mercoledì, febbraio 25, 2009
Ronde Nucleari
I francesi hanno bisogno di esportare il nucleare.
Gli costa di più di quanto rende.
Nonostante lo usino anche a scopi militari.
E' un business per il nuovo Terzo Mondo.
Quello che va a petrolio e a discariche tossiche.
Che non ha un piano nazionale per le energie rinnovabili.
Che deve ancora smaltire le scorie radioattive di Caorso.
Un Terzo Mondo in cui la voce dei cittadini contro il nucleare espressa in un referendum non conta nulla.
l'Italia è il Terzo Mondo ideale per il nucleare.
No allo psiconuke.
Si alla vita.
(Beppe Grillo)
Vediamo cosa diranno i sostenitori del neoduce quando gli costruiranno una bella centrale dietro casa....
ps: in questo (S)FASCIO partono in questi giorni le ronde di "volontari" (a Trieste ce n'è una intitolata al gerarca fascista Ettore Muti), così ci sentiamo più sicuri e magari daranno anche una mano ai militari e alle forze dell' "ordine" quando un domani qualcuno si opporrà alla centrale nel proprio territorio o , ad esempio, alla Torino-Lione che, sempre il "nostro" Conducator , ha annunciato che si terminerà in breve tempo.
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che palle che siete, apro i miei bloggers quotidiani e cosa trovo? tu e quell'altro mio amico http://tarkus-magicmac.blogspot.com/ siete vecchi... il nucleare è pulito e sicuro. sono sicuro di quello che dico, l'ho visto in televisione, mi hanno tranquillizzato tutti.
RispondiEliminail pdl è d'accordo, ed anche il nuovo pd, ah a proposito, vi do una antepima: il nuovo segretario del pd sarà guzzanti, paolo guzzanti ovviamente! mica per niente è uscito dal pdl...
in usa la nuova presidenza sta pensando alla conversione dal nucleare alle fonti rinnovabili, che idioti.
a dopo F
Non per niente gli americani hanno eletto un abbronzato...che gente...
RispondiEliminaFighissimo il blog Tarkus !
no al nucleare e stop !!!!
RispondiEliminaLa prima pietra sarà posata entro il 2013. Entro la fine della legislatura. Dove è ancora tutto da decidere. Ci sono varie possibilità, ma nessuna concreta. Spiega il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola: «Per la scelta dei siti della quattro centrali nucleari nel disegno di legge noi stabiliremo i criteri, poi le imprese e i territori decideranno».
RispondiEliminaIn realtà le opzioni in campo non sono molte anche se si sono fatti molti nomi: Sicilia, Sardegna, Puglia. In verità, al momento, in campo ci sono i vecchi siti. Scajola l’ha spiegato. «Ricordo che quando ci fu il referendum del 1987 nei territori dove le centrali erano in costruzione vinsero i sì».
Perché tornare a Trino Vercellese, Latina, Garigliano e Caorso (in provincia di Piacenza)? In primo luogo per motivi di ordine pubblico. La popolazione locale è già abituata a vivere con una centrale nucleare, anche se dismessa ma potenzialmente radioattiva, accanto. Questo implicherebbe anche un certo risparmio in termini di costi. Le società chiamate a costruire i nuovi siti risparmierebbero quanto meno in termini di compensazioni territoriali. Non per la realizzazione della struttura. I vecchi siti sono inutilizzabili. Costruire accanto si può. Ad esempio l’Enel ha valutato da tempo la possibilità di riattivare il sito di Caorso a Piacenza. Più di un sondaggio è stato fatto nei mesi passati, da quando cioè Scajola aveva apertamente detto di voler tornare all’atomo.
Se l’individuazione dei siti è ancora in fase embrionale sono già arrivati i primi «no». La Puglia per esempio, tirata in ballo, ha già fatto conoscere la propria indisponibilità. «Non vogliamo il nucleare – ha scritto in una nota - l’assessore regionale all'ambiente della Puglia, Michele Losappio -. La Puglia lo ha dichiarato nel suo piano energetico ambientale denunciando l’incompatibilità della fonte nucleare con le scelte che compie in materia di energia.
Anche la Toscanaha fatto un passo indietro. «Personalmente sono contrario a una centrale nucleare nella mia Regione, ma il mio mandato scade nel 2010 e la decisione toccherà a chi verrà dopo di me» ha detto Claudio Martini, presidente della regione. No anche dal Lazio. «Il presidente Marrazzo – si legge in una nota - ha bocciato senza mezzi termini la scelta del governo Berlusconi di ricacciare il paese nel medioevo nucleare. neppure un metro del territorio della nostra regione sarà disponibile per realizzare centrali nucleari».
Ache il Piemonte si sfila. «Non lo vogliamo» afferma la presidente della Regione, Mercedes Bresso, ricordando che il
Piemonte ha scelto di puntare sulle energie rinnovabili, investendo 300 milioni di euro fino al 2013. «Il nostro no al nucleare - sottolinea Bresso - riguarda anche lo scenario economico, non solo quello ambientale. Il Piemonte ha iniziato un cammino nella direzione delle energie rinnovabili un anno fa, producendo così opportunità di lavoro e miglioramento della qualità del territorio».
«Quanto ai presunti risparmi del nucleare - osserva - c'è qualcuno che fa male i conti. Se ai costi di produzione si aggiungono quelli per lo smantellamento e le spese per i controlli che andranno garantiti per un certo numero di secoli, si vede subito che la convenienza non c'è. Anzi, si trasferiscono alle generazioni future costi enormi e rischi gravi».
Una centrale nucleare nel Ragusano? «No, grazie» ha risposto il sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia, commentando le voci secondo cui la sua provincia sarebbe tra le 34 località presenti in un elenco di possibili siti. «Ecco un altro regalo del governo Berlusconi - dicono il sindaco e il suo vice Giovanni Caruano -: dopo avere cancellato la serricoltura dall'agenda politica e dopo avere tagliato i finanziamenti per le strade e le autostrade siciliane, ci offre un altro sgraditissimo dono in una zona ad altissima
valenza turistica e a rischio sismico».
Chi invece la vorrebbe è il ministro delle Politiche comunitarie Andrea Ronchi. «Lo dico da cittadino, spero che una centrale la costruiscano sotto casa mia. Io ho una figlia e spero di avere un giorno dei nipoti», ha aggiunto il ministro, «ma questa Italia che dice meglio altrove è un'Italia vecchia, è un'Italia che non ci piace, un'Italia che non vuol bene all'Italia». Va detto che Ronchi abita a Roma in piazza Re di Roma e che quindi sarebbe impossibile costruire una centrale lì, detto questo, la presa di posizione è chiara.
Chi non la vorrebbe vedere in nessun posto invece sono gli Ecodem, gli ecologisti del partito democratico. Che sono tornati sull’accordo italo francese. Servirebbe più «serietà e competenza» nell'informare su costi e benefici del nucleare , si legge in una nota. In primo luogo non è vero che sci saranno minori scorie: «Le quattro nuove centrali nucleari da 1,6 GW a tecnologia francese, da costruire nella penisola, la prima delle quali (secondo l'accordo) da ultimare entro il 2020, non produrranno meno scorie: questi impianti di III generazione consumano infatti oltre 30 tonnellate di uranio arricchito all'anno che inevitabilmente generano rifiuti radioattivi».
Secondo, la quota di produzione: «È stato affermato che le quattro centrali produrranno a regime il 25 per cento del consumo nazionale: un dato assolutamente falso. Infatti quattro centrali da 1,6 GW potranno al massimo produrre 45 TWh che oggi rappresentano solo il 13 per cento del consumo nazionale».
Terzo, la necessità di avere una maggiore produzione di elettricità: «Non è assolutamente vero che l'Italia importa una grande quantità di energia elettrica dall'estero, per lo più dal nucleare francese: dall'estero importiamo solo il 12,5 per cento dell'energia, e il dato interessante è che ben l'80 per cento di quell'energia è prodotta da fonti rinnovabili, e non dal nucleare».
Quarto, la spesa: «Le cifre stimate per l'analoga centrale finlandese in costruzione sono raddoppiate rispetto alle previsioni. Occorrono 20 miliardi di euro per quattro centrali, 5 ad impianto. Si tratta di numeri enormi che segnalano la necessità di reperire anche risorse private non ancora identificate. Elementi che evidenziano indubbiamente la non convenienza di questo accordo che si ripercuoterà inevitabilmente sulle tasche dei contribuenti».
Ma conviene proprio tornare al nucleare?
Unita.it
Ronda su Ronda il male ci porteràààà alla deriva in balìa di un Paese bizzarro fascista...
RispondiElimina(sull'aria di Onda su Onda, di Paolo conte)
Morte ai fanatici ambientalisti
RispondiEliminadi DARIO FO
PROPRIO ieri 24 febbraio il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha presentato a camere riunite il suo progetto riguardo la produzione di energia e ha specificato che la produzione sarà pulita e rinnovabile. Inoltre, ha annunciato la quota di denaro che lo Stato americano ha intenzione di stanziare a cominciare da subito. Ha aggiunto: "Il nostro primo obiettivo è quello di riuscire ad abbattere drasticamente l'inquinamento atmosferico e l'effetto serra".
Il giorno stesso, a Roma, il nostro primo ministro Berlusconi firmava un accordo per attuare nel nostro paese l'impianto di ben quattro centrali nucleari di terza generazione, e non ha assolutamente parlato dei problemi di riscaldamento globale. Segnaliamo a questo proposito che l'inquinamento della città di Milano per ben 35 giorni sui 55 dall'inizio dell'anno ha superato il livello di inquinamento atmosferico, raggiungendo i 171 microgrammi di polveri sottili, contro i 50 del limite europeo. Ma il Governo italiano e il Comune di Milano non fanno una piega.
Tornando al nucleare, Berlusconi ci dà notizia dell'avvenuto accordo sfoderando un sorriso compiaciuto. E aggiunge che finalmente si è "abbattuto il fanatismo ecologico di una parte politica che già vent'anni fa ci aveva impedito di terminare la costruzione di due nuove centrali". Quindi si torna al nucleare? Ma come, ci siamo battuti tanto, il 70% degli italiani nel referendum sulle centrali ha votato contro, e lui ci definisce in massa fanatici dell'ecologia? E specifica che quello nucleare è un metodo ormai controllabile e sicuro. Ma come sicuro? Silvio, ti sei scordato che non più tardi dell'anno scorso in Francia succedeva un disastro: dall'impianto nucleare più importante della nazione, fuoriuscivano scorie tossiche che colpivano dieci operai. "Ma, calma!" dice il ministro francese, "degli operai sono stati colpiti dalle esalazioni, è vero, ma solo leggermente". Cosa significa "leggermente"? Significa che i danni procurati alla salute di quei dipendenti sono insignificanti: gli son diventati i capelli un po' azzurri, gli occhi fluorescenti e la pelle leggermente squamata. Qualcuno ha anche le branchie, ma gli stanno bene.
Ma io mi chiedo, questo nostro presidente è disinformato naturale o ha studiato per diventarlo? Nessuno gli ha detto che, a parte il pericolo continuo di disastro tipo Chèrnobyl, per il nucleare esiste il problema delle scorie? E che noi, in Italia, per il solo fatto di aver messo in funzione un paio di centrali nucleari cinquant'anni fa, ancora oggi abbiamo scorie che non sappiamo dove sbattere? E lo stesso accade anche in Francia, Il presidente ha dichiarato che entro il 2020 da noi sarà già attiva la prima delle quattro centrali previste. Ma quel cervello incandescente di governante sa cosa costa montare una centrale nucleare? In Finlandia ne stanno costruendo giusto una di ultima generazione. Avevano previsto che sarebbe costata un miliardo di euro, ma a metà percorso si sono accorti che il miliardo previsto s'era raddoppiato, due miliardi. Ora i responsabili della centrale, gente preparata e onesta, hanno avvertito che il valore dell'energia che riusciranno a produrre con quella loro centrale non riuscirà a coprire neanche la metà dei costi di fabbricazione ed impianto. Non solo, ma che la perdita aumenterà a dismisura quando, fra una ventina d'anni, come di norma, dovranno smontare tutto l'impianto e preoccuparsi di imballare ogni elemento dentro un enorme container in cemento armato, e poi andare a sistemarlo in uno spazio scavato nella roccia a un minimo di dieci metri sotto il livello del suolo.
E il nostro presidente, sempre lui, Silvio Eta Beta, assicura che l'energia nucleare è la più economica e produce ampi vantaggi e viene smentito immediatamente da ogni scienziato onesto e informato che lo sbeffeggia: "Ma che dici, Eta? Attento a te, i reattori funzionano solo grazie all'uranio arricchito. Ora devi sapere che negli ultimi anni il prezzo di questo propellente è aumentato di addirittura sette volte, per la semplice ragione che le riserve stanno per finire; e giacché il governo italiano ha appreso che per soddisfare l'intiero bisogno della nazione si dovrebbero realizzare, sul vostro territorio, almeno sessanta centrali dell'ultima generazione, dove andate a sbattere? Vi è sfuggito il particolare che per raggiungere questo numero abbisognano almeno trent'anni, con una spesa da fantascienza? E poi c'è il guaio che proprio in ragione dell'enorme numero di centrali che ogni paese cosiddetto civile ha in programma di costruire, entro quindici anni di uranio fruibile non ce ne sarà più e allora con cosa le fai andare le sessanta centrali, con le noccioline? O col popcorn?! E poi, cervellone mio, ci spieghi in quale zona o territorio hai in mente di costruirle queste centrali? Nessuno ti ha detto che l'Italia è un paese a forte incidenza tellurica? E che dal nord al sud più profondo non c'è luogo dove sia pensabile montarci un impianto nucleare? L'unico sicuro sarebbe Roma, anzi il Vaticano è proprio il punto ideale... io insisto e firmo per una soluzione del genere.
io sottoscrivo subito. se è in Vaticano non occorra che sia di III generazione, basta di II o anche di I.
RispondiEliminase è buca e perde, meglio.
pibio
però anche farne 2 nuove, una a Reggio e una a Messina e unirle con un bel ponte sarebbe ancora meglio, no?
RispondiEliminapibio
Oppure una bella centrale mobile ad alta velocita' che faccia la spola tra Torino e Lione...
RispondiEliminal Berlusconi sbagliato... [corriere]
RispondiEliminaforse ci stiamo avvicinando, le maledizioni colpiscono piu' vicino...
Matteo..pero' passando da Trieste!
RispondiEliminaC
A Trieste con le ronde siamo familiari, mandiamo in parlamento ex squadristi e picchiatori... e tanto che ci facciano o non facciano centrali in regione il culo ci salta in aria comunque visto che se parte la centrale di Krsko siamo i primi a salutare...
RispondiEliminaInsomma..siamo tutti nella EMME. No Way.
RispondiEliminaC