giovedì, ottobre 03, 2019

Cricket: Ashes 2019



ALBERTO GALLETTI ci porta ancora una volta nel mondo del CRICKET.

Ultima parte della trilogia estiva dedicata al cricket.

Dopo il mondiale, il più down to earth ma divertente Dutch Tour dell’ Idle CC Lodi, l’estate volge al termine e con essa la stagione del cricket.
Non prima però che si consumi l’evento più atteso, checché se ne dica e non solo nei paesi coinvolti, le Ashes Series che quest’anno si tengono in Inghilterra a seguito della Coppa del Mondo, che per me comunque è stato solo l’antipasto.

Ricapitolando, le ceneri sono un trofeo consistente in una minuscola urna contenente, pare, le ceneri di due bails del wicket inglese bruciati simbolicamente dai buontemponi australiani nel lontano agosto 1888 all’indomani della loro prima vittoria in terra inglese.
La cosa, mal digerita dai britannici, e figuriamoci, ha dato vita ad una disfida che continua fino ad oggi. Il trofeo si trova ora in mani australiane, per strapparlo loro gli inglesi dovranno vincere la serie di cinque test match.

Gli entusiasmi della vittoria mondiale hanno presentato il conto.
Giocatori un po' scarichi dopo uno sforzo comunque supremo coronato da una vittoria che ha lasciato insieme esaltati ma pure un po svuotati.
Inoltre per gli inglesi una conduzione tecnica non proprio brillante che prevede i migliori componenti della squadra campione nel formato a over limitati protagonisti anche nel formato più duro, il first class.
E subito è saltato il banco.
Nonostante i preparativi per un’accoglienza degna dell’importanza della sfida sul campo di Edgbaston, considerato, erroneamente, dai sopracciò federali inglesi il più ostile agli avversari, gli australiani, al solito per nulla impressionati e in grado di trasformarsi quando di fronte c’è il vecchio nemico, si son fatti beffe dell’accoglienza loro riservata vincendo il primo test match.
Che di per se è come mantenere già in tasca mezzo trofeo.
Trascinati dal redivivo Smith, rientrato dalla squalifica seguita allo scandalo carta vetrata, che segna due centuries (punteggio individuale superiore a 100) nella stessa partita azzerando le speranze inglesi di portarsi subito in vantaggio.

England 0-1 Australia

Secondo Test Match- Londra, Lord’s Cricket Ground 14-18 agosto.

Dunque rieccoci.
L’Inghilterra deve vincere per riportare la serie in parità, una sconfitta significherebbe Ashes in Australia quasi sicuramente.
Tegola dell’ultimo minuto, il lanciatore inglese Anderson, il migliore dei suoi, deve rinunciare causa infortunio, al suo posto Archer che si è rivelato al mondiale ma non ha mai giocato un test match.

La pioggia cancella quasi per intero il primo giorno e parte della mattinata del secondo.
L’Inghilterra ha bisogno di vincere e segnare e il minor tempo a disposizione le gioca contro.
L’Australia vince il toss e sceglie di andare al lancio per sfruttare le bizze del tempo.
Alla fine gli inglesi segnano 258, non molto, ma mi pare una partita dove si segnerà poco.
Tocca ora agli australiani, ma qualcosa adesso è cambiato, il debuttante Archer lancia palle tremende a velocità terrificanti limitando i battitori avversari che ora sembrano divertirsi un po' meno e molto preoccupati.
Una di queste bordate colpisce l’asso Smith al collo e poi sulla griglia dell’elmetto, Smith crolla a terra, si rialza dopo qualche istante, è scosso e deve lasciare il campo.
Nel frattempo era arrivato a quota 92.
Broad e Woakes completano l’opera e l’Australia è eliminata per 250.
Secondo innings, gli inglesi han bisogno di segnare ma il tempo scarseggia, le interruzioni per pioggia hanno portato via un giorno e mezzo, perché poi per vincere dovranno eliminare tutti gli australiani una seconda volta.
Trascinati dall’eroe mondiale Stokes (115 not out) arrivano a quota 258 (come prima) e il capitano Root, eliminato per 0 ignominiosamente decide che il vantaggio può essere sufficiente. Dichiara la fine dell’innings e manda gli australiani in battuta.
Rimangono da giocare 48 over, quasi una partita in formato mondiale, per me troppo pochi, avrei dichiarato prima, forse lui pensava anche al pareggio.

Archer ha definitivamente cambiato gli equilibri di questa sfida, lancia a velocità spaventosa e nei primi tre overs elimina Warner e Khawaja. Labuschagne resiste bene prima di cadere per 59. Poi è la volta di Paine che viene estromesso da un fenomenale catch acrobatico di Denly. Ma nel frattempo si fa sera, le nuvole si addensano e gli over sono quasi finiti. Archer non può più lanciare perché è buio e troppo pericoloso e la partita termina in parità.

L’Inghilterra però adesso sembra avere più chance.
Arcer ha davvero impressionato con i suoi lanci e l?Australia sembra aver accusato il colpo.
Rimane comunque in vantaggio.

England 0-1 Australia

Terzo Test Match - Leeds , Headingley Cricket Ground 22-26 agosto

Chi pensava, dopo la finale mondiale di tre settimane fa, di avere visto tutto nel cricket si è dovuto ricredere.
Una squadra praticamente battuta, con la sconfitta che significa anche la resa degli Ashes agli australiani, risorge e vince grazie all’eroica bravura e al coraggio di un solo giocatore.
Tutti in piedi davanti a Ben Stokes!

L’ Australia deve fare a meno di Smith fermato dal medico in seguito al colpo subito nella partita precedente, l’Inghilterra è invariata. Il campo di Headingley, che già è stato testimone della più epica rimonta inglese in una partita degli Ashes nel 1981 è esaurito per tutte e cinque le giornate il pubblico motivato e assolutamente modulato su frequenze da Leeds United dei tempi d’oro, una bolgia.

Piove e la giornata è condizionata da continue interruzioni per pioggia, gli australiani sembrano reggere bene fino all’ora del te, 163-2 e la possibilità di mettere su un totale consistente nel primo innings.
Non hanno fatto i conti però con Archer che nella sessione serale si scatena, demolendo lo schieramento avversario che finisce eliminato per 179 runs. Lui chiude con uno straordinario 6/45 in 15 over: una furia.

L’euforia di fine giornata vien presto spenta l’indomani quando l’Inghilterra entra in battuta cercando a sua volta di accumulare un grosso vantaggio e si rende protagonista invece di un imbarazzante prestazione in battuta. Due wicket caduti nei primi 6 over poi una mattinata che continua male fino al pranzo: 54-6.
Al rientro in campo il crollo, nel giro di un ora sono tutti fuori per la miseria di 67 runs, prestazione pessima e punteggio umiliante.
Per l’Australia ottimo Hazlewood al lancio con un 5/30.
Il pubblico che gremisce il campo è attonito.

A questo punto gli australiani hanno un vantaggio di 112 runs e tre giorni e mezzo per accumulare un vantaggio enorme e non raggiungibile e quindi eliminare una seconda volta gli inglesi e vincere il test match.
Il che vorrebbe dire anche portarsi sul 2-0 e tenersi gli Ashes.
C’è il tempo, ci sono i battitori, ci sono i lanciatori. Cominciano male , due wicket persi nei primi Partono male però Warner è eliminato nel secondo over e Khawaja nel settimo. Riescono comunque a trascinarsi al te dove arrivano a 82-3 quindi quidano la giornata a quota 171-6, non il massimo ma aggiunti a quelli del primo inning, il vantaggio è adesso di 283. Con altri quattro wickets a disposizione possono aumentarlo ulteriormente.

La terza mattina comincia con l’Australia ancora in battuta alla ricerca di più punti possibili. Stokes e Archer per l’Inghilterra hanno altre idee e ce la mettono tutta. Il primo a casere è Pattinson (20) quando il punteggio è a 215, Archer il killer.
Seguono poi gli altri tre per un punteggio finale di 246. All’Inghilterra servono adesso 359 runs per vincere e portarsi sull’ 1-1. Mai nella sua storia è riuscita a completare un run-chase così alto.

I battitori inglesi escono con un altro piglio, si va al lunch senza perdite (11/0).
Immediatamente dopo la ripresa però, Burns (7) cade, seguito a ruota da Roy (8) fulminato da una fenomenale lbordata di Cummins che gli prende in pieno l’off-stmp: guai, guai seri, 15-2 e ne servono 359.
La disfatta comincia a fare capolino da dietro le tribune.
Tocca adesso al capitano Root in tandem con Denly, ha fatto pena fino ad ora è tempo di reagire e riscattarsi.
Ci riesce e con il compagno si rende protagonista di una partnership giocata finalmente come si deve. Alla pausa del te il punteggio è attestato a 90-2, la meta è ancora lontana ma la prestazione fin qui è confortante.
I due proseguono in battuta per tutta la sessione serale, la partnership raggiunge i 100 runs, il pubblico esulta e saluta il parziale traguardo con una standing ovation, meritata per una volta, non poco sollievo e un po di orgoglio ritrovato.
Punteggio adesso 125-2, è ancora lunga, lunghissima.

A mezzora dal termine della giornata Joe Denly cade, colpito al guanto e preso al volo mentre si era girato per scansare un bouncer di Haxzlewood.
Errore, devi sempre guardare la pallina perché devi togliere dalla sua traiettoria mani e mazza.
Comunque un 50 per lui molto ben giocato, da test match. Root rimane dentro, entra Ben Stokes che resiste agli attacchi con una disciplinata e strenua difesa nell’ultima mezzora.
La prima palla lanciatagli dagli australiani gli frantuma la griglia del casco, benvenuto! Segna soltanto due punti ma è ancora dentro. Domattina si vedrà. Quarto giorno, il giorno del giudizio, e si mette male da subito. Root viene eliminato subito da un catch incredibile di Warner : 159-4 ne mancano 200! Ha comunque giocato un grande innings, 77 runs, e tenuto la squadra in partita.
Da qui comincia lo show di Stokes che, mentre tutti i compagni vengono via via eliminati, ingaggia la propria battaglia personale contro i lanciatori australiani giocando eccezionalmente bene, ferma tutte i lanci pericolosi e picchia solo quelli sbagliati. Quando però Broad, penultimo in lizza per gli inglesi, viene eliminato per zero e Leach arriva al crease ne mancano ancora 79. Il tempo c’è, manca un più di un giorno, ma non ci sono più battitori, il minimo errore qui costerà eliminazione, test match e Ashes. Stokes gioca l’innings perfetto, mantiene lo strike, ordinando a Leach di fermare tutti i lanci, ci penserà lui a segnare i punti che servono. Raggiunge così prima quota 50 poi quota 100, non risponde alle standing-ovations tributategli dal pubblico, è come in trance, davanti a se ha solo una parola: vincere. Il pubblico è invasato, ogni punto, ogni boundary e perfino ogni colpo difensivo è accolto da un boato, gli australiani patiscono il fattore campo. Stokes è ormai inarrestabile e picchia senza pietà anche i lanci difficili e i punti arrivano, addirittura 6-6 e 4 nelle prime tre palle di un over di Hazlewood, che non gradisce. In una sequenza trionfale di colpi potenti e di classe trascina, da solo, un’Inghilterra praticamente sconfitta due ore prima ad una vittoria insperata e sensazionale. Chiude con un cut che si infrange contro la corda del boundary , manca un punto, ne fa 4. Merito anche a Leach che non si fa eliminare in una situazione difficilissima, batte per mezza giornata (tantissimo) e segna un solo run, il più importante della sua vita.

Headingley esplode in un boato trionfale, i tifosi australiani, che già si sentivano la vittoria in tasca, sprofondano nella disperazione, le loro facce attonite mentre tutto intorno la gente è impazzita di gioia, lo stadio manda onde telluriche.

L’Inghilterra, 359-9, ha vinto il terzo test match, partendo da una posizione impossibile, e porta la serie in parità. Stokes 135 not out ha giocato uno dei più grandi innings inglesi di ogni tempo. Per me, data la pressione enorme ,interamente sulle sue spalle per più di un giorno intero, il più grande; all’interno di quello che è stato senz’altro il più grande test match di ogni tempo, più grande di quello dell’81.

https://www.youtube.com/watch?v=HrIew7-4isI

England 1-1 Australia

Quarto Test Match - Manchester , Old Trafford 4 – 8 settembre
L’ Australia ritrova il suo asso, Steve Smith, recuperato dopo il colpo subito che gli ha fatto saltare il terzo test match.
L’Inghilterra dal canto suo cambia Woakes, che stava andando bene, per Overton, per la commissione tecnica in grado di sfruttare meglio il pitch di Old Trafford, per me un errore.

Sole e brezza fredda accolgono I capitani al centro del campo. L’Australia vince il toss e va in battuta per prima. Come già accaduto le due aperture australiane vengono eliminate in fretta, Warner (0) e Harris (13) deludono e la loro squadra è ridotta a 28-2 dopo mezz’ora.
Tocca ora a Smith che è perfettamente ristabilito e ingaggia la solita lotta contro i lanciatori inglesi che non riescono a metterlo fuori. Il sole sparisce, nuvole minacciose si presentano nel cielo sopra ad Old Traford e poco dopo pranzo, si scatena un fortunale, la temperatura, già bassa precipita a livelli invernali. I due empire mandano tutti nel pavillion.
Per oggi è tutto.
Smith chiude a 60. Australia 160-3.

Secondo giorno.
Il clima sembra ristabilito, per Manchester, e si riprende.
Broad fa fuori Wade mentre Smith continua a far punti. A metà mattina il tempo torna più normale, sempre per Manchester, piove e fa freddo, gioco ancora interrotto.
I giocatori rientrano in maglione, ah, l’estate inglese: Australia 210-4, per niente promettente.
Root cambia i lanciatori, lo spinner Leach e il veloce Overton. Poco prima di pranzo Leach riesce a prendere Wade, poi Overton che continua a lanciare da schifo riesce a mettere fuori il temibile Labuschagne (67), ma Smith, sempre li, raggiunge il suo 100 due minuti prima di pranzo. Deprimente! Lunch: Australia 245-5.
Il resto della giornata è un disastro i lanciatori inglesi sbattono contro il muro Smith, non aiutati da un pitch morto. I wicket cadono anche,ma nel tardo pomeriggio Smith arriva ad un clamoroso 211 poco prima che il suo capitano Paine dichiari l’innings terminato a 497/8, infliggendo agli inglesi l’ennesima umiliazione e costringendoli ad entrare in battuta per quasi un ora dopo un’estenuante e frustrante giornata al fielding.
Infatti il titubante Denly (4) ci lascia le penne quasi subito.

La giornata si chiude con l’Inghilterra a quota 23-1, sotto di 474!

Per me questo è stato il giorno che ha deciso la serie: l’Australia si è messa in una posizione di controllo quasi assoluto, vincerà il Test Match, e si terrà gli Ashes. Unica speranza per gli inglesi, la pioggia, che potrebbe cancellare un po di sessioni e aiutarli a pareggiare, rimandando tutto all’ultimo test. Non ci credo molto.
Terzo giorno: Piove e fa freddo, la mattinata di gioco è persa, poi Overton, il nightwatchman, esce alla seconda palla, di male in peggio sarà dura anche pareggiare. Ci pensano comunque Burns e Root a risollevare gli animi nel freddo di Old Trafford, con pazienza e senza rischiare portano l’Inghilterra sul 125-2 al tea-break.
Alla ripresa i due continuano nel tentativo di allungare l’innings inglese il più possibile, anche se non necessariamente in quello di vincere l’incontro. Ma poi Burns (81) cade, era dentro dalla sera prima, Hazlewood, con un ottimo inswinger il suo giustiziere. Poco dopo è la volta di Root, preso lbw ancora da Hazlewood, le speranze inglesi cominciano ad assottigliarsi. Hazlewood è inarrestabile e prima della fine elimina anche Roy (22) con il miglior lancio della partita, fin qui, che gli spiana il middle-stump.
L’umpire chiude la giornata in anticipo per troppa oscurità.

Inghilterra 200-5, indietro di 297.

Non c’è risolutezza tra i battitori inglesi l’indomani.
L’attacco da fronteggiare è forse il migliore al mondo, vero, ma la capacità di battere per un test match sembra perduta. Son tre i wicket che cadono al mattino, tra cui Stokes e Bairstow, si va a pranzo con l’Inghilterra a 278-8. L’ecatombe si completa nel pomeriggio, tutti fuori per 301, di per se non un brutto punteggio, ma sotto di 196 in questa partita. L’Australia torna in battuta , Broad e Archer riducono l’Australia a 63-4 ma poi arriva Smith che ne fa 50 in meno di un’ora e poi prosegue fino a 82 quindi il capitano australiano dichiara una seconda volta (186-6), manca un’ora alla fine della giornata. Chiara la tattica di mandare in battuta ancora una volta gente stanca che è stata in campo tutto il giorno cercando, e non riuscendo, di eliminare gli avversari.
Pensata giusta, il fenomenale Pat Cummins nel primo over fa fuori prima Burns e poi il capitano Root nel corso del primo over, il parziale di 0-2 è catastrofico. Denly e Roy riescono ad arrivare all’orario di chiusura. England 25-2, l’ennesimo Everest da scalare, ne servono 386 per vincere.

Quinto giorno: si riprende. Può essere, e sicuramente lo sarà , il giorno in cui l’Australia si ritiene gli Ashes.
L’Inghilterra ha un solo obiettivo, rimanere dentro, prudenza massima, non farsi eliminare e segnare poi, se ad un certo punto il target dovesse essere a portata, provare a forzare per vincere.
Altrimenti non cedere , forzare il pari e rimandare il tutto al quinto test match. Denly e Roy sembrano riuscire, non rischiano e sognano un po', la folla gradisce, gli australiani un po meno. Quando però Roy cade, impallinato da un bolide di Cummins che gli fa volar via il leg-stump, la sicurezza inglese si incrina.
Entra l’eroe di Leeds, Stokes, accolto da un ovazione del pubblico di casa.
I miracoli però sono miracoli appunto, e non si ripetono di frequente o a comando. Neanche il tempo di ambientarsi e Stokes tocca infinitesimamente poco un altro bolide di Cummins.
La palla finisce tra i guanti di Paine, Stokes cammina senza aspettare la decisione dell’umpire.
Sportivo, si. Gentleman, pure. Ma forse quando c’è in ballo la sopravvivenza in una serie del genere si poteva restar dentro e costringere gli avversari ad usare uno dei due review o magari non l’avrebbero usato e lui sarebbe rimasto dentro.
Al suo posto Bairstow, ancora deludente con la mazza (25), quando Denly infine esce, dopo strenua resistenza e aver ben giocato, l’Inghiltaerra è ridotta a 93-5, per vincere ne servono sempre 386, per pareggiare devono resistere altri 70 overs sotto gli attacchi micidiali dei velocissimi australiani. Non succede ne l’una ne l’altra cosa e si arriva al te con l’Inghilterra a 166-6. Quattro wicket a disposizione per arrivare a fine giornata ancora dentro e pareggiare. Ma non succede,Buttler cade quando rimangono da giocare altri 35 over, troppi per quelli che seguono che infatti si arrendono via via ai formidabili lanciatori australiani, a parte per l’ultima reistenza di Leach e Overton che per un’ora danno l’illusione di farcela, tutti fuori per 197.

L’Australia vince il test match per 185 runs, schiacciante, e conserva gli Ashes in terra inglese per la prima volta in 18 anni. Bella affermazione.
Tanto per dare un’idea Smith in questa partita ha segnato da solo 393 runs, l’Inghilterra 498.

England 1-2 Australia

Quinto Test Match - Londra , Kennington Oval 12 – 15 settembre
Ultimo appuntamento della serie a Londra.
Ashes già al sicuro in mani australiane, per loro l’occasione di batter gli inglesi in casa propria per la prima volta dal 2001, per gli inglesi l’occasione di portare la serie in parità e non perdere la faccia.
Paine vince il toss e inspigabilmente, in una giornata di sole, manda in battuta gli inglesi.
Erroraccio di valutazione. Gli inglesi confermano una certa fragilità nei battitori d’apertura: Denly, ancora incerto esce in fretta (14). Saranno Root (47) e Buttler (70) a tener su l’innings inglese. Nonostante le titubanze riescono ad arrivare a 294, una cifra difendibile e giocabile.
Entrano in battuta gli australiani che vengono travolti dal ciclone Archer che fa a pezzi il loro ordine di battuta chiudendo l’innings con 6-62.
Curran prende gli altri tre, e pensare che non lo hanno selezionato per il test match precedente. Nel secondo innings inglese Denly finalmente riesce a dimostrare qualcosa e ne fa 94 contribuendo al 329 finale che pone all’Australia un obiettivo assai improbabile di 399 per vincere.
Il tempo non manca, due giorni.

Broad colpisce subito eliminando le due aperture Harris e Warner,riducendo gli australiani a 25-2, l’uscita di Warner porta al crease Smith e gli australiani fanno un pensierino ad un’improbabile run-chase.
Ma quando Stokes si tuffa e prende al volo un glance di Smith eliminandolo, gli inglesi sanno che il più grosso ostacolo sulla via della vittoria è stato rimosso. Per Broad è il terzo wicket.
Smith autore in questa Serie di ben 774 runs in soli 7 innings alla bella media di 110.57 a innings! esce per la prima volta quest’estate per meno di 50.
Mentre si dirige verso il pavillion, con la sua squadra nei guai a 85-4 nel sole di un caldo pomeriggio di settembre, il pubblico gli tributa, nonostante tutto, una standing ovation.
Matthew Wade si fa valere, segna 117 prima di soccombere a un lancio di Root, non esattamente un lanciatore. Archer lancia i suoi missili a oltre 95mph ma chiude senza wickets, dall’altro lato Leach ne prende quattro e mentre su questo prato londinese cominciano ad allungarsi le ombre della sera, lo spinner di Taunton elimina in rapida successione prima Lyon e poi Hazlewood dando ai suoi una sonora vittoria per 135 runs.

La serie si chiude in parità, 2-2. Che è anche la prima volta che succede dal 1972.

Questo incontro chiude una sensazionale estate di cricket andata in scena tutta in Inghilterra.
E’ stato un grandissimo successo sia in termini di gioco con due partite, un One-Day e un Test- Match giudicate universalmente le migliori mai giocate.
Dal basso della mia limitata conoscenza di vecchie partite mi unisco al coro unanime.
In conclusione, l’Inghilterra ha vinto il mondiale pareggiando la finale e pareggiando l’over supplementare (in virtù del run-rate, che non vi sto a spiegare, superiore), e perso gli ashes pareggiando la serie.
Stranezze di un gioco che, nonostante l’adattamento alla modernità non rinuncia a sue antiche ed arcane prerogative.

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