giovedì, giugno 30, 2022
Giugno 2022. Il meglio
A metà dell'anno buone cose con gli album di Fantastic Negrito, Ben Harper, Lazy Eyes, Graham Day, Miles Kane, Hoodoo Gurus, Liam Gallagher, Spiritualized, Yard Act, Elvis Costello, JP Bimeni and the Black Belts, Shirley Davis and the Silverbcaks, Dedicated Men of Zion, Electric Stars, St.Paul and the Broken Bones, Abiodun Oyewole, York, PM Warson, Joe Tatton Trio e Diasonics
Mentre tra gli italiani Bebaloncar, Pierpaolo Capovilla e i Cattivi Maestri, Sacromud, Temporary Lie-Cesare Malfatti e Georgeanne Kalweit, Bastard Sons of Dioniso, Organ Squad, The Cleopatras, Dear, White Seed, Tin Woodman, Alternative Station, Massimo Zamboni, Dear, Agape e Path
FANTASTIC NEGRITO - White Jesus, black problems
Il nuovo album di uno degli artisti più interessanti e completi in circolazione è una sorta di concept dedicato ai suoi avi, coppia mista negli States schiavisti di 270 anni fa. Musicalmente entriamo nell'entusiasmante calderone di rock (Hendrix, hard, grunge, con attitudine punk), pop e tutte le sfumature della cosiddetta black music ma con una personalità e originalità che rendono ogni nota immediatamente riconoscibile. Pura e semplice eccellenza.
DREAM SYNDICATE - Ultraviolet Battle Hymns and True Confessions
Il ritorno dei DREAM SYNDICATE è uno dei rari casi in cui la nuova incarnazione rivaleggia con quella originale degli anni che furono.
Il quarto album della moderna vita artistica ci regala una (come sempre) affascinante miscela di Paisley Undergoround, psichedelia, un tocco elettronico, tanto Lou Reed e Velvet Underground ma soprattutto tantissimo Steve Wynn.
I brani sono bellissimi, evocativi, a tratti rabbiosi, intensi, spontanei.
Un vero e proprio gioiello.
CHICKEN GRASS - s/t
Album d'esordio per la band finlandese, dopo 25 anni di attività. Funk, soul, Marvin Gaye, Curtis Mayfield, James Brown, riuniti in un album di pregevole fattura, suonato in modo spettacolare e con un gusto davvero sopraffino. Consigliatissimo.
LINK QUARTET - Live anthology 1998-2018
Una delle band più longeve nella scena Hammond beat funk, torna con un live antologico che raccoglie 31 brani incisi dal 1998 al 2018 tra Italia, Europa Stati Uniti. Una sferzata di incredibile energia, che oscilla tra jazz, beat anni 60, rock dalle tine hard e prog, funk, soul, lounge.
THE REACTION - This is now, that was then
La mod band di Burton (da non confondere con l'omonima di Bristol che realizzò l'ottimo 45 "Make up your mind"), fu attiva nei primi anni 80, aprendo per Jam, Purple Hearts, Lambrettas, Secret Affair). 40 anni dopo arriva all'esordio discografico con un album con sei nuovi brani, incisi ora e altri sei del 1981, finora inediti. Mod sound virato verso influenze rhythm and blues, nuovo tassello di una storia che continua a regalare gioielli nascosti.
NOVA TWINS - Supernova
Il duo femminile londinese pesta duro, prende palesemente spunto da Rage Against The Machine, grunge, Prodigy, sovraproduce un sound potentissimo (talvolta un po' pacchiano quanto la loro immagine), pluri osannato dalla stampa locale.
Un ascolto lo meritano ma tanto entusiasmo mi sembra ingiustificato.
PIERPAOLO CAPOVILLA E I CATTIVI MAESTRI -s/t
Torna l'anima dei disciolti Teatro degli Orrori, accompagnato da un supergruppo con Egle Sommacal (Massimo Volume), Fabrizio Baioni (LEDA) e Federico Aggio (Lucertulas). E colpisce ancora nel segno con il consueto arrembante iconoclasta furore attraverso dieci brani ("otto cazzotti e due carezze, per raccontare questi tempi di violenza e sopraffazione, il paese e il mondo in cui viviamo") che incidono carne e anima con suoni potenti e travolgenti affiancati da parole ancora più letali, nella loro spietata lucidità. Super!
CALIBRO 35 – Scacco al Maestro volume 1
Inevitabile che la band più cinematica in circolazione prima o poi affrontasse di petto il Maestro. Ennio Morricone viene rivisitato spaziando da alcuni temi più che noti a rarità ed episodi più oscuri. La band vi si accosta con con la dovuta e rispettosa reverenza, intervenendo mai a fondo ma mantenendo un ottimo equilibrio tra il calligrafico e la reinterpretazione. La qualità degli esecutori, la freschezza esecutiva, l'accurata scelta dei brani, rendono l'album, come sempre, interessante.
ROSALBA GUASTELLA - Grace
Torna la magia sonora di Rosalba Guastella che già aveva stupito con l'eccellente esordio del 2020 "My little songs".
Resta ancora in un contesto acustico, tra blues, psichedelia e una matrice folk che spazia da umori West Coast (a cui bene si accosta la voce di Rosalba che non di rado ha il gusto di una novella Grace Slick) a influenze britanniche tardi Sessanta. Atmosfere sinuose, conturbanti, avvolgenti, un nuovo piccolo/grande gioiello.
BLACK SNAKE MOAN - Revelation & Vision
Nuovo singolo per la creatura psichedelica del one-man-band Marco Contestabile, autore dello spettacolare album "Phantasmagoria". Anche in questi solchi si viaggia a suon di umori 60's rivisitati in modo personale e sempre suggestivo e avvolgente. Soprattutto con estrema padronanza della materia trattata. Fabedelic!
ZATARRA - Burning butterfly arabesque
Il cantautore frusinate scrive uno splendido album in cui convergono influenze inusuali nel panorama italiano, tra un costante mood psichedelico di sapore 60 ma che arriva fino ai 70 Pink Floydiani ("Its' over"), ballate sghembe, gusto Beatlesiano, sperimentazioni pop. Eccellente.
NABAT + KLASSE KRIMINALE - TNT
Due storiche Oi! Band (le migliori che abbiano calcato i palchi italiani) insieme in un 45 giri che assume contorni storici. I Nabat coverizzano "Lunatici romantici" dei Klasse Kriminale e i Klasse Kriminale chricambiano con "Nabat" della band bolognese. In aggiunta una travolgente "Rock n roll preacher" degli Slade, suonato da entrambe le band. Imperdibile.
LETTUCE - Unify
La funk band di Boston firma l'ottavo album di una fulgoda carriera. Grandie potenti brani di 70's funk, sull'onda dei primi Chicago e Tower of Power, groove a valanga, competenza tecnica e sound perfetto.
GOVT MULE - Stoned Side Of The Mule
Pubblicato nel 2015 per celebrare il ventesimo anniversario di carriera e velocemente andato sold out e registrato nella serata di Halloween del 2009, torna in circolazione un omaggio ai Rolling Stones di cui vengono ripresi tredici brani, pescando invece tra brani minori e più vicini al gusto southern rock dei Govt Mule. Sound ruvido, bluesy, rauco, tanto rock 'n' roll ed evidente voglia di divertire e divertirsi. Le versioni spesso calligrafiche ma l'ascolto è comunque gradevole.
RAPHAEL GUALAZZI - Bar del Sole
L'ho sempre considerato uno dei migliori talenti nostrani. Che ha vagato, con sapienza, anche tra funk, acid jazz, soul. Il nuovo album è il classico disco di cover, più o meno riuscite.
Ma quella di "Pigro" con i Funk Off è spettacolare (funk con sezione fiati da paura) e il boogaloo di "Arriva la bomba" riuscitissimo. Niente di imdimenticabile ma ben fatto.
AA.VV. - Early works vol. 2
Un'ottima compilation per la ATA Records che raccoglie soul, fun, boogaloo, soul jazz, gosple blues e tanto altro.
ASCOLTATO ANCHE:
JUST MUSTARD (noiosissimo shoegaze darkeggiante), WILCO (nome mitizzato e ampiamente supportato ma lontanissimo dai miei gusti), SYL JOHNSON (rap/soul di orientamento Prince di discreta fattura), HORSEGIRL (shoegaze noioso e prevedibile), NORTH MISSISSIPPI ALL STARS (sono al tredisesimo album e fanno un ottimo blues/rock blues tradizionale),
LETTO
CARLA VITANTONIO - Pyongyang Blues
Carla Vitantonio ha avuto l'opportunità di vivere, in qualità di cooperante internazionale, in COREA DEL NORD per quattro anni, incontrando e scontrandosi non solo (con) il regime politico ma anche soprattutto con una modalità di vita e comportamentale per la quale, l'autrice sostanzialmente conclude, non abbiamo gli strumenti per interpretare il paese e che quello che ci arriva è una "traduzione" di una realtà ben più complessa.
Grazie a questa full immersion nella quotidianità Nord Coreana rileviamo una realtà in bilico tra l'impenetrabilità e una normalità che non è così lontana dalla nostra.
"Il punto è che siamo così ideologicamente terrorizzati da questo Paese che fare un'analisi lucida è impossibile.
Rispetto a questo paese o si è pro o si è contro. Dobbiamo essere contr oal 100%, perché solo in questa maniera ci saremo guadagnati l'ammissione alla nostra comunità, la comunità del mondo libero (dicono loro) e capitalista (sussurro io).
E' tutto così spaventoso che non possiamo permetterci il rischio di accettarne una porzione, di avere un atteggiamento critico, no.
Loro sono i cattivi.
Noi siamo i buoni".
Ma c'è, appunto, una quotidianità offuscata dal pregiudizio "politico" che ci allontana da quello che potremmo vedere aprendo semplicemente gli occhi.
"Non avevo mai pensato che i posti che il signor So (ristorazione e atmosfera ricercata) potessero esistere in Corea del Nord.
Non avevo pensato ci potesse essere un gusto, un desiderio, una richiesta di posti simili.
E So mi stava dicendo che si, in Corea del Nord ci vivono degli esseri umani.
Ero quasi trasalita di fronte alla mia cecità".
Come sottolineato è una visione in bianco e nero dove le sfumature ci sono ma talvolta virano violentemente verso il colore indesiderato:
"...il grande e inspiegabile miracolo di questo paese è proprio la coltre di mistero che il sistema ha calato su se stesso e che ogni cittadino protegge come se fosse linfa vitale. Questo paese ha tra le sue missioni la protezione dei segreti.
I segreti di tutti.
E i meccanismi, i rapporti interpersonali sono tutti condizionati da questo obiettivo....noi stranieri siamo accessori, siamo in transito.
L'importante è l'integrità del sistema.
Unità monolitica.
Una misteriosa danza all'unisono".
C'è un passo molto interessante nel libro che potrebbe essere esteso facilmente anche in altri contesti:
"...ci si ritrova a pensare che tutto sia fatto apposta, che sia una deliberata strategia di chi comanda per creare un senso di confusione e di spaesamento, sia tra gli autoctoni che tra gli ospiti: se nessuno sa mai cosa succederà, se la logica e i principi della fisica non possono applicarsi agli atti dell'essere umano, allora bisogna affidarsi a qualcuno che ne sa di più.
Il leader?
Il regime?
Chi comanda di turno?
... stiamo nel sistema, marciamo a ritmo, altrimenti il sistema ci sputa fuori...il sistema, un'unità inscalfibile che si manifesta con egual forza nel collettivo e nell'individuo.
Ogni coreano è un piccolo pezzo el grande sistema e ognuno di loro contribuisce alla sopravvivenza e alla salute di questo organismo gigatesco, ognuno occupato ad assicurarne il benessere".
Il libro è molto interessante per capirne di più (non tutto) di questa anomalia persistente nell'omologazione mondiale, ma anche spunto di profonda riflessione sulle modalità di gestione politica delle nazioni, dei paesi, dei territori, delle persone.
ENRICO DEAGLIO - Qualcuno visse più a lungo
Il racconto agghiacciante di una fetta della recente storia d'Italia, quella che intrattenuto strettissimi rapporti con la mafia (con i suoi referenti politici da Andreotti a Berlusconi), tra ipotesi di golpe, indipendenza siciliana, traffici di droga miliardari, sanguinose guerre di mafia, migliaia di morti ammazzati, anche nomi eccellenti come Sindona e Calvi, l'assassinio di Don Puglisi, il potere dei fratelli Graviano ("La parrocchia era diventata un centro di resistenza culturale alla cultura mafiosa dominante nel quartiere...Don Puglisi parlava di un'altra vita possibile rispetto a quella che i Graviano imponevano") gli attentati a Falcone e Borsellino e ai monumenti italiani negli anni 90 (oltre a quello mancato allo stadio Olimpico alla fine di una partita della Roma che avrebbe dovuto causare un centinaio di morti), lo stalliere di Arcore e tanto altro.
Deaglio è rigoroso nel citare date, sentenze, processi, nomi, instillando dubbi ed evidenziando verità difficili da contrastare, raccontando dei clamorosi depistaggi che hanno affossato il corso della storia italiana, lasciandola in un'oscura e maleodorante palude di connivenze oscene.
ROBERT GORDON - Muddy Waters. Dal Mississippi Delta al Blues di Chicago
Per non inoltrarci in lunghe spiegazioni, lasciamo immediatamente la parola a qualcuno che non ha bisogno di presentazioni e che, per usare un eufemismo, se ne intende.
Keith Richards firma l'introduzione del libro di Peter Gordon, dedicato alla vita di Muddy Waters, “Muddy Waters. Dal Mississippi Delta al Blues di Chicago”, tradotto (benissimo) da Claudio Mapelli (credo sia importante citare coloro che riescono a restiruirci bene la magia della lingua originale) e stampato da Shake Edizioni:
“E' stato Mick Jagger a farmi ascoltare Muddy Waters. Un giorno, giovanissimi, siamo finiti a casa sua e mi ha fatto sentire Muddy. Allora ho esclamato “Wow! Ancora”.
E dieci ore dopo ero ancora lì che dicevo: “Dai, ancora”. Ascoltando “Still a fool” e “Hoochie Coochie Man” ho subito pensato che quella era la musica più potente che avessi mai sentito.
La più espressiva.
In un certo senso è stato il nostro padrino, il nostro primo obiettivo è stato che il mondo conoscesse Muddy Waters e quelli come lui.
Il nostro complessino aveva finalmente trovato un ingaggio per una serata e noi avevamo speso i nostri ultimi centesimi per un annuncio su una rivista.
Quando abbiamo telefonato per comunicare il luogo del concerto ci hanno chiesto: “Va bene, come vi chiamate?” Sul pavimento c'era “The Best of Muddy Waters” e sulla prima facciata c'era il brano “Rollin Stone”. Così ci siamo chiamati Rolling Stones”.
Basterebbe questo per non aver alcun dubbio e, se ancora non lo avessimo fatto nella nostra (a questo punto direi inutile) vita musicale, ci dovremmo precipitare ad ascoltarce subito un disco di Muddy Waters.
E' blues, quella musica nata da lontano, molto lontano, un luogo irraggiungibile, che si chiama anima.
Le radici in Africa, più o meno nella zona subsahariana, poi estirpate con la forza, picchiate, brutalizzate, schiavizzate e ripiantate nel nuovo mondo, in America, dove sono rigermogliate con la loro disperazione.
La schiavitù è stata un'esperienza apocalittica, i ponti sono stati tagliati per sempre e non c'é stata alcuna possibilità di recupero.
Non c'è più stato un prima, un termine di paragone, la possibilità di confrontarsi con un'idea di normalità.
Il blues è nato così, dall'esigenza di ricostruire le fondamenta di una nuova identità.
“Il blues è un'arte mirabile ma le condizioni che l'hanno creata erano strazianti. C'é una sola verità riguardante il blues che è rimasta praticamente immutata nei decenni ed è il fatto che tuttora è considerata una musica che affonda le sue radici nella povertà. Guai al musicista blues di successo. Se ha un po' di soldi in banca la sua autenticità verrà messa in discussione.
I fan chiedono: “Dacci la povertà”.
Il blues, nato dalla frustrazione della libertà, traeva origine dalle privazioni e divenne né più né meno uno strumento di sopravvivenza. Come la musica gospel, il blues significava liberazione, forniva conforto. Il blues riguarda il momento presente e ti impone di dimenticare le tribolazioni passate e i guai futuri, di penetrare in quella canzone e in quella sensazione adesso, di abbandonarti completamente ad essa.
Il gospel canta il paradiso, le visioni celestiali che ti attendono dopo la morte. Il cantante blues non è interessato al paradiso e non ha grandi speranze nella vita terrena” (Robert Gordon).
McKinley Morganfield nasce nel 1913 nello stato del Mississippi ma ben presto viene soprannominato dalla nonna Muddy Waters (acque fangose) per la sua abitudine di sguazzare nel fango.
Padre contadino ma anche valente musicista, nove fratelli, la madre che muore quando lui aveva tre anni, viene cresciuto dalla nonna a Clarksdale.
Muddy suona l'armonica e la chitarra, raccogliendo qualche centesimo nei juke joints, baracche che fungono da locali per i neri, dove si beve, si suona e si gioca d'azzardo, ma il lavoro principale sono le canoniche, durissime, infinite ore a raccogliere cotone.
Fin da piccolo nei campi, prima a portare l'acqua ai lavoratori, poi in prima fila con gli altri più vecchi a riempire casse di cotone.
Muddy elabora un suo stile, come ogni vero bluesman, uscendo dal classico standard che molti ritengono sempre uguale. Inserendo la propria personalità, un timbro diverso, una successione di accordi e linee melodiche che non hanno eguali. Viene scoperto nel 1942 nientemeno da Alan Lomax, ricercatore musicale e antropologo che girò in lungo e in largo gli Stati Uniti registrando brani blues sconosciuti, preservando una cultura che sarebbe andata altrimenti persa. Ma per molti anni le sue registrazioni rimarranno in un cassetto. Muddy Waters lascia il Mississippi e si trasferisce a Chicago, la città blues per eccellenza. Anche qui lavora duramente di giorno come autista, per poter dedicare la sera e la notte alla sua musica. Elabora un nuovo sound, in cui il blues rurale e acustico delle origini acquista elettricità, ritmo, groove e diventa la base per quello che conosceremo meglio come rock 'n' roll.
Assume il ruolo di leader della nuova scena blues, incide i suoi classici più conosciuti, ripresi da un'infinità di band dagli anni Sessanta in poi (Rolling Stones, come abbiamo visto, in testa) come “I'am a man”, “Hoochie Coochie man”, “I just wanna make love to you”, “I'm ready”. La fama cresce, diventa una star, acclamato dalla scena rock che lo venera (giustamente) come un grande ispiratore.
Devia verso un blues contaminato da rock e influenze quasi hard, suscitando scandalo tra i puristi.
Ma l'evidenza che i dischi più vicini allo spirito originale vendono poco mentre quelli più “alla moda” arrivano in classifica, lo inducono a una scelta ben precisa.
In “Electric Mud” omaggia i suoi discepoli Stones con una versione stravolta della loro “Let's spend the night together”. Nel 1982 in un piccolo club di Chicago, il “Checkerboard Lounge” si consuma uno dei momenti epici della storia del rock (evidentemente costruito a tavolino ma ugualmente suggestivo).
Muddy Waters suona per pochi astanti, quando all'improvviso arrivano Mick Jagger, Keith Richards, Ron Wood (oltre ad altri due Stones, Ian Stewart e Bobby Keys e il solito stuolo di amiche e amici) e ad uno ad uno salgono sul palco a suonare.
Pura estasi, il cerchio si chiude.
Tra il 1972 e il 1980 infila una serie di Grammy Awards per il miglior album “etnico/folk”. Ovviamente i suoi album elettrici sono piccoli gioielli di rara intensità, a scapito di presunti “purismi”, artisticamente ad altissimi livelli, pur se non di rado “di maniera” e ripetitivi.
Ma sono testimonianze, talvolta denigrate e bistrattate al momento dell'uscita, di primaria importanza.
Muddy Waters non si è mai risparmiato nella sua vita, in cui aveva tranquillamente abusato del suo fisico, non disdegnando mai la compagnia di belle donne (anche non necessariamente avvenenti) e di alcolici, più o meno super.
Ma a sconfiggerlo, a settantanni, fu un arresto cardiaco, anche se il suo fisico era da un po' di tempo minato da un cancro ai polmoni. Lasciò una grande eredità artistica, dagli Stones ai Led Zeppelin a Eric Clapton ma anche in una miriade di nuovi gruppi che dalla sua lezione hanno tratto, talvolta incosapevolmente spunto. Come dice sempre Keith Richards:
“La musica del ventesimo secolo è fondata sul blues. Non ci sarebbe il jazz o qualsiasi altra forma di musica moderna senza il blues. E quindi ogni canzone pop, per quanto trita e sciocca, ha in sé un pizzico di blues, anche se i suoi stessi autori ne sono inconsapevoli o hanno cercato di eliminarne ogni traccia”.
Conclude Robert Gordon nel sopracitato libro:
“Dopo la sua morte è nata ed è maturata una generazione: la prova della duratura validità della musica di Muddy è il potere che continua ad esercitare su chi sta sperimentando un mondo che lui non ha mai conosciuto.
La sua eredità è più potente che mai.
La sua cultura, la cultura del blues, ha avuto un impatto sul ventesimo secolo che probabilmente non è secondo a nessun altro”
OSKAR GIAMMARINARO - Rabbia e stile
Oskar Giammarinaro rimette mano al suo primo libro autoprodotto anni fa con il titolo "Il migliore dei mondi possibili" (da tempo irreperibile), rivedendone la scrittura e aggiungendo gli ultimi venti anni, con particolare accento sul legame con il Maestro Ezio Bosso che ci ha lasciati da poco e che era sempre vicinissimo, sia all'autore che alle radici mod e a Piazza Statuto.
Oskar racconta in maniera diretta e spontanea storie di strada, di piazza, di raduni, la nascita della scena mod, aneddoti (in cui spesso mi riconosco, essendo stato presente), le vicende della carriera degli Statuto, corredando il tutto da un ricco supporto fotografico.
L'epopea mod italiana è in gran parte in queste pagine.
ANGELO BRANDUARDI - Confessioni di un malandrino
Una lunga intervista, raccolta da Fabio Zuffanti (scrittore, musicista e critico musicale) e trasformata in intensda e divertente autobiografia di uno dei personaggi più anomali e personali della scena italiana (ma non solo, vlagano i grandi successi in Germania, Francia e Inghilterra).
"La fiera dell'est", "La pulce d'acqua", "Cogli la prima mela" gli hanno dato il successo ma la discografia di ANGELO BRANDUARDI è piena di dischi e proposte artistiche ardite e sperimentali.
Il libro è pieno di aneddoti, racconti, ricordi, esperienze, parecchi sassolini tolti dalla scarpa, gli incontri e le collaborazioni prestigiose (da De Andrè a Morricone a Jorma Kaukonen, tra le tante) confessioni drammatiche (la recente battaglia contro il "Sole Oscuro", la depressione).
Lettura gradevole, nonostante un po' di presunzione che spesso emerge ma temperata da una buona dose di ironia.
FRANCESCO PAOLO PALADINO - Messa Beat
Paladino è regista, musicista, scrittore, agitatore culturale da decenni.
Era indubbio che il suo nuovo progetto, un libro distopico che ci riporta alla fine degli anni Sessanta italiani, con la figura reale di don Marco Bisceglia, il "prete comunista" dell'epoca che si innesta in una storia inventata ma terribilmente plausibile, di ribellione alle convenzioni, in un paese della Puglia.
Il romanzo è spedito, divertente, fresco, pur trattando tematiche di particolare spessore (i diritti gay in primis) e con una colonna sonora di tutto rispetto, dai Beatles a Jimi Hendrix agli Electric Prunes.
COSE VARIE
° Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it (per cui curo ogni settimana un TG video musicale - vedi pagina FB https://www.facebook.com/RadiocoopTV/).
° Ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà"
° Ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
° Ogni sabato un video con aggiornamenti musicali sul portale https://www.facebook.com/goodmorninggenova
° Nel sito www.goodmorninggenova.org curo settimanalmente una rubrica di calcio "minore".
° Periodicamente su "Il Manifesto" e "Vinile".
IN CANTIERE
E' uscito il nuovo album dei NOT MOVING LTD "Love Beat" per Area Pirata con otto inediti e una cover
Si trova nei negozi, ai nostri concerti e qui:
http://www.areapirata.com/dettaglio.php?cod=5490
Prossimi concerti NOT MOVING LTD
Venerdì 1 luglio: Sesto Fiorentino (Firenze) “Limonaia”
Sabato 9 luglio: Salsomaggiore (Parma) “Festival Beat”
Domenica 7 agosto: Lido di Camaiore (LU) "Festival"
Sabato 3 settembre: Bologna “Frida”
E' uscito in tutte le librerie il libro "Soul. La musica dell'anima" per Diarkos.
Qui i dettagli: https://tonyface.blogspot.com/2022/01/antonio-bacciocchi-soul-la-musica.html
Presentazioni:
Venerdì 8 luglio: Salsomaggiore (PR) "Festival Beat"
Venerdì 22 luglio: "Porretta Soul Festival"
Dal 28 maggio nel Comune AltaValTidone (Piacenza) la Rassegna musicale/letteraria ROCK AROUND THE BOOK.
Il programma:
https://tonyface.blogspot.com/2022/05/rock-around-book.html
Il nuovo, quarto, volume di COMETA ROSSA EDIZIONI è a cura di ROBERTO CALABRO' (scrittore e giornalista) e dedicato a "Exile on main street" dei ROLLING STONES nel 50° anniversario dell'uscita.
Ogni uscita di Cometa Rossa coincide con una ricorrenza precisa.
Il libro ricostruisce nel dettaglio la genesi del capolavoro degli Stones, dai brani lasciati fuori dai dischi precedenti all'irripetibile magia di Villa Nellcôte fino alle session finali a Los Angeles.
Contiene un'intervista esclusiva a MICK TAYLOR, recensioni originali dell'epoca (inglesi, americane, italiane), contributi di Dome La Muerte, Ferruccio Quercetti, Paolo Barone, Fabio Redaelli, il sottoscritto.
Di nuovo nella collana 100 CLUB (100 copie numerate e autografate di libri che non saranno mai più ristampati).
Il libro si troverà esclusivamente (non chiedetene copie a me, non ne ho!) presso la distribuzione di HellNation.
hellnation64@gmail.com
https://www.facebook.com/roberto.gagliardi.9828
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