martedì, maggio 30, 2023

Billy Preston


Ogni mese la rubrica GET BACK ripropone alcuni dischi persi nel tempo e meritevoli di una riscoperta.
Le altre riscoperte sono qui:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/Get%20Back

Speciale riservato a BILLY PRESTON tastierista che ha suonato con i più grandi musicisti di sempre: Beatles, Rolling Stones, John, George, Ringo solisti, Ray Charles, Aretha Franklin, Little Richard, Sly and the Family Stone, Elton John, Eric Clapton, Johnny Cash e decine di altri.
Miles Davis gli ha dedicato in "Get up with it" del 1974 il brano "Billy Preston".

The Most Exciting Organ Ever (1965)
Wildest Organ in Town! (1966)
I primi cinque album sono un gradevole esercizio di stile, in cui mette in mostra tutte le sue qualità di organista Hammond, rifacendo classici e hit del momento in chiave strumentale (da "A hard day's night" a "Satisfazion", "Uptight", "Sunny") e qualche ottimo brano autografo.
"Wildest Organ in town!" è arrangiato dal giovane Sly Stone.
Sulla stessa onda ma dal vivo "Club meeting" del 1967 registrato live.
Parte di questo materiale è stato raccolto nella compilation "Billy's Bag".

That's the Way God Planned It (1969)
Dopo essere entrato nel giro Beatles, Billy firma per la Apple Records e realizza il suo miglior album in assoluto.
George Harrison produce e suona chitarre, Moog e sitar, Ginger Baker alla batteria, Eric Clapton alla chitarra, Keith Richards al basso in un paio di brani, i cori affidati alla voce gospel di Madeleine Bell e di Doris Troy.
Un disco di gospel/rock, pieno di buone vibrazioni, tanto feeling, soul, blues e grandi canzoni (compreso l'adattamento di "Hey Joe" trasformato in "Hey Brother").

Encouraging words (1970)
Probabilmente l'album più particolare della sua carriera.
Aiutato da uno stuolo di star, da George Harrison (che suona e produce) a Ringo Starr, Eric Clapton, Klaus Voorman, Jim Price. Bobby Keys, membri di Delaney and Bonnie, della band di Sam&Dave, Temptations, incide un superbo album di gospel, soul, rock, blues.
La particolarità sta nelle versioni di "My sweet Lord" che George Harrison scrisse per lui, prima di riprenderla nel suo "All things must pass", qui riproposta in chiave soul stomp.
Anche "All things must pass" (splendidamente gospel orchestrale) fino ad allora pertinenza dei Beatles, ancora inedita, e poi ripresa pochi mesi dopo nell'omonimo album di George.
E infine una funky "I've got a feeling" di Paul e John che vedrà la luce in "Let it be", atto finale dei Beatles, qualche mese dopo.

It's my pleasure (1975)
Billy si sposta verso un funk soul in marcato stile Stevie Wonder che, non a caso, troviamo in due brani a suonare l'armonica (mentre sua moglie Syreeta canta in una canzone).
C'è anche la chitarra di Jeff Beck, quella di Hari Georgeson (George Harrison) e di Shuggie Otis.

Billy Preston diventerà membro fisso (pur esterno) degli Stones per anni, suonando in un ampio numero di loro album e nel primo solo di Mick Jagger per poi collaborare live con Eric Clapton e Ringo Starr tra i tanti. Passerà discograficamente alla Motown, addolcendo sempre più il sound, anche attraverso la disco e una serie di album gospel.
E' scomparso nel 2006.

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