martedì, maggio 26, 2020

SK Rapid Wien 1940/41



Seconda parte della rassegna “Il piede in due scarpe.” a cura di ALBERTO GALLETTI.

Il periodo è lo stesso della prima; il motivo, sotto sotto, anche.
La Germania nazista e le sue mire espansionistiche (eufemismo).

Nel marzo del 1938, la Germania nazista, sotto la spinta della visione di Hitler di una Germania allargata, dal Reno ai Carpazi e oltre, completava la seconda sfida alle potenze vincitrici del primo conflitto mondiale annettendosi l’Austria (Anschluss) e installandovi un governo fantoccio composto dai nazisti locali.

Il campionato austriaco 1937/38 fu comunque concluso, lo vinse il Rapid Vienna.

Si giocava però, stranamente, a calcio anche in Germania fin da fine ‘800 e, altrettanto stranamente, la pratica venne mantenuta dal 1933 in avanti.
I nazisti anzi riformarono la struttura del calcio tedesco che diventò se possibile, più articolato e complicato di quanto già non fosse; sicuramente ne valutarono la popolarità ritenendola un formidabile veicolo propagandistico già in essere e che andava solamente mantenuto e, naturalmente, controllato.
Caratterizzato da un dilettantismo assoluto, il calcio tedesco era governato dalla federazione (DFB) la quale era presente sul territorio tramite i comitati regionali, veri e propri baluardi della sportività e del dilettantismo.

Per questo motivo il campionato era diviso in una serie di Oberlighe regionali le cui vincenti spareggiavano poi su scala nazionale per l’assegnazione del titolo di Deutschemeister.
La teoria, neanche sbagliata, era che i campionati a livello locale fossero meno impegnativi dal punto di vista del tempo da dedicarvi e dei costi da sostenere, ergo non vi era necessità che i giocatori diventassero professionisti e i club e i tesserati potevano venir controllati, e lo erano col solito rigore teutonico, con più facilità.

La fase finale in cui ci si trovava a dover affrontare squadre provenienti dai quattro angoli del Reich veniva propagandata e vissuta come una serie di gite premio per i più bravi.
I nazisti mantennero il concetto ma aumentarono il numero di suddivisioni portandolo a sedici, le Oberlighe erano sette, e le chiamarono Gaulighe.
Qualcuno, tra i nuovi dirigenti federali imposti dal terzo reich, fece un tentativo di organizzare un girone unico nazionale con relativa introduzione del professionismo ma le sezioni regionali della DFB rigettarono la proposta con un furore e uno sdegno tali che c’è da chiedersi se i relativi dirigenti non abbiano poi subito ritorsioni da parte dei nazisti, non saprei.

Il Rapid Wien nel 1938 era uno dei club più prestigiosi e una delle squadre più forti e vincenti d’Europa, britannici esclusi.

Trascinati dal formidabile Franz ‘Bimbo’ Binder, uno dei più fenomenali attaccanti austriaci ed europei di ogni tempo (1006 gol in 756 partite!), i ferrovieri facevano sfracelli in giro per il continente da circa un decennio.
Era costui un corazziere da 1,92m per 85 kg e benché un po' lento e a volte impacciato, risultava difficile da contenere; di testa era quasi insuperabile e aveva una facilità di tiro con entrambi i piedi letale.

La nazionale austriaca degli anni ’30, era conosciuta in giro come Wunderteam.v Quattro erano i titolari in pianta stabile di quella squadra forniti dal Rapid: i mediani Franz Wagner e Josef Smistik, e i due formidabili bombardieri Binder e Bican,un altro con numeri spaventosi, pur se quest’ultimo passerà all’Admira nel ’37.

Fu una squadra, l’Austria, che non ebbe ‘sta gran fortuna nel suo momento di maggior splendore.
Perse solo tre partite su trentuno tra il ’31 e il ’34, nelle quali andò a segno 101 volte, una delle quali a Londra dove cedette 4-3 a una manciata di minuti dal termine, non dopo aver causato più di un mal di pancia ai padroni di casa e avendo dato, a tratti, spettacolo.
Li batteranno poi a Vienna nel ’36 gli inglesi; nel ’31 avevano battuto la Scozia 5-0.
v Si presentarono ai mondiali del ’34 da favoriti, insieme ai padroni di casa che invece non avevano mai incantato nessuno per lo stile del loro gioco, anzi; ma che vinsero quel mondiale battendo proprio gli austriaci in semifinale.
La differenza la farà un gol di Guaita sul quale gli austriaci protestarono veementemente per una carica sul loro portiere che non aveva trattenuto il tiro di Meazza.
Questo ci poteva stare, far-west nelle aree di rigore italiane negli anni trenta (e ancora oggi) e arbitraggi casalinghi.

Quello che non ci doveva stare, e che probabilmente neppure si sarebbero immaginati è che a toglierli di mezzo per il mondiale successivo, al quale si erano qualificati, e del quale sarebbero stati comunque tra i favoriti, fu la politica; abbiamo visto come.

Per colmo della beffa, i migliori giocatori austriaci si ritrovarono a dover giocare nella Germania; Binder ad esempio lo fece, trovava poco spazio con Meisl che gli rpeferiva Sindelar, più tecnico, il quale invece rifiutò di giocare per i nazisti e fu misteriosamente trovato morto nel suo appartamento.
Ad ogni modo, tutto quello che ho riassunto a proposito della grandezza calcistica austriaca e del Rapid viene dimostrata alla prova dei fatti immediatamente successiva all’Anschluss che comportò, calcisticamente, l’aggiunta dei quarti di finale della Coppa d’Austria a quelli della Coppa di Germania.
Una volta terminata questa fase, in pratica un nuovo ottavo di finale, si proseguì con i quarti di finale veri e propri con quattro squadre tedesche e quattro austriache.

Il Rapid Vienna si sbarazzò facilmente del Fiat Wien e poi entrò nella Coppa di Germania dove fece fuori nell’ordine: Waldhof Mannheim 3-2; 1.FC Nürnberg (una delle due squadre tedesche dominanti all’epoca) 2-0; e infine il FSV Frankfurt per 3-1 nella finale di Berlino e si aggiudicò clamorosamente, ma calcisticamente neanche tanto, la Coppa di Germania.

Uno smacco per i nazisti, o forse no; magari il capo della DFB era un tipo come Max Von Sydow in ‘Fuga per la vittoria”….dubito.
Dal 1938/39 il campionato austriaco divenne quindi la diciassettesima Gauliga, vinse l’ Admira Wien, il Rapid fu terzo, che quindi avanzò alla fase del campionato tedesco arrivando fino alla finale dove venne disintegrata dal grande Schalke 04 (l’altra squadra tedesca egemone di quel periodo) dei tempi di guerra per 9-0.

Nel 1939/40 il Rapid riprese il controllo del campionato e vinse la Gauliga Ostmark davanti al Wacker SC.
Proseguì poi la sua stagione nel Campionato Tedesco arrivando in semifinale dove venne estromesso (1-2) dal Dresdner SC dopo i tempi supplementari. Binder realizzò 50 gol stagionali, uno sproposito; 32 in campionato, inclusi sei in una partita al malcapitato NSTG Graslitz Praga.
I nazisti ovviamente non vedevano di buon occhio i successi delle squadre austriache, vero che Hitler aveva argomentato sull’unità di tutti i popoli tedeschi per giustificare i carri armati nelle strade di Vienna, ma vero anche che la supremazia doveva essere dei tedeschi veri e propri, e loro soltanto.

Gli austriaci erano semmai dei cugini, il problema qui era che giocavano a calcio molto meglio dei tedeschi.

Sono numerose le ‘testimonianze’ dell’epoca sui favoritismi alle squadre tedesche in partite contro squadre austriache in quel periodo, alcune delle quali gravi e smaccate.
Gli austriaci dal canto loro sono dotati della stessa testardaggine e del medesimo spirito di irriducibilità dei tedeschi, nonché del medesimo orgoglio.
Questo, vedremo, sarà decisivo nella parte finale di questa storia.

Il campionato tedesco di quegli anni è quanto di più frammentato, complicato ed estenuante si possa immaginare.
Ho già detto del potere delle sezioni regionali della DFB che tenevano in pugno la formula del campionato per far si che il professionismo non riuscisse in alcun modo far breccia.
In dettaglio quella della stagione 1940/41 che interessa la nostre vicende:

Prima fase: Quindici Gaulighe a girone unico con un numero di partecipanti variabile tra sei e dieci; cinque di queste a due gironi con finale locale. Partite di andata e ritorno. Tutte le vincenti si qualificano alla fase nazionale.

Seconda Fase: Due Gruppi da due gironi e due gruppi a girone unico con partite di andata e ritorno. Le vincenti si qualificano alle semifinali.
Semifinali:
gara unica in campo neutro
Finale: gara unica in campo neutro
Finale 3° e 4° posto: gara unica in campo neutro.

Una maratona interminabile, anche per chi ha sempre cercato di districarsi in mezzo a una selva (oscura) di risultati.

La stagione del Rapid prende il via il 3 novembre: avversario l’ Admira, che deve avere qualche problema in difesa, vista la finale del ’39, e viene travolta 6-0. Poi due sconfitte consecutive 1-3 casalingo contro il First Vienna e un’ inopinato tombolone casalingo contro il Wiener Sport-Club.
Resteranno le uniche due in tutto il girone.
Ci saranno dei risultati roboanti: 11-1 al Grazer AC; 9-0 e 11-3 al Linzer ASK; e alcuni eclatanti: un pareggio 5-5 contro il FC Wien e una vittoria per 5-4 contro il Floridsdorfer.
Il Rapid vince la Gauliga Ostmark con 28 punti davanti a First Wien e Wacker Wien appaiati al secondo posto con 20. Bimbo Binder segna 27 gol in diciotto partite, il compagno d’attacco Kaburek 19; in totale 82 reti segnate in diciotto incontri, 29 quelle subite, una macchina da guerra, mi si perdoni l’inciampo.
Si qualifica quindi alla seconda fase dove viene inserito nel gruppo 4 insieme a Kickers Stoccarda, Monaco 1860 e VfL Neckarau.

Si riprende ad aprile inoltrato così come si era finito, il Neckarau viene demolito a domicilio 7-0. Il girone non è comunque una passeggiata e la settimana successiva i Kickers Stoccarda bloccano il Rapid sull’ 1-1 in casa, davanti ad una folla strabocchevole di oltre 31.000 spettatori.
La visita a Grünwalderstraße il sabato successivo divenne quindi molto importante per la classifica: con entrambe le squadre appaiate a tre punti, una sconfitta avrebbe quasi certamente compromesso il cammino di una delle due contendenti.
Venne la sconfitta, 2-1 per il Monaco 1860 che passò in testa alla classifica con cinque punti a metà percorso.

Nel girone di ritorno il Rapid infilò tre vittorie consecutive; regolando i diretti avversari bavaresi all’ultima giornata per 2-0 davanti ad una folla record per il piccolo Pfarrwiese di 35.00 spettatori e vinse il girone, complice anche il fatto che la settimana prima i bavaresi avevano inopinatamente perso in casa del Neckarau.
In semifinale se la vedrà di nuovo con il Dresdner Sc che lo aveva eliminato l’anno prima e pure estromesso dalla coppa, sempre in semifinale, a novembre.

v La sfida è fissata per l’8 giugno a Bytom, oggi Polonia, lo stadio è gremito.
Risolve una doppietta di Binder che segna un gol per tempo nello stesso minuto, il 9’.
Vittoria netta per 2-0 che manda il Rapid alla finale per il titolo di campione tedesco per il 1941.

Finale fissata per il giorno 22 giugno, stesso giorno in cui il führer lanciò l’assalto all’Unione Sovietica con l’Operazione Barbarossa.
La finale ebbe un andamento analogo, per i tedeschi, ma una durata molto più ridotta e nessuno si fece male.

Lo scenario non avrebbe potuto essere migliore, l’Olympiastadion di Berlino, in tutta la sua scenografica grandiosità architettonica tanto cara al regime, strapieno: 95.000 gli spettatori accorsi, tanti da Vienna.

Ad attendere il Rapid il favoritissimo Schalke 04, la squadra più forte della Germania che, eccezion fatta per il 1935/36, era ininterrottamente finalista dal 1932/33; cinque volte aveva trionfato, due volte nelle ultime due stagioni.
C’era di che preoccuparsi.

In realtà non fecero neanche in tempo a preoccuparsi perché i campioni in carica, ben decisi a cogliere la terza affermazione consecutiva, nonché a sistemare la questione su chi fosse migliore tra loro e i cugini austriaci, partirono a razzo e all’ottavo minuto era già avanti 2-0 grazie a Hinz ed Heppenhoff.
Il Rapid non si scompose, la proverbiale tenacia delle squadre austriache, tanto cara ai tifosi, consentì loro di rimanere in partita.
Quando il primo tempo sta per chiudersi senza altre marcature l’arbitro concede un rigore al Rapid che Binder, proprio lui, sbaglia; si va al riposo sul 2-0.

Nel secondo tempo la rete di Hinz al 12’ mette quasi la parola fine sulla contesa: 3-0 per lo Schalke.
Tre minuti più tardi Schors, sempre tra i migliori, accorcia per il Rapid. Fa 3-1 e manca mezz’ora; tanto in una partita se pensi di avere ancora qualcosa da dire.
E qualcuno in campo che avrebbe ancora qualcosa da dire c’è: è Bimbo Binder che non vorrebbe essere ricordato come quello che ha perso una finale scudetto sbagliando un rigore.
Dopotutto adesso è il centravanti della Germania, 9 presenze e 10 gol; non può uscire da uno stadio del genere senza aver lasciato il segno, e lo lascerà.
Nel giro dei successivi otto minuti realizza una tripletta, incluso un rigore, che stavolta non fallisce, e il gol della vittoria con una punizione potentissima sotto la traversa a simboleggiare una rimonta prepotente e fortissimamente voluta: 4-3!

Al fischio finale i giocatori tedeschi circondano l’arbitro accusandolo di aver causato la loro sconfitta, con particolare riferimento al rigore del pari; ma la partita è finita e il Rapid Wien è campione di Germania.

Rimane un risultato storico e irripetibile, che fece diventare il Rapid la prima, e finora unica, squadra straniera a vincere il campionato tedesco e una delle poche squadre a vincere il campionato in due nazioni diverse.

Non riuscirà però a ripetersi nelle stagioni successive concluse rispettivamente al 3°, 6° e 7° posto; magari pagarono l’affronto di quello storico successo.
Lo Schalke andò in finale anche l’anno dopo, ancora contro una squadra austriaca, e stavolta vinse. I nazisti nell’ Operazione Barbarossa subirono un tracollo simile a quello dello Schalke e nella primavera del ’45 vennero definitivamente annientati.
Nel 1945/46, alla ripresa dell’attività dopo la fine del conflitto, il Rapid vincerà il primo campionato del dopoguerra nell’ Austria di nuovo indipendente.

3 commenti:

  1. Grande Alberto, grandi storie di Mitteleruropa...
    Come mai i tedeschi e i francesi non partecipavano alla Coppa Internazionale? p

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  2. Ciao Pibio. Di preciso non saprei. La Coppa Internazionale, come la Mitropa, furono creazione del leggendario allenatore austriaco Hugo Meisl. Riprendeva il concetto di un vecchio torneo di inizio '900 riservato a rappresentative interne all' allora Impero Austro-ungarico. Quando i tornei partirono a fine anni venti Meisl era sicuramente ancora legato all idea geografica della mittel Europa, inoltre quelle squadre nel frattempo erano diventate anche il meglio nell Europa continentale. Sappiamo poi ad esempio che Meisl è Pozzo erano legati da grande amicizia, stima ed amministrazione reciproca.
    La Francia non rientra nella Mittel Europa geografica e al tempo era calcisticamente trascurabile.
    La Germania pure con la differenza che anche se geograficamente sta piu al centro, contemporaneamente non stava simpatica a nessuno. Non ti so dire però se non le sia mai stato chiesto di partecipare. Loro non chiesero.
    Infine sia Francia che Germania erano ancorate al dilettantismo assoluto che vietava tra le altre cose di giocare contro professionisti.
    In Italia il professionismo fu sdoganato proprio nel 26 con la carta di Viareggio. Ungheria e Austria forse anche. Può darsi che quindi fosse per loro proibito

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