mercoledì, novembre 30, 2016
Novembre 2016. Il meglio.
Fine anno: ormai definiti i nomi che ritroveremo prevedibilmente ai vertici dei migliori a fine dicembre.
Myles Sanko, Michael Kiwanuka, Last Shadow Puppets, PJ Harvey, Iggy Pop, David Bowie, Nick Cave, Motorpsycho, King Gizzard and Lizard Wizard, Seratones, Fantastic Negrito, Kula Shaker, Marta Ren, Lucinda Williams, Nigel Hall, Mavis Staples, Parker Milsap, Charles Bradley, Deep Street Soul, The Heavy, Bob Mould, Steve Gunn, Monkees, Senior Service, Spitfires, Cool Ghouls, Excitements, Jack White, St. Paul and the Broken Bones, Lady Wray, Fay Hallam, Goat, Madness, Lemon Twigs, Leonard Cohen, Kristin Hersh tra gli stranieri.
Statuto, The Winstons, Afterhours, Marlene Kuntz, Radio Days, Nada, Roberta Gulisano, Guignol, Wu Ming Contingent, Daniele Silvestri, Sistah Awa, Vinicio Capossela, Bradipos Four, Michele Gazich, Avvoltoi, Milo Scaglioni tra gli italiani
ASCOLTATO
MADNESS - Can’t touch us now
I MADNESS continuano a collezionare album di alto livello, dignitosi, freschi, divertenti, interessanti.
Anche il nuovo lavoro si destreggia tra pop soul, stupende ballads, qualche occasionale ritorno a ska e rocksteady. Brani belli, sound immediatamente riconoscibile, classe, eleganza, groove.
LEONARD COHEN - You want it darker
Ci sono artisti al cospetto dei quali DEVI avere una cura particolare nell'ascolto, nella comprensione, nel rispetto per una carriera di fronte alla quale ci si deve inchinare con una genuflessione simbolica (ma neanche tanto).
Cohen torna (a 82 anni...che può sembrare un dato folkloristico e invece conta e parecchio) con un nuovo album di livello altissimo.
"You want it darker" è blues, gospel, anima, cuore, corpo e sangue. Intenso, (o)scuro, denso, rauco, profondo. Notevole, come spesso/sempre.
KRISTIN HERSH - Wyatt At The Coyote Palace
Un nuovo album solista, doppio, in cui la chitarrista delle Thrwing Muses suona, canta, compone tutto. Una storia strana, cruda e drammatica la sua, tra malattie (anche mentali) e problematiche di tutti i tipi.
"Wyatt At The Coyote Palace" è ispirato dall'autismo del figlio Wyatt ed è un lavoro dal fascino doloroso e dal dolore fascinoso e ammaliante. A tratti talmente intenso da risultare struggente e quasi insopportabile. Ma è bello, molto bello, un piccolo gioiello folk/roots.
AUNT NELLY - Photograph
La band inglese vanta la presenza di due ex membri dei grandi Clique e propone un ottimo mix di atmosfere alla Prisoners, episodi strumentali di gusto Hammond beat, richiami ai 60’s e al miglior brit pop. L’album è piacevole e ben fatto, ottimo e ben suonato.
LEE FIELDS - Special night
Soul, rhythm and blues, un pizzico di funk, classe e una sorta di sofisticata rudezza "southern" (è del North Carolina) che rende il tutto più crudo e diretto. Lee Fields è sempre una garanzia di buona musica.
C'è tutto questo nel nuovo "Special night" inciso con i fidi Expressions e di cui vi potete beare in questo streaming integrale. Merita.
https://www.youtube.com/watch?v=nNa6F_fEtMw
LEMON TWIGS - Do Hollywood
Giovanissimi new yorkesi all’esordio con un sorprendente mix di Wings, Supertramp, primi Queen, il Lennon solista dei primi 70’s, Todd Rundgreen, un pizzico di Syd Barrett.
Un immaginario molto preciso, tra il 1971 e il 1974, replicato però con creatività e freschezza. Album delizioso.
A TRIBE CALLED QUEST - We Got It From Here – Thank You 4 Your Service
La BLACK MUSIC che cambia, si evolve, mischia, cresce, rinnova. Dopo 18 anni tornano gli A TRIBE CALLED QUEST, orfani di Phife Dawg, scomparso da poco, con "We Got It from Here... Thank You 4 Your Service".
Hip hop che assorbe soul, funk, jazz, groove pazzeschi, ospita Kendrick Lamar, Jack White, Elton John (!), André 3000, Kanye West, Consequence, Busta Rhymes e altri.
Album pieno di stimoli, prospettive, nuovi suoni che si stratificano sulla classe cristallina della old school.
HANNAH WILLIAMS AND THE AFFIRMATIONS - Late nights & heartbreaks
Registrato a Londra al Quatermass Studio, lo studio di registrazione degli Heliocentrics, il nuovo album di una delle migliori voci soul in circolazione è prodotto da Malcolm Catto già con gli stessi Heliocentrics, con Mulatu Askate, Orlando Julius, Melvin Van Peebles e collaboratore di Dj Shadow, Floating Points, Quantic e Madlib.
"Late Nights & Heartbreaks" è un album potente, ruvido con suoni puliti, deliziosamente vintage ma moderni e attuali.
Il tutto a favore di un soul/rhythm and blues di primissima qualità.
Grandi brani, tutti originali, con l'eccezione di una strepitosa "Dazed and confused" di Jack Holmes (poi ripresa dai Led Zeppelin) in chiave psych soul, accenni funk, un bellissimo intermezzo strumentale in chiave ethio funk jazz in "7am to Seville", soul blues di sapore Southern in "Another sunrise" e nell ostruggente finale di "Your luck can change", umori gospel nel 70's funk (che occhieggia a Betty Davis) in "Woman got soul".
Groooooovy !!
ALICIA KEYS - Here
Prosegue il rinnovamento della Black Music attraverso il recupero della radici, riattualizzate in una concezione moderna e attuale.
Lo scorso anno è toccato a D’Angelo e Kendric Lamar, nel 2016 dischi di Michale Kiwanuka e Myles Sanko ci mostrano la via.
Alicia Keys si affianca, abbracciando soul, blues, gospel, rap, hip hop, folk soul, inframezza con interludi parlati, si apre a mille influenze.
Solita bella voce, brani eccellenti, grande groove, interpretazioni intensissime.
THE AIM - Days like these
Mod band che nel 1994 incise un oscuro 45 giri per la Detour Records, “Call your name”.
Dopo oltre 20 anni eccoli tornare con un album di discreta fattura che attinge da varie fonti del mod sound, da Jam, Motown, Kinks, il Weller solista, i 60’s beatlesiani, pop rock vario.
Non un capolavoro ma niente male.
CARLEEN ANDERSON - Cage street memorial-The pilgrimage
Il settimo album di CARLEEN ANDERSON è un coraggioso e originalissimo melange di stili, dal jazz al gospel, al soul, alla lirica (si, lirica!).
Ci sono accenni a Betty Carter, al vocalese jazz, Nina Simone e tanto altro.
Album non facile ma da scoprire e approfondire con attenzione.
HOPE SANDOVAL and the WARM INVENTIONS - Until the hunter
Come sempre dagli Opal ai Mazzy Star, la fascinosa Hope Sandoval miagola annoiata su basi ipnotico psych. Noiosissimo.
G 91- Your reaction, my direction
La "creatura" di Matthew Berth giunge al secondo capitolo discografico, avvalendosi questa volta della sapiente cura produttiva di Alex Loggia degli Statuto.
La fonte ispirativa rimane sempre l'universo (ancora non del tutto sondato a fondo) del brit pop degli anni 90 ma la scrittura si spinge oltre, trovando un tratto personale e distintivo sempre più marcato.
La chitarra acustica tesse una base ritmica costante e diventa uno degli aspetti più riconoscibili del sound dell'album anche quando i ritmi accelerano e portano i brani verso gli amati Oasis.
Disco già maturo, interessante e che prelude ad un futuro brillante.
LITFIBA - Eutopia
Uno si approccia al nuovo album dei Litfiba sicuro di poter sparare a raffica una serie di contumelie e dileggi di ogni tipo. Soprattutto dopo aver ascoltato l'indecente (tanto quanto il video) singolo guida.
E invece tocca ricredersi.
"Eutòpia" ha tutti i prevedibili difetti che hanno funestato spesso la produzione della band da parecchio tempo a questa parte: enfasi, testi improponibili, un rock scontato, un tamarrismo diffuso. Ma è fatto bene, ci sono brani ispirati, qualcuno azzeccato e interessante, accenni al passato e agli esordi, un lavoro chitarristico egregio, molta personalità. NON è un brutto disco ("L'impossibile" a parte) e, per chi li ha apprezzati, non sarà una delusione, anzi...
ASCOLTATO ANCHE
PINK MARTINI (50‘s lounge carina e innocua anche se piacevole). THE OH SEES (mediocre) DENIS THE NIGHT & THE PANIC PARTY (shoegaze, psych, elettronica. Progetto personale e interessante), EMILI SANDE’ (piuttosto noioso e leccato)
LETTO
PAUL DU NOYER - La versione di Paul
Paul Dy Noyer, oltre ad essere un giornalista di NME e scrittore, è anche un vecchio amico e concittadino del suo più noto omonimo.
Con il quale ha intrattenuto negli anni numerose conversazioni private e lavorative (il titolo originale, più opportuno e mirato, è infatti"Conversations with Paul Mc Cartney"), raccolte in un questo lungo e dettagliato libro che scandaglia nella vita artistica e personale di PAULcon garbo, nessuna invadenza, tanta delicatezza.
Mc Cartney è diretto, sincero, senza peli sulla lingua, parla di Beatles e Linda, di spiritualità e della quotidianità di essere un (ex)Beatle.
Per i fan un documento imperdibile, grazie anche ad uno stile molto leggero, scorrevole, una chiacchierata continua che non svela particolari inediti o annotazioni sconvolgenti ma rifinisce una volta in più un ritratto così complesso come quello di uno dei compositori più autorevoli e geniali degli ultimi 50 anni.
GIANNI MIRAGLIA - Ritornello al futuro
Gianni Miraglia è tante cose, uomo dai mille talenti e dal grande seguito mediatico.
In questa sede lo apprezziamo come scrittore, con un lavoro dove satira e grottesco si intersecano con vicende divertenti ma non troppo, per scoprire, tra le righe, che ciò che viene narrato non è troppo lontano da una realtà sempre più decadente che ci circonda.
Qui si parla di zombies ma zombies di alto livello, da Kurt Cobain a Johnny Thunders, Sid Vicious, Lucio Dalla, con protagonista quello di Luigi Tenco che cerca un riscatto con i Dead Pertinis che si trasformano in SanRemones per vincere il Festival di San Remo battendo gli odiati Dire Straits Italia.
Il racconto è divertente, la scrittura incalzante, il tono agrodolce, talvolta esilarante, altre malinconico.
Ma è un libro unico e particolarissimo, originale.
E non è un pregio da poco.
FEDERICA MARCHETTI - Quando correvo su e giù per l’Italia dietro ai Litfiba
Libretto esile ma gradevole sulla strada che portava l’autrice a ruota dei Litfiba negli anni 80, con foto, aneddoti e testimonianze di un periodo lontano.
VISTO
Oasis: Supersonic di Mat Whitecross
Mille volte discussi, mille volte bastonati da accuse di mancanza di creatività, plagiarismo, carriera caotica, il turbolento scioglimento.
Eppure le quasi due ore di "Supersonic" sono un valido riassunto di quanto invece abbia rappresentato la band dei Gallaghers: un gruppo capace di scrivere capolavori, canzoni diventate classici, di catalizzare l'attenzione di milioni di ragazzi per anni, di essere un riferimento artistico, e non solo, per una valanga di gruppi.
Nel dettagliatissimo (forse troppo per chi non è un fan sfegatato) c'è tutta la storia, dagli inizi ai trionfi, attraverso materiale raro, interviste, curiosità, il tutto montato da Mat Whitecross in una chiave"Pop" non lontana (guarda caso) dall'estetica che caratterizzò l'"Anthology" dei Beatles.
Non so quanto sia legale (e sicuro) ma qui c'è lo streaming:
http://fmovies.to/film/oasis-supersonic.kw8y6/lr3rqm
COSE & SUONI
Mie recensioni quotidiane su www.radiocoop.it e mensili su CLASSIC ROCK mentre su IL MANIFESTO ho scritto due pezzi su "Rock e Sport" e sulle nuove Soul bands. A breve due pagine sulle nuove Mod Bands.
IN CANTIERE
LILITH AND THE SINNERSAINTS in concerto il 6 gennaio a Firenze al Circolo Progresso.
MODS! torna a :
Venerdì 13 gennaio a FANO (PU) al "Circolo Artigiana"
Domenica 15 gennaio a BERGAMO all' "Edonè"
Per ascoltare il 45 giri appena uscito:
https://areapiratarec.bandcamp.com/album/mods
martedì, novembre 29, 2016
Get Back. Dischi da (ri)scoprire
Ogni mese la rubrica GET BACK ripropone alcuni dischi persi nel tempo e meritevoli di una riscoperta.
Le altre riscoperte sono qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Get%20Back
ELLA FITZGERALD - Ella - 1969
Inutile sottolineare le capacità vocali di Ella e la sua importanza in ambito jazz e non solo.
Verso la fine dei 60’s si dedicò ad esplorare anche il pop rock contemporaneo con reinterpretazioni in genere magistrali di classici ed episodi meno conosciuti.
In “Ella” troviamo un doppio omaggio ai Beatles con due spettacolari versioni di ”Got to get you into my life” (dal sapore gospel pop) e “Savoy truflle” (di George dal “White Album”), versioni di classici rhythm and blues come “Get ready” e “Knock on wood”, un’incantevole “I’ll never fall in love again” di Burt Bacharach e altri brani di Randy Newman, Harry Nilsonn, Smokey Robinson. Groove a non finire, voce pazzesca, Nicky Hopkins al piano.
Grande !
IZZY STRADLIN AND THE JU JU HANDS - s/t
Lasciati i Guns and Roses l’anno precedente, nel 1992 Izzy Stradlin incide un album con i fiocchi, affiancato da Rck Richards dei Georgia Satellites, daChalo Quintana dei Social Distortion e con il prezioso di Ian Mc Lagan all’Hammond e pure Ron Wood che suona e canta nella sua “Take a look at the guy” (dove c’è anche Nicky Hopkins al piano).
C’è una pesante ma avvolgente e stupenda aria di Stones ovunque, poi rock n roll, sapido hard rock anni 70’s tra Faces e Free.
Album grezzo, genuino, splendidamente e classicamente ROCK.
THE STEPPES - Drop of the creature
Una delle migliori etichette in circolazione, la romana Teen Sound, riporta alla luce un prezioso album della band americana THE STEPPES che negli anni '80 seppe condensare al meglio il rinnovato interesse per i 60's con una visione più ampia e particolareggiata rispetto a chi riproponeva sonorità più rudi, minimali e garage punk.
La band dei fratelli Fallon si addentrava in territori folk psichedelici, scavando anche nelle loro origini irlandesi.
"Drop of the creature" fu l'esordio, brillante, a tratti epico, ricchissimo di influenze di ogni tipo, caratterizzato da una scrittura matura che non disdegnava sottili citazioni a Beatles, Kinks, Byrds ma che sapeva proporsi in modo assolutamente originale.
La ristampa in vinile è arricchita dai testi, da due ottime bonus tracks e da una serie di rare foto d'epoca. Per i cultori un'occasione imperdibile per riscoprire una band e un sound ancora freschissimi e attuali.
WILLIE HUTCH - Soul portrait
Willie Hutch è un signore che ha scritto brani per Michael Jackson, Jackson Five, Marvin Gaye, Smokey Robinson tra gli altri oltre ad aver firmato le colonne sonore blaxploitation di film cult come “Foxy Brown” e “The Mack”.
Anche la sua discografia personale è lunga e corposa, a partire dall’eccellente esordio del 1969, soul caldissimo, proto funk, arrangiamenti di fiati torridi, grooves northern soul,voce graffiante. Grandissimo album (da poco ristampato).
lunedì, novembre 28, 2016
The Blues
E' doveroso segnalare che RAI 5 sta trasmettendo in rotazione la basilare serie THE BLUES, documentario curato da MARTIN SCORSESE nel 2003, composto da sette differenti episodi, ognuno dei quali diretti da diversi registi.
Una visione ESSENZIALE e assolutamente da non perdere, fatte benissimo e esaustive al 100%.
I sette episodi sono
Feel Like Going Home di Martin Scorsese in cui si viaggia dal Mississippi al Mali con il musicista Corey Harris alla ricerca delle remote radici, con Willie King, Taj Mahal, Othar Turner e Ali Farka Toure e filmati d'epoca con Son House, Muddy Waters e John Lee Hooker.
The Soul of a Man di Wim Wenders sulla carriera di Skip James, Blind Willie Johnson e J. B. Lenoir.
The Road to Memphis di Richard Pearce sulla Beale Street music scene con alcune star di Memphis come B. B. King, Rosco Gordon e Bobby Rush.
Warming by the Devil's Fire di Charles Burnett su un viaggio di un giovane ragazzo sul Mississippi con Big Bill Broonzy, Elizabeth Cotten, Reverend Gary Davis, Ida Cox, Willie Dixon, Jesse Fuller, John Lee Hooker, Lightnin' Hopkins, Son House, Mississippi John Hurt, Vasti Jackson, Bessie Smith, Mamie Smith, Victoria Spivey, Sister Rosetta Tharpe, Dinah Washington, Muddy Waters, Sonny Boy Williamson.
Godfathers and Sons di Marc Levin sulla storia della Chess Records e la produzione di Electric Mud di Muddy Waters.
Red, White and Blues di Mike Figgis sugli effetti della British Invasion nella cultura blues americana con Jeff Beck, Van Morrison, Tom Jones, Chris Farlowe e altri.
Piano Blues di Clint Eastwood dedicato ai suonatori di piano nel blues con Dr. John, Ray Charles, Jay McShann. Ike Turner e Pinetop Perkins.
domenica, novembre 27, 2016
Il Villaggio Eni di Borca di Cadore
La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
I precedenti post:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo
Nato come villaggio turistico riservato ai dipendenti dell’Eni caratterizzato da modernissimi standard architettonici, servizi eccellenti e nessuna distinzione gerarchica prese il nome di Villaggio Sociale ENI e sorse a Borca di Cadore, a 15 km da Cortina d'Ampezzo.
Fu costruito tra il 1955 ed il 1962, caratterizzato da 17 edifici uniti fra loro da un sistema di collegamenti che fanno riferimento al grande padiglione centrale.
I principali edifici erano la Chiesa Nostra Signora del Cadore, l’Albergo Boite, il residence Corte, il Campeggio di capanne in legno e 280 villette monofamiliari, sparse nel bosco, edificate su piattaforme in stile palafitta.
Il tutto fu progettato e realizzato da Edoardo Gellner.
Dopo la tragica scomparsa di Enrico Mattei nel 1962 la realizzazione del villaggio fu interrotta e i lavori del Villaggio Eni di Borca di Cadore non ripresero più.
Dal 2014 un nuovo Progetto Borca, opera al ripensamento e alla rigenerazione del sito nel suo complesso.
Un dettagliato doc d'epoca descrive al meglio le caratteristiche del Villaggio
https://www.youtube.com/watch?v=E0HddwfIO_A
Grazie a Giuseppe Piol
sabato, novembre 26, 2016
Weller e Rock n Goal/Sport oggi a ROMA
Oggi a ROMA presento Rock'n'Goal - Calcio e musica. Passioni Pop a HELLNATION Store alle 18 con Federico Guglielmi mentre alle 20.30 allo Scalo77 tocca a L'uomo Cangiante - Paul Weller. The Modfather la mio bio su PAUL WELLER (e poi metto su anche qualche disco che piace a me).
https://www.facebook.com/events/1617155548590347/
https://www.facebook.com/events/305454156504280/
venerdì, novembre 25, 2016
Linda Eastman
La rubrica DARK SIDE OF THE SUN va alla scoperta di quei personaggi rimasti sempre nell'ombra di grandi artisti (talvolta parenti stretti) ma essenziali nella loro carriera senza godere mai delle luci della ribalta. Dopo Enrico Ciacci (fratello e chitarrista di Little Tony), Ian Stewart pianista fondatore dei Rolling Stones, Simon Townshend, fratello di Pete, il padre/manager di Paul Weller, John Weller, Marco Pirroni, da sempre nelle retrovie di alcuni tra i principali act della scena punk/new wave, Andy Summers, nomade della musica dagli anni 60 ad oggi, Pat Smear, dai Germs ai Nirvana ai Foo Fighters, l'attore Gianni Agus, Chris Spedding, Henry Padovani escluso dai Police poco prima dell'esplosione commerciale, Bruce Foxton, da sempre nelle retrovie con Jam, Stiff Little Figers, Casbah Club, Glen Matlock fuori dai Sex Pistols appena prima del successo, il grande batterista Jim Keltner, Steve Jones, ex Sex Pistols e tanto altro, Dave Davies dei Kinks e Ari Paffgen (figlio di Nico e Alain Delon) parliamo oggi i LINDA EASTMAN
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Dark%20side%20of%20the%20sun
Ha detto Paul McCartney, con un po' di amarezza, che la donna più odiata dai fan dei Beatles non è stata Yoko Ono ma sua moglie LINDA EASTMAN.
Il fatto che Linda abbia ad un certo punto condiviso con il ben più famoso marito l'esperienza artistica con i Wings, partecipato, anche a livello compositivo, agli album della band, preso posto fisso sul palco al suo fianco, le ha attirato non pochi strali, soprattutto dalla critica.
Basti pensare per quanto tempo la sua attività da fotografa e il suo cognome l'abbiano accostata alla dinastia Kodak/Eastman, facendola passare come ricca rampolla viziata.
Povera non lo è mai stata ma nulla aveva a che fare con Kodak.
Curiosamente il cognome del padre era originariamente EPSTEIN (come il manager dei Beatles...) ma se lo fece cambiare in Eastman una volta immigrato in USA dalla Russia...
Fotografò numerose star della scena rock (si attribuiscono a lei anche esperienze da groupie in tal senso) a partire dal 1966 quando immortalò gli STONES sul Sea Panther, lo yacht in cui Jagger e soci tennero la prima conferenza stampa americana.
Era l'unica fotografa presente e ciò le consentì di lanciarsi nel mondo della musica.
Toccò poi ai Cream, Simon & Garfunkel, Mamas and Papas, Jackson Browne, Blue Cheer, Jim Morrison, Frank Zappa, Animals, Traffic, Who, Neil Young, fu presente alla conferenza stampa dei Beatles a New York in occasione del loro ultimo tour, nel 1966, e fu invitata come fotografa al party di presentazione del nuovo disco dei Beatles "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band" nel 1967.
Quattro giorni prima al club Bag O'Nails aveva conosciuto PAUL MC CARTNEY.
I due si sposarono il 12 marzo 1969 presso l'ufficio municipale di Marylebone, Londra.
Da allora divennero inseparabili fino alla prematura scomparsa di Linda per un tumore al seno nel 1998 all'età di 56 anni.
Vegetariana, attivista per i diritti degli animali, donna combattiva, colta, intelligente, Linda è sempre rimasta fedelmente all'ombra di una delle stelle più fulgide dello star biz mondiale. Nel 2000 è stato aperto il The Linda McCartney Centre, una clinica per malati di cancro, presso il Royal Liverpool University Hospital.
Dopo la sua scomparsa uscì un album solista con alcuni suoi brani in cui ovviamente Paul compare in tutte le vesti, "Wide Praire" (se ne parla in dettaglio qui: http://tonyface.blogspot.it/2014/10/get-back-dischi-da-riscoprire.html )
giovedì, novembre 24, 2016
This is Tom Jones
THIS IS TOM JONES fu una trasmissione, andata in onda in 65 episodi, dal 1969 al 1971 per il canale inglese ATV, poi esportato in USA alla ABC.
Tom Jones ricevette una nomination per un Golden Globe Award per "Best Actor In a Television Series - Musical or Comedy" in 1969.
Incredibile la spettacolare lista di ospiti con cui spesso duettò.
Tra i tanti:
Janis Joplin: https://www.youtube.com/watch?v=wRmRvNx4rCs
Ella Fitzgerald: https://www.youtube.com/watch?v=3U9uPIPzG8o
Ray Charles: https://www.youtube.com/watch?v=YQU9BxJI5pc
Tina Turner: https://www.youtube.com/watch?v=x4kVUIcBOpA
Aretha Franklin: https://www.youtube.com/watch?v=HsMyrXUlWkI
Stevie Wonder: https://www.youtube.com/watch?v=82cNLGczIUg
Jerry Lee Lewis: https://www.youtube.com/watch?v=Fa5kKnRwgcc
Little Richard: https://www.youtube.com/watch?v=QzF0ICgjdMI
Joe Cocker: https://www.youtube.com/watch?v=DzfFnPSYGI0
Sergio Mendes: https://www.youtube.com/watch?v=7_wVZo_mL8A
Jerry Lee Lewis e Chet Atkins: https://www.youtube.com/watch?v=ncyhYQSO8zI
Oltre a certe fantastiche canzoni soliste (vedi questa stupenda "Get ready" : https://www.youtube.com/watch?v=JS2dQiHalzM
Ma furono suoi ospiti anche Who, Bee Gees, Julie Driscoll w/Brian Auger and the Trinity, Donovan, Smokey Robison & The Miracles, Hollies, Liza Minnelli etc.
mercoledì, novembre 23, 2016
Julian Nagelsmann e il TSG HOFFENHEIM
A cura di ALBERTO GALLETTI
Quando l’Hoffenheim, squadra della Bundesliga, il massimo campionato tedesco di calcio, consegnò le redini della prima squadra a Julian Nagelsmann lo scorso febbraio i media parlarono di bravata massmediologica e idea da fuori di testa.
Pareri duri ma senz’altro ma comprensibili viste le circostanze.
Il ‘piccolo’ TSG Hoffenheim è una squadra del Baden-Wurttemberg, espressione di un paese di 3.300 abitanti (comunque frazione di una cittadina di 35.000 abitanti), cosa ci fanno sti qua, innanzi tutto, in Bundesliga?
Vediamo:
Nel 1999 Dietmar Hopp , ex-giocatore dell’ Hoffenheim, squadra che fino ad allora aveva partecipato solo a campionati regionali dilettanteschi, rileva la proprietà del club forte della ricchezza acquisita grazie al successo della SAP, società di produzione di software, da lui fondata ed ormai assurta al rango di multinazionale dell’elettronica.
Hopp ha un sogno: portare la squadra nella quale ha giocato da ragazzo ai vertici del calcio tedesco, i mezzi non mancano la SAP ha un giro di affari di oltre 17 miliardi di euro e qualcosa come 74.400 dipendenti.
Quando Hopp rileva il club la squadra langue nella quinta serie tedesca, campionato regionale.
Investe subito nella squadra e vince due campionati consecutivi ritrovandosi in terza serie per la stagione 2001/02, vi rimane per sei stagioni fino al 2006/07 quando finisce 2° guadagnandosi la promozione alla Zweite Bundesliga, la serie B tedesca.
Tutto avviene molto in fretta, nella stagione 2007/08 l’Hoffenheim finisce secondo alle spalle del ben più glorioso Borussia Monchengladbach e a pari merito con un'altra ex-grande, il Colonia, conquistando la tanto sperata quanto incredibile promozione in Bundesliga.
Intanto nel 2009 è pronto il nuovo stadio, grazie ad un investimento da 100 milioni di euro, l’Hoffenheim ha adesso una nuova casa da 30.000 spettatori e la prospettiva di una stabilità finanziaria da club di alto livello.
Siamo ora a febbraio 2016, la squadra è al suo ottavo campionato in Bundesliga consecutivo, non è mai andata oltre a piazzamenti da centro classifica, ma si trova adesso all’ultimo posto in graduatoria: 14 punti in 20 partite, due sole vittorie, a 7 lunghezze dal quart’ultimo posto che vuol dire salvezza, situazione disperata.
Quello che succederà nei successivi nove mesi ha dell’incredibile a cominciare dalla nomina del nuovo allenatore.
Perché la stampa locale tuonò in termini tanto drastici contro la nomina di Nagelsmann?
‘Sarà stato senz’altro per via dell’età’ risponde il diretto interessato 29 anni oggi, 28 al momento della nomina.
‘Quando vieni nominato responsabile di una grande ad avviata impresa all’età di 28 anni è inevitabile destare sensazione’ aggiunge Julian.
‘Non li biasimo’ dichiara il direttore tecnico del club Alexander Rosen, ‘ ma Julian era con noi da sei anni, e noi sapevamo benissimo cos’era , ed è, in grado di fare. E’ un ragazzo molto preparato, dotato di grande talento, conosce il calcio ed ha una passione smisurata che trasforma in energia per caricare la squadra ’.
Già da tempo soprannominato ‘baby Mourinho’ all’interno del Club, Nagelsamann aveva dovuto abbandonare i sogni di carriera a causa di continui infortuni al ginocchio all’età di 20, come il più celebra portoghese, quando giocava nella seconda squadra dell’Augsburg FC sotto la guida di Thomas Tuchel attuale (bravo) tecnico del Borussia Dortmund.
Tuchel lo nomina suo vice l’anno dopo quindi i due si separano e Nagelsmann diventa allenatore dell’ Under 17 del Monaco 1860. L’anno dopo passa all’ Hoffenheim dove guida la squadra della stessa categoria, e poi via via su fino all’ Under 19 che guida per un triennio e conduce al titolo nazionale nel 2014, a soli 27 anni.
Quando Huub Stevens lo scorso febbraio per problemi legati al cuore si dimette con la squadra in enormi difficoltà di gioco e quasi spacciata in classifica, i dirigenti non hanno dubbi e nominano Julian allenatore, il quale prende d’assalto la Bundesliga con il suo manipolo di giocatori e firma un impresa grandissima, con un fenomenale girone di ritorno dove, grazie anche a 7 vittorie (a fronte delle due dell’andata), si salva, quart’ultimo posto con 37 punti.
‘La squadra mi ha seguito fin da subito’ afferma Julian che si ispira a Cruyff e Guardiola in termini di modello di gioco.
Tuchel lo ha definito un allenatore molto curioso ed interessato, e gran lavoratore.
‘Credo molto in lui e sono davvero contento per il successo che stà ottenendo’, afferma.
Per parte sua Nagelsmann crede fermamente nell’adattabilità applicata al gioco del calcio come chiave per vincere partite. Cambia di continuo piccoli accorgimenti tattici in funzione dell’avversario sia prima delle partite che a gara in corso. Rimane un convinto sostenitore del gioco d’attacco e a modelli come l’Arsenal di Wenger o il Barcellona del già citato Guardiola, rivisitato aggiungo io, in quanto il titic-totoc non incontra affatto il gusto prussiano per il fussball.
Tuchel rimane in ogni caso il suo modello.
‘Preferisco attaccare l’avversario a ridosso della sua area’ dice ancora, ‘ in quanto in caso di riconquista della palla la porta è molto più vicina’, fantastico aggiungo io che lo penso da trent’anni! Un'altra caratteristica delle sue squadre è la velocità del contrattacco da eseguirsi per linee dirette a gran velocità, verticalizzazioni vertiginose mi vien da dire usando il ‘Professore’.
L’aggressività è dunque la caratteristica principale del gioco di Nagelsmann le cui squadre amano attaccare lo spazio , specie a ridosso della fascia metà campo- trequarti avversaria con frequenti sovrapposizioni dei terzini a ritmi forsennati. Importantissima a mio avviso la convinzione di Nagelsmann di attenersi al suo piano generale e alla condotta di gara condivisa (con i calciatori), piuttosto che ad uno schema di formazione specifico, è passato indifferentemente dal 4-2-3-1 al 5-4-1, via 3-5-2 a seconda che l’avversario fosse il Magonza piuttosto che il Borussia Dortmund o il Kaiserslautern, in questo lo applaudo e di questo mi congratulo con lui, non è il cosa, ma il come che conta veramente. Una volta provato che tutti i calciatori sappiano giocare, si gioca!
La giovanissima età non ha affatto condizionato Nagelsmann, aiutato in questo da una rosa con ben otto elementi provenienti dal vivaio, priva di star bizzose o strapagate ma con elementi disposti a lavorare e sacrificarsi e l’età media più bassa del campionato, solo tre giocatori sono più vecchi di Nagelsmann infatti.
Il ragazzo è comunque dotato di un bel caratterino, se sul campo da allenamento è pacato e disposto al dialogo in panchina si agita parecchio trattenendo spesso a stento le emozioni, ma non deve essere facile alla sua età quando sia mentalmente che fisicamente ti senti ancora in grado di essere in campo, anzi praticamente lo sei.
Grazie a Julian e al suo lavoro, l’Hoffenheim si ritrova oggi al terzo posto in Bundesliga a quattro lunghezze dal duo di testa formato da Bayern e dal sorprendente RB Leipzig (che merita un discorso a parte), a braccetto con l’Herta Berlino.
Questo ventinovenne ha veramente ribaltato la Bundesliga.
Sotto la sua guida la squadra ha conquistato 43 punti in 24 gare, molti per una squadra che a febbraio sembrava già retrocessa senza scampo. Nell’ultimo turno di campionato hanno colto un ottimo 1-1 sul campo del sommo Bayern Monaco unico favorito alla vittoria finale.
E’ inoltre una delle sole cinque squadre nei cinque maggiori campionati d’Europa ad essere imbattuta. Nagelsmann ha saputo trasformare i suoi detrattori in ammiratori grazie alle prestazioni della squadra e al suo modo di essere che potremmo definire normale,quelli che parlavano di follia mediatica lo chiamano oggi Local Hero, una bella soddisfazione.
La strada è ancora lunga ma obbiettivamente il settimo posto, che porterebbe in dote la qualificazione all’Europa League e calcio Europeo alla Rehin-Neckar Arena, pare nelle possibilità di Nagelsmann e i suoi, glielo auguro.
Niente male per un paese di 3.300 abitanti, e si lo so che dietro c’è un colosso dell’informatica ma bisogna anche essere bravi e intendersene di calcio, e chi si intende di calcio ha sempre tutta la mia più sincera ammirazione.
Prost Herr Julien!
Con la benedizione di Rosen che dichiara molto saggiamente
‘ Ha fatto solo 26 partite in Bundesliga come allenatore, deve ancora imparare molto. Prima o poi arriveranno anche le sconfitte e dovremo permettere a Julian di lavorare in serenità’.
martedì, novembre 22, 2016
La storia dell'applauso
Uno dei gesti più naturali e riconoscibili nel suo significato ma dalle mille varianti, l'APPLAUSO è il primo segno del livello di apprezzamento per ogni artista/musicista.
Il più delle volte andiamo a ruota di chi ha il "coraggio" di iniziare e ci accodiamo.
Un gesto dalle origini antichissime (antropologicamente considerato come metafora di un abbraccio manifestato a distanza), già in uso nel teatro greco dove si esprimeva approvazione con rumori, battendo i palmi e pestando i piedi.
I Romani lo importarono riservandolo ai gladiatori che combattevano nell’Arena.
Nell’antica Mesopotamia veniva utilizzato, sempre in modo poco ortodosso, per coprire le grida delle vittime sacrificali durante i riti religiosi.
L’imperatore Augusto arrivò a regolare gli applausi, imponendo un disciplinatore che dava il segnale di inizio.
Sempre nell'antica Roma l' applauso assunse un particolare valore a livello politico.
Il livello sonoro o l'entusiasmo del gesto diventarono, come al giorno d'oggi, un termometro per valutare la popolarità dei vari politici tanto da diventare un'imposizione (e si sa che ai tempi non scherzavano con chi non si allineava...) per quando sfilava un imperatore o un condottiero.
Usanza che ritroviamo intatta ai giorni nostri.
L'"applauso alla russa" , in cui l'oratore si unisce all'applauso del pubblico, nato e diffusa nel Comitato centrale del P.C.U.S. in Unione Sovietica, stava a significare che il merito di un buon intervento è collettivo.
Tra le fonti il blog "27esimaora" del Corriere
lunedì, novembre 21, 2016
MODS! il 45 giri
Esce lunedì 5 dicembre il 45 in VINILE di MODS!, estratto sonoro dall'esperienza musical/teatrale che stiamo portando in giro io e Alex Loggia.
AREA PIRATA pubblica i due brani "Do you think that money" (sigla originale con cui si apre lo spettacolo) e una cover di "Move on up!" di Curtis Mayfield con cui abitualmente chiudiamo la serata.
Nel primo brano alla voce Luca Re dei Sick Rose, alle tastiere Fay Hallam, Alex Loggia chitarra e voce, Tony Face Bacciocchi alla batteria, Zak Loggia alla chitarra.
Sul lato B Alex Loggia chitarra e voce, Tony Face Bacciocchi alle percussioni, Paolo Parpaglione dei Bluebeaters al sax.
Il 45 è disponibile presso Area Pirata (www.areapirata.com) oppure richiedendolo direttamente alla pagina MODS!
TIRATURA LIMITATA in 300 COPIE
Per un ascolto qui: http://areapiratarec.bandcamp.com/album/mods
https://www.facebook.com/MODS-1698944940392303/
domenica, novembre 20, 2016
Le vele di Scampia
La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
I precedenti post:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo
Le Vele di Scampia (progettate dall'architetto Franz Di Salvo) sono palazzi costruiti nell'omonimo quartiere di Napoli tra il 1962 e il 1975.
L'idea originale prevedeva grandi unità abitative dove centinaia di famiglie avrebbero dovuto integrarsi e creare una comunità, grandi vie di scorrimento e aree verdi tra le varie Vele, una sorta di città modello.
Ma la mancanza di cura, tutela, interesse e contemporaneo abbandono da parte delle istituzioni (che permisero anche molte occupazioni abusive, da parte anche degli sfollati del terremoto in Irpinia) ha trasformato il luogo in una sublimazione del degrado, dove camorra, spaccio, malaffare di ogni genere, regnano da sempre sovrani.
Nel corso degli anni sono state abbattute tre delle sette vele esistenti con l'intento di eliminare i problemi ma con l'ovvio risultato di spostarlo di pochi metri.
La criminalità organizzata ha facilmente sfruttato le precarie condizioni socio-economiche del luogo (con un altissimo tasso di disoccupazione) complice l'assenza dello Stato e della legalità.
Pare sia stato approvato ora un progetto per abbatterne altre tre, mantenendone una sola e riqualificando la zona ma non è ancora chiaro se i soldi necessari sono disponibili.
Attualmente risulterebbero (condizionale d'obbligo in un luogo senza alcun controllo) occupati 500 appartamenti, abitati da migliaia di persone, pressochè impossibili da censire.
sabato, novembre 19, 2016
Weller e Rock n Goal/Rock n Sport il 26 novembre a Roma
Sabato 26 novembre sarò a ROMA.
Nel tardo pomeriggio presento Rock'n'Goal e Rock n Sport e si parla un po' di massimi sistemi con Federico Guglielmi a HELLNATION Store (verso le 18 o giù di lì).
https://www.facebook.com/events/1617155548590347/
Più tardi alle 20.30 parlo di L'uomo Cangiante - Paul Weller. The Modfather, la mia bio su PAUL WELLER allo Scalo 77.
Poi butto su anche qualche disco di roba che ci gusta assai.
https://www.facebook.com/events/305454156504280/
venerdì, novembre 18, 2016
Charles Starkweather e Caril Ann Fugate
Le precedenti puntate della rubrica CRIMINAL WORLD ovvero i criminali che hanno avuto connessioni con la musica e l'arte, (dedicate ai Kray Twins, Ronnie Biggs, Luciano Lutring, Gary Gilmore, Janie Jones, i Moor Murders Ian Brady e Myra Hindley, Bonnie & Clyde, Hattie Carroll e William Zantzinger, Stagger Lee, Charles Manson, Ted Bundy, John Wayne Gacy il Killer Clown), Ed Gein, Leonarda Cianciulli, Mark David Chapman, Jack H Abbott sono qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Criminal%20World
Charlie Starkweather è stato un tristemente famoso serial killer statunitense (diciasettenne) che uccise undici persone in Nebraska e Wyoming nell'arco di un paio di mesi, tra il dicembre del 1957 e il gennaio del 1958, affiancato dalla sua fidanzata quattordicenne, Caril Ann Fugate.
Tra le vittime anche la madre, il patrigno e la sorellastra di Caril.
Alcune vittime furono pugnalate e mutilate dalla ragazza, dopo la morte.
Starkweather è stato condannato a morte diciassette mesi dopo; Fugate ha scontato diciassette anni in prigione prima del suo rilascio, nel 1976.
Si è sposata, ha cambiato nome e si è sempre rifiutata di parlare degli eventi.
Il caso Starkweather–Fugate ha ispirato i film The Sadist (1963), La rabbia giovane (1973), Kalifornia (1993), Assassini nati - Natural Born Killers (1994), e Starkweather (2004), vari libri e alcune importanti canzoni:
"Nebraska" di Bruce Springsteen del 1982 è una narrazione sugli eventi di Starkweather mentre "Badlands" si basa su tematiche che riguardano alienazione e risentimento da parte del protagonista.
"Badlands" dei Church of Misery nel loro album Houses of the Unholy è incentrata sugli omicidi ed è raccontata in prima persona.
"Keep Searchin' (We'll Follow The Sun)" di Del Shannon è una finta lettera d'amore scritta da Charles Starkweather basata sulle testimonianze del suo processo.
Starkweather compare nella canzone di Billy Joel "We Didn't Start the Fire" nella frase "Starkweather homicide, children of Thalidomide".
Da ricordare anche "Stark Weather" degli Icky Blossoms del 2012, la band metalcore americana, gli Starkweather e "In vain" dei J Church.
giovedì, novembre 17, 2016
Mose Allison
Nell' "anno nefasto" in cui ogni settimana se ne va qualche degno rappresentante della NOSTRA MUSICA, dedicare ad ognuno un post di commiato renderebbe questo blog un costante necrologio.
Ma ritengo necessario ricordare MOSE ALLISON, figura poco nota, sicuramente mai troppo ricordata ma indubbiamente di primaria importanza nell'ambito del rock (pur operando sempre nell'ambito jazz), scomparso a 89 anni.
MOSE ALLISON è stato uno dei principali ispiratori della scena brit/beat dei 60's (basti ricordare che ha firmato brani come "Young man blues" rifatta dagli Who, "Fool killer" (Brian Auger), "Parchman farm" (Alexis Korner, Blue Cheer, Georgie Fame), "Im not talkin" (Yardbirds), "Look here" (Clash), Van Morrison ha rifatto un intero album di sue canzoni etc etc.).
Il suo era un jazz blues raffinato, molto swingato e cool ma con un'anima ruvida di fondo che contrasta con la voce vellutata e suadente, rendendo l'impasto unico.
Dal 1956, con l'esordio di “Back country suite”, ha inciso decine di album (tra cui "Transfiguration of Hiram Brown" del 1960, concept ante litteram di cui si è parlato in dettaglio qui: http://tonyface.blogspot.it/2016/07/mose-allison-transfiguration-of-hiram.html