di prestigiosa attività di elevatissimo spessore. Il nuovo album conserva le matrici e le dinamiche che hanno sempre caratterizzato il gruppo, tra noise, post punk, atmosfere cupe e minacciose e uno sguardo particolare alla canzone d’autore francese. Personalità e maturità, capacità compositive collaudate e di primissimo livello per un’ennesima prova d’eccellenza.
AA.VV. - Difficult Children Cup
La benemerita Venti3 di Stefano Gilardino raccoglie in un ep in vinile di quattro brani le band che sta spingendo con la consueta passione e abnegazione.
Tiratura limitata in 150 copie con tanto di aggiunta di figurine adesive delle band.
Aprono i Twerks con la loro miscela di Buzzcocks, garage e elementi post punk, proseguono i 20 Minutes con un brevissimo e sporchissimo punk blues di ispirazione Pussy Galore / Jon Spencer / Cramps. Con gli Spectre si vola in atmosfere post punk alla Killing Joke, dal sapore goth. Con i bolognesi Chow i ritmi esplodono al limite dell'hardcore, mantenendo un groove garage punk. Un ep semplicemente perfetto.
KLASSE KRIMINALE – Live at Punk Rock Raduno
La leggendaria band street punk/ Oi! colta nel suo habitat più consono, dal vivo al Punk Rock Raduno del 2023. Scorrono i loro brani più significativi e noti, in versione potentissima, tirata e travolgente con la perfetta chiusura di “White Riot” dei Clash a suggello di una serata speciale. La registrazione è più che ottima e rende giustizia alla potenza di fuoco che sa esprimere il gruppo di Marco Balestrino ogni volta che sale su un palco.
OSLO TAPES - Låst Comet
Torna la band guidata da Marco Campitelli con un lavoro che ne conferma la maturità, l'originalità e un ruolo di primo piano nell'ambito della musica d'avanguardia. Confluiscono in Låst Comet umori kraut. psichedelia, ritmiche ipnotiche e ossessive ma anche le atmosfere liquide e sospese di Quasistar e Lazarus Aweking, i ritmi spezzati di Pyramid Shape, il gusto da moderni Velvet Underground di Tribe Telepathy. Un lavoro complesso, ricco di sfaccettature creative e sonore, denso di spunti e stimoli.
OBSCURITY AGE - s/t
DHG (Dissolutio Humani Generis) – Filìa
VIRIDANSE / THE ART OF WAITING – s/t
Rocka Tapes è un’etichetta discografica che propone in vinile storiche tape dell’underground musicale italiano. Una ricerca preziosa di materiale altrimenti destinato all’oblìo.
Pionieri della scena post punk, da Milano, gli Obscurity Age, lasciarono poche testimonianze: un mini album di sei brani nel 1986 e una tape nel 1984 allegata alla fanzine “Amen” che ora rivive nella ristampa su vinile. Sei canzoni, sonorità scarne e minimali, voce femminile volutamente monocorde, suoni post wave, registrazione senza fronzoli o abbellimenti. Un perfetto ritratto di un’epoca.
Band seminale nella scena italiana, i DHG lasciarono solo un album nel 1988, “Arido cammino”. Lo stesso anno in cui incisero otto provini in una session di un giorno, destinati alla ricerca di un’etichetta.
Il gruppo di sciolse prima, i membri si sparsero tra Ritmo Tribale, Ca Ira e altre esperienze. Il materiale vede per la prima volta la luce, evidenziando la maturità del sound della band, che mischia post punk, post wave e un’anima più rock, restando immersa in atmosfere cupe e dark. Tutto ancora molto fresco, ben prodotto e con una registrazione di ottima qualità.
Molto interessante l’accoppiata Viridanse / Art of Waiting, con il materiale allegato, in formato audiocassetta, alla fanzine “Amen”.
I Viridanse di Alessandria furono tra i migliori interpreti della new wave italiana degli anni Ottanta, con un sound malinconico ma energico che ben si intuisce in questo primo passo in studio di registrazione.
Più cupa e vicina al post punk dalle vesti dark la proposta degli Art of Waiting di Bari. La qualità della registrazione è buona e non risente del tempo trascorso ma restituisce, al contrario, l’urgenza di quegli anni. Gli Art of Waiting incisero un ep nel 1986, “La caduta del simbolo”, per la Toast, i Viridanse un piccolo gioiello come “Mediterranea” nel 1986 per Contempo e successivamente altri due album nel 2015 e nel 2017.
TIRATURA LIMITATA – s/t
Tornano, grazie alla lungimirante opera dell’etichetta Area Pirata, le tracce perdute della band milanese che, pur molto valida, non ebbe mai la giusta esposizione, in quegli anni Ottanta nella scena del “nuovo rock italiano”, così ricca di nomi, dischi, iniziative. Eppure avrebbero meritato tantissimo, come testimonia questo album che raccoglie tracce di un ep mai pubblicato, brani demo in studio e live, più una nuova registrazione, cover di “Doesn’t make it alright” degli Specials, incisa da poco. Marcate influenze Clash, quelle più evidenti e palesi, ma tanto altro, rock, punk e poesia. Un ennesimo tassello a completare la storia di un’epoca irripetibile.
THE BOOJUMS - s/t
La band canadese si muove tra punk rock, garage, melodie 60's, movenze alla Weezer e/o Pixies ma in maniera molto ruvida, ai confini con il lo-fi. Non male.
THE BELAIR LIP BOMBS - Again
Un buon disco di alt pop rock un po' ruvido, un po' gradevole, tra Wet leg e Sleater-Kinney, ben fatto e con buone probabilità di arrivare in alto, pur restando nel limbo della mediocrità e non decollare quasi mai.
VV.AA. - Eccentric Modern Soul
Compilation molto accattivante con brani rari e inediti di soul anni 60 e 70, pubblicati dalla Numero tra dsco soul, Philly Sound, reggae soul e pop soul molto fruibile. Nel brano dei 94 East c'è anche il 16enne Prince alla chitarra. Rilassante e groovy.
BEE BEE SEA - Stanzini Can Be Allright
I Bee Bee Sea macinano da anni un poderoso mix di garage, psych rock, punk, power pop, a cui nel nuovo album aggiungono anche una manciata di glam (vedi l'iniziale "Holy Money"). Il sound è grezzo, diretto, urgente, ruvido, minimale, le canzoni hanno sempre la giusta carica e attitudine. I dodici brani scorrono veloci ma non per questo sono di semplice costruzione. Anzi, la composizione è spesso elaborata, con melodie e approcci ritmici variegati e mai scontati. Ancora una volta, più che ottimi!
MESSINESS – s/t
Sorprende per qualità e versatilità artistica l’esordio della band milanese, guidata dall’estro di Max Raffa, cantante, compositore, polistrumentista, scrittore e sociologo. L’album si snoda in direzioni sempre differenti, ricche di contaminazioni tra psichedelia, echi di Britpop (“Previous life” su tutte), omaggi espliciti ai Caravan (“Eternity Unbound”), la sperimentazione di “Optmised”, retaggi “Baggy/Madchester” e tanto altro. La qualità della scrittura è alta, la produzione artistica perfetta, un lavoro dalle grandi possibilità.
ATOM LUX - Voidgaze Dopamine Salad
Il polistrumentista, autore e cantante cilentano, trapiantato a Roma, dopo una variegata carriera che lo ha portato a vagare tra innumerevoli esperienze musicali, arriva all'esordio solista con un album sorprendente per varietà stilistica. Un caleidoscopio di riferimenti, dalla psichedelia allo stoner, dai Gong, ai King Gizzard & the Lizard Wizard, Primus e tanto altro, elementi prog, cambi ritmici, grande capacità tecnica ed esecutiva. Notevole e molto interessante.
BAM!BOX ORCHESTRA - Lovers' Course
La folle band napoletana è sicuramente cresciuta apprezzando tutto quel sound, sporco, gracchiante e spericolato, che dai Cramps passa per i Gories, Pussy Galore, Jon Spencer Blues Explosion, Oblivians, tra i tanti. I dodici brani di questo album parlano chiaro. Rock 'n' roll malsano e brutale, sgangherato, aggressivo ma sempre divertente, suonato con passione e noncuranza per ogni possibile sbocco commerciale. E per questo ancora più bello.
STERBUS - Black and Gold
Un lavoro molto interessante, dalla genesi particolare, in piena pandemia, sviluppatasi progressivamente intorno all'iconica figura di Virginia Wolf, in una sorta di concept. I brani, scritti e arrangiati da Emanuele Sterbini e Dominique D'Avanzo, suonati insieme a musicisti ospiti della scena romana ed inglese, viaggiano in sentieri sonori difficilmente collocabili, tra folk inglese, psichedelia, blues, in una miscela visionaria, tra atmosfere sospese, semi acustiche che amano guardare spesso agli anni a cavallo tra Sessanta e Settanta. Un lavoro anomalo e originale, pressoché unico nel panorama italiano ma non solo.
TAMPAX – Tampax in the cuntry / Iraq ‘n’ Roll Is Dead
La mitica band friulana, la prima, con i conterranei Hitler SS a pubblicare, nel 1978, un disco punk, torna, a dieci anni dall’ultima testimonianza sonora, con un 45 giri che, come sempre, sorprendente, caotico, anarchico. Sul lato A un country punk serrato, divertente, travolgente, nella B side un punk n roll ai limiti del noise. Un’altra rara testimonianza di una storia che non smette mai di stupire.
CAPPUCCIO COLLECTIVE SMOOTH – Breathe
Un album di immensa classe in cui il jazz incrocia atmosfere blues, pop, lunghe, soul, fusion, funk. Il mondo è quello di George Benson, Al Jarreau ma anche degli anni Ottanta di Sade. La qualità esecutiva è stupefacente, avvalendosi dell’apporto di strumentisti eccelsi che ben si affiancano alla chitarra di Mimmo Cappuccio e alla meravigliosa voce di Annina Galiano e le armonie di Cristina Massaro. Eleganza e raffinatezza, basti l’ascolto delle cover di “Summertime” e di “September” degli Earth, Wind and Fire. Super!
ASCOLTATO ANCHE:
SNOCAPS (gradevole lo fi pop rock dagli USA), AL SUNNY (soul e city pop, influenze marcate di Steve Wonder in un discreto album per l'artista francese),
LETTO
Gabriel Seroussi - La periferia vi guarda con odio. Come nasce la fobia dei maranza
"Le istituzioni e la politica hanno cominciato a demonizzare la figura del maranza con tutti i mezzi a disposizione, trasformandola in un capro espiatorio utile a confortare una società vecchia e impoverita".
Si riassume in queste righe la tesi dell'autore, che analizza, attraverso una serie di incontri e interviste, non tanto la figura spettacolarizzata e demonizzata del "maranza" ma il contesto sociale e culturale in cui emergono criticità che portano alle situazioni più estreme (sparate puntualmente in prima pagina.
Inserendo uno degli aspetti conseguenti, la modalità comunicativa più immediata ovvero l'ascolto e la proposta di certe tematiche attraverso rap e trap.
"Nello stereotipo del maranza c'è la sintesi di tutto ciò che è destabilizzante per una società depressa a livello economico e demograficamente anziana, sobillata da decenni di retorica razzista e xenofoba.
La fobia del maranza è una reazione di rigetto di fronte a cambiamenti demografici e culturali che sono già pienamente in atto in Italia."
Il libro riesce a dare voce, in modo chiaro e diretto, a una realtà già da tempo stabile, attiva e partecipe alla quotidianità italiana, per quanto sia ancora vista come un corpo estraneo, una nicchia, un ghetto a parte.
"Un altro tratto culturale del nostro paese è il diffuso sentimento d'odio verso i giovani. Considerati da molti pigri e ignoranti, sbeffeggiati perché non hanno fatto il Sessantotto o usato un telefono a gettoni, i giovani in Italia sono una categoria su cui si riversa facilmente la frustrazione di giornalisti anziani e incapaci di leggere la contemporaneità."
In questo contesto si inserisce l'importanza della musica (t)rap, veicolo comunicativo, spesso inintelleggibile dai meno giovani e al di fuori dal contesto di riferimento, anche se "il valore culturale e politico dei rapper si misura dunque in ciò che questi rappresentano, prima ancora che in quello che comunicano.
Il rap, soprattutto negli ultimi anni, è stato additato come piaga sociale, proprio perché in grado di raccontare condizioni di estrema marginalizzazione sociale, in particolare quelle persone con un background migratorio".
Un testo importante, approfondito e profondo, da leggere per chi è interessato a ciò che cambia o è già cambiato.
"Questi ragazzi, spesso, non parlano con gli adulti. Non si fidano. L'unico modo per costruire un dialogo è imparare ad ascoltarli davvero, con rispetto."
Angela Valcavi - Via Rismondo 117
Delle vicende legate alle sottoculture italiane (e non solo) sviluppatesi negli anni Ottanta, sia da un punto di vista di “colore” ed estetica, sia nelle loro implicazioni politico/sociali, si è parlato e si continua a farlo a profusione.
Difficilmente chi non le ha vissute in prima persona riuscirà a coglierne tutte le sfumature e quanto fossero sinonimo di identità, appartenenza, antagonismo (talvolta ingenuo e superficiale ma sempre sincero e genuino).
E’ però importante che si aggiungano progressivamente ulteriori racconti e approfondimenti, nuovi tasselli di un mondo irripetibile e che non c’è più.
“Via Rismondo 117” di Angela Valcavi (pubblicato da Interno 4 Edizioni) è una storia, esplicitamente “romanzata” ma che è invece molto aderente alla realtà.
Si parla della vicenda della fanzine “Amen” attorno alla quale si sviluppano mille altre iniziative e racconti della Milano “punk e dintorni” degli anni Ottanta, dai centri sociali occupati come il “Virus”, all’arrivo dei punx nel “Leoncavallo”, con l’apertura dello spazio parallelo dell’”Helter Skelter” (dove suonarono eccellenze come Henry Rollins e Sonic Youth), attraverso tutte le contraddizioni e scontri ideologici all’interno dello stesso giro antagonista, gli sforzi per costruire nuovi spazi antitetici all’inizio del “sacco di Milano” (edilizio, politico, sociale e non solo).
“Noi eravamo e volevamo essere un mondo a parte...appartenevamo a un mondo con sue specificità e caratteristiche culturali ben definite, con presupposti e percorsi differenti da qualunque altro precedente per genesi e sviluppo. La definizione di sottocultura avrebbe solo insterilito il nostro ambito di elaborazione di pensiero e azione”.
Nel libro, scritto molto bene e con puntiglio, le vicende scorrono tra “gioia e rivoluzione” ma anche lutti, macerie e amarezza.
Il tutto corredato da tantissimo materiale grafico.
L’importanza di quelle gesta è rimasta nella società odierna, ha formato persone e le ha rese migliori o comunque differenti dall’omologazione imperante.
“Gli anni Ottanta furono una vera fucina sotterranea di libertà creativa che investì ogni aspetto della realtà giovanile...una cultura diversa si era sparsa, diffusa e affermata, correndo impazzita, imprendibile, sviluppandosi dove aveva trovato il terreno adatto, opponendosi al livello avvilente di bisogni indotti dall’effimero del mercato. Guardando un’ultima volta le macerie, resta il grande sogno.”
Francesco Donadio - Rinnegato. Vita e canzonette di Edoardo Bennato
Una biografia dettagliatissima e approfondita, quanto ragionata, della carriera di Edoardo Bennato, uno dei cantautori più originali e creativi della canzone d’autore italiana, spesso trascurato e dimenticato.
Il testo ci lascia capire che le sue posizioni mai allineate e spesso scomode gli hanno inimicato parecchie “fazioni” politiche e non.
In effetti passare dal circuito del PCI e Lotta Continua negli anni Settanta all’appoggio convinto a Beppe Grillo e al suo nascente Movimento, per poi sbeffeggiarlo in “Al diavolo il Grillo Parlante” e alla partecipazione alle feste per Alleanza Nazionale, non aiuta.
Ma è sempre stato lo stile di Bennato, seguire una sua strada, incurante del resto.
La carriera è ricchissima di successi e capolavori ma anche di rovinose cadute in album poco significativi, di un San Siro con 80.000 persone a esibizioni in feste di paese.
Il libro manca (anche volutamente) delle parole del protagonista ma si avvale delle testimonianze dei suoi più stretti collaboratori (a partire dai fratelli Eugenio e il compianto Giorgio).
Un lavoro certosino e completo. Edoardo Bennato fu tra i primissimi a portare in Italia il linguaggio blues e rock ‘n’roll.
Pietruccio Montalbetti - Storia di due amici e dei Dik Dik
Pietruccio Montalbetti è da sempre l'anima dei DIK DIK ma anche un coinvolgente scrittore e un indomito esploratore (consiglio uno dei suoi libri sull'argomento, dedicato a un viaggio avventurosissimo in solitaria in Amazzonia: https://tonyface.blogspot.com/2018/12/pietruccio-montalbetti-io-mi-fermo-qui.html).
In questo nuovo testo racconta della sua intima amicizia con LUCIO BATTISTI, con particolari inediti e spesso molto gustosi, parallelamente alla vicenda artistica dei Dik Dik, dagli esordi nella prima metà degli anni Sessanta ad oggi (a 84 anni continua a portare in giro la band).
Una valanga di aneddoti e una "fotografia" di epoche lontane e inimmaginabili per quanto fossero pionieristiche.
Gli appassionati di epoca beat e musica italiana apprezzeranno questo ulteriore tassello.
Valerio Bruner - Spiriti nella notte
«Le canzoni di Bruce Springsteen sono la mia colonna sonora da quando avevo quindici anni. C’era qualcosa nella sua poetica in cui vedevo finalmente espresso quello che mi portavo dentro e che ancora non riuscivo a dire con parole mie. Da lì è stato l’inizio di un viaggio insieme che dura tuttora».
Non sono un grande estimatore e conoscitore di Springsteen, per cui trovare riferimenti diretti alle canzoni che hanno ispirato all'autore questi venticinque racconti, non mi è facile.
Il libro riesce però a vivere un'esistenza a sé stante, indipendentemente dai collegamenti, perchè sono pagine scritte molto bene, coinvolgenti, dirette, crude, in cui si colgono, invece, le radici artistiche e socio/culturali del Boss e delle sue canzoni.
I fan di Springsteen troveranno pane per i loro denti, gli "altri" avranno comunque buona soddisfazione.
Mutti Enrico - Porretto Rita, Mericone Silvia - Casalanguida Luca - Liberatore Tanino - Nightmare in Rome
Nightmare in Rome è un progetto audiovisivo (e visionario ma non troppo considerate le numerose attinenze con l'attualità) nato da un'idea di Enrico Mutti, Lorenzo Senni e dalla matita di Tanino Liberatore, dove musica e fumetto si incontrano per dare forma a qualcosa di radicalmente nuovo.
Si parla di un collettivo musicale segreto di musicisti che usano la musica per resistere in un mondo post-apocalittico, in una Roma del 2045 tra macerie e una dimensione di museo, utilizzando campioni delle colonne sonore della CAM Sugar, il più vasto catalogo di musica per il cinema italiano, che attraverso l'incontro con l'elettronica, il rap ed il pop si trasformano in qualcosa di radicalmente attuale.
Proprio perché il fumetto va di pari passo con una colonna sonora che prende spunto da brani originali di Ennio Morricone, Riz Ortolani, Stelvio Cipriani, Franco Godi e Daniele Patucchi.
Un lavoro originale, intrigante e pressoché unico.
Gimme Danger #7 - Autunno 2025
È uscito il nuovo numero di GIMME DANGER, la rivista ideata e diretta da Claudio Sorge e Luca Frazzi.
Io mi occupo di recensire il "Live at Oval" degli Who, l'antologia degli Outer Limits, i box di Discharge e Blitz, la compilation mod "Countdown 1985-88", i Proper, il nuovo Paul Weller, Bonnie Dobson & The Hanging Stars oltre a qualche pagina dedicata alla storia (vista nella mia ottica personale) dei Not Moving.
Allegato un EP/7 pollici con Neoprimitivi (in un brano live ipnotico tra kraut e psichedelia), Seekers 70 (potente cover di "Flashback" dei Moving Sidewalks), Jukebox 74 (grandissima ripresa di "Father's Name is Dad" degli inglesi Fire).
Per averlo:
gimmedanger2022@gmail.com
hellnation64@gmail.com
COSE VARIE
° Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it (per cui curo ogni settimana un TG video musicale - vedi pagina FB https://www.facebook.com/RadiocoopTV/).
° Ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
° Ogni sabato un video con aggiornamenti musicali sul portale https://www.facebook.com/goodmorninggenova
° Sulle riviste/zines "GIMME DANGER" e "GARAGELAND"
° Periodicamente su "Il Manifesto".
APPUNTAMENTI
NOT MOVING
"That's All Folks!" Tour
*** Venerdì 5 dicembre: Pisa "Caracol" ore 22
*** Sabato 13 dicembre: Poviglio (Reggio Emilia) "Caseificio La Rosa"
*** Venerdì 19 dicembre: Cagliari "Fabrik"
*** Sabato 20 dicembre: Sassari "Teatro Verdi"
To be continued in 2026
E' uscito venerdì 17 ottobre, in vinile (azzurro "blues" per le prime 500 copie) e CD “That’s all Folks!”, l’ultimo album dei Not Moving.
Dai primi concerti nel 1981 e dell’esordio discografico del 1982, Rita Lilith Oberti, Dome La Muerte e Antonio Bacciocchi hanno portato sempre avanti lo spirito della band. Anche nei lunghi periodi di pausa e allontanamento, i Not Moving hanno continuato a vivere nei reciproci progetti solisti, nella cura di ristampe (spesso con inediti), documentari, un live dagli anni Ottanta, una breve reunion tra il 2005 e il 2006. Nel 2017 il ritorno insieme con un nuovo album e un centinaio di concerti lungo la Penisola.
La storia ora si conclude.
Il rock ‘n’roll salva la vita (come cantava Lou Reed con i Velvet Underground) ma in cambio ti chiede l’anima, il cuore, la carne. Ti divora e distrugge.
Un prezzo concordato già nell’adolescenza e consegnato al Demone. Che ha restituito la vita che i Not Moving hanno sempre voluto e desiderato, nella sua sadica precarietà, anche quando il fisico perde i previsti colpi.
“That’s All Folks” era stato concepito come un omaggio alle radici da cui la band è partita: il blues. L’album si sviluppa su quelle coordinate, guardando però anche al punk, Gun Club, Cramps, The X, psichedelia, Rolling Stones, Bo Diddley e si chiude con il testo di “Not Moving” dei DNA di Arto Lindsay, brano tratto da “No New York” da cui la band prese il nome.
That’s All Folks!
venerdì, novembre 28, 2025
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