giovedì, aprile 08, 2021
Femme Electronic
L'Africa ha un miliardo e 200 milioni di abitanti, metà dei quali non supera i 20 anni.
Nell'Africa SubSahariana il 43% della popolazione ha meno di 15 anni.
Giovanissimi che stanno aprendo porte sempre più interessanti, stimolanti, fresche e nuove in ambito musicale.
Ogni paese ha una scena ricchissima e dalle influenze artistiche originali, variabili, distintive, soprattutto da quando informatica ed elettronica sono diventati patrimonio comune.
E' una realtà viva, propulsiva, inclusiva e spesso soicalmente impegnata, ideologicizzata, inclusiva che cerca di mettere fine alle storture del Continente.
I nomi da segnalare sono infiniti.
Partiamo da una realtà UGANDESE, il collettivo FEMME ELECTRONIC da cui sono uscite due celebri DJ come RACHAEL DJ e DJ KAMPIRE.
Femme Electronic (fondata in Uganda da Santuri East Africa in collaborazione con Goethe-Zentrumin Kampala) vuole essere una piattaforma di lancio per DJ e produttori femminili in Africa orientale.
Il suo programma mira a fornire alle donne donne le competenze di cui hanno bisogno per essere più coinvolte nell'attività di DJ e nella produzione, così come altre posizioni dell'industria musicale.
Il programma di Femme Electronic comprende formazione, workshop, tutoraggio, showcase, residenze ed eventi volti ad affrontare il grave squilibrio di genere nell'industria della musica elettronica dell'Africa orientale.
In una scena dominata dagli uomini, le donne devono lavorare il doppio per dimostrare il proprio valore e guadagnarsi il rispetto.
Uno degli ostacoli principali incontrati dalle donne nell'industria musicale è che sembra esserci una visibile mancanza di fiducia nelle capacità o nel talento di una donna. Gli organizzatori di eventi sulla scena non richiedono e spesso nemmeno pagano DJ donne, ritenendole meno competenti.
Non mancano discriminazioni, intimidazioni e molestie sessuali ma questo nuovo progetto sta lentamente portando buoni frutti alla caparbietà femminile.
http://www.santurisafari.org/?page_id=1377
Fonti: Il Manifesto, Okayafrica.com
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