



Quando si va alla ricerca di oscure bands scomparse e relativi dischi si fanno i conti con etichette discografiche fallite, poche copie stampate, collezionisti etc.
Nel caso del
Rock n roll Cambogiano si tratta di persone, artisti e relativo materiale sonoro scampati (i pochi che ce l'hanno fatta) ad un genocidio, quello perpetrato da Pol Pot e i Khmer Rossi dal 1975 al 1979 e che fece due milioni di morti su una popolazione di sei, in gran parte intellettuali, medici, insegnanti, artisti, “cittadini” in genere.
Non si salvarono (se non in rari casi) gli interpreti (e relativi dischi e cassette di cui sono rimasti pochi esemplari) di una florida scena ROCK N ROLL e BEAT che rese per anni le serate di Phnom Penh e dintorni infuocate quanto quelle di una Swinging London.
Un sound che arrivava dagli americani che combattevano nel vicino Vietnam e che venivano filtrate attraverso la sensibilità locale.
Scena che nasce nei mid 60‘s, si ferma tragicamente nel 1975 con l’arrivo dei Khmer Rossi nella capitale e che mischia chiare influenze surf, Beatles e Stones, con rock n roll e sonorità, scale armoniche e soprattutto melodiche tradizionali, in un mix spesso affascinante che personaggi come
ROS SEREYSOTHEA (grandissima voce femminile di grande successo, una sorta di Mina nazionale, poi internata in un campo di lavoro e costretta a cantare inni rivoluzionari, prima di essere uccisa) o
PAN RON, sottile voce per un tirato e sensuale beat n roll tinto di soul (scomparsa nel nulla nel 1975),
SINN SISAMOUTH, l’Elvis della Cambogia, la più tradizionale
THRAKA BAND.
Un documentario “Don’t think I’m forgotten”
http://cambodianrock.com/ne documenta con passione e rigore la triste storia mentre la band americana di origine cambogina
DENGUE FEVER sta riproponendo al mondo le covers di quesi brani scomparsi.
Il 6 marzo 2009 si è parlato invece dei 60's in Etiopia ed Eritrea:
http://tonyface.blogspot.com/2009/03/swinging-addis-abeba.html