Si sono sciolti gli SPITFIRES una delle ultime nuove mod band in circolazione, degni eredi della tradizione Jam, autori di ottimi e pregevoli album, il quinto dei quali, "Play for today", uscito da poco sancisce la fine del gruppo.
Il leader e anima Billy Sullivan prosegue con una carriera solista.
Gli Spitfires sono giunti al termine in modo naturale.
Avevamo avuto numerosi cambi di formazione in un breve lasso di tempo e a novembre dello scorso anno era comunque praticamente una nuova band.
Abbiano avuto un trattamento di merda da alcune delle persone con cui lavoravamo: nessun supporto (finanziario o meno), nessuna fiducia nel nostro ultimo album (Play For Today) da parte della nostra etichetta, che io e Simon Dine (produttore) abbiamo trascorso mesi a scrivere e registrare.
In realtà è stata una vera lotta anche solo per farlo uscire.
Penso che sia giusto dire che musicalmente stavo esplorando anche cose in cui gli altri membri della band potevano non essere necessariamente coinvolti.
Ma credo ancora che sia stato il miglior album che la band abbia mai realizzato.
(Billy Sullivan)
In effetti "Play For Today" (Acid Jazz Records) guarda in direzioni varie e diverse, flirtando con soul, funk, pop, sonorità "Madchester" (dalle parti degli Happy Mondays), conservando l'abituale energia e i riferimenti Welleriani.
Brani di grande livello compositivo e arrangiamenti curatissimi.
Più che ottimo.
Per un ascolto:
https://acidjazz.bandcamp.com/album/play-for-today
Il primo singolo solista di BILLY SULLIVAN "Overcome" non si discosta dallo Spitfires sound .
https://www.youtube.com/watch?v=vM_nU_s-ddU
Di seguito le recensioni dedicate dal blog agli SPITFIRES negli scorsi anni.
SPITFIRES - Life worth living (2020)
Al quarto album la band di Billy Sullivan si affida all'ex produttore di Weller, Simon Dine e all'Acid Jazz Records per rifinire meglio sound e direzione.
Molti i brani che guardano allo ska o più che altro alle sue ritmiche, frequente l'uso dei fiati, un gusto marcatamente Brit Pop (dalle parti dei Kaiser Chiefs ma soprattutto spesos vicino agli Ordinary Boys).
Le canzoni ci sono, la personalità anche, energia da vendere, un buon album anche se suona "di transizione".
Sono maturati, cresciuti, possiamo aspettarci grandi cose.
THE SPITFIRES - Year zero (2018)
Sempre più difficile trovare gruppi che portino avanti la purezza del MOD SOUND.
Il quartetto di Watford firma il terzo album e lo fa abbracciando lo scibile di ciò che maggiormente può apprezzare chi è innamorato del sound del 79 e della Cultura (sonora e non) Mod.
Con i Jam sempre punto fermo (soprattutto nella voce di Billy Sullivan, vicinissima a quella del giovane Weller) ma ampliando lo sguardo a frequenti influenze ska e caraibiche (tra Madness, The Beat e Dexy's) e a nervose e brevi folate elettriche, spesso addolcite dalla sezione fiati che conferisce un sapore soul.
Al tutto si aggiunge un approccio che talvolta riporta ai Clash e ai Buzzcocks.
Un album su cui potrebbe tranquillamente stare la data 1979 ma con un'energia, uno stile e un'arroganza del tutto attuali.
THE SPITFIRES - A thousand times (2016)
Dopo l'ottimo esordio di "Response" i quattro di Watford tornano giusto un anno dopo riproponendo la stessa brillante miscela di Jam sound e Wellerismi vari.
La voce di Billy Sullivan ricalca alla perfezione quella cupa e gutturale del Weller dei primi Jam, il sound viaggia all'ombra di dischi storici come "All mod cons" (Jam), i primi dei Buzzcocks o "Brassbound" (Ordinary boys) con una solida base ritmica, chitarra semi distorta in primo piano, ottime ballate acustiche, interventi di tastiere sempre azzeccati, eccllenti melodie di sapore 60's pop.
Ancora un lavoro ben fatto, sono giovani e con molte frecce al loro arco.
SPITFIRES - Response (2015)
Se siete "restati" a QUEL sound che spaccava le casse dello stereo alla fine degli anni 70 e di cui erano portatori gruppi come Jam, Chords, Jolt, affondando le radici anche nel power pop, nei Buzzcocks, nei primi Clash, Vapors o nei più recenti Moment, Rifles o Ordinary Boys (che tornano soprattutto alla mente quando in mezzo a brani di duro pop rock riecheggiano sprazzi ska in levare), "Response" è il vostro album ideale per il 2015.
Potente, melodico, essenziale, il quartetto di Watford confeziona un album di debutto al fulmicotone, 13 brani per tre quarti d'ora di musica senza sosta, chitarra secca e aggressiva, ritmica sempre pulsante, una tastiera raramente protagonista ma sempre ben presente a sostenere l'impatto sonoro, voce gutturale e diretta (molto vicina al primo Weller), assoli brevi e minimali.
Alla fine c'è molto dei Jam di "All mod cons", "When you're young" , "Down in the tube..", con evidenza il riferimento più diretto e palese. Non un capolavoro che cambierà le sorti della musica ma un album verace, sincero, energico come da tempo non ne sentivamo.
Io nell'ultimo singolo di Sullivan ci sento anche un'impronta molto Smiths....
RispondiEliminaVero, è una componente che ricorre spesso nei loro album
RispondiEliminaOltretutto mi piacevano altrochè inutili...che è successo??????
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RispondiEliminaBOSS non ho MAI SCRITTO qusto commento. Turbato che sia successo però
RispondiEliminaCristiano