venerdì, maggio 04, 2012

Il BLOOM di Mezzago

Il BLOOM DI MEZZAGO (così lo abbiamo sempre chiamato dalle mie parti, non ci è mai venuto di chiamarlo semplicemente "Bloom") è stato ed è uno dei più importanti (il più importante ?) ROCK CLUB italiani.
Soprattutto per un particolare non trascurabile : è un rock club, cioè un posto dove si fa rock (oltre ad un'infinità di altre attività, dalla libreria, alle presentazioni culturali, rassegne cinematografiche e altro ancora).
E in Italia la cosa non è così scontata visto che il più delle volte si suona in contesti adattati al rock dove ci si arrangia, sia per l'acustica che per la logistica.

Il BLOOM è soprattutto una realtà che esiste e resiste da 25 anni, grazie alla volontà, la testardaggine, la determinazione di decine di ragazzi (ed ex ragazzi, dopo tanto tempo) che hanno portato avanti, tra le consuete e prevedibili mille difficoltà, un progetto in una terra dura da coltivare a cultura, soprattutto in anni altrettanto duri, tra legaioli razzisti e politici profittatori, che alla parola cultura mettono la mano sulla pistola.
Ci ho suonato parecchie volte (e la foto è di qualche anno fa proprio nel backstage del Bloom) in tutte le salse (tante nei 90's con LILITH, poi con LINK QUARTET, HERMITS e recentemente con LILITH AND THE SINNERSAINTS) ma ci ho visto decine e decine di concerti (si, anche QUEL concerto dei NIRVANA,il primo, con un centinaio di altri pellegrini...brutto concerto tra l'altro...) dai Miracle Workers ai Vipers, Creeps e Stomach Mouths, Grant Hart e un pacco di italiani.

Ora VoloLibero Edizioni pubblica un corposo libro di 400 pagine "Sviluppi incontrollati Bloom Mezzago crocevia rock" curato da Aldo Castelli e Massimo Pirotta e comprendente decine di testimonianze di protagonisti e non (io e Lilith inclusi).
Un viaggio divertente e denso in 25 anni di musica e di storia del costume giovanile italiano (con abbondanza di foto, locandine e interminabili liste di chi è passato di lì dai Nirvana ai Green Day, Motorpsycho, Afterhours, Fernanda Pivano etc etc )

18 commenti:

  1. Vero, uno dei pochi locali italiani decenti

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  2. In realtà ce ne sono parecchi altri dal Sonar di Siena al Covo di Bologna, il Fillmore a Piacenza per citare i primi che mi vengono in mente.
    In ogni caso tropo pochi.

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  3. W il Bloom, grazie di esistere e resistere.

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  4. Ci ho suonato anch'io diverse volte, e visto un'infinità di concerti negli anni '80 e '90 (quello citato dei Nirvana compreso)
    Ho un grosso rimpianto sul Bloom: che siano saltati tutti i concerti dei Flaming Lips dei primi anni '90...

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  5. suonato????? suonato gli strumenti musicali?????
    mica ci crediamo
    al massimo syntetitzatori? come sis crive che so gnurante alle

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  6. E' anche il cruccio dei gestori del Bloom la lunga lista di concerti dei Flaming Lips saltati....

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  7. che noia cheppalle per te,noi siamo i tuoi fans
    vogliamo sapere tutto
    poi tu mica ci risparmi le tue egocentriche autoreferenzialita come si evince
    cheppalle

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  8. chitarra elettronica?
    chi suona la fisa?

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  9. vero Alle un altro avrebbe mandato a cagare invece tu rispondi e pure il nome del gruppo
    (da finto scocciato haha!)
    cheppalle numero9

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  10. Tony, ci eravamo incontrati al Bloom una sera, il 1mo concerto italiano dei Foo Fighters, doveva esserci anche pat Smear sul palco.

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  11. Pibio mi sa che era il Canguro a San Colombano per i FF

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  12. Anonimo, hai ragione tu.
    Scemo io a rispondere alle tue idiozie.

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  13. pheeeega! il canguro a san colombano! ho visto i charlatans là...

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  14. Grande Stax! C'ero anch'io al Canguro a vedere i Charlatans, nonostante siano la mia band contemporanea preferita, quella sera li avrei presi a calci nel culo poco più di mezz'ora fatta male, li fischiai e insultai sonoramente.
    Decisamente meglio due/tre anni fa a Milano

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  15. Vedi Alle si impara sempre qualcosa

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