lunedì, dicembre 29, 2014

I migliori dischi del 2014



La consueta lista dei migliori album dell'anno.
Un mix tra quello che ho ascoltato più spesso, più volentieri e quello che ritengo più innovativo, valido e destinato a rimanere.
Sono inseriti anche titoli già presenti nelle classifiche SOUL e ITALIANE.

In passato furono:
nel 2005 White Stripes, Oasis e Supergrass, nel 2006 Bellrays, Capossela, Who e Beatles, nel 2007 Graham Day, Pj Harvey, Amy Winehose, nel 2008 Last Shadow Puppets, Oasis, Racounters, nel 2009 Madness, Dylan, Rancid, nel 2010 Gil Scott Heron, Paul Weller, Lanegan/Campbell nel 2011 Beady Eye, PJ Harvey, Meat Puppets, nel 2012 Secret Affair, Neneh Cherry and the Thing, Macy Gray, Martha High, Patti Smith, nel 2013 Strypes, Miles Kane, Franz Ferdinand, Excitements, Julie's Haircut.

1)
SLEAFORD MODS - Divide and exit
Il duo hip hop punk con un nuovo violentissimo album dove su basi ossessive, dure, ipnotiche, quanto minimali, spesso vicine al mood dei P.I.L. snocciolano testi durissimi, scazzati, molesti, volgari e aggressivi. Una potenza! E tra le cose più nuove in circolazione.

2)
DAMON ALBARN - Everyday robots
Un album a livelli di assoluta eccellenza, che poco concede alla commercialità, lavoro plumbeo e malinconico, autunnale (a dispetto dell'uscita primaverile), (apparentemente) scarno e minimale, fatto di ballate semi elettroniche dal forte sapore SOUL e indiscutibilmente LONDINESE. Scordatevi il soul nella sua accezione tradizionale e considerate l'idea di una nuova forma che coniuga melodie e approccio "black" con una modalità assolutamente attuale.

3)
TEMPLES - Sun structures
Brillante esordio per gli inglesi TEMPLES. Siamo dalla parti dei primi Pink Floyd, degli Stones di "Their satanic.." ma anche di Kasabian, Tame Impala e altra psichedelia moderna.

4)
THE GHOST OF A SABER TOOTH TIGER - Midnight sun
Poderoso album di neo psichedelia tardo beatlesiana con anche accenni Kinks e tanti rimandi a Flaming Lips, Temples, Tame Impala. Sound vintage, tanta fantasia, soluzione armoniche stranissime e ricercate, piglio sovente lennoniano. Grande lavoro.
Loro sono un duo: la modella Charlotte Kemp Muhul e il musicista Sean Ono Lennon.

5)
BENJAMIN BOOKER - s/t
E’ di New Orleans ed è al terzo album.
Suona come i Gun Club, i Creedence Clearwater Revival, i primi Modern Lovers, RL Burnside e Junior Kimbrough messi insieme. La chitarra gratta e deraglia che è un piacere, la ritmica picchia ignorante, i toni sono secchi e scarni.
NEW BLUES !

6)
SHARON JONES and the DAP KINGS - Give the people what they want
Soul avvolgente ma deciso, senza fronzoli, splendidamente arrangiato e che riesce ad andare oltre i consueti schemi del genere, allargandosi ad una forma canzone più elaborata e contaminata.

7)
GOAT - Commune
Torna, con il secondo album la psichedelia di sapore sciamanico degli svedesi GOAT un mix di suggestioni kraut rock, trance, 60's, avvolgenti e travolgenti. A tratti sembrano i Jane's Addiction in coppia con i Tinariwen alla fine dei 60's !!!! Il precedente "World music" entrò nella mia Top 10 del 2012 e questo è sulla buona strada per il 2014.
ROBA NUOVA.

8)
THE ABOVE - Waterbury street
Da Brooklyn un fantastico condensato di ispirazioni 60’s brit (64/66) tra i Birds di “Leavin’ here”, i Creation di “Biff bang pow”, Kinks, primi Who, i Beatles di “A hard day’s night”, Monkees, Yardbirds e qualche chitarra Byrdsiana.
I brani sono perfettamente strutturati, ricchi di grandi melodie, mai banali.
Siamo a livello di assoluta eccellenza.

9)
EDDA - Stavolta come mi ammazzerai?
Il nuovo album di EDDA è ENORME.
Perchè è durissimo pur essendo spesso melodico e arrangiato ma impressiona (direi che spesso SPAVENTA) per quanto è crudo, diretto, spietato.
Soprattutto è DIVERSO DA TUTTO.
Non capita ormai quasi più....

10)
EUGENIO FINARDI - Fibrillante
Un ritorno duro, in cui Finardi impugna i problemi quotidiani con il piglio battagliero di sempre, sferza, picchia forte e diretto. In ogni brano c’è un’attualità spiazzante, storie quotidiane, disoccupazione, liberismo che uccide, separazioni, il tutto coronato da un sound moderno e fresco, rock cantautorale di primissima qualità, espliciti riferimenti sonori agli esordi ma espresso con una maturità, un piglio autorevole di chi ha fatto la storia e si ripresenta a muso duro, senza paura e con una classe comune a pochi. Disco commovente, che prende alla gola e mette in un colpo solo in riga migliaia di arroganti “nuove leve” .

11)
BOB MOULD - Beauty and ruin
Torna ad emozionare la sua voce, a travolgere il suo wall of sound chitarristico, a stupire la freschezza delle sue canzoni. Il nuovo album è bellissimo, diretto e senza fronzoli come sempre, con quelle melodie malinconiche, quel tono vocale fermo ma disperato, l'incedere ritmico serrato come nei migliori Husker Du. Grande Bob !

12)
The #1S - The Number Ones
Sono di Dublino e suonano come lo facevano i primi Buzzcocks e gli Undertones di "Teenage kicks", i Boys, gli Adverts, e perché no?, i Jam di "In the city".
E' beat di tre accordi, sporcato di punk, 10 brani che a malapena passano i 2 minuti di durata, power pop purissimo, semplice, immediato, urgente.

13)
NAOMI SHELTON & QUEENS of GOSPEL - Cold water
L'incredibile voce della sessantenne Naomi torna all'incisione grazie alla benemerita DAPTONE Records, accompagnata dalle Queens of Gospel in un bellissimo album di rhythm and blues, soul, funk, gospel, country soul. Siamo dalle parti di Staples Singers, Joe Tex, la prima Aretha, Otis.

14) TY SEGALL - Manipulator
Al settimo album solista , con un album doppio Ty scrive il suo miglior capitolo e un piccolo capolavoro da Top 2014 fatto di punk deviato, psichedelia, garage, glam, Bowie, kraut, blues, Blue Cheer, fino ai Blur più estremi.
Un personale "White album" di 17 episodi che spaziano nell'universo rock con maestrìa, grandi brani e un'energia creativa comune a pochi.
SUPER !

15)
PETE MOLINARI - Theosophy
Un sorprendente e sapiente incontro di Dylan, brit pop, Johnny Cash, 60’s e attitudine punk.
Ci sono anche omaggi alla tradizione vocale e sonora beatlesiana, un approccio da hobo alla Woody Guthrie e un taglio artistico che riporta al miglior Elvis Costello per il cantautore inglese di origine italo-maltese-egiziana che ha esordito per la Damaged Goods registrando il primo album nella cucina di Billy Childish.
“Theosophy” è il terzo lavoro, la scrittura e gli arrangiamenti si sono raffinati e a livello creativo, la scrittura è cresciuta in maniera esponenziale.
Prodotto da Dan Auerbach dei Black Keys, è un album di grande livello e canzoni eccellenti.

16)
ACID BABY JESUS - Selected recordings
Quartetto greco, di Atene, alle prese con una psichedelia acidissima, super lisergica, liquida. A tratti ricordano Jesus and Mary Chain in chiave profondamente 60’s altre volte siamo in territorio primi Pink Floyd più sperimentali ma con un approccio quasi Crampsiano. Originali ed estremi !

17)
JACK WHITE - Lazzaretto
JACK WHITE è un genio della musica moderna. Dai White Stripes ai Racounters ai Dead Weather all'esordio solista con "Blunderbluss" ha disseminato la discografia degli ultimi anni di piccoli gioielli in cui mischia alla perfezione la tradizione americana (blues, country, soul, rhythm and blues) con un approccio innovativo, fresco e attuale.
Il tutto supportato da una grandissima capacità compositiva e da arrangiamenti sonori visionari e psichedelici che rendono il suo sound personalissimo e inimitabile.
Non fa eccezione "Lazzaretto" dove i consueti ingredienti cari a Jack White sono distribuiti come sempre con sapienza, gusto e un tocco magico. L'album è godibilissimo, curato, intenso, entusiasmante.

18)
ROBERT PLANT - Lullaby and the ceaseless roar
Interessantissimo album dell’ex Led Zep che lungi dal cullarsi nelle glorie passate continua a sperimentare e ad allargare gli orizzonti artistici spaziando dal folk al blues, alla musica celtica, ad esperimenti trance alle sonorità africane care a gruppi come i Tinariwen ma ci sono anche jazz, rock (curiose le similitudine con la personale visione hard blues che ha Jack White in un brano come “Somebody there”) e tanto altro a rendere questo album un sorprendente mix di creatività, classicismo e avanguardia.

19)
MARIANNE FAITHFULL - Give my love to London
Si è mosso uno stuolo di grandi nomi per il nuovo album di Marianne, da Roger Waters (splendida la sua Sporrow will sings”) a Nick Cave (e due Bad Seeds che suonano), Leonard Cohen, Anna Calvi e altri. Risultato finale più che ottimo tra ballate scurissime, brani dal sapore Loureediano, tanto pathos.

20)
SEAN ROWE - Madman
Al quarto album il cantautore new yorkese sforna un CAPOLAVORO in cui convergono Van Morrison, Tom Waits, Johnny Cash, Leonard Cohen, Willy De Ville, Muddy Waters, soul, blues, rhythm and blues, roots rock e un’intensità incredibile, sia a livello compositivo che interpretativo. Una travolgente sorpresa.

20)
STIFF LITTLE FINGERS - Going back home
Ritorno con rabbia, stile, eleganza a 11 di distanza dall’ultimo lavoro. Puro punk rock tinto di power pop per gli eroi di Belfast che sfoderano dodici brani convincenti, energici, freschi, diretti e carichi di elettricità (con “Full steam backwards” che sembra un’outtake di “Setting sons” dei Jam) con qualche tocco di reggae e una irish folk stupenda come “Guilty as sin”.
Ci sono convinzione, attitudine, ottimi brani e genuinità. Non un capolavoro ma un momento di assoluta sincerità e urgenza.

IN ASCOLTO : D'ANGELO "Black Messiah" uscito alla fine del 2014 e che slitterà al 2015 ma decisamente meritevole.

15 commenti:

  1. Eventuali liste personali sono le benvenute

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  2. .....butto la mia alla "brutta madonna":
    1) Damon Albarn - bellissimo, lo ascolto ormai da mesi e mi stupisce sempre di piu'.
    2) Sharon Jones - E' il soul, bellezze! Cantato e suonato da dio.
    3) Naomi Shelton - La Daptone potrebbe essere la Stax del giorno d'oggi? Si, se fanno dischi del genere. Da riscoprire anche il disco precedente di Naomi.
    4) Lee Fields - Come sopra, l'uomo soul.

    Quest'anno mi hanno dato soddisfazione un po' di ristampe:
    1) Willy Deville - Live at Rockpalast - Epoca Mink, due dischetti + dvd straordinari. Forse non faccio testo, Willy e' sempre stato e sempre sara' un idolo!
    2) Bobby Withlock - Where there's a will there's a way. E' stato LA tastiera di Derek and the dominoes, oltre a seconda voce. Insomma, badilate di hammond e roccone anni '70. Uno dei dischetti piu' ascoltati nella mia stort house.
    3) Manfred Mann - Original album series - Una passionaccia.
    4) Little Feat - Rad Gumbo - Niente altro che una delle migliori band dal vivo dei tempi, insieme agli Almann.
    5) James Govan - Live in Porretta - per i nostalgici di un certo Otis, il pranzo e' servito.
    6) Graham Parker and the Rumours - The very best - Eccezionale!!!!

    ...della serie a volte ritornano:
    Jackson Browne - Standing in the breach - Fine anni 70 giravo con l'orologio con l'ora di S. Francisco, inebetito dal sound di una certa West Coast. Jackson mi piaceva da morire. E questo dischetto mi fa' tornare dalle parti di Late for the sky e Running on empty. E allora......

    della serie italiani brava gente, ci metto solo il compaesano Edward Abbiati con i suoi Lowlands. Due dischi, uno con Chris Cacavas (Me and the devil) e l'ultimo Love etc. Secondo me, statura internazionale.

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  3. le liste non sono il mio forte :) dei tuoi anchio avrei Molinari, Sharon, Temples, Shelton,... The Above appena sentiti (grazie a te e (quasi ovviamente :) ..) mi piacciono. Albarn sentito una volta e "archiviato". E' uscito anche un suo live, doppia serata, 2 album distinti ma praticamente uguali tra loro come scaletta,forse solo digitale, di quelli che adesso si usano pubblicare ufficialmente appena dopo il concerto. Coxon tra i guests. Onestamente non li ho ancora sentiti interi, ma la sua live band è molto interessante.
    Tra i "piccoli/nicchia" non citati da te nei miei favoriti anche The Moons (da cui arrivano i Temples fra l'altro), The Vals, e Stone Foundation. Tutti e tre sentiti e risentiti un casino. Tra i "mainstream" Wilko/Daltrey,

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  4. Quello dei Moons proprio non mi piace granchè. O meglio: bello ma archiviato velocemente

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  5. Suggestive indicazioni per la lista della spesa. I SLF sono un graditissimo ritorno,

    Charlie

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    1. E alla fine hanno fatto proprio un ottimo album.
      Tra l'altro grande polemica sul web perchè al concerto del Bloom a Mezzago hanno chiesto una bottiglia di champagne, pare. Da una parte "e che cazzo , fai il punk - a 60 anni ??? - e vuoi lo champagne? Venduti" , Dall'altra: "a parte che lo champagne si trova a 20 euro al Lidl siamo ancora qua a dibattere di 'ste minchiate" ?
      Per me la seconda...

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    2. e non ne usciremo Boss,what goes round comes around
      C

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  6. Ha ha ha ha ha neanche i bambini che credono a Babbo Natale sono così idioti, solo ingenui, cosa credono che non abbiano mai bevuto in vita loro?
    Al solito la parte migliore di tutta la faccenda è il pubblico

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  7. Minchia gli Sleaford Mods! prpbabilmente avrò le orecchie sfondate dagli scousers, ma non capisco niente del loro accento...il che vuol dire che a parte lo scouse non capisco neanche più l'inglese....

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  8. Leggevo poco tempo fa che il "cantante" degli Sleaford Mods sparava a zero su Paul Weller. A dir la verità sparava a zero su diversi... Poi ho visto alcuni video live della coppia e lui in certe movenze è veramente identico al Modfather (sarà perchè era un fan dei Jam quando era giovanotto?...)

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  9. Da giovanotto era in una mod band !
    E di Weller ha detto:
    "It (mod subculture) doesn’t exist anymore,"He’s just flogging a dead horse to pay the rent. Paul Weller is too drunk on his former glories to realise that he looks daft."

    He continued: "He’s just released an album called More Modern Classics. Why are they classics? It’s just a pretentious, arrogant statement. He’s just going through the motions. He probably just sits back and thinks about his back catalogue but that’s no excuse. I feel really strongly about stuff like that because he shouldn’t be doing it anymore."

    Weller ha risposto: "Sleaford mods are cunts"

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  10. Paolino ha il dono della sintesi :-) mentre gli idioti duri e puri fuori tempo massimo del Bloom non hanno prestato attenzione al testo di Nobody's Heroes.

    Charlie

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    1. Paolino in tre parole ha chiuso il discorso. Per me disco dell'anno ok ma abbassate pure la cresta. Quando avrete avuto tre successi in fila a livello commerciale e qualitativo come Paolo allora discuterai su "Classics". Per adesso porta a casa quello che hai e stai muto.

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  11. io comprai 'Inflammable Material' e 'Hanx' (dal vivo) quando avevo 14 anni,..secondo me, grandissima band, nel loro genere..poi i coglioni che non capiscono ,..vabéh:)

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