Scrivere una storia del rock é compito quanto mai arduo e improbabile. O la si affronta accademicamente, in ordine alfabetico o si sceglie una visione personalistica, con giudizi opinabili oppure la si lascia in sottofondo, narrando della propria vita, indissolubilmente legata alle vicende sonore a noi care.
E' il tratto comune dei due libri.
BLUE BOTTAZZI, storica firma del "Mucchio Selvaggio" e tante altre testate scrive sostanzialmente una sorta di autobiografia, dalla scoperta del rock, negli 70 a oggi, attraverso le vicende della propria vita.
In mezzo tonnellate di musica, scelte artistiche, preferenze, consigli, approfondimenti sui vari ruoli dell'ambito logistico (il produttore, i dischi, i vinili, i Dj, il giornalismo etc).
Lettura, seppur torrenziale (500 pagine), gradevole, fresca, spedita.
Anche LUCA POLLINI viaggia nei ricordi personali, da Elvis ai giorni nostri. Talvolta di rock c'è poco (i vari approfondimenti sul festival di Sanremo).
Più interessante la parte dedicata all'Italia, in particolare le vicende artistico/sociopolitiche dei nostri 70, un po' meno quando si liquida il punk con il trito clichè dei gruppi "che non sanno suonare" con "le canzoni tutte uguali" o si cade in imprecisioni sconcertanti (la copertine di "Arbeit Macht Frei" degli Area NON ritrae l'ingresso di Auschwitz, né gli Yardbirds andarono a Sanremo con Beck, Clapton e Page ma con il solo Jeff Beck, ancora meno nei Beatles era Paul "coinvolto dal misticismo indiano").
Anche in questo caso gli spunti sono stimolanti e la lettura scorre veloce.
Blue Bottazzi
Un mucchio selvaggio
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euro 20
Luca Pollini
La mia storia suona il rock
Tempesta Editore
euro 22
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