lunedì, gennaio 31, 2022

Gennaio 2022. Il meglio del mese


Parte bene l'anno con Miles Kane, Elvis Costello e Diasonics
Mentre tra gli italiani White Seed, Tin Woodman, Alternative Station, Massimo Zamboni e Path


MILES KANE - Change the show
"Per me la scena mod è uno stile di vita; la gang cui ho avuto l’esigenza di appartenere per capire chi fossi; le radici cui torno sempre, immancabilmente, perché sono parte di ciò che sono".
Miles Kane torna con un lavoro eccellente per chi ama certi suoni.
Tanto soul (e anche northern soul), pop beat chitarristico, riferimenti Beatlesiani, belle canzoni, divertenti, energiche, arrangiate con gusto, suoni perfetti.
Un gioiello che splende!

ELVIS COSTELLO - The boy named if
32° album e in mezzo mille cambiamenti, sterzate, sperimentazioni ma un filo rosso di immediata riconoscibilità compositiva che ne fa uno dei migliori musicisti contemporanei. "The boy named If" è un album ruvido, rock 'n' roll, pub rock ma con una classe comune a pochi.
"Curioso" che l'album parta con un brano che poteva stare nel primo o secondo album dei Beatles e si chiuda con uno che se fosse stato nel primo John Lennon solista sarebbe stato perfetto.

WHITE SEED - Psychomania
Un viaggio ultra psichedelico blues punk tra 60's e 70's a cura di White Seed (con ospite Manlio Tenaglia, ex Hermits). Dalla psichedelia più oscura, bizzara, weird e sperimentale allo Screamin' Jay Hawkins malefico e grottesco, il 60's garage beat abrasivo e acido, la CASSETTA è un vero e proprio gioiello di grande originalità e personalità.

POISON BOYS - Don’t You Turn On Me
La New York della metà dei 70 rivive nella verve rock 'n' roll proto punk della band di Chicago, che mette insieme New York Dolls, Dictators, Dead Boys, una bella dose di glam, gli immancabili Stooges, Johnny Thunders, i Cult di "Love" e i troppo spesso dimenticati Slaughter and the Dogs. Poco o niente di originale ma puro e semplice assalto sonoro di grande qualità e immediata riconoscibilità. E' sufficiente.

DIAMOND DOGS - Slap Bang Blue Rendez Vous
La band svedese riporta in alto i fasti del rock 'n' roll stradaiolo glam dei 70, smaccatamente Rolling Stones con ampie dosi di Humble Pie, Faces, primi Aerosmith, Slade. Un doppio con 24 brani finisce per essere però ripetitivo e alla fine troppo lungo. Ma per gli appassionati del genere c'é di che goderne.

DEEP PURPLE - Turning to crime
Si divertono e soprattutto divertono noi con questo album di cover. Soprattutto nella scelta dei brani, dai Love a Mitch Ryder, Cream, Bob Seger e addirittura spezzoni di Booker T, Jeff Beck Gropu, Allman Brothers Band. Inutile dire che il tutto è suonato a livelli stratosferici. Belle le interpretazioni, davvero gustoso da ascoltare.

POLITE SOCIETY - s/t
Originale e complesso lavoro per la band canadese che spazia tra psichedelia, primo prog, proto hard, con le più disparate influenze a cavallo tra 60s e 70's, un pizzico di Canterbury Sound e grande perizia tecnica.
Bravissimi, energici, cool.

DIASONICS - Origin of Forms
La band russa definisce il suo sound strumentale come Hussar Funk.
Un groove che attinge dai classici mood funk e cinematici, tra 60's e 70's ma inserisce elementi ipnotici, presi dalla tradizione folk dell'est europeo, con sguardi all'oriente ex sovietico. I suoni sono minimali, analogici, crudi, "antichi", particolari.
Originale e affascinante.

GERRY BRIGHT & THE STOKERS - Stand Up!
Grande groove dalla band francese che si tuffa nel garage 60's più ruvido con affinità ai primi Prisoners, super tiro rock 'n' roll, retaggio wild rhythm and blues, canzoni più che ottime.

STRANGE COLOURS - Future's almost over
Dalle ceneri dei Deadly Snakes una bordata di puro e semplice garage punk, duro, diretto, gracchiante, potente, con organo, ritmiche impetuose, voce distorta. Scontato ma funziona.

DAVID BOWIE - Toy
Una serie di incisioni del 2000 per un album "sorpresa" che non andò mai in porto. Bowie e la sua band riregistarono una serie di brani degli anni 60 dello stesso Bowie (una specie di "Pin Ups" personale) ridando vita, modernità e vigore a episodi del suo primo periodo mod/freakbeat. Band impeccabile e in gran forma, ottimi arrangiamenti, voce spaziale. "Toy" non aggiunge nulla alla grandezza di Bowie, un compendio comunque interessante.

DREAM SYNDICATE - What can I say? No regrets...
Ristampa dell'album "Out of the grey" del 1986, spesso considerato minore e anomalo, soprattutto a causa di un sound iper prodotto, poco consono al gusto garage della band di Steve Wynn. A distanza suona invece più che bene e ispirato (nonostante i recenti stravolgimenti di line up). ina ggiunta un ruvido live in cui la band si presenta al meglio e un terzo (inutile) Cd di demo e prove in studio, pertinenza esclusiva dei fan più scatenati.

CAT POWER -Covers
La cantautrice prosegue la sua usanza di affidarsi periodicamente a un album di cover, scelte sempre con cura e in qualche modo sorpendenti: da Jackson Brown a Nick Cave, Lana Del Rey, Billie Holiday, Iggy Pop, Frank Ocean, The Replacements. Intensità, personalità, originalità.

MASSIMO ZAMBONI – La mia patria attuale
Il retaggio artistico e culturale di Zamboni (CCCP, CSI, una lunga carriera solista e di apprezzato scrittore, compositore, chitarrista) è immenso, per la portata valoriale di cui è stato ed è protagonista. Il nuovo album è una lucida riflessione sulla complessa (e distopica per certi versi) situazione attuale. Aiutato sia nella produzione che nell’apporto strumentale da Alessandro “Asso” Stefana, storico chitarrista di Vinicio Capossela (e collaboratore di PJ Harvey) e una serie di altri valenti musicisti, nel nuovo album si muove agevolmente tra la migliore canzone d’autore italiana (da De Andrè a Guccini) ma non disdegna sperimentazione e richiami alle esperienze degli anni 80 e 90. Come sempre livello altissimo.

FEDERICO FIUMANI - Confidenziale 2021
Veterano della scena new wave, Fiumani torna con un live tratto dal suo abituale tour in semiacustico con la sua voce e una chitarra elettrica, il basso di Luca Cantasano e una batteria elettronica. I 22 brani raccolgono il meglio della sua produzione e un’intensa cover di See No Evil degli amati Television. Ennesima testimonianza di quello che è un vero e proprio monumento della canzone d’autore italiana.

LE LANTERNE ROSSE - Non puoi restare / Paura del buio Sembra arrivare dai Sixties italiani più profondi questo nuovo 45 giri de Le Lanterne Rosse. Ci sono i Rokes, un'abbondante dose di psichedelia e tanto groove jingle jangle. Due brani deliziosi e travolgenti.

TIN WOODMAN - Songs for eternal lovers
Il duo bresciano fa convergere nelle dodici canzoni del nuovo album psichedelia, pop rock inglese, folate prog, brit pop, indie rock, dissonanze ma soprattutto inventiva, versatilità, originalità, belle canzoni, un livello compositivo ed esecutivo di respiro internazionale. Eccellente.

ALTERNATIVE STATION - Alabaster
Nuovo lavoro per la band riminese, un ep di cinque brani, tirati e abrasivi ma che si caratterizzano per un gusto melodico di sapore brit pop. Molteplici le influenze che assimilano Arctic Monkeys, Strokes, Franz Ferdinand, primissimi Cure, Fontaines D.C. Grande maturità espressiva e compositiva, brani che rasentano l'eccellenza.

PATH - Mono/Stereo
Sesto album per il cantautore di Anguillara Sabazia, quasi alle porte di Roma. Otto brani di intensa grana rock, con un'attitudine combat folk, tra Billy Bragg e Willie Nile, lo Springsteen di "Nebraska", una pausa funk, un'anima che attinge dal Dylan blues. Anima, passione e personalità.

ASCOLTATO ANCHE:
THE DODOS (ottavo album, tra melodie di gusto 60's, Coldplay, gusto per orchestrazioni sperimentali), SECRET NIGHT GANG (jazz fusion funk di buona qualità), BORED SHORTS (australiani con un gusto chitarristico 80's e melodie 60's. Niente di che), BLACK COUNTRY, NEW ROAD (molto incensati dalla critica, lontanissimi dai miei gusti), FLORETS (buon pop psichedelico dall'Australia)

LETTO

LUCA FRAZZI - Sniffando colla
Luca Frazzi, profondo e diretto conoscitore di questo mondo sotterraneo, di cui è stato più volte protagonista con diverse sue pubblicazioni, si è preso la briga di selezionare (su un migliaio) 50 FANZINE ITALIANE (a cui ne ha aggiunte altrettante, "le altre cinquanta"), rappresentative di un mondo conosciuto solo ai cultori ma che, non raramente, raggiungevano tirature dalle 500 alle 1000 e anche più copie.
Da "Punkadelic" (sette numeri tra il 76 e il 77 che traducevano articoli dai giornali inglesi, stampati in 10 copie, da sempre irreperibili) a "Road to Ruin" che di numeri ne stampò 120 (!!), il seminale "Red's Ronnie Bazar", la più professionale "Sottoterra", la "bibbia" del primo hardcore "TVOR", la mia "Faces".
Un salto in un "piccolo mondo antico", pieno di passione, energia, cultura. Il libro è allegato al nuovo numero di "Rumore".

MARCO DENTI - Neil Young. Walk like a giant
Marco Denti, maestro del giornalismo musicale nostrano, nuota agevolmente in una materia a lui cara come la storia discografica di NEIL YOUNG.
In questo libro analizza testi e contenuti artistici di una cinquantina di album, con scrupolo, tanta poesia e capacità di sapere cogliere particolari apparentemente secondari ma decisivi alla comprensione dell'opera del Nostro.
Indispensabile per i fan ma utilissimo per chi, come il sottoscritto, non è mai stato un cultore del cantautore canadese, e che, sarà banale ma inevitabile, non resiste, leggendo queste pagine, alla voglia di andarsi a riascoltare questo o quel disco.
Cercando di cogliere ciò che dice l'ultima frase a conclusione del libro: "Neil Young non lo ascolti, lo senti". (Rick L. Snyder)
"L'uomo è irrequieto, precorre i tempi e non ha paura a guardare nel buio" (riferito ad Harvest) è una perfetta definizione per incorniciare Neil Young.
Senza dimenticare una perla come:
"Di solito la prima take è la migliore, se sei pronto.
Se non sei pronto, allora non dovresti essere lì".

PIERO VERNI - Il sorriso e la saggezza
Il Dalai Lama (Tenzin Gyatso) è una della figure più discusse degli ultimi decenni.
Guida spirituale e referente sempre più politico (a seguito della sanguinosa invasione e successiva oppressiva occupazione cinese nel 1959) del popolo Tibetano.
Da anni combatte una battaglia all'insegna del pacifismo, alla ricerca di soluzioni condivise con la dirigenza cinese (che le ha sempre respinte), che consentano al TIBET una maggiore autonomia, avendo abbandonato da tempo ogni ipotesi indipendentista.
Troppo potente (soprattutto commercialmente ed economicamente) la Cina per potere trovare validi alleati, se non con deboli appoggi formali e pavide dichiarazioni di intenti.
"Il Tibet non faceva notizia.
Inoltre nell'agone politico non c'era simpatia per quel pugno di montanari un po' ignoranti, ancorati testardamente alle loro "superstizioni medievali" che non affascinavano di certo né l'Occidente capitalista tutto preso nel decollo accelerato dei miti della società del benessere e del consumo, né tantomeno il mondo comunista ancora schierato a difesa della Cina Popolare.
Per gli uni e per gli altri, Dalai Lama e Tibetani erano un fastidioso residuo, un ingombrante peso sulla via del cambiamento.
Piero Verni (giornalista, scrittore, studioso del popolo Tibetano) evita il rischio dell'agiografia e si addentra invece in una storia precisa e accurata delle vicende storiche e politiche del Tibet durante la vita del Dalai Lama, con date, nomi, fatti, aggiungendo la storia del "Tetto del Mondo" (vittima frequente di invasioni: mongoli, cinesi, nepalesi, inglesi), gli aspetti culturali e religiosi, le dichiarazioni dello stesso Dalai Lama che ha avuto l'opportunità di seguire e intervistare più volte, la triste e tragica conta delle immolazioni di centinaia di persone che si sono date fuoco per attirare l'attenzione sulla tragedia in corso.
Un lavoro completo e onesto che riesce a dare una visione lucida sulla questione, al di fuori da posizioni ideologiche.

LUCIO MAZZI - Just like a woman
Lucio Mazzi ha una lunga carriera di scrittore in ambito musicale con decine di libri dal 1991 ad oggi.
Il nuovo lavoro affronta una tematica non facile a causa della sua ampiezza e dell'opinabilità delle scelte e dello spazio dedicato ai vari capitoli.
Il numero delle protagoniste del rock e del pop è incalcolabile.
Lo sottolinea lo stesso autore:
troppi sono i nomi realmente impossibili da incasellare in questo o quel genere musicale, quindi la preghiera è di non stare a guardare troppo per il sottile se VOI avreste messo quel tal nome in un altro capitolo rispetto a dove l‟ho sistemato IO: è tutto arbitrario e quindi legittimo, ricordiamo sempre che sono più importanti loro, la loro vita e il loro lavoro, delle etichette che vogliamo appiccicarvi.
Scorrono così le donne del blues e quelle del soul, le star dei 60's, quelle del country, del punk, della new wave, della disco e un po' di Italia sparsa.
Interessante ed encomiabile lo sforzo.

FEDERICO SCARIONI / OMAR PEDRINI - Dentro un viaggio senza vento
Viaggio senza vento dei TIMORIA, pubblicato nel 1993, disco d’oro, è diventato un classico della music pop rock italiana.
Omar Pedrini, principale compositore di quel concept e grande personaggio, ripercorre, aiutato da Federico Scarioni, gli avvenimenti che lo hanno ispirato, con molti aneddoti, pochi peli sulla lingua, linguaggio sincero, onesto, diretto.
Tra entusiasmo e antiche ferite.
Il tutto ambientato nella data milanese del tour commemorativo del 2019, corredato da foto e note accurate.
Ovviamente indispensabile per i fan della band.

VISTO

Basically, Johnny Moped di Fred Burns
La carriera d(e)i JOHNNY MOPED non è stata delle più fulgide né quella più ricordata e rimpianta in ambito punk rock.
Anche se ne sono stati tra i pionieri, attivi tra il 76 e il 78, nel giro londinese con un mix di punk, pub rock, rock 'n' roll sguaiato.
Una manciata di singoli, un discreto album, la partecipazione alla compilation Live at the Roxy WC2 (con Buzzcocks, Adverts, X Ray Spex, Wire, Eater, Slaughter and the Dogs), lo scioglimento, qualche reunion, nuovi dischi, l'oblìo.
Fred Burns (figlio di Captain Sensible dei Damned) ne ricostruisce la traballante e strampalata storia in un'oretta di doc, uscito nel 2013 e ora in onda su Netflix, in cui coinvolge il padre, Chrissie Hynde (entrambi passati nella band), Shane McGowan, Don Letts e i membri del gruppo.
Uno spezzone curioso, a tratti un po' imbarazzante, di un'epoca, uno dei migliaia di tasselli che ormai saltano fuori a ripetizione per unirsi a un mosaico ormai totalmente noto, saccheggiato, esaurito che è stato il primo punk rock.
Male non fa e alla fine può essere divertente.
Sicuramente non essenziale.

COSE VARIE
° Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it (per cui curo ogni settimana un TG video musicale - vedi pagina FB https://www.facebook.com/RadiocoopTV/).
° Ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà"
° Ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
° Ogni sabato un video con aggiornamenti musicali sul portale https://www.facebook.com/goodmorninggenova
° Nel sito www.goodmorninggenova.org curo settimanalmente una rubrica di calcio "minore".
° Periodicamente su "Il Manifesto" e "Vinile".

IN CANTIERE
E' uscito in tutte le librerie il libro "Soul. La musica dell'anima" per Diarkos.
Qui i dettagli: https://tonyface.blogspot.com/2022/01/antonio-bacciocchi-soul-la-musica.html
Tra un po' di nuovo in pista i Not Moving LTD

Il 12 febbraio alle ore 19 la presentazione del libro "Soul" al Circolo Belleri di Piacenza, Corso Vittorio Emanuele II 299.


Per DIARKOS/Rusconi il mio nuovo libro Soul. La musica dell'anima.
Dagli albori al nu soul, attraverso i nomi più importanti, le contaminazioni, le realtà meno conosciute, un viaggio attraverso la STORIA della SOUL MUSIC.
Si parla anche di soul in Italia, soul in Africa, psychedelic soul, soul punk, Go Go sound, Philly sound, Northern soul, discomusic, soul e politica e tanto altro.
Prefazione di Graziano Uliani e Carlo Babando.

«Bacciocchi ha da sempre scritto di musica utilizzando la prospettiva ampia di chi ne cerca i riflessi negli occhi degli uomini e delle donne.
Di qualsiasi colore, di qualsiasi tempo».
(Carlo Babando)

«Noi, che pensavamo solo alla musica, capimmo che il soul era un’altra cosa.
Era un modo di vivere».
(Graziano Uliani)

2 commenti:

  1. MASSIMO ZAMBONI – La mia patria attuale: lo sto ascoltando in questi giorni, un album notevole che mi sta permeando. Aggiungo come riferimento alcuni passaggi alla "Battiato" ed è un grande onore ed omaggio in "Nove ore".Ciao.

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