martedì, maggio 31, 2016
Maggio 2016. Il meglio
Quinto mese dell’anno e qualche nome che ritroveremo prevedibilmente ai vertici dei migliori del 2016.
Last Shadow Puppets, PJ Harvey, Iggy Pop, David Bowie, Motorpsycho, King Gizzard and Lizard Wizard, Seratones, Kula Shaker, Marta Ren, Lucinda Williams, Nigel Hall, Mavis Staples, Parker Milsap, Charles Bradley, Deep Street Soul, Steve Gunn, The Heavy, Bob Mould tra gli stranieri.
Statuto, The Winstons, Marlene Kuntz, Radio Days, Nada, Roberta Gulisano, Guignol, Wu Ming Contingent, Daniele Silvestri, Sistah Awa tra gli italiani.
ASCOLTATO
SERATONES - Get gone
Figli legittimi dei Bellrays che mischiano soul music (grazie anche alla spettacolare voce di AJ Haynes) con un tiro punk, folate 60’s rock e Hendrixiane, un adorabile tocco jazzy.
C’è addirittura qua e là qualche atmosfera Crampsiana/Link Wray o riferimenti ai Feelies e Dream Syndicate.
Spettacolari davvero !
STEVE GUNN - Eyes On The Lines
Steve Gunn è uno che ha già fatto una dozzina di dischi e suona con Kurt Vile.
Amore sconfinato per le sue atmosfere 60's psych / Paisley Undergound / folk rock con intrecci di chitarra alla Television, quell'incedere alla Dream Syndicate, quel gusto primo Van Morrison.
Eccellente.
SISTAH AWA - Inna Dis Ya Iwa
Sempre masticato poco di REGGAE. Un po' dell'original dei 60's, Toots and the Maytals, Wailers, Jimmy Cliff poi Steel Pulse, Aswad etc.
Ma questo album dell'italo senegalese SISTAH AWA, prodotto da Andrea Bottaro e suonato e registrato con gli Eazy Skankers, è una BOMBA REAGGE SOUL di grande potenza.
BRUCE FOXTON - Smash the clock
Torna il buon Bruce con un ottimo e convincente album a base di una serie di riusciti brani che spaziano tra soul, beat, funk, qualcosa di jazzato, rimandi alla lirica compositiva tra Beatles/Jam/Weller/Who. C’è anche Paul Weller in un paio di brani, oltre a Paul Jones.
Il suo miglior lavoro solista.
JOHN DOE - The westerner
Johm Doe è stato un Dio con gli X.
Ma anche a livello solista si è sempre distinto con degli album dignitosi.
Anche il recente "The wanderer" è un bel sentire, tra American roots, folk rock, country, blues, una mano da Howe Gelb e un duetto con Debbie Harry che gorgheggia come Exene.
BELLRAYS - Covers
Loro mi hanno sempre fatto impazzire con quel mix di MC5, Ramones, AC/DC che si mischiano a Motown, soul e James Brown.
Si cimentano ora con un EP di sei covers riuscite e travolgenti, da Led Zeppelin e Cheap Trick, via AC/DC e Steve Wonder.
Un buon modo transitorio per non farci rimpiangere troppo un nuovo album che attendiamo dal 2011.
MARTHA HIGH - Singing for the good times
Fu vocalist di James Brown, Maceo Parker, scoperta con i suoi Jewels da Bo Diddley), ha debuttato solo pochi anni fa con uno stupendo lavoro e ora torna con una nuovo ottimo album di southern soul, prodotto dal nostro Luca Sapio, cantato in maniera superba e con un groove di qualità eccelsa.
JAMES TAYLOR QUARTET - The Rochester Mass
Uscito alla fine del 2015 e rimasto in sordina, il nuovo album del JTQ è un suggestivo esperimento registrato live nella cattedrale di Rochester con basi funk jazz su cui si innestano i cori sacri della corale della chiesa con testi in latino.
Interessante, audace, riuscito.
GEORGE MC RAE - Love
Un delicato e raffinatissimo concept sull’amore a base di funk moderno, pieno di groove, cool, elegante, super arrangiato.
Voce impeccabile, tanto ritmo, ascolto da sottofondo e da auto perfetto.
RADIOHEAD - A moon shaped pool
Quanto ero partito prevenuto, pronto a stroncarli senza pietà (mai piaciuti). Il nuovo album è invece ottimo, pur per i miei (strani) gusti.
Molto contemplativo, intenso, essenziale ma con grandi arrangiamenti, belle canzoni, echi 70’s. Interessante, molto interessante.
I MONACI DEL SURF - 3
Si chiude la trilogia della band "mascherata" (come d'abitudine salgono sul palco) torinese con un omaggio in chiave ovviamente surf ad alcuni brani a loro cari, noti e meno noti (oltre a due inediti). Si passa dai Nirvana ai Madness, dai Depeche Mode a Donatella Rettore e Nicola Di Bari, rendendo il tutto splendidamente uniforme e consono all'humus sonoro tipico della band nonostante l'enorme, palese, differenza tra i brani originali.
Risalta una produzione molto accurata e potente, lontana dai consueti suoni vintage lo-fi del genere, rendendo il prodotto appetibile anche al di fuori dei circuiti ad esso dedicato.
RICHARD ASHCROFT - These people
Ottimi e fighi i Verve, da solista invece Richard Ashcroft non ha lasciato certo segni indelebili.
E non lo farà, presumo, nemmeno con questo nuovo sonnolento "These people", album di scarsa consistenza sia compositiva sia stilistica.
Peccato...
DANDY WARHOLS - Diastortland
Mi piacevano un sacco ai tempi di "Bohemian like you" poi si sono persi in album degni di poca considerazione.
Il nuovo sembra leggermente migliore ma resta di nuovo nel limbo delle cose destinate ad un veloce oblìo.
THE BIDONS - Clamarama
Dieci anni di attività e ora il terzo album, in costante devozione al verbo del Rock n Roll, declinato in varie sue forme, dal garage al beat, al freakbeat, al power pop, surf, punk n roll.
"Clamarama" scorre veloce e diretto, divertente e travolgente tra chitarre con il fuzz, ritmiche pulsanti, cori di palese sapore 60's e brani sempre riusciti e dai ritornelli contagiosi. Da assaporare tutto in una volta come un boccale di birra in una calda giornata estiva.
ASCOLTATO ANCHE
CORINNE BAILEY RAE (deludente, sciapo e anonimo. Peccato), ZUCCHERO (la madonna che brutto!) SNARKY PUPPY (dal Texas, band di quaranta elementi con un elegantissimo mix di jazz, fusion, funk ), VODUN (stile Skunk Anansie, più duri ma facilmente dimenticabili), JUNGLE BY NIGHT (strumentali con infuenze psych, ethio jazz, funk etc etc. Non male dall’Olanda)
LETTO
Corrado Augias / mauro pesce - Inchiesta su Gesù
Aspramente criticato dall'ortodossìa cattolica per la visione razionale e dubitativa sulla miracolistica e sul ruolo "divino" di Gesù e per la negazione delle verità cristiane come, appunto, la divinità di Gesù, la sua incarnazione, la sua concezione verginale, la sua risurrezione dalla morte, "Inchiesta su Gesù" appare invece come una lettura molto pratica e credibile della vita di un uomo che ha cambiato il mondo negli ultimi 2000 anni.
Molto interessante la verifica che spesso molti concetti, storie o parabole sono stati riportati in modo piuttosto distorto a causa di una cattiva traduzione (vedi il concetto di "vergine" che ai tempi significava solamente "giovane donna" e che di conseguenza va a stravolgere la nascita "divina" da una vergine di Gesù).
Augias e Pesce sono esaustivi in ogni aspetto della vita e morte di Cristo, avvalendosi di citazioni, riferimenti e passi dei vari Vangeli (inclusi quelli non riconosciuti dalla Chiesa).
Rimane l'approccio alla materia che come sottolinea Pesce non potrà mai essere completamente obbiettivo: il credente si avvicinerà con un bagaglio retroculturale di un ceto tipo, il non credente con un pregiudizio di base.
Comunque estremamente interessante, importante ed esaustivo.
Martin Luther King - Il fronte della coscienza
I cinque discorsi che Martin Luther King pronunziò nel 1967, furono pubblicati nel 1968 in Italia, con il titolo "Il fronte della coscienza".
Un libro intenso anche a distanza di tanti anni, dove risuonano parole pesanti, dirette, coraggiose, autorevoli e anche momenti curiosi come le considerazioni lusinghiere sugli hippies:
L'importanza degli Hippies non sta nel loro comportamento anticonvenzionale ma nel fatto che centinaia di migliaia di giovani, riducendosi a sfuggire alla realtà, esprimono un giudizio profondamente negativo nei confronti della società che cercando di evadere.
Un libro agile e veloce che vale la pena di leggere tanto è pregno di verità.
Cesare Pavese - La luna e i falò
Ogni tanto leggere i classici della letteratura italiana è salutare.
Amo CESARE PAVESE e reputo "La bella estate" uno dei migliori romanzi italiani di sempre.
Anche "La luna e i falò" merita tantissimo, uno spaccato anche storico di un'Italia "antica" (scritto nel 1949) ma che è ancora tanto uguale all'oggi (gente poverissima al servizio di gente ricchissima, disuguaglianze, ingiustizie, prevaricazioni).
La cosa che più mi affascina è il linguaggio di Cesare Pavese così arcaico ma che in due parole riesce a descrivere un mondo (.."traversammo una vigna magra"..."quell'odore rasposo di collina e di vigna che sa già di vendemmia sotto il sole"...).
Malinconico e duro ma bello, molto molto bello.
COSE & SUONI
Con LILITH AND THE SINNERSAINTS torneremo dal vivo l'11 giugno al LILITH FESTIVAL di GENOVA con una nuova line up (con Talia ex Ritmo Tribale alle tastiere e fisa).
Mie recensioni quotidiane su RadioCoop www.radiocoop.it e mensili su CLASSIC ROCK.
Uscito ROCK n SPORT mio nuovo libro per VoloLibero Edizioni (i dettagli qui: http://tonyface.blogspot.it/2016/03/rockn-sport-musica-discipline-olimpiche.html).
Prossime presentazioni il 17 giugno a Novara e il 18 giugno a Brescia.
IN CANTIERE
Prosegue il tour dello spettacolo MODS con Alex Loggia qui:
Domenica 19 giugno: Cesenatico (FORLI'/CESENA) "Marè" https://www.facebook.com/MODS-1698944940392303/
lunedì, maggio 30, 2016
Get Back. Dischi da (ri)scoprire
Ogni mese la rubrica GET BACK ripropone alcuni dischi persi nel tempo e meritevoli di una riscoperta.
Le altre riscoperte sono qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Get%20Back
REG KING - s/t
Sciolti gli Action, una delle più poderose mod band in assoluto, il leader Reg King ci prova in veste solista nel 1970 con un album che è pienamente esemplificativo del sound e del clima dell’epoca.
Tanti amici, musica free, improvvisazione, marchio rock blues, riff chitarristici di sapore hardeggiante non lontani dagli ultimi Small Faces (anche la voce “white soul” di Reggie si avvicina spesso a quella di Steve Marriott).
A dargli una mano gente come Steve Winwood, Mick Taylor, Brian Auger, Doris Troy, Barry Jenkins degli Animals, membri dei Blossom Toes.
Il risultato è però incerto.
E’ evidente che molti brani non sono strutturati ma frutto di sessions in studio e che “girano” in continuazione intorno ad un unico riff.
In ogni caso un ottimo documento di un’epoca e un doveroso omaggio ad un grande che ha avuto poca visibilità.
RON WOOD - I’ve got my own album to do
Nel 1974 Ron Wood ancora in forza con i Faces ma ormai in dirittura d’arrivo per gli Stones se ne esce con il suo primo album solista, registrato praticamente in casa e con l’aiuto di un parterre di amici eccellenti che partecipano qua e là come ospiti (Mick Jagger, David Bowie, Rod Stewart, George Harrison che con lui compone, suona e canta l’eccellente “Far East Man”) e una band che vede schierata Keith Richards alla chitarra e voce (ne canta due), Ian Mc Lagan alle tastiere, Kenney Jones e Willie Weeks (ex Sly and the Family STone) alla batteria, Mick Taylor alla chitarra.
E’ classico rock mid tempo anni ’70, un po’ sporco ma con un gusto blues, soul e funk, quel black sound che trasuda da ogni solco e rende il tutto ancora più saporito.
Un piccolo gioiello da riscoprire.
NEW JAZZ ORCHESTRA - Western reunion 1965
NEW JAZZ ORCHESTRA - Le dejuner sur l’herbe 1968
Il meglio della scena inglese dei 60’s (e che farà faville poco tempo dopo in varie band) riunita per due album (ne uscirà un altro live nel 1970, nel 2008).
Nomi come Jack Bruce dei Cream, Dick Heckstall Smith e Jon Hiseman dei Colosseum, Mike Taylor (compositore di alcuni brani dei Cream), Ian Carr dei Nucleus, affiancati da un lungo elenco di altri personaggi della scena jazz blues britannica danno vita a due album di pregevole fattura dove si destreggiano tra brani autografi e rivisitazioni di Miles Davis (una grande “So what”) e John Coltrane.
Pura classe, energia, eleganza a profusione.
domenica, maggio 29, 2016
Isola Migingo
La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
I precedenti post:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo
La piccola isola di MIGINGO nel mezzo del Lago Vittoria, contesa da anni da Kenya e Uganda (esclusivamente per poter rivendicare diritti di pesca), è stata indicata come tra i luoghi con la più alta densità di popolazione al mondo: 400 abitanti per un'estensione di 0,002 chilometri quadrati ovvero 65mila persone a chilometro quadrato.
I primi abitanti dell’isola, all'epoca selvaggia e ostile, furono due pescatori, Dalmas Tembo e George Kibebe, nel 1991.
Dal 2004 ha cominciato a popolarsi di pescatori arrivati dal Kenya, dalla Tanzania e dall’Uganda coprendo in breve tempo l'isola di baracche, rendendola invivibile e con le acque circostanti estremamente inquinate.
L'aspetto paradossale che di fronte, a 200 metri sorge la ben più ampia isola di Usingeng, completamente disabitata visto che vi abita abita Tuck, uno spirito malvagio molto pericoloso.....
sabato, maggio 28, 2016
MODS a Brescia
Prosegue senza soste il tour di MODS lo spettacolo di "teatro/canzone" che portiano in giro io e ALEX LOGGIA.
Dopo due date in centro Italia (a Perugia e a Teramo) andate molto bene (nonostante a Perugia mi abbiano fregato la valigia con i vestiti...) torniamo domenica 29 maggio al "Belleville" di PARATICO (BRESCIA) alle 21.30
https://www.facebook.com/events/495896287283518/permalink/495936750612805/
venerdì, maggio 27, 2016
Francesco Petrarca, Il Canzoniere
Gli interventi di ANDREA FORNASARI a base di storia e filosofia arricchiscono sempre il Nostro blog.
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Filosofia
Francesco Petrarca (20 luglio 1304 - 19 luglio 1374) fu, in lingua italiana e latina, poeta, storico, epistolografo, erudito, filologo, filosofo morale: il primo intellettuale 'moderno' e una delle figure più alte della letteratura italiana di ogni tempo.
La critica degli ultimi cento anni è stata concorde nel valorizzarne la statura (tangibile ad esempio nella circolazione europea delle sue opere latine) e nel sottrarlo alle strettoie e alle ambiguità del confronto con Dante.
Il Canzoniere
Poesie.
Molte poesie, alcune notissime, altre quasi dimenticate.
Un libro, il 'macrotesto' che le raccoglie ordinatamente. Questo è Il Canzoniere di Francesco Petrarca - o, secondo il titolo originale, i Rerum vulgarium fragmenta -, opera con cui si è misurata per secoli la cultura europea. Anche se lo scorrere implacabile del tempo, e il variare dei tempi, più ancora, lo stanno allontanando da noi, resta l'archetipo di un lirismo raro, assoluto, grazie al quale certi motivi e vocaboli, l'idea di una raccolta di versi ordinata secondo un disegno autobiografico e narrativo, l'autonomia della forma poetica, la voce stessa dell'Io monologante sono diventati clichés, categorie e temi universali della comunicazione letteraria.
Il fenomeno del petrarchismo, che condiziona innumeri manifestazioni dell'arte e del costume occidentale (non solo la lirica, ma anche la filosofia, la pittura, la musica, la moda), arriva a lambire il nostro nuovo Millennio.
Parodia, scherno, sberleffi rivolti a quest'opera - si pensi agli antipetrarchisti del Cinquecento - non ne hanno intaccato l'autorevolezza, sancendone nel contempo l'irripetibilità e l'imitabilità; trasformandola in canone. Il Canzoniere, depositario di una fortuna così singolare, viene grammaticalizzato - diviene cioè vocabolario dell'uso poetico - nel momento stesso in cui, ancora vivo Petrarca, le rime cominciano a circolare tra il pubblico; al Dante padre della lingua italiana si affianca Petrarca, modello di lirismo, inventore dei mitologemi dell'amore infelice e dell'inquietudine spirituale.
Nel Quattro e Cinquecento, tutte le raccolte di rime composte in Europa appresero qualcosa da Petrarca, dalla Spagna alla Francia all'Inghilterra sino alle latitudini più remote. Spesso l'imitazione del Canzoniere fu estemporanea ma non meno pervasiva, tra ripresa e plagio ed emulazione del modello.
Canonico e fedele, oppure più variegato, eslege e connotato geograficamente, il petrarchismo ha per molti secoli 'salato il sangue' della poesia europea.
Composto da 366 poesie di metro diverso, suddivise in due parti di differente ampiezza, il Canzoniere presenta un apparato formale e concettuale molto complesso, meno diretto e forse anche meno icastico di quello della Commedia dantesca.
Petrarca riuscì senza dubbio nel tentativo che più gli stava a cuore: quello di non diventare un poeta per tutti. In questo senso è sincero il suo rammarico quando afferma delle proprie rime: "quelle mie cose frammentarie e brevi, giovanili e popolari, ormai, come ho detto, non sono più mie, ma piuttosto di tutti i lettori".
Con tutto ciò, la fortuna secolare e l'influenza esercitata sui codici letterari e paraletterari europei non hanno preservato il Canzoniere da giudizi sommari: fra i più teneaci, quello di paradigma di un linguaggio accademico, inadatto a rappresentare la realtà.
Al di là della difficoltà di definire una qualsivoglia 'realtà' in letteratura, ci sembra che la fattura di questi versi sia talmente sofferta da risultare commovente; tutt'altro che il prodotto di una artificiosità senz'anima. Nè poteva essere altrimenti, considerando la miscela di cui si nutre il Canzoniere: fonti classiche, filosofia stoica, cataloghi di 'favole antiche', lirica stilnovistica, provenzale e dantesca; cultura latina e romanza, nonché alcuni specialismi coevi, in primis la scienza giuridica, nota a Petrarca grazie agli studi universitari; l'ombra onnipervasiva della Bibbia e la ruminatio (la lenta meditazione) dei Padri della Chiesa - sant'Agostino in testa - si lasciano cogliere sottotraccia senza sopraffare né intimidire.
Capolavoro di introspezione, che trascina nel gorgo della lussuria e della vanagloria; che spalanca il mistero della colpa del singolo e di un suo possibile ravvedimento, della disperazione umana e dell'attesa del perdono divino. Ed è il primo libro dell'umanesimo europeo, ogni verso del quale fa riemergere una voce antica risemantizzata in aurorali invenzioni.
Sarebbe ingiusto e pigro quindi censurare nel Canzoniere il carico delle intenzioni che l'autore vi ha riversato, come caposcuola di una poesia coltissima, e che aspira ad essere tale: ciò spiega invece il suo badiale peso specifico e altresì connota la sua indigesta, forse, e senz'altro difficile bellezza. Ma Bellezza.
giovedì, maggio 26, 2016
I soldi del calcio italiano
La vulgata ci ha abituati al solito ritornello "fosse per me i calciatori non guadagnerebbero un soldo" / "sospendiamo il campionato" / "il calcio dovrebbe sparire" etc. etc.
Dimenticando che il calcio, al di là della passione sportiva, degli scandali etc è una macchina produttiva di primaria importanza in Italia (dove peraltro gode di entrate inferiori di altre nazioni come Inghilterra, Spagna e Germania).
Il Calcio italiano produce un giro d’affari stimabile in circa 13,7 miliardi di euro, in crescita negli ultimi 10 anni di oltre il 50 per cento.
La Serie A ha generato un fatturato di 2,2 miliardi di euro del 2014-2015.
Negli ultimi 20 anni il fatturato del calcio è cresciuto in media all’anno del 6,1 per cento, mentre il Pil italiano non ha superato il 2 per cento.
Sotto il profilo della contribuzione fiscale nel 2013 il calcio professionistico ha prodotto una contribuzione pari a 895,1 milioni di euro, che diventano 1.020,6 milioni considerando anche il gettito erariale sulle scommesse sul calcio e 1.052,9 milioni includendo anche i dati relativi alla contribuzione fiscale della FIGC e del calcio dilettantistico e giovanile.
Crescono i ricavi da diritti tv, da 987,1 a 1.031,9 milioni.
Un incremento che porta tale voce al 47% del totale, la percentuale più alta mai raggiunta.
Infine:
nella stagione 2014/15 il numero complessivo di spettatori è stato pari a 13,3 milioni (+1,8%), ma il riempimento medio della capienza supera il 50% solo in Serie A, per poi scendere al 41% in Serie B e al 24% in Lega Pro.
mercoledì, maggio 25, 2016
Green onions
Nel maggio 1962 esce per la neonata STAX RECORDS uno dei brani iconici degli anni 60 (e non solo) ad opera di BOOKER T and the MG's.
GREEN ONIONS è l'APOTEOSI del GROOVE.
Semplice, diretto, minimale, dove è l'ASSENZA a farla da padrona: è un brano "vuoto" con parti strumentali brevi mai preponderanti.
Su un giro di basso jazz e proto funk di Duck Dunn che regge l'impalcatura, Al Jackson Jr accompagna NON con un prevedibile tempo swing ma andando "diritto", rendendo il groove spedito, corposo, su un tempo di 2/4.
Ancora più essenziale e minimale la Fender Telecaster di Steve Cropper che accompagna solo con alcuni "strappi" e si esibisce in un assolo ripetitivo. Su tutto l'Hammond di Booker T che invece di sbizzarrirsi in lunghi assoli lascia tutto in sospeso con poche note, giri limitati e immediatamente memorizzabili.
Il brano nacque, come spesso accade, casualmente. La band stava aspettando il musicista rockabilly Billy Ree Riley per una session e nel tempo a disposizione registrò il brano "Behave Yourself". Al proprietario della Stax, Jim Stewart, piacque parecchio e decise di pubblicarlo su 45 giri. Così chiese alla band di registrare subito il lato B.
Booker T buttò lì un tema che aveva già composto sul pianoforte e così venne creato GREEN ONIONS.
Il giorno dopo Steve Cropper portò i nastri alla radio WLOK di Memphis e li fece ascoltare al DJ Rueben Washington che scartò immeditamente "Behave yourself" ma mise per ben cinque volte di fila "Green onions" facendo impazzire le linee telefoniche dalle richieste.
Il brano è stato coverizzato ovunque e ha sempre avuto una costante rivitalizzazione nel corso degli anni con nuove ristampe e nuovi ritorni in classifica.
https://www.youtube.com/watch?v=pdcccPlz_Xo
martedì, maggio 24, 2016
Post MOD depression
La scena MOD ha espresso musicalmente un numero vastissimo di bands e nomi di cui pochissimi hanno avuto il dono della longevità.
La stragrande maggioranza delle bands ascrivibili al fenomeno mod si sono sciolte dopo poco tempo, spargendo i propri componenti in giro per lo scibile musicale. Ma alcuni di questi si sono ritrovati in esperienze successive, talvolta molto interessanti.
Gli WHO alla morte di Keith Moon trovarono come sostituto nientemeno che il batterista degli SMALL FACES, Kenny Jones.
Non fu una parentesi particolarmente felice da un punto di vista artistico ma comunque nemmeno disprezzabile.
RONNIE LANE, lasciati gli Small Faces incise con PETE TOWNSHEND l'album "Rough Mix" nel 1977 ma anche una serie di lavori dedicati al Meher Baba, sempre con Pete.
Troviamo entrambi anche nella colonna sonora di "Mahoney's Last Stand" del 1976 con anche Ian Mclagan e Kenney Jones ex Small Faces, Ron Wood, Rick Grech, Ian Stewart etc.
Ronnie Lane e STEVE MARRIOTT si ritrovarono nel 1981 per un concerto insieme e un album (purtroppo pubblicato solo nel 2000 dopo la loro morte) con il nome di MAJIK MIJITS (ne ho parlato qui: http://tonyface.blogspot.it/2010/03/mod-heroes-majik-mijits.html ).
Tre degli Small Faces, è noto, finirono nei FACES, a fianco di Rod Stewart, prime mover della scena mod londinese, e RON WOOD che da quelle parti aveva bazzicato con i BIRDS.
Più complessa la ricostruzione per le bands post 79 revival con intrecci infiniti che proseguono fino ad oggi.
Scontato ricordare l'accoppiata PAUL WELLER / MICK TALBOT negli Style Council, quel Talbot che poi ritroviamo in numerosissime altre collaborazioni con (ex) appartenenti alla scena, fino alla partecipazione al singolo "Be lucky" degli Who e all'album di Roger Daltrey con Wilko Johnson.
Lo stesso Weller ha collaborato con Pete Townshend e gli ex Small Faces Ian Mc Lagan e Kenney Jones in esibizioni live mentre lo abbiamo trovato spesso coinvolto più o meno direttamente in produzioni di nuove mod bands.
Membri degli OCEAN COLOUR SCENE che si spargono tra Weller e Who, Buddy Ascott ex Chords che ritroviamo in varie esperienze come Times o Moment, Seb Shelton che dai Secret Affair approda ai Dexy's Midnight Runners, l'epopea degli ex Prisoners tra Solarflares, James Taylor Quartet, Prime Movers (dove finisce Fay Hallam dei Makin Time da cui esce anche il bassista dei Charlatans Martin Blunt).
It's a mod mod mod world !!
lunedì, maggio 23, 2016
Internet e le bufale
L'ultra decennale esperienza s internet non ferma l'incessante formarsi di bufale, notizie false, spesso palesemente improbabili, a cui una massa sempre consistente di fruitori del web non smette di dar credito e di rilanciare e condividere.
Sostiene Walter Quattrociocchi, informatico, coordinatore del Laboratory of Computational social science dell'IMT di Lucca:
"Le bufale si diffondono tanto, e velocemente, semplicemente perché sulla rete sociale tendiamo a fare amicizia con persone simili a noi, che fruiscono i nostri stessi contenuti"
"Appassionati di scienza e complottisti, cioè quegli internauti che si informano su pagine definite alternative, dedicano alle diverse news che leggono la stessa quantità di attenzione, tutto indipendentemente dalla qualità dell'informazione, e persino dalla sua veridicità, perciò le notizie false hanno la stessa rilevanza delle notizie vere".
E da una serie di ricerche e statistiche a poco valgono le smentite e le dimostrazioni pratiche della mancanza di veridicità della (presunta) informazione. Semplicemente non vengono credute.
"La disinformazione digitale" è "uno dei principali rischi della società moderna" dice il report 2013 del World Economic Forum.
Dice Alessandro Vespignani, fisico, professore di Physics, Computer Science e Health Science alla Northeastern University
"Credo che internet sia un'enorme rete di conoscenza.
Un'enorme rete di comunicazione che ha effetti molto positivi sul nostro modo di vivere, conoscere, e comunicare.
Allo stesso tempo, però, crea un'orizzontalizzazione del sapere. Cioè, mettendo qualsiasi cosa a disposizione di tutti, fa credere a chiunque di poter masticare ogni informazione in modo efficace. Purtroppo non è vero".
Anche se, se è vero che è più facile falsificare è anche vero che è molto più semplice smascherare i falsi. Grazie a internet !
domenica, maggio 22, 2016
Il bagno La Lanterna di Trieste
La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
I precedenti post:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo
Il bagno comunale LA LANTERNA di TRIETSE (detto comunemente “pedocin” perchè pare che i soldati di Francesco Giuseppe venissero a togliersi i pidocchi in questo luogo), progettato a fine ottocento e inaugurato nel 1903 è l’unico stabilimento in Europa ad essere ancora diviso con un muro tra uomini e donne.
Il muro fu abbattuto una sola volta nel 1959 ma fu subito ricostruito qualche metro più in là.
L'ingresso costa 1 euro e la spiaggia è divisa da un muro bianco alto più di tre metri valido anche nelle acque del mare.
Per accedere alla sezione del sesso opposto è necessario un permesso speciale e chi lo fa abusivamente viene cacciato in malo modo.
Paradossalmente l'attaccamento dei frequentatori al muro divisorio è in funzione di un concetto di libertà ovvero la possibilità in più per i bagnanti di fare quello che vogliono.
La storia e l'attualità di questo particolarissimo muro è stata raccontata all'ultimno Festival di Cannes nel docu-film "L'ultima spiaggia" di Thanos Anastopoulos e Davide Del Degan.
sabato, maggio 21, 2016
Appuntamenti
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Venerdì 27 maggio alle 18 a PIACENZA alla Libreria FELTRINELLI (in Piazza cavalli) presento ROCK N SPORT con anche Alberto Galletti (autore delle parti su cricket e rugby).
Modera Pietro Corvi del quotidiano Libertà.
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Domenica 29 maggio al "Belleville" di PARATICO (BRESCIA) alle 21.30 tonra lo spettacolo MODS con Alex Loggia
https://www.facebook.com/events/495896287283518/permalink/495936750612805/
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Giovedì 26 maggio a S.Nicolò (Piacenza) al "Melville" si chiude la Terza Rassega del Rock d'Autore con MAURO ERMANNO GIOVANARDI in concerto.
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Infine per chi se lo fosse perso (cioè tutti) e volesse rimediare (nessuno) qui c'è la registrazione dell'intervista su Rock n Sport al TGCOM 24
http://www.video.mediaset.it/video/buone_notizie_dalla_radio/full/lunedi-9-maggio_617688.html
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venerdì, maggio 20, 2016
Intervista a Claudio Fucci di Vololibero Edizioni
Dopo FEDERICO FIUMANI dei DIAFRAMMA, al giornalista FEDERICO GUGLIELMI, ad OSKAR GIAMMARINARO, cantante e anima degli STATUTO, al presidente dell'Associazione Audiocoop GIORDANO SANGIORGI, a JOE STRUMMER, a MARINO SEVERINI dei GANG, a UMBERTO PALAZZO dei SANTO NIENTE, LUCA RE dei SICK ROSE, LUCA GIOVANARDI e NICOLA CALEFFI dei JULIE'S HAIRCUT, GIANCARLO ONORATO, LILITH di LILITH AND THE SINNERSAINTS, a Lorenzo Moretti, chitarrista e compositore dei GIUDA, il giornalista MASSIMO COTTO, a FAY HALLAM, SALVATORE URSUS D'URSO dei NO STRANGE, CESARE BASILE, MORENO SPIROGI degli AVVOLTOI, FERRUCCIO QUERCETTI dei CUT, RAPHAEL GUALAZZI, NADA, PAOLO APOLLO NEGRI, DOME LA MUERTE, STEVE WHITE, batterista eccelso già con Style Council, Paul Weller, Oasis, Who, Jon Lord, Trio Valore, il bassista DAMON MINCHELLA, già con Paul Weller e Ocean Colour Scene, di nuovo alla corte di Paul Weller con STEVE CRADOCK, fedele chitarrista di Paul, STEFANO GIACCONE, i VALLANZASKA, MAURIZIO CURADI degli STEEPLEJACK e la traduzione di quella a GRAHAM DAY, CARMELO LA BIONDA ai MADS, CRISTINA DONA', TIM BURGESS dei Charlatans, JOYELLO TRIOLO, SIMONA NORATO e la traduzione di un'intervista a RICK BUCKLER, MICK JONES, MONICA FRANCESCHI, SALVO RUOLO, MAURIZIO MOLGORA, PAUL WELLER, I RUDI e Michele MEZZALA Bitossi, IACAMPO, FIVE FACES, Geno De Angelis dei JANE J's CLAN, Stefano Ghittoni dei DINING ROOMS, ANTONIO GRAMENTIERI dei SACRI CUORI, oggi diamo spazio all'editoria con CLAUDIO FUCCI, direttore e responsabile della case editrice VOLOLIBERO.
Le precedenti interviste sono qua:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Le%20interviste
Come e quando nasce l’idea di creare una casa editrice e qual è la direttiva artistica di Volo Libero ?
Nel 2010 con Re Nudo Pop & Altri Festival, cofanetto contenente libro, CD e DVD.
Andrea Valcarenghi mi aveva indirizzato a visionare e a valutare il possibile utilizzo di un raro e unico filmato sul festival Re Nudo di Alpi del Vicerè (LC).
Matteo Guarnaccia si rese disponibile a scrivere un libro sui festival…
Tutto nacque per caso.
Inizialmente la mia idea era di pubblicare solo materiali relativi agli anni 70 e soprattutto agli aspetti più dimenticati e poco conosciuti di quegli anni, poi lentamente e seguendo anche i consigli del pubblico mi sono allargato ad altri periodi e altre tematiche.
La musica rimane comunque sempre il cuore delle mie scelte.
E’ risaputa la disaffezione degli italiani per la lettura.
Dunque? Un’impresa suicida ?
Eh certamente una scelta molto difficile.
Oltre alla disaffezione alla lettura poi è arrivata la crisi e quindi meno soldi disponibili da spendere in libri.
Ma se segui una passione e non pretendi lauti guadagni puoi stare in piedi.
Soprattutto se cerchi sinergie con altre realtà (Baladin, Virgin Radio, etc) che possono con varie combinazioni di reciproco interesse supportarti.
I lettori dei questo blog saranno felici di sapere che sta per partire una collana dedicata alla soul music.
Si sono entusiasta di questa difficile e lunga avventura. La prima volta che mi metto a programmare delle uscite regolari con autori “irregolari” di cui amo circondarmi.
Otis Redding, Aretha Franklin, Solomon Burke, Nina Simone e i più grandi artisti soul raccontati da prestigiose firme italiane del calibro, tra gli altri, di Gianni Del Savio e Eddy Cilia e anche dal giornalista americano Peter Guralnick.
Ogni libro ha la prefazione curata da Massimo Oldani grande esperto italiano di soul, r&b e black music che cura la trasmissione VIBE su Radio Capital e un’appendice di curiosità e aneddoti scritta da Graziano Uliani (organizzatore e direttore artistico del Porretta Soul Festival).
Il tutto diretto da Alberto Castelli che nell’ambito Black Music non ha bisogno di presentazioni.
10 volumi che usciranno nell’arco di un anno, a partire dal giugno 2016.
La collana sarà presentata ufficialmente al Porretta Soul Festival 2016 e avrà il supporto di Radio Capital.
Il mercato discografico ha ormai da tempo abdicato a favore del digitale.
Credi che anche in ambito librario passeremo presto alla fruizione in tal senso e il libro di carta diventerà un oggetto obsoleto da nostalgico o collezionista?
No, penso che il discorso sia veramente molto diverso per leggere un libro non si ha bisogno di tecnologia bastano gli occhi e il cervello.
Quindi questo modo di utilizzo resterà nel tempo, anzi.
L’eBook è un mercato laterale che non incide sul cartaceo. Stanno anche qui cominciando a proporre lo streaming del libro e a questo io mi oppongo (come del resto a quello musicale).
Quali sono i libri di VoloLibero che hanno avuto più riscontro e successo ?
Beh per quanto riguarda le vendite i due della serie Rock Bazar di Massimo Cotto, Re Nudo Pop & Altri festival assieme a Rock’N’Goal di tal Bacciocchi assieme a Galletti.
Ma altri libri mi stanno dando molte soddisfazioni e non ne nomino per non far torto a nessuno.
Prima di essere editore sei stato musicista, negli anni 70, collaborando con Finardi e suonando con Banco, Battiato, Pooh,e incidendo due album.
Come ricordi quegli anni nella musica italiana ?
Un bellissimo sogno.
Un momento di collettività e di collaborazione grande e penso impossibile ora.
Mi dispiace solo che sia terminato. Risposta breve perché non basterebbe un libro.. ah già chissà…
Chiudiamo con la solita lista dei dischi che ti porteresti su un’isola deserta, aggiungendo anche qualche libro...
Anche se non sopporto le liste, solo perché sei tu farò la mia prima lista in assoluto
1) Revolver – Beatles
2) Highway 61 Revisited – Bob Dylan
3) Déjà Vu – C S N & Y
4) Tropical Gangster – Kid Creole & the Coconuts
5) The Dark Side of the moon – Pink Floyd
6) Tubular Bells – Mike Oldfield
7) Who’s Next – The Who
8) 4 anni di successi – Mina
9) Beggars Banquet - Rolling Stones
10) Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band – Beatles
Libri
1 Il nome della rosa – Eco
2 Il libretto rosso – Mao Tze Tung
3 Porci con le ali - Lidia Ravera e Marco Lombardo Radice
4 Ciclo della Fondazione – Asimov
5 L’isola del tesoro – Stevenson
6 Robur il conquistatore – Verne
7 Vivendo cantando - Lennon
giovedì, maggio 19, 2016
Small Faces - Playmates e 78 in the Shade
GLI INSOSPETTABILI è una rubrica che scova quei dischi che non avremmo mai pensato che... Dopo Masini, Ringo Starr, il secondo dei Jam, "Sweetheart of the rodeo" dei Byrds, Arcana e Power Station, "Mc Vicar" di Roger Daltrey, "Parsifal" dei Pooh, "Solo" di Claudio Baglioni, "Bella e strega" di Drupi, l'esordio dei Matia Bazar e quello di Renato Zero del 1973, i due album swing di Johnny Dorelli, l'unico dei Luna Pop," I mali del secolo" di Celentano, "Incognito" di Amanda Lear, "Masters" di Rita Pavone, Julian Lennon, Mimmo Cavallo con "Siamo meridionali"e i primi due album dei La Bionda di inizio 70's, il nuovo album dei Bastard Son of Dioniso, "Black and blue" dei Rolling Stones, Maurizio Arcieri e al suo album "prog" del 1973 "Trasparenze", Gianni Morandi e "Il mondo di frutta candita", il terzo album degli Abba, "666"degli Aphrodite's Child, la riscoperta di Gianni Leone in arte Leonero, il secondo album di Gianluca Grignani, Donatella Rettore e il suo "Kamikaze Rock 'n' Roll Suicide", Alex Britti e "It.Pop", le colonne sonore di Nico Fidenco , il primo album solista dell'e Monkees, Davy Jones, Mike McGear (fratello di Paul McCartney), Joe Perrino, il ritorno di Gino Santercole, l'album del 1969 di Johnny Hallyday con gli Small Faces, la svolta pop della PFM, gli esordi degli Earth Wind and Fire e quelli degli UFO, e l'ultimo di Jovanotti, uno dei primi lavori di Bruno Lauzi, l'album prog del 1972 dei Dik Dik, Riccardo Fogli e la sua opera prog rock del 1979 "Matteo", del nuovo di Massimo Ranieri "Malìa", la dimenticata opera rock dei Giganti "Terra in bocca", l'esordio di Riccardo Cocciante del 1972 con l'opera prog rock "Mu", Pohh (già citati con "Parsifal") con il primo "Per quelli come noi" del 1966, oggi andiamo agli ultimi SMALL FACES, riuniti nei 70's.
Le altre puntate de GLI INSOSPETTABILI qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Gli%20Insospettabili
La breve (e triste) storia degli SMALL FACES rimane circoscritta gli splendori dei 60's, dal 1965 al 1969: pochi album e una serie di indimenticabili singoli e brani, uniti ad uno stile (sonoro ed estetico) assolutamente unici.
Nel 1975 la band si ritrova per registrare un video promozionale di "Itchycoo Park", tornato nelle classifiche, e decide per una reunion.
Il tutto naufraga dopo qualche prova.
Ronnie Lane litiga con il resto della band che lo accusa di essere poco concentrato e di suonare male
a causa dell'abuso di alcool.
In realtà sono all'oscuro del fatto che Ronnie sta incominciando a combattere con la sclerosi multipla che lo porterà via nel 1997. Viene chiamato al suo posto Rick Wills (già con Peter Frampton e Roxy Music, successivamente con i Foreigner) e nel 1977 registra un nuovo album che vedrà la luce in agosto.
Unanimemente stroncato quando non ignorato, in un periodo in cui ovunque spadroneggiano punk e new wave e ad una band di "vecchie glorie" sono interessati in pochi, PLAYMATES, ascoltato con il senno di poi e decontestualizzato dal periodo, è un album comunque buono e con momenti di valore.
La voce di Steve Marriott non ha perso smalto, roca, soul, riconoscibile come sempre, i brani vagano tra un solido rock anni 70, funk, rhythm and blues (davvero bella l'introduttiva "High and happy" o la cover di "Lookin for a love" dei Valentinos di Bobby Womack) con gusto gospel, molte influenze Rolling Stones (vedi "Find it").
Marriott compone gran parte dei brani, talvolta aiutato o alternato da Ian Mc Lagan.
Il secondo tentativo vede la luce un anno dopo nel settembre del 1978. 78 IN THE SHADE ripercorre le tracce del precedente, conta della partecipazione in un paio di brani dell'ex Wings Jimmy Mc Culloch ma suona decisamente più debole del precedente.
Anche compositivamente si avverte stanchezza e gli arrangiamenti sembrano spesso improvvisati in studio e poco lucidi.
La band intraprenderà un tour frustrante a causa di molti locali semi vuoti, l'assenza di promozione sia per i concerti che per il disco, che spesso sfogherà nel solito modo, a base di alcool e droghe varie, con conseguenti disastri successivi (dal palco agli alberghi e viceversa).
Mc Lagan se ne va in tour con gli Stones, la band si disperde, Marriott non si riprenderà più...
mercoledì, maggio 18, 2016
I Libra e la Motown
Anche l'Italia ha avuto un posto nella MOTOWN RECORDS.
I romani LIBRA incisero nel 75 e 76 due album per la prestigiosa label americana.
Nel 1975 il produttore Danny Besquet (che già gli aveva procurato un buon contratto con la Ricordi per il buon esordio del 1974 "Musica e parole", tipicamente prog, vicino alla PFM, che gli permette di supportare in tour in Italia il Banco, partendo da Venezia alla presenza di Keith Emerson, in rappresentanza della Manticore) riuscì ad ottenere un accordo per 10 LP con la Motown !!
Il primo lavoro fu la versione in inglese dell'album già pubblicato e intitolato semplicemente "Libra" e consentì alla band di partire nell'ottobre 1975 da Los Angeles per un tour americano Frank Zappa, Tubes, Chicago, Savoy Brown, Argent e Steppenwolf.
Il sound è un personale mix di prog mediterraneo con influenze funk.
Negli Stati Uniti registrano un nuovo album, ma nel dicembre 1975 la band si scioglie.
L' album, "Winter days nightmare", più fruibile e con molte influenze funky, uscì negli USA nella primavera 1976, ma non ebbe alcun riscontro commerciale.
Una nuova formazione della band pubblica la colonna sonora del film di Mario Bava "Schock" nel 1977.
martedì, maggio 17, 2016
Ghiaccio bollente ?
Parlammo qui: http://tonyface.blogspot.it/2016/02/la-rai-senza-musica.html il 1° febbraio 2016 della chiusura del programma GHIACCIO BOLLENTE condotto da Carlo Massarini, eccellente spazio in cui si proponevano video, interviste e notizie sulla migliore attualità musicale.
Ne seguì una "solleazione popolare" sul web che raccolse 30.000 firme per la sua riapertura.
La RAI rassicurò che ad aprile GHIACCIO BOLLENTE avrebbe ripreso con un nuovo conduttore più giovane...
Ad oggi il nulla.
lunedì, maggio 16, 2016
Campionato di calcio 2015-2016
Come ogni anno andiamo a da re un'occhiata a quanto accaduto nel nostro campionato.
Prevedibile e annunciata la vittoria della JUVENTUS, nonostante una partenza disastrosa (per quanto fossero ridicoli i titoli autunnali "Juve, addio scudetto"), nettamente superiore.
NAPOLI e ROMA come sempre incompiute ma, di nuovo scontato, uniche potenziali rivali dello strapotere bianconero.
Nonostante l'insoddisfazione (secondo me ingiustificata) della tifoseria, la FIORENTINA ha occupato un quinto posto dignitoso, preceduta da un'INTER spesso fortunata ma sempre senza un gioco ben definito, molti giocatori non all'altezza, confusione.
Il fatto che i nerazzurri siano la quarta forza in Italia la dice lunga sul livello del calcio nostrano.
Il SASSUOLO è forse la realtà più interessante: società solida e abbiente, punta sui giovani, su un ottimo allenatore, su un progetto. E' il nuovo che avanza e che potremmo trovare in futuro molto più in alto (piaccia o no).
Al di là delle dichiarazioni buone solo per la stampa prezzolata o per qualche tifoso illuso il MILAN finisce dove gli spetta: società allo sfascio, giocatori scelti senza logica, assurdo cambio di allenatore. Potrebbe fare pure peggio in futuro.
Il resto è mediocrità, chi più chi meno. Stupisce la retrocessione del VERONA, previste quelle dei più volonterosi CARPI e FROSINONE, risale il CAGLIARI, prima volta per il CROTONE e un nome nuovo potrebbe affiancarli il prossimo anno in A.
PS: il PIACENZA torna in Lega Pro.
domenica, maggio 15, 2016
Isole Salomone
La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
I precedenti post:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo
Oggi andiamo in un luogo che non esiste più, perchè appena scomparso...
Nel Pacifico meridionale, cinque isole dell’arcipelago delle Salomone sono state sommerse a causa dei cambiamenti climatici.
A questo processo si aggiunge l’erosione costiera, che ha gravemente colpito altre sei isolette.
Le isole Salomone sono state un punto chiave per l’osservazione dei fenomeni di aumento del livello del mare.
Qui l’acqua è salita ad un tasso triplo rispetto alla media globale: circa 7-10 mm l’anno dal 1993.
L’isola Nathambu, che ospitava 25 famiglie, ha perso più della metà della sua superficie, con 11 case sommerse dal 2011 ad oggi.
Questa crescita elevata è in linea, secondo i ricercatori, con ciò che possiamo aspettarci in gran parte del Pacifico a partire dalla seconda metà di questo secolo.
Non c'è alcuna cura della sorte di chi vive alle Isole Salomone: gli abitanti che devono abbandonare le proprie abitazioni lo fanno a proprie spese.
Taro, paese nella provincia di Choiseul, è il primo capoluogo di provincia al mondo a trasferire residenti e servizi in seguito all’aumento del livello del mare indotto dall’uomo.
sabato, maggio 14, 2016
Martin Luther King - Il fronte della coscienza
I cinque discorsi che Martin Luther King pronunziò nel 1967, furono pubblicati nel 1968 in Italia, con il titolo "Il fronte della coscienza".
Un libro intenso anche a distanza di tanti anni, dove risuonano parole pesanti, dirette, coraggiose, autorevoli e anche momenti curiosi come le considerazioni lusinghiere sugli hippies:
L'importanza degli Hippies non sta nel loro comportamento anticonvenzionale ma nel fatto che centinaia di migliaia di giovani, riducendosi a sfuggire alla realtà, esprimono un giudizio profondamente negativo nei confronti della società che cercando di evadere.
Un libro agile e veloce che vale la pena di leggere tanto è pregno di verità.
giovedì, maggio 12, 2016
Il punk in DDR
Può sembrare impossibile ma anche in Germania Est ci fu una scena punk.
Non propriamente florida nè numericamente nutrita ma con caratteristiche e aneddotica molto particolari, nonostante un regime assai poco tollerante nei confronti delle differenze dalla linea del Partito Comunista.
Questo articolo ne riassume dettagliatamente la storia: http://kalashnikov-collective.blogspot.it/2012/01/punk-in-ddr-verboten-punx-breve-storia.html che in qusta sede abbrevio e implemento con altre notizie.
Le prime presenze vengono notate già nel 1979 a Berlino Est, Dresda, Lipsia, Erfut, Halle e poco dopo nascono le prime band, ovviamente clandestinamente, come gli Schleim-Keim di Erfurt, i Paranoia di Dresda, i Mullstation di Eilseben, L'Attentat di Lipsia, gli Zwitschermaschine, i Feeling B, i Namenlos (, i Planlos e i Rosa Extra di Berlino Est.
Come spesso accadeva nei paesi dell'est la strumentazione è piuttosto approssimativa, si prova in casa in condizioni precarie, per l'estetica ci si arrangia ispirandosi alle rare foto che arrivano da oltre cortina.
Ma il problema principale è che nella DDR non esistono locali in cui suonare, solo le band riconosciute dagli organi goverativi possono suonare in pubblico.
Incredibilmente l'unica possibilità di espressione per i punk arriva dalla CHIESA, in particolare quella Protestante, che, in funzione anti comunista, appoggia questa forma di dissidenza.
Nella DDR, come negli altri paesi del Blocco, le minoranze religiose sono tollerate (nonostante chi espliciti la sua fede religiosa subisca ostracismi e persecuzioni più o meno pesanti) ma gli edifici religiosi sono zone franche che la polizia evita di violare.
Nella Chiesa del Redentore di Rummersburg, a Berlino Est dal 1980 lascia spazio alla scena punk e nel 1983 l'arcidiacono Lorenz Postler organizza una lunga serie di concerti punk con Namenlos, Unerwuscht, Planlos e pubblicherà la fanzine punk "Alosa".
La comunità punk, clandestina e vessata, diventa piuttosto pericolosa e si segnala per numerosi episodi di teppismo di strada.
Nel 1980 avviene la prima schedatura da parte della polizia di duecentocinquanta punx berlinesi che vengono dichiarati ma successivamente la repressione si intensifica: gli viene vietato l'accesso ai bar e ai ristoranti, in molti vengono arrestati e interrogati bruscamente, ogni comunità e ogni band vengono infiltrati dalla Stasi con membri che denunciano i compagni di musica (spesso in cambio di soldi e piccoli aiuti).
Poco prima della Caduta del Muro la pressione si allenta, il 22 e 23 aprile del 1988 si tiene una due giorni di concerti alla Chiesa del Redentore di Berlino Est alla quale partecipano molte band locali altre da Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia), due dalla Germania Ovest.
La reazione dei giovani al regime comunista porta molti verso idee di estrema destra e circolano parecchi naziskin che, una volta, riunita la Germania infesteranno le zone orientali della nazione. Anche se inizialmente il saluto nazista era solo una voluta, estrema, provocazione contro il regime (che rifiutò sempre di ammettere l'esistenza di qualsivoglia persona che potesse essere nazi nel paese!).
I Namenlos scrissero un brano dicendo: “Abbiamo di nuovo dei nazisti per le strade di Berlino “ e finirono in prigione per due anni accusati di infangare la reputazione della Germania dell’Est sostenendo che ci fossero degli estremisti di destra in un sistema comunista.
La maggior parte delle bands si scioglie, solo gli Schleim-Keim e i Mullstation proseguono mentre i Feeling B troveranno il successo con il nome di Rammstein (con anche membri dei Die Firma, nome gergale con cui veniva chiamata la Stasi...si scoprì poi che alcuni membri dei Die Firma avevano denunciato i compagni del gruppo in quanto agenti della Stasi !!).
Un aspetto ridicolo di una faccenda così seria è l'assoluta mancanza di conoscenza dell'inglese degli agenti della Stasi che permetteva di cantare frasi contro il regime (in inglese) senza essere perseguiti (la Stasi aprì un fascicolo contro i fantomatici SHEheads, non capendo dalle intercettazioni che si parlava di SKINheads).