lunedì, novembre 30, 2015
Novembre 2015. Il meglio
Rush finale del 2015 e i titoli per la Top 10 dell'anno sono numerosissimi.
Tra gli stranieri Paul Weller, Gaz Coombes, Selecter, Kamasi Washington, Sharon Jones and the Dap Kings, Noel Gallagher, Moment, D’Angelo, Bettye Lavette, Charlatans, Saun and Starr, Sleater Kinney, Pops Staples, Mighty Mocambos, Tobias Jesso Jr., Ryley Walker, The Suffers, Jon Spencer Blues Explosion, Sonics, Blur, Sandra Wright, Soul Motivators. The Slingshots, Kendrick Lamar, Anderson East, Speedometer, Mbongwana Star, Spitfires, Billy Price & Otis Clay, Diane Shaw, Nicole Willis, Battles, Dungen, Los Lobos, Haggis Horns, Dead Weather, Soul Surfers, Green Hornet, Van Goffey, Jack Moves
In Italia Cesare Basile, Mimosa, Salvo Ruolo, Gang, Iacampo, Mads, Big Mojo, Elli de Mon, Sycamore Age, Dellera, Mother Island, Kicca, Simona Norato, Gang, Nico, Randy Roberts, Strike. Ready Steady Go, Five Faces, Peluqueria Hernandez, Rudi, Massimo Ranieri, El Xicano, Giuda, Calibro 35, Jane Js Clan.
ASCOLTATO
VAN GOFFEY - Take your jacket off & get into it
Dopo l'eccellente "Matador" di GAZ COOMBES arriva ora un altro ex SUPERGRASS.
L'ex batterista Danni Goffey con il nickname di VAN GOFFEY sfodera uno degli album più FRESCHI, BRILLANTI e FRIZZANTI dell'anno.
C'è un'abbondante dose di Supergrass ma anche di puro POP con rimandi a Beatles, Kinks, brit pop vario, Monkees, un po' di elettronica.
BELLISSIMO !
THE JACK MOVES - s/t
Duo americano che ci regala un gioiellino di soft soul tra Isaac Hayes, Isley Brothers, Curtis Mayfield, il Gil Scott Heron più suadente, Hall and Oates e talvolta riposta anche agli Style Council. Grandi arrangiamenti con archi sontuosi, voce il falsetto e una raffinatezza di rara bellezza.
Notevoli.
JANE Js CLAN - Step into the groove
La rinascita della soul music è ormai un'affermata consuetudine che continua da anni, sfornando nuove band e eccellenti lavori in continuazione. Non è da meno l'Italia dove l'interesse per questo magico mondo sta aumentando esponenzialmente.
Tra i migliori interpreti, i milanesi Janes J's Clan firmano il loro secondo album che non ci risparmia brillantemente nessuna delle migliori caratteristiche del genere: groove danzereccio, grande energia, ritmi infuocati, la stupenda voce di Jane Jeresa, supportata da un trio con i fiocchi, con una poderosa sezione ritmica e un piano e Hammond di altissimi gusto e qualità.
Niente chitarra dunque, altra peculiarità della band che si avvale però occasionalmente della sezione fiati dei Soul Rockets di Olly Riva. Soul, funk, boogaloo, rhythm and blues, sapori gospel e northern soul, esecuzione impeccabile, padronanza della "materia" invidiabile.
Eccellente.
EL XICANO - La grande paura
El Xicano è una delle innumerevoli esperienze di Silvio Pasqualini, inquieta anima romagnola, già agitatore della mirabile esperienza con Lemeleagre e poi con Australia e Robot.
La nuova dimensione one-man-band ci porta in un bellissimo mondo psichedelico che guarda alla seconda metà degli anni 60's, quella più lisergica, senza perdersi però in troppi "fiori e colori" ma parlando un linguaggio sonoro più crudo e minimale, aspro e abrasivo (non lontano da certe ballate dei Verdena o dell'ex Husker Du Grant Hart). C'è anche la visione di bands come Real Estate o Temples ma l'impronta è personalissima e unica nel panorama italiano, unita ad una serie di brani di classe compositiva sopraffina.
GIUDA - Speaks evil
La band romana sigla il terzo centro della carriera con un album all'altezza delle grandi aspettative ormai costanti intorno ad un nome che è riuscito nell'impresa di sfondare anche nell'impenetrabile mercato inglese.
Registrato completamente in analogico, restituisce il consueto clima sonoro di derivazione 70's, tra glam rock, rock n roll, boogie, pub rock., da sempre marchio di fabbrica del gruppo.
Non ci sono novità, se non alcuni episodi più orientati al power pop ("It ain't easy") ma non è certo da loro che si possa aspettare chissà quale stravolgimento sonoro.
CALIBRO 35 - SPACE
Non potevano fare scelta migliore i Calibro 35 che andare a registrare il quinto album della fortunata serie, iniziata nel 2008, al Toe Rag Studios di Londra, dove tutta l'apparecchiatura è rigorosamente rimasta agli anni '60 e si incide tutti insieme in una stanza .
Il sound, sempre rigorosamente strumentale, ci riporta come sempre alle atmosfere care alle colonne sonore di 60's e primi 70's, con richiami palesi alla scuola italiana che fu di Morricone, Umiliani e Piccioni.
Il tutto corredato da poderose basi funk e da intrecci sonori che attingono di volta in volta da lounge, jazz, addirittura da venature care al Canterbury Sound e al primo prog.
Ottimo davvero !
SUN RA and hos ARKESTRA - To those of earth and other worlds
Difficile accostarsi alla discografia sconfinata e al mondo assurdo e “spaziale” (in tutti i sensi) di Sun Ra, sorta di Frank Zappa del Jazz.
Il suo AfroFuturismo non è mai stato di facile fruizione. Gilles Peterson prova ad assemblare in un doppio Cd un sunto della sua difficile arte.
Ostico ma affascinante, un’ottima occasione per avvicinarsi.
MARTIN COURTNEY - Many moons
Il leader dei Real Estate in veste solista con una delizia di album tra Byrds, Beatles 1965, Paisley Underground, melodie 60’s, arpeggi folk rock, un tocco di pre psichedelia.
Avvolgente, delicato, bello.
LA MAISON - Veinhouse
L'esordio dell'ensemble livornese, un recente passato da buskers che si palesa spesso nell'album, è brillantemente prodotto da quel genio musicale di Enrico Gabrielli che mette ancora più in risalto l'anima scomposta, disordinata, positivamente caotica del gruppo.
Si viaggia sulle strade sconnesse care al Tom Waits più ostico di "Bone machine", tra fanfare punk, ballate che odorano di Balcani, folk europeo, un inevitabile rimando al Capossela di "Ovunque proteggi" e altre delizie sonore che rendono "Vainehouse" terribilmente appetibile, curioso, imprevedibile e con una sotto traccia inquietante e minacciosa che lo fanno ancora più accattivante.
AA.VV. - L'ottava vita, tributo a Claudio Rocchi
La triste dipartita di Claudio Rocchi, un paio di anni fa, ha lasciato un vuoto incolmabile nella scena musicale italiana. Rocchi è stato cantautore, sperimentatore, regista, poeta, pioniere in ambito psichedelico e prog e "Volo magico vol.1" del 1971 rimane uno dei capolavori della musica nostrana.
Una serie di artisti, fortemente influenzati dal suo insegnamento artistico e dalla sua storia umana, gli tributa omaggio recuperando alcuni brani sparsi lungo la carriera.
Cantano e suonano esponenenti di spicco della psichedelia italiana come No Strange e Effervescent Elephants, mentre Jenny Sorrenti, già leader dei folk prog dei Saint Just reinterpreta una sentita "La tua prima luna".
Ci sono anche Carlot-Ta, Electric Green e tanti altri. Aprono e chiudono due inediti dello stesso Rocchi.
ROCKET FROM THE TOMBS - Black record
Costoro nel 1974 avevano nella band nomi come David Thomas e Peter Laughner che poi andarono nei PERE UBU, Cheetah Chrome che passò ai DEAD BOYS, Richard Lloyd che arrivò ai TELEVISION.
Mica male....anche perchè composero "Sonic reducer" poi classico punk.
Ora un album di reunion con il solo Thomas rimasto.
Disco decente ma assolutamente evitabile con versioni di "Sonic reducer" e di "Strychnine" dei Sonics piacevoli da riascoltare.
BROOKLYN FUNK ESSENTIALS - Funk ain’t ova
Sono al quinto album questi infuocati new yorkesi che vanno giù con un funk moderno e figlio di Prince, Incognito, Jamoroquai. Grande ritmo, incursioni nel reggae e nel dub, brani più che ottimi.
BRIAN JONESTOWN MASSACRE - Mini album Thingy Wingy
Pura psichedelia, abrasioni alla Velvet Underground, una cover dei 13th Floor Elevators (“Dust”).
Anton Newcombe non delude mai.
HOAX - Divertissement Prodotto brillantemente dal chitarrista degli Statuto, Alex Loggia, l'esordio della band piemontese è un frizzante lampo di energia e freschezza.
Ritmi sostenuti e melodie accattivanti, l'uso della voce personalissimo e distintivo, ottime composizioni che assimilano pop, 60's beat, swing, brit pop fino a swing e soul. Al tutto si aggiunge un cantato molto teatrale che a tratti sembra riportare ai primordi del rock italiano nei primi anni 80 (vedi "Colpa della Musa").
Alla fine l'aspetto più interessante è la grande originalità della proposta che rende gli Hoax immediatamente riconoscibili. Album notevole.
G 91 – In the crowd
C’è molto di Oasis, Beatles, Brit Pop di estrazione 90’s nell’esordio del trio piemontese e ovviamente, con queste premesse, sono immancabili i riferimenti alla magìa dei 60’s, in particolare in “John L.” (che non è difficile intuire a chi fa riferimento).
I quattro brani (più una “Intro” iniziale) testimoniano di una notevole sicurezza compositiva (in particolare in quello che è il brano più riuscito e indicativo della sostanza del gruppo, “Vivere e nuotare”), una buona verve esecutiva, una freschezza che rende “In the crowd” un perfetto trampolino di lancio verso traguardi più sostanziosi.
THREE BLIND MICE - The Chosen One
Il quartetto milanese, con la preziosa produzione di Kristof Hahn degli Swans, sfodera le migliori armi per confezionare un tenebroso ritorno dopo il riuscito esordio di qualche anno fa.
Le coordinate berlinesi, dove è stato registrato, si sintonizzano sul Nick Cave periodo Bad Seeds che da quelle parti ha spesso bazzicato, Gallon Drunk e un mix di blues, spiritual e gospel. Ottimo.
ASCOLTATO ANCHE
JOEL SARAKULA (molto gradevole questo viaggio tra pop souleggiante, funk, belle melodie) , JONATHAN BUTLER (dal Sudafrica un buon album fusion soul dalle parti di Stevie Wonder) NEW COOL COLLECTIVE & MARK REILLY (l’ex voce dei Matt Bianco con un ottimo album cool soul jazz, gradevolissimo), WRECKLESS ERIC (non molla il ragazzo anche se non c’è più tanto da ascoltare di decente), JOE ELY (quel rock tra country, J.Cash,Dylan e Springsteen che a me proprio non va giù), JEFF LYNNE’S ELO (se volete sapere come suonerebbe un nuovo album di John Lennon o addirittura dei Beatles nel 2015 con questo lavoro ci si va parecchio vicini. Però molto piacevole), RAGLANS (irlandesi che suonano come gli Arctic Monkeys ultra pop e con tastiere moleste. Pessimi)
LETTO
RAFFAELE MEALE - Fuori i compagni dalle balere
Curioso che sia un romano ad addentrarsi con tanta passione e altrettanta dovizia di particolari nella musica emiliano-romagnola.
Eppure Raffaele Meale ci riesce alla perfezione come un conterraneo da infinite generazioni.
Parte da lontano, dalla nascita del liscio e da Nilla Pizzi, arrivando a Nomadi, Morandi, Dalla, Guccini, Lolli, fino ai primi vagiti punk/wave di Gaznevada e Skiantos, alla scena 80's di CCCP (e pure Not Moving, nobilitati da un intero capitolo...grazie...) e giunge ai nostri giorni, passando attraverso le forche caudine ma doverose dei vari Vasco e Ligabue.
Da rimarcare una scrittura cristallina, ficcante, brillante, freschissima e il coraggio di dispensare (talvolta) doverose e giustificatissime mazzate quando necessario, senza troppi giri di parole o esitazioni.
"Fuori i compagni dalle balere" (titolo geniale), edito da Arcana, racconta di una terra particolarmente prolifica per il rock nostrano ed è un compendio necessario (con opportuna discografia consigliata finale) per chi vuole un quadro esaustivo di ciò che è successo da queste parti in questi decenni.
LUCA MANES - Millwall vs West Ham, il derby della working class londinese
Il libro è una vera Bibbia per chi si nutre di un certo tipo di calcio inglese.
Qui si parla (con dettagli maniacali) del derby della working class inglese, lo SCONTRO per eccellenza, quello tra WEST HAM e MILLWALL.
Si parte fin dagli esordi, quando il calcio inglese batteva i primi colpi e si passa attraverso tutto il secolo scorso tra le rare ma comunque sostanziose soddisfazioni per gli Hammers e le scarsissime occasioni di felicità per i Lions.
Si passano in rassegna partite epiche e figuracce che era meglio dimenticare, grandi giocatori e personaggi di cui ormai nessuno ha più memoria, si riguarda agli stadi e ai tifosi (evitando, per fortuna, la prosopopea sugli scontri spesso sanguinosi che hanno caratterizzato la rivalità tra le due squadre).
Un libro per appassionati e per tifosi ma assolutamente completo.
SERGIO GIUNTINI - Marinetti e la “guerra festa”
Saggio molto interessante sul coinvolgimento dell’Italia nella prima guerra mondiale, inclusa quella sportiva al cui connubio contribuì l’epica futurista Marinettiana che accostava il dinamismo atletico a quello (tragico) guerresco.
Ci sono dati, citazioni e testimonianze a profusione, incluso il sanguinoso elenco di campioni che lasciarono vita o salute al fronte .
AA.VV. - Andare in cascetta
Curiosa e accattivante l'idea di una serie di racconti con la MUSICASSETTA protagonista.
13 mini racconti, 13 storie scritte da 13 autori diversi e raccolti da Manuel Graziani e Maximiliano Bianchi in un libretto agile e veloce da leggere. Il tutto con un'altra caratteristica fondamentale a condire la gustosa pietanza letteraria: il rock n roll che spunta in ogni racconto, da quello realista a quello surreale.
Ci sono momenti riuscitissimi, altri meno convincenti ma la lettura è più che consigliata.
Un'iniziativa partita dal basso e che va assolutamente sostenuta.
Potete trovare il libro qua: http://www.manwell.it/andare_in_cascetta/
GIOVANNI CERUTTI - La svastica allo stadio
Raccolta di quattro scritti (dal 2012 al 2013) a cura di A Rivista Anarchica, di Giovanni Cerutti, direttore dell’Istituto della Resistenza del Novarese e Verbano, su tre nomi di primaria importanza in ambito calcistico, Arpad Weisz, Mathis Sindelar e Erno Erbstein, allenatore del Grande Torino scomparso a Superga. Tutti nomi che subirono le persecuzioni fasciste e naziste. A chiudere la storia dell’Ajax, diventata la squadra simbolo del quartiere ebreo di Amsterdam.
Storie tragicissime da un periodo che più buio non si può...
COSE & SUONI
Fermi con Lilith and the Sinnersaints, si lavora ad altro.
Lilith recentemente al Premio Tenco e al premio MEI ospite di Cesare Basile.
www.lilithandthesinnersaints.com
https://www.facebook.com/LilithandtheSinnersaints
Mie recensioni quotidiane su www.radiocoop.it e su ogni numero mensile di CLASSIC ROCK
IN CANTIERE
Presentazione di Uomo cangiante, venerdì 4 dicembre a Arco (Trento) al Cantiere 26.
In preparazione uno spettacolo "teatrale" incentrato su un tema a noi caro.
In arrivo in primavera 2016 un nuovo libro.
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Il meglio del mese
sabato, novembre 28, 2015
SERGIO GIUNTINI - Marinetti e la “guerra festa
GIOVANNI CERUTTI - La svastica allo stadio
SERGIO GIUNTINI - Marinetti e la “guerra festa”
Saggio molto interessante sul coinvolgimento dell’Italia nella prima guerra mondiale, inclusa quella sportiva al cui connubio contribuì l’epica futurista Marinettiana che accostava il dinamismo atletico a quello (tragico) guerresco.
Ci sono dati, citazioni e testimonianze a profusione, incluso il sanguinoso elenco di campioni che lasciarono vita o salute al fronte .
GIOVANNI CERUTTI - La svastica allo stadio
Raccolta di quattro scritti (dal 2012 al 2013) a cura di A Rivista Anarchica, di Giovanni Cerutti, direttore dell’Istituto della Resistenza del Novarese e Verbano, su tre nomi di primaria importanza in ambito calcistico, Arpad Weisz, Mathis Sindelar e Erno Erbstein, allenatore del Grande Torino scomparso a Superga. Tutti nomi che subirono le persecuzioni fasciste e naziste.
A chiudere la storia dell’Ajax, diventata la squadra simbolo del quartiere ebreo di Amsterdam. Storie tragicissime da un periodo che più buio non si può...
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venerdì, novembre 27, 2015
Get. Back. Dischi da (ri)scoprire
MAKIN TIME - Rhythm and soul
Per chi segue questo blog non è certo un album da riscoprire ma semplicemente una colonna portante del mod sound, tra i migliori album in assoluto in questo ambito e il cui titolo riassume alla perfezione i contenuti.
Soul, northern soul, Tamla Motown, beat e una dose abbondantissima di pop.
Una formula che funzionò a dovere ma non a sufficienza, portando la band alle soglie del successo ma senza mai sfondare.
Curiosamente il loro singolo trainante "Here's my number" uscì poco dopo "Walking on sunshine" che Katrina and the Waves avevano da poco portato ai vertici delle charts inglesi, americane e soprattutto canadesi, con un sound, una ritmica e una linea melodica molto simili (anche perchè il produttore era lo stesso, Pat Collier).
Eddie Piller, ai tempi loro discografico, suppone sia una delle ragioni del mancato successo.
Il secondo album, più duro e meno prodotto passò inosservato e il gruppo si sciolse. La tastierista Fay Hallam si unì al'ex Prisoners Graham Day nei Prime Movers, il bassista Chris Blunt entrò nei Charlatans, gli altri due componenti si persero in avventure minori.
"Rhythm and soul" rimane tutt'ora un gioiello di grande freschezza che il tempo non ha minimamente scalfito.
SMOKE CITY - Flying away
Ebbe poca fortuna questa band inglese che riuscì a fare il botto nel 1997 con il trip hop in salsa brasiliana di Underwater love, contenuto nell'album d'esordio che vagava nelle stesse atmosfere ma parecchia sperimentazione.
Una sorta di bossa nova spaziale ed elettronica, molto cerebrale ed ossessiva e dai contorni originalissimi ed interessanti. Oltre alla hit riuscirono a bissare anche con la sensualissima Mr Gorgeous. La band, dopo un secondo discreto album si pwrse nella nebbia dell'oblìo mentre la vocalist Nina Miranda ha continuato collaborando con parecchi altri artisti tra cui Jah Wobble, Bebel Gilberto e Le Cirque du Soleil.
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Get Back
giovedì, novembre 26, 2015
Matthias Sindelar (che non si piegò mai)
Una storia di calcio ma che è soprattutto una storia di vita e di onore, come troppe altre, dimenticata.
Matthias Sindelar detto “Der Papierene”(Cartavelina) per il fisico molto esile e la raffinatezza del suo portamento e del suo gioco in tempi in cui spesso non si andava molto per il sottile sui rettangoli di gioco.
A lui viene attribuita la paternità del "tiro alla Corso" o "alla Maradona", la punizione a foglia morta, a giro.
Sindelar nasce nel 1903 a Kozlov, piccolo paese della Moravia, allora impero austro-ungarico), in una famiglia molto povera che ben presto si trasferisce in un sobborgo di Vienna.
Trascorre le giornate a giocare a pallone nei vicoli del suo quartiere fino a quando il padre muore combattendo nella Prima Guerra Mondiale e Matthias, come tanti altri suoi coetanei è costretto a lavorare per aiutare la famiglia.
Nonostante ciò viene notato da un osservatore e tesserato per l' Herta ASV di Vienna, con cui esordisce nel 1921 nel massimo campionato austriaco per poi passare all'Austria Vienna che resterà per sempre la sui unica squadra, diventando un idolo per i tifosi e rifiutando offerte economiche da club europei ben più blasonati.
Con la sua squadra vincerà 1 campionato, 5 Coppe d’Austria e 2 Mitropa Cup.
Nel 1926 esordisce con la nazionale austriaca, il Wunderteam di Hugo Meisl, una delle squadre più forti dell'epoca che umilia chiunque gli capiti a tiro con roboanti 5-0 alla Scozia, 8-2 all’Ungheria, 4-2 all’Italia, 6-0 alla Germania.
Tra il 1931 e il 1934 perde solo 2 partite su 28 disputate, segnando 99 gol.
Favoritissima ai Mondiali del 1934 viene eliminata dagli Azzurri in semifinale per 1-0, dopo una partita in cui l'arbitro chiude un po' di occhi a favore dell'Italia ( che DOVEVA vincere per compiacere Mussolini).
Il 12 Marzo 1938 la Germania nazista di Hitler annette l’Austria al Terzo Reich facendola diventare una provincia della Grande Germania con conseguente persecuzione di ebrei e oppositori di ogni genere.
Tra le prima vittime Michael Schwarz, presidente dell’Austria Vienna.
“Il nuovo führer dell’Austria Vienna ci ha proibito di salutarla, ma io vorrò sempre dirle ‘Buongiorno’ ogni volta che avrò la fortuna di incontrarla" gli si rivolge senza paura Sindelar in pubblico, incurante delle conseguenze.
Il 3 Aprile 1938 al Prater di Vienna si gioca la “Partita della Riunificazione”, un’amichevole contro la Germania, l'ultima per l'Austria nazione. Imprevedibilmente l'Austria non veste la tradizionale maglia bianca con i calzoncini neri, ma una maglia rossa con pantaloncini bianchi, colori della bandiera nazionale.
Sindelar prende in mano le redini della squadra, sbaglia appositamente, in segno di spregio un paio di gol già fatti, poi sigla l' 1-0 con facilità disarmante andando ad esultare in segno di sfida sotto il palco dei gerarchi nazisti, fornisce l’assist per il 2-0 di Sesta.
Alla fine le due squadre si allineano a centrocampo e salutano, con il braccio teso, le autorità.
Solo due rimangono con le braccia lungo i fianchi: Sindelar e il suo amico Karl Sesta.
Matthias non giocherà mai con la Germania, è austriaco, odia i nazisti, aiuta finanziariamente un gruppo di operai del quartiere dove era cresciuto, che si riunivano segretamente in funzione antinazista.
La Gestapo lo convoca, cerca di convincerlo prima con le buone, poi con le cattive.
Ma rifiuta orgogliosamente sia di giocare con gli occupanti, sia di lasciare il suo quartiere dove era cresciuto e dove tutto lo adoravano.
Assiste alla finale dei Mondiali di Parigi del 1938 (Grazie a Pozzo e Monzeglio che gli procurano un biglietto) e quando entra allo stadio i tifosi francesi che lo riconoscono intonano in suo onore la Marsigliese.
Il 23 Gennaio 1939 viene trovato morto nel suo appartamento con la sua compagna Camilla Castagnola, ebrea.
La Gestapo preleva i corpi e li fa subito cremare, derubricando la morte a "incidente o suicidio".
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Storie di calcio
mercoledì, novembre 25, 2015
Edward Hopper
Famoso per i suoi ritratti della solitudine nella vita americana contemporanea, spietati e poetici allo stesso modo, EDWARD HOPPER, è uno dei pittori più significativi del '900 con il suo stile diretto, algido, molto cinematografico.
Interessante come le sue opere abbiano influenzato anche alcuni musicisti e relativi album:
Il più famoso è sicuramente il live di Tom Waits del 1975 Nighthawks at the Diner, che prende il titolo proprio dal dipinto di Hopper.
Il tour del 1993 di Madonna prese alcuni spunti scenografici dallo stile del pittore mentre nel 2004 John Squire degli Stone Roses) incise un album concept, Marshall's House ispirato dai dipinti di Hopper che intitolavano anche ogni canzone del lavoro.
Anche i canadesi Weakerthans in Reunion Tour del 2007 inserirono due titoli "Sun in an Empty Room" e"Night Windows", presi direttamente dalle sue opere mentre troviamo diversi riferimenti anche in alcune canzoni degli Orchestral Manoeuvres in the Dark.
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Cultura 60's
martedì, novembre 24, 2015
Memories
Una canzone (di rara bellezza) poco conosciuta e considerata ma che ha avuto una storia molto particolare di reinterpretazioni e rivisitazioni.
Composta da Hugh Hopper (bassista di primaria importanza del Canterbury Sound, prima con i Soft machine, poi con Robert Wyatt, Isotope, in due brani in Madcap Luaghs di Syd Barrett, Carla Bley e con un'infinita carriera solista) comparve per la prima volta nel repertorio dei WILDE FLOWERS, band beat/psichedelica proto prog attiva tra il 1964 e il 1969 e che vide tra le sue fila una serie di grandissimi musicisti dallo stesso Hopper a Wyatt (alla voce)) ai fratelli Sinclair, futuri Caravan, il grande Kevin Ayers.
https://www.youtube.com/watch?v=RoWFBsivqFc
Il brano fu registrato nel 1967 anche dai SOFT MACHINE ma comparve solo nel 1972 nella raccolta di demo "Faces And Places Vol.7" (https://www.youtube.com/watch?v=9wHti_GY1V8)
dopo che era apparsa nell'album d'esordio "Banana Moon" di DAEVID ALLEN, futuro leader dei GONG, l'anno prima sempre cantata dall'amico di lunga data Robert Wyatt (anche alla chitarra e alla batteria).
https://www.youtube.com/watch?v=UlvsBgwn4m0
Lo stesso ROBERT WYATT la ripropone in un singolo solista del 1974 come B side della cover di "I'm a believer".
E' il ritorno sulle scene dopo il tragcio incidente che lo costringerà per sempre sulla sedia a rotelle.
Alla batteria c'è Nick Mason dei Pink Floyd con Richard Sinclair dei Caravan e Fred Frith degli Henry Cow (ma acnhe a fianco di Brian Eno, Arto Lindsay etc).
https://www.youtube.com/watch?v=R5gJhMdgo2c
La versione più curiosa e particolare è quella del 1982 su One Down dei MATERIAL di Bill Laswell e cantata da una sconosciuta e giovanissima Whitney Houston con il sax dell'immenso Archie Sheep.
https://www.youtube.com/watch?v=8xj4xGiXfW0
Più rock ma ugualmente riuscita quella del 2008 dei Mars Volta.
https://www.youtube.com/watch?v=fXj3OeO8D48
I know I cannot leave this place
full of memories
Things like the way they knew us
all over town
We used to walk the streets together
We could be seen
Past shops where people knew us
Yeah, people knew
I've got to choose between tomorrow
and yesterday
I can't stop to think about
my life, here today
Maybe I'll find someone to get you
off my mind
Take me away from here
and leave it, leave it all behind
Memories can hang you up and haunt you
all your life, you know
Get so you cannot stay
and yet cannot go
I could find out where she's gone
Today I feel so unhappy
Streets seem so empty now
I want you with me
lunedì, novembre 23, 2015
Captagon
E' ormai noto che i jihadisti dello Stato islamico e del Fronte Al Nusra usano il CAPTAGON, per inibire la paura durante le loro azioni e per rendere ancora più efferati e oltre ogni morale i loro crimini (allo scopo di intimorire la popolazione e gli oppositori).
Il Captagon è profarmaco stimolante conosciuto, utilizzato fino agli anni ‘80 come alternativa più blanda all’anfetamina per curare i disturbi da deficit dell’attenzione e iperattività, narcolessia e depressione. Una volta nell’organismo, viene scisso in tre: una parte rimane fenitillina, una parte di anfetamina, una parte di teofillina. Questa sostanza, dopo essere stata bandita, è ritornata in voga in Medio Oriente.
Sia la teofillina che le amfetamine sono degli stimolanti del sistema nervoso centrale e, perciò, il Captagon è uno stimolante particolarmente potente.
Tra i suoi effetti più comuni spiccano l’aumento della frequenza cardiaca, della temperatura corporea, della frequenza respiratoria e della pressione arteriosa; le sue prime assunzioni sono caratteristicamente dominate da una soppressione del senso della fame e del sonno, da un aumento della soglia di sopportazione della fatica e da una diminuita sensibilità al dolore.
Spesso assunta con la cocaina e al Viagra per facilitare lo stupro delle donne dei paesi conquistati inducendo uno stato di esaltazione mentale che porta a non avere alcuna remora a uccidere senza pietà.
Il blog (a cura di attivisti siriani anti Isis e anti Assad) http://www.raqqa-sl.com/en/ testimonia (dall'interno della Siria) come i militanti delll'Isis siano alla costante ricerca di stimolanti di ogni tipo sia per combattere che per fare continuamente sesso, sia con le "mogli" che con le schiave catturate.
Prodotta in passato nell’Europa dell’Est si è diffusa, attraverso Turchia, Libano e Siria, a tutta la Penisola Araba.
Nel 2011 i manifestanti delle primavere arabe confessavano di averlo ricevuto dagli organizzatori per alimentare le manifestazioni di piazza, nel 2013 i carabinieri italiani inviati in Libia ad addestrare i miliziani riscontrarono che di questi circa il 30% era dipendente da questa sostanza, i curdi hanno trovato spesso la sostanza nelle tasche dei militanti dell’ISIS uccisi a Kobane.
La polizia saudita ha recentemente sequestrato più di 28 tonnellate di hashish e di circa 22 milioni di pillole di anfetamine nel corso degli ultimi 12 mesi, i funzionari aeroportuali libanesi invece due tonnellate di Captagon, in attesa di essere caricati sull’aereo privato di un principe saudita (giusto per capire chi finanzia l'Isis....).
Il Captagon viene venduto a un prezzo che oscilla tra i cinque e i 20 dollari a pillola, procurando a chi gestisce il traffico milioni di dollari al mese, spesso impiegati per l’acquisto di armi ed esplosivi.
Il numero di pillole sequestrate negli ultimi anni ha subito una vera impennata.
Solo in Giordania nel 2009 ne sono state sequestrate 29 milioni, rispetto agli 11 del 2005.
Un trend confermato anche dalla polizia libanese che nel 2013 ha conteggiato sequestri per un totale di 11 tonnellate, sette in più dell’anno precedente.
Secondo la World Customs Organization, che monitora il traffico, solo una minima parte del Captagon prodotto in Siria riesce a essere bloccato prima che arrivi sul mercato dei Paesi arabi confinanti.
Il resto continua a finanziare gli attacchi terroristici con cui l’Isis minaccia le capitali europee.
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Drugs
domenica, novembre 22, 2015
Il vulcano più piccolo d'Italia
La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
I precedenti post:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo
Restiamo ancora in Italia e in Emilia, andando sulle colline di FORLI' al cospetto del VULCANO PIU' PICCOLO d'ITALIA (del mondo?).
In località Inferno sul Monte Busca emanazioni di idrocarburi gassosi a contatto con l'ossigeno dell'aria rimangono costantemente accese, dando vita ai fenomeni detti "fontane ardenti", ovvero un fuoco costante che dà vita ad uno spettacolo unico.
In mezzo ad un campo si possono vedere le fiamme uscire dal sottosuolo.
Il metano esce in una posizione diversa rispetto a quella naturale, nel 1939 fu costruita una condotta per il gas che, partendo dal luogo di uscita, arrivava sino alla strada provinciale, dove venne costruito un piccolo edificio in stile littorio, ancora visibile.
L'impianto venne inaugurato dallo stesso Mussolini.
Superati gli eventi bellici, l'impianto, caduto in disuso, lascia uscire però i gas nella posizione attuale. E' situato alla sommità di una collina in Comune di Tredozio, ma dominante Portico.
"Poscia da Portico un miglio discosto vedesi un luogo da gli habitatori del paese dimandato Inferno, ov'è la terra negra et ponderosa, nella quale vi è un buco largo da piedi 4 ov'esce una fiamma di fuoco, essendo accesa la terra con un solferino acceso et abbrucia ancora le legna verdi postevi et s'estingue con panni di lana gettativi sopra. Et quivi vicino ritrovasi assai medaglie d'oro argento e di metallo" (Leandro Alberti, 1588).
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La fine del mondo
sabato, novembre 21, 2015
AA.VV. - Andare in cascetta
Curiosa e accattivante l'idea di una serie di racconti con la MUSICASSETTA protagonista.
13 mini racconti, 13 storie scritte da 13 autori diversi e raccolti da Manuel Graziani e Maximiliano Bianchi in un libretto agile e veloce da leggere. Il tutto con un'altra caratteristica fondamentale a condire la gustosa pietanza letteraria: il rock n roll che spunta in ogni racconto, da quello realista a quello surreale.
Ci sono momenti riuscitissimi, altri meno convincenti ma la lettura è più che consigliata.
Un'iniziativa partita dal basso e che va assolutamente sostenuta.
Potete trovare il libro qua: http://www.manwell.it/andare_in_cascetta/
La cassetta è una scusa.
Una buona scusa che ha fatto affilare la penna a scrittori che flirtano con la musica e giornalisti musicali la cui scrittura emana odore letterario.
Questi tredici racconti abbarbicati nella narrativa, nell’introspezione e nella bio-fiction ci dicono tante cose. Ce le urlano in faccia con l’urgenza di un giovane punk senza un domani e ce le sussurrano all’orecchio alla maniera di un crooner attempato.
Tutti ci ricordano, quasi ammonendoci, che la traccia lasciata dalle cassette nelle sinapsi delle generazioni precedenti ai nativi digitali ancora fruscia e si srotola.
Manuel Graziani e Maximiliano Bianchi
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Libri
venerdì, novembre 20, 2015
Il calcio che (non) conta
Rubrica periodica che va a visitare i campionati meno seguiti e noti in giro per il mondo.
In precedenza se ne è parlato qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Il%20calcio%20che%20%28non%29%20conta
Inevitabile uno sguardo alle qualificazioni ai prossimi Europei del 2016.
Torna prepotentemente alla ribalta il calcio brit che, a parte la ormai cronica assenza della Scozia, porta Inghilterra, Galles e le due Irlande.
Anche da Est ritroviamo, oltre alla gradita sorpresa dell'Albania, un bel mazzo di squadre, dall'Ungheria alla Romania, Ucraina, Polonia, Russia, Croazia, Slovacchia, Rep. Ceca.
Interessante il ritorno dell'Austria e l'arrivo dell'Islanda, clamorosa l'assenza dell'Olanda.
La Turchia sempre più islamista stona in un contesto "europeo" ma qui si entra nella politica...
Rimanendo in Europa un primo sguardo ai campionati con il nostro molto incerto (Roma e Napoli favorite), quello inglese con il Chelsea flop e City e Arsenal a guidare la Premier League, quello spagnolo con i solito Barca e Real, il noiosissimo tedesco con solo il Bayern, l'altrettanto prevedibile francese con il PSG.
In Grecia domina l'Olympiacos a punteggio pieno (10 su 10) e +8 sul Panathinaikos, in Portogallo invece lo Sporting Lisbona.
In Olanda avanti di poco l' Ajax su Psv e Feyenoord.
In Russia alla grande il Cska con lo Zenit a -10 mentre in Turchia in testa il Besiktas su Fenebahce e Galatasaray e in Belgio Ostenda, Gent e Anderlecht a guidare.
In Ucraina Shakhtar e Dinamo Kiev appaiate a 34 punti.
In Bosnia se la stanno giocando Siroki Brijeg, Sloboda Tuzla e HSK Zrinjski, il Moldavia è il solito Sheriff Tiraspol dalla Trasnistria al vertice.
In Australia in testa i Brisbane Roar davanti al Sydney FC e al Melbourne Victory.
In Malawi, dove il campionato esiste dal 1986, i Big Bulletts sono sulla buona strada per confermare il titolo dello scorso anno dopo un dominio di quattro anni dei Silver Strikers, ormai staccatissismi.
Si gioca a calcio anche in Laos dove il Lao Toyota ha appena vinto il suo primo scudetto.
La nazionale intanto sta rimediando legnate ovunque nelle qualificazioni ai Mondiali del 2018, con un solo pareggio con Myanmar (dopo un 7-0 dal Libano e un 8-0 dalla Corea del Sud).
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Il calcio che (non) conta
giovedì, novembre 19, 2015
Bruce Foxton
La rubrica DARK SIDE OF THE SUN va alla scoperta di quei personaggi rimasti sempre nell'ombra di grandi artisti (talvolta parenti stretti) ma essenziali nella loro carriera senza godere mai delle luci della ribalta. Dopo Enrico Ciacci (fratello e chitarrista di Little Tony), Ian Stewart pianista fondatore dei Rolling Stones, Simon Townshend, fratello di Pete, il padre/manager di Paul Weller, John Weller, Marco Pirroni, da sempre nelle retrovie di alcuni tra i principali act della scena punk/new wave, Andy Summers, nomade della musica dagli anni 60 ad oggi, Pat Smear, dai Germs ai Nirvana ai Foo Fighters, l'attore Gianni Agus, Chris Spedding, Henry Padovani escluso dai Police poco prima dell'esplosione commerciale, oggi parliamo di BRUCE FOXTON, da sempre nelle retrovie con Jam, Stiff Little Figers, Casbah Club.
Le altre puntate qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Dark%20side%20of%20the%20sun
Una bella carriera in fondo se l'è fatta e più che dignitosa.
Sappiamo tutto degli anni con i JAM, più defilata la pur lunga (15 anni e 5 album) militanza con gli STIFF LITTLE FINGERS, poco considerati gli episodi solisti (i due album sono in effetti poca cosa).
Discutibile e parecchio la cover band From the Jam (di cui inizialmente ha fatto parte anche Rick Buckler con tanto di semi sosia di Weller alla voce e chitarra) anche se continua a macinare concerti sempre discretamente affollati.
Un album, dimenticabile, con i Casbah Band, supergruppo con Simon Townshend (fratello del Pete degli Who), il batterista Mark Brzezicki (Procol Harum, Big Country), il chitarrista Bruce Watson (Big Country).
La storia di BRUCE FOXTON ha sempre vissuto all'ombra di qualche grande o in un ruolo di scarsa considerazione.
Eppure occorre sottolineare un grande spessore tecnico e un estremo gusto come strumentista. Soprattutto con i Jam, ascoltando le registrazioni live, si evidenzia come il suo ruolo fosse determinante e il suo lavoro infaticabile e monumentale nel colorire le canzoni di Weller e nel riempire un set con soli tre strumenti.
Senza dimenticare il puntuale apporto vocale di costante contrappunto melodico e qualche composizione azzeccata.
Un talento che avrebbe forse meritato più gratificazioni.
In una recente intervista ha dichiarato a proposito dei Jam:
Siamo contenti di quello che stiamo facendo, così non c'è nessun bisogno di tornare insieme, solo per il gusto di farlo. In ogni caso, mai dire mai.
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Dark side of the sun
mercoledì, novembre 18, 2015
I Beatles bannati dalla Royal Albert Hall
Nel 1967 la direzione della Royal Albert Hall scrisse ai Beatles protestando per i “termini inconcepibili” usati nella canzone A day in the life tratta da Sgt peppers.
‘I read the news today oh boy
Four thousand holes in Blackburn, Lancashire
And though the holes were rather small
They had to count them all
Now they know how many holes it takes to fill the Albert Hall
I’d love to turn you on’
Il responsabile della Royal Albert Hall Ernest Follipar scrisse a Brian Epstein che riteneva che cantare di 4.000 buche nel teatro ne danneggiasse fortemente l’immagine !!!
John Lennon rispose per le rime e il teatro decise di bannare ogni esecuzione della canzone in questione nel teatro.
La lettera di protesta è datata 27 maggio 1967, qualche giorno prima dell’uscita ufficiale (a riprova che l’ascolto derivasse da un demo).
La risposta di John Lennon fu lapidaria, sarcastica e ricca , come sempre, di caustico humor “lennoniano” dicendo che “non cambieremo il testo perchè ci piace così com’è. E non chiederemo nemmeno scusa perchè ci vuole troppo tempo per andare a Blackburn dal nostro studio di Abbey Road” (vedi il testo di “A day in the life”).
Il 24 giugno il direttore rispose che all’unanimità il consiglio del teatro aveva deliberato che la canzone sarebbe stata bannata dall’esecuzione in lo oda parte di qualsiasi artista.
Nel 1989 i Minni Vanilli suonarono la canzone con Jeff Lynne e una giovanissima PJ harvey come ospiti ma nessuno disse niente....
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Beatles
martedì, novembre 17, 2015
Allen Toussaint
La recente scomparsa di ALLEN TOUSSAINT lascia un vuoto incolmabile nella black music.
Uno dei più grandi compositori, produttori, arrangiatori, autore di classici indimenticabili, di ottimi dischi solisti, collaboratore a piccoli gioielli della musica pop rock blues.
Di seguito una selezione delle sue eccellenze.
I brani di sua composizione (talvolta sotto pseudonimo):
Land of 1000 dances portata al successo da Wilson Pickett
Pain in my heart (originariamente Ruler in my heart per Irma Thomas) fu ripresa da Otis Redding e Rolling Stones
Fortune Teller, suonato da decine e decine di beat band dai 60's in poi tra cui Who, Rolling Stones, Nashville Teens, Hollies.
Lipstick Traces (on a Cigarette) diventata una hit per gli The O'Jays e ripresa anche da Ringo Starr e Alex Chilton.
Work work work ripresa dagli Artwoods
A certain girl suonata dagli Yardbirds e Warren Zevon
Ci sono anche Get out of my life woman (anche nel repertorio di Doors, Spirit, Leaves, Jerry Garcia Band) Do-Re-Mi, Ride Your pony (queste ultime due anche nel repertorio di Georgie Fame), Ya Ya (rifatta anche da John Lennon) per Lee Dorsey per il quale scrisse anche l'immortale Working on a coal mine (che in Italia venne reinterpreatta da Lola Falana e pure riarrangiata dai Devo).
Paul Weller in Studio 150 ha ripreso la sua Hercules.
Nella sua infinita attività produttiva vanno sottolineati gli arrangiamenti dei fiati per il live della BAND (di cui aveva già prodotto il precedente Cahoots" nel 1971) "Rock of Ages" del 1972, le collaborazioni con Dr. John, Solomon Burke, John Mayall
Nell'album prodotto nel 1974 delle LaBelle "Nightbirds" spicca il successo senza tempo di "Lady Marmalade".
Paul McCartney lo volle con lui a suonare il piano e ad arrangiare i fiati in "Venus and Mars" degli WINGS (registrato nel 1975 a New Orleans). Nello stesso anno pubblica il suo miglior album solista "Southern nights".
Da ricordare anche "The River in Reverse" con Elvis Costello del 2006 e la collaborazione con Willy De Ville in Victory Mixture del 1990 e la produzione degli album dei Meters.
lunedì, novembre 16, 2015
Moira Orfei
Con tutta l'avversione per il CIRCO con gi ANIMALI (sfruttati e imprigionati per il divertimento degli uomini) non voglio esimermi dal ricordare il personaggio MOIRA ORFEI (scomparsa ieri all'età di 84 anni) icona POP degli anni 60 e entrata con il suo aspetto eccessivo e trash nell'immaginario popolare soprattutto grazie ad un'acconciatura di capelli indimenticabile (fu Dino De Laurentiis a consigliarle di raccogliere i capelli in un turbante e a chiamarsi Moira. Il nome di battesimo era Miranda).
Figlia d’arte (suo padre Riccardo Orfei era un celebre clown mentre la madre Violetta Aratafu protagonista del mondo del circo), famosa per la sua prorompente bellezza mediterranea fondò Il circo di Moira Orfei nel 1960, facendo la cavallerizza, la trapezista, acrobata e addestratrice di diversi animali, dai leoni alle colombe.
Meno conosciuta l'attività cinematografica in ben quaranta film, tra cui ‘Casanova ’70’ insieme a Marcello Mastroianni (“Mastroianni mi ha fatto una corte fine, elegante”), ‘Profumo di donna' con Vittorio Gassmann, ‘Signore & signori’ di Pietro Germi, "Straziami ma di baci saziami" di Dino Risi ma soprattutto i peplum tra Maciste e Ursus (celebre la sua danza del ventre in Ursus nella valle dei leoni) e i film di cappa e spada di serie B.
Ha lavorato con Fellini, Gassman, Nino Manfredi, Tognazzi, Vianello, Totò.
Famosa la foto di Mario De Biasi nel ’53 a Milano mentre "marcia" senza paura contro uno stuolo di "maschi italiani".
«Ho lavorato con Mastroianni ed era un gran signore, Gassman uguale. Erano tutte persone perbene. L’unico che mi ha fatto un po’ di avance è stato Totò, che si era innamorato di me, e mi disse: “Se vieni sul letto con me, io ti accarezzo solo, non ti faccio niente, però ti regalo un appartamento...”. Eh... si era insomma sbilanciato, per cui mi chiesi che cosa potessi dirgli per non offenderlo. “Guardi, principe, se non fossi cosi´ innamorata di mio marito verrei subito con lei...” gli risposi».
«Chi critica la presenza di animali al circo vuole farsi solo pubblicità, perché chi ama gli animali li tiene con sé. Io adoro gli elefanti, hanno l’intelligenza di un bambino di quattro anni. Pensate che uno costa 160 mila euro, perché dovrei trattarlo male?».
Incise un 45 giri "Noi Zingari" nel 1974 (https://www.youtube.com/watch?v=h695iGP3rDA).
Con il Link Quartet incidemmo nel nostro primo 45 giro il brano "Moira" a lei dedicato (https://www.youtube.com/watch?v=sgmcGu82gNc)
domenica, novembre 15, 2015
Le Terme di Bacedasco
La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
I precedenti post:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo
Le terme di Bacedasco si trovano all'interno di un vastissimo parco naturale in provincia di Piacenza, dalle parti dello stupendo borgo medievale di Castell'Arquato. Le acque termali di Bacedasco erano conosciute fin dai tempi antichi: il termine 'Bacedasco' sarebbe di origine longobarda e significherebbe 'terra delle acque'. Le Terme dispongono di 10 sorgenti e 14 polle di fango sulfureo, particolarmente adatte per malattie reumoartropatiche, dell'apparato digerente, oro-faringeo e respiratorio, malattie della pelle, dei denti e del cavo orale, affezioni ginecologiche, cistiti e prostatiti, calcoli renali, malattie epatiche.
Nel 1874 vennero riconosciute le qualità terapeutiche delle acque termali di Bacedasco e nel 1900 vennero premiate all'Esposizione Universale di Parigi in quanto considerate tra le migliori d'Europa.
Negli anni '60 la struttura fu dotata di un trenino con stazioni e ferrovieri, diversi parchi giochi, bar, ristoranti e pizzerie, camminamenti nei boschi e un meraviglioso bosco di castagni.
Personalmente Bacedasco era un luogo da fiaba, una Disneyland piacentina in cui andavo spesso con i miei genitori.
Il tutto senza cemento, ma con padiglioni in legno a bassissimo impatto ambientale in un periodo in cui i lcemento colava in abbondanza ovunque.
Si svolgevano anche eventi e concerti per intrattenere i visitatori.
Tra i più mitici quello di Vasco Rossi del 6 giugno 1982 al pomeriggio alle 16 (prima e dopo l'orchestra di liscio La Dolce Emilia).
Pochi anni dopo il sito venne chiuso, riaperto verso la fine degli anni '80 ci fu un tentativo di ripartire con una parte del parco con una ristrutturazione e un ridimensionamento ma senza successo.
Quello che era il più grande parco termale d'Europa versa ora in stato di abbandono e non è visitabile.
Fonte: http://termedibacedasco.weebly.com/le-terme-di-bacedasco.html
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