venerdì, febbraio 16, 2018
Herbie Hancock - Speak like a child
50 ANNI DAL 1968.
Attraverso una cinquantina di post, riviviamo una serie di episodi in chiave artistica, culturale, sociale del 1968.
I precedenti post qui: http://tonyface.blogspot.it/search/label/50%20anni%20dal%201968
Le turbolenze della fine dei 60's non avevano lasciato indifferente un personaggio sensibile e attento come Herbie Hancock, pur se impegnatissimo con il Miles Davis Quintet (da cui fu escluso con il pretesto di un ritorno in ritardo dalla luna di miele nello stesso anno e sostituito da Chick Corea), reduce dalla colonna sonora di "Blow Up" di Antonioni nel 1966 e dal successo di "Maiden Voyage".
Ma il suo sguardo alla situazione sociale e politica è pacato e propositivo, rivolto a un futuro "che potrebbe essere luminoso".
E per fare questo è necessaria una visione infantile, pura, pulita, spontanea.
"Quando riusciamo a tornarci siamo al nostro meglio".
E' necessario "parlare come un bambino, pensare e sentire in termini di speranza e con la possibilità di rendere il nostro futuro meno impuro".
"In quel momento pensavo, e ci ho pensato sempre di più, al concetto che tra il jazz e il rock c'è un altro tipo di musica".
Nasce così "SPEAK LIKE A CHILD", uno dei migliori album della carriera di Hancock, un concept sulla purezza dell'innocenza (intellettuale) infantile.
Corredato da una splendida foto di David Bythewood in cui Hancock bacia la sua ragazza Gigi Meixne.
Registrato tra il 6 e 9 marzo e pubblicato nell'estate, vede, a fianco di Herbie al piano, Ron Carter al contrabbasso, Mickey Roker alla batteria e una sezione fiati inusuale con Thad Jones al flicorno, Peter Phillips al trombone, Jerry Dodgion al flauto.
I sei brani si dividono tra episodi sofisticati, lenti e avvolgenti e momenti tipicamente be bop (vedi la splendida introduttiva "Riot" già nel repertorio di Miles Davis per cui scrive anche la conclusiva "Sorcerer" che sarà inserita un anno dopo nell'omonimo album del trombettista).
L'allora 28enne Herbie compone e arrangia un album superbo, raffinatissimo, completo.
Disco di grande classe
RispondiEliminaAlbum sublime. Consigliatissimo anche il suo ideale seguito "The Prisoner" del 1969 sempre su Blue Note.
RispondiEliminaBellissimo anche quello.
EliminaIl mio pregerito rimane ad ogni modo quello dopo ancora 'Fat Albert Rotunda'