martedì, febbraio 28, 2017
Il meglio del mese. Febbraio 2017
Alcuni nomi si affacciano già tra i candidati al top del 2016.
Godfathers, Sinkane, Soul Scratch, Voodoo Working Club tra gli stranieri, Cut, Julie's Haircut, Cesare Basile, Diplomatics, Gang, Strato's, Five Faces, Love Thieves tra gli italiani.
THE GODFATHERS - A Big Bad Beautiful Noise
Una delle migliori e più sottovalutate bands degli 80's, i Godfathers hanno sempre interpretato al meglio quello spirito "brit" fatto di provocazione sfacciata, attitudine punk, gusto per lo stile estetico, amore per il pub rock e il rhythm and blues.
Della line up originale è rimasto il solo cantante e leader Peter Coyne ma il sound rimane lo stesso splendido guitar pop punk rock, potente e travolgente, con stupende melodie 60's e irruenza mod.
Un bellissimo album.
SINKANE - Life & Livin’ It
Sinkane è il nome d'arte di Ahmed Gallab, nato a Londr, cresciuto in Sudan e poi in Usa.
Svariate esperienze tra cui quella con la Atomic Bomb! Band, collettivo afro beat in cui passano speso anche David Byrne, Damon Albarn, Money Mark dei Beastie Boys etc.
Questo è il sesto album solista, un affascinante e imprevedibile mix di Stevie Wonder e kraut rock, Marvin Gaye e afro beat, Temptations e desert rock, funk e ventate psichedeliche, Bill WIthers, pop e nu soul.
Notevole.
KING GIZZARD AND THE WIZARD LIZARD - Flying Microtonal Bannana
Il nuovo album della folle band autsraliana è annunciato come il primo di una serie di ben cinque previsti per il 2017 !
Come sempre un mix di psichedelia di ispirazione 60's che guarda agli esperimenti dei primi Gong e del Daevid Allen solista, non disdegna Hawkwind e kraut rock (Neu! e Can in particolare), il jazz prog dei Colosseum, il George Harrison “indiano” e cita anche esperienze più recenti come Motorpsycho e Kula Shaker.
Come sempre interessantissimi con un album da ascoltare con grande attenzione per chi cerca nuova linfa artistica.
CUT - Second skin
Sesto album (oltre ad uno split e un live) per il trio bolognese. Esplosivo, travolgente, devastante, dal vivo allo stesso modo che su disco.
In questo ritorno in studio di registrazione propone un sound, come sempre abrasivo, elettrico ma più curato, che conserva le abituali spigolosità ma le avvolge in arrangiamenti meno ruvidi.
La sezione fiati che colora di soul alcuni brani è un tocco geniale e delizioso, un gusto funk che permea molti brani sposta il groove da un approccio direttamente punk e crea un ibrido esaltante.
"Second skin" attinge dalla black music, dal punk, dalle prime espressioni selvagge del rock n roll, cita i Sonics, puzza di New York e di CBGB's.
Come sempre un grandissimo album che si avvale di una serie di preziosi collaboratori, primo tra tutti Mike Watt ex Minutemen e Stooges.
JULIE'S HAIRCUT - Invocation And Ritual Dance Of My Demon Twin
Il settimo album della band emiliana sancisce un ulteriore passo verso l'iperspazio, luogo che hanno ultimamente frequentato spesso.
Ma in questo caso si addentrano ancora di più con otto brani in cui rinnovano il concetto di psichedelia, intesa come espressione artistica senza confini, in cui confluiscono suoni, sensazioni, umori, vibrazioni.
Troviamo mischiati e sovrapposti avanguardia, (free) jazz, ritmiche pulsanti, kraut rock nelle sue più svariate declinazioni (dai Neu! ai Can) a comporre un sound unico, personale, distintivo.
CESARE BASILE - U fujutu su nesci chi fa?
Il lungo cammino di Cesare Basile parte da lontano, dagli anni 80 del punk e della new wave e si sviluppa, cresce, cambia nel tempo, acquisendo sempre più personalità.
Il tutto all'insegna di una costante evoluzione artistica che nel corso degli anni ha assimilato influenze sempre più particolari, osando, ricercando, sperimentando.
Il nuovo lavoro è ancora una volta un passo avanti verso la definizione di un sound sempre più personale.
Si respira area mediterranea, africana, blues, voci e ritmi tribali, una lunga ballata oscura divisa in dieci brani autografi, una preghiera pagana, ossessiva, perfino inquietante nella sua spontaneità sfacciata.
Il nuovo punk, ci crediate o no, incomincia da qui.
GANG - Calibro 77
L'immarcescibile band marchigiana dei fratelli Severini prosegue la sua lunga e grande marcia con il consueto bagaglio di musica di primissima qualità, sincerità, genuinità.
Il nuovo capitolo è un omaggio alla canzone italiana degli anni '70, pregna di contenuti e protesta. A produrre e registrare Jono Manson, cantautore di Santa Fe’, New Mexico e un lungo elenco di collaboratori ad affiancarli.
I GANG rivisitano con piglio country rock e di sapore roots americano undici storie che arrivano da lontano ma che sono ancora attualissime da "Sulla Strada" di Finardi a "Canzone del maggio" di De André, la sempre stupenda "Venderò" di Bennato e una degna conclusione con "I reduci" di Gaber. Un album prezioso, vitale, fresco, grintoso.
DIAZPORA - Islands
Sono tedeschi e in giro dal 2002.
Il nuovo album "Islands" è un tostissimo mix di afro sound, torrido funk, atmosfere blaxploitation, il James Brown dei 70's.
Suonano benissimo, pulitissimi, pieni di groove.
RON GALLO - Heavy meta
Ex membro dei Toy Soldiers, all'esordio solista con un album ruvido tra un Lou Reed grezzo, suoni glam, chitarre aspre e un approccio da moderno Bob Dylan malato di sapori New York '77.
Intrigante.
THE ORWELLS - Terrible Human Beings
Al terzo album la band di Chicago prosegue con passo dignitoso, pur se non esaltante, tra echi brit pop (Oasis, Arctic Monkeys, Dandy Warhols) e riferimenti a Weezer e Pixies. Non male.
CHUCK PROPHET - Bobby Fuller Died For Your Sins
Notevole il nuovo lavoro dell'ex Green On Red.
Corposo, robusto, chitarristico perfetto esemplare esempio di classico american guitar sound, spesso aspro, sempre tinteggiato di blues.
Niente di nuovo ma gradevolissimo ascolto.
TINARIWEN - Elwan
Prosegue incessante il viaggio nel deserto del collettivo Tuareg, con il tipico blues ipnotico fino alla lisergia sonora. Ci sono anche Mark Lanegan, Kurt Vile, uno dei QotSA e altri ospiti.
Ma la sostanza è QUEL suono, inimitabile, selvaggio, profondo, che entra nell'anima e porta via. Come sempre un "viaggio".
JUNGLE FIRE - Jambu
Infuocato mix di afro funk, ethio jazz, puro 70's funk e influenza latin. Tutto strumentale, tanto groove, molto gradevole.
MOON DUO - Occult Architecture Vol. 1
Il duo americano ci porta in un vortice spaziale di psichedelia e elettronica che attinge palesemente da Suicide, Loop, l'ipnotico incedere di certi brani dei Velvet Underground, Spiritualized.
Un bel viaggio, acido e ruvido.
DIPLOMATICS - I lost my soul in this town
Secondo album per la band vicentina e nuovo gioiello di rock n roll, asperità punk, Stones, New York Dolls, Radio Birdman, quel tiro che avevano i fantastici australiani Jet e una sezione fiati che colora di black il tutto.
Grande album, grande band.
Support !
UMBERTO MARIA GIARDINI - Futuro proximo
Anni di esperienza con il nome di Moltheni ed ora il terzo album come Umberto Maria Giardini. Maturità acclarata, capacità compositive tra le migliori della scena cantautorale italiana e il coraggio di continuare a sperimentare, creando sempre un suono originale, distintivo, personale.
C'è un costante riferimento alle migliori atmosfere prog dei primi 70's e un gusto per la new wave degli 80's anche se alla base c'è un filo POP a condurre le canzoni.
Come sempre notevole.
THE SLOKS - s/t
La band torinese all'esordio con uno sporchissimo 45 con quattro brani deraglianti che spaziano tra Stooges, Cramps, blues, garage.
Cupo, oscuro, cattivo.
THE KAAMS - Don't forget my name
Ho una passione particolare per la band bergamasca e seppu con colpevole ritardo ci tengo a segnalare questo 45 giri uscito la scorsa primavera, di mirabile fattura. Puro 60's garage beat con una "The letter" dei Box Tops da favola.
ASCOLTATO ANCHE
ROBERT RANDOLPH and FAMILY BAND (rock soul blues, tosto e cattivello), JESCA HOOP (un po' bluesy, un po' semplicemente noiosa, a tratti interessante), MYSTERIONS (pop psych dall'Olanda, gradevole), ALISON KRAUSS (country pop, buono da sottofondo), SON VOLT (country rock ruvido e roots), IGUANA DEATH CULT (buon garage punk dall'Olanda), LOOKAPONY (pop punk e un tocco garage, discreti).
LETTO
KRIS NEEDS - Dream baby dream
Uscita alla fine dello scorso anno "Dream baby dream" è la fedele (grazie anche all'apporto diretto dei protagonisti Alan Vega e Martin Rev) e dettagliatissima storia di una delle più importanti band della scena musicale, in grado di precorrere (spesso con riconoscimenti abbondantemente tardivi) tendenze, generi, sonorità con largo anticipo, grazie ad un approccio creativo ed artistico "totale".
Utilizzavano il termine, la filosofia, l'attitudine PUNK già nei primi 70's ma suonando un elettronica devastante, cruda, apocalittica, cattiva e senza compromessi.
Kris Needs descrive alla perfezione la New York dell'epoca, luogo disastrato, decadente, pericoloso, facendo centinaia di riferimenti ad artisti, musicisti, eventi.
Un viaggio spesso impegnativo ma sempre appassionante.
I SUICIDE non si sono mai ripetuti e fino alla recente morte di Alan Vega hanno sempre guardato avanti, caparbi, sfidando chiunque gli si parasse davanti.
Estremi, da un altro pianeta, fenomenali.
Pubblica Goodfellas, traduce molto bene Caterina Micci.
PAUL AUSTER - Trilogia di New York
Città di vetro (City of Glass), Fantasmi (Ghosts) e La stanza chiusa (The Locked Room) sono tre romanzi di Paul Auster, pubblicati separatamente tra il 1985 e il 1987, che costituiscono la Trilogia di New York.
In Italia uscirono insieme nel 2005.
Pur se indipendenti le tre letture intersecano personaggi, eventi, riferimenti tanto da poter costituire un corpo unico.
Le storie sono complesse nella loro apparente semplicità e staticità (detectives e scrittori che finiscono per immedesimarsi nelle persone spiate e nei soggetti dei loro libri in situazioni surreali, ricche di tensione e di senso di instabilità).
Storie quasi psichedeliche, molto cerebrali, sospese, angoscianti, in cui la costante è l'auto alienazione, la fuga dalle realtà per entrare in una parallela, senza vie d'uscita.
Il tutto in una New York altrettanto surreale.
Un lavoro innovativo, un linguaggio personalissimo, una scrittura veloce e attrattiva.
JOYELLO TRIOLO - Intrusi a SanRemo
Joyello Triolo, oltre ad essere musicista, blogger (https://fardrock.wordpress.com/), scrittore e pure un amico, è soprattutto un raffinato e profondo conoscitore di Musica.
Sa spaziare dal punk all'avanguardia, dal jazz alla black music ma ha una grandissima competenza in ambito puramente POP.
Musica Pop(olare), "canzonetta" perfino.
Questo libro è un appassionante, colto e divertente viaggio attraverso gli INTRUSI entrati nel tempio della canzonetta per eccellenza, il Festival di SanRemo.
E non si parla solo delle scontate incursioni del rock (Statuto, Afterhours, Marlene Kuntz, Elio, Equipe 84, Decibel, Finardi, il Banco etc) ma anche e soprattutto di quegli "intrusi" insospettabili, quelli che hanno cambiato lo stile del festival, che lo hanno "disturbato" e reso inevitabilmente più interessante.
Da "Nel blu dipinto di blu" di Modugno a Rino Gaetano e la sua "Gianna", alla Nuova Compagnia di Canto Popolare fino all'unica apparizione di un'orchestra di liscio con Raoul Casadei nel 1974 è un infinito rincorrersi di aneddoti, particolari spesso inediti, curiosità.
Non dimenticando che "Papaveri e papere" di Nilla Pizzi può essere letta in chiave politica con il rimarcare delle differenze tra i potenti (papaveri) e il popolo che subisce (papere).
Un libro curioso e delizioso.
Consigliatissimo.
JENNIFER EGAN - Il tempo è un bastardo
Uscito nel 2010, pubblicato l'anno dopo in Italia da Minimum Fax, permise alla Egan di vincere il Premio Pulitzer nel 2011.
Un romanzo complesso, caratterizzato da intrecci e rimandi continui, una sorta di saga post moderna dalle caratteristiche letterarie "antiche", dove le sliding doors che si aprono e si chiudono sono spesso amare, crudeli, spietate.
Si spazia dalla scena punk di San Francisco dei primi 80's ai vicoli di Napoli, da un'industria discografica soffocata dai suoi eccessi a storie estreme, tra droga, una New York che divora vite e persone, alcool, sesso, tecnologia, artisti disperati, esistenze bruciate.
Il libro è impegnativo ma scritto divinamente.
Un lavoro importante, unico.
Tra quelli comunque da leggere, a prescindere.
VISTO
GIMME DANGER di Jim Jarmusch
Un doveroso (seppur tardo e fuori tempo massimo) tributo ad una delle più grandi ed influenti rock n roll band di tutti i tempi da parte di uno dei suoi più grandi fan, lo stupendo regista Jim Jarmusch.
Non facile farci un film di quasi due ore con la scarsità di filmati originali (vera pecca del doc).
Ci sono le testimonianze di Iggy, lucidissimo e preciso protagonista principale e assoluto (ovviamente) oltre a Ron Asheton, Scott Asheton, Steve MacKaye, James Williamson, Mike Watt e Danny Fields.
Accuratamente (e stranamente) evitati cenni agli album più recenti The Weirdness e Ready To Die si parla dell'epopea della band dalla nascita allo split a metà dei 70's e alla reunion recente.
Un buon lavoro anche se piuttosto lento e un po' sbrigativo su molti aspetti (ad esempio il ruolo di Bowie in "Raw Power" e nel "ripescaggio" di Iggy poco tempo dopo lo scioglimento degli Stooges).
Molte parole e poca musica ma tanti stupendi aneddoti.
Vederlo è un imperativo per chi ama Stooges e un certo tipo di musica e cultura ma alla fine ne sono uscito tiepidamente impressionato.
Forse è davvero troppo tardi...
Sister Rosetta Tharpe - The Godmother of Rock’n’Roll di Mick Csáky
The Godmother of Rock’n’Roll di Mick Csáky è uno stupendo documentario sulla vita di SISTER ROSETTA THARPE tra i personaggi più innovativi della musica moderna. Precorse il rock n roll, incidendo brani che mischiavano blues, gospel, swing e rhythm and blues con un piglio selvaggio e crudo, suonando spesso la chitarra elettrica e distorta.
Tra i suoi fan un giovanissimo Elvis Presley ma anche le future star del rock n roll Chuck Berry e Jerry Lee Lewis.
Incide per la prima volta alla fine degli anni 30, si esibisce al Cotton Club con Cab Calloway, Benny Goodman e Duke Ellington (vedi foto), è costantemente in tour e nei 60's sbarcherà in Inghilterra al fianco di Muddy Waters.
Risale a quel periodo un'incredibile esibizione alla stazione di Manchester.
https://www.youtube.com/watch?v=SR2gR6SZC2M
Morì nel 1973 all'età di 58 anni.
Il documentario si avvale di favolose immagini d'epoca, preziose testimonianze (tra cui l'ultima esibizione live a Copenhagen, poco prima della morte) e della voce narrante di Pauline Black dei Selecter.
She would sing until you cried, and then she would sing until you danced for joy.
La visione integrale è qua:
https://vimeo.com/101093967
COSE & SUONI
Mie recensioni quotidiane su www.radiocoop.it e mensili su CLASSIC ROCK mentre sul quotidiano di Piacenza curo ogni domenica una pagina di musica e curiosità varie.
A breve torna lo spettacolo MODS.
Tra pochi mesi un mio nuovo libro nella collana SOUL BOOKS di VoloLibero.
bentornati Godfathers!
RispondiEliminaC
Ma eran quelli di Birth School Work Death?
RispondiEliminaI Gang sempre sulla barricata. Grandi!
Charlie