venerdì, giugno 10, 2022

Carla Vitantonio - Pyongyang Blues


Carla Vitantonio ha avuto l'opportunità di vivere, in qualità di cooperante internazionale, in COREA DEL NORD per quattro anni, incontrando e scontrandosi non solo (con) il regime politico ma anche soprattutto con una modalità di vita e comportamentale per la quale, l'autrice sostanzialmente conclude, non abbiamo gli strumenti per interpretare il paese e che quello che ci arriva è una "traduzione" di una realtà ben più complessa.

Grazie a questa full immersion nella quotidianità Nord Coreana rileviamo una realtà in bilico tra l'impenetrabilità e una normalità che non è così lontana dalla nostra.
"Il punto è che siamo così ideologicamente terrorizzati da questo Paese che fare un'analisi lucida è impossibile.
Rispetto a questo paese o si è pro o si è contro. Dobbiamo essere contr oal 100%, perché solo in questa maniera ci saremo guadagnati l'ammissione alla nostra comunità, la comunità del mondo libero (dicono loro) e capitalista (sussurro io).
E' tutto così spaventoso che non possiamo permetterci il rischio di accettarne una porzione, di avere un atteggiamento critico, no.
Loro sono i cattivi.
Noi siamo i buoni".


Ma c'è, appunto, una quotidianità offuscata dal pregiudizio "politico" che ci allontana da quello che potremmo vedere aprendo semplicemente gli occhi.
"Non avevo mai pensato che i posti che il signor So (ristorazione e atmosfera ricercata) potessero esistere in Corea del Nord.
Non avevo pensato ci potesse essere un gusto, un desiderio, una richiesta di posti simili.
E So mi stava dicendo che si, in Corea del Nord ci vivono degli esseri umani.
Ero quasi trasalita di fronte alla mia cecità".


Come sottolineato è una visione in bianco e nero dove le sfumature ci sono ma talvolta virano violentemente verso il colore indesiderato:
"...il grande e inspiegabile miracolo di questo paese è proprio la coltre di mistero che il sistema ha calato su se stesso e che ogni cittadino protegge come se fosse linfa vitale. Questo paese ha tra le sue missioni la protezione dei segreti.
I segreti di tutti.
E i meccanismi, i rapporti interpersonali sono tutti condizionati da questo obiettivo....noi stranieri siamo accessori, siamo in transito.
L'importante è l'integrità del sistema.
Unità monolitica.
Una misteriosa danza all'unisono".


C'è un passo molto interessante nel libro che potrebbe essere esteso facilmente anche in altri contesti:
"...ci si ritrova a pensare che tutto sia fatto apposta, che sia una deliberata strategia di chi comanda per creare un senso di confusione e di spaesamento, sia tra gli autoctoni che tra gli ospiti: se nessuno sa mai cosa succederà, se la logica e i principi della fisica non possono applicarsi agli atti dell'essere umano, allora bisogna affidarsi a qualcuno che ne sa di più.
Il leader?
Il regime?
Chi comanda di turno?
... stiamo nel sistema, marciamo a ritmo, altrimenti il sistema ci sputa fuori...il sistema, un'unità inscalfibile che si manifesta con egual forza nel collettivo e nell'individuo.
Ogni coreano è un piccolo pezzo el grande sistema e ognuno di loro contribuisce alla sopravvivenza e alla salute di questo organismo gigatesco, ognuno occupato ad assicurarne il benessere".


Il libro è molto interessante per capirne di più (non tutto) di questa anomalia persistente nell'omologazione mondiale, ma anche spunto di profonda riflessione sulle modalità di gestione politica delle nazioni, dei paesi, dei territori, delle persone.

Carla Vitantonio
Pyongyang Blues
Add Editore
285 pagine
18 euro

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