La scena "Scooterboy" fu una diretta filiazione da quella Mod, nei primi anni Ottanta, per assumere progressivamente (in Gran Bretagna) una dimensione molto personale che dalle origini si allontanava drasticamente.
Come descrive bene il libro:
"Per i Mods lo scooter è un accessorio.
Per gli Scooterboys la classica Vespa o Lambretta è essenziale".
Da un certo punto in poi gli Scooterboys si affrancarono dalla cultura Mod, assorbirono, soprattutto esteticamente, elementi dagli skinhead, perfino dagli psychobilly e rocker.
Conservarono l'amore per soul, northern soul e ska ma non mancavano nelle serate musiche di ben altro tipo.
La disamina del libro è molto interessante, partendo dalle primigenie passioni degli inglesi per lo scooter, arrivando a un elemento essenziale per comprendere l'uso del mezzo negli anni Ottanta Tatcheriani di disoccupazione e devastazione sociale: gli scooter erano economici.
Se ne trovavano usati (seppur mal ridotti) a pochi spiccioli, la miscela era particolarmente bassa di prezzo, non c'erano ancora controlli sull'uso dipendenti dall'età o dall'uso del casco.
Si sviluppò così una scena di fanatici dello scooter, i raduni diventarono affollatissimi, l'estetica era l'ultimo dei problemi (l'importante era arrivare con il proprio mezzo, banditi e sbeffeggiati coloro che lo trasportavano in loco su un furgone).
I mezzi divennero sempre più personalizzati, talvolta al limite del grottesco.
L'estensione a quello che era un culto riservato a pochi, alla massa generò sfruttamento economico da parte di alcuni, violenza ai raduni, attenzionamento delle autorità, rivalità e tanti altri aspetti deprecabili.
Il fenomeno si è successivamente espanso in tutto il mondo (in Indonesia in particolare), pur se molto più circoscritto e differente dagli anni Ottanta, rimanendo però sempre un ambito "segreto" e di pertinenza di pochi appassionati, costantemente lontani dall'attenzione dei media.
Il libro è ricco di foto a colori, bellissima copertina rigida, molto (auto)ironico e divertente, pieno di aneddoti.
Consigliatissimo a chi vuole aggiungere un ulteriore tassello alla conoscenza delle (cosiddette) sottoculture.
Belle le parole di Mani degli Stones Roses e Primal Scream (scooterista di prima generazione che proprio nella scena incontrò il cantante Ian Brown e il chitarrista John Squire):
"Per me gli Scooterboys sono persone dimenticate.
Tutti ricordano i Mod e i Rocker ma noi abbiamo portato gli scooter a un altro livello di personalizzazione.
Noi abbiamo sempre riconosciuto l'eredità dai Mod ma eravamo più dei Casual strdaioli.
Il nostro giro non era strettamente Mod ma un mix di skinehead, football casual e segaioli."
Martin "Sticky' Round
Scooterboys. The lost tribe
192 pagine
Carpet Bombing Culture
Prezzo ordinario del 2019 16.95 sterline (venduto in varie piattaforme a prezzi più elevati)
mercoledì, settembre 25, 2024
Martin "Sticky' Round - Scooterboys. The lost tribe
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Anonimo delle 14.42
RispondiEliminaNegli anni 90 ero andato ad un po di raduni; divertenti, tanto alcool e tanta ignoranza!!! Scooter da paura...pero' non mi sono mai trovato a mio agio. Erano raduni "apolitici" ma poi, soprattutto i tedeschi ma non solo , vari ragazzi avevano sui bomber toppe inequivocabili e non ce la facevo condividere serate con loro.
Meglio le scooterate alcooliche sui colli berici con i maiali e i soliti amici!!!
Soprattutto segaioli
RispondiEliminaLivello di tamarraggine altissimo. Stile zero
RispondiEliminaMani vendette il suo scooter, non ricordo cosa fosse, per comprare il biglietto della finale di Coppa campioni del 99
RispondiEliminaAnonimo delle 12,42
EliminaVisto com'èf finita...
Ne sarà valsa la pena. Ma chissà cosa avrà pensato al 90mo quando erano ancora sotto 1-0 😆
EliminaNegli anni 80 capitava NON raramente che gli scooterboys fossero abbastanza ruvidi con i mods...
RispondiEliminaIntendo in Inghilterra, qui da noi era tutto molto easy
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