venerdì, luglio 30, 2021
Il meglio del mese. Luglio 2021
Passata la metà dell'anno tante buone cose da segnalare: Sleaford Mods, Bobby Gillespie & Jenny Beth, Paul Weller, Dewolff, Jon Batiste, Sault, Damon Locks Monument Ensemble, The Coral, Sons Of Kemet, Mdou Moctar, Teenage Fanclub,Tom Jones, Chrissie Hynde, Adrian Younge, Flyte, Myles Sanko, Billy Nomates, Alan Vega, Django Django, Aaron Frazer, Bamboos, Arlo Parks, Shame , Vaudou Game, Les Filles De Illighadad.
In Italia: Radio Days, Nicola Conte/Gianluca Petrella, A/lpaca, Casino Royale, Gang, SLWJM, Homesick Suni, Bachi da Pietra, Joe Perrino, Amerigo Verardi, Les Flaneurs, The Smoke Orchestra, Homesick Suni, Wendy?!.
BOBBY GILLESPIE & JENNY BETH - Utopian ashes
Quanto mi mancava un album così.
BOBBY GILLESPIE porta i suoi PRIMAL SCREAM in studio con JENNY BETH dei Savages e il suo partner in crime Johnny Hostile e se ne escono con un disco che trasuda eccellente pop soul, gli Stones dei primi 70, rock blues, orchestrazioni in odore di brit pop e Bacharach, dolenti ballate, in un concept dedicato alla dissoluzione di un matrimonio. Mi ricorda l'impostazione del mai troppo lodato progetto dei Last Shadow Puppets. Disco bellissimo, con canzoni fighissime, arrangiamenti super, approccio indolente e dandy.
SAULT - Nine
“Don’t ever lose yourself / You can always start again”. Non sbaglia un colpo il collettivo britannico. Anche il nuovo album é una perfetta FOTOGRAFIA INTERNAZIONALISTA di un mondo che cambia, che si ribella alle pulsioni reazionario/medievali che ci vorrebbero ricatapultati in epoche oscure, cancellando diritti acquisiti, rispolverando autoritarismi e populismi d'accatto.
Gospel, soul, funk, elettronica, blues, hip hop, nu soul, rnb, impegno sociale e politico.
Meraviglia.
DAMON LOCKS BLACK MONUMENT ENSEMBLE - Now
Damon Locks, da Chicago, è un artista visuale, musicista, educatore in un carcere, agitatore culturale e responsabile di questo nuovo stupendo disco (mezzora di musica) che intercetta tutti gli umori di una Black Music che cambia, si contamina, parla un linguaggio attuale, moderno, partecipe di ciò che accade intorno. Qui troviamo jazz, spiritual, afro, funk, elettronica, che gravita tra percussioni, fiati, loop, suoni elettronici e splendide voci. Intenso, potente, colto. Enorme.
JOEL CULPEPPER - Sgt Culpepper
Il soul man inglese all'esordio con un concept di grande fattura in cui paga dazio a Prince, Curtis Mayfield, il Marvin Gaye dei 70, con un po' di mellow soul e di funk a condire il tutto.
Raffinato e arrangiato alla perfezione, super cool, sinuoso e avvolgente.
LES FILLES DE ILLIGHADAD - At pioneer works
Gruppo femminile proveniente da un lontanissimo villaggio sahariano del Niger. Suonano "tende" musica folk locale caratterizzata da ipnotici brani suonati con percussioni, battiti di mani e voci femminili. A cui le ragazze aggiungono chitarre elettriche (abitualmente pertinenza della musica suonata dagli uomini Tuareg, vedi Mdou Moctar).Un sound antico che riporta al blues originale che i primi schiavi introdussero in America. Potente e primitivo, raffinato e travolgente.
KAT EATON - Talk to me
Giovanissima, inglese, una voce matura, soulbluesy, un approccio che riporta alla prima Joss Stone, un album frizzante, saltellante, divertente, super groovy, tra vintage soul, un po' di gospel, blues. Hammond, fiati.
Da tenere d'occhio, può fare grandissime cose.
GLORIA - Sabbatt matters
La band francese si muove egregiamente tra freakbeat, psichedelia floreale tardo 60's, Mamas and Papas, Julie Driscoll, bizzarie barocche, un sound sognante. Molto intrigante.
CHANNEL THREE - This Is London / Small Flat By The Sea
In attesa di tornare in attività, metà dei francesi French Boutik uniscono le forze a Bobby Tarlton per un side project intrigante e gradevolissimo che partorisce un ottimo singolo con due brani di sapore soul, tra Style Council, il primo Joe Jackson, Elvis Costello e sapori beat anni 60. Super!
CEDRIC BURNSIDE - I Be Trying
Un buon album blues, meno ruvido e crudo del solito ma sempre incisivo e di prima qualità.
ADOLESCENTS - Russian Spider Dump
Uscito alla fine dello scorso anno merita un recupero. 14 cover di brani più o meno oscuri di punk e hardcore, fatti alla perfezione, adattandoli al loro classico stile. Ascolto più che consigliato per gli appassionati.
DESCENDENTS - 9th & Walnut
Registrato nel 2002 e completato solo ora, il nuovo album della storica punk band californiana, riprende brani inediti degli esordi. Grande tiro, punk rock fatto (ovviamente) con la giusta attitudine.
CLAIRO - Sling
La cantautrice americana firma un secondo album di grande spessore, in chiave semi acustica, tra Carole King, Joni Mitchell, il primo Paul McCartney e grandi canzoni. Un nome da annotare.
BACAO RHYTHM & STEEL BAND - Expansions
Da Amburgo un buon album di funk strumentale in cui il solista lo fa la steel drum. Ottimo groove e un discreto ascolto.
HOMESICK SUNI - The shape of grapes to come
Matteo Pin alias Homesick Suni prosegue il suo felice e affascinante viaggio nei profondi 60 con un 10 pollici di grande bellezza. Troviamo una lunga serie di riferimenti dai Beatles ai Kinks, un po' di follia Barrettiana e tanto condimento XTC. Quattro brani semplicemente bellissimi.
AA.VV - AfroSides vol. 2
RecordKicks è sinonimo di garanzia assoluta. Ogni uscita è una perla sonora che si incastona nel loro inimitabile catalogo. Da cui vengono estratti questi dieci brani che pescano in umori afro funk, declinati in un'ottica attuale. Baby Charles, Calibro 35, The Tibbs, Whatitdo Archive Group, Third Coast King sono alcuni dei nomi che ci deliziano con una raccolta superlativa!
DUNCAN TUCANO - Dynamic tamburo
Evoluzione del progetto di lunga data Vietnow, tribute band ai Rage Against the Machine, il primo ep di Duncan Tucano è l'esordio solista di Daniele Catalucci, bassista dei Virginiana Miller, aiutato da una lunga serie di collaboratori.
Il risultato è eccellente, tra intensi funk di matrice "black" che spaziano da torridi riferimenti a Funkadelic e Peppers a eccellenti brani soul. Di grande pregio gli arrangiamenti e livello compositivo di altissimo livello.
WENDY?! - In the temple of feedback
Sempre una garanzia la band romana. Dieci canzoni immediate dall'attitudine punk ma che spaziano tra hard, glam, echi Doorsiani, sguardi alla scena australiana degli anni 80 (dalle parti dei Lime Spiders). Suonati e prodotti benissimo, gran tiro, canzoni di eccellente qualità compositiva. Un grande album!
THE HORNETS - Heavier than a stone
Nata per puro divertimento, la band emiliana si tuffa nel calderone discografico con un frizzante album in cui abbracciano vari stili di quello che conosciamo meglio coe Rock 'n' Roll. Ci sono sguardi ai New York Dolls, al miglior power pop, Cheap Trick, garage beat. Molto cool.
THE GUANTANAMOS - Asylum Escape
A due anni di distanza dall'esordio, torna la band toscana con un secondo ep con sei brani. Pura e cristallina surf music strumentale, eseguita con tiro, potenza e velocità. Groove scarno ed essenziale ma terribilmente efficace. Con tanto di conclusiva, bellissima, cover di "Ma che freddo fa" di Nada.
CRAMPO EIGHTEEN - Mojo Bag
L'esordio del quartetto barese ci riporta ai magici anni del Paisley Underground, quando band come Dream Syndicate e True West infiammavano la scena mischiando psichedelia, 60's, rock blues e un'attitudine punk. In "Mojo bag" si sentono anche i R.E.M. e gli Screaming Trees, tanta buona distorsione e sempre ottime canzoni.
ASCOLTATO ANCHE:
LEON BRIDGES (buon mellow soul), GO TEAM (consueto pop divertente e sbarazzino), CLEOPATRICK (new grungers, discreti), FLATLANDERS (Joe Ely, Jimmie Dale Gilmore e Butch Hancockinsieme in un buon disco country rcok), DEE GEES (i Foo Fighters che rifanno banalmente i Bee Gees non fanno neanche ridere).
LETTO
FABIO FANTAZZINI - Dread Inna Inglan
STREPITOSO saggio sulla CULTURA BLACK BRITISH.
La storia dell'immigrazione in Inghilterra dalle West Indies (Giamaica, Trinidad, Brabados, Grenada etc) colonie ed ex colonie britanniche.
Dal simbolico arrivo a Tilbury, sul Tamigi, della nave Empire Wildrush, il 21 giugno 1948 con i primi giamaicani, al successivo e progressivo insediamento di centinaia di migliaia di sudditi dell'Impero, ben presto stranieri in patria. A cui seguì lo straniamento di essere rifiutati da quella che erano stati educati a considerare la "madre patria" e i cui figli, nati in Inghilterra, vedono un potenziale ritorno nelle terre dei genitori come un'emigrazione in terra straniera.
Gli attacchi alla popolazione nera a Notting Hill nel 1958 certificano "l'esistenza del razzismo" e "sferrano un colpo simbolico a quell'English Dream custodito dai migranti afro-caraibici che per la maggior parte della popolazione inglese rimangono comunque migranti stranieri."
Che realizzano di essere semplicemente "negroes, blacks o West Indians".
"Nasce il "new racism": "le differenze non si giocano più sul piano biologico ma su quello culturale".
Gli immigrati portano con sé calypso, ska, rocksteady, reggae e lo stile rudeboy che si inseriscono nella musica e cultura britannica e la cambiano radicalmente.
Un libro ESSENZIALE che si addentra alla perfezione e con uno spessore culturale di altissimo livello, in un contesto mai sufficientemente esplorato.
Arricchito da mille dettagliatissime citazioni, particolari sconosciuti, nomi, dischi, episodi.
Unico appunto la mancata traduzione delle parti in inglese, spesso importantissime.
AUTORI VARI - Uno-Due. It's personal
Il terzo volume di Uno-Due ha 256 pagine è ha sempre il formato di un libro con la copertina rigida. Si tratta sempre di un autopubblicazione ed è in lingua inglese.
Come i due volumi precedenti, l'obiettivo è quello di esplorare i riflessi che ha il calcio nella società e nella cultura, analizzando come il calcio venga vissuto in maniera unica e personale in tutto il globo.
Storie ed esperienze vengono raccontate attraverso servizi fotografici, saggi, racconti, interviste ed illustrazioni. È un viaggio calcistico globale per ribadire il concetto che non c'è posto dove lo sport più conosciuto e praticato al mondo non possa arrivare.
(Andrea Timpani - tra i responsabili della pubblicazione)
Un nuovo eccellente lavoro (scritto in inglese) su quel mondo che si vuole ormai finalizzato unicamente al lucro e allo spettacolo di "varietà".
E che invece è ancora un portatore sano di cultura, passione, sincerità, vita reale.
Ci sono racconti e storie stupende, che arrivano dalle vicende del Nagorno Karabakh, dal NetRippers Football Club di Portland che rappresenta comunità LGBTQIA+ locale, la stroria dell'allenatore Joao Saldanha, allenatore del Brasile del 1970, escluso poco prima dell'inzio per il suo dichiarato anti fascismo, splendide interviste a Zdenek Zeman e Carolina Morace, poesie, foto, disegni, un articolo da incorniciare di Nicolò Rondinelli da cui estrapolo alcuni passi importanti:
"Giocare (a calcio, per i giovani rifugiati - Rondinelli è un operatore sociale che aiuta i migranti a iniziare una nuova vita in un ambiente ostile) è fondamentale per l'integrazione el'educazione inter culturale. Nella su semplicità e adattabilità, il calcio aiuta gli operatori quando si affrontano questioni politiche, sociali, culturali, economiche, a livello pedagogico...sul campo sono tutti uguali... Il calcio, come altri sport, possono in qualche modo smussare e rompere le divisioni che nascono dal concetto di nazione, etnia, cultura, un processo che la "politica" spesso non riesce a ottenere".
QUENTIN TARANTINO - C'era una volta Hollywood
Tarantino ha dichiarato in un'intervista che il suo ultimo film C'era una volta Hollywood era stato originariamente concepito come un romanzo ma poi è diventato una sceneggiatura.
Quel romanzo vede ora la luce e approfondisce la storia di Rick Dalton e Cliff Booth, interpretati nel film da Leonardo DiCaprio e Brad Pitt.
Ci sono i coniugi Polanski, Charles Manson e tutta la fauna Hollywoodiana di fine 60's.
E soprattutto l'ossessivo ma del tutto gradevole e gustoso citazionismo musicale e cinematografico di Tarantino.
Per chi ama il mondo di Quentin un piacevolissimo compendio alla sua arte, per il resto del mondo un'aggiunta inutile.
ALESSIO CACCCIATORE / GIORGIO DI BERARDINO - Maine Road
Già autori dell'enciclopedia del Brit Pop e della scena di Madchester, "Britannica", i ragazzi tornano sul luogo del misfatto con un romanzo, ambientato proprio in quella magica (e bistrattata) epoca.
Ovvero i giorni (27 e 28 aprile 1996) in cui gli Oasis si esibiscono in due trionfali concerti nello stadio, il Maine Road, della città natale, Manchester, da dove così spesso hanno seguito il loro amato City.
I quattro protagonisti, membri di una band, accavallano le vicende personali, tipiche di giovani della periferia alla ricerca di un sbocco per il futuro (e dei biglietti per il concerto).
Divertente, a tratti amaro e nostalgico, ma molto gradevole e ovviamente pieno di riferimenti "giusti".
VISTO
Summer of soul (...or when the revolution could be not televised) di Ahmir "Questlove" Thompson
"We are black, we are beautiful, we are proud" (Rev. Jesse Jackson).
Semplicemente il film musicale più bello di sempre.
Che paradossalmente musicale non è o almeno non del tutto. Protagonista il The Harlem Cultural Festival a Mount Morris Park (ora Marcus Garvey Park), a Harlem, New York, una serie di concerti che andarono in scena dal 29 giugno al 24 agosto del 1969.
In totale parteciparono circa 300.000 persone al cospetto di nomi come Stevie Wonder, Nina Simone, B.B. King, Sly and the Family Stone, Chuck Jackson, Abbey Lincoln & Max Roach, The 5th Dimension, Gladys Knight & the Pips, Mahalia Jackson, Chambers Brothers e tanti altri.
Presentati da Tony Lawrence.
Il materiale è stato a lungo "dimenticato", abbandonato, ogni tentativo di farne un film rifiutato.
Ahmir "Questlove" Thompson (membro dei The Roots) è riuscito alla fine a mettervi mano e a ricavarne un documento SPETTACOLARE.
In cui a esibizioni mozzafiato (Stevie Wonder, Nina Simone, Sly and the Family Stone o come Gladys Knight & the Pips con una versione unica di "I heard it through the grapevine" e che salutano ballando con il pugno chiuso, Mavis Staple duetta con Mahalia Jackson in un gospel da brividi, David Ruffin incanta con "My girl", Ray Barreto porta il latin sound sul palco) si uniscono interventi di spessore socio politico, interviste alle persone, immagini della New York dell'epoca.
Il reverendo Jesse Jackson parla alla folla, usa parole chiare, dure, incisive, sui diritti degli afroamericani. Gli artisti sono tutti ELEGANTISSIMI con look ricercati e raffinati.
Il dato saliente è il PUBBLICO, quasi totalmente nero.
Elegante, composto, sorridente, partecipe, consapevole.
Ci sono esponenti dei Black Panthers e anziane famiglie, bambini che giocano, giovani, estetiche esuberanti e raffinatissime.
La gente è coinvolta ma rispettosa, non si accalca, applaude, pensa, riflette, si diverte.
Immagini antitetiche al carnaio fangoso e tossico di Woodstock.
Forse il motivo per cui tutto ciò non è mai stato trasmesso c'é.
Vedere quanto gli afroamericani fossero molto più "civili" e socialmente avanti rispetto a chi, nello stesso momento, mandava a morire migliaia dei suoi giovani in Vietnam, poteva fare la differenza.
COSE VARIE
Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it (per cui curo ogni settimana un TG video musicale - vedi pagina FB https://www.facebook.com/RadiocoopTV/).
Ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà", ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
Ogni sabato un video con aggiornamenti musicali sul portale https://www.facebook.com/goodmorninggenova
Periodicamente su "Il Manifesto" e "Vinile".
IN CANTIERE
A metà settembre (il 16) il terzo volume edito da COMETA ROSSA EDIZIONI (http://tonyface.blogspot.com/2020/12/cometa-rossa-edizioni.html).
In autunno altre due uscite letterarie.
NOT MOVING LTD live al "Bloom" di Mezzago (MI) il 25 settembre @GoDown Festival.
Uscito per la GoDown Records la ristampa in vinile (trasparente) di "Live in the 80's" (+DVD) dei NOT MOVING con codice per scaricare il DVD originariamente allegato.
Dettagli qua: https://www.godownrecords.com/not-moving
Ancora disponibili copie (edizione limitata di 200, numerate) della biografia degli SMALL FACES, pubblicata da Cometa Rossa Edizioni.
Qui: hellnation64@gmail.com
e qui:
https://www.facebook.com/roberto.gagliardi.9828
giovedì, luglio 29, 2021
Get Back. Dischi da (ri)scoprire
Ogni mese la rubrica GET BACK ripropone alcuni dischi persi nel tempo e meritevoli di una riscoperta. Le altre riscoperte sono qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Get%20Back
Spazio ad alcune esperienze parallele a SIOUXSIE AND THE BANSHEES
THE CREATURES - Wild things (1981)
Esordio fulminante per il duo Siouxsie (voce) e Budgie (batteria e percussioni). Un sound coraggioso e spettacolare che unisce una grande e immediatamente riconoscibile voce e un drumming percussivo, tribale, personalissimo che si sublima in particolare in "Mad eye screamer" e in una cover di "Wild thing" dei Troggs. Crudo, diretto, duro.
Mad eye screamer
https://www.youtube.com/watch?v=8ePBg955FuU
THE CREATURES - The Feast (1983)
Il primo album della band approfondisce ed elabora il concept della band, entrando in sonorità più "esotiche" (la musica tradizionale Hawaiana è uno dei riferimenti), con una creatività e una freschezza uniche.
Un gioiello di influenze, di varietà di stili, di atmosfere originalissime. Una specie di viaggio trance/tribale/psichedelico di rara bellezza.
Miss the girl
https://www.youtube.com/watch?v=rjXwpcm11is
THE CREATURES - Boomerang (1989)
THE CREATURES - Anima Animus (1999)
THE CREATURES - Hai! (2003)
Il progetto prosegue evolvendosi verso altri orizzonti sonori e ispirativi. Entrano fiati, elettronica, pulsioni techno, in "Hai!" dirette connessioni con il tribalismo giapponese a rendere il lavoro interessantissimo, fresco e avanti.
THE GLOVE - Blue sunshine (1983)
Estemporaneo super gruppo che unì Robert Smith dei Cure e Steve Severin dei Banshees, in un momento di problemi interni a entrambi i gruppi. Al loro fianco la cantante Jeanette Landray, Andy Anderson futuro batterista dei Cure (ma anche con Peter Gabriel, Iggy Pop, Gun Club e decine di altri) e il tastierista Martin Mc Carrick che entrerà nei Banshees (e che poi troveremo con Theraphy?, This Mortal Coil, Nick Cave, The The, Gary Numan, Biffy Clyro, Marianne Faithful, Bryan Ferry. Un lavoro discreto, all'insegna di una new wave elettronica anonima, malamente sopravvissuto al trascorrere del tempo, soprattutto a causa di una voce decisamente scarsa.
mercoledì, luglio 28, 2021
Paul Musu
Paul è un amico di lunga data, dai primi passi del punk a Piacenza e dintorni, poi attraverso l'hardcore e mille altre avventure. Ora vive in India, ci vediamo raramente ma ci sentiamo spesso.
Lascio alle sue parole l'introduzione al suo percorso nella fotografia:
Ho iniziato seriamente ad interessarmi di fotografia verso la fine degli anni 90 durante un viaggio a Los Angeles: mi trovavo a Culver City a fianco a Venice Beach e una mia amica Canadese che ho frequentato per circa un decennio e oltre, mi diede la sua macchina fotografica (una Pentax degli anni 70 con tanto di rullino) e mi chiese di scattare un paio di foto di lei e sua sorella...
fu un momento determinante, avevo l'occhio nel mirino e in quei secondi tra lo scatto vero e proprio e la riapertura dell' otturatore, la mia mente fece un salto nel passato di circa 20 anni e passa...
era la fine degli anni 70 e mi trovavo nello studio fotografico di mio zio in Sardegna, circondato da macchine fotografiche di un certo valore (un vero e proprio arsenale) e libri in materia fotografica...
passavo giornate intere a sfogliare quei libri e a guardare gli album di famiglia con foto d'epoca in bianco e nero....
tornando al futuro capii che la fotografia era un discorso interrotto nel tempo che meritava di venire investigato nuovamente...
tornando a Londra cominciai a interessarmi seriamente di fotografia e cominciai ad investire in macchine fotografiche d'epoca (tra cui una Pentax medio formato e una Leica M6, anche se ho sempre preferito usare le Canon.
Il cambio tra rullini e digitale fu uno shock culturale: nonostante il digitale ha i suoi vantaggi, il vecchio sistema analogo mi ha insegnato ad essere creativo ma soprattuto a non sprecare immagini.
Mi definisco un fotografo da strada che saltuariamente si presta come fotografo matrimoniale e per immagini commerciali: in generale preferisco la fotografia da strada, cerco sempre di catturare l'essenza del luogo dove mi trovo e, da che vivo qui in India dal 2013, ho cercato di documentare l'aspetto culturale tradizionale che sta dando spazio alla modernizzazione, uno l'antitesi dell'altro, uno scontro tra l'antico e il moderno, una totale incompatibilita'....
Nel 2017 ebbi l'onore di vincere il Primo Premio (una Sony Digitale modello RX 10 III) organizzato dalla rivista National Geographic UK...
pur non essendo competitivo e pur non aspettandomi un simile risultato, fu un onore essere riconosciuto per un'immagine che scattai durante un Festival annuale tradizionale.
I miei fotografi preferiti sono Clemens Kalischer, Don McCullen, Penny Smith, Gordon Parks, Abhinav Goswami e Jane Bown.
lunedì, luglio 26, 2021
Fabio Fantazzini - Dread Inna Inglan
STREPITOSO saggio sulla CULTURA BLACK BRITISH.
La storia dell'immigrazione in Inghilterra dalle West Indies (Giamaica, Trinidad, Brabados, Grenada etc) colonie ed ex colonie britanniche.
Dal simbolico arrivo a Tilbury, sul Tamigi, della nave Empire Wildrush, il 21 giugno 1948 con i primi giamaicani, al successivo e progressivo insediamento di centinaia di migliaia di sudditi dell'Impero, ben presto stranieri in patria.
A cui seguì lo straniamento di essere rifiutati da quella che erano stati educati a considerare la "madre patria" e i cui figli, nati in Inghilterra, vedono un potenziale ritorno nelle terre dei genitori come un'emigrazione in terra straniera.
Gli attacchi alla popolazione nera a Notting Hill nel 1958 certificano "l'esistenza del razzismo" e "sferrano un colpo simbolico a quell'English Dream custodito dai migranti afro-caraibici che per la maggior parte della popolazione inglese rimangono comunque migranti stranieri."
Che realizzano di essere semplicemente "negroes, blacks o West Indians".
"Nasce il "new racism": "le differenze non si giocano più sul piano biologico ma su quello culturale".
Gli immigrati portano con sé calypso, ska, rocksteady, reggae e lo stile rudeboy che si inseriscono nella musica e cultura britannica e la cambiano radicalmente.
"I sound system, come altri esempi all'interno della diaspora nera, assumono quindi la funzione di rappresentazione di un blocco sociale sistematicamente escluso dai vari organi del sistema.
Si configurano come spazi di resistenza culturale rispetto all'esclusione e alla marginalizzazione della comunità nera da parte delle istituzioni.
In secondo luogo acquisiscono maggiore rilevanza politica in quanto vettori comunicativi di messaggi (siano essi la cronaca di un evento o inviti alla ribellione) durante il picco del conflitto da istituzioni inglesi e controcultura nera...i sound system oltre ad essere un luogo di divertimento, sono uno spazio pubblico di scambio di informazioni e di discussione."
Un libro ESSENZIALE che si addentra alla perfezione e con uno spessore culturale di altissimo livello, in un contesto mai sufficientemente esplorato.
Arricchito da mille dettagliatissime citazioni, particolari sconosciuti, nomi, dischi, episodi.
Unico appunto la mancata traduzione delle parti in inglese, spesso importantissime.
"La decostruzione e, in qualche modo, la distruzione del mito del ritorrno è un passo fondamentale per la formazione delle identità delle "seconde generazioni" e, non secondariamente, per la loro mobilitazione politica.
Nate o cresciute nel paese di emigrazione dei genitori, le nuove generazioni sono maggiormente recalcitranti all'idea di accettare quello scambio basato sulla manodopera a basso costo e sullo sfruttamento offerto ai primi migranti, rimettendo in discussione l'insieme delle loro condizioni sociali.
La condizione di "ospite temporaneo" che rendeva più accettabile la rassegnazione rispetto ai sacrifici e alle difficoltà in vista di un futuro rimpatrio, viene eliminata rendendo le nuove generazioni più esigenti nell'ottenere come "diritti" quelle che fino ad allora erano state "concessioni"
Fabio Fantazzini
Dread Inna Inglan
HellNation Libri
euro 24
venerdì, luglio 23, 2021
Giornalisti musicali 2021
Leggo con frequenza che la figura del CRITICO MUSICALE è spesso considerata ormai inutile e obsoleta, in un'epoca in cui l'accesso all'ascolto è illimitato e gratuito.
Personalmente ritengo sia il contrario.
La "guida", il consiglio, il parere di persone che reputiamo autorevoli nel formulare giudizi, li ritengo indispensabili.
Per ogni disco che recensisco mi faccio una mia opinione ma la confronto spesso con ciò che trovo espresso da altre persone per capire e caRpire meglio ciò che sto ascoltando.
CHI SCRIVE DI MUSICA SI ARROGA IL DIRITTO DI SPIEGARE AGLI ALTRI COSA STANNO SENTENDO.
NON E' UNA FACCENDA DA POCO.
(Rossano Lo Mele - "Rumore")
giovedì, luglio 22, 2021
Carla Cerati
Carla Cerati incomincia a fotografare professionalmente in età non più giovanissima, agli inizi degli anni Sessanta.
La sua fotografia racconta con immediatezza, spontaneità, occhio lucido, il cambiamento italiano nel Dopoguerra, riprendendo artisti, intellettuali, la Milano che si trasforma, le proteste degli anni Settanta, gli anni di piombo, i manicomi (testimoniato dal libro/documento "Morire di classe" che avrà un ruolo importante per l'approvazione della Legge Basaglia a favore della chiusura dei manicomi e con cui vincerà il Premio Palazzi per il reportage).
Negli anni Settanta c’era grande fibrillazione.
Ci si trovava a vedere certi film d’avanguardia che ora mi appaiono allucinanti.
C’era una sorta di militanza nella cultura.
Poi gli anni Ottanta e il craxismo hanno posto fine a questa militanza.
All’epoca feci un libro fotografico intitolato Mondo cocktail nel quale volevo cogliere proprio il cambiamento del costume, una cosa interessantissima, per me.
La gente si travestiva, si camuffava, era un bello studio sociologico.
Ma non è questo periodo di passaggio che ha rovinato MILANO.
Sono stati certi sindaci che invece di fare cultura hanno guardato ad altro.
L’hanno ridotta a una città bottegaia.
‘Fotografare ha significato la conquista della libertà e anche la possibilità di trovare risposte a domande semplici e fondamentali: chi sono e come vivono gli altri?’.
mercoledì, luglio 21, 2021
Tullio De Piscopo Dado Moroni Aldo Zunino - Live a Gragnano (Piacenza)
Ogni anno il prestigioso Valtidone Festival fa tappa anche nel mio paese, Gragnano Trebbiense, nella suggestiva e splendida cornice di Villa Marchesi.
L'istrionico, irruente, esplosivo drumming di TULLIO DE PISCOPO ha accompagnato ieri sera la tecnica spaventosa e la raffinatezza pianistica di DADO MORONI, con il prezioso apporto di ALDO ZUNINO al contrabbasso.
Nel repertorio trovano spazio arrangiamenti eleganti di alcuni classici di Pino Daniele (grande versione di "Je so pazzo"), brani jazz di De Piscopo ("Namina") e di Moroni (la splendida "Charlie's Moment", dedicata a Charlie Parker), addirittura una riuscita rivisitazione di Chopin.
Concerto spettacolare, gustosi gli interventi e i racconti di Tullio e Dado, bellissima serata.
martedì, luglio 20, 2021
Quentin Tarantino - C'era una volta Hollywood
QUENTIN TARANTINO ha dichiarato in un'intervista che il suo ultimo film C'era una volta Hollywood era stato originariamente concepito come un romanzo ma poi è diventato una sceneggiatura.
Quel romanzo vede ora la luce e approfondisce la storia di Rick Dalton e Cliff Booth, interpretati nel film da Leonardo DiCaprio e Brad Pitt.
Ci sono i coniugi Polanski, Charles Manson e tutta la fauna Hollywoodiana di fine 60's.
E soprattutto l'ossessivo ma del tutto gradevole e gustoso citazionismo musicale e cinematografico di Tarantino.
Per chi ama il mondo di Quentin un piacevolissimo compendio alla sua arte, per il resto del mondo un'aggiunta inutile.
Quentin Tarantino
C'era una volta Hollywood
La nave di Teseo
euro 20
lunedì, luglio 19, 2021
G8 Genova: vent'anni dopo
Venti anni fa iniziava il G8 di Genova.
Che viene GIUSTAMENTE ricordato per la repressione, sanguinosa, spietata, violenta, condita da torture e morte.
Voglio invece sottolineare anche l'IDEA che nutriva la PROTESTA.
Una protesta trasversale che abbracciava anime e visioni diverse e non di rado antitetiche.
Una PROTESTA che, la storia lo ha dimostrato, AVEVA RAGIONE.
Aveva ragione perché avvertiva l'imminenza del dissesto ambientale, a causa dello sfruttamento dissennato della Terra, per meri e unici fini economici, di un capitalismo senza freni e scrupoli che impoveriva progressivamente i più deboli (strozzandoli con i debiti), dell'arrivo dello strapotere del controllo digitale, della diseguaglianza sociale sempre più marcata, dei problemi dell'immigrazione e dell'emigrazione di milioni di persone in ogni parte del globo, di un sistema iniquo e ingiusto che andava cambiato al più presto.
QUELLA PROTESTA AVEVA RAGIONE e ne ha ancora di più oggi.
Quel mondo POSSIBILE ora è NECESSARIO.
Ombre bianche, vecchi poteri
Il mondo compran senza pudore
Vecchie immagini, santi stupidi
Tutto lascian così com'è
Guarda avanti, non ci pensare
La storia viaggia insieme a te
Alza il pugno senza tremare
Guarda in viso la tua realtà
Guarda avanti non ci pensare
La storia viaggia insieme a te
Imparare a leggere le cose intorno a te
Finché non se ne scoprirà la realtà
Districar le regole che non ci funzionan più
Per spezzar poi tutto con radicalità
(L'elefante bianco - Area)