giovedì, giugno 05, 2025

Alberto Radius - Gente di Dublino

Alberto Radius è sempre stato, notoriamente, un cane sciolto all'interno della musica italiana, addirittura accusato di essere di "destra", in quanto mai esplicitamente schierato "a sinistra".
D'altronde era stato esplicito nel suo brano più famoso, "Nel ghetto" nel 1997: "Io non ho un partito, non mi basta il sindacato, un lavoro non me l'hanno mai trovato".

Ha lasciato piccoli gioielli come l'esordio omonimo del 1972, "Carta straccia" (1977) e "America goodbye" (1979).
Meno conosciuto e considerato "Gente di Dublino" del 1982.

Formidabile session man (Lucio Battisti, Pierangelo Bertoli, Alice, Milva, produttore di Giuni Russo), grande chitarrista con Formula 3 e Il Volo, cantante dalla voce personalissima, nei primi anni 80 collabora e suona con Franco Battiato per "La voce del padrone".
Ne approfitta per incidere un suo album con lo stesso (spettacolare) gruppo di musicisti: Sante Palumbo – pianoforte Paolo Donnarumma – basso, Alfredo Golino – batteria, Filippo Destrieri – tastiera, Stefano Pulga – pianoforte, Pietro Pellegrini – programmazione.

L'album è di altissima qualità.
Mezzora di musica che spazia dal pop, al rock, a costanti venature funk ("Centro Campo"), qualche cenno all'amato reggae.
Ci sono almeno due brani che avrebbero meritato il profilo di classico, il rock bluesy di "Lombardia" in cui si sente tutta la sua caratteristica anima compositiva, da subito riconoscibile e il pesante rock di "Olè".

C'è anche una sorpresa, rivelata successivamente.
Ovvero il diretto coinvolgimento compositivo di Franco Battiato nel disco (non mancano in effetti rimandi vicini alla penna del grande artista), sicuramente nei testi di un paio di brani "Centrocampo" (Sugli effetti dell’agopuntura sono quasi sicuro di me/Collegarmi alla mitologia dovrei) e "Gente di Dublino" (Le vacanze di settembre nella casa di Crimea/Forse tu pensi ancora che io ho letto troppo Marco Polo), decisamente vicini alla scrittura di Battiato.

Un lavoro di grande pregio, ovviamente contestualizzato al periodo di incisione ma che continua ad avere, oltre 40 anni dopo, grande fascino ed espressività.

In Lombardia
https://www.youtube.com/watch?v=wXYMFYEvm7E

Centro Campo
https://www.youtube.com/watch?v=c2KJYHnnEss

mercoledì, giugno 04, 2025

Campionati di calcio 2024 / 2025

Uno sguardo a cosa è successo nei vari campionati di calcio in giro per l'Europa e non solo.

Sappiamo come sono andate le cose: campionato di livello sempre più basso. Contento per la conferma del Bologna al top e del "mio" Cagliari pur se deve aspettare di nuovo fino all'ultimo per salvarsi.
Sarebbe bello se per la prossima stagione l'obiettivo si alzasse almeno un po'.
Sull'operato dell'Inter una riflessione "romantica": mi è piaciuta l'attitudine punk "pretty vacant and we don't care" /"born to lose" nel provare a vincere tutto e non portare a casa niente.
Così si fa, senza calcoli e menate, ti butti senza ritegno e perdi tutto. Va bene così. Fossi un tifoso interista sarei contento.
Preoccupa lo stato di crisi di grandi società, alle prese con buchi finanziari spaventosi (prima coperti da presidenti appassionati e munifici) e in mano a fondi ai quali del risultato, del blasone etc importa nulla...

Come ogni anno è sempre più evidente che 20 squadre sono troppe in serie A e che la riduzione andrebbe stesa anche a B e Lega Pro.

In Spagna solito duello tra Real Madrid e Barcellona, la spuntano i primi, terzo l'Atletico madrid, Bilbao e Villareal.
Senza storia in Francia con il PSG avanti di 19 punti sul Marsiglia, poi Monaco e Nizza. E finalmente dopo un miliardo e 200 milioni spesi portano a casa la Champions, con una squadra giovane e fortissima.
Anche in Germania è sempre il Bayern a dominare, dodicesimo scudetto negli ultim itredici campionati (dopo lo stop dello scorso anno con il Leverkusen). In Inghilterra stravince il Liverpool sull'Arsenal a 10 punti, poi City e Chelsea.
Scende il Leicester.
Il Tottenham, quart'ultimo si prende la Europe battendo lo United, arrivato 15°...

In Scozia spadroneggia il Celtic davanti ai Rangers ma viene sconfitto nella Coppa di Scozia dall'Aberdeen.
Shamrock Rovers scudettati in Irlanda, il solito Linfield vince in Irlanda del Nord, sempre i New Saints primi nella Cimru League gallese,il Klaksvíkar Ítróttarfelag trionfa nelle Far Oer.

Lo Sporting conquista il campionato portoghese con due punti sul Benfica, al Basilea quello svizzero, Sturm in Austria, al Vaduz per la 51° volta su 64, la Coppa del Lichtenstein.
Sliema Wanderers campione di Malta, a sorpresa il Pafos a Cipro, la Virtus Acquaviva a San Marino, l'Inter Escaldes vince la Primera Divisiò di Andorra, il Differdange per la seconda volta consecutiva in Lussemburgo.

L'Union Saint Gillois vince in Belgio, il PSV di un punto sull'Ajax (che aveva nove punti di vantaggio) in Olanda, il Copenhagen di misura sul Midtjylland in Danimarca, ancora in corso i campionati in Norvegia, Svezia, Finlandia, paesi Baltici, Bielorussia.

Andando nei Balcani, l'Olimpia Lubiana vince in Slovenia sul Maribor, lo Zrinjski Mostar in Bosnia, il Buducnost in Montenegro, lo Škendija in Macedonia del Nord.
In Croazia il Rijeka ha vinto (per la seconda volta) pur finendo a pari punti con la Dinamo Zagabaria e con la stessa diefferenza reti!!!
Ma sono valsi gli scontri diretti.
Terzo l'Hajduk di Gattuso.
La Stella Rossa fa 100 punti e stacca il Partizan, rimasto a 73, in Serbia.
Secondo scudetto (consecutivo) per l'Egnatia in Albania.
Olympiacos primo in Grecia, Galatasaray in Turchia (per la 25° volta, il più titolato in assoluto).

Lo Slavia Sofia vince di poco in Bulgaria, il Ferencvaros in Ungheria, il Lech Poznan di un punto sul Rakow in Polonia, lo Slavia Praga in Repubblica Ceca, lo Slovan Bratislava in Slovacchia, la Dinamo Kiev in Ucraina.
In Russia ha vinto per la prima volta il Krasnodar, come il Noah in Armenia.
In Azerbaigian per la quarta volta consecutiva il Qarabaq, il Milsami Orhei in Moldavia.

Tutti seguono sicuramente l'interessantissimo campionato Arabo Saudita che ha visto vincere l'Al Ittihad, davanti al Al-Hilal e l'Al Nassr di Ronaldo.
In India ha vinto la squadra di Calcutta, Mohun Bagan Super Giant, in Cina lo scorso anno lo Shangai Haigang, in Corea del Nord il Ryomyong, il Persib in Indonesia, il Melbourne City in Australia, l'RSB Berkane in Marocco, l'Esperance in Tunisia, il Mamelodi in SudAfrica.

La Platense campione d'Argentina per la prima volta nella storia.

martedì, giugno 03, 2025

Mick Talbot

Riprendo l'articolo che ho dedicato a MICK TALBOT nell'inserto "Alias" de "Il manifesto" di sabato scorso.
Grazie a Cpt Stax per il prezioso contatto con Mick.


E' immenso il panorama di artisti che hanno calcato le scene e frequentato assiduamente gli studi di registrazione a fianco di grandi star, partecipato a dischi e concerti eccellenti ma restati sempre e comunque rigorosamente dietro le quinte.

Mick Talbot è un nome familiare solo ai cultori di un certo ambito sonoro, coloro che ne ricordano le gesta con Paul Weller negli Style Council, una delle band più significative degli anni Ottanta, perfetta nel creare un nuovo e unico sound che attingeva da soul, pop, jazz, elettronica, hip hop e tanto altro, in cui le tastiere del nostro erano protagoniste o perfetto compendio.

La sua discografia è sterminata e pure lui fatica a ricordare tutte le partecipazioni e collaborazioni.

Non è un funambolo virtuoso ma un musicista con un gusto sopraffino, in grado di intervenire con discrezione e puntualità là dove serve, con il suono adatto alla composizione, senza mai esagerare.

Curiosamente c'è solo un brano inciso esclusivamente a suo nome, lo strumentale That Guy Called Pumpkin in una compilation del 1990, poco dopo la fine degli Style Council.
In una lunga chiacchierata ha chiarito e ricordato alcuni di questi aspetti: “Io mi vedo prevalentemente come un collaboratore e un giocatore all'interno di una squadra ma potrei fare qualcosa a mio nome in futuro.
Al momento ho appena finito di incidere un nuovo album con Chris Bangs (l'inventore del termine “acid jazz” con cui ha già realizzato un ottimo lavoro nel 2022, Back To Business).

E' entrato a far parte degli Stone Foundation, storica band inglese che ha appena pubblicato il pregevole decimo album della carriera a base di un solido soul jazz venato di ritmi disco dance.
“E' il quinto album in cui suono con loro. Sono più coinvolto in questo che negli altri ed è un vero piacere far parte della formazione dal vivo”.
Sarà in concerto con loro il 19 settembre a Milano e il 20 a Bologna.

La sua storia parte da lontano quando da piccolo sua nonna lo intratteneva suonando il piano e incominciò a insegnarglielo. Poi arriva la passione per i Beatles, Who, Kinks e tanto soul della Motwon Records e improvvisamente esplode il punk. “Ho visto i Damned e i Clash agli inizi della loro carriera, così come molti altri. Quel movimento ha davvero iniettato molta energia ed entusiasmo nella scena musicale.”

Forma gli Sneekers, cover band di rhythm and blues, che, quando esplode il cosiddetto Mod Revival, si trasforma in Merton Parkas, uno dei primi riferimenti musicali per i nuovi giovani in parka e scooter.
Incideranno una manciata di singoli e un apprezzabile album, Face In The Crowd, ancora oggi fresco e pulsante.
Un'avventura che però dura poco e ha un modesto successo: “Non credo che i Merton Parkas fossero destinati a durare a lungo, ma mi sono messo in contatto con molte persone che avrebbero avuto un ruolo importante nel mio futuro. "Face In The Crowd" purtroppo non è riuscito a catturare il nostro sound sul palco, che era molto più potente.”

Contemporaneamente viene accolto alla corte dei Jam.
Paul Weller gli telefona (per la prima volta) per suonare il piano in una versione di Heatwave di Martha and the Vandellas nell'album Setting Sons.

Sciolti i Merton Parkas, Mick Talbot approda per poco tempo nella splendida avventura di Kevin Rowland, i Dexy's Midnight Runners.
“La band era già ai ferri corti e stava per sciogliersi e così ci restai per soli quattro mesi ma con Rowland ho lavorato spesso successivamente.”
Dura poco anche l'avventura con i pur ottimi Bureau, a base di un potente soul rock e un album di ottima qualità.
E' allora (fine 1982) che arriva la seconda telefonata di Paul Weller.
Sta sciogliendo i Jam, ha in mente quello che diventeranno di lì a poco gli Style Council e Mick è un perfetto compagno per spostarsi verso soul, jazz e suoni affini.
“La telefonata di Paul fu una vera sorpresa e ha portato a una lunga serie di progetti davvero interessanti. Abbiamo sempre cercato di essere aperti a influenze di ogni tipo che ci potessero influenzare.”

La band diventa un collettivo aperto a collaborazioni e sperimentazioni di ogni tipo. Tra grandi successi e rovinose cadute resta una delle esperienze più influenti degli anni Ottanta.
Basti pensare al sottovalutatissimo Confessions Of a Pop Group, del 1988, intriso di jazz, musica da camera, fusion, funk, dance, elettronica.
“Penso che l'album precedente, “Cost of loving” ci abbia fatto perdere molto supporto e di conseguenza questo nuovo episodio credo sia stato trascurato da alcuni dei nostri fan originali”.
Sicuramente fu stroncato e sbeffeggiato dalla critica.

Addirittura il previsto ultimo album “Modernism: A New Decade”, che utilizzava i nuovi suoni della house music di Detroit (che Weller considerava, non a torto, la nuova espressione della soul music) venne rifiutato dalla casa discografica e sancì la fine del gruppo.
Forse siamo stati sottovalutati ai tempi ma ultimamente rivalutati, grazie anche a molte raccolte, ristampe e al documentario sulla band. La fine è arrivata al momento giusto perché credo che avessimo già raggiunto l'apice creativo e perso il nostro pubblico.”

Inizia dagli anni Novanta in poi una rutilante carriera in decine (forse centinaia) di album, singoli, in tour con una lunga serie di gruppi, sempre caratterizzati da uno stretto legame con il suo background culturale e artistico, basti pensare al lavoro con alcuni dei migliori esponenti della scena Acid Jazz, come Galliano o Young Disciples, con la cantante soul Candi Staton o la Britpop band dei Gene.
“Qualche volta riascolto qualcosa del mio passato discografico ma alla fine sono sempre impegnato a pensare prevalentemente al progetto successivo.”

Torna spesso in studio a collaborare nella sempre più travolgente carriera solista dell'ex sodale Paul Weller.
Sempre con estrema discrezione e in punta di piedi.
Mantiene uno stretto legame con Steve White, ex batterista degli Style Council, con cui incide un paio di ottimi album e condivide l'esperienza con i Players (in cui militavano anche Steve Cradock e Damon Minchella, degli Ocean Colour Scene, poi entrati nella band di Weller, che non disdegna occasionali collaborazioni a questi progetti).

Nel 2014 tocca il cielo con un dito quando Roger Daltrey degli Who lo vuole al piano per il mitico album condiviso con Wilko Johnson dei Dr.Feelgood, Going Back Home, a base di ruvido e basico rhythm and blues.
“Ovviamente suonare con uno degli Who è stato incredibile ma ancora di più è stato davvero emozionante lavorare con Wilko Johnson, poiché avevo seguito la sua band originale Dr Feelgood dal 1975.”

Qualche mese dopo entra in studio proprio con gli Who per il singolo Be Lucky.
Niente di memorabile ma una medaglia di questo tipo, da appuntare al petto per uno nato nel giro mod, è qualcosa di particolarmente prezioso.

Il suo approccio alla musica si riassume in poche sue stesse parole: “Non so se sono un tipo ambizioso. Dipende da quello che mi viene in mente. Mi piace suonare, e a volte può essere con due amici in una stanza sopra un pub con una tastiera presa in prestito. Una settimana, vent'anni fa, ho suonato tre brani in un pub con miei amici, uno all'ukulele, uno alla chitarra acustica e io al piano elettrico. Quella stessa settimana, ero sul palco della Royal Albert Hall a un gala di beneficenza di Hal David e Burt Bacharach con Dionne Warwick, Petula Clark, Sacha Distel e un sacco di altri nomi. Poi, circa cinque giorni dopo al Glastonbury Festival con gli Ocean Colour Scene. Non è proprio una settimana tipica ma potrebbe esserlo.”

domenica, giugno 01, 2025

"Ringo Starr, batterista" in tour

Ieri intervista alla trasmissione "Stay Human" di Radio Popolare, condotta da Claudio Agostoni.
Qui il podcast: https://www.radiopopolare.it/trasmissione/stay-human/

Prossime presentazioni di "Ringo Starr, batterista", edito da Low Edizioni.

Giovedì 5 giugno
San Nicolò' (Piacenza), Biblioteca Comunale, via Dante Alighieri, ore 20.45 con Giovanni Battista Menzani con il suo "A Liverpool con i Beatles".
Venerdì 27 giugno
PASSAGGI FESTIVAL a Fano
Ore 18.15 - 19.15, Giardino Radicioni
ANTONIO BACCIOCCHI, “Ringo Starr, Batterista” (Edizioni Low)
Conversa con Paolo Molinelli (BeatleSenigallia)
Related Posts with Thumbnails