Il Pete Townshend solista ha sempre regalato album più che dignitosi (oltre a un capolavoro come "Empty glass"), riuscendo però raramente ad eguagliare la creatività degli Who.
Interessante l'attività live, ricca di sorprese, concerti acustici, rielaborazioni dei classici degli Who molto creative, cover particolari.
Esce ora un cofanetto di 14 CD e un set digitale contenente sette album live di Pete Townshend disponibili solo tramite il suo sito web.
Tutti gli album sono fuori stampa da due decenni.
I live sono: Brixton Academy di Londra, registrato l'1 e il 2 novembre 1985 e con la partecipazione di David Gilmour dei Pink Floyd alla chitarra, una versione completa dal vivo dell'album di Pete Psychoderelict e altro alla Brooklyn Academy of Music di New York, il 7 agosto 1993, uno spettacolo intimo al The Fillmore di San Francisco il 30 aprile 1996, Shepherd's Bush Empire, il 9 novembre 1998; due serate al Sadler's Wells Theatre di Londra, con il repertorio di Life House e, infine, due spettacoli dalla La Jolla Playhouse di La Jolla, California il 22 e 23 giugno 2001.
Uno degli aspetti più rilevanti di questi concerti sono i dialoghi di Pete con il pubblico, all'insegna di (auto)ironia, battute, talvolta perfide.
Spettacolo nello spettacolo.
Nel dettaglio.
Brixton Academy, London, 1 & 2 November 1985.
Live spettacolare con band favolosa, con Simon Phillips alla batteria a fare faville, David Gilmour (un po' inutile ) ospite, coristi, una sezione fiati da paura, potenza sonora e precisione millimetrica nelle escuzioni, Pete in formissima vocalmente.
Repertorio soprendente con sette brani degli Who ("Won't get fooled again" stupenda, bruttina "Magic bus", "Eyesight to the blind" che diventa un saltellante rock shuffle blues travolgente), varie e ottime scelte dal repertorio solista, cover riuscitissime e arrangiate benissimo di classici rhythm and blues, rock 'n' roll e soul ("Harlem Shuffle", "Barefootin’", "I put a spell on you", la finale "Night Train"), "Save it for later" dei The Beat.
Eccellente.
Brooklyn Academy of Music, Brooklyn, NYC, 7 August 1993
Pete riprende l'intero album "Psychoderelict" del 1993 (di fatto il suo ultimo album solista ad oggi, una strana opera rock, sicuramente non tra i suoi progetti più riusciti).
Band di gran lusso con Simon Phillips alla batteria, Pino Palladino al basso, Andy Fairweather Low alla chitarra, Peter Hope Evans all'armonica, Billy Nicholls e Katie Kissoon alle voci narranti.
Anche dal vivo l'album non prende quota, le canzoni sono a tratti ottime, altre volte confusionarie, tanto come l'opera con continui insert parlati, suoni, spezzoni.
Il confronto risulta ancora più impietoso quando nel secondo CD Pete si dedica a ripescare brani da "Tommy" in un medley, "Behind Blue Eyes", "The Kids Are Alright" (in acustico), "You Better You Bet", "Won’t Get Fooled Again / Let’s See Action", "Magic Bus" e alcuni episodi della carriera solista "Rough boys" su tutti (potentissima).
The Fillmore, San Francisco, 30 April 1996
Ventuno i brani del live al Fillmore, chitarra acustica e voce e occasionale accompagnamento al piano e synth di Jon Carin.
Album godibilissimo con alcune vere e proprie sorprese (vedi le versioni bluesy di "A legal matter" degli Who, dal primo album e di "Eyesight to the blind" con accenti country, che ne esaltano la capacità chitarristica) e versioni riuscite, nonostante il taglio super scarno, di "Rough boys" e "I am a boy".
Shepherds Bush Empire, London, 9 November 1998
Sound soft blues con versioni particolarissime di brani degli Who (gli undici minuti di "Anyway, Anyhow, Anywhere", l'impetuosa versione di "You better you bet", la rara "Sensation" da "Tommy", in acustico ) o il brano di Marvin Gaye "Baby don't do it" in chiave funk, con intermezzo rap di Hame (anche in "Who are you" di nove minuti di durata) e "North country girl" di Bob Dylan.
E poi ancora versioni torrenziali con improvvisazioni varie di "Who are you" (13 minuti), "Won't get fooled again" e "Magic Bus" (12 l'una).
Live molto interessante grazie a versioni completamente riarrangiate e rinnovate.
Sadler’s Wells, London, 25 & 26 February 2000
Pete porta sul palco l'opera incompiuta per eccellenza, "LifeHouse", dai cui frammenti uscirà uno dei capolavori degli Who e del rock, "Who's next".
Quattordici brani in chiave orchestrale e semiacustica, molto affascinante, suggestiva e con taglio assolutamente inedito.
Versioni di brani noti e delle outtakes perfette ed elegantissime.
Con grande finale di oltre 10 minuti di "Baba O' Riley" per sola orchestra.
Nel secondo CD della serie spazia tra varie canzoni del repertorio, fino a "Sister disco", "Who are you", una grintosa "Join together" e una bella "Let's see action".
La Jolla Playhouse, 22/23 June 2001
Due serate, spalmate in 4 CD, chitarra acustica e/o pianoforte e voce, in cui ripesca svariati brani poco considerati, da "Tatoo" a "Slit Skirts" a una drammatica versione pianistica di"Eminence front" ma dedica lunghi periodi a una sorta di stand up comedy in cui parla, diverte, racconta. Molto gradevole.
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