mercoledì, novembre 06, 2024

Lo Yacht Rock dei “beautiful losers” #2

L'amico LEANDRO GIOVANNINI prosegue la rubrica dedicata allo YACHT ROCK, ambito musicale spesso vituperato ma che nasconde piccole gemme degne di essere scoperte. Le puntate precedenti qua: https://tonyface.blogspot.com/search/label/Yacht%20Rock

Eccoli, i “beautiful losers” (Parte 2) dello Yacht Rock:
autori noti e meno noti, che hanno realizzato uno o due album, anche per le major, per poi scomparire dalle scene, nell'illusione di un successo che non è mai arrivato o se è arrivato è stato come un’effimera fiammata.
Solo grazie alle ristampe giapponesi (grandi appassionati del genere) e al potere della rete, queste opere sono arrivate fino a noi.
Qui troverete molti grandi dischi dimenticati, che meritano un ascolto attento e approfondito. La selezione degli artisti è pensata in modo che i loro dischi possano essere ascoltati sia in streaming che in formato fisico.
Alcuni di questi sono disponibili in streaming esclusivamente su YouTube.

Larsen-Feiten Band
Amici sin dagli anni ’60, il chitarrista Buzzy Feiten e il tastierista Neil Larsen formarono la Larsen-Feiten Band alla fine degli anni ‘70. Il duo realizzò due album caratterizzati da atmosfere soul/funk nei brani cantati e da pezzi strumentali in stile fusion. Raggiunsero un buon successo con “Who’ll Be the Fool Tonight”, che arrivò al numero 29 della Billboard Hot 100.
Dischi consigliati:
“Larsen-Feiten Band” - (1980, Warner Bros)
“Full Moon” - (1982, Warner Bros)

Leslie Smith
Non sono molti gli artisti black che si sono cimentati con il West Coast sound, ma Leslie Smith è uno di questi. Ex vocalist dei Crackin’, Leslie abbandonò le sonorità funk che caratterizzavano la band per dedicarsi a un raffinato pop-soul, più in linea con la sua vocalità. Un disco di qualità, consigliato a chi apprezza il mellow-soul.
Disco consigliato:
“Heartache” - (1982, Elektra)

Mark Winkler
L’album di esordio di Winkler rimane il più vicino al Westcoast Pop rispetto agli altri da lui pubblicati, un disco che si colloca nel pop sofisticato con influenze jazz, un morbido crossover di stili che spaziano dalla canzone confidenziale alla bossa nova, fino a toccare il puro YR. La qualità del songwriting di Winkler è superba, rendendo questo album uno dei segreti meglio custoditi del genere.
Disco consigliato:
“Jazz Life” - (1982, MIM)

Mark-Almond
Sarebbe quasi riduttivo inserire il duo composto dal cantante e chitarrista John Mark e dal sassofonista Johnny Almond nello Yacht Rock. Tuttavia, è bastato l’album “Other People’s Rooms” per conquistare il cuore degli appassionati del genere. Un disco di straordinaria classe e atmosfera, in linea con le opere di Michael Franks, a cui rendono omaggio con la cover di “Vivaldi’s Song”.
Disco consigliato:
“Other People’s Room” - (1978, A&M)

Marty Balin
Insieme a Paul Kantner, Marty Balin è stato il fondatore dei Jefferson Airplane e ha fatto parte anche dei Jefferson Starship. Il suo esordio solista, nel 1981, ha dato vita a un album in cui spiccano splendide canzoni mid-tempo, affiancate da brani più orientati verso il rock tipico delle FM americane. Un disco di qualità, senza dubbio.
Disco consigliato:
“Balin” - (1981, EMI America)

Maxus
Prodotti da Michael Omartian, i Maxus sono una band composta da Robbie Buchanan, Michael Landau, Mark Leonard, Doane Perry e Jay Gruska, che ha realizzato un unico album, molto vicino al pop/rock nello stile dei Toto. Il gruppo si distingue per l’elevata perizia tecnica e precisione. Da segnalare il brano dal sapore funk “Your Imagination”, ma anche il rock da FM è di qualità e tutt’altro che banale.
Disco consigliato:
“Maxus” - (1981, Warner Bros)

Michael Sembello
Dimenticate il Sembello di “Maniac”, grande successo all’epoca, e concentratevi sul resto delle canzoni di “Bossa Nova Hotel”. Nella sua tarda adolescenza, Sembello ha lavorato come chitarrista in studio per artisti del calibro di Stevie Wonder, Michael Jackson, Sergio Mendes, Diana Ross, Barbra Streisand, Chaka Khan e Donna Summer. Il suo album d’esordio offre un pop californiano molto piacevole.
Disco consigliato:
“Bossa Nova Hotel” - (1983, Warner Bros.)

Nick DeCaro
Produttore, compositore e soprattutto arrangiatore per i più grandi cantanti americani, tra cui segnalo l’arrangiamento degli archi in “Pirates” di Rickie Lee Jones. Ha prodotto quattro album solisti, il primo dei quali si distingue per la sua particolare raffinatezza, grazie alla capacità di fondere il pop californiano con il jazz. L’aura di sofisticatezza che pervade il disco ha contribuito a farlo diventare, nel tempo, un autentico feticcio per i fan del genere.
Disco consigliato:
“Italian Graffiti” - (1974, Blue Thumb)

Nielsen & Pearson
Il duo pubblicherà tre album che negli anni diventeranno dei classici del sound YR più orientato verso le sonorità rock FM; tra questi, il migliore è sicuramente il terzo. È in questo album che troviamo brani che non esito a definire tra i più belli scritti nel pop soul, con una menzione speciale per “Sentimental”, che richiama il sound dei Doobie Brothers. Anche le armonizzazioni vocali sono molto riuscite.
Disco consigliato:
“Blind Luck” - (1983, Capitol)

Pages
Quando si parla di Yacht Rock, il nome dei Pages è tra i più rappresentativi. Richard Page e Steve George pubblicarono tre album: i primi due con un’impronta funk/soul, mentre il terzo rappresenta una fusione di questi stili con l’aggiunta del pop, creando uno degli album più apprezzati del genere. In seguito, lavorarono come session vocalist, fino a formare nel 1983 i Mr. Mister, ottenendo il successo che avevano mancato con lo Yacht Rock.
Disco consigliato:
“Pages” - (1981, Capitol)

Paul Davis
Se lo YR ha un inno questo è dovuto a Paul Davis con la sua canzone “Cool Night”, un vero e proprio manifesto del genere. E pensare che prima di allora Davis era conosciuto come cantante pop country dal buon successo, ma che raggiungerà la gloria nel paradiso YR quasi esclusivamente con questa canzone. Molto bello anche l’album da cui è tratta.
Disco consigliato:
“Cool Night” - (1981, Arista)

Peter Allen
Australiano di nascita, Peter Allen è stato una vera superstar prima nel suo paese e poi negli States, anche come autore. Nel 1981 sarà la produzione di David Foster a produrgli quel cazzo di fottuto capolavoro che fu “Bi-Coastal”, suonato dalla crem de la crem dei turnisti californiani, un disco mai più ripetuto dal nostro. Dieci canzoni in cui si fa veramente fatica a trovarne una che sia scadente.
Disco consigliato.
“Bi-Coastal” - (1980, A&M)

Paul Anka
Si, proprio Paul Anka.
Mi chiederete cosa c’entra con lo YR. C’entra eccome. In primis sono le canzoni del suo album “Walk A Fine Line”, nove capolavori di pop californiano che ricordano lo stile di Michael McDonald, dove la voce di Anka non sarà mai più così bella e poi i musicisti che vi suonarono. Un disco da custodire gelosamente.
Disco consigliato:
“Walk A Fine Line” - (1983, Columbia)

Player
Conosciuti principalmente per la presenza del bassista Ron Moss, futuro divo della serie TV “Beautiful”, i Player sono passati alla storia per quello stracazzo di tormentone capolavoro del singolo “Baby Come Back”. Anche le altre canzoni del loro primo album non sono male e si ispirano ai Doobie Brothers, offrendo un piacevole west coast pop. Disco consigliato:
“Player” - (1977, RSO)

Randy Goodrum
Autore di musica pop per altri artisti fin dagli anni ’70, ha avviato la sua carriera solista nel 1982 con un album pubblicato esclusivamente in Giappone. Lo stile distintivo di Goodrum si orienta verso ballad e brani mid-tempo, offrendo un pop raffinato che combina delicatezza e intelligenza, con influenze jazz.
Disco consigliato:
“Fool’s Paradise” - (1982, Polydor)

Robert Kraft
Cantante, musicista, pianista e compositore, Robert Kraft è considerato un’occasione mancata dello YR. Autore di grande raffinatezza, mai banale, ha realizzato quattro album in cui il tratto distintivo è un pop influenzato dal jazz, con sfumature che a tratti ricordano gli Steely Dan, ma arricchito da un inconfondibile tocco YR.
Dischi cosigliati:
“Ready To Bounce” - (1981, RSO)
“Retro Aktive” - (1982, RCA)

Robert Byrne
Robert Byrne ha all’attivo un solo album come solista, ma è considerato uno dei migliori dell’intero panorama YR. Il brano d’apertura, caratterizzato da una ritmica funk, segna l’inizio di un disco che si sviluppa in un’apoteosi di ballad e mid-tempo, rappresentando il pop californiano nella sua accezione più elegante. La vocalità di Byrne sembra essere stata creata appositamente per interpretare questo genere.
Disco consigliato:
“Blame It On The Night” - (1979, Mercury)

Robbie Dupree
A un primo ascolto, Dupree potrebbe sembrare una copia dei Doobie Brothers; tuttavia, nonostante le affinità, è riuscito a distinguersi grazie a melodie leggere e testi romantici, fondendo con maestria soul, pop e rock. Grazie alle sue hit “Hot Rod Hearts” e “Steal Away”, Dupree ha ottenuto un successo effimero, ma rimane un artista imprescindibile del genere. Potrà sembrare strano, ma ascoltando oggi i brani del primo album, avverto una certa nostalgia per quel periodo a cavallo tra due decenni, quando ancora non eravamo consapevoli della merda (in tutti gli ambiti) che sarebbe seguita.
Dischi consigliati:
“Robbie Dupree” - (1980, Elektra)
“Street Corner Heroes” - (1981, Elektra)

Roby Duke
Lo YR ha avuto anche una sorta di variante gospel, conosciuta come CCM, ovvero Christian Contemporary Music, in cui il tipico tappeto sonoro YR funge da base per testi a carattere religioso. L’artista più rinomato di questo sottogenere è stato Roby Duke, il cui primo album sorprende per la selezione di raffinato pop californiano. La voce di Duke è bella e gli arrangiamenti sono di alta qualità.
Disco consigliato:
“Not The Same” - (1982, MCA-Songbird)

Roger Vouduris
Musicista raffinato, abile nel muoversi tra lo YR e un soft-rock più ricercato, è stato una delle tante “next big thing” con un effimero momento di gloria nelle classifiche USA grazie a “Get To Used To You”. Dei suoi primi due album, entrambi prodotti da Michael Omartian, consiglio il secondo, che vede la partecipazione dei fratelli Brecker ai fiati e di Jay Graydon alla chitarra.
Dischi consigliati:
“Radio Dream” - (1979, Warner Bros.)
“On The Heels Of Love” - (1981, Boardwalk)

Sanford & Townsend
Il duo di tastieristi e compositori Sanford & Townsend raggiunse il numero 9 delle classifiche americane con “Smoke From A Distant Fire”, vivendo un successo effimero, come molti altri artisti YR. Autori di un blue-eyed soul ben equilibrato con le sonorità west coast, il loro stile ricorda quello degli Hall & Oates dell’era Atlantic.
Disco consigliato:
“Smoke From A Distante Fire” - (1976, Warner Bros)

Sneaker
Band californiana nata nel 1973, autrice di due album, di cui il primo si apre con un brano inedito di Fagen/Becker. Le sonorità, influenzate anche dal sound dei Doobie Brothers, rappresentano il tratto distintivo del gruppo. Purtroppo, il secondo album non è riuscito a eguagliare l’esordio, e di loro rimane soprattutto il ricordo tra i fan dello YR.
Disco consigliato:
“Sneaker” - (1981, Handshake)

Steve Kipner
Uno dei miei idoli dello YR, autore di un solo disco che rivela il suo valore dopo ripetuti ascolti. Una volta assimilato, diventa imprescindibile. Meglio conosciuto come autore per artisti della musica westcoast, ha collaborato anche con Alan Sorrenti. L’album, prodotto da Jay Graydon, che vi suona anche la chitarra, presenta un sound che farà da apripista a tutti coloro che si cimenteranno con lo YR.
Disco consigliato:
“Knock The Walls Down” - (1979, Elektra)

Terence Boylan
Uno dei più grandi compositori dello YR, nonché eccellente cantante. Ha all’attivo tre album, di cui il secondo, “Terence Boylan”, è considerato un vero capolavoro, con tutte le canzoni scritte da lui stesso. I suoi brani si distinguono per un’eleganza estrema, senza mai risultare banali o sdolcinati. Se cercate un esempio di autentico cantautorato YR, questo è il punto di riferimento ideale.
Dischi consigliati:
“Terence Boyland” - (1977, Asylum)
“Suzy” - (1980, Asylum)

The Joe Chemay Band
Joe Chemay era noto nel panorama YR come produttore, vocalist e autore per altri artisti. Quando decise di pubblicare un album a suo nome, il suo unico lavoro, realizzò un autentico capolavoro che rimase sconosciuto ai più fino alla ristampa giapponese del 2002. Questo album esplora con maestria le chimere del soul, pop e jazz, mantenendo un livello di qualità costante e senza cedimenti. E potete crederci.
Disco consigliato:
“The Reaper The Finer” - (1981, Unicorn Records)

Tony Sciuto
Di origini italo-americane, Tony Sciuto è un vero idolo in Giappone, dove il suo album d’esordio è venerato quasi come un’istituzione. Il primo disco, per il quale è maggiormente ricordato, si distingue per la sua sensibilità rock FM, ma contiene un piccolo gioiello: “Cafè L.A.”, un brano che rappresenta al meglio il sound YR nella sua forma più pura.
Disco consigliato:
“Island Night” - (1980, Epic)

Wilson Brothers
I fratelli Steve e Kelly Wilson hanno pubblicato un solo album, ma è uno dei più amati dagli appassionati di Yacht Rock. Un disco che sfiora la perfezione, caratterizzato da un pop venato di soul bianco, ottimi brani rock FM, e arricchito tra gli altri, da un memorabile assolo di chitarra di Steve Lukather e un assolo di sax di Ernie Watts. Tra le perle del disco, una cover di “Can We Still Be Friends” di Todd Rundgren e la title track, un brano degli Hollies del 1975. Insomma, cosa si può desiderare di più? Album consigliato:
“Another Night” - (1979, ATCO)

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts with Thumbnails