giovedì, maggio 22, 2025

I Kiss solisti del 1978



Abilissimi gestori della propria immagine e carriera, i KISS, nel 1978, all'apice del successo commerciale, dopo i due live "Alive 1 e 2" e in procinto di diventare un fenomeno di portata planetaria con "Dinasty" (che uscirà l'anno successivo con il singolo "I was made for lovin you"), decidono di pubblicare, con una mossa unica nella storia del rock, quattro album solisti contemporaneamente (con quattro coperine uguali riportanti solo il nome di ognuno dei componenti).

Mossa azzardata, esigenze artistiche o volontà di capitalizzare (moltiplicandolo per quattro) il successo raggiunto?
I quattro album conquistarono ognuno il disco di platino (almeno 1.000.000 di copie vendute) ma il risultato commerciale fu ritenuto in generale deludente, a confronto delle abituali vendite della band.
Fu anche l'inizio di una serie di reiterati problemi, tra scissioni, litigi etc.
In realtà pare che la decisione di pubblicare i quattro lavori solisti fosse stata presa proprio per disinnescare la tensione che era salita a livelli incontrollabili nella band, con continue minacce da parte di ognuno di andarsene e intraprendere la carriera solista (pur se contrattualmente erano previsti i quattro album).
Si decise così di lasciare spazio ad ogni membro per dedicarsi alle proprie velleità artistiche.

PAUL STANLEY se la cava egregiamente con un lavoro a base di hard rock molto fruibile e nove brani autografi di ottimo livello.
Aiutato da Carmine Appice alla batteria e da Bob Kulick (che militò nella prima formazione dei Kiss, prima di essere sostituito da Ace Frehley, per poi suonare con i WASP, Lou Reed in "Coney Island baby" e Meat Loaf) alla chitarra.

Più vario l'approccio di GENE SIMMONS che, tra l'altro, non lesina in ospiti d'eccezione, da Joe Perry degli Aerosmith a Bob Seger, Rick Nielsen dei Cheap Trick, Donna Summer e Cher.
Gene canta e suona la chitarra, affidando il basso al turnista (da Mick Jagger a Pete Towsnhend, Lennon, Mc Cartney, Billy Joel, Paul Simon) Neil Jason.
C'è il tradizionale hard rock ma anche riferimenti armonici in pieno stile beatlesiano, rock più classico, qualche barocchismo e la bizzarra chiusura di "When you wish upon a star" dalla colonna sonora di "Pinocchio".
E' l'album dei quattro che arriverà più in alto nelle charts, al 22° posto.

Classico hard rock (con qualche sprazzo di power pop) quello di ACE FREHLEY (aiutato da Anton Fig e Will Lee che troveranno poi popolarità nella band del David Letterman Show), un po' sotto tono e prevedibile.

Il batterista PETER CRISS propone invece un lavoro scialbo e di scarsissimo interesse, tra pop, rock leggero, canzonette, arrangiamenti con fiati e synth.
Steve Lukather dei Toto suona in un paio di brani.

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