giovedì, giugno 03, 2021
Mdou Moctar
Riprendo un articolo che ho scritto per "Libertà" domenica scorsa.
E' una storia molto suggestiva quella di Mdou Moctar.
Ma é anche una vita fatta di resistenza, caparbietà, perseveranza, dura lotta contro avversità che dalle nostre parti nemmeno immaginiamo, cullati da una opulenza tecnologica e logistica che in Niger neanche si sognano.
Mdou arriva da Agadez, un villaggio rurale di uno dei paesi più poveri e problematici al mondo.
E' un Tuareg, popolo nomade per eccellenza e il concetto di chitarra elettrica da quelle parti é abbastanza avulso dalla quotidianità.
Ma Mdou é un fan di Jimi Hendrix (é anche mancino come lui), di Van Halen, gli piacciono il punk e il rock duro.
E allora una chitarra se la costruisce ed elabora uno stile tutto suo.
Ma non solo.
Gira il Niger con una moto viola, ispirandosi a Prince, suona ovunque gli capiti, davanti a sparute folle in villaggi remoti, riprende il tutto in modo artigianale e confeziona un affascinante film, sorta di remake di “Purple Rain” del grande artista americano.
Piano piano la sua fama si espande a macchia d'olio attraverso l'Africa dell'Ovest, grazie ai cellulari, unico mezzo di comunicazione diretta da quelle parti e arriva piano piano in Europa e in America.
Incide un po' di album, distribuiti solo in zona, fino a quando non riceve la chiamata di un produttore americano.
Gli spegne il telefono in faccia, pensando a uno scherzo di un cugino.
Christopher Kirkley dell'etichetta Sahel Sound ci rimane male ma non si dà per vinto e lo richiama.
Finisce che lo andrà a trovare in Niger regalandogli una vera chitarra per mancini.
Che da allora Mdou Moctar non ha mai smesso di usare.
Esce in questi giorni il sesto album della sua carriera “Afrique Victime”. Ancora una volta un disco incredibile che mischia afrobeat, suoni subshariani tradizionali e un'anima rock, psichedelica, ipnotica, in cui confluiscono Hendrix, Prince, i Grateful Dead, insieme a ritmi tribali (i musicisti che lo accompagnano sono di una bravura incredibile).
Il suo produttore e bassista, Mikey Coulton, prima di partire in tour, va a fare le prove in Niger, facendosi 20 ore di aereo da New York e altre 28 in bus per arrivare ad Agadez.
C'è un mondo là fuori, pieno di incredibili sorprese.
Mdou Moctar é una di queste.
Afrique Victime (Live in Niger)
Il groove della band, la potenza del batterista, l'entusiasmo del giovanissimo pubblico, la tecnica di Mdou.
https://www.youtube.com/watch?v=FDwT6trlSws
Tiny Desk (Home) Concert
https://www.youtube.com/watch?v=khUmz4d2Hv8
Etichette:
Sounds of Africa
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