Un documentario (solo su Netflix) molto gradevole e anche parecchio interessante sulla composizione e registrazione del brano "We are the world" scritto nel 1985 da Michael Jackson e Lionel Richie, prodotto da Quincy Jones e inciso dagli USA for Africa ("USA" sta per "United Support Artists"), una lunga lista di grandi nomi del pop/soul/rock americano.
Dalla scrittura del brano, all'arrangiamento, alla registrazione effettuata in una lunga notte, senza prove e con modalità tecnicamente pionieristiche, con i cantanti che si alternavano al microfono senza aver mai provato la canzone (ricevuta via posta su cassetta pochi giorni prima).
Emergono le incredibili voci di Michael Jackson (considerato una pop stra viziata e che invece appare naif, spontaneo, empatico, fantastico), Diana Ross e Stevie Wonder, intonate e pulite alla perfezione, il disorientamento abulico di Bob Dylan (che solo la simpatia di Stevie Wonder al piano riesce a fare ridere imitandone la voce e il modo di cantare), il coinvolgimento di Lionel Richie, il polso ferreo di Quincy Jones (suo il cartello affisso all'ingresso "Lasciate fuori l’ego dalla stanza”. Non tutti/e ce la faranno), l'affabilità di Ray Charles.
Stupisce il piglio di Bob Gedolf che prima con poche parole mette ordine e zittisce una platea di star immaginifiche indisciplinate e poi mette in riga Stevie Wonder che vorrebbe inserire parole in swahili nella canzone, "insegnandoli" che in Africa ci sono centinaia di idiomi e che cantarne solo uno sarebbe divisivo.
Visione consigliata e decisamente piacevole (al di là dello spessore della canzone, piuttosto brutta).
Il trailer:
https://www.youtube.com/watch?v=MD3oU1gowu4
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