sabato, aprile 30, 2016

Corrado Augias . Mauro Pesce - Inchiesta su Gesù



Prosegue il personale percorso alla ricerca di particolari sulla vita e l'opera di quel "personaggio" chiamato GESU' CRISTO.

Iniziata con Emmanuel Carrere e il suo "Il regno"( http://tonyface.blogspot.it/2015/09/settembre-2015-il-meglio.html),
proseguita con la visone laica e razionale di Paul Verhoven con "L'uomo Gesù" (http://tonyface.blogspot.it/2016/02/luomo-gesu-di-paul-verhoeven.html)
poi con Josif Ratzinger, già Papa con il nome di Benedetto XVI e il suo "L'infanzia di Gesù"
http://tonyface.blogspot.it/2016/03/benedetto-xvi-joseph-ratzinger-l.html
tocca ora all'interessante "Inchiesta su Gesù" di Corrado Augias e il biblista Mauro Pesce.


Aspramente criticato dall'ortodossìa cattolica per la visione razionale e dubitativa sulla miracolistica e sul ruolo "divino" di Gesù e per la negazione delle verità cristiane come, appunto, la divinità di Gesù, la sua incarnazione, la sua concezione verginale, la sua risurrezione dalla morte, "Inchiesta su Gesù" appare invece come una lettura molto pratica e credibile della vita di un uomo che ha cambiato il mondo negli ultimi 2000 anni.
Molto interessante la verifica che spesso molti concetti, storie o parabole sono stati riportati in modo piuttosto distorto a causa di una cattiva traduzione (vedi il concetto di "vergine" che ai tempi significava solamente "giovane donna" e che di conseguenza va a stravolgere la nascita "divina" da una vergine di Gesù).

Augas e Pesce sono esaustivi in ogni aspetto della vita e morte di Cristo, avvalendosi di citazioni, riferimenti e passi dei vari Vangeli (inclusi quelli non riconosciuti dalla Chiesa).
Rimane l'approccio alla materia che come sottolinea Pesce non potrà mai essere completamente obbiettivo: il credente si avvicinerà con un bagaglio retroculturale di un ceto tipo, il non credente con un pregiudizio di base.
Comunque estremamente interessante, importante ed esaustivo.

MODS



Prosegue il tour dello spettacolo MODS con Alex Loggia qui:

Giovedì 5 maggio : Neive (CUNEO) “Cita Biunda”
https://www.facebook.com/events/1599074590317496/


Venerdì 6 maggio: Settimo Torinese (TORINO) “Suoneria”

https://www.facebook.com/events/1157507660947208/


Giovedì 12 maggio: PERUGIA "T Trane"

https://www.facebook.com/events/703585146449638


Venerdì 13 maggio: TERAMO “Officina”


Domenica 29 maggio: Paratico (BRESCIA) “Belleville”


Domenica 19 giugno: Cesenatico (FORLI'/CESENA) "Marè"


Venerdì 24 giugno: Poggibonsi (SIENA) “Cassero della Fortezza di Poggio Imperiale"

https://www.facebook.com/MODS-1698944940392303/

venerdì, aprile 29, 2016

Aprile 2016. Il meglio



Quarto mese dell’anno e qualche nome che ritroveremo prevedibilmente ai vertici dei migliori del 2016.
Last Shadow Puppets, PJ Harvey, Iggy Pop, David Bowie, Motorpsycho, King Gizzard and Lizard Wizard, Kula Shaker, Marta Ren, Lucinda Williams, Nigel Hall, Mavis Staples, Parker Milsap, Charles Bradley, Deep Street Soul, The Heavy, Bob Mould tra gli stranieri.
Statuto, The Winstons, Marlene Kuntz, Radio Days, Nada, Roberta Gulisano, Guignol, Wu Ming Contingent, Daniele Silvestri tra gli italiani
.

ASCOLTATO

LAST SHADOW PUPPETS - Everything you’ve come to expect
Ci hanno messo otto anni per tornare a dare un seguito a quel capolavoro che fu l'esordio The Age of the Understatement a base di un delizioso pop orchestrale di gusto 60's.
Maturati, induriti, diventate ormai rock stars affermate, l'uno Alex Turner con gli Arctic Monkeys, l'altro, Miles Kane, con una grande carriera solista, affrontano Everything you've come to expect con piglio strafottente da artisti navigati.
E fanno di nuovo centro.
Le coordinate rimangono le stesse ma il baricentro si sposta verso il pop chitarristico degli 80's, vedi l'apertura di "Aviation", riuscito mix di Echo & the Bunnymen e Smiths o "The element of surprise" che accorpa Chic, il Bowie di "Let's dance" e suoni cari a Prefab Sprout e Orange Juice.
C'è anche molto gusto white soul, nella stupenda title track, vera vetta dell'album , o in"Pattern" mentre in "Bad habits" ruggisce un sorprendente approccio quasi garage.
Qua e là affiorano anche folate alla Style Council o Lennoniane ("The dream synopsis") ma il dato prevalente è la palese ed evidente PERSONALITA' che permea ogni nota come appartenente chiaramente alla creatura LSP.
Lunga vita dunque, sperando che dal prossimo lavoro non passino altri 8 anni ...

PJ HARVEY - The hope six demolition project
PJ HARVEY, piaccia o meno, si conferma una delle artiste più personali, importanti, originali in circolazione, perfettamente riconoscibile alla prima nota.
Il nuovo album è l'ennesimo ribadire uno status maturato lentamente negli anni e continuamente riaffermato con rari cali qualitativi.
Grandi canzoni, sound personalissimo, album che cresce ad ogni ascolto.
C'è tanto da scoprire e da imparare (ancora una volta) in un disco come questo.
Tra gli ospiti i nostri Enrico Gabrielli e Asso Stefana e Linton Kwesi Johnson.
Ben fatto Polly !

KING GIZZARD & the LIZARD WIZARD - Nonagon Infinity
Ai migliori album del 2016 devo aggiungere anche il nuovo di questo collettivo australiano.
Sono in giro dal 2010 e questo è già l'ottavo album.
Mettono insieme la follia dei GONG, la musica totale dei COLOSSEUM, il tiro dei MOTORPSYCHO in anfe (anzi in acido), i primi TAME IMPALA , un po' di TEMPLES e psichedelia varia.
Per me sono geniali, fuori di testa, pazzeschi e suonano alla grande.

THE HEAVY - Hurt and merciless
La band inglese sforna un nuovo eccellente lavoro a base di aggressivo funk soul tinto di rock, psichedelia e altri grooves travolgenti.
Maturo, un occhio alle classifiche, ritmi infuocati, grande band.

BOB MOULD - Patch the sky
Bob Mould, bene o male, non delude mai.
Anche "Patch the sky" funziona alla grande, con quel suo inconfondibile marchio di fabbrica HuskerDu/melodico (ma quando schiaccia l'acceleratore non ce n'è per nessuno), elegantemente duro, energicamente raffinato.
Una conferma costante, un punto fermo.

LIMINANAS - Malamore
Che fighi i francesi LIMINANAS.
Una buona dose di Velvet Underground, un buon approccio garage (dalle parti di Raveonettes e Detroit Cobras, niente di chiassoso) e quel tono di voce Jane Birkin/Serge Gainsbourg a condire il tutto.
Nuovo album delizioso.

WHITE DENIM - Stiff
Sono Texani e al sesto album.
"Stiff" è un bellissimo incrocio di stili che alla base hanno una matrice funk rhythm and blues che si mischia con southern rock, psichedelia, soul, un approccio vicino ai primi Red Hot Chili Peppers e ai Black Crowes del primo album con anche un pizzico di Creedence Clearwater Revival.
Troppa roba ?
No, solo TANTA, e di alta qualità.

THE RELATIVES - Goodbye world
Nei primi 70’s il Rev. Gean West e il fratello Tommie formarono i Relatives, band pazzesca che assemblava gospel, funk e psichedelia.
Tre 45 giri e lo scioglimento.
Sono tornati recentemente insieme per registrare questo album in cui il gospel va a braccetto con Temptations, Chambers Brothers e Sly and the Family Stone. Il Reverendo ci ha lasciati durante le registrazioni con un superbo epitaffio sonoro.

BOMBINO - Azel
Torna il Jimi Hendrix Tuareg con una album come sempre ipnotico e avvolgente, pieno di blues del deserto, suggestioni “lontane”, un groove unico e raro.
Ottimo.

STURGILL SIMPSON - A Sailor's Guide to Earth
Simpson viaggia abitualmente dalle parti del country ma nel nuovo album si avvale dell'aiuto dei Dap Kings, inserisce un'anima SOUL e RHYTHM n BLUES, si avvicina spesso al mood di Willy De Ville e confeziona un ottimo lavoro con anche cover soul country di "In bloom" dei Nirvana.

JOHNNY MOPED - It’s real cool baby Una delle prime punk band inglesi (ne fecero parte anche Chrissye Hynde e Cpt Sensible) ma dalla vita artistica breve e non particolarmente significativa.
Perchè non concedersi una reunion (di cui nessuno sentiva la benchè minima mancanza) ?
Risultato: un punk rock revival di stampo ’77/Exploited inutile (come la sua foto in copertina con giubbotto di pelle borchiato).

RADIO DAYS - Back in the day
Splendido quarto capitolo di una carriera già fulgida iniziata nel 2003.
Quattordici brani di cristallino power pop, rock n roll, beat, addirittura un accenno reggae in "Your words". Siamo dalle parti di Knack, Rubinoos, Flamin Groovies, Barracudas, il primo Joe Jackson, una dose del miglior brit pop (dagli Ash ai Dandy Warhols).
Tanta energia, canzoni immediate, carica contagiosa e travolgente, melodie irresistibili.
Album solare, robusto, di un affascinante gusto retrò ma freschissimo e attuale come pochi.

EVIL EYE LODGE - s/t
Il quartetto piacentino cerca in questo esordio sulla breve distanza (sei brani per 25 minuti) radici lontane e inconsuete per un gruppo italiano: quel blues sporco e oscuro così caro a personaggi come Nick Cave e Tom Waits ma anche a Screamin Jay Hawkins, a certi sconosciuti bluesmen mai usciti dai confini di New Orleans, ai Doors più radicali (cui pagano omaggio "Vampire Queen" o la conclusiva "Desert Lounge").
 Un assaggio gustosissimo dall'acre sapore voodoo che merita attenzione  per la particolarità e originalità della proposta.

NIGGRADIO - FolkBluesTechno'n'Roll
L'interminabile titolo riassume solo parzialmente il gustoso e vulcanico contenuto del secondo sforzo discografico della band siciliana: un mix ibrido e meticcio di musica mediterranea, blues, rock, punk, elettronica, hip hop e tanto altro.
Il risultato è un appassionante, ricco e personale sound che spicca per freschezza e originalità.

LUCYFER SAM - s/t
Alcune delle menti più deviate della scena rock n roll/garage uniti in un deragliante progetto che attinge dalla lezione di Cramps, Gun Club, Beasts of Bourbon, Screaming Jay Hawkins.
Loro sono membri di Ray Daytona and the Goo Goo Bombos, Cannibals, Killer Klown e suonano come è naturale suonare questa musica: con passione e attitudine. Per gli amanti del genere, album imperdibile.

SEDDY MELLORY - Urban cream empire
La band bresciana macina concerti, dischi e rock n roll da 10 anni ed arriva al terzo appuntamento sulla lunga distanza con un pregevole omaggio allo spirito di fine 70's quando il primo punk si mischiava con il tardo glam rock.
Tra Dictators, primi Kiss, Slade, il punk 76/77, T Rex, Johnny Thunders and the Heartbreakers l'album scorre veloce, potente e sfrontato come si conviene per una band del genere.

ASCOLTATO ANCHE
WEEZER (solita zuppa guitar pop 60’s rock, gradevole ma scontata), ANTHONY HAMILTON (new soul un po’ stereotipato ma gradevole), TITOR (rock viscerale e sanguigno, stretto parente di sonorità grunge e con una vena punk rock a inasprire il tutto), SHONEN KNIFE (le Osaka Ramones con l’ennesimo album di pop punk piuttosto scontato e prevedibile pur se godibile), SOCS (ottimo punk rock made in Italy, ben prodotto e convincente) MAYER HAWTHORNE (buon soft soul di sapore 70’s, molto easy, a volte troppo)

LETTO

Luca Manes - Football is coming home
Luca Manes viaggia da appassionato super competente nel CALCIO INGLESE, da quello attualmente minore che ha vissuto fasti lontani (Everton, Ispwich o Nottingham) a quello che ancora gode di discreta salute (Liverpool ad esempio).
E' un viaggio tra stadi storici, aneddoti, ricordi, citazioni, personaggi, città stupende o insignificanti, fatto senza la consueta apologia acritica della superiorità del calcio inglese, anch'esso alle prese con problemi e situazioni non sempre edificanti.
Ne esce un ritratto veritiero, a volte impietoso e disincantato, ma sincero e diretto.
Soprattutto, come sempre, tremendamente affascinante.

COSE & SUONI

Mie recensioni quotidiane su www.radiocoop.it e mensili su CLASSIC ROCK.

In corso al Melville di San Nicolò (Piacenza) il Festival Rock d'Autore.
https://www.facebook.com/events/177664219287514/
Prossimamente Mauro Ermanno Giovanardi (29 maggio).

Uscito ROCK n SPORT mio nuovo libro per VoloLibero Edizioni (i dettagli qui:
http://tonyface.blogspot.it/2016/03/rockn-sport-musica-discipline-olimpiche.html).

IN CANTIERE

Prosegue il tour dello spettacolo MODS con Alex Loggia qui:

Giovedì 5 maggio : Neive (CN) “Cita Biunda”
https://www.facebook.com/events/1599074590317496/

Venerdì 6 maggio: Settimo Torinese (TO) “Suoneria”

https://www.facebook.com/events/1157507660947208/
Giovedì 12 maggio: PERUGIA "T Trane"

https://www.facebook.com/events/703585146449638
Venerdì 13 maggio: TERAMO “Officina”

Domenica 29 maggio: Paratico (BRESCIA) “Belleville”

Domenica 19 giugno: Cesenatico (FORLI'/CESENA) "Marè"

Venerdì 24 giugno: Poggibonsi (SIENA) “Cassero della Fortezza di Poggio Imperiale"

https://www.facebook.com/MODS-1698944940392303/

giovedì, aprile 28, 2016

Get Back. Dischi da (ri)scoprire



Ogni mese la rubrica GET BACK ripropone alcuni dischi persi nel tempo e meritevoli di una riscoperta.
Le altre riscoperte sono qui:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/Get%20Back

GIL EVANS - The Gil Evans Orchestra Plays the Music of Jimi Hendrix
Nel 1974 una super band guidata dall’immenso Gil Evans (con Jon Abercombie, David Sanborn, Billy Harper tra gli altri) ripesca il repertorio di Hendrix e lo rifà in chiave jazz, con arrangiamenti mirati e un groove raffinatissimo. Spiccano i 10 minuti funk psych jazz di “Up fron the skies” e una stralunata “Voodoo child”.
Ascolto necessario.

ERMA FRANKLIN - Soul Sister
Grande album del 1969 per la stupenda voce della sorella della ben più famosa Aretha (di cui fu a lungo la corista). Nonostante uno ottimo talento non trovò mai la via del successo e a metà dei 70’s lasciò la musica.
Qui troviamo superbe versioni di “Light my fire” dei Doors (con un arrangiamento particolarissimo) di “Higher and higher” e “Sweetest feeling” di Jackie Wilson (pur se molto simili agli originali), oltre ad una bellissima incursione nel classico di Sam&Dave “Hold I’m coming”.

GLORIA ANN TAYLOR - Love is a hurtin’ thing
Misteriosa meteora che attraversò la scena soul dal 1971 al 1977 con 5 singoli e rare apparizioni, scomparsa una decina di anni fa, a cui si paga un degno tributo con una compilation che raccoglie tutto il materiale disponibile.
Deep soul, tinto di chitarre psichedeliche, ma anche con un forte tratto gospel, l’influenza (anche nel timbro vocale) evidente di Aretha Franklin e un groove quasi “doloroso” tanto è intenso e sentito. Lascia quasi turbati.
Molto particolare.

ANITA WARD - Songs of love
Il nome di Anita Ward, cantante gospel, alureata in piscologia è legato quasi esclusivamente al famoso successo di “Ring my bell” contenuto nell’album d’esordio del 1979 con cui conquistò le classifiche di mezzo mondo.
In realtà Anita rifiutò inizialmente il brano ma fu convinta dal produttore e compositore Frederick Knight (un passato poco brillante come cantante nella Stax Records e che successivamente piazzò anche “Be fo real” pe Marlena Shaw ripreso da leonard Cohen e gli Afghan Wigs) per “riempire l’album” con un brano alla moda.
L’album oltre alla dirompente “Ring my bell”, indimenticabile funk disco è in prevalenza composto da ballate di soft soul, molto gradevoli all’ascolto.
Alle tastiere Carson Whitsett già con Bobby Blue Bland, Johnnie Taylor, Paul Simon e autore di canzoni per Etta James, Eddie Floyd, BB King etc.
Alla batteria Steve Stroud già con gli Hollies.

mercoledì, aprile 27, 2016

Charles Manson



Le precedenti puntate della rubrica CRIMINAL WORLD ovvero i criminali che hanno avuto connessioni con la musica e l'arte, (dedicate ai Kray Twins, Ronnie Biggs, Luciano Lutring, Gary Gilmore, Janie Jones, i Moor Murders Ian Brady e Myra Hindley, Bonnie & Clyde, Hattie Carroll e William Zantzinger, Stagger Lee) sono qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Criminal%20World

La convulsa vita di CHARLES MANSON è tra le più documentate, romanzate e conosciute.
La sua congrega hippie si macchiò, alla fine dei 60's di orrendi crimini, tra cui l'omicidio dell'attrice Sharon Tate, moglie di Roma Polanski.
sicuramente è tra i criminali con più rapporti con il mondo del rock.

Sono altrettanto note la sua amicizia con il Beach Boys Dennis Wilson (che incise per i Beach Boys "Crease to exist" di Manson intitolandola "Never learnt to love" senza accreditarlo come autore, venendo poi minacciato di morte...), i truci riferimenti che le canzoni dei Beatles ("Helter skelter" e "Piggies", dichiarò, in particolare gli parlarono e lo indussero a uccidere), i suoi tentativi di sfondare in ambito artistico (smentita la leggenda che lo volle ad un'audizione per entrare nei Monkees nel 1965).
Ma la sua sinistra lo ha reso un'icona rock n roll più volte citata in canzoni e nomi di gruppi (senza dimenticare il suo album del 1969 "Lie: The Love and Terror Cult" e incisioni successive di registrazioni di sue canzoni ritrovate su nastro).

Tra i riferimenti più noti in ambito discografico e musicale:

Axl Rose, leader del gruppo, contro la volontà degli altri componenti del gruppo ha inserito nel disco "The Spaghetti Incident?" dei Guns n Roses come traccia nascosta subito dopo "I Don't Care About You", una cover della canzone di Manson "Look At Your Game Girl" dove si sente Axl dire: "Thanks, Charles".
Axl ha indossato parecchie volte una t-shirt raffigurante il volto stilizzato di Charles Manson con scritto "Charlie don't surf".

Marilyn Manson ha fuso il nome di Marilyn Monroe con il cognome di Charles Manson affermando che i due rappresentavano due volti contrastanti dell'America.

Trent Reznor nel 1992 affittò la casa di Cielo Drive 100 (dove fu uccisa Sharon Tate) per registrare il nuovo album dei Nine Inch Nails "The Downward Spiral".

I Kasabian prendono il nome da Linda Kasabian, adepta di Charles che partecipò all'assassinio di Sharon Tate.

Il brano "Bloodbath in Paradise" di Ozzy Osbourne parla dell'omicidio di Sharon Tate.

Gli Alkaline Trio hanno dedicato "Sadie" dall'album "Crimson", a Sadie Mae Glutz componente della Manson Family.

I nostrani Birdmen of Alkatraz incisero nella compilation "Eighties Colours" il brano "Song for convict Charlie".

martedì, aprile 26, 2016

La bulimia discografica italiana oggi



Tra le cose che faccio nel mio lavoro c'è anche la gestione del sito www.radiocoop.it dove OGNI GIORNO recensisco un album di "nuova musica italiana".
365 album all'anno (Natale incluso).

Sul tavolo della mia scrivania ci sono ad oggi, 26 aprile 2016, esattamente 40 (quaranta) album in attesa di recensione + altrettanti inviati in via digitale.
Totale 80 album.
Dall'inizio 2016 ne ho recensiti 117.
Se non dovessero arrivarmene più comunque fino a metà luglio il sito sarebbe pieno di recensioni.

Il dato più particolare è che almeno l'80% (ottanta) è costituito da esordi, primo album o primo EP.

Ovviamente a me arriva solo una (piccola) parte di quello che in realtà viene pubblicato.
Una bulimìa discografica incontrollata e incontrollabile, un "mercato" (si sa quanto poco poi questi prodotti si vendono) saturo oltre ogni limite, con una produzione molto spesso fine a sè stessa e senza alcun sbocco reale.

lunedì, aprile 25, 2016

25 aprile



Non maledire questo nostro tempo
Non invidiare chi nascerà domani,
chi potrà vivere in un mondo felice
senza sporcarsi l'anima e le mani.

Noi siam vissuti come abbiam voluto
negli anni oscuri senza libertà.
Siamo passati tra le forche e i cannoni
chiudendo gli occhi e il cuore alla pietà.

Ma anche dopo il più duro degli inverni
ritorna sempre la dolce primavera,
la nuova vita che comincia stamattina,
di queste mani sporche a una bandiera.

Non siamo più né carne da cannone
né voci vuote che dicono di sì.
A chi è caduto per la strada noi giuriamo
pei loro figli non sarà così.

Vogliamo un mondo fatto per la gente
di cui ciascuno possa dire "è mio",
dove sia bello lavorare e far l'amore,
dove il morire sia volontà di Dio.

Vogliamo un mondo senza patrie in armi,
senza confini tracciati coi coltelli.
L'uomo ha due patrie, una è la sua casa,
e l'altro è il mondo, e tutti siam fratelli.

Vogliamo un mondo senza ingiusti sprechi,
quando c'è ancora chi di fame muore.
Vogliamo un mondo in cui chi ruba va in galera,
anche se ruba in nome del Signore.

Vogliamo un mondo senza più crociate
contro chi vive come più gli piace.
Vogliamo un mondo in cui chi uccide è un assassino,
anche se uccide in nome della pace.

Cantata da Milva con la musica di Gino Negri

domenica, aprile 24, 2016

Manicomio di Cogoleto



La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
I precedenti post:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo

Il Manicomio di Cogoleto (Genova) fu costruito nel 1911 si estende per un milione di metri quadrati (il più grande in Italia).
Fu concepito per essere affiancato al vecchio manicomio di Quarto dei Mille a causa del sovraffollamento.
Già nel 1926 fu evidenziato dalla Commissione di Vigilanza sui manicomi a causa del suo sovraffollamento e a mancanze di legge ma prosegue la crescita aumentando il numero di padiglioni.
Il manicomio provinciale è stato definitivamente chiuso nel 1999.

Vi fu ricoverato nel 1933 il pittore Gino Grimaldi che realizzò le sue opere all’interno della Chiesa del manicomio.
Negli anni 20/30 per giustificare l’internamento, le diagnosi dei medici parlavano di stravizi, abuso di alcol, gelosie ed esaltazione religiosa, passando per le conseguenze del parto e i disturbi delle mestruazioni nelle donne. Anche gli orfani rimanevano rinchiusi nelle strutture psichiatriche.

Il luogo doveva essere riqualificato come Polo Culturale ma al momento rimane nell'abbandono e nel degrado.

https://www.youtube.com/watch?v=Q39s7ICGIUY

Info e foto: http://www.giacomodoni.com/persistenze/manicomio-di-cogoleto/
Thanx Davide Liberali

sabato, aprile 23, 2016

70 anni di Vespa



La Piaggio inizia nel 1924 la produzione a Pontedera dei primi motori Jupiter da 400 cavalli fino ad arrivare al P XII RC,un 18 cilindri a doppia stella da ben 1750 cavalli.
L’azienda ha anche al suo attivo una ventina di primati conquistati con gli aeromobili di sua produzione negli anni ‘20 e ‘30.
I tecnici della Piaggio, guidati dall’ingegner Corradino D’Ascanio, progettano anche il DAT 3 ( il primo elicottero della storia effettivamente manovrato dall’uomo).
Il 23 aprile 1946, su progetto dello stesso D’Ascanio, viene brevettata una motocicletta il cui nome diventerà quasi un sinonimo di “Piaggio”:
La VESPA.

Sarà presentata come:
Motocicletta a complesso razionale di organi ed elementi con telaio combinato con parafanghi e cofani ricoprenti tutta la parte meccanica”

VESPA MP5 “PAPERINO” (1943)
Il prototipo MP5 ,soprannominato “Paperino”, è stato creato dall’ingegner Renzo Spotti.
Esemplare che non era piaciuto ad Enrico Piaggio, che ne bloccò la produzione dopo i primi esemplari costruiti.
Il progetto venne affidato a Corradino D’Ascanio che disegnò la prima Vespa.

VESPA MP6 (1945)
Nel 1945 Corradino D’ascanio presenta ad Enrico Piaggio il prototipo MP6, subito apprezzato per l’ampia parte centrale a disposizione del guidatore.
E’ un mezzo totalmente innovativo che sfrutta molte soluzioni di derivazione aeronautica come la scocca portante, il cambio sul manubrio, il leveraggio della sospensione anteriore per una facile sostituzione della ruota.
Inoltre freno posteriore a pedale,leva per la messa in moto, motore sotto la sella.

VESPA 98 (1946)
E’ il primo modello di Vespa costruita su larga scala dalla Piaggio, interamente progettata da Corradino D’Ascanio e presentato per la prima volta nel 1948.
Presentata al pubblico al circolo del golf di Roma, sullo scudo compare per la prima volta il logo Piaggio in sostituzione a quello aeronautico.
Prodotta a Pontedera e commercializzata dalle concessionarie Lancia, prodotta nel primo anno in 2.484 esemplari.
Cilindrata di 98 cc., 2 tempi, 3 marce, 3,2 cv a 4500 giri per 60 km/h di velocità massima.

venerdì, aprile 22, 2016

Sgt Peppers (Colonna Sonora-Soundtrack)



La colonna sonora del film "Sgt Peppers" è abitualmente inclusa in ogni lista del PEGGIOR ALBUM DI SEMPRE.
Qualcuno le da' addirittura il podio più alto.
Pare sia stato anche l'unico album ad aver avuto il disco di platino "ritirato" dopo che milioni di copie (stampate in previsione di un previsto successo) furono restituite invendute dai negozi ai distributori (e successivamente mandate al macero).

Il film, prodotto da Robert Stigwood (che aveva appena incassato il successo di Saturday Night Fever), non ebbe migliore sorte.
Strutturato come una sorta di musical/opera rock, finì velocemente nel dimenticatoio.
La colonna sonora invece è rimasta a monito di come si possa distruggere un repertorio così nobile come quello dei Beatles, di cui vengono ripresi brani da Sgt Peppers, Revolver e Abbey Road.

Il tutto interpretato da Bee Gees e Peter Frampton in particolare, oltre ad una serie di artisti sconosciuti in versioni spesso imbarazzanti, tra atmosfere orchestralmente super arrangiate (da George Martin !!!), sonorità disco, tonnellate di melassa e un'inadeguatezza diffusa delle riproposte.
Ci sono alcuni episodi da salvare, in particolare la spettacolare "Got to get you into my life" da parte dei sempre grandi Earth, Wind and Fire, una passabile "Come together" degli Aerosmith e una soulful "Get Back" a cura di Billy Preston (che suona le tastiere in tutto l'album mentre Jeff Beck si occupa delle chitarre e Jeff Porcaro è alla batteria).
Fu ovviamente massacrato dalla critica e, come detto, ignorato dal pubblico.

giovedì, aprile 21, 2016

Calcio, guerra, politica e ideologia: l'incredibile caso del Ponziana Trieste



Ci voleva il Nostro ALBERTO GALLETTI per scovare questa incredibile storia, tutta da leggere.

Trieste è una città un po’ speciale, con un sacco di storia alle spalle, non sempre serena.
Vicende dolorose, spesso tragiche, una posizione geografica al confine di mondi diversi e contrastanti,un’esistenza comunque sofferta.
La storia del calcio nel capoluogo giuliano non fa eccezione.

Quando nel 1898 a Torino la neonata FIF (Federazione Italiana del Football, diventerà FIGC solo nel 1909) organizza il primo campionato italiano di calcio, Trieste è ancora parte dell’Impero Austro-Ungarico, terza città più importante e maggior porto asburgico (il secondo in Europa).
La società triestina è assai cosmopolita per l’epoca, crocevia di quattro nazionalità: italiana, austriaca,slovena e croata, e ospitante comunità inglesi, svizzere, ma anche romene, boeme,serbe e armene.
Nonostante la popolazione si considerasse culturalmente italiana vi si respirava un aria veramente internazionale, notevole la presenza di intellettuali a Trieste a fine 800, un nome su tutti James Joyce.

Contrariamente a quello che si può supporre l’introduzione del gioco del calcio non ebbe niente a che fare col porto e con gli equipaggi delle navi britanniche attraccate ai moli triestini.
Le prime due società calcistiche di Trieste vengono fondate da residenti tedeschi l’Eintracht, come emanazione calcistica del pre-esistente club canottieri e ginnastica dello stesso nome, e boemi: il Black Star FC, fondato da Emilio Arnstein (che tre anni dopo giunto a Bologna ivi fondò il Bologna F.B.C.), praghese, insieme al fratello e ad alcuni inglesi residenti in città, quest’ultima compagine ottenne l’affiliazione alla federazione austriaca e partecipò ad alcuni campionati da essa organizzati anche se non vi è traccia nelle classifiche delle prime due divisioni austriache del tempo. Il diffondersi dell’attività pedatoria come ben sappiamo è contagiosa e nel 1904 si forma l’Associazione Sportiva Edera, che rappresentava la comunità italiana in città, e poi ancora, nel 1912 vide la luce il Circolo Sportivo Ponziana, vero protagonista della nostra storia.

La conclusione del primo conflitto mondiale cambiò radicalmente gli scenari cittadini, alla fine della guerra Trieste si ritrovò inclusa nel Regno d’Italia, ne fece le spese la Black Star al quale fu negato,dalle nuove autorità italiane, il permesso di riprendere l’attività.
Le nuove autorità ordinarono la fusione tra il neonato Trieste FC e il Ponziana creando l’Unione Sportiva Triestina che diventerà il mezzo divulgativo della ritrovata italianità in ambito sportivo, viene scelta una maglia rossa con alabarda sul petto come il gonfalone cittadino.

Il C.S. Ponziana, maglia bianco azzurra a strisce verticali, era stato fondato nel quartiere di S.Giacomo, roccaforte operaia e socialista della città, nonché della larga comunità slovena triestina, quando ancora la città si trovava sotto il dominio asburgico, queste componenti mal digerirono la fusione e spinsero fortemente finchè nel 1920, riuscirono a staccarsi dall’Unione e a riformare il Ponziana indipendente.
Nel corso degli anni 20 il territorio di Trieste subirà un violento processo di ‘italianizzazione’ ad opera delle autorità di Roma, che si inaspriranno duramente con l’avvento al potere del partito fascista.
In questo periodo la Triestina scalò via via le divisioni calcistiche italiane fino ad essere ammessa (non senza aiuti), alla nuova serie A a girone unico nella stagione 1929/30, diventando così (anche) un simbolo per il consenso fascista in città.
Il Ponziana si iscrisse anch’esso ai campionati FIGC arrivando nel 1927 alla seconda serie, sempre controllati a vista dal regime fascista, che mal sopportava sia i socialisti che la minoranza slovena.

Dopo ripetuti tentativi di fusione sempre rigettati dalla dirigenza nel 1930 il Ponziana viene fatto confluire insieme all’Edera nell’ ASPE (Associazione Sportiva Ponziana Edera), colori sociali bianco con fascia rosso-nera, i più radicali tra i dirigenti ne fuoriuscirono subito formando questa volta i Ponzianini Erranti che si iscrivono alla Prima Categoria giuliana.
Nel 1931 comunque la riottosità di dirigenti e di alcuni giocatori ad accettare la nuova imposizione, porta ad una nuova fusione questa volta con i Cantieri San Marco e nel giro di un anno a riassumere la vecchia denominazione di C.S. Ponziana.
In tutto questo marasma di vicende societarie mirate a pilotare il consenso ottenuto mediante il calcio e ad eliminare realtà sgradite, il regime fascista ottiene però un autogol in quanto la fusione con i Cantieri cementa il rapporto tra la squadra e gli abitanti del quartiere, lavoratori dei cantieri e socialisti.
Il Ponziana in campo si comporta discretamente, iscritta alla IV serie viene promossa in Serie C nel 1936 e vi rimane fino al 1943, cogliendo un ottimo 2° posto nel 1940/41 a due lunghezze dalla Fiumana, promossa in Serie B. Promozione sfumata all’ultima giornata conseguenza dell' 1-1 in Ponziana-Fiumana dell’ultima giornata, avessero vinto sarebbero stati promossi in virtù del quoziente reti.

Gli eventi bellici, già di per se catastrofici, presero via via pieghe sempre più drammatiche dopo l’8 settembre 1943, Trieste ancora una volta si ritrovò a soffrirne in maniera assai dura.
Il 1° maggio 1945 le truppe jugoslave, che già avevano conquistato l’Istria entrano in città seguite da quelle neozelandesi, queste ultime accettano la resa dei tedeschi.
Gli sloveni, ormai inglobati nell’esercito di Tito, hanno propositi di annessione della regione triestina sin dal tardo 1941, Trieste che ancora una volta si ritrova in balia di divisioni e tensioni enormi.
Ad ogni buon conto, il 12 giugno 1945 si insedia il Governo Militare Alleato (GMA) e le truppe di Tito abbandonano la città, ma le rivendicazioni jugoslave non si fermano e provocano un’escalation di tensioni nei rapporti tra i due blocchi che si erano venuti a formare alla conclusione del conflitto che sfoceranno dopo il Trattato di Parigi nella costituzione del Territorio Libero di Trieste, diviso in due zone: Zona A, che includeva la città, amministrata dagli anglo-americani e zona B amministrata dalla Jugoslavia del Maresciallo Tito.
In questo interregno fatto di incertezze, e sono sicuro anche parecchi timori dovuti a massacri perpetrati da ambo le parti, riprese la vita della città, più divisa che mai, e con essa l’attività calcistica.
In Italia alla ripresa delle attività la Triestina ammessa alla Serie A italiana 1945/46 si piazzò all’ottavo posto del girone Nord Italia garantendosi la permanenza nel girone unico previsto per la stagione successiva, mentre il Ponziana finì secondo nel girone A di Serie C dell’Alta Italia.
La Jugoslavia alle prese con la ristrutturazione dei club calcistici secondo il nuovo ordinamento statale e con un’incredibile precarietà delle vie di comunicazione non riuscì ad organizzare nessun torneo.

Ma non stavano dormendo.
L'attività calcistica jugoslava fu programmata per ricominciare dal 1946, e non ebbe alcuna relazione con l'ultima stagione pre-guerra: le squadre partecipanti vennero selezionate in rappresentanza delle migliori società di ognuna delle sei repubbliche federate, Serbia, Macedonia, Montenegro, Bosnia, Croazia, Slovenia oltre alla Venezia Giulia, regione occupata militarmente e che ipoteticamente avrebbe dovuto costituire una ulteriore repubblica.
La gran parte delle società calcistiche dell'anteguerra erano scomparse o perché soppresse in quanto i loro dirigenti erano stati giudicati colpevoli di collaborazionismo, o perché fuse d'imperio a formare nuovi grandi club di stato nelle mani delle varie emanazioni economiche del partito comunista.
Emissari del governo comunista del maresciallo Tito contattarono, nella primavera/estate del 1946, i dirigenti del Ponziana ormai sostenuto alla base e anche al vertice dalla componente comunista della città nonché dagli sloveni desiderosi di una riunificazione con lo stato slavo.
La proposta, clamorosa, è quella di convincere il club ad iscriversi alla serie A jugoslava in modo da poter diffondere la propaganda comunista e filo-jugoslava in città, i soldi non sono un problema dissero, paga il governo di Tito che considerava il controllo di Trieste fondamentale per la sua politica (e per quella dell’URSS).
I dirigenti accettarono a maggioranza ma questo portò comunque ad una divisione all’interno della dirigenza stessa la cui minoranza sebbene ideologicamente a sinistra trovò difficile rinnegare l’identità italiana.
Vennero contattati vari giocatori, tutti triestini militanti in giro per la penisola, ai quali vennero proposti ingaggi fino a sei volte superiori e la possibilità di giocare in Serie A, come ebbe a ricordare il fratello di Valcareggi ex-Ct della Nazionale, ‘un milione al mese contro le trecentomila che prendevo a Legnano’.
Viene tesserato anche Euro Giannini, un mediano dotato di grande atletismo e resistenza , prigioniero di guerra a Mundorf che cede al richiamo dell’orizzonte natale e di una maglia del Ponziana pronta per essere indossata, stupito di fronte a un’offerta sei volte superiore rispetto a quando se n’era partito per la guerra.
Inoltre il governo di Belgrado mette a disposizione della squadra un vagone ferroviario sempre in attesa nella stazione di Lubiana e un piccolo aereo per le trasferte più lontane.

Comincia un triennio surreale a Trieste, il Ponziana cambia denominazione ufficiale in Amatori Ponziana e si iscrive alla serie A jugoslava, mantenendo con la vecchia denominazione la seconda squadra iscritta alla Serie C italiana.
L’avventura del Ponziana nel calcio Jugoslavo comincia con il ritiro di Postumia e quindi una serie di amichevoli , a Belgrado contro la Stella Rossa (sconfitta 7-1), quindi altre amichevoli contro Partizan e Metalac, ovunque andassero la propaganda comunista aveva preparato grandi accoglienze e episodi di fratellanza.
L’esordio nella seria A jugoslava è fissato per il 2 novembre 1946 a Zagabria, pareggio (0-0) contro la Lokomotiva.
Tra le gioie di una stagione comunque tribolata si segnala la vittoria in casa 1-0 sull’Hajduk Spalato una delle grandi del calcio croato sopravvissuta alle purghe comuniste.
In aggiunta il GMA toglie l’uso dello stadio Comunale al Ponziana, definita squadra politica e con poco seguito, vedendosi costretto a riservare analogo trattamento alla Triestina che deve emigrare a Udine.

Le partite del Ponziana si rivelano autentiche odissee in giro per i Balcani con trasferte che durano giorni e giorni.
Il campionato vede i bianco-azzurri chiudere all’undicesimo posto per effetto del quale si troverebbero retrocessi in virtù della riduzione del campionato da 14 a 10 squadre decisa per renderne lo svolgimento più agevole.
La Triestina dal canto suo chiude mestamente all’ultimo posto con una sfilza di undici sconfitte consecutive nelle ultime undici partite che ne determinano la retrocessione in Serie B.

Contrapposizione di blocchi politici, uniformità d’intenti.
Tito in persona ordina il ripescaggio della compagine biancazzurra, ben intenzionato a non mollare la presa su Trieste, la federazione calcistica comandata dal partito comunista obbedisce e ne decreta il ripescaggio. Anche sul fronte italiano la vicenda è vissuta con grave preoccupazione.
De Gasperi, da sempre convinto assertore dell’italianità di Trieste si occupa personalmente della vicenda, sollecitato da numerose missive provenienti dalla Triestina imploranti il ripescaggio per motivi politici al fine di non recedere l’unico cordone ombelicale reale che tiene in vita il legame tra Trieste e il resto d’Italia ben consapevoli del fatto che sull’altro versante gli jugoslavi non mollano.
Viene nominato il giovane sottosegretario agli Interni DC , tale Giulio Andreotti, responsabile della questione Triestina, dotandolo di tutti i mezzi necessari.
Nel consiglio federale di Perugia del giugno 1947 la FIGC approva l’allargamento della Serie A da 20 a 21 squadre e il conseguente ripescaggio della Triestina nella massima serie per meriti sportivi, o per meglio dire per motivi patriottici.
Andreotti non lesina mezzi e mette a disposizione del club alabardato i 500 milioni (!!) che il governo ha accordato di elargire, una follia.
Nel frattempo il GMA ha disposto che la squadra ritorni a disporre del proprio stadio in piazzale Valmaura, ancora una volta per equità il Ponziana riceve lo stesso trattamento quindi per la stagione 1947/48 le due squadre cittadine alterneranno le partite in casa e se una settimana la Triestina ospita la Juventus o il Milan, la settimana successiva tocca al Ponziana di ospitare il Partizan Belgrado, la Stella rossa o la Dinamo Zagabria.

La Triestina forte degli aiuti di Stato ingaggia Nereo Rocco, triestino purosangue ed ex-giocatore alabardato in qualità di allenatore che costruisce una compagine forte richiamando parecchi triestini tra i quali i fratelli Trevisan, la Triestina sarà protagonista di una stagione esaltante (la migliore della sua storia) chiudendo al 2°posto alle spalle dell’irraggiungibile Torino e a pari punti con Juventus e Milan.
Le cose andranno bene anche per il Ponziana che chiudera 7°, la squadra ha un pubblico medio di 4/5.000 spettatori a partita, con picchi di oltre 12.000 in occasione della partita interna contro la Stella Rossa,persa per 1-0 .
Durante questa stagione va ricordato come nonostante il brutto clima cittadino, i rapporti tra giocatori fossero buoni, Rocco soleva far svolgere un’amichevole a settimana tra le due squadre, rarissimamente si verificarono episodi violenti dovuti al risentimento covato da giocatori verso quelli di parte opposta, il Paròn fu comunque bravo a mantenere calma e rispetto.

Nella stagione 1948/49 la principale novità per la scena calcistica triestina non riguarda lo sport ma la politica, a seguito del rifiuto di Tito a sottomettersi totalmente ai voleri di Stalin, la Jugoslavia viene espulsa dal Cominform.
Il leader jugoslavo cominciò a volgere attenzioni diplomatiche ad ovest e ad intavolare primi dialoghi con il vicino più prossimo, la neonata Repubblica Italiana, l’occupazione di Trieste non è più un problema primario per Tito.
Di conseguenza il Ponziana smette di rivestire la sua funzione di ‘cavallo di Troia’ all’interno del capoluogo giuliano, i finanziamenti vengono ritirati, la squadra chiude il campionato all’ultimo posto e i dirigenti del club informati dalle autorità jugoslave del loro disimpegno rientrano nei ranghi chiedendo l’affiliazione della prima squadra alla FIGC per la stagione 1949/50, affiliazione accordata con squalifica di sei mesi per tutti i giocatori che avevano militato nel campionato jugoslavo. La squadra viene iscritta al campionato di Promozione Lega Nord che vincerà venendo promossa in serie C dalla quale retrocederà dopo una sola stagione.

Di seguito per i più appassionati di vicende calcistiche riporto le classifiche finali dei tre campionati di serie A jugoslava ai quali partecipò il Ponziana:

1946/47
1. Partizan Belgrado 26 23 1 2 77 17 47
2. Dinamo Zagabria 26 19 4 3 81 26 42
3. Stella Rossa 26 18 3 5 66 23 39
4. Hajduk Spalato 26 16 4 6 57 21 36
5. Metalac Beograd 26 13 3 10 40 35 29
6. Spartak Subotica 26 11 6 9 40 34 28
7. Lokomotiva Zagabria 26 10 4 12 34 43 24
8. Pobeda (S) 26 8 6 12 41 49 22 r
9. Kvarner Rijeka 26 7 7 12 27 42 21 r
10. Buducnost Titograd 26 7 6 13 44 54 20 r
11. Ponziana Trieste 26 9 2 15 35 50 20
12. Zeljeznicar Sarajevo 26 7 4 15 31 54 18 r
13. 14 Oktobar 26 4 5 17 26 76 13 r
14. Nafta Lendava 26 3 0 23 13 88 6 r
Coppa di Jugoslavia (ammessa al 2° turno)
2nd Round: Kvarner Rijeka - Ponziana Trieste 3-2

1947/48
1. Dinamo Zagabria 18 14 1 3 56 20 29
2. Hajduk Spalato 18 11 2 5 40 15 24
3. Partizan Belgrado 18 10 4 4 46 22 24
4. Lokomotiva Zagabria 18 7 5 6 21 18 19
5. Stella Rossa 18 5 6 7 24 25 16
6. Metalac Belgrado 18 4 8 6 16 24 16
7. Ponziana Trieste 18 6 4 8 21 45 16
8. Vardar Skopje 18 5 4 9 22 39 14 r
9. Spartak Subotica 18 5 1 12 21 38 11 r
10. Sarajevo 18 2 7 9 19 40 11 r
Coppa di Jugoslavia (ammessa al 3° turno)
3° turno: Kvarner Rijeka - Ponziana Trieste 2-3
4° turno: Napredak Krusevac - Ponziana Trieste 1-1aet (#)
1948/49
1. Partizan Belgrado 18 14 1 3 39 14 29
2. Stella Rossa 18 11 4 3 37 19 26
3. Hajduk Spalato 18 10 5 3 41 20 25
4. Dinamo Zagabria 18 7 5 6 29 25 19
5. Nasa Krila Zemun 18 6 4 8 32 28 16
6. Buducnost Titograd 18 6 4 8 29 36 16
7. Metalac Belgrado 18 5 4 9 31 34 14
8. Lokomotiva Zagabria 18 6 1 11 23 38 13
9. Sloga Novi Sad 18 5 2 11 17 31 12 r
10. Ponziana Trieste 18 3 4 11 12 45 10 r

Grandi club e grandi giocatori slavi calcarono l’erba dello stadio di S. Sabba (com’era conosciuto allora, per noi rimane più semplicemente il Grezar), il tutto in un clima di manipolazioni propagandistiche, passioni etniche e politiche con conseguenti divisioni degne di una Berlino Ovest.
Nei tardi anni 50 il C.S. Ponziana continuerà la sua attività di centro calcistico di estrazione (autenticamente) popolare, dal quale emersero nomi come Cudicini che finirà al Milan, Ferrini indimenticato capitano del Toro 60s e Galeone poi con l’Udinese e allenatore di fama.
I successi della squadra resteranno modesti tanta serie D, con un ultimo grande sussulto nella stagione 1974/75, dove vi trovarono una decaduta Triestina che batterono 1-0 (Miorandi) in un indimenticabile derby d’andata, il 4 dicembre 1974 allo stadio Grezar ,davanti a oltre 20.000 spettatori accorsi nella grande parte dai quartieri San Giacomo e Servola per sostenere la piccola compagine operaia.

Poi un lento , inesorabile declino (in questo ancora una volta in parallelo alle vicende della città e a quelle della Triestina) fino alla cancellazione del 2014 dopo 102 anni di tribolatissima storia.

Non ho mai saputo molto del Ponziana, a parte che aveva fatto la D nel 1975 e spesso cercando di ricostruire gli accadimenti leggendo gli scarni almanacchi italiani pensavo a come potessero essere andati quei due derby.
Fu così che cercando di saperne di più, mi imbattei in questa strana vicenda che rimase a lungo poco nota fuori Trieste, avendo causato all’epoca sentimenti assai violenti negli animi della cittadinanza, che nella sua grande maggioranza di ceppo italiano visse l’epopea del Ponziana come un tradimento e un tentativo di compromettere l’unità della città alla ‘madrepatria’ italiana.

mercoledì, aprile 20, 2016

I Beatles e il Preludin



Per volere di Brian Epstein, rigido e attento manager, gli "anni selvaggi" dei Beatles furono totalmente cancellati dalla storia, a favore della nota immagine pulita e sorridente che accompagnò i primi anni di successi.

In particolare gli anni trascorsi ad Amburgo, a suonare davanti (e con) prostitute, gangsters, malavitosi, ubriachi e tossici, "scomparvero" dalla biografia della band.
Il biografo Mark Lewisohn ha calcolato che i Beatles suonarono ad Amburgo per 39 settimane dall'agosto 1960 al dicembre 1962 per circa 1.110 con il record di 415 ore in 14 settimane.
Nel 1961 suonarono 98 concerti di fila, spesso dalle 7 di sera alle 7 di mattina (di conseguenza non si trattava di UN solo concerto ma di una serie...dieci ???).

Una foto, sopra riportata, ritrae i Beatles (ancora con Pete Best) che esibiscono contenti e soddisfatti (strafatti?) alcuni contenitori di PRELUDIN, anfetamine che usavano in abbondanza per suonare otto ore al giorno tutti i giorni ad Amburgo.
Epstein chiese (pago?) l'autore di evitare in ogni modo la pubblicazione della foto.
Che uscì solo nel 1975, cinque anni dopo lo scioglimento.

Pare che John fosse il più assiduo (due o tre pillole erano sufficienti per una 'intera notte svegli, lui andava sulle 4 o 5...).

Ho incominciato con le droghe a 17 anni, quando diventai un musicista. L'unico modo per sopravvivere ad Amburgo, suonando otto ore a notte erano le pillole
(John Lennon)

Ad Amburgo i camerieri e i musicisti prendevano sempre il Preludin per poter rimanere svegli tutta notte.
Non pensavamo di fare qualcosa di male.
Le pillole di tenevano sveglio, ti rimettevano in sesto e continuavi a suonare senza sosta. Birra e Preludin, vivevamo di quello.

(Ringo Starr)

Il Preludin e altri eccitati ce li davano i gangsters amburghese.
Gente di 30 anni che sembrava averne cinquanta. A volte ci prendevano in giro per il nostro aspetto e per il nostro nome ma suonavamo davanti a gente armata, picchiatori, assassini.
(Paul McCartney)

martedì, aprile 19, 2016

I libri proibiti



Può sembrare strano, in un'epoca in cui la maggioranza della popolazione "Occidentale" gode di ampia libertà d'espressione pensare all'eventualità che sia vietata la lettura di un libro.

Eppure la Chiesa abolì solo il 4 febbraio 1966 l ‘Indice dei libri proibiti di cui facevano parte tutte le opere di Niccolò Macchiavelli, di Galileo Galilei e Keplero, di Cartesio, Spinoza e "Le operette morali" di Leopardi.
In Europa fu a lungo vietata la vendita, la distribuzione e la ristampa del "Mein Kampf" di Hitler (tutt'ora proibito in Austria e Israele).
Pesanti censure le subirono anche "I fiori del male" di Baudelaire (per oscenità), "Le avventure di Sherlock Holmes" (in URSS dove era vietato anche "Il dottor Zivago" di Pasternak dove venne pubblicato solo nell'era Gorbaciov), "Alice nel paese delle meraviglie" di Lewis Carroll (in Cina perchè equiparava figure di animali agli uomini...), "L'origine delle specie" di Charles Darwin (nel Regno Unito, Grecia ed ex Jugoslavia per ragioni religiose) "1984" di George Orwell (in Usa a causa dell'adesione al comunismo di Orwell e a un linguaggio giudicato "esplicito").

"Le mille e una notte" è proibito in Arabia Saudita e in altri paesi islamici (Egitto incluso).
"Harry Potter e la pietra filosofale" della J.K. Rowling è censurato negli Emirati Arabi Uniti perché incita alla stregoneria.
"Ulisse" di James Joyce rimase per 15 anni fuori legge in USA , fino al 1933 per il contenuto di natura sessuale mentre subì la stessa sorte "Le avventure di Huckleberry Finn" di Mark Twain perchè giudicato "razzista".

"Lolita" di Vladimir Nabokov più volte rifiutato uscì nel 1955 in Francia ma dopo appena un anno, fu messo al bando perchè «disgustoso», «rivoltante» e «corrotto».
Oltre che in Francia fu messo al bando anche Inghilterra, Argentina, Nuova Zelanda e Sud Africa.

lunedì, aprile 18, 2016

Il prezzo dei biglietti dei concerti



I prezzi dei biglietti per i concerti sono in costante aumento.
Non quelli dei piccoli eventi o dei club ma sicuramente quelli dei grandi nomi.
Spesso irrinunciabili per gli appassionati che temono possa essere "l'ultimo tour"...

Ad esempio vedere Vasco allo stadio Olimpico di Torino costava da 34 a 50 euro nel 2008, e da 42 a 65 euro nel 2013.
Per il prato in pochi anni si è passati da 36 a 55 euro.
Per i Muse erano 36 e 45 euro nel 2010, a San Siro, nel 2016 si è arivati tra 47 e 70 euro.
Un biglietto per Bruce Springsteen sul prato è salito dai 45 euro del 2012 fino ai 55 del 2013 e fino agli 85 per le due date italiane di luglio.
I Kraftwerk a Verona variano dai 45 euro sulla Gradinata ai 115 per la "poltronissima Gold".
Per i pur modesti, per popolarità, Last Shadow Puppets si va dai 30 ai 35 euro.
Ciliegina sulla torta i 300 euro per David Gilmour a Pompei.
Il tutto al netto di prevendite varie.

In Usa è già attiva l'opzione che permette di vedere i concerti dal palco, con successivo incontro con gli artisti o addirittura cena con loro, autografi, foto etc etc.
Il dibattito è aperto tra chi spinge per una sempre maggiore esclusività (e quindi prezzi accessibili a pochi) e chi invece vorrebbe provare a mantenerli entro certi limiti.

La percezione è che si stia provando ad alzare l' "asticella dei prezzi" progressivamente per verificare se il pubblico comunque resiste e accetta. Vedremo fino a che punto.

Rock n Sport



Esce il 19 aprile per VoloLibero Edizioni un nuovo capitolo della mia attività di "scrittore".
Si chiama ROCK N SPORT (Musica, discipline olimpiche e anche no) ed è la prosecuzione, o meglio l'allargamento, del lavoro fatto con Alberto Galletti (che collabora in alcune parti anche a questo libro, con Elena Miglietti) con Rock n Goal.
Là si parlava di solo di calcio qui si allarga lo spettro ai restanti sport attraverso le canzoni dedicate alle varie discipline, i tifosi, gli sportivi cantanti etc.

Questa la pagina Facebook
https://www.facebook.com/Rockn-Sport-Musica-Discipline-olimpiche-e-anche-no-757558661012566/

PRESENTAZIONI:

MARTEDI' 19 APRILE
MILANO
"LIBRERIA DELLO SPORT
Via Carducci, 9
MILANO

SARANNO PRESENTI:

Antonio "Tony Face" Bacciocchi
Autore, blogger e musicista

Dario Falcini
Giornalista di Radio Popolare

VENERDI' 6 MAGGIO:
TORINO
"Baladin" ore 18

venerdì, aprile 15, 2016

Pooh - Per quelli come noi



GLI INSOSPETTABILI è una rubrica che scova quei dischi che non avremmo mai pensato che... Dopo Masini, Ringo Starr, il secondo dei Jam, "Sweetheart of the rodeo" dei Byrds, Arcana e Power Station, "Mc Vicar" di Roger Daltrey, "Parsifal" dei Pooh, "Solo" di Claudio Baglioni, "Bella e strega" di Drupi, l'esordio dei Matia Bazar e quello di Renato Zero del 1973, i due album swing di Johnny Dorelli, l'unico dei Luna Pop," I mali del secolo" di Celentano, "Incognito" di Amanda Lear, "Masters" di Rita Pavone, Julian Lennon, Mimmo Cavallo con "Siamo meridionali"e i primi due album dei La Bionda di inizio 70's, il nuovo album dei Bastard Son of Dioniso, "Black and blue" dei Rolling Stones, Maurizio Arcieri e al suo album "prog" del 1973 "Trasparenze", Gianni Morandi e "Il mondo di frutta candita", il terzo album degli Abba, "666"degli Aphrodite's Child, la riscoperta di Gianni Leone in arte Leonero, il secondo album di Gianluca Grignani, Donatella Rettore e il suo "Kamikaze Rock 'n' Roll Suicide", Alex Britti e "It.Pop", le colonne sonore di Nico Fidenco , il primo album solista dell'e Monkees, Davy Jones, Mike McGear (fratello di Paul McCartney), Joe Perrino, il ritorno di Gino Santercole, l'album del 1969 di Johnny Hallyday con gli Small Faces, la svolta pop della PFM, gli esordi degli Earth Wind and Fire e quelli degli UFO, e l'ultimo di Jovanotti, uno dei primi lavori di Bruno Lauzi, l'album prog del 1972 dei Dik Dik, Riccardo Fogli e la sua opera prog rock del 1979 "Matteo", del nuovo di Massimo Ranieri "Malìa", la dimenticata opera rock dei Giganti "Terra in bocca", l'esordio di Riccardo Cocciante del 1972 con l'opera prog rock "Mu", oggi torniamo ai POOH (già citati con "Parsifal") con il primo "Per quelli come noi" del 1966.

Le altre puntate de GLI INSOSPETTABILI qui:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/Gli%20Insospettabili

E' noto che la carriera dei POOH, in mezzo a tonnellate di insopportabile melassa, ha riservato sprazzi interessanti (dal beat iniziale ai riferimenti prog di "Parsifal").

L'esordio "Per quelli come noi" è datato ottobre 1966 ed è un ottimo esempio di tardo beat in cui il quintetto bolognese (Facchinetti, Fogli, Negrini, Bertoli, Goretti) si destreggia tra varie influenze, con qualche intenzione di "protesta" (il giovanilismo della quasi psichedelica "Per quelli come noi" e la controversa "Brennero 66"), cover molto particolari e azzeccate come una versione molto personale di "La La La Lies" degli Who ("Ora che cosa farai"), una riuscita di "Till the end of the day" dei Kinks ("Nessuno potrà ridere di lei") e "Keep on running" dello Spencer Davis Group ("Vieni fuori") in versione particolarmente energica e rozza tra le altre.
Ma ci sono anche egregi brani autografi come il jingle jangle/Animals style di "Non la fermare", la Byrdsiana "La solita storia" e il garage beat di "La vostra libertà".>

Un lavoro molto discontinuo ma valido e particolarmente efficace se rapportato all'epoca in cui in Italia non abbondavano esempi di ricerca e "coraggio sonoro" (con l'esclusione, guardando le classifiche, di Rokes, Caterina Caselli, Corvi).

giovedì, aprile 14, 2016

Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza



Nato nel 1964 il Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza da un'idea del compositore Franco Evangelisti per sviluppare le sue precedenti sperimentazioni sulla improvvisazione libera che lo portarono a definire il gruppo come "il primo ed unico gruppo formato da compositori-esecutori".

Il gruppo fu caratterizzato da numerosi cambi di formazione e incorporò nomi di primo piano della scena musicale, tra cui ENNIO MORRICONE che definì il progetto con queste parole "la musica che facevamo era improvvisata a partire da esercizi mirati: facevamo mesi e mesi di improvvisazione su parametri molto precisi, ci registravamo, la sera ci riascoltavamo e ci criticavamo. Era una cosa molto attenta".

L'esordio, dal titolo omonimo, del 1966 era pura improvvisazione libera tra Cage e musica elettronica.
Anche le opere successive viaggiarono in contesti simili, fino a "The feedback" del 1970 con cui Evangelisti cercò un contatto più diretto con il pubblico giovane, aprendosi a sonorità più attuali e cambiando perfino nome con il più fruibile THE GROUP.

"The feedback" e il successivo (1971) "Eroina" sono album sorprendenti, che anticipano il kraut rock di band come Neu! o Can, sperimentano con il jazz funk, ritmi sincopati, con un'impronta (evidentemente mutuata da Morricone) palesemente da colonna sonora (nona caso parteciparono a quella del film Gli occhi freddi della paura, musicato da Morricone).

La band tornerà alla musica sperimentale prima di sciogliersi, Evangelisti nel 1974 è nominato docente di Musica elettronica presso il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, ruolo che ricoprì fino alla morte.
Intensificò l'attività di conferenze e seminari sulla 'nuova musica' dedicandosi alla ricerca e agli approfondimenti teorici.
Si spense a Roma il 28 gennaio 1980.