Marino Severini, oltre ad essere, con il fratello Sandro, l'anima dei GANG è un enfatico e solenne affabulatore, il Dario Fo del rock e dalla canzone d'autore italiana.
Il suo è un gramelot visionario che cita frasi, pensieri, ricordi, abbonda con le maiuscole per dare peso e sostanza a certe parole, unendo spesso concetti apparentemente inconciliabili, cultura e ideologie tra loro lontane, quasi antiteche.
Per riunire il tutto, in questo appassionante libro, in una parola e un concetto che ricorre frequentemente tra queste pagine: BELLEZZA.
Che si pone come antidoto e in contrasto con "Il Mostro": MISERIA.
E così vanno a braccetto Joe Strummer e teologhe cattoliche (l'indimenticata Adriana Zarri), preti e contadini, comunisti e anarchici, bestemmiatori e devoti alla Madonna, partigiani, criminali, musicanti, carcerati fantasmi, il circo, compagni, compagne.
Il POPOLO insomma.
Nel libro i suoi racconti intrecciano le canzoni dei Gang, i relativi testi e i loro concerti, con ricordi di infanzia e adolescenza, episodi di vita, la famiglia, i genitori, storie di solidarietà, amore, unione.
Scritto con il cuore, l'anima e il sangue, rosso, più rosso che c'è.
Il comunismo per me è questo, in fin dei conti, conquistare un giardino per ogni essere umano, perché ogni essere umano ha diritto al proprio giardino, a coltivarlo, a prendersene cura, a godere della sua magnificenza, a spartirne con altri i semi dei fiori e delle piante.
Giardino dopo giardino si costruisce Il Regno dell'Uomo, la Terra promessa.
Quella dell'Abbondanza e non quella della Miseria dove regnano i predatori e i miserabili.
Marino Severini
Quel giorno Dio era malato
Milieu Edizioni
190 pagine
16.50 euro
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