JOE JACKSON / MAX CHAMPION - What a racket!
Joe Jackson si inventa un fantomatico personaggio, star del Music hall dei primi 900, di cui ha ritrovato gli spartiti che ripropone per la prima volta su disco. La "burla" riesce più che bene, il disco è divertente, godibile e e fatto benissimo (anche i video seguono alla perfezione lo schema).
“Il Music Hall (insieme al cugino americano Vaudeville) fu la prima forma di intrattenimento di massa creata dalle classi lavoratrici. I suoi inizi furono nei pub e nelle strade della Londra della metà del XIX secolo e, sebbene non sia mai stato veramente considerato "rispettabile", nel 1900 fu rappresentato in teatri opulenti davanti a un vasto pubblico proveniente da tutti i ceti sociali. Prostitute e principi cantavano insieme ad artisti superstar, molti dei quali sono ormai leggendari e le cui canzoni sono ancora conosciute nel Regno Unito.”
PETER GABRIEL - i/o
Dopo 21 anni di silenzio torna uno dei personaggi più iconici e personali della storia del rock con un nuovo album di inediti. Proposto in tre versioni diverse con altrettanti mix, è un lavoro di grande qualità, che raccoglie tutte le anime dell'autore, da quelle più pop alle sperimentazioni, ballate oscure, abbondanza di ospiti e collaboratori. Non si può gridare al capolavoro ma sottolineare la vitalità dell'interessante nuova proposta sicuramente si.
BETTY DAVIS - Crashin' From Passion
Delusa da una carriera potenzialmente di grande successo ma rimasta di nicchia, prima di ritirarsi per sempre dalle scene, la regina del funk, fece un ultimo tentativo nel 1979, chiamando a collaborare uno stuolo di amici e amiche di livello eccelso: Herbie Hancock, Martha Reeves, le Pointer Sisters, Alphonse Mouzon, Chuck Rainey, Patryce “Choc’let” Banks, Carlos Morales. Non solo funk (non più così torrido) ma anche jazz, disco, soul, pop, gospel, blues. Purtroppo il disco uscirà solo 15 anni dopo e scomparirà presto dalla circolazione. Ora trova una preziosa ristampa anche in vinile e ci mostra quanti semi c'erano in questa opera (ci possiamo sentire molte influenze che ritroveremo in Macy Gray, Dee Dee Bridgewater, Erykah Badu, Alicia Keys tra le tante).
TREVOR HORN - Echoes: Ancient & Modern
Il grande produttore e musicista (Buggles, Yes, Art of Noise etc) raccoglie una serie di ospiti e ricicla altrettanti brani che aveva precedentemnete prodotto, ricofezionandoli in una nuova versione. Troviamo Iggy Pop, Robert Fripp e Toyah, Marc Almond, Tori Amos, tra gli altri). Molt ogradevole, in particolare "White wedding" di Billy Idol ripresa da Jack Lukeman in chiave folk celtico.
THEO TEARDO / BLIXA BARGELD - Live in Berlin
Registrato dal vivo a Berlino il 6 dicembre 2022 raccoglie il meglio di "Still Smiling" e "Nerissimo", gli album prodotti dalla coppia.
Incedere solenne, brani dal portamento "antico" e classico, tra retaggi Nick Cave, Velvet Underground, il John Cale solista, Nico, Kurt Weill, atmosfere seducenti, oppiacee e ammalianti. Notevole.
DAVID HOLMES - Blind On A Galloping Horse
Celebrato da più parti il ritorno del produttore nord irlandese è un ottimo lavoro in cui elettronica e pop evoluto, pulsioni "black" e sperimentazione si fondono. Interessante ma non irresistibile.
LOSFUOCOS – Low Die
Il quarto album della band lodigiana è uno splendido gioiello di equilibrio tra punk, power pop, rock ‘n’ roll stradaiolo, rockblues (“Over and over again”), stupende melodie pop, capacità compositive di altissimo livello, produzione di livello internazionale. Riuscitissima la potente cover di “Lodi” dei CCR che omaggia (indirettamente) la loro città di provenienza. Album di eccellente fattura che entra, in extremis, tra le migliori uscite italiane dell’anno.
LOS MOSQUITOS - In the shadows
Area Pirata continua a regalare scampoli spesso dimenticati dell'epoca dorata del garage beat. Ad esempio pubblicando tutte le registrazioni della band New Yorkese The Mosquitos, attiva negli anni 80 con un sound che pescava fedelmente negli anni 60, dai primi Beatles, Stones e Monkees (che non a caso ripresero, in una reunion degli anni 80, la loro "That was then, this is now"). La band suonava benissimo e compositivamente era ispiratissima. Un eccellente modo per riscoprirla.
OSLO TAPES – Staring at the Sun Before Goin’ Blind
La creatura di Marco Campitelli arriva al quarto album, ancora una volta con un originale, personale e riconoscibile marchio di fabbrica. Un sound aspro e allo stesso tempo cerebrale, talvolta “liquido” in cui si viaggia tra kraut rock, psichedelia, post punk, avanguardia, sperimentazione, folate di Motorpsycho. L’aspetto più interessante è come sia complesso e improbabile decifrare l’opera secondo parametri e definizioni usuali, tanta è la varietà di suggestioni. Un progetto che ha di nuovo fatto centro!
BACHI DA PIETRA -
Accetta e continua
Imprevedibili, spietati, originali, costantemente in cammino su sentieri poco battuti, scomodi e pericolosi. I Bachi Da Pietra firmano l'ottavo album della carriera, dopo avere spostato l'asse sonoro, sempre ostico e aspro, verso coordinate meno inaccessibili rispetto agli esordi. Si respirano miasmi dark blues (vedi l'apocalittica introduttiva Meno male), industrial, atmosfere ipnotiche, crudeli, ritmi ossessivi elettronici saturi di paranoia per esplodere in un ritornello doom stoner (Mai fatto 31). Spiccano testi in cui la contemporaneità politica e sociale entrano in un ruolo protagonista (Mussolini è un titolo programmatico molto attuale).
LITTLE BOYS - Ricordati che devi morire
Progetto nato in Giappone e che ha come protagonisti Laura “Elle” Bertone alla chitarra e Sergio “Esse” Pirotta alla batteria. Il secondo album segue di un anno l'esordio e prosegue ad esplorare gli anfratti più crudi del rock 'n' roll, tra punk, blues primitivo, distorsioni, elettricità chitarristica. Al loro fianco una serie di importanti produttori a dare il giusto impatto a un album registrato praticamente in diretta. Ottimi!
LUCA LEZZIERO – Naturæ
Secondo album per il cantautore lombardo, già collaboratore dei La Crus (non a caso Cesare Malfatti, membro della band, è tra i protagonisti del disco). Le undici canzoni parlano un linguaggio poetico, lieve e compassato, caratterizzate da atmosfere rarefatte, semi acustiche, di forte personalità, con rimandi compositivi a Ivano Fossati, Niccolò Fabi e Max Gazzé ma che hanno in filigrana un’anima meno “pop” e più viscerale, intensa, tormentata. Ottimo album.
AA.VV. - Real Cool Time vol.1
Allegato alla rivista GIMME DANGER un 45 giri con tre brani di altrettante nuove band italiane di ruvido rock 'n' roll hard punk blues. I Tenebra riprendono "Doctor Please" dei Blue Cheer, dal loro mitico esordio "Vincebus Eruptum" del 1968, in versione tiratissima, e travolgente. Chow e Firecracker nel lato B si immergono nel Detroit Sound di Mc5, Stooges, Death con due violentissimi brani tinti di garage. Raw Power!
JOYELLO – Senfina Milito
Joyello è un prime mover della musica new wave italiana, da cui si è mosso poi in svariate direzioni artistiche e sonore , dagli Eva Braun ai Morrowyellow a Le Madri della Psicanalisi e Peluqueria Hernandez, tra i tanti. A fianco di queste attività più “pop” ha sviluppato da tempo la curiosità e l’approfondimento per la musica sperimentale e d’avanguardia, più nello specifico per la “musique concrete” di Pierre Schaeffer. Il nuovo album lo coglie alle prese con suoni, rumorismo, elettronica, noise, ritmiche trip hop, ambient, new wave, che pennellano un concept contro tutte le guerre, ingiustizie e corruzione, che avvelenano il pianeta e la società, a base di un sound inquietante, ficcante, pieno di tensione e vertigine.
LUCA GIOVANARDI – Storia notturna
Luca Giovanardi si prende una pausa solista dalla favolosa creatura Julie’s Haircut per scrivere una colonna sonora immaginaria basata su due libri di Carlo Ginzburg, “I Benandanti: Stregoneria e culti agrari tra Cinquecento e Seicento” e “Storia notturna” che hanno ispirato l’autore a comporre “un racconto di psicomagia italiana in musica”. Sonorità sperimentali, ambient (Brian Eno e Terry Riley dietro l’angolo, vedi “Ossa e pelli”), elettroniche, echi folk. Un lavoro anomalo, personale, originale.
THE BRIT FUNK ASSOCIATION - Ancestral Voices
Siamo nel classico campo in cui convergono influenze soul, funk, jazz, fusion con un forte sapore 70. Il tutto suonato con stile, competenza e tecnica sopraffina.
OUTPUT/INPUT - Forward Motion
La band di Melvin Lee Davis, bassista per Chaka Khan, Will Downing, Lalah Hathaway, George Benson, George Duke esce con un buon album di soul funk disco, leggero, fresco e divertente. Niente di rivoluzionario ma molto godibile.
LE MUFFE – You fly away / BIF
Torna con un classico 45 giri la garage band bergamasca. Due brani sorretti da un Farfisa acido, ritmiche pesanti, un’attitudine psicotica, un approccio sguaiato tipicamente punk ’77, un amore palese per gli anni Sessanta più oscuri. Come sempre una garanzia.
LETTO
Bret Easton Ellis - Le schegge
Una geniale messinscena "autobiografica" (che documenta/documenterebbe il periodo che precede il suo esordio/capolavoro "Meno di zero" del 1985) smentita con il classico finale "questa è un’opera di finzione, i personaggi sono il frutto dell’immaginazione dell’autore".
In realtà di autobiografico si intuiscono molti particolari che si mischiano alla perfezione con il romanzo, la finzione, l'immaginazione dell'autore.
Ambientato nel 1981 in un giro di giovani ricchi rampolli della Los Angeles dell'alta società, decadente, drogatissima, alcolizzata, lussuriosa, la vicenda si muove tra misteriosi omicidi di sapore rituale, a base ultra violenza morbosa e un senso di incertezza che accompagna tutta la lettura.
Ellis non ci risparmia accurate descrizioni splatter degli efferati delitti (che spesso diventano immagini forzate da horror movie di serie B ) e minuziosi, ripetuti, costanti resoconti di prestazioni sessuali, etero e omo.
In mezzo intricati (spesso leziosi e stancanti) incroci sentimentali e relazionali di una lunga serie di personaggi che si intreccianoi nella vicenda.
Bret Easton Ellis scrive benissimo, è uno dei miei autori preferiti ("Meno di zero" , American psycho" e "Glamorama" sono veri e propri capolavori, la restante produzione è di alto livello), "Le schegge" si inserisce alla perfezione nella sua bibliografia, ne conserva il tratto che i suoi cultori hanno sempre amato, pur non assurgendo alle vette più alte.
Come sempre la "colonna sonora" che scorre tra le righe è di altissima qualità, da Ultravox a XTC, Go Go's, Devo e Split Enz, tra i tanti.
Sly Stone - Thank You (Falettinme Be Mice Elf Agin): A Memoir
E' stimolante e affascinante scoprire cose nuove attraverso la lettura.
E' invece rassicurante, quanto gradevole, leggere di argomenti abbondantemente conosciuti, a cui si aggiungono particolari inediti ad arricchire la passione per il soggetto.
In questo senso l'autobiografia (al momento solo in inglese) di SLY STONE non aggiunge rivelazioni sorprendenti a quanto già gli appassionati del personaggio conoscono ma l'ironia e il disincanto con cui Sly narra la sua straordinaria storia umana e artistica, rende il libro (pubblicato, primo titolo in assoluto, dalla casa editrice di Questlove) divertente, irresistibile, pulsante.
Sly and the Family Stone sono un pezzo preziosissimo ed essenziale in tutta la storia della musica pop/rock/black, con all'attivo alcuni album di grandissimo pregio e un discreto numero di capolavori.
"Sly and the Family Stone avevano un concept. Bianchi e neri insieme, donne e uomini e le donne non erano solo cantanti ma suonavano gli strumenti".
Il libro è stato “created in collaboration” con Sly dallo scrittore Ben Greeman (e l'ex fidanzata di Sly, Arlene Hirschkowitz) che ha presumibilmente messo insieme una serie di dati già conosciuti e le parole (probabilmente un po' confuse e concise - vedi la pagina finale del libro con mini intervista con risposte a monosillabi -) estrapolate da qualche chiacchierata con il protagonista.
Sly non si tira indietro nel descrivere il lungo periodo nell'abisso di cocaina, crack e altre sostanze anche se, ovviamente, si trattiene parecchio, confutando spesso quanto invece spiattellato da ex collaboratori e amici nel libro di Joel Selvin, "Sly & the Family Stone: An Oral History" (https://tonyface.blogspot.com/2023/01/joel-selvin-sly-family-stone-oral.html).
Anche il declino artistico (con sporadici ritorni, spesso confusi e non di rado poco dignitosi) è affrontato con parole malinconiche e remissive, mentre si accavallano racconti relativi alla dipendenza e alle problematiche "familiari".
"Drugs were still around but they didn't dominate"
I fan più hardcore di Sly troveranno solo piccole aggiunte a una storia già conosciuta, i neofiti invece un ottimo mezzo per approfondire una vicenda artistica inimitabile.
"La cosa divertente era che alcuni bianchi pensavano che fossimo troppo militanti. Dove ci schieravamo veramente? Da qualche parte nel mezzo, che era il posto migliore dove stare se volevi continuare a trovare soluzioni.
Se eri lontano, da una parte o dall’altra, eri una minaccia e le minacce venivano eliminate.
Quel pensiero mi ha portato a trascorrere più tempo a casa di quanto avrei altrimenti potuto.
E per quanto riguarda cambiare la direzione band, anche se me lo avessero chiesto, non lo avrei fatto. Il punto era proprio questo, elevarsi al di sopra di tutto ciò. Le divisioni erano sottrazioni."
"Mi sentivo incompleto senza uno strumento o sarebbe meglio dire che mi sentivo completo solo con uno strumento".
"Quando facevo il DJ alla KSOL alcuni ascoltatori pensavano che in una radio Rhythm and blues non si doveva sentire musica bianca. Ma era una cosa senza senso per me. La musica non ha colore".
Will Hermes - Lou Reed. Il re di New York
"La mia settimana batte il vostro anno" (Lou Reed)
La frase é un buon sunto di questa monumentale biografia di LOU REED, (dai Primitives ai Velvet Underground, alla carriera solista, agli ultimi anni con Laurie Anderson) costruita minuziosamente e meticolosamente da Will Hermes, grazie anche al libero accesso agli archivi privati dell'artista New Yorkese.
Le quasi 800 pagine sono un'enciclopedia di nomi, dati, date, canzoni, riferimenti e rimandi, un'opera completa e pressoché insuperabile, raccontata e scritta benissimo, in cui si narra la vicenda artistica e umana dell'artista, senza risparmiare le faccende più oscure e oscene, pur evitando sensazionalismi pruriginosi e morbosi .
Lou Reed ci "svela" un aspetto mai o raramente considerato da pubblico e critica, peculiarità di molte star del pop rock di cui abbiamo spesso male interpretato il vero ruolo (vedi le presunte e spesso sbandierate iniezioni di eroina sul palco, in realtà mai avvenute ma solamente ostentata e plateale finzione teatrale):
"Lou Reed è il mio personaggio.
A volte è me per il venti per cento, altre per l'ottanta, ma mai al cento.
E' un mezzo per andare in posti in cui io non andrei o dire cose con cui non sono d'accordo".
Il libro è tra i più documentati, esaustivi e completi di sempre, in ambito musicale e aggiunge nuovi particolari (spesso inediti) sullo scibile della musica rock, dagli anni Sessanta ad oggi, sottolineando, mai come in questo caso, la correlazione diretta con la CULTURA (underground o meno) circostante, aspetto determinante per completare un artista.
Libro dell'anno e probabilmente per tanti anni.
VISTO
Larry Locke - Heaven Stood Still: The Incarnations Of Willy DeVille
WILLY DEVILLE è stato un artista sottovalutato (perlomeno in Italia, rimasto figura di nicchia per un ristretto numero di fan), autore di album sempre più che dignitosi, talvolta ai confini con il capolavoro, con uno stile personalissimo, immediatamente riconoscibile, che mischiava rock, blues, gospel, soul, pop e tanto altro.
Ha sempre subìto l'avvicendarsi di terribili demoni personali che ne hanno minato una carriera che poteva diventare fulgida e redditizia, è morto di una brutta mallatia nel 2009 a 58 anni.
Il documentario di Larry Locke ne ripercorre la carriera con il consueto taglio che alterna filmati d'epoca, spezzoni di interviste, testimonianze di collaboratori, musicisti, fan.
Bello, intenso, a tratti commovente e straziante, ritratto accurato di un grande artista.
COSE VARIE
° Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it (per cui curo ogni settimana un TG video musicale - vedi pagina FB https://www.facebook.com/RadiocoopTV/).
° Ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà"
° Ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
° Ogni sabato un video con aggiornamenti musicali sul portale https://www.facebook.com/goodmorninggenova
° Sulle riviste/zines "GIMME DANGER" e "GARAGELAND"
° Periodicamente su "Il Manifesto" e "Vinile".
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