giovedì, dicembre 01, 2005

Lilian Thuram

Ci sono poche squadre che mi stanno sui maroni più della Juve (anzi nessuna) e poche nazionali che odio così come quella francese (anzi nessuna) , ma quando Lilian Thuram dice queste cose per me diventa un mito , un vero grandissimo uomo.

da Repubblica.it

Il campione della Juve e della nazionale francese è da dieci anni in Italia: racconta pregiudizi, episodi e il disagio di essere trattati sempre con diffidenzaThuram, una vita contro il razzismodi EMANUELE GAMBA
Thuram, una vita contro il razzismo"

Lilian Thuram, 33 anni, da cinque stagioni alla Juventus

Lilian Thuram, lei è da dieci anni in Italia ed è da sempre in prima linea nella lotta contro il razzismo: servirà a qualcosa la ribellione di Zoro?
"Non lo so, è difficile lottare contro certe persone. Ed è impossibile tappare la bocca a tutti".

Ma è facile, purtroppo, gridarvi "buuu" solo perché siete neri.
"Oltre al razzismo, mi deprime la mancanza di rispetto nei confronti dell'altro, qualsiasi tipo di altro. Questa gente non capisce che, a volte, l'altro sono loro: e allora come la mettono? Ma è gente che faccio anche fatica a definire".

Ci vuole provare?
"Stupidi no, mi sembra riduttivo. Ignoranti, forse, anche se credo che siano perfettamente consapevoli di ciò che fanno. Il problema di base è la cultura, è l'educazione. Quindi è un problema sociale".

Un problema di cattivi maestri?
"Sì, perché manca l'educazione al rispetto. Cosa significa urlare "buuu"?".

Che un nero vale una scimmia, giusto?
"Giusto, e questo perché ci insegnarono che i neri non erano uomini, ma animali. Era l'unico modo per giustificare la tratta degli schiavi. Ora, invece, il potere gestisce l'ordine attraverso la paura".

La paura?
"Dopo l'11 settembre, una persona qualsiasi con un filo di barba e la carnagione leggermente scura viene guardata con sospetto. La gente ha paura, così il potere può offrire ciò che la gente chiede: sicurezza. E in nome della sicurezza si è autorizzati a fare qualsiasi cosa. Si insegnasse il rispetto, anziché il sospetto, il mondo andrebbe diversamente. Ma vedo che i cattivi maestri proliferano".

A chi si riferisce?
"Ho letto sul giornale che un cardinale importante ha sconsigliato matrimoni fra persone di religione diversa, di cattolici con musulmani. Ma che razza di ragionamento è? Mi sembra esista un comandamento che invita ad amare il prossimo come noi stessi. Mi piacerebbe sapere come, secondo il cardinale, Gesù valutava il prossimo. Si rende conto di quanto siano pericolose, quelle parole?".

Pericolose quanto?
"Quei quattro cretini, o ignoranti, che hanno urlato quelle cose a Zoro non hanno contagiato il resto dello stadio, perché la maggioranza non condivide certi atteggiamenti. Ma il discorso di quel cardinale sì che può contagiare, condizionare, convincere".

Quindi ciò che ha detto Ruini l'ha proprio colpita?
"Sono parole che portano alla divisione, non all'unione. E così continueremo a guardarci di traverso. Lo vedete che si ritorna sempre alla base, cioè all'insegnamento e all'educazione? Ma se l'insegnamento è quello, non si può pretendere altro che non sia l'intolleranza".

Lei è stato spesso vittima di episodi razzisti?
"I soliti cori, ma ormai non ci faccio caso. Per fortuna sono arrivato in Francia da francese, anche se ero francese d'oltremare, e questo mi ha aiutato: conoscevo già la lingua e la cultura, due elementi fondamentali. Ma volete che ve ne racconti una?.
L'altra settimana ero a Parigi. Vado al ristorante, chiedo di entrare perché avevo un appuntamento con una persona ma un responsabile mi guarda storto e comincia a farmi mille domande: chi è lei, cosa vuole, chi deve vedere?
Poi un paio di buttafuori mi riconoscono, ma io chiedo loro di fare finta di nulla.
Volevo capire perché c'era quel sospetto nei miei confronti, e fin dove voleva arrivare quel tipo. Fatto sta che alla fine, dopo lunghe discussioni, mi lascia entrare. Sono andato al mio tavolo, ma non ho resistito e me ne sono andato".

Perché?
"Perché mi è rimasto il dubbio che quell'atteggiamento ostile dipendesse dal colore della mia pelle. Ed è bruttissimo convivere con quel dubbio, è assurdo. Quel che è peggio, è che per altri non è solo un dubbio, ma una certezza. Ma poi la serata è proseguita".
Ho cambiato locale ed è esplosa una rissa tra un altro buttafuori e una persona con i tratti arabi. Non volevano farlo entrare, lui si è ribellato, si sono alzate le mani.
E tutti dicevano: visto?, gli arabi sono violenti.
Ma io mi chiedo: e non è violenza umiliare una persona solo perché ha tratti somatici che noi associamo, sbagliando, a qualcosa di pericoloso?".

E la violenza delle banlieues?
"Ecco un'altra cosa che vorrei che si dicesse: i casseurs si sono comportati da delinquenti, hanno sbagliato. Ma erano delinquenti francesi a tutti gli effetti, cittadini francesi da generazioni. Per l'opinione pubblica, invece, erano 'solo' africani. Africani di cui avere paura, naturalmente".

Non crede che gli emigrati sbaglino a ricreare i loro clan, quando vengono in Europa?
"Ma questo è naturale, fisiologico. Se un italiano incontra un italiano all'estero, fraternizza. È una questione di affinità, di cultura, di lingua. A volte, per esempio, i miei compagni di squadra ci fanno delle battute: Lilian, ma voi stranieri fate sempre gruppo. E io rispondo: e voi no? Solo perché voi siete quindici e noi cinque il vostro non è un gruppo? È il gruppo più ampio che dovrebbe aprirsi per ospitare quello più piccolo, ma questo non è successo e l'integrazione non c'è stata, per quanto nelle banlieues ci siano ragazzi che non hanno mai visto l'Africa ma che tuttavia non vengono considerati francesi. E poi c'è un altro problema.
Che nessuno ha mai capito che chi emigra non lo fa per nessun altro motivo che non sia cercare di essere felice. Si lascia il proprio paese perché non si trova da lavorare, da mangiare, da vivere, le stesse cose che cercavano gli italiani quando emigravano in America. Ma il mondo occidentale non ha mai trovato spazio per questa gente. D'altronde, i politici hanno sempre e solo fatto gli interessi dei ricchi".

Lei ha due figli, uno si chiama Chefren. Perché?
"Gli ho dato il nome di un faraone perché voglio che la gente sappia che anche l'Africa ha una storia, una cultura, un passato, mentre per molti l'Africa è cominciata soltanto quando gli schiavi sono stati caricati sulle navi. Là è nato il genere umano, ma non voglio andare così lontano. Vorrei solo che ci si ricordasse che l'antico Egitto è sempre stato in Africa e che il popolo che creò quella straordinaria civiltà ha la pelle scura. Chissà quanti lo sanno".

Sarkozy lo saprà?
"Gli ho già risposto, del resto io sono cresciuto in mezzo a quello che lui chiama feccia. Ma ho visto che anche lui ha detto cose molto interessanti, l'altro giorno: se l'è presa con l'Italia e la Spagna che hanno accolto troppi stranieri. Anche queste sono parole pericolose, come è pericoloso qualsiasi pregiudizio".

Anche religioso?
"Anche. Qualche tempo fa, ho dato l'elemosina a un mendicante, e lui mi ha chiesto se ero musulmano. Mi sono offeso, volevo quasi riprendermi i soldi, gli ho detto: amico, cosa c'entra cosa io sono? Io sono un uomo, come te. Tutto il resto non conta".

È sospettoso anche nei confronti della chiesa?
"Ho il sospetto che le religioni, qualsiasi religione, siano prima di tutto un centro di potere. Ma era così anche nel Medioevo, se non sbaglio. Credo che tutti gli uomini del mondo vorrebbero vivere felici con le proprie famiglie ma il potere, politico o religioso che sia, punta a condizionare le menti con un unico obiettivo: controllare le persone".

8 commenti:

  1. una gran persona.
    Marco MODS Trieste

    RispondiElimina
  2. TONY E'UNA GRANDE PERSONA

    RispondiElimina
  3. Smentisco CATEGORICAMENTE di essere una grande persona

    RispondiElimina
  4. tony....finalmente o visto "mamma dammi la benza" che bella sorpresa vederti li dentro....poi o ripreso in mano il libro di frazzi sul punk italiano...quando parla dei chelsea hotel mette in risalto un vostro concerto vicino ad una centrale nucleare....sono curioso ......mi dici cos'è successo durante quel concerto?

    RispondiElimina
  5. effettivamente qste parole nn fanno 1 piega.....e per d piu' sono juventino....e cremonese....^^

    notte tony


    adonis

    RispondiElimina
  6. x Adonis : mi spiace per entrambe le disgrazie. coraggio , nella vita ci sono anche delle cose belle

    x Postman : nell'ottobre 1981 i Chelsea Hotel suonarono con altre due bands in centro a Caorso (paesone dell'entroterra piacentino a fianco del quale sorge "Arturo" una delle tre centrali nucleari italiane) contro la centrale .
    Di fronte una ventina di punks emiliani e lombardi e l'intera cittadinanza del luogo , mamme , bambini ,anziani , i rappresentanti politici ed istituzionali.
    Quando suonammo il nostro cantante Black Demon salì sul palco in pantaloni di pelle (che poi abbassò per lasciare posto ad un perizoma leopoardato) e a torso nudo con il petto tagliuzzato e cosparso di farina (!!!!)
    L'effetto del sangue che si mischiava alla farina , i brani di hardcore californiano e una bandiera italiana in cui il Black si asciugò il sangue , fecero abbastanza "scalpore" e casino , tanto che addirittura cadde la giunta comunale (che aveva patrocinato il "concerto").
    Prima dei Chelsea Hotel suonarono , Requiem , No Jap e un trio punkabilly al primo concerto , i Not Moving.

    RispondiElimina
  7. ahahahahah,maledetto tony,qst'anno il derby v va pure bene!!!! ^^
    mi sono segnato i tuoi consigli musicali,adesso vado a cercarli tra i dischi in camera mia.....grazie!!!!


    adonis


    ah,scusa se mi permetto,ma pensavo pure d invitare te e lilith a bere qlcsa....cosi' in amicizia!!!!

    cmnque e' attivo il link del party

    http://tanzen.altervista.org

    RispondiElimina
  8. Oh yes lo avevamo già segnato sull'agenda...veniamo (più o meno) sicuramente.

    RispondiElimina

Related Posts with Thumbnails