venerdì, gennaio 28, 2022

Get Back, Dischi da (ri)scoprire - Supergrass



Ogni mese la rubrica GET BACK ripropone alcuni dischi persi nel tempo e meritevoli di una riscoperta.
Le altre riscoperte sono qui:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/Get%20Back

Speciale SUPERGRASS


I should coco (1995)
Ricordato soprattutto per il singolo che li lanciò, lo sbarazzino "Alright", è in realtà un album schizatissimo, amfetaminico, isterico, a tratti abrasivo e cattivo. In mezzo melodie vocali 60's, Jam, Buzzcocks, Kinks, Who, punk, pop.
Rimane ancora fresco, urgente, potente.

In It For The Money (1997)
La band diventa meno frenetica e più riflessiva, i brani arrangiati con più cura e varietà di stile, con fiati e influenze psichedeliche. Qua e là veri e propri gioielli come "Sun hits the sky", "Going out", un gusto per le ballate, un tiratissimo funk come "Cheapskate". Un ottimo lavoro.

Supergrass (1999)
Il perfetto equilibrio tra una raggiunta maturità compositiva, il consueto gusto per i 60's, l'aderenza all'attualità sonora, uno stile ormai perfettamente riconoscibile. La band raggiunge probabilmente il suo apice e piccoli capolavori come "Moving", "Mary", il glma/Stones di "Pumping on my stereo" lo confermano. Una delle migliori band inglesi dei 90.

Life on other planets (2002)
Capacità innata della band è sapere centellinare le uscite discografiche con sapienza. Anche il quarto album non delude anche se gli ingredienti sono ormai prevedibili, la qualità delle canzoni è sempre altissima.
Il sound torna più ruvido, immediato e meno elaborato ma il risultato è sempre di alta qualità.

Road To Rouen (2005)
Non è forse il migliore album della band ma quello più suggestivo, intrigante, affascinante.
E' un periodo difficile per il gruppo (in cui entra stabilmente alla tastiera il fratello di Gaz Coombes) che si riflette si una musica malinconica, magniloquente, molto arrangiata, con fiati e archi.
Una svolta quasi "prog" ma interessantissima.

Diamond Hoo Ha (2008)
Ultimo album in studio. Dignitoso ma dimenticabile.
Gli ingredienti ci sono tutti e sono i soliti ma quello che manca è l'ispirazione e alla fine suona come un lavoro stanco e poco ispirato.

Live on other planets (2020)
Pregevole doppio live tratto dalla reunion del 2020 che li ha portati tra Europa e Usa.
Band in formissima, grande groove e classe immutata.
E una sfilza di loro classici che rendono bene l'idea della grandezza del gruppo.

Sciolta la band Gaz Coombes inizia la carriera solista, al pari del batterista Danny Goffrey (anche se i due condivideranno l'esperienza The Hot Rats, chiamati anche Diamond Hoo Ha Men. Il bassista Mick Quinn è entrato dal 2015 negli Swervedriver.


SOLO PROJECTS

GAZ COOMBES

Here Come the Bombs (2012)
L'esordio solista del leader della band prosegue dove aveano smesso i Supergrass ma senza strabiliare né convincere troppo.

Matador (2015)
Matador
In questo splendido secondo album solista esplodono mille influenze, dal kraut rock (con un occhio particolare ai mai dimenticati Neu!) alla psichedelia, spesso non lontano dalle ultime esperienze di Paul Weller e Damon Albarn ma senza farsi mancare episodi più tradizionalmente vicini alle influenze di sempre (pop, Beatles, Kinks, il primo David Bowie).
Album modernissimo, interessante, completo, efficace dall'inizio alla fine.

World's Strongest Man (2018)
Il terzo album ci conferma la statura artistica del Nostro, progressivamente lanciato in avanti con un sound sempre più personale e unico in cui confluiscono retaggi del suo passato, elettronica, un gusto molto Krautrock, atmosfere sospese, oniriche, claustrofobiche.
Gaz suona praticamente tutto, compone benissimo, è immediatamente riconoscibile. Visonario e innovativo.

THE HOT RATS - Turn Ons (2010)
Gaz Coombes e il batterista Danny Goffey insieme per un album di cover ben riuscite e divertenti (dai Roxy Music ai Beastie Boys, Costello, Cure, Bowie etc). Quanto inutile.

VAN GOFFEY - Take your jacket off & get into it (2015)
L'ex batterista Danny Goffey con il nickname di VAN GOFFEY sfodera un album fresco e frizzante.
C'è un'abbondante dose di Supergrass ma anche di puro POP con rimandi a Beatles, Kinks, brit pop vario, Monkees, un po' di elettronica.

DANNY GOFFEY - Schtick (2018)
Non si discosta dal precedente passo solista anche il nuovo lavoro.
Brit pop e nostalgia per la band madre, qualche contaminazione, buona vena compositiva, disco gradevole ma di portata trascurabile.

2 commenti:

  1. anonimo delle 12:42

    putroppo in vinile ho solo In It for the Money
    li ho ricercati ultimamente ma non hanno ristampato nulla e hanno tutti prezzi folli...pare stiano uscendo adesso delle ristampe

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