domenica, gennaio 31, 2016

Discoteca Majorca - Codogno (Lodi)



La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
I precedenti post:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo

Negli anni 60 e 70 era uno dei luoghi di aggregazione più importanti della zona Bassa Lodigiana/Alta Emilia. La discoteca Majorca radunava centinaia/migliaia di persone in ogni weekend tra serate dedicate al ballo, talvolta al liscio ma con anche ospiti eccellenti della musica italiana come Lucio Battisti, Pooh, New Trolls, Baglioni, De Gregori, Dalla, Cocciante, Patty Pravo, Ornella Vanoni, Formula Tre.

Quello che ne rimane sono macerie, degrado e luoghi che ospitano spesso sbandati di ogni tipo.
I proprietari pare abbiano più volte tentato una riconversione dei locali (chiusi dal 2005) ma trovando sempre l'opposizione del Comune.

sabato, gennaio 30, 2016

Mark Blake - Pretend you're in a war



Difficilmente si riuscirà a fare meglio di Mark Blake. Con una ricerca maniacale ci offre in quasi 400 pagine (solo in inglese al momento) un ritratto dettagliatissimo della storia degli WHO fino alla fine degli anni 60.

Aneddoti incredibili: la follia conclamato di Keith Moon resa incontrollabile da uno smisurato abuso di alcool e droghe o le liti tra Roger e gli altri tre, al punto di non frequentarsi se non sul palco o rivolgersi la parola per lungo tempo, lo sfascio economico della band, incapace di gestire le pur cospicue entrate e spesso costretti a suonare per poter ricavare i soldi che gli permettessero di continuare a registrare Tommy sono solo alcuni dei ghiotti particolari del libro.

In mezzo il carattere totalmente (auto) distruttivo di almeno tre di loro, Roger escluso, sempre piuttosto lucido e morigerato, gli anni mod, quelli psichedelici, gli esordi più che incerti.
Il racconto è sempre gradevole e interessantissimo, le storie di prima mano, fresche e spesso inedite.
Non c'è mai celebrazione, anzi, i giudizi sono spesso duri e rudi.
Consigliato.

venerdì, gennaio 29, 2016

Il meglio del mese. Gennaio 2016



Primo mese dell’anno e qualche nome che ritroveremo prevedibilmente ai vertici dei migliori del 2016.
David Bowie, Kula Shaker, Marta Ren e Nigel Hall tra gli stranieri.
Statuto, The Winstons, Nada e Mara tra gli italiani


ASCOLTATO

DAVID BOWIE - Blackstar
L'approccio ad un album di DAVID BOWIE è sempre quanto mai impegnativo.
Soprattutto quando ci si trova al cospetto di un'opera così complessa, "avant", personale e coraggiosa come BLACKSTAR.
Caratteristiche abbastanza, paradossalmente, prevedibili per un Artista di tale levatura ma che riesce, ancora una volta, a sorprendere e affascinare.
"Blackstar" è un album cupo, duro, claustrofobico a tratti, melodrammatico, lirico.
Non assomiglia a nulla, nemmeno allo stesso Bowie.
In pochi se lo possono permettere.
Ed è per questo che sarà uno dei lavori più importanti del 2016.

Recensione completa qui: http://tonyface.blogspot.it/2016/01/david-bowie-blackstar.html

NIGEL HALL - Ladies and gentlemen...Nigel Hall
Uscito alla fine del 2015, splendido esordio a base di soul, rhythm and blues, funk di sapore 60’s/70’s, occhiate a Steve Wonder, riuscitissime cover di Isley Brothers, Ann Peebles, Meters.
Gioiello.

STATUTO - Amore di classe
L'integrità, lo stile, la coerenza sonora e non, la perseveranza, non sono sufficienti a spiegare la longevità artistica di un gruppo come gli STATUTO che ha abbondantemente superato il 30° compleanno e si ripropone ancora una volta con un album convincente, fresco, di altissimo spessore.
Un disco perfettamente MOD-ernista nella sua capacità di rinnovarsi, di guardare sempre avanti, restando fedele alle radici.
"Amore di classe" è un concept album (quanto mai fuori moda nel 2016) che racconta la storia d’amore metropolitana tra un giovane mod proveniente da una famiglia operaia e una ragazza di famiglia benestante, ambientato in una Torino contemporanea dove non mancano i riferimenti con l’attualità e la crisi economica, all’attitudine mod e al mondo ultrà nella più tipica tradizione lirica degli Statuto.
A curare la pre produzione (e la produzione di due pezzi) Max Casacci dei Subsonica e Rudy Del Monte, in due brani gli archi sono arrangiati da Davide Rossi (lo Junior tastierista nei primi anni di vita della band ora violinista con Coldplay e Goldfrapp tra gli altri).
Al di là dei riferimenti musicali sono esaltanti la qualità del suono e degli arrangiamenti, la cura del prodotto e dei testi, la pulizia dell'esecuzione, la calibratura del mix.
E' noto quanto il sottoscritto sia di parte quando si parla degli Statuto.
Fatevene una ragione ma per me disco eccellente.

Recensione completa qui: http://tonyface.blogspot.it/2016/01/statuto-amore-di-classe.html

THE WINSTONS - s/t
Enrico Gabrielli e Roberto Dellera (Afterhours e tanto altro) con il batterista Lino Gitto alle prese con un riuscitissimo progetto all’insegna del miglior prog di stampo 70’s tra Soft Machine, primi King Crimson, primi Yes, i Pink Floyd più sperimentali, Canterbury Sound vario, Colosseum, Robert Wyatt. Il tutto filtrato con un gusto tardo 60’s di sapore freak beat psichedelico.
Brani originali si intende e per questo ancora più affascinante e travolgente (oltre che suonato, ovviamente, benissimo).
Un album che cresce ad ogni ascolto.

MARTA REN and the GROOVELVETS - Stop, look and listen
La soul star portoghese all’esordio per la nostra RecordKicks con un funambolico album di soul, funk, rhythm and blues. Voce strepitosa, grooves anfetaminici, un tiro pazzesco.
Un album che spande scintille ad ogni solco e se la matrice è indubbiamente 60’s/70’s, l’approccio è assolutamente attuale e modernissimo.

KULA SHAKER - K 2.0
Il nuovo album è una piacevolissima conferma delle qualità della band che mantiene fede alle radici (brit pop con influenze “indiane” mutuate dal George Harrison periodo beatlesiano) ma assimila anche connotati funk, folk e addirittura country.
Canzoni eccellenti, prodotte alla grande, grande groove e gruppo in forma eccellente.

NADA - L’amore devi seguirlo
Personaggio sempre più trasversale tra musica leggera, impegnata, indie, teatro, sperimentazione. Il nuovo album è un bellissimo esempio in tal senso.
Sonorità essenziali, basiche, dirette, voce come sempre abrasiva ed espressiva, testi crudi e profondi, grandi canzoni.
Eccellente direi.

SUEDE - Night thoughts
Tornano con un poderoso nuovo album i Suede, una specie di concept, molto energico, pomposo, enfatico e lirico come sempre, con Bowie che aleggia ovunque.
Comunque buono.

THE BLACK CULT - s/t
Olandesi, all’esordio, punk pop alla Buzzcocks, primi Arctic Monkeys, Soft Pack, Feelies.
Brani brevi, pochi accordi, ritmiche serrate, grade senso della melodia, essenziali, adorabili.

AA.VV. - KIds against Renzi
Nel 1994 uscì una compilation con alcuni dei principali esponenti della scena OI! italiana intitolato "Oi Against Silvio".
Coerentemente si replica oggi grazie a Rudeness e Milano Reietta Records con un tristemente attuale KIDS AGAINST RENZI.
Il sound è vario, passando dallo ska di STATUTO e I.D.P. al rude soul di RUDY & LICKSHOTS, al pub rock dei GHETTO 84 fino all'hardcore de GLI ULTIMI e degli ASSEDIO, al tiratisismo oi! dei ROTTEN BOI!S fino alla ballata acustica di PAT ATHO che chiude il CD con "Music against Renzi".
Sedici brani per altrettante bands, grande varietà di stili e un solo obbiettivo: sfanculare Renzi !

MARA - Ottobre ’66
C'è un gradevole e affascinante gusto retrò nella musica di Mara, al secondo album con "Ottobre '66".
La voce richiama le armonie vocali dei profondi 60's, la musica gira intorno a immagini di volta in volta di sapore 60's, 50's, addirittura 30's, con accenni tarantiniani, desert blues (a cui contribuisce non poco la produzione di Francesco Giampaoli dei Sacri Cuori, maestri del genere) e una particolare devozione alle atmosfere care a Lana Del Rey. Album avvolgente e ammaliante, deliziosamente conturbante.

ALTERNATIVE STATION - s/t
Il quartetto riminese incendia gli ascolti con un travolgente mix di garage, punk, post wave tra Libertines, una voce alla Robert Smith, Arctic Monkeys, brani diretti e senza fronzoli, semplici e tremendamente efficaci.
Si respira aria di sfida e urgenza nei cinque brani di questo EP d'esordio che brucia ad ogni nota ed è suonato parecchio bene. Nome da annotare per l'immediato futuro e "In this room" brano che in Inghilterra troveremmo nelle classifiche.

ASCOLTATO ANCHE
BIXIGA 70 (afro funk, ethio jazz, latin e tanto altro. Buono) DYLAN LE BLANC (tra Dylan, appunto!, e Neil Young, discreto), FOREIGN EXCHANGE (soul funk fusion un po’ troppo edulcorato ma ben fatto), TORTOISE (post/kraut rock ovviamente ben fatto ma not my cup of tea), SAVAGES (post wave tra Soiuxsie, PJHarvey Swans. Discreto), CHANFRUGEN (tra prog, blues, funk, rock Hendrixiano, calediscopico), MAJAKOVICH (tra grunge, Verdena, Afterhours e Ministri), CROOKERS (discreta new wave chitarristica senza lode nè infamia), SHEARWATER (indie wave “Bowiana”...zzzz...).

LETTO

CHRIS SALEWICZ - Redemption Song
Di JOE STRUMMER si è scritto in tutte le salse, soprattutto dopo la prematura morte nel 2002.
Ma mai in maniera così esaustiva e precisa come in questa biografia di quasi 700 pagine (uscita nel 2006, disponibile solo in inglese, mai tradotta da noi) redatta dall'amico di lunga data (since 1977) Chris Salewicz che, intervistando parenti, amici, compagne, musicisti, testimoni di ogni genere, ha ricostruito minuziosamente la vita del"portavoce di una generazione" (anche due o tre...).
Il ritratto è lungi dall'essere un'apologia acritica, anzi, emergono sovente difetti, egoismi, eccessi e un carattere turbolento, tanto generoso quanto dispotico e lunatico.
L'uso smisurato di mariuana e di alcool, le infinite notte insonni, la scoperta dell'Ecstasy, il rapporto con i musicisti talvolta scorbutico e autoritario, quello con i fan sempre disponibile e accondiscente.
I lunghi periodi di crisi post Clash e la fine inaspettata a 50 anni.
Un libro ponderoso, ovviamente ricolmo di aneddoti e particolari anche molto personali, ideale per i fan, prolisso per chi non è del tutto addentro alla "devozione" per Strummer.

MARK BLAKE - Pretend you're in a war
Biografia il più dettagliata, al limite del maniacale, degli Who riferita ai soli 60's.
Aneddoti incredibili, nessuna agiografia o celebrazione, materiale crudo e diretto.
RECENSIONE ESTESA DOMANI.

VISTO
Il paese dei coppoloni - Vinicio Capossela
Vinicio Capossela si mette in viaggio nella sua terra di origine, l'Irpinia, e ne racconta radici e tradizioni ("il sangue, le ossa ci riportano inconsapevolmente alle nostre radici"). Lo fa in un docu film al cinema solo per due giorni (ieri e oggi).
Un viaggio suggestivo, profondo e poetico ma che dopo un po' finisce per avvitarsi su sè stesso, diventare tremendamente statico e autoreferenziale.
Alla fine inconcludente per quanto interessante se si ama il personaggio e un certo tipo di "mondo".

COSE & SUONI

Fermi al momento con Lilith and the Sinnersaints

Ristampato l'album "Flash on you" dei NOT MOVING
I dettagli qui: http://tonyface.blogspot.it/2016/01/not-moving-flash-on-you.html

Mie recensioni quotidiane su www.radiocoop.it e mensili su CLASSIC ROCK.

IN CANTIERE

Parte lo spettacolo MODS! a fianco di Alex Loggia.
I dettagli qui: http://tonyface.blogspot.it/2016/01/mods.html

Le prime date:
Giovedì 18 febbraio: GENOVA "Claque"
Giovedì 3 marzo: San Nicolò (PIACENZA) "Melville"
Venerdì 4 marzo: Camino al Tagliamento (UDINE) "Bugnins"
Giovedì 31 marzo : MILANO "Ligera"
Venerdì 24 giugno: Poggibonsi (SI) "Festival Teatrale"

https://www.facebook.com/MODS-1698944940392303/

In arrivo in aprile un nuovo libro, dettagli a presto.

giovedì, gennaio 28, 2016

Get Back. Dischi da (ri)scoprire



Ogni mese la rubrica GET BACK ripropone alcuni dischi persi nel tempo e meritevoli di una riscoperta.
Le altre riscoperte sono qui:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/Get%20Back

RHETTA HUGHES - Re-Light my fire (1969)
Attrice di musical a Broadway con un passato non molto fortunato di cantante soul che culminò, prima di una rapida scomparsa, con questo album del 1969 (rarissimo e solo recentemente ristampato).
Prodotto da Mike Terry, saxofonista dei Funk Brothers (backin band di buona parte delle hits della Motown), alterna brani di sweet soul (con alcuni composti da Jo Armstead, una ex Ikettes e co-autrice di “I don’t need no doctor”) a una riuscita reinterpretazione funk di “Light my fire” dei Doors, una bellissima ed elegante “Walk on by” che Bacharach scrisse per Dionne Warwick), qualche solido rhythm and blues, un paio di deliziosi northern soul (“Giving up my heartaches” in particolare), un sensuale e malizioso blues (“Sooky”).
Interessante e ottimo.

FADOUL - Al zman saib (70's)
Attivo nei primi 70’s come “La risposta del Marocco a James Brown”, Fadoul realizzò una serie di sconosciutissimi brani che hanno ritrovato la luce solo recentemente dopo un lungo lavoro di ricerca.
Il risultato è straniante ed esplosivo.
Funk grezzissimo (valga la cover in arabo di “Papa’s got a brand new bag” ma ci sono anche una durissima “I’m a man” dello Spencer Davis Group e una sgangherata “All right now” dei Free) suonato con un’attitudine garage punk, aggressiva, dura, minimale, ossessiva.
Devastante.

REDBONE - S/T (1969)
Band formata nel 1969 dai fratelli Vegas (che già avevano suonato con Elvis, Ike&Tina Turner, James Brown, Little Richard) fu pubblicizzata come la prima band di Nativi Americani (i componenti erano in effetti tutti “Indiani” di discendenza Shoshone e Yaqui).
Molto apprezzati da Jimi Hendrix (anch’esso per metà Cherokee) incisero alcuni ottimi album, di cui il primo omonimo, è forse il più rappresentativo tra soul, funk, rock blues e sonorità di origine pellerossa.
Band interessante.

mercoledì, gennaio 27, 2016

Giornata della Memoria - Johann Trollmann



Come ogni anno questo blog celebra LA GIORNATA della MEMORIA con un ricordo a sfondo sportivo.

Johann Trollmann era un pugile, pesi leggeri, campione tedesco nel 1933, a cui il titolo fu tolto subito dopo a causa della sua etnia sinti.
Nell'incontro per la cintura di campione affronta l'ariano Adolf Witt e lo batte.
Ma dal pubblico Georg Radamm, gerarca nazista e presidente del Deutscher Faustkämpfe, l'associazione dei pugili tedeschi, ordina agli arbitri di far terminare la contesa in pareggio.
Ma il pubblico si ribella e dopo le proteste Rukelie (suo soprannome che significa "albero") diventa il nuovo campione tedesco.
Trollmann scoppia in lacrime per la gioia.
Per questo il titolo gli viene tolto perchè piangendo, “ha assunto un atteggiamento pietoso, in netto contrasto con le regole di questo sport”.

Dovrà ripetere la scalata al titolo, stavolta contro Gustav Eder.
A Trollmann viene proibito di boxare nel suo stile alla Clay (volare come la farfalla, pungere come l’ape). Deve stare inchiodato al centro del ring, pena la perdita della licenza.
Trollman sa che tutto è perduto e decide di irridere l'assurdità della situazione e si presenta sul ring con i capelli ossigenati e il corpo cosparso di farina, parodia del pugile ariano. Incassa tutti i pugni di Eder e va ko alla quinta ripresa.

Venne deportato nel 1942 nel campo di concentramento di Neuengamme dove fu riconosciuto da un ufficiale delle Ss che era stato un arbitro di pugilato e che lo costrinse a combattere di notte per le truppe naziste.
Sfinito dal lavoro diurno e dai combattimenti notturni fu trasferito in un campo più piccolo a Wittenberge.
I suoi compagni lo riconobbero e organizzarono un incontro di pugilato contro un kapò.
Trollmann lo mise al tappeto e il kapò si vendicò, facendolo lavorare senza soste e uccidendolo di bastonate nel febbraio 1943.

Johann Trollmann è stato uno dei 500.000 Rom e Sinti sterminati dai nazisti.
Sessant’anni dopo, nel 2003, la federazione tedesca di pugilato lo ha riconosciuto campione di Germania.

martedì, gennaio 26, 2016

Glen Matlock



La rubrica DARK SIDE OF THE SUN va alla scoperta di quei personaggi rimasti sempre nell'ombra di grandi artisti (talvolta parenti stretti) ma essenziali nella loro carriera senza godere mai delle luci della ribalta. Dopo Enrico Ciacci (fratello e chitarrista di Little Tony), Ian Stewart pianista fondatore dei Rolling Stones, Simon Townshend, fratello di Pete, il padre/manager di Paul Weller, John Weller, Marco Pirroni, da sempre nelle retrovie di alcuni tra i principali act della scena punk/new wave, Andy Summers, nomade della musica dagli anni 60 ad oggi, Pat Smear, dai Germs ai Nirvana ai Foo Fighters, l'attore Gianni Agus, Chris Spedding, Henry Padovani escluso dai Police poco prima dell'esplosione commerciale, Bruce Foxton, da sempre nelle retrovie con Jam, Stiff Little Figers, Casbah Club, oggi parliamo di GLEN MATLOCK, fuori dai Sex Pistols appena prima del successo (poi recuperato con la reunion).

Le altre puntate qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Dark%20side%20of%20the%20sun

Fondatore dei SEX PISTOLS (era già stato a fianco di Steve Jones e Paul Cook negli Strand e fu proprio Jones a chiamarlo nella band in formazione).
Con loro incise e compose dieci brani di Never mind the bollocks anche se nel corso degli anni interviste e auto biografie incrociate dei vari componenti hanno smentito (o confermato) in varie forme il suo effettivo ruolo nelle registrazioni.
Allo stesso modo si sono accumulate pagine e pagine sulle ragioni dell'abbandono e della sostituzione con Sid Vicious.

Dopo i Sex Pistols formò i RICH KIDS con il futuro Ultravox Midge Ure, con Steve New (poi con Iggy, PIL e altri) e Rusty Egan (Visage, Skids etc).
Sciolta velocemente anche questa band, suona con gli Spectres, Philistines, con Iggy Pop in "Soldier", i Damned in "Not of This Earth" con Sid Vicious nei White Kids, con gli International Swingers, spesso come solista, e anche in una delle reunion dei Faces e con gli Stone Roses in un tour giapponese.
Ha partecipato alle reunion dei Sex Pistols nei tour del 1996, 2002, 2003, 2007 e 2008.

Interessante un'intervista al Telegraph del 2014 in cui dice che lasciare i Sex Pistols gli costò "milioni di sterline".
"Quando suonavo con loro prendevo 25 sterline la settimana ma due anni dopo incominciarono ad arrivare le royalties e il primo assegno fu di 14.500 sterline.
Quando ci siamo riuniti nel 1996 ho preso 35.000 sterline per concerto, per circa 100 concerti, più il profitto dalle ristampe e dal merchandising"

lunedì, gennaio 25, 2016

4'33" - John Cage



Il 28 febbraio 1948, durante una conferenza al Vassar College, il compositore JOHN CAGE parlò per la prima volta di quella che diventerà la sua composizione più celebre:
“Ho per desiderio il comporre un brano di ininterrotto silenzio e di venderlo alla Muzak Corporation.
Sarà lungo tre minuti o quattro minuti e mezzo, dato che queste sono le durate standard della musica preregistrata, e s’intitolerà Silent Prayer"
.

4’33” vide la luce solo quattro anni dopo: tre movimenti “per qualunque strumento musicale o ensemble” ovvero l'annullamento del suono a favore della riproduzione dei rumori dell’ambiente circostante.
La musica è provocata dai rumori involontari o meno dell'esecutore e del pubblico.
In partitura è indicato "tacet": è come se il pianista avesse una lunga pausa dall'inizio alla fine del pezzo, che deve durare per l'appunto quattro minuti e trentatrè secondi.

Lo spartito dà istruzione all'esecutore di non suonare per tutta la durata del brano nei tre movimenti: il primo di 30 secondi, il secondo di 2 minuti e 23 secondi, il terzo di 1 minuto e 40 secondi.

La durata della composizione è un riferimento allo zero assoluto: quattro minuti e trentatré secondi corrispondono a 273 secondi, e lo zero assoluto è posizionato a -273.15 °C, temperatura irraggiungibile, come il silenzio assoluto.

La versione originale dello spartito risale al 1950, il periodo in cui Cage insegnava al Black Mountain College: a eseguirlo per primo fu il pianista David Tudor, a Woodstock, NY, il 29 agosto 1952.

«Non esiste il silenzio.
Quello che credevano fosse silenzio, poiché ignoravano come ascoltare, era pieno di suoni accidentali.
Durante il primo movimento si poteva sentire il vento che soffiava dall'esterno.
Durante il secondo movimento gocce di pioggia cominciavano a picchiettare sul tetto, e durante il terzo la gente stessa produceva ogni genere di suono interessante parlando o uscendo dalla sala».

domenica, gennaio 24, 2016

Il lago Poopò



La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
I precedenti post
:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo

Nelle foto: il lago come appare ora e una vista dall'alto di come era.

Il Lago Poopò, ERA il più grande della Bolivia dopo il Titicaca, ora è definitivamente e completamente prosciugato.
Morti milioni di animali, gli abitanti delle zone circostanti, che dipendevano dal lago per la propria sopravvivenza, costretti a emigrare.
Tra le cause la siccità il cambiamento climatico, l'inquinamento minerario e l'uso delle acque degli affluenti per l'irrigazione delle terre dei Paesi confinanti.

Nel 2002 il governo allertò sulla situazione ma non c'è stato nulla da fare.
Al centro delle polemiche c'è anche un piano regolatore attuato negli anni '90 che ha ostacolato il flusso del fiume Desguadero sino al Poopò.
Inoltre il dipartimento di Oruro è una regione dove si realizza una forte estrazione mineraria anche clandestina con conseguente scarico di rifiuti dell'industria estrattiva e una contaminazione delle acque.

sabato, gennaio 23, 2016

Mr. Freedom



MR. FREEDOM era un negozio di vestiti, aperto e gestito nel 1965 (prima con il nome di KLEPTOMANIA, frequentato da Who, Jimi Hendrix e Jimmy Page) da Tommy Roberts e Trevor Myles, che produceva e vendeva abbigliamento stilosissimo di sapore POP a King's Road fino al 1970 e a Kensington Church Street fino al 1972.

Tra i suoi clienti famosi Mick Jagger, Elton John, David Bowie, Marc Bolan, Brian Ferry, Twiggy, Elizabeth Taylor e Peter Sellers.
Lo stile personalissimo arrivava anche dalla collaborazione con una serie di giovani designers d'avanguardia.
Nel 1971 nel negozio arrivarono anche i giovani e sconosciuti Malcom Mclaren e Vivienne Westwood che vendevano, in una parte vestiti di ispirazione 50's, prima di mettersi per conto proprio, prima con il Let it Rock e poi con il Sex.

Roberts chiuse il Mr.Freedom nel 1972 e l'anno successivo aprì il City Lights, meno provocatorio e più usuale.

venerdì, gennaio 22, 2016

MODS!



Antonio Tony Face Bacciocchi e Alex Loggia
presentano

MODS !

Spettacolo teatral/musicale che porta all'interno della storia dettagliata, curiosa, inimitabile e spesso sconosciuta del movimento MOD.
Dai fumosi clubs di Soho alla fine degli anni '40 a suon di be bop jazz, al soul e al rhythm and blues, il beat di Who, Small Faces e Kinks, il reggae e lo ska, la nascita della cultura “gemella” skinhead alla fine degli anni 60 e di quella parallela del Northern Soul nei 70's.
I Jam e il mod revival con il film “Quadrophenia”, fino ai nostri giorni in cui il verbo Mod è diffuso in ogni parte del mondo.
Antonio Bacciocchi, musicista e scrittore, massimo conoscitore dell'argomento NE PARLA, Alex Loggia, musicista, produttore, compositore, chitarrista degli Statuto, NE SUONA e NE CANTA ripercorrendone con la sua chitarra acustica tutta la storia sonora.

La pagina Facebook:
https://www.facebook.com/MODS-1698944940392303/

Le prime date:
Giovedì 18 febbraio: GENOVA "Claque"
Giovedì 3 marzo: San Nicolò (PIACENZA) "Melville"
Venerdì 4 marzo: Camino al Tagliamento (UDINE) "Bugnins"
Giovedì 31 marzo : MILANO "Ligera"
Venerdì 24 giugno: Poggibonsi (SI) "Festival Teatrale"

https://www.youtube.com/watch?v=xH1fcSxbKu8&feature=youtu.be

giovedì, gennaio 21, 2016

Statuto - Amore di classe



L'integrità, lo stile, la coerenza sonora e non, la perseveranza, non sono sufficienti a spiegare la longevità artistica di un gruppo come gli STATUTO che ha abbondantemente superato il 30° compleanno e si ripropone ancora una volta con un album convincente, fresco, di altissimo spessore.
Un disco perfettamente MOD-ernista nella sua capacità di rinnovarsi, di guardare sempre avanti, restando fedele alle radici.
"Amore di classe" è un concept album (quanto mai fuori moda nel 2016) che racconta la storia d’amore metropolitana tra un giovane mod proveniente da una famiglia operaia e una ragazza di famiglia benestante, ambientato in una Torino contemporanea dove non mancano i riferimenti con l’attualità e la crisi economica, all’attitudine mod e al mondo ultrà nella più tipica tradizione lirica degli Statuto.

Solo "Ritmi di metropoli" riecheggia le atmosfere reggae/ska/rocksteady che hanno reso famoso il gruppo torinese.
Il resto spazia tra energico mod sound alla Jam (il vigoroso singolo "Batticuore", il tirato beat rock "Catturami", l'elettrico incedere di "Non sei lei" corredato da un synth che ben si accoppia con una furibonda chitarra), classico brit pop nella title track, soul rock di sapore psych in "Pubbliche virtù", i sapori Motown di "Non sarai tu a cambiare il mondo", il soul beat di "Corri Adamo" mentre sorprende il finale country blues soul di "Questa è la felicità".

A curare la pre produzione (e la produzione di due pezzi) Max Casacci dei Subsonica e Rudy Del Monte, in due brani gli archi sono arrangiati da Davide Rossi (lo Junior tastierista nei primi anni di vita della band ora violinista con Coldplay e Goldfrapp tra gli altri).
Al di là dei riferimenti musicali sono esaltanti la qualità del suono e degli arrangiamenti, la cura del prodotto e dei testi, la pulizia dell'esecuzione, la calibratura del mix.
E' noto quanto il sottoscritto sia di parte quando si parla degli Statuto.
Fatevene una ragione ma per me disco eccellente.

In una breve intervista esclusiva OSKAR ci parla di "Amore di classe"

Il nuovo album ha delle sonorità un po' diverse dal solito.
E' un cambiamento momentaneo o una nuova direzione ?


Non ci accorgiamo di avere preso una nuova direzione, forse perché non è di sicuro una scelta presa a tavolino.
Probabilmente suonando da tre anni con organico composto da batteria-basso e chitarra sul palco, abbiamo imparato e assimilato tecnica e capacità diverse.
E poi il lavoro certosino di pre-produzione nel comporre e modellare i pezzi con Casacci in sala prove prima ancora di registrare è stato determinante.

E' molto coraggiosa la scelta di un'opera mod con un tema di fondo ben preciso. Ce ne vuoi parlare ?

E' una storia metropolitana, di due adolescenti dei giorni nostri, che ci racconta che tra le tanti discriminazioni sacrosantamente combattute, ci si è dimenticata di quella di "classe".
Il protagonista è un diciassettenne mod e quindi emerge il nostro mondo estetico ed ideologico.

Sta per partire il nuovo tour. Presenterete tutto l'album ?

Sì, abbiamo preparato i brani in modo da non annoiare ma coinvolgere il pubblico, nonostante le canzoni siano nuovissime e poi avremo una seconda parte del concerto con tutti i nostri brani più conosciuti.

E' uscito il primo video, del singolo "Batticuore", ma rimanda a nuovi episodi.

E' la prima "puntata" della storia raccontata in altre 11, proprio come le canzoni, ecco perché "continua".

E' raro trovare un gruppo che ha passato i 30 anni di carriera così brillantemente.
Quanti altri dobbiamo aspettarcene ancora ?


...finché c'è Naska c'è speranza..

mercoledì, gennaio 20, 2016

Il paese dei coppoloni di Vinicio Capossela



Vinicio Capossela si mette in viaggio nella sua terra di origine, l'Irpinia, e ne racconta radici e tradizioni ("il sangue, le ossa ci riportano inconsapevolmente alle nostre radici"). Lo fa in un docu film al cinema solo per due giorni (ieri e oggi).
Un viaggio suggestivo, profondo e poetico ma che dopo un po' finisce per avvitarsi su sè stesso, diventare tremendamente statico e autoreferenziale.
Alla fine inconcludente per quanto interessante se si ama il personaggio e un certo tipo di "mondo".

PS: non so se sia una specificità di Piacenza ma 13 euro di ingresso mi sembrano un'esagerazione (per usare un eufemismo)

martedì, gennaio 19, 2016

I'm the face



Uscito nel breve periodo in cui gli WHO, dopo aver cambiato il nome da Detours, furono ribattezzati dal manager Pete Meaden HIGH NUMBERS, per cercare di sfondare nella scena MOD, il 45 giri "I'm the face" / "Zoot Suit" è piuttosto interessante, anche se musicalmente non particolarmente significativo.

Gli High Numbers vissero praticamente qualche mese mese, da giugno a ottobre del 1964, giusto in tempo per pubblicare il 45 giri, fallire discograficamente (la Fontana ne stampo' 1.000 copie, lo stesso Meaden ne acquistò 250, il resto si perse nei negozi londinesi) e ritornare alla ben più nota denominazione.

Pete Meaden, da tempo ben inserito nella scena, diede forzatamente un'immagine mod alla band, cercando di sfruttare il largo seguito che i ragazzi in Vespa e parka stavano incominciando ad avere in Inghilterra.
Pete Townshend non ebbe particolari problemi, già affascinato e vicino al mondo mod, Keith Moon si adattò volentieri mentre meno contenti furono John Entwistle che si considerava un rocker e che impazzì quando fu sottoposto al taglio dei capelli che aveva impiegato un anno a farsi crescere "alla Beatles/Rolling Stones" e Roger Daltrey, da sempre amante del rock n roll e per di più costretto a rinunciare ai capelli naturalmente ricci per i quali usò per anni una crema per tenerli lisci.

Meaden non si limitò a rivestirli ma confezionò un'immagine che rappresentava (artificialmente) la gerarchia mod con Roger Daltrey abbigliato elegante da FACE (i mods più "in vista" e leader) e gli altri da "Numbers" e "Tickets" (ovvero quelli più approssimativi nell'estetica e neo arrivati nella scena).
Nel testo di "I'm the face" (scritto dallo stesso Meaden) si fa riferimento a questa pseudo classificazione.

Un altro aspetto interessante è che entrambi i brani sono accreditati a Pete Meaden come autore quando in realtà ha riscritto il testo per "I'm the face" su una cover di "Got live If you want it" di Slim Harpo

I'm the face: https://www.youtube.com/watch?v=4sUPeTJpC9s
Got live If you want it: https://www.youtube.com/watch?v=eJncHZgBkWQ

Mentre per "Zoot suit" (altro testo con riferimenti al mondo mod) ha preso di sana pianta "Misery" dei Dynamics

Zoot Suit: https://www.youtube.com/watch?v=-INQ63rnpLQ
Misery: https://www.youtube.com/watch?v=9_1WVDVSxN0

Una delle tante deprecabili modalità di sfruttamento della black music da parte della scena brit degli anni 60.

I'm the face riapparve su "Odds and Sods" degli Who del 1974 e come B-side del singolo "Long Live Rock" del 1979.
Zoot Suit è nella colonna sonora del film Quadrophenia mentre il singolo è stato ristampato nel 1980 e arrivò al 49° posto delle charts.

lunedì, gennaio 18, 2016

Not Moving - Flash on you



Area Pirata Records pubblica la ristampa di “Flash On You” dei NOT MOVING.
Uscito originariamente nel 1988 per la Electric Eye,l'album viene ora presentato in una nuova versione disponibile in Cd e vinile 180 grammi. L’audio master originale è stato completamente rimasterizzato per donare ancora più potenza e dinamica, pur mantenendo intatta l’anima delle singole canzoni.
La versione CD contiene tre pezzi inediti, registrati in studio nello stesso periodo e mai pubblicati finora, ed è corredata da un booklet di 12 pagine con note, testi e foto inedite.
La versione LP rispecchia invece la scaletta originale, esce in tiratura limitata di 500 copie numerate a mano ed è stampata su vinile 180 grammi con copertina apribile e inserto con testi, foto e note.

Fu l'ultimo lavoro con la formazione originale. Già il bassista Dany D abbandonò la band durante le registrazioni dell'album (compare solo in un brano) sostituito da Milo Luigi Betty Blue Milani. Alla fine del 1988 io, Lilith e lo stesso Milo lasciammo il gruppo per formare i Timepills, gli altri due proseguirono con nuovi componenti.
FLASH ON YOU è un lavoro di transizione in cui si ascoltano e si intuiscono diverse direzioni (dal punk al rock "classico", dal beat alle ballate, fino,addirittura al funk).


La supervisione sonora fu affidata ad Ann, pseudonimo sotto cui si "nascondeva" Roberto Vernetti, ex Indigesti e futuro produttore di successo (da Elio a Patty Pravo, Casino Royale, Baglioni, Fresu, Pezzali) e membro degli Aeroplani Italiani.

Dalle note di copertina di Roberto Calabrò:

L'aria che si respira in studio non è delle più tranquille: da qualche tempo in seno alla formazione sono già emerse le prime frizioni personali.
Ciononostante i Not Moving sfornano un disco potente e ricco di sfumature che non lascia presagire una rottura. Quando arriva nei negozi "Flash On You" è racchiuso in una bella copertina che ritrae il gruppo accovacciato su un letto: Dome tiene in mano una conchiglia gigante contenente la salvia sacra degli indiani nativi d'America, ai quali l'album è dedicato.
Musicalmente parlando si tratta del disco più diretto e "solare" dei Not Moving, il 33 giri in cui il loro rock aggressivo e fantasioso si palesa apertamente in un pugno di canzoni nelle quali la tensione emotiva non è più trattenuta ed energia e creatività sono lasciate libere di correre a briglia sciolte.
Dalla cover irriconoscibile (e nettamente superiore all'originale) di Driver's Seat degli Sniff'n'The Tears al medley hendrixiano di A Pray For Jimi (che scivola poi nella strumentale Visions ) si snoda un percorso in cui brani dal grande impatto - Looking For A Vision , Dog Day, Stupid Girl, la splendida Love Train - si mischiano ad episodi più lenti e dalla marcata vena introspettiva (Sweet Beat Angel , I Stopped Yawning).
Oltre ai nove brani dell'album, in questa ristampa a lungo attesa trovate anche tre inediti che vedono la luce per la prima volta su disco: Sad Country , Honey and Flies , Fool In The Jungle .
Canzoni che lasciano presagire degli sviluppi musicali che non ci saranno.


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http://www.areapirata.com/