lunedì, agosto 13, 2018

Topper Headon



Per gentile concessione di CLASSIC ROCK

TOPPER HEADON
“The human drum machine”

Deve essere un salto curioso per un batterista passare dalla passione per il jazz, la fusion e il prog, avendo come riferimento Billy Cobham, ad una delle più infuocate punk bands in circolazione.
Nicky “Topper Headon” inizia suonando jazz a 13 anni dopo aver messo da parte le ambizioni da calciatore a causa di un infortunio.
Entra in una band prog, i Mirkwood, con cui suona per un anno e mezzo, aprendo anche per i Supetramp per passare poi al rhythm and blues, prima di incontrare a Londra Mick Jones, durante la sua militanza con i famigerati proto punk dei London SS (anche se Topper ricorda che “di punk avevano ben poco, erano tutti capelli lunghi e roba afgana”) con cui suona per una settimana.
Si presenterà di nuovo da Mick Jones e dai suoi nuovi compagni Joe Strummer e Paul Simonon all'indomani della decisione di Terry Chimes di lasciare i Clash.
E' il 1977, la band ha firmato per la CBS e inciso il primo furibondo album, destinato a diventare un classico, ma Chimes è insoddisfatto e se ne va.
Ritroveremo di nuovo Terry con i Clash a sostituire proprio Topper, licenziato da Joe Strummer a causa della sua dipendenza dall'eroina.

I Clash fanno un'audizione a 205 batteristi londinesi prima di decidere per Topper che accetta il posto per 25 sterline a settimana e viene rivestito in stile punk, capelli corti e giubbotto di pelle.
La sua vita diventa un circolo ininterrotto di prove, concerti, studio di registrazione, ad incominciare dal nuovo album dei Clash, GIVE ' EM ENOUGH ROPE, dove la sua classe emerge in tutto il suo splendore.
Un metronomo potente, una mitraglia ritmica con pochi eguali nella scena, una precisione invidiabile, tanto che il produttore Sandy Pearlman, che aveva già all'attivo tutta la discografia dei Blue Oyster Cult, lo soprannomina “The Human Machine”.
“Ero al massimo della forma ai tempi, non facevo mai un errore, tutto quello che facevo era suonare, suonare, suonare. Poi in tour scoprii l’alcool e allora tutto quello che incominciai a fare fu bere, bere, bere. Mick mi introdusse alla cocaina e tutto diventò coca, coca, coca”.


L’eroina arrivò velocemente e Topper, con il consueto zelo, le si dedicò totalmente, diventando talmente incontrollabile e autodistruttivo che gli altri della band chiedevano agli hotel una camera in piani differenti da quello del batterista.
Ma le nuove cattive abitudini non inficiano la qualità del suo drumming.
Basti ascoltare la potenza di “Tommygun” o la maestria con cui nei successivi, monumentali, LONDON CALLING e SANDINISTA passa da un genere all'altro senza alcun problema, dal funk, al jazz, dal rockabilly al punk, dal blues ai ritmi caraibici, facendo da ossatura alle incertezze tecniche di Strummer e Simonon e appaiandosi alla classe chitarristica di Mick Jones.
Lodevole la raffinatezza dei passaggi, la precisione millimetrica, il tocco mai fuori posto, il suono della batteria potente ma di un'eleganza unica.
Senza dimenticare che Topper è anche un ottimo pianista e chitarrista e una hit come “Rock the Casbah” è intera farina del suo sacco.
Lo stile di vita autodistruttivo è ormai una costante quotidiana e Strummer, esasperato, decide di licenziarlo all'indomani del successo del nuovo album COMBAT ROCK.

Qualche mese dopo essere stato in una delle più grandi rock n roll band del mondo Topper si ritrova in un gelido squat senza finestre a Fulham mentre i Clash girano gli States .
L’amico Pete Townshend gli offrì l’opportunità di suonare con gli Who che avevano scelto proprio i Clash come supporters per il tour americano.
Ma Topper, nel suo classico stile, fatto e strafatto, cade da un tetto e si rompe una gamba.
Riceve 200.000 sterline di liquidazione dai Clash ma in 18 mesi i soldi finiscono, fa uscire nel 1986 il pur ottimo, ma ignorato da critica e pubblico, album solo WAKING UP, a base di jazz e rhythm and blues, viene arrestato, fini in un ricovero per homeless, tentò la disintossicazione per 13 volte senza successo.

La quattordicesima funzionò.

Fonda l’Anonima Narcotici di Dover, si occupa della prevenzione dell’epatite C, ogni tanto suona qualcosa ospite di qualche gruppo nei pub di Dover, sta bene.
“Con me Joe non aveva scelta, ero in uno stato....in ogni caso avrei dovuto morire io, non Joe"

In “Tommygun” una delle migliori e più potenti prestazioni batteristiche di Headon con i Clash: precisione, potenza, stile

https://www.youtube.com/watch?v=bFHEuKkTa5k

La versatilità ad affrontare gli infiniti cambiamenti ritmici dei Clash che hanno provato ad esplorare ogni genere musicale, in particolare in ambito black music.
Come nel caso del funk/rap di “Magnificent seven” dove Topper Headon si dimostra imbattibile macchina ritmica.

https://www.youtube.com/watch?v=ijiazWlawUY

L'unico tentativo solista di Topper Headon a base di swing, soul e rhythm and blues.
Dignitoso ma senza successo. “Drumming man” ne conferma le indubbie doti tecniche, non solo alle prese con i brani dei Clash.

https://www.youtube.com/watch?v=zzPMAE93hcc

2 commenti:

  1. Top class drummer

    Charlie

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  2. Lo leggo solo ora visto che sono in ferie.
    Umanamente la sua storia mi ha sempre colpito. Ricordo un' intervista in cui raccontava che, nel periodo da squatter, aveva preso la licenza di tassista e ogni volta la mattina si alzava a rota, attaccava a lavorare e, appena aveva "apparato" i soldi, se ne andava a comprare la sua busta.
    Anche i diritti d'autore dei suoi pezzi ormai si è venduto, spero che, ora che si è ripulito, non se la passi troppo male.

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