mercoledì, dicembre 19, 2018
I migliori dischi mod del 2018
Una lista, in ordine più o meno casuale, dei migliori dischi in ambito MOD del 2018.
THE ACTION - Shadows and reflections
Se c'è un'ingiustizia nella storia del rock è quella di non aver visto gli Action godere di un po' del successo che avrebbero meritato.
Eppure avevano tutto: creatività, la voce “nera” di Reg King, grandi capacità tecniche, ottime canzoni, un look perfetto, la produzione artistica di George Martin (!), il sound giusto al momento giusto.
Non per niente lo stesso produttore dei Beatles, Paul Weller, Steve Marriott, addirittura Phil Collins hanno sempre speso elogi sperticati alla band.
Eppure sono rimasti nel dimenticatoio, incidendo solo sei singoli, non riuscendo a stampare un pur preventivato album e sciogliendosi lasciando poche tracce solo tra gli appassionati dei 60. Il loro beat, perfettamente in equilibrio tra melodia e ritmi pulsanti, abbracciò la miglior black music dell'epoca (con alcune deviazioni psichedeliche poco prima dello scioglimento, nel 1968) facendone un mix esplosivo. Qui troviamo ben 84 brani tra alternate mix, inediti, live, BBC sessions, a cui le nuove tecnologie sono riuscite a dare un colore, una pulizia, una dinamica, che ci fanno capire lo sconfinato talento di una mod band dimenticata.
THE SPITFIRES - Year zero
Sempre più difficile trovare gruppi che portino avanti la purezza del MOD SOUND.
Il quartetto di Watford firma il terzo album e lo fa abbracciando lo scibile di ciò che maggiormente può apprezzare chi è innamorato del sound del 79 e della Cultura (sonora e non) Mod.
Con i Jam sempre punto fermo (soprattutto nella voce di Billy Sullivan, vicinissima a quella del giovane Weller) ma ampliando lo sguardo a frequenti influenze ska e caraibiche (tra Madness, The Beat e Dexy's) e a nervose e brevi folate elettriche, spesso addolcite dalla sezione fiati che conferisce un sapore soul.
Al tutto si aggiunge un approccio che talvolta riporta ai Clash e ai Buzzcocks.
Un album su cui potrebbe tranquillamente stare la data 1979 ma con un'energia, uno stile e un'arroganza del tutto attuali.
THE MADS - Orange plane
La band milanese è stata tra le primissime ad abbracciare la musica e la filosofia mod in Italia nel 1979.
La loro storia fu breve e sfortunata e si sciolsero nel 1983 senza lasciare tracce discografiche ma molte testimonianze sonore, raccolte recentemente in una compilation della Well Suspect.
La reunion nel 2012, una serie di 45 giri e finalmente il primo vero album edito da Area Pirata.
Senza troppi altri preamboli "The orange plane" è un imperdibile gioiello sonoro in cui il quartetto milanese sfodera tutta la classe, maturità, competenza acquisite in anni di militanza tra album di Beatles, Who, Small Faces, mod sound 79, rhythm and blues, soul, beat e tanto tanto altro.
I brani sono di altissima qualità compositiva, curatissimi negli arrangiamenti (con quei dettagli tipicamente beatlesiani nei cori che sottolineano melodie immediatamente memorizzabili).
Il sound abbraccia l'immaginario che va dai Jam al primo Elvis Costello, da "Revolver" a "Sell Out".
La resa sonora è potente, efficace, pulita.
Un album che si candida tranquillamente tra i migliori prodotti italiani dell'anno e si sistema nell'Olimpo assoluto dei dischi mod (italiani e non solo).
MIKE PAINTER QUINTET & VIOLA ROAD - Nothing changes
Brillante ritorno di uno dei Re dell'Hammond italiani e di una delle voci più "nere" in circolazione dalle nostre parti. Cover azzeccatissime e da cultori (vedi “I've go a feeling” di Big Maybelle rivista in chiave ska, "Now I've got a woman" di Freddy King o “Gone with is the wind my love” di Rita & the Tiaras), originali di prima qualità, tanto groove, pulizia e potenza sonora, soul, rhythm and blues, esecuzione impeccabile.
Notevole.
PROPER - To the point
Band londinese ma guidata compositivamente dall'italianissimo Ivano Bonfanti trasferitosi nella capitale inglese nel 1992. Dopo un'esperienza con i Direction, forma i Proper e si tuffa nel più puro mod sound di ispirazione 1979, tra power pop, beat, Jam, Spitfires, Small World.
Al suo fianco tra gli altri il batterista Len Fleckney, già con Log Tall Shorty e Eleoanor Rigby e dietro al mixer la produzione di Tony Perfcet da sempre anima dei Long Tall Shorty. Il risultato è un album con i fiocchi, elettrico, fresco, eccellenti songs, produzione pulita e diretta, energia da vendere.
THE LEN PRICE 3 - Kentish longtails
L'album è uscito alla fine dell oscorso anno ma non merita di essere dimenticato. Il trio del Medway sforna il quinto album a base di delizie 60's che ci portano tra primi Beatles, Kinks, garage n roll, quel gusto che fu caro a Prisoners e Milkshakes e un finale in pieno trip Pink Floyd Barrettiani.
Energia, coolness, ruvidezze varie, BEAT.
LAISSEZ FAIRS - Empire of Mars
La band dell'ex Steppes, John Fallon, è un condensato di acide delizie 60's dove convergono i Beatles (dalle parti di "Rain" e "Revolver"), gli Stones di "Dandelion", gli Who di "Pictures of Lily", i Kinks, Small Faces, i primi Pink Floyd, i Byrds di "5th Dimension" secchiate di Paisley Underground.
Fatevi travolgere.
STEVE ELLIS - Boom! Bang! Twang!
L'ex voce dei Love Affair torna con un album in cui a dare una pesante mano c'è nientemeno che Paul Weller, oltre a Andy Crofts e Ben Gordelier della sua band, Mike D'Abo della Manfred Mann Band, i Cow.
Un ottimo lavoro di ruvido soul e rhythm and blues, qualche riuscita cover (da TimHardin a jimmy Cliff), un originale in stile Northern composto da Weller e altre piccole delizie. Ben fatto, un buon ascolto.
STONE FOUNDATION - Everybody, anyone
Un parterre di SUPER ospiti (Paul Weller, Mick Talbot, Steve White - ricorda qualcosa? - ma anche Dr Robert (The Blow Monkeys), Hamish Stuart (Average White Band) e Kathryn Williams per l'ottavo album del quintetto inglese. Un ottimo lavoro di sofisticato e caldo soul pop, condito dalle consuete note funk e bluesy e tanto groove ma che purtroppo spesso stenta a decollare, restando nel risaputo e nel "gradevole".
Non male ma era lecito aspettarsi di più.
LONG TALL SHORTY - Lottsappopaz
Una carriera tormentata da infiniti cambi di formazione, scioglimenti, alti, bassi e una discografia altrettanto caotica.
Tornano con una nuova line up, sempre guidati da Tony Feedback (fu Tony Perfect) con cui sono entrati in studio per incidere 13 brani, in diretta, quasi live, nel consueto stile immediato e sfacciato che li ha sempre caratterizzati.
Il sound è quello degli esordi: strettamente imparentato con il primo punk, una vena compositiva di stampo 60's e rhythm and blues, un'irruenza teen e arrogante.
Potenti e immediati !!
THE Z - People of the mirror world
Notevole l'esordio della band dell'ex membro degli Studio 68 (ottima mod 60's oriented band operativa nei primi 90's - ottimo l'ep "Smash!" -) Paul Moody.
I dieci brani attingono dalla tradizione psichedelica tardo 60's californiana, primi Jefferson Airplane soprattutto ma anche Shocking Blue e Julie Driscoll (e in certi frangenti addirittura Siouxsie).
THE REACTION - World cup of lies
Il quartetto moscovita esce con un 10 pollici di puro mod sound 79 (dalle parti di Chords, Jam e Purple Hearts) condito da buone dosi di power pop. Sound elettrico, pulsante, canzoni essenziali e tirate. Mod rules !
GRAHAM DAY & THE FOREFATHERS - Emmaretta / Love help me
Poco da dire, sempre una spanna sopra agli altri. Due cover di brani dei primi Deep Purple, energizzate da un sound Hendrixiano, garage e ultra psych. SUPER !
FIVE FACES - Mare ( sotto questo sole)
Classico singolo estivo che ci regala il quartetto genovese.
Prodotto da George Lomas (già al lavoro con Selecter e Bad Manners, nonchè chitarrista dei Sorrows) è un brano tipicamente ska / 2Tone, divertente e coinvolgente.
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messaggio trasversale, criptato, subliminale, politicamente scorretto, quasi una invocazione "se venerdì la banda non vede il galletti tra il pubblico o backstage (non c'è il backstage al ligera :) ;) ) non inizia proprio a suonare" fine del messaggio.
RispondiEliminacappero Capitano, messaggio incredibilmente criptico 😂😂😂
RispondiEliminaHo già allertatoil Rama...
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