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Abitualmente bistrattati dalla critica, relegati a cloni dei Beatles, gli Oasis riescono a rimanere tra i gruppi più freschi e stimolanti attualmente sulla scena.
Il segreto sta nel perfetto equilibrio, da tempo raggiunto, tra plagio, citazione, mix di riffs, suoni, generi, a cui si accoppia un’altrettanto riuscita cura estetica che accomuna il vestiario beatlesiano a quello caro agli Small Faces fine 60’s, tra Kinks e Stones pre 70’s, tagli di capelli alla Lennon 1968, immaginario mod.
Il sound riesce a mettere insieme con un lavoro meticoloso, APPASSIONATO e SINCERO, i Beatles 65/70, gli Stones 67/73, i Kinks, il Lennon solista, Hendrix, i Faces, il Bowie di “Rebel rebel” , i Jam, i Sex Pistols, i Clash, gli Stooges, i Creation.
Un gruppo di geniali cialtroni o di cialtroni geniali, ma con capacità compositive e un gusto per l’arrangiamento comune a pochi.
DiscografiaDefinitely Maybe 1994 ***
Esordio ancora leggermente acerbo ma già caratterizzato dai principali elementi del tipico Oasis sound e con classici come “Supersonic”, “Rock n roll star” , “Live forever”
(What's The Story) Morning Glory 1995 *****
Il capolavoro e destinato ad entrare nella storia del rock, pressochè perfetto, con brani da antologia come “Wonderwall” , “Don’t look back in anger”, “Champagne Supernova”, “Cast no shadow”
Be Here Now 1997 ****
Ingiustamente bistrattato rimane, a parer mio, uno dei vertici della loro produzione, pur con qualche calo di tono.
Ma “D you what I mean” , “All around the world” , “It’s getting better” meritano da sole l’acquisto
Standing On The Shoulder Of Giants 2000 **
Un lavoro stanco che ribadisce semplicemente le capacità di compositore di Noel che riesce a piazzare ancora qualche gioiello come “Go lei it out” ma che sostanzialmente segna un momento di stallo per la band
Heathen Chemistry 2002 **
Il punto più basso della loro carriera (non a caso preceduto da un live “Familiar to millions”, buono ma senza sussulti) che riesce a consegnare la sola , peraltro splendida, “Songbird” ai posteri
Don't Believe The Truth 2005 ***
Quasi inattesa arriva la rinascita artistica con un ottimo lavoro, ispirato, diretto, crudo con le splendide “The importance of being idle” (che sembra presa da un album dei Kinks) , “Mucky fingers” (“tributo” ai Velvet Underground di “Waiting for my man” ), “Lyla”, “The meaning of soul”.
Dig out your soul 2008 ****
I Gallaghers sono tornati e con grande classe ed energia.
Composizioni eccellenti intrise di Beatles e psichedelia fino al midollo.
Ma a convincere oltre agli arrangiamenti sono proprio le canzoni, a partire dal singolo classicamente Oasis ( i Sex Beatles) per proseguire con la Lennoniana “I’m outta time” di Liam, la super psych “To be where the life is” , l’avvolgente “The turning”, la dura “Ain’t got nothin”.
Suoni crudi, grezzi, feedbacks, sitar, e mellotron, melodie senza tempo.
Bentornati guys
RISERVATO A CHI ASCOLTA “Dig out your soul”Nel nuovo album ci sono decine di citazioni più o meno conscie o calcolate . Mi sono divertito a trovarle e ve le segnalo
Bag it up Crescendo vocale rubato ad “Astronomy domine” Pink Floyd
The Turning si chiude con un arpeggio di chitarra che mixa alla perfezione le intro di "Blackbird" e "Dear Prudence” dei Beatles
Waiting for the rapture parte con il riff di "Five to one" dei Doors e qua e là subentra il riff di "Cold Turkey" di John Lennon
Shock of the lightning ha un stacco di batteria chiaramente “rubato” dai classici break di Keith Moon
I’m outta time sembra un outtake di “Imagine “ di Lennon (la cui voce compare alla fine del brano presa da un'intervista registrata due giorni prima della morte)
High horse lady ruba la ritmica a "Give peace a chance" di Lennon mentre la strofa ruba metà della melodia al classico rythm & blues "Hi heel sneakers" di Big Joe Turner.
Falling down prende chiaramente la rimica da "Tomorrow never knows" dei Beatles mentre il mellotron sul finale riecheggia "2000 lights years from home" degli Stones.
To be where there's life è un palese omaggio al George Harrison del periodo Magical Mistery Tour
Nature of reality ruba la prima metà del riff a “Helter skelter” dei Beatles