lunedì, agosto 29, 2022
Lorenzo Berardi - Radiocronache, storia delle emittenti italofone d'oltrecortina
Fenomeno da tempo decaduto, per ovvie ragioni storiche, e altrettanto dimenticato.
Per decenni, dalla cosiddetta “Oltre cortina” ovvero le nazioni di quello che era denominato “blocco sovietico” una serie di radio trasmetteva in lingua italiana (ma non solo, se ne contavano a decine, dall'inglese, all'arabo, tedesco, francese, parsi) programmi e notiziari, finalizzati alla propaganda in territorio “ostile”, di quanto il socialismo reale fosse migliore e più avanzato.
Le radio rappresentarono l'etereogenità delle diverse, talvolta profonde, differenze politiche del “blocco”. Dalle specificità storica e culturale di ogni singola nazione, all'ortodossia nei confronti della linea sovietica, dal rigore autarchico di Radio Tirana, alle posizioni autonome di Radio Belgrado e Radio Capodistria, la voce più italiana in terra Yugoslava.
Il PCI fu spesso coinvolto, fornendo aiuti anche economici, redattori, monitorando le trasmissioni, a cui parteciparono centinaia di connazionali, emigrati per scelte ideologiche o come fuoriusciti politici, spesso invece inviati dal partito. Le radio avevano migliaia di affezzionati ascoltatori che interagivano con frequenza con le redazioni, spedendo lettere di approvazione, critica, volontà di collaborazione. Ricevendo puntualmente risposte e anche omaggi.
Radio Mosca, Radio Praga, Radio Tirana Radio Budapest, Radio Varsavia, Radio Berlino Internazionale, Radio Bucarest, Radio Sofia.
Un tassello di una modalità informativa che cercava altrove un'alternativa al grigiore della radiofonia italiana.
A fianco delle classiche Radio Montecarlo, Radio Lussemburgo o le trasmissioni della BBC che nel periodo antecedente al fenomeno delle radio libere portavano nuove musiche e avanguardia, si inseriva questo mondo lontano e misterioso, polarizzante tra chi lo riteneva fonte di luce e sole dell'avvenire e chi lo considerava semplicemente una voce nemica.
Comunque affascinante e interessante.
In quest'ottica la radiofonia odierna si è omologata ovunque sulle stesse modalità comunicative e artistiche e diventa difficile distinguerne la collocazione geografica e culturale in un'omogeneità che riporta ai toni grigi e uniformi da cui si fuggiva cinquanta anni fa.
Il libro ripercorre, con dovizia di particolari, nomi, date, citazioni e ampi dettagli, la storia, spesso incredibile e rocambolesca, di queste radio (le cui trasmissioni iniziarono negli anni Trenta e si protrassero fino a qualche anno successivo, primi Novanta, alla caduta del Muro di Berlino) che vissero periodi di pericolosa clandestinità, durante la seconda guerra mondiale, diventando spesso la voce delle varie Resistenze, subirono dolorose censure da parte del potere comunista nel dopoguerra, epurazioni e chiusure, furono testimoni di cambiamenti epocali.
Lorenzo Berardi
Radiocronache, storia delle emittenti italofone d'oltrecortina
Prospero Editore
468 pagine
20 euro
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