sabato, febbraio 23, 2019
Teresa Fabozzi - Here, there and everywhere
Teresa Fabozzi all’esordio letterario con un lavoro che non manca di intrigare subito, a partire dai titoli dei capitoli che vanno da “Acrosss the universe” a “I’ll be your mirror”, passando per “The real me”, “Tomorrow never knows” e “Blackstar”. Poi quando tra i personaggi troviamo Blowie, Icycoo, i signori Moon, Reed, Harrison diventa palese il background dell’autrice.
Che ci porta in un viaggio fantastico diviso in tre parti principali, sogno, incubo e allucinazione, in cui i due protagonisti, George e Emily, scelgono di fuggire dalla realtà circostante ed intraprendere un “viaggio” particolare all’interno del loro inconscio.
Originale, coraggioso e molto ben fatto.
A seguire un'intervista con l'autrice.
1.
Da cosa nasce la scelta di una fantasy?
Il fantasy non era in programma, infatti cercavo di creare ben altro. Per trovare qualcosa che potesse andarmi meglio e si avvicinasse a qualcosa di mio, mi sono dedicata allo studio e alla lettura di Freud e Jung: sono sempre rimasta affascinata dalle tematiche sogno-subconscio-inconscio e dalla psicologia in generale (ho approfondito disturbi, quali depressione, schizofrenia e disturbo bipolare, manie per caratterizzare alcuni personaggi) Il fantasy, quindi, nasce facendo riferimento a quei "mondi" psicologici, a una visione distorta del mondo, altre tematiche di attualità (la forza delle donne, l'ambiguità, uomo che sfrutta l'ambiente e gli altri...) e il tutto è ispirato alla figura di David Bowie (Ziggy Stardust/ uomo delle stelle/l'uomo da Marte).
Ci tengo a dire che ogni personaggio ha personalità (o quasi), carattere e descrizione di qualcuno realmente esistito (poeti romantici, altri letterati, suffragette, staffette partigiane, musicisti...).
2.
La scelta finale dei protagonisti di “viaggiare” di nuovo è piuttosto amara.
Questa realtà offre davvero poco, dunque.
La realtà amara è voluta ed è dovuta al rifiuto della società in cui vivono i personaggi: essi si sentono far parte di un altro mondo e non del loro.
Poi sono ragazzi fragili e cercano un luogo dove dimostrare il loro valore.
3.
La cosa che salta più all’occhio è la devozione per certi riferimenti sonori.
Sono un’ideale colonna sonora per la lettura?
La musica è essenziale nel romanzo: ogni titolo di capitolo fa riferimento ai sentimenti/condizione/ stati d'animo/ situazioni che vivono i personaggi.
I George fanno riferimento a Harrison dei Beatles; Blowie rappresenta una maschera di Bowie (Ziggy/Aladdin); Reed e Vicious sono riferiti a Lou e Sid; molti sono i collegamenti agli Who, specialmente "Quadrophenia" (il mare, il vento, alcune situazioni...).
La musica è importantissima: all'interno del romanzo ci sono ulteriori citazioni legata a canzoni. Ho creato una vera e propria playlist di spotify.
4.
Hai pensato all’ipotesi di un sequel ?
Non so ancora se lasciare una libera interpretazione, oppure continuare: dipende dall'ispirazione.
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