Mi preme segnalare l'opera meritoria di JIMENEZ EDIZIONI che ha pensato di tradurre (grazie a Alessandro Besselva Averame) la recente autobiografia di SLY STONE "Thank You (Falettinme Be Mice Elf Agin)".
Spesso chi non è parente stretto dell'inglese si rammarica dell'impossibilità di leggere ottimi libri pubblicati solo in lingua originale.
L'invito è di approfittarne, il libro è davvero molto bello e importante.
Avevo recensito la versione americana lo scorso dicembre qui: https://tonyface.blogspot.com/2023/12/sly-stone-thank-you-falettinme-be-mice.html
La riporto sotto:
E' stimolante e affascinante scoprire cose nuove attraverso la lettura.
E' invece rassicurante, quanto gradevole, leggere di argomenti abbondantemente conosciuti, a cui si aggiungono particolari inediti ad arricchire la passione per il soggetto.
In questo senso l'autobiografia (al momento solo in inglese) di SLY STONE non aggiunge rivelazioni sorprendenti a quanto già gli appassionati del personaggio conoscono ma l'ironia e il disincanto con cui Sly narra la sua straordinaria storia umana e artistica, rende il libro (pubblicato, primo titolo in assoluto, dalla casa editrice di Questlove) divertente, irresistibile, pulsante.
Sly and the Family Stone sono un pezzo preziosissimo ed essenziale in tutta la storia della musica pop/rock/black, con all'attivo alcuni album di grandissimo pregio e un discreto numero di capolavori.
"Sly and the Family Stone avevano un concept. Bianchi e neri insieme, donne e uomini e le donne non erano solo cantanti ma suonavano gli strumenti".
Il libro è stato “created in collaboration” con Sly dallo scrittore Ben Greeman (e l'ex fidanzata di Sly, Arlene Hirschkowitz) che ha presumibilmente messo insieme una serie di dati già conosciuti e le parole (probabilmente un po' confuse e concise - vedi la pagina finale del libro con mini intervista con risposte a monosillabi -) estrapolate da qualche chiacchierata con il protagonista.
Sly non si tira indietro nel descrivere il lungo periodo nell'abisso di cocaina, crack e altre sostanze anche se, ovviamente, si trattiene parecchio, confutando spesso quanto invece spiattellato da ex collaboratori e amici nel libro di Joel Selvin, "Sly & the Family Stone: An Oral History" (https://tonyface.blogspot.com/2023/01/joel-selvin-sly-family-stone-oral.html).
Anche il declino artistico (con sporadici ritorni, spesso confusi e non di rado poco dignitosi) è affrontato con parole malinconiche e remissive, mentre si accavallano racconti relativi alla dipendenza e alle problematiche "familiari".
"Drugs were still around but they didn't dominate"
v
I fan più hardcore di Sly troveranno solo piccole aggiunte a una storia già conosciuta, i neofiti invece un ottimo mezzo per approfondire una vicenda artistica inimitabile.
"La cosa divertente era che alcuni bianchi pensavano che fossimo troppo militanti. Dove ci schieravamo veramente? Da qualche parte nel mezzo, che era il posto migliore dove stare se volevi continuare a trovare soluzioni.
Se eri lontano, da una parte o dall’altra, eri una minaccia e le minacce venivano eliminate.
Quel pensiero mi ha portato a trascorrere più tempo a casa di quanto avrei altrimenti potuto.
E per quanto riguarda cambiare la direzione band, anche se me lo avessero chiesto, non lo avrei fatto. Il punto era proprio questo, elevarsi al di sopra di tutto ciò. Le divisioni erano sottrazioni."<BR>
"Mi sentivo incompleto senza uno strumento o sarebbe meglio dire che mi sentivo completo solo con uno strumento".
"Quando facevo il DJ alla KSOL alcuni ascoltatori pensavano che in una radio Rhythm and blues non si doveva sentire musica bianca. Ma era una cosa senza senso per me. La musica non ha colore".
Sly Stone
Thank You (Falettinme Be Mice Elf Agin)
Jimenez Edizioni
290 pagine
22 euro
giovedì, giugno 13, 2024
Sly Stone - Thank You (Falettinme Be Mice Elf Agin)
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