giovedì, dicembre 31, 2015
Il meglio di dicembre 2015
Tanto materiale di cui si è già ampiamente letto nelle classifiche di fine anno ma anche qualcosa di altrettanto interessante.
ASCOLTATO
I DALTON - Come stai ?
Da Roma tra Sham 69, Eddie and the Hot Rods, Cocksparrer, Cockney Rejects, Slade, Chelea.
Colgono perfettamente QUEL suono a cavallo tra il pub rock, il primo punk ancora intriso di rhythm and blues e rock n roll di fine '76 /inizi 77.
Attitudine working class, diretti, crudi, essenziali.
BUTTERSCOTCH CATHEDRAL - s/t
Immaginate concentrati in un disco i Pretty Things di "SF Sorrow", gli Who di "Sell Out" e dei brani più psych di "Tommy", i Beach Boys di "Smile", i Tomorrow, gli Smoke, i Byrds di "5th dimension", un po' di Barrett-udine, i Temples etc etc.
I BUTTERSCOTCH CATHEDRAL li mettono in due brani di una ventina di minuti l'uno e tirano fuori un album d'esordio coloratissimo e magnificamente retrò.
JIM VINER’s INCREDIBLE B3 BAND - Comango!
Jim Viner era il batterista dei Diplomats of Solid Sound brillante hammond jazz boogaloo band dello Iowa. Il suo progetto solista non si discosta da quelle coordinae sonore, tra Booker T e Meters, il tutto strumentale, grandi atmosfere 60’s e groove 70’s funk. Classe !
BOOGARINS - Manual
Psichedelia dal Brasile con abbondanti elementi di Tropicalismo che rimanda ovviamente immediatamente agli Os Mutantes ma che ha invece una grande dose di personalità. Ascolto inebriante.
BARBARA DENNERLEIN - Christmas Soul Per festeggiare il Natale non c'è solo l'album di Sharon Jones ma aggiungerei anche il 25° (venticinquesimo!) di BARBARA DENNERLEIN "Christmas Soul".
Lei è una grandiosa HAMMONDISTA tedesca (che ho il piacere di seguire e apprezzare da tempo), in questo caso prodotta dal nostro NICOLA CONTE. In questi 14 brani ci sono rivisitazioni di classici natalizi in chiave HAMMOND JAZZ SOUL (alcune riprese dal repertorio di Jimmy Smith e Jimmy McGriff).
CLASSE, GUSTO, RAFFINATEZZA, COOLNESS.
TOM JONES - Long lost suitcase
Un godibilissimo album in cui il vecchio Tom va a scavare nelle sue origini blues e rhythm and blues, tra brani di Sonny Boy Williamson, la "Wish you would" che fu degli Yardbirds, Little Willie John ma anche Los Lobos e una riuscita "Factory girl" degli Stones.
Sempre un buon ascolto.
DEROBERT - Got the goods
Lasciati i suoi Half Truths DeRobert se ne esce con un album solista in odore di Blaxploitation, Isaac Hayes, tanto funk, ottimo lavoro di pura black music e una voce niente male !
MIKE WATT / THE CHRONICS Surfin’ With the Shah / She Don’t Know Why I’m Here
I nostri CHRONICS dividono un'altra volta uno split su 45 giri con MIKE WATT (presente Minutemen, Firehose, Stooges, per dire...).
Gli uni rifanno un brano dell'altro e viceversa.
Crudo garage punk come si conviene.
The RAUNCHIES - Falk
Ep d'esordio per la band di stanza a Roma (ma proveniente da varie parti del sud) con sei brani di incantevole garage beat dalle chitarre che riportano agli arpeggi di Byrds, Love, Chesterfield Kings, Three O Clock e un piglio rock n roll che permea il tutto, donando carica, elettricità e aggressività.
THE CIRCLE - Hey hey it's saturday
Attiva da tre anni a Cremona,passati attraverso la consueta serie di cambi di formazione i Circle approdano al loro primo EP autoprodotto "Hey hey it's saturday" all'insegna di un sound palesemente debitore alla lezione brit pop cara agli Oasis in particolare e alle esperienze epigone di Beady Eye e l'avventura solista di Noel Gallagher.
I quattro brani sono ben composti e altrettanto ottimamente eseguiti, perfetto trampolino di lancio per un lavoro sulla lunga distanza.
ASCOLTATO ANCHE
DOUG HREAM HUNT (vecchie incisioni del Barrett del funk. Interessante), LAURA STEVENSON (buon grunge pop rock) YOUNG GALAXY (synth pop dal Canada, niente di che) CRUNCH (picchiano duro tra hard e stoner ma in chiave QOTSA. Ben fatto), ROY ROGERS (discreto rock blues)
LETTO
Marcus O Dair - Robert Wyatt - Different Every Time
Vita spettacolare, drammatica e tragica quella di ROBERT WYATT, che solo recentemente ha (ri)trovato il giusto ruolo (importantissimo) nell'olimpo del rock, dopo anni ed anni di oblìo (spesso testardamente cercato).
La biografia di Marcus O'Dair è precisa, accurata, dettagliata, piena di interessanti aneddoti, di contributi specifici dello stesso Wyatt, rare foto, copertine e discografia inclusa la sterminata serie di collaborazioni.
Partendo dall'infanzia, attraverso gli esordi con la psichedelia sghemba dei Wilde Flowers, i primi successi con il jazz rock avanguardista deiSoft Machine (incluso un tour americano con Jimi Hendrix), la dolorosa rottura con la band madre, la breve esperienza con i pur validi Matching Mole e la tragica caduta che lo costringe sulla sedia a rotelle.
La carriera solista è ricca di piccoli capolavori (Rock Bottom su tutti), centinaia di collaborazioni (da Brian Eno a Paul Weller), la vita privata gli porta a fianco il genio e l'amore di Alfreda Binge (artista autrice di tutte le sue copertine) ma anche l'alcolismo, la depressione e il terrore per il palco, l'esperienza con il partito comunista inglese di estrazione stalinista e l'adesione all'energia del punk (collaborerà a lungo con la Rough Trade e varie band new wave) e l'amore per lo ska della 2Tone.
Fino ad arrivare ai recenti tributi di pubblico e critica che lo hanno riportato alla luce che ha sempre meritato.
Il libro è scritto con ironia, in modo spedito e facilmente leggibile.
Si arriva alla fine increduli di quanto un personaggio del genere abbia fatto per la musica rock.
Perfino il verbo TO WYATT o WYATTING coniato da un giornalista del Guardian ovvero: scegliere di proposito musica oscura o difficile sull'internet jukebox di un pub allo scopo di infastidire gli altri avventori (il suo disco Dondestan fu definito nello stesso articolo comeil metodo migliore per disperdere la folla che gremisce un pub del centro il venerdì sera.
NINA ANTONIA - In cold blood La funesta storia di Johnny Thunders tra eccessi di ogni tipo, tragedie, continue cadute, rari successi, la storia dei New York Dolls che potevano essere star ma non ce la fecero per un soffio, gli Heartbreakers e il punk, la carriera solista, il tunnel profondissimo da cui non uscì vivo. Racconti di prima mano, spietati e diretti.
Aa.Vv. - Gramloni
Dubito che ci sia qualcuno al di fuori di Piacenza interessato alle sorti dei Lupi Biancorossi che si dibattono da anni nelle serie inferiori (anche se quest'anno dominiamo la Serie D).Tanto più se si parla dei principali BIDONI (...i Gramloni, in slang locale) transitati sull'erba del Garilli. Ma se siete piacentini e avete urlato qualche volta "Forza Piace" questo GRAMLONI (Edizione Officine Gutenberg) è un tuffo nel passato della squadra che non mancherà di far sorridere e parecchio, passando dalle vicende di Obolo e Tentoni a quelle di Murgita e Simon, fino alle malefatte di Gervasoni e di altri indegni scommettitori.
Cinquanta (impietosi) ritratti di "cacciaviti" che non hanno lasciato segno o che, quando lo hanno fatto, hanno marchiato a fuoco la classifica e il ricordo....
Gli autori del volume sono i giornaist ie scrittori Alessandro Battini, Andrea Amorini, Marcello Astorri, Andrea Dossena, Paolo Menzani e Filippo Merli, Luigi Carini, Giacomo Spotti e Filippo Lezoli, Gabriele Dadati e Giovanni Battista Menzani e i tifosi Davide Battistotti e Pietro Rebecchi.
GUALTIERO BECCHETTI - Donne da ring
Gualtiero Becchetti (ex direttore della rivista Boxe Ring, collaboratore, su argomenti pugilistici, di numerosi quotidiani e che ha ricoperto e ricopre vari incarichi di primo piano nella FPI, Federazione Pugilato Italiana) firma il suo terzo libro dedicato al pugilato, rivolgendosi ad un ambito scarsamente considerato e conosciuto, quello femminile.
Lo fa attraverso racconti ispirati da personaggi e circostanze reali ma senza mai fare nomi, che ci fanno vivere l'estrema difficoltà di uno sport che richiede sacrifici immensi, che talvolta subisce l'ingiustizia dei "potenti", che combatte contro mille difficoltà, tanto più se si è donne. Interessante ed originale.
FLAVIO PERANNI e LUCA TUROOLA - FVCG - Dizionario enciclopedico del Grande Torino
E' bello essere del Toro ed è anche abbastanza inspiegabile.
Nel senso che se sei un tifoso granata hai perfettamente chiara l'idea di far parte di una comunità. Se non lo sei è inutile tentare di capire...essere del Toro non è una scelta di vita.
E' piuttosto una scelta che la vita ha fatto su di te, affidandoti il compito prezioso di tramandare una storia senza paragoni nello sport mondiale.
Così scrive Mauro Berruto CT della squadra nazionale di pallavolo dal 2011 al 2015, medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 2012, nella prefazione a questa incredibile enciclopedia di 350 pagine su tutto ciò che riguarda il Grande Torino, attraverso migliaia di voci in ordine alfabetico. Dalle partite ai giocatori, dagli aneddoti ai dettagli più nascosti.
Indispensabile per un tifoso del Toro, curiosa per gli altri.
mercoledì, dicembre 30, 2015
Il mio 2015
Due parole sul MIO 2015.
Che ha portato il nuovo disco di LILITH AND THE SINNERSAINTS "Revoluce" e un po' di date promozionali in giro per l'Italia, da Bologna a Cagliari da Milano ad Imperia.
Poi un po' di WELLER-IADE con l'uscita della mia bio su PAUL WELLER "L'uomo cangiante - The Modfather" per VoloLibero, che continua andare piuttosto bene, l'incontro e la consegna a Paul della grande opera in maggio a Milano e un'intervista prima del suo concerto al Vittoriale in luglio per CLASSIC ROCK (mensile che mi ha dato l'opportunità di scrivere recensioni e articoli tutto l'anno).
Mi ha fatto molto piacere vincere il PREMIO MACCHINA DA SCRIVERE con la bio sugli STATUTO , "Statuto/30" edita sempre da VoloLibero.
Altrettanto bello partecipare grazie a Cesare Basile che ha invitato Rita Lilith Oberti a cantare con lui al Premio Tenco al Teatro Ariston di SanRemo, e incontrare Guccini, Massarini, Mauro Pagani.
Mi preme ricordare anche la rassegna a cui ho contribuito al Melville di S.Nicolo (Piacenza) con Eugenio Finardi, Gang, Cesare Basile, Edda e tanti altri (e che nel 2016 raggiungerà la terza edizione).
In mezzo una marea di cambiamenti.
Tra i quali l'arrivo dell'autoradio...così è musica dalle 7.30 alle 18.30, orario continuato !
Che ha portato il nuovo disco di LILITH AND THE SINNERSAINTS "Revoluce" e un po' di date promozionali in giro per l'Italia, da Bologna a Cagliari da Milano ad Imperia.
Poi un po' di WELLER-IADE con l'uscita della mia bio su PAUL WELLER "L'uomo cangiante - The Modfather" per VoloLibero, che continua andare piuttosto bene, l'incontro e la consegna a Paul della grande opera in maggio a Milano e un'intervista prima del suo concerto al Vittoriale in luglio per CLASSIC ROCK (mensile che mi ha dato l'opportunità di scrivere recensioni e articoli tutto l'anno).
Mi ha fatto molto piacere vincere il PREMIO MACCHINA DA SCRIVERE con la bio sugli STATUTO , "Statuto/30" edita sempre da VoloLibero.
Altrettanto bello partecipare grazie a Cesare Basile che ha invitato Rita Lilith Oberti a cantare con lui al Premio Tenco al Teatro Ariston di SanRemo, e incontrare Guccini, Massarini, Mauro Pagani.
Mi preme ricordare anche la rassegna a cui ho contribuito al Melville di S.Nicolo (Piacenza) con Eugenio Finardi, Gang, Cesare Basile, Edda e tanti altri (e che nel 2016 raggiungerà la terza edizione).
In mezzo una marea di cambiamenti.
Tra i quali l'arrivo dell'autoradio...così è musica dalle 7.30 alle 18.30, orario continuato !
martedì, dicembre 29, 2015
Le delusioni del 2015
Tra tanti ottimi dischi che hanno reso interessante il 2015 musicale non mancano alcune SONORE DELUSIONI.
A partire dagli amatissimi STRYPES che provano a sganciarsi dall'entusiasmante rhythm and blues/garage degli esordi a favore di sonorità più pop finendo però di assomigliare, con il nuovo "Little Victories" a brutte copie degli Arctic Monkeys.
Non è da tempo lecito aspettarsi granchè da RINGO STARR ma il nuovo "Postcards from paradise" è davvero sconfortante e sconcertante per pochezza, nostalgìa a valanghe, sciatteria. Peccato, mi piange il cuore....
Gli SLEAFORD MODS avevano entusiasmato con "Divide and exit" (disco dell'anno nel 2014 in questo blog).
Il nuovo "Key markets" mostra tutti i limiti di un sound che non vuole sapere di evolversi e cambiare e il cui minimalismo non è più una sorpresa ma solo ripetitività.
Altrettanto deludente il noioso "Arrivano gli alieni" di STEFANO BOLLANI, artista e personaggio che ammiro e stimo tantissimo...
Sorprendente il cambio di direzione dei TAME IMPALA che dalla atmosfere psych dei due precedenti album approdano con "Currents" ad un pop sintetico che personalmen te ho apprezzato davvero molto poco.
Poi in ordine sparso sbadigli e indifferenza per i nuovo lavori di YO LA TENGO, JOSS STONE, BRIAN WILSON, BELLE & SEBASTINE. SUFJAN STEVENS, VACCINES, OH SEES, e la promessa brit pop THE ENEMY
lunedì, dicembre 28, 2015
I migliori libri del 2015
Qualche consiglio letterario di quanto uscito (e letto) nel 2015, diviso tra musica, argomenti di carattere calcistico/sportivo e titoli generici.
MUSICA
1
KIM GORDON - Girl in a band
KIM GORDON è stata la bassista dei SONIC YOUTH ma soprattutto un'icona dell'alternative (noise) rock che arrivando direttamente dal punk e dalla no wave (influenza riconosciuta e più volte citata nel libro) new yorkese dei primi 80's riuscì ad approdare alle classifiche e al mainstream, portando suoni estremi ad Mtv.
"Girl in a band" è bellissimo, i Sonic Youth rimangono quasi in sottofondo, quasi come aspetto marginale della vicenda mentre a risaltare è la KIM GORDON Donna, artista, Madre, moglie.
Non è facile essere rockstar in mezzo ai genitori "normali" dei compagni di scuola della figlia. Non è facile essere moglie tradita in modo banale, da commedia all'italiana.
Kim non risparmia Thurston nè si trattiene nel bastonare colleghi come Courtney Love, Madonna, Billy Corgan, Lana Del Rey nè di dichiarare tutto il suo struggente ricordo all'amico Kurt Cobain.
Il finale è sorprendente, amaro ma allo stesso tempo fulminante, come tutto questo BELLISSIMO LIBRO.
2
MARCUS O’ DAIR - Robert Wyatt Different every time
Vita spettacolare, drammatica e tragica quella di ROBERT WYATT, che solo recentemente ha (ri)trovato il giusto ruolo (importantissimo) nell'olimpo del rock, dopo anni ed anni di oblìo (spesso testardamente cercato).
La biografia di Marcus O'Dair è precisa, accurata, dettagliata, piena di interessanti aneddoti, di contributi specifici dello stesso Wyatt, rare foto, copertine e discografia inclusa la sterminata serie di collaborazioni.
Partendo dall'infanzia, attraverso gli esordi con la psichedelia sghemba dei Wilde Flowers, i primi successi con il jazz rock avanguardista deiSoft Machine (incluso un tour americano con Jimi Hendrix), la dolorosa rottura con la band madre, la breve esperienza con i pur validi Matching Mole e la tragica caduta che lo costringe sulla sedia a rotelle.
La carriera solista è ricca di piccoli capolavori (Rock Bottom su tutti), centinaia di collaborazioni (da Brian Eno a Paul Weller), la vita privata gli porta a fianco il genio e l'amore di Alfreda Binge (artista autrice di tutte le sue copertine) ma anche l'alcolismo, la depressione e il terrore per il palco, l'esperienza con il partito comunista inglese di estrazione stalinista e l'adesione all'energia del punk (collaborerà a lungo con la Rough Trade e varie band new wave) e l'amore per lo ska della 2Tone.
Fino ad arrivare ai recenti tributi di pubblico e critica che lo hanno riportato alla luce che ha sempre meritato.
Il libro è scritto con ironia, in modo spedito e facilmente leggibile.
Si arriva alla fine increduli di quanto un personaggio del genere abbia fatto per la musica rock.
Perfino il verbo TO WYATT o WYATTING coniato da un giornalista del Guardian ovvero: scegliere di proposito musica oscura o difficile sull'internet jukebox di un pub allo scopo di infastidire gli altri avventori (il suo disco Dondestan fu definito nello stesso articolo comeil metodo migliore per disperdere la folla che gremisce un pub del centro il venerdì sera.
3
NINA ANTONIA - In cold blood
La funesta storia di Johnny Thunders tra eccessi di ogni tipo, tragedie, continue cadute, rari successi, la storia dei New York Dolls che potevano essere star ma non ce la fecero per un soffio, gli Heartbreakers e il punk, la carriera solista, il tunnel profondissimo da cui non uscì vivo.
Racconti di prima mano, spietati e diretti. Stampa italiana a cura della Pipeline.
4
GIL SCOTT-HERON – L’ultima vacanza
E’ un’opera coraggiosa e benemerita quella della casa editrice LiberAria che con la brillante e riuscita (per quanto complessa) traduzione di Daniela Luicci, porta in Italia il testamento scritto del poeta, artista e musicista afro americano GIL SCOTT HERON, prematuramente scomparso nel 2011, dopo aver lasciato alcuni indimenticabili capolavori della black music.
“L’ultima vacanza” è una parziale autobiografia dei primi anni di vita e carriera e un sentito racconto dell’esperienza che Scott Heron visse nel 1980/1981 in tour con Stevie Wonder.
Come era sua caratteristica nei dischi e nei reading, Gil è ironico, pungente, caustico, sincero, diretto, sardonico, scrive magnificamente, sa rimanere in equilibrio tra sorriso e estrema serietà, parla di politica, diritti civili con profondità e leggerezza allo stesso tempo. Il libro è zeppo di pagine epiche ed è un perfetto approccio per chi ancora non ne conosce l’incommensurabile arte.
5
RAFFAELE MEALE - Fuori i compagni dalle balere
Curioso che sia un romano ad addentrarsi con tanta passione e altrettanta dovizia di particolari nella musica emiliano-romagnola.
Eppure Raffaele Meale ci riesce alla perfezione come un conterraneo da infinite generazioni.
Parte da lontano, dalla nascita del liscio e da Nilla Pizzi, arrivando a Nomadi, Morandi, Dalla, Guccini, Lolli, fino ai primi vagiti punk/wave di Gaznevada e Skiantos, alla scena 80's di CCCP (e pure Not Moving, nobilitati da un intero capitolo...grazie...) e giunge ai nostri giorni, passando attraverso le forche caudine ma doverose dei vari Vasco e Ligabue.
Da rimarcare una scrittura cristallina, ficcante, brillante, freschissima e il coraggio di dispensare (talvolta) doverose e giustificatissime mazzate quando necessario, senza troppi giri di parole o esitazioni.
"Fuori i compagni dalle balere" (titolo geniale), edito da Arcana, racconta di una terra particolarmente prolifica per il rock nostrano ed è un compendio necessario (con opportuna discografia consigliata finale) per chi vuole un quadro esaustivo di ciò che è successo da queste parti in questi decenni.
6
GIANNI DALL’AGLIO - Batti un colpo
GIANNI DALL'AGLIO è stato il batterista di ADRIANO CELENTANO, dei RIBELLI con Demetrio Stratos, di LUCIO BATTISTI dal 1968 al 1975 ( "Anima latina" incluso), IL VOLO, Patty Pravo, Pierangelo Bertoli e tanti altri . Attualmente dirige una scuola di musica a Mantova.
"Batti un colpo" è un'appassionante autobiografia, piena di preziosi e gustosissimi aneddoti sulla sua carriera a cui affianca momenti intimi e personali spesso toccanti e drammatici ma semplicemente sinceri.
E passare da Celentano a Demetrio, via Battisti e Patty Pravo rende la lettura veloce, divertente e travolgente.
Da divorare in una serata !
7
CHIARA FERRARI - Politica e protesta in musica
Eccellente ed esaustiva opera di scoperta di una realtà poco conosciuta (e ancora peggio dimenticata) ovvero la nascita della canzone politica e di protesta in Italia.
In particolare sull'esperienza dei CANTACRONACHE gruppo di musicisti, letterati e poeti, nato a Torino nel 1957 e che diede il via ad un'espressione musicale antagonista al conformismo musicale dell'epoca lontanissimo dal trattare tematiche a sfondo sociale, tanto meno strettamente politico (non necessariamente partitico).
A loro è dedicata buona parte del libro di Chiara Ferrari.
In anni di boom economico e di feroce repressione poliziesca (..."I morti di Reggio Emilia"...) si canta della realtà in ombra, dell'emigrazione dal sud, della povertà, della diseguaglianza sociale, dei diritti dei lavoratori e si recuperano i valori della Resistenza, ormai sopiti e quasi dimenticati.
E' una storia dell'Italia moderna attraverso le canzoni e gli artisti non allineati, attraverso De Andrè e Pietrangeli, fino al cantautorato di Fossati, De Gregori, Eugenio Bennato, il rock che scopriva il punk per arrivare all'appiattimento disilluso degli 80's.
Il tutto arricchito da testi, testimonianze, dichiarazioni.
8
ROBERTO RUSSO - Too much too Boohoos
Roberto Russo, tra i principali protagonisti della storia dei Boohoos, band seminale del rock italiano degli 80’s ne rivive la storia in un appassionante libro della Crac Edizioni.
9
FEDERICO GUGLIELMI - Manuel Agnelli - Senza appartenere a niente mai
MANUEL AGNELLI è un personaggio ANTIPATICO.
Uno che è partito dalle cantine, dal basso, come tutti, come tanti, e ce l'ha fatta, ha avuto successo, fama e riscontri.
E questo in Italia è imperdonabile e di conseguenza Agnelli è antipatico.
E poi è ARROGANTE perchè dice quello che pensa, non gira intorno alle questioni, è pungente e tremendamente diretto, chiama le cose con il loro nome e se ne frega se qualcuno si potrà risentire.
E anche questo da noi è imperdonabile e di conseguenza Agnelli è arrogante.
Ce lo conferma questo eccellente ritratto che ne fa Federico Guglielmi per la VoloLibero Edizioni .
Il libro è veloce, snello ed essenziale, mai agiografico, con una doverosa ma breve storia dell'attività del gruppo e una serie di interviste distribuite in vari periodi, le recensioni scritte in occasione delle uscite discografiche della band ed il resoconto delle nottate trascorse in RAI durante le conduzioni del giornalista romano.
Ne esce, attraverso le vicende degli Afterhours , una storia del "indie-rock" italiano degli ultimi decenni (di cui autore e scrittore sono stati e sono tra i principali protagonisti) con le sue potenzialità e le sue miserie, con le occasioni colte e quelle mancate, le (inutili e autolesioniste) polemiche e l'energia che, nonostante tutto, continua a fluire in questo ambito da sempre così (quasi volutamente) ristretto e di nicchia.
Manuel è ficcante, colto, sempre aperto al confronto (e quando occorre allo scontro) e sincero.
Una delle poche vere rockstar nostrane.
10
SIMONA BELLI e VALENTINA SECCI - Slego e Velvet. La prismatica riviera del rock
Il lavoro di certosina ricerca fatto da Simona Belli e Valentina Secci ci porta alla preziosa scoperta delle vicende dei mitici SLEGO e VELVETdue locali fondamentali per la scena rock, e non solo, italiana.
Dalla rocambolesca nascita nei primi anni '80 dello Slego nel dancing di una Casa del Popolo di Viserba, alla trasformazione in uno dei principali fari del clubbing nostrano, dove dagli 80's sono passati un po' "tutti", dai Fuzztones ai Ramones, Blur, X, Nofx Litfiba, Casino Royale, Subsonica, Bluvertigo, Afterhours, Marlene Kuntz, i "miei" Not Moving e una lunga serie di RADUNI MOD.
Poi tocca al Velvet, dove viene ricordato un mitico concerto di Paul Weller, tra gli altri prendere le redini.
Lo Slego finirà male, divorato dalla speculazione edilizia che lo abbatterà per trasformarlo nel solito condominio, il Velvet prosegue tutt'ora l'attività. Tra aneddoti, un approccio "romanzato" delle varie vicende, personaggi incredibili, risse, la figura centrale nel racconto del compianto Thomas Balsamini e una serie di contributi finali (incluso il mio) di chi ha "vissuto" lo Slego, il libro scorre veloce e gradevole ed è un essenziale strumento per riassumere una grande storia.
DAVID BYRNE - Come funziona la musica
Libro ESSENZIALE e importantissimo per chi vuole conoscere nei dettagli "come funziona la musica", da un punto di vista creativo e da quello più meramente commerciale (con dati, cifre, statistiche).
Byrne è ironico ma preciso, disincantato, spietato e il risultato è encomiabile per capire le dinamiche del marketing musicale.
Non mancano decine di aneddoti personali, dai Talking Heads del CBGB alle esperienze con Eno e a quelle attuali, curiosità e particolari colti e inediti.
MARCO CASTOLDI - Il libro di Morgan
Divertente passatempo leggere aneddoti e storie di e con Morgan, persona comunque capace e intelligente. Un po’ meno quando si perde in teorie perlomeno discutibili.
TERRY CHIMES - The strange case of Dr.Terry and Mr.Chimes
Bellissima, (auto) ironica, divertente, autobiografia di Terry Chimes, batterista dei primi (e ultimi) Clash, poi con Generation X, Hanoi Rocks e addirittura Black Sabbath, prima di abbandonare tutto (anche se è recentemente tornato a suonare, per diletto o poco più, con i Crunch a fianco di membri di Sham 69 e Cockney Rejects) e dedicarsi alla medicina chiropratica diventando uno dei dottori più conosciuti nell’ambito in Inghilterra. In mezzo aneddoti di ogni tipo, gustosi e simpatici.
Un po’ pesante l’ultima parte con la conversione al cattolicesimo con condimento di troppe “massime” buoniste e dolciastre ma libro consigliato.
SERGIO MAGLIETTA - Terremoti
Ci va giù pesante Sergio Maglietta.
Il sax dei BISCA (band no wave funk, e tanto altro, degli 80's, poi a fianco di 99 Posse e tutt'ora in attività) racconta dei primi anni '80, di quando in Italia (Napoli del post terremoto inclusa) arrivarono punk e new wave e cambiarono la vita di parecchie persone. Si racconta con parole e aneddoti crudi e diretti di quegli anni "agitati", in cui, finito un tentativo di rivoluzione (armata), si provò a cambiare in altro modo
. In entrambi i casi non è finita come si pensava ma restano i tratti indelebili di un'epoca unica.
In questo caso romanzata ma non troppo dalla penna vivace di Maglietta che si destreggia tra argomenti non sempre leggeri con una notevole dose di (auto) ironia cogliendo alla perfezione lo spirito di quei tempi.
Pubblica VoloLibero, il libro è scorrevole, veloce da leggere e pieno di spunti interessanti.
DANIELE MANINI - GIANLUCA MERCADANTE - AA.VV. - Liscio assassino
Allegato all’omonimo album della Banda Putiferio un’interessante raccolta di brevi racconti con l’omicidio, la morte violenta, l’assassinio come protagonisti. Inquietante e ben fatto.
STEFANO SPAZZI - Ancona Beat
Sono sempre stupendi questi omaggi a scene nascoste e dimenticate, pur se di estrema nicchia, della favolosa epopea BEAT italiana dei 60's.
Testimonianze di una vitalità incredibile, in un periodo in cui il mondo giovanile esplodeva grazie a Beatles ed affini.
STEFANO SPAZZI documenta quella di ANCONA, tra decine di nomi, per lo più sconosciuti e rimasti nell'oblìo, vissuti tra il 1964 e i primi 70's quando rimasero quasi tutti decimati da problemi lavorativi, famigliari ma soprattutto dalla naja che interruppe la carriera della maggioranza dei protagonisti.
Rimangono le vicende dei GOBBI che nel 1966 trasformavano i concerti in veri e propri happening teatrali, anche estremi o dei TABU', WANTED, PRONIPOTI, LE OMBRE (gli unici che arriveranno a suonare al mitico Piper con Pooh, Ragazzi del Sole, Lord Beau Brummel), i KINGS che diventeranno la backin band di Fausto Leali, Rosanna Fratello, Adriano Pappalardo, suonando in tutto il mondo.
Ma anche WANTED, SPIRITUALS, The SO e decine di altri.
Correda il tutto una prefazione a Gene Guglielmi, varie interviste e gustosissimi aneddoti oltre ad un' abbondante documentazione fotografica. Per gli appassionati un'appendice con cui completare la collezione di notizie storiche sul periodo.
VINCENZO MAREGA - Sulle cose che cambiano
Garbo è stato tra i primi in Italia a parlare il linguaggio della new wave (quuella di Ultravox , Human League, Gary Numan) portandola a certi livelli (dalla Rai a SanRemo) senza mai “vendersi” artisticamente.
Questo ottimo libro ripercorre la sua carriera musicale (e personale) raccontando in prima persona i consueti esordi difficilissimi, l’esplosione di popolarità, la prosecuzione, più in sordina, dell’attività fino ai giorni nostri. Il tutto con estrema discrezione, cura dei particolari e gustosi aneddoti.
DAVIDE CAPRELLI - Lenny Kravitz - God is love
LENNY KRAVITZ è tra i personaggi musicali più trasversali in circolazione: tra verace interprete di un vintage soul rock in bilico tra 60's e 70's e un abile "mercante" di immagine che si è saputo imporre nelle classifiche con un sound talvolta di lieve spessore.
Probabilmente la verità sta nel mezzo ma la figura che emerge da questa buona biografia ci rende un artista innamorato della musica a 360 gradi e in possesso di un grande talento.
Ovviamente il libro è infarcito di aneddoti ed episodi più che interessanti e ci aiuta a scoprire il Lenny Kravitz meno personaggio pubblico e più artista. Il tutto completato da un ricco booklet fotografico.
AA.VV. - Andare in cascetta
Curiosa e accattivante l'idea di una serie di racconti con la MUSICASSETTA protagonista.
13 mini racconti, 13 storie scritte da 13 autori diversi e raccolti da Manuel Graziani e Maximiliano Bianchi in un libretto agile e veloce da leggere. Il tutto con un'altra caratteristica fondamentale a condire la gustosa pietanza letteraria: il rock n roll che spunta in ogni racconto, da quello realista a quello surreale.
Ci sono momenti riuscitissimi, altri meno convincenti ma la lettura è più che consigliata.
Un'iniziativa partita dal basso e che va assolutamente sostenuta.
ALTRI LIBRI
EMMANUEL CARRERE - Il regno
Non è facile leggere Carrere che nelle sue avventure biografiche (Limonov, L’avversario) entra sempre con irruenza nelle pieghe del racconto inserendo lunghi stralci di vita personale, talvolta in maniera eccessivamente invadente.
Qui si parla degli apostoli Paolo (ruvido, rude, istintivo, casinista) e di Luca (colto, osservatore, posato), della parola di Gesù, delle vicende (ovviamente) oscure e incerte di quei tempi, dell’attendibilità dei Vangeli (spesso vista con occhio dissacrante, da lui, che è stato per tre anni cattolico praticante e integralista e che ora si è allontanato dal “Verbo”), della nascita e diffusione del Cristianesimo. Le 430 pagine sono molto interessanti, appassionanti, lo stile di Carrere divertente e stimolante anche se 100 pagine in meno di elucubrazioni strettamente personali avrebbero giovato parecchio.
MASSIMO FINI - Una vita - Un libro per tutti o per nessuno
L'autobiografia finale (per sua stessa volontà) di un giornalista/scrittore/personaggio (e anche attore) da sempre (veramente e volutamente) scomodo. Inviso dalla sinistra, mal sopportato a destra, con una lunga serie di nemici che mai gli hanno mancato sgambetti e legnate.
Una vitacomunque vissuta intensamente, fino in fondo, ricca e di spessore.
Gli aneddoti sono fantastici, gli incontri con Montanelli, Nureyev, Giorgio Bocca, gli strali a Feltri, gli scontri con Berlusconi.
C'è tanto narcisismo e un po' di autoindulgenza ma la lettura è veloce, gradevole e interessantissima per chi ama conoscere un po' di retroscena della vita politica e sociale degli ultimi 50 anni italiani. Rigorosamente secondo Massimo Fini.
NICCOLO’ AMMANITI - Io non ho paura
Più convincente il libro del film.
Ben scritto, scorrevole, interessante il soggetto e mirabile lo sguardo all’innocenza infantile sporcata dalla cupidigia degli adulti.
VALERIO MARCHI - Teppa
Interessantissimo viaggio nella storia della contro cultura giovanile dal Puer Barbaricus medievale ai Bucanieri, i Lords of Misrule inglesi, i Larrikins australiani, i Merveilleux francesi fino ai coatti pasoliniani e alle più conosciute forme moderne, dai Teds ai Mods, Skins e Punks e alle Street Gangs americane.
Tutto con un unico filo conduttore di opposizione strenua all’omologazione corrente e contro il potere dominante. Ricchissimo di documenti originali e citazioni.
LINDA YABLONSKI - Tutto quel buio
Buon viaggio nell’inferno tossico della New York degli 80’s con descrizioni particolareggiate, autobiografiche ed estremamente realistiche della classica palude di junkies, spacciatori, miserie di ogni tipo. Interessante. Buio.
PAOLO BONFANTI - Alice
Un lontano, affettuoso, rapporto rivive attraverso una sorta di lungo scambio di lettere. Alice e Francesco ritrovano il loro antico amore ma la realtà li separa di nuovo, forse definitivamente.
Il terzo romanzo di Roberto Bonfanti è lieve, tenue, ma allo stesso tempo terribilmente amaro e malinconico ma la scrittura frizzante, concreta, senza fronzoli rende la lettura estremamente gradevole e avvincente. Ben fatto !
NICK HORNBY - Funny girl
Hornby non delude mai.
Magari, come in questo caso, i suoi romanzi sono un po’ “facili” e non colpiscono come fecero i classici “Febbre a 90” o “Alta fedeltà” ma è sempre un enorme piacere perdersi tra le pagine di un romanzo come questo, ambientato in pieni 60’s, ricchissimo di riferimenti culturali e sociali alla “magica epoca”.
Si narra della BBC dei tempi, di una ragazza di Blackpool che diventa famosa in Tv e di tante altre cose molto semplici e magari poco impegnate ma che rendono questo libro godibilissimo e divertente.
HUBERT SELBY JR - Requiem per un sogno
Un libro TREMENDO sul disfacimento del “sogno americano” tra tossici, persone malate di arrivismo, assetate di successo. Un finale terribile per i quattro protagonisti che finiscono in un incubo senza fine, annientati, a pezzi.
Lavoro crudo che non risparmia particolari angoscianti e angosciosi, cattiveria e spietatezza. Piccolo capolavoro.
RODDY DOYLE - La musica è cambiata
Torna il protagonista di The Commitments, Jimmy Rabbitte ed è un nuovo tripudio di musica, riferimenti colti e particolari al Nostro sound, battute irresistibili. Il clima è però cambiato, Jimmy ha un tumore e sta lottando (a suon di musica giusta e di nuovi progetti) contro il male.
Come sempre Doyle è una lettura gradevole e divertente, spassosa e easy anche se su questo nuovo lavoro pesa, in ogni pagina, l'ombra mortifera della malattia, disturbante e abrasiva.
CALCIO
GIANLUCA OTTONE - Shots and kicks
Se amate il calcio, soprattutto quello britannico, il FOOTY di "quando i calciatori erano uomini veri", "Shots and kicks" è un libro assolutamente imperdibile. Gianluca Ottone bazzica da tempo immemorabile (oltre che la scena mod con annessi e connessi) gli stadi inglesi di ogni ordine e grado, raccogliendo, programmi, memorabilia, ricordi, emozioni e preziosissimi aneddoti che pian piano stanno andando perduti tra le antenne televisive, i replay, i cento commentatori, gli stadi/centro commerciale etc etc.
E così torniamo sui campi di minuscole cittadine dove la squadra locale faceva fuori, in FA CUP, titolatissimi nomi o ripercorriamo la storia di quegli stadi periferici che la modernizzazione ha ormai cancellato oppure ci mettiamo sulle orme di incredibili personaggi che giocavano nel Luton Town o nel Leatherhead.
Nomi come Jimmy Hill di fatto quello che inventò i 3 punti per la vittoria o il folle Malcom Big Mac Allison. Senza dimenticare le imprese delle squadre che vincevano le categorie dilettantesche come Isthmian League o Athenian League davanti a decine di migliaia di persone (!!!). E poi c'è la storia delle gloriose riviste calcistiche dei 60's e dei 70's, dei quotidiani sportivi della sera che riportavano, poche ore dopo la fine, la cronaca delle partite, risultati e classifiche, i treni speciali per i tifosi, le scommesse etc etc.
Un libro stupendo, divertente, gradevolissimo, pieno di curiosità ma soprattutto della cosa più importante: PASSIONE !
MARCO PETRONI - Il St. Pauli siamo noi
NICCOLO’ RONDINELLI - Ribelli sociali e romantici
Notevole il viaggio che Marco Petroni compie a St.Pauli.
Non è solo un libro sul calcio questo, proprio perchè il St.Pauli non è e non sarà mai SOLO una squadra di calcio.
E' un quartiere, una comunità che si fonde con i giocatori, con gli Ultras, con la tradizione del luogo, con la sua anima anti fascista e antagonista.
E "Il St. Pauli siamo noi" ne è una perfetta descrizione, che parte dagli albori del quartiere (da sempre ribelle e allergico all'autorità) fino ad arrivare ai nostri giorni tra occupazioni, scontri, cambiamenti radicali e difficoltà di accettare la modernità di un calcio sempre più spersonalizzato.
La cura dei dettagli, la descrizione da "dentro" (Marco è un assiduo frequentatore del Millerntor, lo stadio del St.Pauli) sono esemplari.
Si rivivono i momenti di massima tensione con i fascisti e le forze dell'ordine ma anche i primi 60's quando per molto tempo da quelle parti bazzicavano alcuni giovanotti di Liverpool, destinati a diventare i Beatles.
In mezzo le sempre precarie vicende della squadra, sballottata da una serie all'altra con rare e sempre difficoltose apparizioni in Bundesliga.
Sulle medesime coordinate, arricchito da molte testimonianze di tifosi e persone “coinvolte” è il lavoro di Niccolò Rondinelli che allo stesso modo, da tifoso della squadra, ne ripercorre i rari fasti e le tante cadute.
MARIANO DELOGU - Attorno al pallone
Delogu era dirigente del Cagliari dello scudetto 69-70 e ne fu presidente dal 1976 al 1981 (tre anni in B e la risalita in A).
In questo breve ed agile libretto si diverte a raccogliere alcuni gustosi aneddoti su quegli anni, mettendo anche in luce come certe pratiche (aggiustare e concordare partite, scommesse etc) non siano per niente delle novità.
PAOLO PIRAS - Bravi e camboni
Per un tifoso del CAGLIARI come il sottoscritto un libro come questo (gentilissimo regalo di Mauri degli Emotionz) è un tuffo in un oceano di ricordi, spesso divertenti, talvolta desolanti, altre volte commoventi fino alle lacrime.
Si parla dei campioni ma soprattutto dei bidoni che hanno attraversato la storia della squadra isolana.
Scoppia il cuore a leggere di GIGI RIVA (Piras scrive troppo bene e coglie alla perfezione la storia di vita del campione varesino) o di TOMASINI, di SCOPIGNO, si piange quando si legge della tristissima parabola diNENE', si resta sconcertati dal talento buttato da campioni comeFABIAN O'NEILL che alle grandi capacità ha sempre preferito la bottiglia, si sorride amaramente per la storia sempre da comprimario della talentuosa riserva di Albertosi, REGINATO, non si può che ridere delle "imprese" di VICTORINO o del portiere MINGUZZI. Ma ci sono anche CELLINO, FRANCESCOLI, URIBE, ZOLA e tanti altri.
Non importa essere tifosi rossoblu, questo è un libro divertentissimo, pieni di passione e da leggere al volo (Ggazie a Mauri Emotionz per il regalo !).
Aa.Vv. - Gramloni
Dubito che ci sia qualcuno al di fuori di Piacenza interessato alle sorti dei Lupi Biancorossi che si dibattono da anni nelle serie inferiori (anche se quest'anno dominiamo la Serie D).Tanto più se si parla dei principali BIDONI (...i Gramloni, in slang locale) transitati sull'erba del Garilli. Ma se siete piacentini e avete urlato qualche volta "Forza Piace" questo GRAMLONI (Edizione Officine Gutenberg) è un tuffo nel passato della squadra che non mancherà di far sorridere e parecchio, passando dalle vicende di Obolo e Tentoni a quelle di Murgita e Simon, fino alle malefatte di Gervasoni e di altri indegni scommettitori.
Cinquanta (impietosi) ritratti di "cacciaviti" che non hanno lasciato segno o che, quando lo hanno fatto, hanno marchiato a fuoco la classifica e il ricordo....
Gli autori del volume sono i giornaist ie scrittori Alessandro Battini, Andrea Amorini, Marcello Astorri, Andrea Dossena, Paolo Menzani e Filippo Merli, Luigi Carini, Giacomo Spotti e Filippo Lezoli, Gabriele Dadati e Giovanni Battista Menzani e i tifosi Davide Battistotti e Pietro Rebecchi.
ALESSANDRO BASSI - 1915 Dal Football alle trincee
Libro potente e tragico in cui l’autore incalza il lettore con un’alternanza serrata di emozioni tra il campionato di calcio 1914-15 (sospeso poco prima della conclusione e assegnato un po’ arbitrariamente al Genoa) e le vicende (assurde) che porteranno l’Italia dalla neutralità alla disastrosa guerra. Drammatico leggere delle ultime partite disertate da molti giocatori perchè già reclutati nell’esercito. Molti dei genoani campioni (il titolo sarà assegnato postumo solo nel 1921 scompariranno sul fronte).
Libro importante e documentatissimo per conoscere un periodo ormai dimenticato.
NICCOLO' MELLO - Salvate il soldato pallone
Undici coppie di calciatori travolti dalla Seconda Guerra Mondiale.
Calciatori che sono stati amici o compagni di squadra spesso drammaticamente divisi dal conflitto. Alcuni finiti nei partigiani, altri nei fascisti (come Dino Fiorini e Mario Pagotto del Bologna) o come Gottfried Fuchs e Julius Hirsch, campioni della Germania degli 20 e 30 ma ebrei.
L'uno fuggito in tempo in Canada, l'altro finito ad Auschwitz.
Bruno Neri e Vittorio Staccione, giocatori della Fiorentina,entrambi partigiani, l'uno ucciso dai nazisti nel 1944 in uno scontro a fuoco, l'altro scomparso a Mathaususen con il fratello l'anno dopo.
Senza dimenticare la storia di Bert Trautmann, prigioniero tedesco in Inghilterra che decise di restare in "terra nemica" dopo la guerra e divenne invalicabile portiere del Manchester City, odiatissimo da tutti in quanto ex "nazista".
Famoso per aver continuato a giocare una partita nonostante 5 vertebre del collo rotte.
Storie incredibili, dolorose ma piene di VITA.
LUCA MANES - Millwall vs West Ham, il derby della working class londinese
Il libro è una vera Bibbia per chi si nutre di un certo tipo di calcio inglese.
Qui si parla (con dettagli maniacali) del derby della working class inglese, lo SCONTRO per eccellenza, quello tra WEST HAM e MILLWALL.
Si parte fin dagli esordi, quando il calcio inglese batteva i primi colpi e si passa attraverso tutto il secolo scorso tra le rare ma comunque sostanziose soddisfazioni per gli Hammers e le scarsissime occasioni di felicità per i Lions.
Si passano in rassegna partite epiche e figuracce che era meglio dimenticare, grandi giocatori e personaggi di cui ormai nessuno ha più memoria, si riguarda agli stadi e ai tifosi (evitando, per fortuna, la prosopopea sugli scontri spesso sanguinosi che hanno caratterizzato la rivalità tra le due squadre). Un libro per appassionati e per tifosi ma assolutamente completo.
SERGIO GIUNTINI - Marinetti e la “guerra festa”
Saggio molto interessante sul coinvolgimento dell’Italia nella prima guerra mondiale, inclusa quella sportiva al cui connubio contribuì l’epica futurista Marinettiana che accostava il dinamismo atletico a quello (tragico) guerresco.
Ci sono dati, citazioni e testimonianze a profusione, incluso il sanguinoso elenco di campioni che lasciarono vita o salute al fronte.
GUALTIERO BECCHETTI - Donne da ring
Gualtiero Becchetti (ex direttore della rivista Boxe Ring, collaboratore, su argomenti pugilistici, di numerosi quotidiani e che ha ricoperto e ricopre vari incarichi di primo piano nella FPI, Federazione Pugilato Italiana) firma il suo terzo libro dedicato al pugilato, rivolgendosi ad un ambito scarsamente considerato e conosciuto, quello femminile.
Lo fa attraverso racconti ispirati da personaggi e circostanze reali ma senza mai fare nomi, che ci fanno vivere l'estrema difficoltà di uno sport che richiede sacrifici immensi, che talvolta subisce l'ingiustizia dei "potenti", che combatte contro mille difficoltà, tanto più se si è donne.
Interessante ed originale. FLAVIO PERANNI e LUCA TUROLLA - FVCG - Dizionario enciclopedico del Grande Torino
E' bello essere del Toro ed è anche abbastanza inspiegabile.
Nel senso che se sei un tifoso granata hai perfettamente chiara l'idea di far parte di una comunità. Se non lo sei è inutile tentare di capire...essere del Toro non è una scelta di vita.
E' piuttosto una scelta che la vita ha fatto su di te, affidandoti il compito prezioso di tramandare una storia senza paragoni nello sport mondiale.
Così scrive Mauro Berruto CT della squadra nazionale di pallavolo dal 2011 al 2015, medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 2012, nella prefazione a questa incredibile enciclopedia di 350 pagine su tutto ciò che riguarda il Grande Torino, attraverso migliaia di voci in ordine alfabetico.
Dalle partite ai giocatori, dagli aneddoti ai dettagli più nascosti.
Indispensabile per un tifoso del Toro, curiosa per gli altri.
DVD
THE JAM - About the young idea
E' stato trasmesso da Sky in Inghilterra in agosto e sarà pubblicato su DVD in novembre lo SPLENDIDO documentario sulla storia dei JAM"About the young idea". Un'ora e mezza di dettagliatissima storia della band, rivista dai tre protagonisti (rigorosamente separati) nel 2015, con l'apparizione del "quarto Jam", Steve Brookes (che lasciò la band prima dell'esordio discografico) che jam-ma (ehm...) in acustico con Paul nelle sequenze iniziali.
Ci sono anche varie testimonianze di fans più o meno famosi (dall'attore Martin Freeman a Steve Cradock, Eddie Piller - perfetto nel descrivere, come non potrebbe? - il significato del mod-ism e della collocazione dei Jam in questo contesto, a vari protagonisti della storia della band tra produttori e managers). Il resto è un emozionante fluire di immagini (molte inedite) compreso il ritorno di Paul e Rick nei luoghi in cui esordirono con i primi concerti. E poi la musica dei Jam che sbuca improvvisa tra una conversazione e l'altra ed apre anima e cuore.
Italian Punk Hardcore 1980-1989 - Il Film
di Angelo Bitonto, Giorgio S.Senesi e Roberto Sivilia
La scena HARDCORE in Italia si sviluppò dai primissimi anni 80 in poi e fu qualcosa di assolutamente complesso, inafferrabile, unico, una miscela difficilmente codificabile e altrettanto ardua da raccontare e spiegare di nichilismo, anarchia (sonora e non), improvvisazione, urgenza, impulsività adolescenziale, distruzione psico fisica ma anche la base per costruire persone nuove.
Le migliaia di ragazzi che hanno militato più o meno assiduamente nella scena ne sono usciti in gran parte "segnati per sempre", da una dimensione del tutto innovativa e irripetibile di vita, socialità, contro cultura e tanto altro.
Questo docu film a cura di Angelo Bitonto, Giorgio S.Senesi e Roberto Sivilia prova a descrivere, attraverso le parole e i ricordi dei protagonisti, quello che è stato in quegli anni.
Ci riesce molto bene anche grazie ad una ricca mole di materiale d'epoca tra immagini, musica e rarissimi filmati.
Ne emerge, PER FORTUNA, anche il lato goliardico e divertente, così spesso offuscato da un (altrettanto spesso presunto) "impegno politico".
Che c'era ed è rimasto costante della vita di molti ma che talvolta oppresse inutilmente molte iniziative in nome di chissà quale "ideale".
Le due ore di film sono serrate, interessantissime, i protagonisti competenti e risoluti nel rivendicare il senso di appartenenza.
Avendo vissuto molte delle vicende raccontate in prima persona c'è talvolta qualche esagerazione, imprecisione, aggiunte un po' "leggendarie" ma per chi, digiuno dei fatti, volesse avere un quadro fedele di quel periodo questo è lo strumento IDEALE e DEFINITIVO.
MUSICA
1
KIM GORDON - Girl in a band
KIM GORDON è stata la bassista dei SONIC YOUTH ma soprattutto un'icona dell'alternative (noise) rock che arrivando direttamente dal punk e dalla no wave (influenza riconosciuta e più volte citata nel libro) new yorkese dei primi 80's riuscì ad approdare alle classifiche e al mainstream, portando suoni estremi ad Mtv.
"Girl in a band" è bellissimo, i Sonic Youth rimangono quasi in sottofondo, quasi come aspetto marginale della vicenda mentre a risaltare è la KIM GORDON Donna, artista, Madre, moglie.
Non è facile essere rockstar in mezzo ai genitori "normali" dei compagni di scuola della figlia. Non è facile essere moglie tradita in modo banale, da commedia all'italiana.
Kim non risparmia Thurston nè si trattiene nel bastonare colleghi come Courtney Love, Madonna, Billy Corgan, Lana Del Rey nè di dichiarare tutto il suo struggente ricordo all'amico Kurt Cobain.
Il finale è sorprendente, amaro ma allo stesso tempo fulminante, come tutto questo BELLISSIMO LIBRO.
2
MARCUS O’ DAIR - Robert Wyatt Different every time
Vita spettacolare, drammatica e tragica quella di ROBERT WYATT, che solo recentemente ha (ri)trovato il giusto ruolo (importantissimo) nell'olimpo del rock, dopo anni ed anni di oblìo (spesso testardamente cercato).
La biografia di Marcus O'Dair è precisa, accurata, dettagliata, piena di interessanti aneddoti, di contributi specifici dello stesso Wyatt, rare foto, copertine e discografia inclusa la sterminata serie di collaborazioni.
Partendo dall'infanzia, attraverso gli esordi con la psichedelia sghemba dei Wilde Flowers, i primi successi con il jazz rock avanguardista deiSoft Machine (incluso un tour americano con Jimi Hendrix), la dolorosa rottura con la band madre, la breve esperienza con i pur validi Matching Mole e la tragica caduta che lo costringe sulla sedia a rotelle.
La carriera solista è ricca di piccoli capolavori (Rock Bottom su tutti), centinaia di collaborazioni (da Brian Eno a Paul Weller), la vita privata gli porta a fianco il genio e l'amore di Alfreda Binge (artista autrice di tutte le sue copertine) ma anche l'alcolismo, la depressione e il terrore per il palco, l'esperienza con il partito comunista inglese di estrazione stalinista e l'adesione all'energia del punk (collaborerà a lungo con la Rough Trade e varie band new wave) e l'amore per lo ska della 2Tone.
Fino ad arrivare ai recenti tributi di pubblico e critica che lo hanno riportato alla luce che ha sempre meritato.
Il libro è scritto con ironia, in modo spedito e facilmente leggibile.
Si arriva alla fine increduli di quanto un personaggio del genere abbia fatto per la musica rock.
Perfino il verbo TO WYATT o WYATTING coniato da un giornalista del Guardian ovvero: scegliere di proposito musica oscura o difficile sull'internet jukebox di un pub allo scopo di infastidire gli altri avventori (il suo disco Dondestan fu definito nello stesso articolo comeil metodo migliore per disperdere la folla che gremisce un pub del centro il venerdì sera.
3
NINA ANTONIA - In cold blood
La funesta storia di Johnny Thunders tra eccessi di ogni tipo, tragedie, continue cadute, rari successi, la storia dei New York Dolls che potevano essere star ma non ce la fecero per un soffio, gli Heartbreakers e il punk, la carriera solista, il tunnel profondissimo da cui non uscì vivo.
Racconti di prima mano, spietati e diretti. Stampa italiana a cura della Pipeline.
4
GIL SCOTT-HERON – L’ultima vacanza
E’ un’opera coraggiosa e benemerita quella della casa editrice LiberAria che con la brillante e riuscita (per quanto complessa) traduzione di Daniela Luicci, porta in Italia il testamento scritto del poeta, artista e musicista afro americano GIL SCOTT HERON, prematuramente scomparso nel 2011, dopo aver lasciato alcuni indimenticabili capolavori della black music.
“L’ultima vacanza” è una parziale autobiografia dei primi anni di vita e carriera e un sentito racconto dell’esperienza che Scott Heron visse nel 1980/1981 in tour con Stevie Wonder.
Come era sua caratteristica nei dischi e nei reading, Gil è ironico, pungente, caustico, sincero, diretto, sardonico, scrive magnificamente, sa rimanere in equilibrio tra sorriso e estrema serietà, parla di politica, diritti civili con profondità e leggerezza allo stesso tempo. Il libro è zeppo di pagine epiche ed è un perfetto approccio per chi ancora non ne conosce l’incommensurabile arte.
5
RAFFAELE MEALE - Fuori i compagni dalle balere
Curioso che sia un romano ad addentrarsi con tanta passione e altrettanta dovizia di particolari nella musica emiliano-romagnola.
Eppure Raffaele Meale ci riesce alla perfezione come un conterraneo da infinite generazioni.
Parte da lontano, dalla nascita del liscio e da Nilla Pizzi, arrivando a Nomadi, Morandi, Dalla, Guccini, Lolli, fino ai primi vagiti punk/wave di Gaznevada e Skiantos, alla scena 80's di CCCP (e pure Not Moving, nobilitati da un intero capitolo...grazie...) e giunge ai nostri giorni, passando attraverso le forche caudine ma doverose dei vari Vasco e Ligabue.
Da rimarcare una scrittura cristallina, ficcante, brillante, freschissima e il coraggio di dispensare (talvolta) doverose e giustificatissime mazzate quando necessario, senza troppi giri di parole o esitazioni.
"Fuori i compagni dalle balere" (titolo geniale), edito da Arcana, racconta di una terra particolarmente prolifica per il rock nostrano ed è un compendio necessario (con opportuna discografia consigliata finale) per chi vuole un quadro esaustivo di ciò che è successo da queste parti in questi decenni.
6
GIANNI DALL’AGLIO - Batti un colpo
GIANNI DALL'AGLIO è stato il batterista di ADRIANO CELENTANO, dei RIBELLI con Demetrio Stratos, di LUCIO BATTISTI dal 1968 al 1975 ( "Anima latina" incluso), IL VOLO, Patty Pravo, Pierangelo Bertoli e tanti altri . Attualmente dirige una scuola di musica a Mantova.
"Batti un colpo" è un'appassionante autobiografia, piena di preziosi e gustosissimi aneddoti sulla sua carriera a cui affianca momenti intimi e personali spesso toccanti e drammatici ma semplicemente sinceri.
E passare da Celentano a Demetrio, via Battisti e Patty Pravo rende la lettura veloce, divertente e travolgente.
Da divorare in una serata !
7
CHIARA FERRARI - Politica e protesta in musica
Eccellente ed esaustiva opera di scoperta di una realtà poco conosciuta (e ancora peggio dimenticata) ovvero la nascita della canzone politica e di protesta in Italia.
In particolare sull'esperienza dei CANTACRONACHE gruppo di musicisti, letterati e poeti, nato a Torino nel 1957 e che diede il via ad un'espressione musicale antagonista al conformismo musicale dell'epoca lontanissimo dal trattare tematiche a sfondo sociale, tanto meno strettamente politico (non necessariamente partitico).
A loro è dedicata buona parte del libro di Chiara Ferrari.
In anni di boom economico e di feroce repressione poliziesca (..."I morti di Reggio Emilia"...) si canta della realtà in ombra, dell'emigrazione dal sud, della povertà, della diseguaglianza sociale, dei diritti dei lavoratori e si recuperano i valori della Resistenza, ormai sopiti e quasi dimenticati.
E' una storia dell'Italia moderna attraverso le canzoni e gli artisti non allineati, attraverso De Andrè e Pietrangeli, fino al cantautorato di Fossati, De Gregori, Eugenio Bennato, il rock che scopriva il punk per arrivare all'appiattimento disilluso degli 80's.
Il tutto arricchito da testi, testimonianze, dichiarazioni.
8
ROBERTO RUSSO - Too much too Boohoos
Roberto Russo, tra i principali protagonisti della storia dei Boohoos, band seminale del rock italiano degli 80’s ne rivive la storia in un appassionante libro della Crac Edizioni.
9
FEDERICO GUGLIELMI - Manuel Agnelli - Senza appartenere a niente mai
MANUEL AGNELLI è un personaggio ANTIPATICO.
Uno che è partito dalle cantine, dal basso, come tutti, come tanti, e ce l'ha fatta, ha avuto successo, fama e riscontri.
E questo in Italia è imperdonabile e di conseguenza Agnelli è antipatico.
E poi è ARROGANTE perchè dice quello che pensa, non gira intorno alle questioni, è pungente e tremendamente diretto, chiama le cose con il loro nome e se ne frega se qualcuno si potrà risentire.
E anche questo da noi è imperdonabile e di conseguenza Agnelli è arrogante.
Ce lo conferma questo eccellente ritratto che ne fa Federico Guglielmi per la VoloLibero Edizioni .
Il libro è veloce, snello ed essenziale, mai agiografico, con una doverosa ma breve storia dell'attività del gruppo e una serie di interviste distribuite in vari periodi, le recensioni scritte in occasione delle uscite discografiche della band ed il resoconto delle nottate trascorse in RAI durante le conduzioni del giornalista romano.
Ne esce, attraverso le vicende degli Afterhours , una storia del "indie-rock" italiano degli ultimi decenni (di cui autore e scrittore sono stati e sono tra i principali protagonisti) con le sue potenzialità e le sue miserie, con le occasioni colte e quelle mancate, le (inutili e autolesioniste) polemiche e l'energia che, nonostante tutto, continua a fluire in questo ambito da sempre così (quasi volutamente) ristretto e di nicchia.
Manuel è ficcante, colto, sempre aperto al confronto (e quando occorre allo scontro) e sincero.
Una delle poche vere rockstar nostrane.
10
SIMONA BELLI e VALENTINA SECCI - Slego e Velvet. La prismatica riviera del rock
Il lavoro di certosina ricerca fatto da Simona Belli e Valentina Secci ci porta alla preziosa scoperta delle vicende dei mitici SLEGO e VELVETdue locali fondamentali per la scena rock, e non solo, italiana.
Dalla rocambolesca nascita nei primi anni '80 dello Slego nel dancing di una Casa del Popolo di Viserba, alla trasformazione in uno dei principali fari del clubbing nostrano, dove dagli 80's sono passati un po' "tutti", dai Fuzztones ai Ramones, Blur, X, Nofx Litfiba, Casino Royale, Subsonica, Bluvertigo, Afterhours, Marlene Kuntz, i "miei" Not Moving e una lunga serie di RADUNI MOD.
Poi tocca al Velvet, dove viene ricordato un mitico concerto di Paul Weller, tra gli altri prendere le redini.
Lo Slego finirà male, divorato dalla speculazione edilizia che lo abbatterà per trasformarlo nel solito condominio, il Velvet prosegue tutt'ora l'attività. Tra aneddoti, un approccio "romanzato" delle varie vicende, personaggi incredibili, risse, la figura centrale nel racconto del compianto Thomas Balsamini e una serie di contributi finali (incluso il mio) di chi ha "vissuto" lo Slego, il libro scorre veloce e gradevole ed è un essenziale strumento per riassumere una grande storia.
DAVID BYRNE - Come funziona la musica
Libro ESSENZIALE e importantissimo per chi vuole conoscere nei dettagli "come funziona la musica", da un punto di vista creativo e da quello più meramente commerciale (con dati, cifre, statistiche).
Byrne è ironico ma preciso, disincantato, spietato e il risultato è encomiabile per capire le dinamiche del marketing musicale.
Non mancano decine di aneddoti personali, dai Talking Heads del CBGB alle esperienze con Eno e a quelle attuali, curiosità e particolari colti e inediti.
MARCO CASTOLDI - Il libro di Morgan
Divertente passatempo leggere aneddoti e storie di e con Morgan, persona comunque capace e intelligente. Un po’ meno quando si perde in teorie perlomeno discutibili.
TERRY CHIMES - The strange case of Dr.Terry and Mr.Chimes
Bellissima, (auto) ironica, divertente, autobiografia di Terry Chimes, batterista dei primi (e ultimi) Clash, poi con Generation X, Hanoi Rocks e addirittura Black Sabbath, prima di abbandonare tutto (anche se è recentemente tornato a suonare, per diletto o poco più, con i Crunch a fianco di membri di Sham 69 e Cockney Rejects) e dedicarsi alla medicina chiropratica diventando uno dei dottori più conosciuti nell’ambito in Inghilterra. In mezzo aneddoti di ogni tipo, gustosi e simpatici.
Un po’ pesante l’ultima parte con la conversione al cattolicesimo con condimento di troppe “massime” buoniste e dolciastre ma libro consigliato.
SERGIO MAGLIETTA - Terremoti
Ci va giù pesante Sergio Maglietta.
Il sax dei BISCA (band no wave funk, e tanto altro, degli 80's, poi a fianco di 99 Posse e tutt'ora in attività) racconta dei primi anni '80, di quando in Italia (Napoli del post terremoto inclusa) arrivarono punk e new wave e cambiarono la vita di parecchie persone. Si racconta con parole e aneddoti crudi e diretti di quegli anni "agitati", in cui, finito un tentativo di rivoluzione (armata), si provò a cambiare in altro modo
. In entrambi i casi non è finita come si pensava ma restano i tratti indelebili di un'epoca unica.
In questo caso romanzata ma non troppo dalla penna vivace di Maglietta che si destreggia tra argomenti non sempre leggeri con una notevole dose di (auto) ironia cogliendo alla perfezione lo spirito di quei tempi.
Pubblica VoloLibero, il libro è scorrevole, veloce da leggere e pieno di spunti interessanti.
DANIELE MANINI - GIANLUCA MERCADANTE - AA.VV. - Liscio assassino
Allegato all’omonimo album della Banda Putiferio un’interessante raccolta di brevi racconti con l’omicidio, la morte violenta, l’assassinio come protagonisti. Inquietante e ben fatto.
STEFANO SPAZZI - Ancona Beat
Sono sempre stupendi questi omaggi a scene nascoste e dimenticate, pur se di estrema nicchia, della favolosa epopea BEAT italiana dei 60's.
Testimonianze di una vitalità incredibile, in un periodo in cui il mondo giovanile esplodeva grazie a Beatles ed affini.
STEFANO SPAZZI documenta quella di ANCONA, tra decine di nomi, per lo più sconosciuti e rimasti nell'oblìo, vissuti tra il 1964 e i primi 70's quando rimasero quasi tutti decimati da problemi lavorativi, famigliari ma soprattutto dalla naja che interruppe la carriera della maggioranza dei protagonisti.
Rimangono le vicende dei GOBBI che nel 1966 trasformavano i concerti in veri e propri happening teatrali, anche estremi o dei TABU', WANTED, PRONIPOTI, LE OMBRE (gli unici che arriveranno a suonare al mitico Piper con Pooh, Ragazzi del Sole, Lord Beau Brummel), i KINGS che diventeranno la backin band di Fausto Leali, Rosanna Fratello, Adriano Pappalardo, suonando in tutto il mondo.
Ma anche WANTED, SPIRITUALS, The SO e decine di altri.
Correda il tutto una prefazione a Gene Guglielmi, varie interviste e gustosissimi aneddoti oltre ad un' abbondante documentazione fotografica. Per gli appassionati un'appendice con cui completare la collezione di notizie storiche sul periodo.
VINCENZO MAREGA - Sulle cose che cambiano
Garbo è stato tra i primi in Italia a parlare il linguaggio della new wave (quuella di Ultravox , Human League, Gary Numan) portandola a certi livelli (dalla Rai a SanRemo) senza mai “vendersi” artisticamente.
Questo ottimo libro ripercorre la sua carriera musicale (e personale) raccontando in prima persona i consueti esordi difficilissimi, l’esplosione di popolarità, la prosecuzione, più in sordina, dell’attività fino ai giorni nostri. Il tutto con estrema discrezione, cura dei particolari e gustosi aneddoti.
DAVIDE CAPRELLI - Lenny Kravitz - God is love
LENNY KRAVITZ è tra i personaggi musicali più trasversali in circolazione: tra verace interprete di un vintage soul rock in bilico tra 60's e 70's e un abile "mercante" di immagine che si è saputo imporre nelle classifiche con un sound talvolta di lieve spessore.
Probabilmente la verità sta nel mezzo ma la figura che emerge da questa buona biografia ci rende un artista innamorato della musica a 360 gradi e in possesso di un grande talento.
Ovviamente il libro è infarcito di aneddoti ed episodi più che interessanti e ci aiuta a scoprire il Lenny Kravitz meno personaggio pubblico e più artista. Il tutto completato da un ricco booklet fotografico.
AA.VV. - Andare in cascetta
Curiosa e accattivante l'idea di una serie di racconti con la MUSICASSETTA protagonista.
13 mini racconti, 13 storie scritte da 13 autori diversi e raccolti da Manuel Graziani e Maximiliano Bianchi in un libretto agile e veloce da leggere. Il tutto con un'altra caratteristica fondamentale a condire la gustosa pietanza letteraria: il rock n roll che spunta in ogni racconto, da quello realista a quello surreale.
Ci sono momenti riuscitissimi, altri meno convincenti ma la lettura è più che consigliata.
Un'iniziativa partita dal basso e che va assolutamente sostenuta.
ALTRI LIBRI
EMMANUEL CARRERE - Il regno
Non è facile leggere Carrere che nelle sue avventure biografiche (Limonov, L’avversario) entra sempre con irruenza nelle pieghe del racconto inserendo lunghi stralci di vita personale, talvolta in maniera eccessivamente invadente.
Qui si parla degli apostoli Paolo (ruvido, rude, istintivo, casinista) e di Luca (colto, osservatore, posato), della parola di Gesù, delle vicende (ovviamente) oscure e incerte di quei tempi, dell’attendibilità dei Vangeli (spesso vista con occhio dissacrante, da lui, che è stato per tre anni cattolico praticante e integralista e che ora si è allontanato dal “Verbo”), della nascita e diffusione del Cristianesimo. Le 430 pagine sono molto interessanti, appassionanti, lo stile di Carrere divertente e stimolante anche se 100 pagine in meno di elucubrazioni strettamente personali avrebbero giovato parecchio.
MASSIMO FINI - Una vita - Un libro per tutti o per nessuno
L'autobiografia finale (per sua stessa volontà) di un giornalista/scrittore/personaggio (e anche attore) da sempre (veramente e volutamente) scomodo. Inviso dalla sinistra, mal sopportato a destra, con una lunga serie di nemici che mai gli hanno mancato sgambetti e legnate.
Una vitacomunque vissuta intensamente, fino in fondo, ricca e di spessore.
Gli aneddoti sono fantastici, gli incontri con Montanelli, Nureyev, Giorgio Bocca, gli strali a Feltri, gli scontri con Berlusconi.
C'è tanto narcisismo e un po' di autoindulgenza ma la lettura è veloce, gradevole e interessantissima per chi ama conoscere un po' di retroscena della vita politica e sociale degli ultimi 50 anni italiani. Rigorosamente secondo Massimo Fini.
NICCOLO’ AMMANITI - Io non ho paura
Più convincente il libro del film.
Ben scritto, scorrevole, interessante il soggetto e mirabile lo sguardo all’innocenza infantile sporcata dalla cupidigia degli adulti.
VALERIO MARCHI - Teppa
Interessantissimo viaggio nella storia della contro cultura giovanile dal Puer Barbaricus medievale ai Bucanieri, i Lords of Misrule inglesi, i Larrikins australiani, i Merveilleux francesi fino ai coatti pasoliniani e alle più conosciute forme moderne, dai Teds ai Mods, Skins e Punks e alle Street Gangs americane.
Tutto con un unico filo conduttore di opposizione strenua all’omologazione corrente e contro il potere dominante. Ricchissimo di documenti originali e citazioni.
LINDA YABLONSKI - Tutto quel buio
Buon viaggio nell’inferno tossico della New York degli 80’s con descrizioni particolareggiate, autobiografiche ed estremamente realistiche della classica palude di junkies, spacciatori, miserie di ogni tipo. Interessante. Buio.
PAOLO BONFANTI - Alice
Un lontano, affettuoso, rapporto rivive attraverso una sorta di lungo scambio di lettere. Alice e Francesco ritrovano il loro antico amore ma la realtà li separa di nuovo, forse definitivamente.
Il terzo romanzo di Roberto Bonfanti è lieve, tenue, ma allo stesso tempo terribilmente amaro e malinconico ma la scrittura frizzante, concreta, senza fronzoli rende la lettura estremamente gradevole e avvincente. Ben fatto !
NICK HORNBY - Funny girl
Hornby non delude mai.
Magari, come in questo caso, i suoi romanzi sono un po’ “facili” e non colpiscono come fecero i classici “Febbre a 90” o “Alta fedeltà” ma è sempre un enorme piacere perdersi tra le pagine di un romanzo come questo, ambientato in pieni 60’s, ricchissimo di riferimenti culturali e sociali alla “magica epoca”.
Si narra della BBC dei tempi, di una ragazza di Blackpool che diventa famosa in Tv e di tante altre cose molto semplici e magari poco impegnate ma che rendono questo libro godibilissimo e divertente.
HUBERT SELBY JR - Requiem per un sogno
Un libro TREMENDO sul disfacimento del “sogno americano” tra tossici, persone malate di arrivismo, assetate di successo. Un finale terribile per i quattro protagonisti che finiscono in un incubo senza fine, annientati, a pezzi.
Lavoro crudo che non risparmia particolari angoscianti e angosciosi, cattiveria e spietatezza. Piccolo capolavoro.
RODDY DOYLE - La musica è cambiata
Torna il protagonista di The Commitments, Jimmy Rabbitte ed è un nuovo tripudio di musica, riferimenti colti e particolari al Nostro sound, battute irresistibili. Il clima è però cambiato, Jimmy ha un tumore e sta lottando (a suon di musica giusta e di nuovi progetti) contro il male.
Come sempre Doyle è una lettura gradevole e divertente, spassosa e easy anche se su questo nuovo lavoro pesa, in ogni pagina, l'ombra mortifera della malattia, disturbante e abrasiva.
CALCIO
GIANLUCA OTTONE - Shots and kicks
Se amate il calcio, soprattutto quello britannico, il FOOTY di "quando i calciatori erano uomini veri", "Shots and kicks" è un libro assolutamente imperdibile. Gianluca Ottone bazzica da tempo immemorabile (oltre che la scena mod con annessi e connessi) gli stadi inglesi di ogni ordine e grado, raccogliendo, programmi, memorabilia, ricordi, emozioni e preziosissimi aneddoti che pian piano stanno andando perduti tra le antenne televisive, i replay, i cento commentatori, gli stadi/centro commerciale etc etc.
E così torniamo sui campi di minuscole cittadine dove la squadra locale faceva fuori, in FA CUP, titolatissimi nomi o ripercorriamo la storia di quegli stadi periferici che la modernizzazione ha ormai cancellato oppure ci mettiamo sulle orme di incredibili personaggi che giocavano nel Luton Town o nel Leatherhead.
Nomi come Jimmy Hill di fatto quello che inventò i 3 punti per la vittoria o il folle Malcom Big Mac Allison. Senza dimenticare le imprese delle squadre che vincevano le categorie dilettantesche come Isthmian League o Athenian League davanti a decine di migliaia di persone (!!!). E poi c'è la storia delle gloriose riviste calcistiche dei 60's e dei 70's, dei quotidiani sportivi della sera che riportavano, poche ore dopo la fine, la cronaca delle partite, risultati e classifiche, i treni speciali per i tifosi, le scommesse etc etc.
Un libro stupendo, divertente, gradevolissimo, pieno di curiosità ma soprattutto della cosa più importante: PASSIONE !
MARCO PETRONI - Il St. Pauli siamo noi
NICCOLO’ RONDINELLI - Ribelli sociali e romantici
Notevole il viaggio che Marco Petroni compie a St.Pauli.
Non è solo un libro sul calcio questo, proprio perchè il St.Pauli non è e non sarà mai SOLO una squadra di calcio.
E' un quartiere, una comunità che si fonde con i giocatori, con gli Ultras, con la tradizione del luogo, con la sua anima anti fascista e antagonista.
E "Il St. Pauli siamo noi" ne è una perfetta descrizione, che parte dagli albori del quartiere (da sempre ribelle e allergico all'autorità) fino ad arrivare ai nostri giorni tra occupazioni, scontri, cambiamenti radicali e difficoltà di accettare la modernità di un calcio sempre più spersonalizzato.
La cura dei dettagli, la descrizione da "dentro" (Marco è un assiduo frequentatore del Millerntor, lo stadio del St.Pauli) sono esemplari.
Si rivivono i momenti di massima tensione con i fascisti e le forze dell'ordine ma anche i primi 60's quando per molto tempo da quelle parti bazzicavano alcuni giovanotti di Liverpool, destinati a diventare i Beatles.
In mezzo le sempre precarie vicende della squadra, sballottata da una serie all'altra con rare e sempre difficoltose apparizioni in Bundesliga.
Sulle medesime coordinate, arricchito da molte testimonianze di tifosi e persone “coinvolte” è il lavoro di Niccolò Rondinelli che allo stesso modo, da tifoso della squadra, ne ripercorre i rari fasti e le tante cadute.
MARIANO DELOGU - Attorno al pallone
Delogu era dirigente del Cagliari dello scudetto 69-70 e ne fu presidente dal 1976 al 1981 (tre anni in B e la risalita in A).
In questo breve ed agile libretto si diverte a raccogliere alcuni gustosi aneddoti su quegli anni, mettendo anche in luce come certe pratiche (aggiustare e concordare partite, scommesse etc) non siano per niente delle novità.
PAOLO PIRAS - Bravi e camboni
Per un tifoso del CAGLIARI come il sottoscritto un libro come questo (gentilissimo regalo di Mauri degli Emotionz) è un tuffo in un oceano di ricordi, spesso divertenti, talvolta desolanti, altre volte commoventi fino alle lacrime.
Si parla dei campioni ma soprattutto dei bidoni che hanno attraversato la storia della squadra isolana.
Scoppia il cuore a leggere di GIGI RIVA (Piras scrive troppo bene e coglie alla perfezione la storia di vita del campione varesino) o di TOMASINI, di SCOPIGNO, si piange quando si legge della tristissima parabola diNENE', si resta sconcertati dal talento buttato da campioni comeFABIAN O'NEILL che alle grandi capacità ha sempre preferito la bottiglia, si sorride amaramente per la storia sempre da comprimario della talentuosa riserva di Albertosi, REGINATO, non si può che ridere delle "imprese" di VICTORINO o del portiere MINGUZZI. Ma ci sono anche CELLINO, FRANCESCOLI, URIBE, ZOLA e tanti altri.
Non importa essere tifosi rossoblu, questo è un libro divertentissimo, pieni di passione e da leggere al volo (Ggazie a Mauri Emotionz per il regalo !).
Aa.Vv. - Gramloni
Dubito che ci sia qualcuno al di fuori di Piacenza interessato alle sorti dei Lupi Biancorossi che si dibattono da anni nelle serie inferiori (anche se quest'anno dominiamo la Serie D).Tanto più se si parla dei principali BIDONI (...i Gramloni, in slang locale) transitati sull'erba del Garilli. Ma se siete piacentini e avete urlato qualche volta "Forza Piace" questo GRAMLONI (Edizione Officine Gutenberg) è un tuffo nel passato della squadra che non mancherà di far sorridere e parecchio, passando dalle vicende di Obolo e Tentoni a quelle di Murgita e Simon, fino alle malefatte di Gervasoni e di altri indegni scommettitori.
Cinquanta (impietosi) ritratti di "cacciaviti" che non hanno lasciato segno o che, quando lo hanno fatto, hanno marchiato a fuoco la classifica e il ricordo....
Gli autori del volume sono i giornaist ie scrittori Alessandro Battini, Andrea Amorini, Marcello Astorri, Andrea Dossena, Paolo Menzani e Filippo Merli, Luigi Carini, Giacomo Spotti e Filippo Lezoli, Gabriele Dadati e Giovanni Battista Menzani e i tifosi Davide Battistotti e Pietro Rebecchi.
ALESSANDRO BASSI - 1915 Dal Football alle trincee
Libro potente e tragico in cui l’autore incalza il lettore con un’alternanza serrata di emozioni tra il campionato di calcio 1914-15 (sospeso poco prima della conclusione e assegnato un po’ arbitrariamente al Genoa) e le vicende (assurde) che porteranno l’Italia dalla neutralità alla disastrosa guerra. Drammatico leggere delle ultime partite disertate da molti giocatori perchè già reclutati nell’esercito. Molti dei genoani campioni (il titolo sarà assegnato postumo solo nel 1921 scompariranno sul fronte).
Libro importante e documentatissimo per conoscere un periodo ormai dimenticato.
NICCOLO' MELLO - Salvate il soldato pallone
Undici coppie di calciatori travolti dalla Seconda Guerra Mondiale.
Calciatori che sono stati amici o compagni di squadra spesso drammaticamente divisi dal conflitto. Alcuni finiti nei partigiani, altri nei fascisti (come Dino Fiorini e Mario Pagotto del Bologna) o come Gottfried Fuchs e Julius Hirsch, campioni della Germania degli 20 e 30 ma ebrei.
L'uno fuggito in tempo in Canada, l'altro finito ad Auschwitz.
Bruno Neri e Vittorio Staccione, giocatori della Fiorentina,entrambi partigiani, l'uno ucciso dai nazisti nel 1944 in uno scontro a fuoco, l'altro scomparso a Mathaususen con il fratello l'anno dopo.
Senza dimenticare la storia di Bert Trautmann, prigioniero tedesco in Inghilterra che decise di restare in "terra nemica" dopo la guerra e divenne invalicabile portiere del Manchester City, odiatissimo da tutti in quanto ex "nazista".
Famoso per aver continuato a giocare una partita nonostante 5 vertebre del collo rotte.
Storie incredibili, dolorose ma piene di VITA.
LUCA MANES - Millwall vs West Ham, il derby della working class londinese
Il libro è una vera Bibbia per chi si nutre di un certo tipo di calcio inglese.
Qui si parla (con dettagli maniacali) del derby della working class inglese, lo SCONTRO per eccellenza, quello tra WEST HAM e MILLWALL.
Si parte fin dagli esordi, quando il calcio inglese batteva i primi colpi e si passa attraverso tutto il secolo scorso tra le rare ma comunque sostanziose soddisfazioni per gli Hammers e le scarsissime occasioni di felicità per i Lions.
Si passano in rassegna partite epiche e figuracce che era meglio dimenticare, grandi giocatori e personaggi di cui ormai nessuno ha più memoria, si riguarda agli stadi e ai tifosi (evitando, per fortuna, la prosopopea sugli scontri spesso sanguinosi che hanno caratterizzato la rivalità tra le due squadre). Un libro per appassionati e per tifosi ma assolutamente completo.
SERGIO GIUNTINI - Marinetti e la “guerra festa”
Saggio molto interessante sul coinvolgimento dell’Italia nella prima guerra mondiale, inclusa quella sportiva al cui connubio contribuì l’epica futurista Marinettiana che accostava il dinamismo atletico a quello (tragico) guerresco.
Ci sono dati, citazioni e testimonianze a profusione, incluso il sanguinoso elenco di campioni che lasciarono vita o salute al fronte.
GUALTIERO BECCHETTI - Donne da ring
Gualtiero Becchetti (ex direttore della rivista Boxe Ring, collaboratore, su argomenti pugilistici, di numerosi quotidiani e che ha ricoperto e ricopre vari incarichi di primo piano nella FPI, Federazione Pugilato Italiana) firma il suo terzo libro dedicato al pugilato, rivolgendosi ad un ambito scarsamente considerato e conosciuto, quello femminile.
Lo fa attraverso racconti ispirati da personaggi e circostanze reali ma senza mai fare nomi, che ci fanno vivere l'estrema difficoltà di uno sport che richiede sacrifici immensi, che talvolta subisce l'ingiustizia dei "potenti", che combatte contro mille difficoltà, tanto più se si è donne.
Interessante ed originale. FLAVIO PERANNI e LUCA TUROLLA - FVCG - Dizionario enciclopedico del Grande Torino
E' bello essere del Toro ed è anche abbastanza inspiegabile.
Nel senso che se sei un tifoso granata hai perfettamente chiara l'idea di far parte di una comunità. Se non lo sei è inutile tentare di capire...essere del Toro non è una scelta di vita.
E' piuttosto una scelta che la vita ha fatto su di te, affidandoti il compito prezioso di tramandare una storia senza paragoni nello sport mondiale.
Così scrive Mauro Berruto CT della squadra nazionale di pallavolo dal 2011 al 2015, medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 2012, nella prefazione a questa incredibile enciclopedia di 350 pagine su tutto ciò che riguarda il Grande Torino, attraverso migliaia di voci in ordine alfabetico.
Dalle partite ai giocatori, dagli aneddoti ai dettagli più nascosti.
Indispensabile per un tifoso del Toro, curiosa per gli altri.
DVD
THE JAM - About the young idea
E' stato trasmesso da Sky in Inghilterra in agosto e sarà pubblicato su DVD in novembre lo SPLENDIDO documentario sulla storia dei JAM"About the young idea". Un'ora e mezza di dettagliatissima storia della band, rivista dai tre protagonisti (rigorosamente separati) nel 2015, con l'apparizione del "quarto Jam", Steve Brookes (che lasciò la band prima dell'esordio discografico) che jam-ma (ehm...) in acustico con Paul nelle sequenze iniziali.
Ci sono anche varie testimonianze di fans più o meno famosi (dall'attore Martin Freeman a Steve Cradock, Eddie Piller - perfetto nel descrivere, come non potrebbe? - il significato del mod-ism e della collocazione dei Jam in questo contesto, a vari protagonisti della storia della band tra produttori e managers). Il resto è un emozionante fluire di immagini (molte inedite) compreso il ritorno di Paul e Rick nei luoghi in cui esordirono con i primi concerti. E poi la musica dei Jam che sbuca improvvisa tra una conversazione e l'altra ed apre anima e cuore.
Italian Punk Hardcore 1980-1989 - Il Film
di Angelo Bitonto, Giorgio S.Senesi e Roberto Sivilia
La scena HARDCORE in Italia si sviluppò dai primissimi anni 80 in poi e fu qualcosa di assolutamente complesso, inafferrabile, unico, una miscela difficilmente codificabile e altrettanto ardua da raccontare e spiegare di nichilismo, anarchia (sonora e non), improvvisazione, urgenza, impulsività adolescenziale, distruzione psico fisica ma anche la base per costruire persone nuove.
Le migliaia di ragazzi che hanno militato più o meno assiduamente nella scena ne sono usciti in gran parte "segnati per sempre", da una dimensione del tutto innovativa e irripetibile di vita, socialità, contro cultura e tanto altro.
Questo docu film a cura di Angelo Bitonto, Giorgio S.Senesi e Roberto Sivilia prova a descrivere, attraverso le parole e i ricordi dei protagonisti, quello che è stato in quegli anni.
Ci riesce molto bene anche grazie ad una ricca mole di materiale d'epoca tra immagini, musica e rarissimi filmati.
Ne emerge, PER FORTUNA, anche il lato goliardico e divertente, così spesso offuscato da un (altrettanto spesso presunto) "impegno politico".
Che c'era ed è rimasto costante della vita di molti ma che talvolta oppresse inutilmente molte iniziative in nome di chissà quale "ideale".
Le due ore di film sono serrate, interessantissime, i protagonisti competenti e risoluti nel rivendicare il senso di appartenenza.
Avendo vissuto molte delle vicende raccontate in prima persona c'è talvolta qualche esagerazione, imprecisione, aggiunte un po' "leggendarie" ma per chi, digiuno dei fatti, volesse avere un quadro fedele di quel periodo questo è lo strumento IDEALE e DEFINITIVO.
domenica, dicembre 27, 2015
Gramloni
Dubito che ci sia qualcuno al di fuori di Piacenza interessato alle sorti dei Lupi Biancorossi che si dibattono da anni nelle serie inferiori (anche se quest'anno dominiamo la Serie D).
Tanto più se si parla dei principali BIDONI (...i Gramloni, in slang locale) transitati sull'erba del Garilli. Ma se siete piacentini e avete urlato qualche volta "Forza Piace" questo GRAMLONI (Edizione Officine Gutenberg) è un tuffo nel passato della squadra che non mancherà di far sorridere e parecchio, passando dalle vicende di Obolo e Tentoni a quelle di Murgita e Simon, fino alle malefatte di Gervasoni e di altri indegni scommettitori. Cinquanta (impietosi) ritratti di "cacciaviti" che non hanno lasciato segno o che, quando lo hanno fatto, hanno marchiato a fuoco la classifica e il ricordo....
Gli autori del volume sono i giornaist ie scrittori Alessandro Battini, Andrea Amorini, Marcello Astorri, Andrea Dossena, Paolo Menzani e Filippo Merli, Luigi Carini, Giacomo Spotti e Filippo Lezoli, Gabriele Dadati e Giovanni Battista Menzani e i tifosi Davide Battistotti e Pietro Rebecchi.
sabato, dicembre 26, 2015
Paul Weller "One"
Oggi dalle 11 in poi sul sito di PAUL WELLER http://paulweller.com/ sarà disponibile la visione di ONE, un documentario realizzato da Andy Crofts con immagin idal recente tour mondiale, interviste, spezzoni di concerto etc.
Il trailer:
https://www.youtube.com/watch?v=UJ9Bv027M8I
VISTO:
Buon doc, interessante e carino. Non un capolavoro eh ma per i fans e gli appassionati una guardata è consigliata.
https://www.youtube.com/watch?v=lvUscH3MmBU
venerdì, dicembre 25, 2015
Top Song 2015
E per Natale una disordinata lista dei brani che più ho ascoltato e apprezzato nel 2015
Kamasi Washington - Malcom’s Theme
https://www.youtube.com/watch?v=n53iCTeBjxw
Gaz Coombes - The English Ruse
https://www.youtube.com/watch?v=3Dn_JP_wmAk
Riley Walker - Primrose Green
https://www.youtube.com/watch?v=96qBM4LL2ps
Saun and Starr - Look closer
https://www.youtube.com/watch?v=gAHEsNYveik
Kendrick Lamar - For free ?
https://www.youtube.com/watch?v=_ZTYgq4EoRo
Selecter - Hit the ground running
https://www.youtube.com/watch?v=KCxCpaLsSBE
Sharon Jones - Silver Bells
https://www.youtube.com/watch?v=VT2_7aq3ytE&list=PL81A3dG0uuwtl5EBU57H9uuC4IrNRbJp4&index=1
Nathaniel Rateliff - S.O.B.
https://www.youtube.com/watch?v=1iAYhQsQhSY
Speedometer - No turning back
https://www.youtube.com/watch?v=6pn58Lp0jr0
Sleater Kinney - New wave
https://www.youtube.com/watch?v=kQt4gtBVS04
Van Goffey - You you you
https://www.youtube.com/watch?v=C_bsHDn2bC4
Paul Weller - Phoenix
https://www.youtube.com/watch?v=F7rmapjRBZM
Iacampo - Ogni giorno ad ogni ora
https://www.youtube.com/watch?v=2nYAmVt_Y-I
Sacri Cuori - Delone
https://www.youtube.com/watch?v=6-Wl-l4A40I
I Rudi - Anna
https://www.youtube.com/watch?v=pJgCEUWJDa4
Ready Steady Go - I’ve got a ticket
https://www.youtube.com/watch?v=A79KWpDMPPE
Mimosa - Terza guerra
https://www.youtube.com/watch?v=iNaL_IgySZc
Lilith and the Sinnersaints - La peggiore delle libertà
https://www.youtube.com/watch?v=tdxPAK1_Wpw
Cesare Basile - Franchina
https://www.youtube.com/watch?v=kKlgBzWn2TI
giovedì, dicembre 24, 2015
I Migliori dischi Mod del 2015
Un ottimo anno per le uscite di ispirazione MOD.
A seguire un elenco, inclusi album non strettamente correlati ma che possono comunque essere graditi al pubblico in Vespa e Lambretta.
THE JAM - Fire and skill
Monumentale cofanetto dei JAM con 6 CD (tutte registrazioni assolutamente inedite) con ben 122 brani live presi in ogni anno della loro breve e fulminea carriera, dal 1977 al 1982, riproducendo ogni volta un concerto per intero (pecche, stonature, scordature, incertezze incluse).
Si coglie l'evoluzione compositiva, la progressione artistica, strumentale, vocale (rabbiosa e gutturale agli inizi, piena di soul e modulata alla fine), dal minimalismo rock n roll/rhythm and blues/punk degli esordi, attraverso le incertezze del passaggio ad una dimensione più 60's beat fino alla consacrazione commerciale e artistica e all'imprevista conclusione quando avevano abbracciato un sound “nero” di diretta ispirazione funk e soul.
Interessante ascoltare una lunga serie di episodi minori, B sides di 45 giri o cover di classici soul, di Who, Small Faces e versioni piuttosto differenti di alcune hit della band.
Importante sottolineare come spesso i Jam proponessero i brani dal vivo mesi prima della pubblicazione ufficiale su disco, provandone l'efficacia direttamente sul palco.
Dalle registrazioni, decenti e dignitose anche se molto crude e a volte rozze (pur se rimasterizzate ad Abbey Road), emerge il ruolo mai troppo lodato di Bruce Foxton, vera colonna portante della band, con un lavoro imponente di rifinitura e di impalcatura armonica, oltre ad un apporto vocale costante, raffinato e preciso a supporto di Weller.
La confezione è buona pur se un tantino spartana con alcune foto in cartolina e un booklet (scritto dal giornalista di Mojo Pat Gilbert che racconta una sbrigativa ma esaustiva storia della band) con immagini un po' scontate e caratteri poco leggibili su sfondi con colori molto spinti.
SPITFIRES - Response
Se siete "restati" a QUEL sound che spaccava le casse dello stereo alla fine degli anni 70 e di cui erano portatori gruppi come Jam, Chords, Jolt, affondando le radici anche nel power pop, nei Buzzcocks, nei primi Clash, Vapors o nei più recenti Moment, Rifles o Ordinary Boys (che tornano soprattutto alla mente quando in mezzo a brani di duro pop rock riecheggiano sprazzi ska in levare), "Response" è il vostro album ideale per il 2015.
Potente, melodico, essenziale, il quartetto di Watford confeziona un album di debutto al fulmicotone, 13 brani per tre quarti d'ora di musica senza sosta, chitarra secca e aggressiva, ritmica sempre pulsante, una tastiera raramente protagonista ma sempre ben presente a sostenere l'impatto sonoro, voce gutturale e diretta (molto vicina al primo Weller), assoli brevi e minimali.
Alla fine c'è molto dei Jam di "All mod cons", "When you're young" , "Down in the tube..", con evidenza il riferimento più diretto e palese. Non un capolavoro che cambierà le sorti della musica ma un album verace, sincero, energico come da tempo non ne sentivamo.
THE MOMENT - The only truth is music
Il ritorno dei Mod Gods non tradisce la lunga attesa: composizioni eccellenti, sound nervoso ed elettrico come alle origini, che trova in brani intrisi di soul come "LOY", "Queen of the Battersea", "Now your starting" o "Dance your dance" i momenti migliori ma che non disdegna il gusto per il mid tempo rock alla Faces ("She's a Modern"), ballate dal sapore brit folk ("Penelope wood" e "You can get what you pay for") o come la conclusiva title track tra Weller e i REM. Non c’è nulla di revivalistico o nostalgico ma è un eccellente nuovo sentiero artistico che si riapre nel migliore dei modi.
I RUDI - Nient'altro che routine
Il trio milanese (basso, batteria e tastiere, nessuna chitarra!) srotola un fresco beat dal sapore 60's, con abbracci a soul e rhythm n blues, caratterizzato da un'energia unica, una tecnica esecutiva eccelsa e ecletticità a volontà. Un disco di grandissima potenza, canzoni mai semplici ma efficaci al primo ascolto, sempre bene articolate e composte alla perfezione.
Grande band !
MADS - In soul
MADS - A go go
MADS - What I need / Virtual world
Singolo in download per la band milanese tornata in vita dopo secoli.
Puro mod rock di marca ’79 tra Jam, Vapors, Chords e il miglior power pop con quel gusto 60’s che caratterizzava Action e i primi Small Faces (senza dimenticare le melodie tipicamente Beatlesiane periodo “Revolver”).
Due brani di altissimo livello compositivo, prodotti benissimo e suonati al meglio (eccellente il lavoro del basso).
“In soul” è invece un tributo alle proprie radici soul e rhythm and blues con tre classici della tradizione "Black", registrati live in studio. "In the midnight hour" di Wilson Pickett, "Knock on wood" di Eddy Floyd e "Harlem Shuffle" di Bob & Earl (ripresa anche dai Rolling Stones) vengono riviste con piglio elettrico ed energico, conservando tutto il groove originale.
“A go go” è invece un viaggio in sei episodi nella tradizione beat dagli Yardbirds agli Small Faces, Hollies, Monkees etc.
FAY HALLAM - Corona
Sorprendente ritorno discografico di FAY HALLAM (è sufficiente ricordare il fulgido passato con Makin Time, Prime Movers, Phase e Fay Hallam Trinity per riassumere in poche parole lo spessore ?) che con "Corona" riesce nell'arduo compito di fare un passo avanti, proponendosi in nuova veste senza per questo rinnegare minimamente il passato.
Fay scava nei profondi 60's intrisi di bossa nova jazzata (alla Astrud Gilberto), nelle colonne sonore più cool di quegli anni, mantenendo una forte impronta soul e funk (bellissime in tal senso "Soul revolution" e "Let me into your soul"), riuscendo a rivitalizzare un classico come "Maybe I'm amazed" di Paul McCartney e un vecchio brano dei Prime Movers "1000 blue ribbons" (tratto da "Earth/Church" e rivisto in chiave avvolgente, versione lenta e minimale). Godibilissimo il lounge introduttivo in italiano, "Se mi ami" e gli omaggi alla nostra terra come la piacevole bossa lounge "Arco" dedicato all'omonima cittadina trentina dove ha spesso suonato e, sulla stessa onda sonora, "Lido".
La voce è come sempre vicina alla Maestra Julie Driscoll, il tocco all'Hammond raffinato e di gran gusto.
Un passo in una diversa direzione ma altrettanto accattivante e gustoso.
THE FIVE FACES - On the run
I genovesi Five Faces furono attivi nei primnissimi anni 80, con un sound grezzo e debitore al classico stile mod '79, tra Purple Hearts, Jam e Long Tall Shorty.
Dopo 30 anni di assenza nel 2014 l'ormai inattesa reunion, la ripresa dell'attività live e il suggello discografico con questo album dal vivo stampato dalla prestigiosa la bel inglese Detorur Records.
La dimensione del palco cattura al meglio l'impeto e l'impatto sonoro del quartetto, la registrazione è cruda e diretta ma più che accettabile.
Dodici i brani tra cui l'immancabile cover di "Watcha gonna do about it" degli Small Faces e la riuscita "So sad about us" degli Who.
READY STEADY GO! - Three covers and one original
Spettacolare singolo in puro e frusciante vinile del terzetto reggiano che raccoglie l'antica eredità dei Coys (due dei membri ne erano parte), tra le migliori mod bands italiane (e non solo) in assoluto.
Come eloquentemente annuncia il titolo sono tre covers (la sempre grande "I took my baby home" già nel repertorio dei Coys, una buona reinterpretazione, bene arrangiata, della "difficile" "Pictures of Lily" degli Who e un'altrettanto riuscita "I'll keep you satisfied" che Lennon e McCartney regalarono nel 1963 a Billy J. Kramer abd the Dakotas) e un fantastico originale, "I've got a ticket" tra Byrds, Beatles circa 1965 e Hollies.
Imperdibile.
G 91 – In the crowd
C’è molto di Oasis, Beatles, Brit Pop di estrazione 90’s nell’esordio del trio piemontese e ovviamente, con queste premesse, sono immancabili i riferimenti alla magìa dei 60’s, in particolare in “John L.” (che non è difficile intuire a chi fa riferimento).
I quattro brani (più una “Intro” iniziale) testimoniano di una notevole sicurezza compositiva (in particolare in quello che è il brano più riuscito e indicativo della sostanza del gruppo, “Vivere e nuotare”), una buona verve esecutiva, una freschezza che rende “In the crowd” un perfetto trampolino di lancio verso traguardi più sostanziosi.
THE MIGHTY TYPHOONS - Take five/Get the money/The snake
45 giri dall’ Olanda ma con un anima e un cuore che pulsano molto più a sud e precisamente a Taranto da dove proviene Fabrizio Carrieri, prime mover della scena mod italiana, ex leader di Steady Beat e The Act.
Hammond mod jazz beat strumentale quello dei MIGHTY TYPHOONS, dalle parti di Brian Auger, Herbie Mann, Jimmy Smith, JTQ, con una bellissima cover di “Take five” di Dave Brubeck.
THE BLACK MARBLE SELECTION - Under her spell
Dall’Olanda un buon album di garage psichedelico, rhythm and blues bianco, con un buon tiro 60’s, sitar, ben suonato e con ottimi brani.
HARD LEFT - We are the hard left
Sono californiani, si definiscono una HARD-MOD PUNK BAND ed esplorano nei testi le principali tematiche dell'estrema sinistra.
Sound Oi! potentissimo, grezzo, greve, duro.
Un corroborante pugno nello stomaco.
BLUE MODE - Space race
Trio strumentale a base di Hammond, modern and cool jazz, in pieno stile Jimmy Smith, guidato da Chip Wickham dei Lack of Afro.
Bella la versione di “Smells like a teen spirit” dei Nirvana, il mood e da sottolineare la qualità esecutiva, ad altissimo livello.
THE BLUEBEATERS - Eberybody knows
Perduto per strada Giuliano Palma i Bluebeaters ripartono dalle radici, dall'original ska che investe e trasforma una serie di brani conosciuti e oscuri tratti da una gamma infinita di influenze (dal pop punk degli Undertones di "Teenage kicks" all'algida elettronica dei Kraftwerk di "The model", al plastic pop di "Toxic" di Britney Spears, alla musica totale dei Traffic di "Glad" tra i tanti) in un momento di festa totale e caldissima.
La formula è scontata e prevedibile ma il risultato è irresistibile e diventa impossibile restare fermi. Ci sono anche omaggi diretti alle fonti di ispirazione Blue Beat/Ska dei primi 60's , brani di Springsteen, Tenco, Oasis, omaggi "nascosti" ai Clash, Smiths, Neil Young.
Divertimento assicurato.
BRIAN AUGER - Back to the beginning
Brian Auger è stato ed è uno dei migliori e più talentuosi tastieristi della scena inglese, precursore della fusion e dell' Acid Jazz dei 90's, protagonista della prima scena mod come solista e con gli Steampacket (con Rod Stewart, Julie Driscoll e Long John Baldry).
Quando fondò i Trinity si propose anche un giovanissimo Jimi Hendrix ma ricorda Brian che lui “un chitarrista ce l'aveva già”.
La Freestyle Records, una delle migliori etichette in ambito soul/blues, rende un doveroso e preziosissimo omaggio all'opera di Auger, raccogliendo 24 brani scelti accuratamente negli oltre 50 anni di carriera discografica e documentandone tutti i cambiamenti e le direzioni musicali, fino ai nostri giorni con la nuova versione degli Oblivion Express con vari figli nella band.
Tra i pochi successi, rarità varie (inclusa una poderosa Shake di Sam Cooke con Rod Stewart alla voce), brani live e funamboliche evoluzioni di tecnica sopraffina, le 2 ore di musica volano via che è un piacere.
FAMILY SILVER - Electric blend
Credo che da queste parti non ci sia bisogno più di tanto di presentare Matt Deighton (Mother Earth), Steve White (Style Council e Paul Weller), Damon Minchella (Weller, Ocean Colour Scene, Who etc etc).
Ebbene questo mirabile trio esce con il primo album di questa collaborazione. Sorprende la direzione sonora che attinge poco dall’illustre passato, propendendo per un rock “classico” di sapore 70’s con qualche virata funk soul e psichedelica.
Dimenticate i precedenti capitoli dei tre e prendete questa nuova incarnazione per quello che è ora.
COW - 3
Il terzo album della band inglese (che vede anche la partecipazione di Paul Weller e Steve Ellis dei Love Affair è un piacevolissimo tour Pop nel soft soul, con accenni Northern, un po’ di funk.
Il tutto ricorda certi produzioni della Respond Records (Tracie e dintorni), molta raffinatezza e cura negli arrangiamenti ma sostanzialmente un lavoro poco incisivo e forse troppo “mellow” e con poco mordente.
ORDINARY BOYS - s/t
Ritorna la band di Sam Preston con un nuovo album omonimo in cui rivive l'originario mix di mod sound, Buzzcocks, Jam, Clash, Smiths, power pop, rivisto con energia, freschezza e buone canzoni.
Un po' fuori tempo massimo ma dignitoso e meritevole di un ascolto.
BUTTERSCOTCH CATHEDRAL - s/t
Immaginate concentrati in un disco i Pretty Things di "SF Sorrow", gli Who di "Sell Out" e dei brani più psych di "Tommy", i Beach Boys di "Smile", i Tomorrow, gli Smoke, i Byrds di "5th dimension", un po' di Barrett-udine, i Temples etc etc.
I BUTTERSCOTCH CATHEDRAL li mettono in due brani di una ventina di minuti l'uno e tirano fuori un album d'esordio coloratissimo e magnificamente retrò.
THE JAM - Fire and skill
Monumentale cofanetto dei JAM con 6 CD (tutte registrazioni assolutamente inedite) con ben 122 brani live presi in ogni anno della loro breve e fulminea carriera, dal 1977 al 1982, riproducendo ogni volta un concerto per intero (pecche, stonature, scordature, incertezze incluse).
Si coglie l'evoluzione compositiva, la progressione artistica, strumentale, vocale (rabbiosa e gutturale agli inizi, piena di soul e modulata alla fine), dal minimalismo rock n roll/rhythm and blues/punk degli esordi, attraverso le incertezze del passaggio ad una dimensione più 60's beat fino alla consacrazione commerciale e artistica e all'imprevista conclusione quando avevano abbracciato un sound “nero” di diretta ispirazione funk e soul.
Interessante ascoltare una lunga serie di episodi minori, B sides di 45 giri o cover di classici soul, di Who, Small Faces e versioni piuttosto differenti di alcune hit della band.
Importante sottolineare come spesso i Jam proponessero i brani dal vivo mesi prima della pubblicazione ufficiale su disco, provandone l'efficacia direttamente sul palco.
Dalle registrazioni, decenti e dignitose anche se molto crude e a volte rozze (pur se rimasterizzate ad Abbey Road), emerge il ruolo mai troppo lodato di Bruce Foxton, vera colonna portante della band, con un lavoro imponente di rifinitura e di impalcatura armonica, oltre ad un apporto vocale costante, raffinato e preciso a supporto di Weller.
La confezione è buona pur se un tantino spartana con alcune foto in cartolina e un booklet (scritto dal giornalista di Mojo Pat Gilbert che racconta una sbrigativa ma esaustiva storia della band) con immagini un po' scontate e caratteri poco leggibili su sfondi con colori molto spinti.
SPITFIRES - Response
Se siete "restati" a QUEL sound che spaccava le casse dello stereo alla fine degli anni 70 e di cui erano portatori gruppi come Jam, Chords, Jolt, affondando le radici anche nel power pop, nei Buzzcocks, nei primi Clash, Vapors o nei più recenti Moment, Rifles o Ordinary Boys (che tornano soprattutto alla mente quando in mezzo a brani di duro pop rock riecheggiano sprazzi ska in levare), "Response" è il vostro album ideale per il 2015.
Potente, melodico, essenziale, il quartetto di Watford confeziona un album di debutto al fulmicotone, 13 brani per tre quarti d'ora di musica senza sosta, chitarra secca e aggressiva, ritmica sempre pulsante, una tastiera raramente protagonista ma sempre ben presente a sostenere l'impatto sonoro, voce gutturale e diretta (molto vicina al primo Weller), assoli brevi e minimali.
Alla fine c'è molto dei Jam di "All mod cons", "When you're young" , "Down in the tube..", con evidenza il riferimento più diretto e palese. Non un capolavoro che cambierà le sorti della musica ma un album verace, sincero, energico come da tempo non ne sentivamo.
THE MOMENT - The only truth is music
Il ritorno dei Mod Gods non tradisce la lunga attesa: composizioni eccellenti, sound nervoso ed elettrico come alle origini, che trova in brani intrisi di soul come "LOY", "Queen of the Battersea", "Now your starting" o "Dance your dance" i momenti migliori ma che non disdegna il gusto per il mid tempo rock alla Faces ("She's a Modern"), ballate dal sapore brit folk ("Penelope wood" e "You can get what you pay for") o come la conclusiva title track tra Weller e i REM. Non c’è nulla di revivalistico o nostalgico ma è un eccellente nuovo sentiero artistico che si riapre nel migliore dei modi.
I RUDI - Nient'altro che routine
Il trio milanese (basso, batteria e tastiere, nessuna chitarra!) srotola un fresco beat dal sapore 60's, con abbracci a soul e rhythm n blues, caratterizzato da un'energia unica, una tecnica esecutiva eccelsa e ecletticità a volontà. Un disco di grandissima potenza, canzoni mai semplici ma efficaci al primo ascolto, sempre bene articolate e composte alla perfezione.
Grande band !
MADS - In soul
MADS - A go go
MADS - What I need / Virtual world
Singolo in download per la band milanese tornata in vita dopo secoli.
Puro mod rock di marca ’79 tra Jam, Vapors, Chords e il miglior power pop con quel gusto 60’s che caratterizzava Action e i primi Small Faces (senza dimenticare le melodie tipicamente Beatlesiane periodo “Revolver”).
Due brani di altissimo livello compositivo, prodotti benissimo e suonati al meglio (eccellente il lavoro del basso).
“In soul” è invece un tributo alle proprie radici soul e rhythm and blues con tre classici della tradizione "Black", registrati live in studio. "In the midnight hour" di Wilson Pickett, "Knock on wood" di Eddy Floyd e "Harlem Shuffle" di Bob & Earl (ripresa anche dai Rolling Stones) vengono riviste con piglio elettrico ed energico, conservando tutto il groove originale.
“A go go” è invece un viaggio in sei episodi nella tradizione beat dagli Yardbirds agli Small Faces, Hollies, Monkees etc.
FAY HALLAM - Corona
Sorprendente ritorno discografico di FAY HALLAM (è sufficiente ricordare il fulgido passato con Makin Time, Prime Movers, Phase e Fay Hallam Trinity per riassumere in poche parole lo spessore ?) che con "Corona" riesce nell'arduo compito di fare un passo avanti, proponendosi in nuova veste senza per questo rinnegare minimamente il passato.
Fay scava nei profondi 60's intrisi di bossa nova jazzata (alla Astrud Gilberto), nelle colonne sonore più cool di quegli anni, mantenendo una forte impronta soul e funk (bellissime in tal senso "Soul revolution" e "Let me into your soul"), riuscendo a rivitalizzare un classico come "Maybe I'm amazed" di Paul McCartney e un vecchio brano dei Prime Movers "1000 blue ribbons" (tratto da "Earth/Church" e rivisto in chiave avvolgente, versione lenta e minimale). Godibilissimo il lounge introduttivo in italiano, "Se mi ami" e gli omaggi alla nostra terra come la piacevole bossa lounge "Arco" dedicato all'omonima cittadina trentina dove ha spesso suonato e, sulla stessa onda sonora, "Lido".
La voce è come sempre vicina alla Maestra Julie Driscoll, il tocco all'Hammond raffinato e di gran gusto.
Un passo in una diversa direzione ma altrettanto accattivante e gustoso.
THE FIVE FACES - On the run
I genovesi Five Faces furono attivi nei primnissimi anni 80, con un sound grezzo e debitore al classico stile mod '79, tra Purple Hearts, Jam e Long Tall Shorty.
Dopo 30 anni di assenza nel 2014 l'ormai inattesa reunion, la ripresa dell'attività live e il suggello discografico con questo album dal vivo stampato dalla prestigiosa la bel inglese Detorur Records.
La dimensione del palco cattura al meglio l'impeto e l'impatto sonoro del quartetto, la registrazione è cruda e diretta ma più che accettabile.
Dodici i brani tra cui l'immancabile cover di "Watcha gonna do about it" degli Small Faces e la riuscita "So sad about us" degli Who.
READY STEADY GO! - Three covers and one original
Spettacolare singolo in puro e frusciante vinile del terzetto reggiano che raccoglie l'antica eredità dei Coys (due dei membri ne erano parte), tra le migliori mod bands italiane (e non solo) in assoluto.
Come eloquentemente annuncia il titolo sono tre covers (la sempre grande "I took my baby home" già nel repertorio dei Coys, una buona reinterpretazione, bene arrangiata, della "difficile" "Pictures of Lily" degli Who e un'altrettanto riuscita "I'll keep you satisfied" che Lennon e McCartney regalarono nel 1963 a Billy J. Kramer abd the Dakotas) e un fantastico originale, "I've got a ticket" tra Byrds, Beatles circa 1965 e Hollies.
Imperdibile.
G 91 – In the crowd
C’è molto di Oasis, Beatles, Brit Pop di estrazione 90’s nell’esordio del trio piemontese e ovviamente, con queste premesse, sono immancabili i riferimenti alla magìa dei 60’s, in particolare in “John L.” (che non è difficile intuire a chi fa riferimento).
I quattro brani (più una “Intro” iniziale) testimoniano di una notevole sicurezza compositiva (in particolare in quello che è il brano più riuscito e indicativo della sostanza del gruppo, “Vivere e nuotare”), una buona verve esecutiva, una freschezza che rende “In the crowd” un perfetto trampolino di lancio verso traguardi più sostanziosi.
THE MIGHTY TYPHOONS - Take five/Get the money/The snake
45 giri dall’ Olanda ma con un anima e un cuore che pulsano molto più a sud e precisamente a Taranto da dove proviene Fabrizio Carrieri, prime mover della scena mod italiana, ex leader di Steady Beat e The Act.
Hammond mod jazz beat strumentale quello dei MIGHTY TYPHOONS, dalle parti di Brian Auger, Herbie Mann, Jimmy Smith, JTQ, con una bellissima cover di “Take five” di Dave Brubeck.
THE BLACK MARBLE SELECTION - Under her spell
Dall’Olanda un buon album di garage psichedelico, rhythm and blues bianco, con un buon tiro 60’s, sitar, ben suonato e con ottimi brani.
HARD LEFT - We are the hard left
Sono californiani, si definiscono una HARD-MOD PUNK BAND ed esplorano nei testi le principali tematiche dell'estrema sinistra.
Sound Oi! potentissimo, grezzo, greve, duro.
Un corroborante pugno nello stomaco.
BLUE MODE - Space race
Trio strumentale a base di Hammond, modern and cool jazz, in pieno stile Jimmy Smith, guidato da Chip Wickham dei Lack of Afro.
Bella la versione di “Smells like a teen spirit” dei Nirvana, il mood e da sottolineare la qualità esecutiva, ad altissimo livello.
THE BLUEBEATERS - Eberybody knows
Perduto per strada Giuliano Palma i Bluebeaters ripartono dalle radici, dall'original ska che investe e trasforma una serie di brani conosciuti e oscuri tratti da una gamma infinita di influenze (dal pop punk degli Undertones di "Teenage kicks" all'algida elettronica dei Kraftwerk di "The model", al plastic pop di "Toxic" di Britney Spears, alla musica totale dei Traffic di "Glad" tra i tanti) in un momento di festa totale e caldissima.
La formula è scontata e prevedibile ma il risultato è irresistibile e diventa impossibile restare fermi. Ci sono anche omaggi diretti alle fonti di ispirazione Blue Beat/Ska dei primi 60's , brani di Springsteen, Tenco, Oasis, omaggi "nascosti" ai Clash, Smiths, Neil Young.
Divertimento assicurato.
BRIAN AUGER - Back to the beginning
Brian Auger è stato ed è uno dei migliori e più talentuosi tastieristi della scena inglese, precursore della fusion e dell' Acid Jazz dei 90's, protagonista della prima scena mod come solista e con gli Steampacket (con Rod Stewart, Julie Driscoll e Long John Baldry).
Quando fondò i Trinity si propose anche un giovanissimo Jimi Hendrix ma ricorda Brian che lui “un chitarrista ce l'aveva già”.
La Freestyle Records, una delle migliori etichette in ambito soul/blues, rende un doveroso e preziosissimo omaggio all'opera di Auger, raccogliendo 24 brani scelti accuratamente negli oltre 50 anni di carriera discografica e documentandone tutti i cambiamenti e le direzioni musicali, fino ai nostri giorni con la nuova versione degli Oblivion Express con vari figli nella band.
Tra i pochi successi, rarità varie (inclusa una poderosa Shake di Sam Cooke con Rod Stewart alla voce), brani live e funamboliche evoluzioni di tecnica sopraffina, le 2 ore di musica volano via che è un piacere.
FAMILY SILVER - Electric blend
Credo che da queste parti non ci sia bisogno più di tanto di presentare Matt Deighton (Mother Earth), Steve White (Style Council e Paul Weller), Damon Minchella (Weller, Ocean Colour Scene, Who etc etc).
Ebbene questo mirabile trio esce con il primo album di questa collaborazione. Sorprende la direzione sonora che attinge poco dall’illustre passato, propendendo per un rock “classico” di sapore 70’s con qualche virata funk soul e psichedelica.
Dimenticate i precedenti capitoli dei tre e prendete questa nuova incarnazione per quello che è ora.
COW - 3
Il terzo album della band inglese (che vede anche la partecipazione di Paul Weller e Steve Ellis dei Love Affair è un piacevolissimo tour Pop nel soft soul, con accenni Northern, un po’ di funk.
Il tutto ricorda certi produzioni della Respond Records (Tracie e dintorni), molta raffinatezza e cura negli arrangiamenti ma sostanzialmente un lavoro poco incisivo e forse troppo “mellow” e con poco mordente.
ORDINARY BOYS - s/t
Ritorna la band di Sam Preston con un nuovo album omonimo in cui rivive l'originario mix di mod sound, Buzzcocks, Jam, Clash, Smiths, power pop, rivisto con energia, freschezza e buone canzoni.
Un po' fuori tempo massimo ma dignitoso e meritevole di un ascolto.
BUTTERSCOTCH CATHEDRAL - s/t
Immaginate concentrati in un disco i Pretty Things di "SF Sorrow", gli Who di "Sell Out" e dei brani più psych di "Tommy", i Beach Boys di "Smile", i Tomorrow, gli Smoke, i Byrds di "5th dimension", un po' di Barrett-udine, i Temples etc etc.
I BUTTERSCOTCH CATHEDRAL li mettono in due brani di una ventina di minuti l'uno e tirano fuori un album d'esordio coloratissimo e magnificamente retrò.
mercoledì, dicembre 23, 2015
Il meglio del Soul 2015
Non conosce sosta la rinascita della soul music che continua a sfornare dischi di eccellenza. Anche il 2015 riserva una lunga serie di album con i fiocchi.
1
SAUN & STARR - Look closer
Le due coriste di Sharon Jones all’esordio su Daptone con uno splendido gioiello SOUL.
Fantastici i brani, grandissime le voci, groove di 60’s soul, funk e rhythm and blues.
2
SHARON JONES AND THE DAP KINGS - It's a holyday soul party
Se c'è una cosa che non ho mai discograficamente sopportato sono gli album natalizi.
Ma quando a fare un Album Natalizio è SHARON JONES AND THE DAP KINGS e tira fuori delle versioni di canti tradizionali da paura, aggiungendo qualche originale, è una roba da PAURA. Pura CLASSE, soul, rhythm and blues, gospel swing e una "White Christmas" alla Wilson Pickett da antologia.
3
NATHANIEL RATELIFF - Nathaniel Rateliff & The Night Sweats
Spettacolare album di rhythm and blues, gospel, soul in cui convergono l’anima di Otis , il groove di Booker T, un approccio redneck (è del Missouri) alla John Cougar o ai primi CCR.
Il tutto molto ruvido, energico e con un’impronta attuale che cancella eventuali rigurgiti nostalgici.
4
NICOLE WILLIS & the SOUL INVESTIGATORS - Happiness in evey style
Ottimo il ritorno di Nicole Willis: elegante, raffinato ma allo stesso tempo rude e minimale rhythm and blues e soul con un’anima funk e una classe consolidata. Una certezza.
Lei canta alla perfezione, gli 11 brani girano benissimo, la band segue con gusto e discrezione.
5
POPS STAPLES - Don’t lose this
Inciso poco prima di andarsene, rifinito e sistemato dalla figlia Mavis e da Jeff Tweedy dei Wilco, trova finalmente la luce questo splendido testamento blues, gospel, country soul.
Intensissimo, commovente, denso e potente.
Bellissimo.
6
JANE Js CLAN - Step into the groove
La rinascita della soul music è ormai un'affermata consuetudine che continua da anni, sfornando nuove band e eccellenti lavori in continuazione. Non è da meno l'Italia dove l'interesse per questo magico mondo sta aumentando esponenzialmente.
Tra i migliori interpreti, i milanesi Janes J's Clan firmano il loro secondo album che non ci risparmia brillantemente nessuna delle migliori caratteristiche del genere: groove danzereccio, grande energia, ritmi infuocati, la stupenda voce di Jane Jeresa, supportata da un trio con i fiocchi, con una poderosa sezione ritmica e un piano e Hammond di altissimi gusto e qualità.
Niente chitarra dunque, altra peculiarità della band che si avvale però occasionalmente della sezione fiati dei Soul Rockets di Olly Riva.
Soul, funk, boogaloo, rhythm and blues, sapori gospel e northern soul, esecuzione impeccabile, padronanza della "materia" invidiabile.
7
BETTYE LAVETTE - Worthy
Non sbaglia un colpo la vecchia Bettye.
Grande album di intensissimo e spessissimo soul blues. Sono tutte cover riprese in maniera stupefacente e con arrangiamenti mozzafiato a partire dalla spensierata “Wait” dei Beatles trasformata in una dolente ballata blues o in “Unbelieveable” di Dylan che diventa un nerissimo swamp blues o la “Complicated” degli Stones di “Between the buttons” un duro blues soul.
8
SPEEDOMETER - Turning back
Notevole nuovo album per la band inlgese con la voce di JAMES JUNIOR spesso protagonista.
Soul funk di prima qualità, spesso dalle parti di Stevie Wonder 70s', Jamiroquai e del miglior Acid Jazz.
9
BILLY PRICE and OTIS CLAY - This time for real
Eccellente album di solidissimo southern soul e rhythm and blues old style.
Accompagnati dalla Roomful of Blues di Duke Robillard il duo sprizza faville spaziando tra brani di Bobby Womack (l’irresistibile “Broadwalk”), dei Los Lobos (“Tears of God”) o la grande You got me humming” di Sam & Dave (al cui stile l’album si avvicina spesso).
10
THE JACK MOVES - s/t
Duo americano che ci regala un gioiellino di soft soul tra Isaac Hayes, Isley Brothers, Curtis Mayfield, il Gil Scott Heron più suadente, Hall and Oates e talvolta riposta anche agli Style Council. Grandi arrangiamenti con archi sontuosi, voce il falsetto e una raffinatezza di rara bellezza.
Notevoli.
WILLIE WEST and the HIGH SOCIETY - Lost soul
Ottimo album di southern soul, swamp blues, funk e pieno di umori di New Orleans. Grande voce, arrangiamenti scarni (con uno splendido Hammond a costante collante del tutto), brani di prima qualità.
LUCKY BROWN - Mistery Road
Ottimo funk soul strumentale, grooves pazzeschi in pieno stile mid 70's (Meters, James Brown ma soprattutto quella miriade di gruppi minori e sconosciuti che hanno impestato l'aria di 45 giri dimenticati e gracchianti).
SLINGSHOTS - Is this soul ?
Dalla Spagna un gran bell’album di soul funk, con eccellente sezione fiati, brani sempre ritmatissimi, eseguiti con classe e grande competenza. Si va dal classico 60’s soul a furibondi funk mid 70’s.
SOUL MOTIVATORS - Free to believe
Arrivano da Toronto con un soul funk di primissima qualità e la voce di Lydia Persaud che fa davvero faville !
La band gira alla grande, tecnica sopraffina, grooves di hard funk si intrecciano a riuscite melodie black, sezione fiati in gran spolvero, tastiere talvolta acide e “space”che impreziosiscono il tutto.
SANDRA WRIGHT - Wounded woman
Nel 1974 Sandra Wright (scomparsa qualche anno), cugina del bluesman Memphis Slim, incise per la Stax ai Muscle Shoals questo gioiello di southern soul (molto Aretha oriented) ma che non vide mai la luce se non attraverso qualche brano su 45.
Questa prima edizione postuma ce lo consegna nel suo fulgido splendore, caldissimo soul, mai aspro, avvolgente, raffinato, elegante.
RASHEED ALI' - 1968: Soul Power!
Album spettacolare in cui si torna a quei giorni del 1968 di fremente attività sociale, artistica, culturale.
Con un FUNK SOUL spaziale tra il James Brown dei primi 70's, Sly and the Family Stone, il Prince più hot funk.
Album potentissimo e titoli infuocati come "Student revolution", "Black Power Revolution", "Float like a butterfly" dedicata a Muhammad Alì.
LEON BRIDGES - Coming home
Nel suo notevole e fascinoso album Leon Bridges si è fermato più o meno al 1962/1963 nei solchi dei vinili di Sam Cooke, Arthur Alexander, il primo Marvin Gaye.
Il tutto riprodotto fedelmente sia a livello sonoro che di mood rhythm and blues/gospel/doo woop.
Ed è un bel sentire.
MONOPHONICS - Sound of sinning
Dalla California un ottimo lavoro a base di soul e rhythm and blues di gusto 60’s ma con un leggerissimo pizzico di psichedelia che rende il tutto originale e particolare. Undici brani, grooves riusciti e un bel tiro.
ROXY ROCA - Ain’t nothin fancy
La band di Austin al debutto suona un duro southern soul, occhieggia al funk del James Brown dei mid 70’s, va di sezione fiati in stile primi Sly, ci butta un po’ di Al Green, Otis e altri vari ingredienti ad hoc per una miscela perfettamente riuscita.
ANDERSON EAST - Delilah
E’ di Nashville, bianchissimo, e ha registrato ai Fame Studios (quelli in cui sono passati nomi come Wilson Pickett, Aretha o Arthur Alexander).
Il fatto è che canta proprio come Wilson Pickett, suona soul e rhythm and blues, ruvide ballads che trasudano southern soul come da un album di Joe Tex, Sam & Dave o Bobby Blue Bland e che ha fatto proprio un GRAN BEL DISCO.
JERRY LAWSON - Just a mortal man
Jerry Lawson militava nei PERSUASIONS soul band dei 70's che arrivò al contratto discografico grazie a FRANK ZAPPA che li ascoltò PER TELEFONO (!!) e decise di produrre il primo album "Accappella" del 1970.
Decine di album, concerti ed esperienze dopo, JERRY, all'età di 71 anni (!!) debutta come solista con il pregevole "Just a mortal man".
Southern soul raffinato e di classe, dalle parti di Al Green, Solomon Burke, Bobby Blue Bland.
SONNY KNIGHT and the LAKERS - Do it live
Il 65 enne soul man firma un album live di una potenza spaventosa.
Soul funk che prende dal James Brown più incazzoso e hot dei 70's ma che gira anche dalle parti di blues e gospel. Inclusa una versione di “Day tripper” ultra black che vale da sola tutto il lavoro.
HAGGIS HORNS - What Comes To Mind
Viaggia alla grande la band di Leeds con il suo torrido funk/rhythm and blues.
Grande sezione fiati, ritmica da paura, ottime voci e canzoni tiratissime di primissima qualità. Arrangiamenti perfetti, moderni e ultra cool.
GALACTIC - Into the deep
In circolazione da parecchio, da New Orleans con un nutrito gruzzolo di album alle spalle.
Il nuovo album si avvale della partecipazione di una serie di ospiti tra cui Macy Gray e Mavis Staples e si fionda nel funk più deep e hor ma arrangiato e prodotto in chiave attualissima.
DIANE SHAW - Love, life and strings
Bellissimo esordio per la cantante black londinese con un album a base di PURO NORTHERN SOUL, Motown, Philly sound, un po’ di funk.
Il tutto suonato da una band con i fiocchi e con una cura per gli arrangiamenti di prima qualità.
T BIRD & the BRAKES - Harmonizm
La band inglese si destreggia tra buone atmosfere funk, molto danzabili e con buon groove e destrezza strumentale. Il tutto condito da una buona dose di auto ironia e un repertorio, pur se prevedibile, niente male.
TONY MOMRELLE - Keep pushing
Ex voce degli Incognito e corista di Sade all’esordio solista.
Vi manca Stevie Wonder ? “Keep pushing” restituisce le classiche atmosfere soul funk dello Stevie tardo 70’s/ primi 80’s con buon gusto, una voce eccellente e buona canzoni.
VENUE CONNECTION - State of mind
In attività dal 2002, la band spagnola sfodera un ottimo funk soul che attinge dagli anni 70 di Isaac Hayes e Curtis Mayfield, un tocco di James Brown e tanto mellow groove. Splendido e raffinatissimo sottofondo.
NEW MASTERSOUNDS - Made for pleasure
Non convince del tutto il nuovo lavoro (il 12° della carriera...) della band di Leeds.
C’è sempre tanto funk soul di ottimo livello, eseguito con classe e gusto raffinato ma appare anche qualche caduta di tono (un incomprensibile brano reggae) e un po’ di stanchezza.
THE MILK - Favourite worry
Rhytm and soul slow and mellow tra Al Green, Isaac Hayes, Sam Cooke, Bill Withers e un po’ di sensualità alla Marvin Gaye. Ben fatto, cool, con qualche incursione jazzy e bluesy che ne accentuano la raffinatezza.
THE GROOVE - Soul farm
I piacentini all’esordio sulla lunga distanza sfoderano un potente white soul con ottima sezione fiati, grande groove, funk, registrazione e produzione impeccabili, ottimi arrangiamenti.
Heavy soul !
THE SUFFERS - Make some room
Un brillante e scintillante ep d’esordio di quattro brani per la giovane band di Houston che segue le orme di Sharon Jones (la voce di Kam Franklin le si avvicina spesso) con un soul avvolgente ma che sa essere anche grintoso e speditissimo (nel travolgente disco funk soul di “Gwan”) o intensamente bluesy (gli oltre 7 minuti di “Giver”).
martedì, dicembre 22, 2015
I migliori dischi italiani del 2015
L’Italia musicale continua ad esprimere eccellenze e dischi interessantissimi che abitualmente seguiamo e segnaliamo il più possibile da queste parti.
L’elenco che segue è, ovviamente, lo specchio delle mie preferenze ma soprattutto tiene conto dei dischi che ho ascoltato di più e con più piacere (cercando di distribuire la lista in funzione dell'ampiezza di generi).
nel 2007 c'erano ai vertici Statuto e Temponauts
nel 2008 Assalti Frontali
nel 2009 Julie's Haircut, Edda e Teatro degli Orrori
nel 2010 June e Statuto
nel 2011 Verdena, Peawees, Enrico Brizzi, Dellera, Paolo Apollo Negri, Statuto
nel 2012 An Apple Day, Barbacans, Julie’s Haircut
nel 2013 Julie's Haircut, Statuto, Raphael Gualazzi, Cesare Basile, Giuda.
nel 2014 Edda, Finardi, Bologna Violenta, Bastard Sons of Dioniso, Steeplejack
Per ulteriori suggerimenti vi rimando al “Meglio di ogni mese” con abbondanza di altri titoli che ho segnalato.
1 Ex aequo
CESARE BASILE - Tu prenditi l'amore che vuoi e non chiederlo più
IACAMPO - Flores
Uno dei più brillanti, profondi, originali cantori di casa nostra, arriva al nono album.
Aiutato da una lunga schiera di amici (Manuel Agnelli, Enrico Gabrielli, Rodrigo d'Erasmo, Simona Norato, Lilith) Tu prenditi l'amore...parla una lingua diretta, orgogliosamente ostile alla convenienza dei compromessi (sonori e non), scava nel profondo delle sue radici siciliane e mediterranee, scrive nuove pagine dell'infinita epopea del Blues, si avvicina alla canzone d'autore più nobile (da De Andrè a Leonard Cohen), assimila suoni apparentemente lontani (il desert rock dei Tinariwen aleggia spesso).
Arrangiamenti minimali, essenziali, curatissimi e soprattutto sempre originali, personali e di grande classe. Pura eccellenza.
Un affascinante incontro di suoni, umori, colori che arrivano da ogni angolo del Mediterraneo, dell'Africa, del Brasile, è la colonna vertebrale che sostiene il nuovo lavoro (il terzo) del cantautore veneziano.
Iacampo può vantare una lunga attività discografica e concertistica anche con le precedenti esperienze di Elle e Goodmorningboy ma è con la nuova incarnazione che è riuscito a rendere al meglio le capacità compositive ed espressive che lo caratterizzano e FLORES ne è un fulgido esempio, sospeso tra atmosfere acustiche e contemplative e una malinconìa lirica avvolgente.
La miscela di canzone d'autore, pennellate jazzy, un approccio indie folk e un mai invasivo ma perfettamente equilibrato contributo di suoni etno, rende l'album personale, riconoscibile e immediatamente fruibile, grazie a brani freschi, immediati, diretti, mai banali.
3
MIMOSA - La terza guerra
Poderoso esordio dell'attrice, musicista e cantante Mimosa (nome d'arte di Mimosa Campironi già al lavoro con Gigi Proietti, nel musical dei Tre Allegri Ragazzi Morti "Cinque allegri ragazzi morti" di Eleonora Pippo, ora al Festival del Cinema di Venezia con ”Pecore in erba” prima opera di Alberto Caviglia).
"La terza guerra" è una raccolta di una serie di storie di donne in cui Mimosa si identifica alla perfezione, ora con rabbia, ora con struggente sentimento, con malinconia, con drammatica partecipazione.
I brani sono di prevalente impostazione pianistica ( studiato al Conservatorio) e non disdegnano sguardi alla teatralità di Dresden Dolls o Petrina ma mantenendo una personalità assoluta.
Le tematiche sono spesso ostiche (donne uccise, sfigurate, che perdono il padre) ma riconducono, come soluzione salvifica (ma non troppo, spesso è solo arma) all'Amore
. Arrangiamenti curatissimi ma essenziali, grande pulizia sonora, eccelse capacità interpretative di Mimosa.
4
SALVO RUOLO - Canciari patruni ‘un è l’bittà
Cinque anni dopo “Vivere ci stanca” il ritorno discografico di Salvo Ruolo pur se breve (ma l’immediatezza e l’urgenza sono di primaria importanza in “Canciari patruni ‘un è libittà”) segna profondamente la scena cantatutorale italiana per il coraggio e lo spessore della proposta. Magnificamente prodotto da Cesare Basile l’album affonda nelle radici più recondite della Sicilia ribelle, parlando una lingua arcaica, antichissima che marchia a fuoco storie di briganti e resistenti alle forzature della “malaunità” , di coloro che si opposero si ai Borboni che ai Savoia.
Le sonorità passeggiano su uno stretto sentiero che si erge tra i dirupi del blues e le gole del folk, l’approccio è quello, duro ed elegante allo stesso tempo, che fu del De Andrè di “Creuza de ma”. Nei sette brani si respira l’antica e ormai dimenticata aria del Mediterraneo, intesa non come entità geopolitica ma spirituale, anima e cuore del nostro passato che torna costante a pulsare nel presente.
Un disco importante, intenso, avvolgente, personale, duro e commovente.
5
SIMONA NORATO - La fine del mondo
Esordio sorprendente, prodotto da Cesare Basile, originalissimo, dai toni severi, rigorosi e drammatici, teatrali e diretti.
Il riferimento più immediato si avvicina al mood della prima PJ Harvey ma troviamo anche Gabriella Ferri, Nada, Mia Martini, Ani Di Franco, Dresden Dolls con il pianoforte dall’intenso approccio classico protagonista, a tessere la trama di un album splendido che si concede anche episodi ruvidi ed elettronici.
6
MASSIMO RANIERI - Malìa
MASSIMO RANIERI prosegue il suo omaggio personale alla tradizione canora napoletana, sempre in compagnia con MAURO PAGANI ma stavolta con un progetto particolare e gustosissimo come spiega lo stesso Pagani:
“Ci sono stati 10 anni in cui a Napoli si scriveva americano. Dalla seconda metà degli anni ’40 i soldati erano in città grazie alle navi dell’esercito.
C’erano locali solo per la loro musica e i musicisti napoletani ne hanno assorbito le influenze musicali, per di più da musicisti colti".
E così ecco riunita intorno a Ranieri una band con alcuni dei migliori JAZZISTI italiani, gente del calibro di Enrico Rava (tromba e flicorno),Stefano Di Battista (sax), Rita Marcotulli (pianoforte), Stefano Bagnoli(batteria) e Riccardo Fioravanti (contrabbasso).
E il risultato è strepitoso, di un'eleganza raffinata, ammaliante (appunto..) tra note pop, bluesy, il fantastico swing funk di "Tu vuo fa l'americano", l'arrangiamento arabeggiante e super cool di "O sarracino" e altre perle che ritrovano vita in una veste perfettamente tessuta.
Su tutto la voce di Ranieri sempre purissima e convincente che non si cala nel ruolo di crooner ma di interprete d'eccezione.
7
SACRI CUORI - Delone
Non appaia una visione provinciale ma a partire dal fatto che a questo album, oltre alla stupenda e sensuale voce di Carla Lippis, partecipino nomi come Evan Lurie, Howe Gelb, Steve Shelley e Marc Ribot (che si aggiungono a quelli che già avevano arricchito i precedenti tre album della band romagnola, da Jim Keltner, David Hidalgo dei Los Lobos, Isobel Campbell, John Convertino, tra gli altri) e che i Sacri Cuori abbiano contribuito a dischi di Hugo Race, Robyn Hitchcock, Dan Stuart dei Green On Red, acuisce ancora di più l'attenzione verso un progetto multiforme e che si conferma tra i più particolari, personali ed originali in circolazione.
Detto questo "Delone" avvolge nelle sue atmosfere cinematografiche di sapore "tarantiniano", nelle cavalcate tex mex, nelle beguine di stampo Los Lobos ma che odorano anche di Willy DeVille, Lana Del Rey, Yma Sumac.
Ma c'è anche tanto gusto Felliniano nell'approccio stilistico ed evocativo.
L'ascolto è gradevole ma le atmosfere sono sinuose ed inquietanti come lo può essere girare di notte in certi quartieri di New Orleans...fate attenzione !
8
ELLI DE MON - II
Altro eccellente (secondo) lavoro della blueswoman vicentina. Blues minimale e viscerale sempre crudo e diretti ma con una maggior cura negli arrangiamenti e un paio di brani con l’apporto di archi che riportano ai Velvet Underground.
Notturno e sotterraneo.
9
CALIBRO 35 - SPACE
Non potevano fare scelta migliore i Calibro 35 che andare a registrare il quinto album della fortunata serie, iniziata nel 2008, al Toe Rag Studios di Londra, dove tutta l'apparecchiatura è rigorosamente rimasta agli anni '60 e si incide tutti insieme in una stanza .
Il sound, sempre rigorosamente strumentale, ci riporta come sempre alle atmosfere care alle colonne sonore di 60's e primi 70's, con richiami palesi alla scuola italiana che fu di Morricone, Umiliani e Piccioni.
Il tutto corredato da poderose basi funk e da intrecci sonori che attingono di volta in volta da lounge, jazz, addirittura da venature care al Canterbury Sound e al primo prog.
10 ex aequo
I RUDI - Nient'altro che routine
Il trio milanese (basso, batteria e tastiere, nessuna chitarra!) srotola un fresco beat dal sapore 60's, con abbracci a soul e rhythm n blues, caratterizzato da un'energia unica, una tecnica esecutiva eccelsa e ecletticità a volontà. Un disco di grandissima potenza, canzoni mai semplici ma efficaci al primo ascolto, sempre bene articolate e composte alla perfezione.
Grande band !
EL XICANO - La grande paura
El Xicano è una delle innumerevoli esperienze di Silvio Pasqualini, inquieta anima romagnola, già agitatore della mirabile esperienza con Lemeleagre e poi con Australia e Robot.
La nuova dimensione one-man-band ci porta in un bellissimo mondo psichedelico che guarda alla seconda metà degli anni 60's, quella più lisergica, senza perdersi però in troppi "fiori e colori" ma parlando un linguaggio sonoro più crudo e minimale, aspro e abrasivo (non lontano da certe ballate dei Verdena o dell'ex Husker Du Grant Hart).
C'è anche la visione di bands come Real Estate o Temples ma l'impronta è personalissima e unica nel panorama italiano, unita ad una serie di brani di classe compositiva sopraffina.
THE GANG - Sangue e cenere
Mancavano da tempo in uno studio di registrazione i fratelli Severini.
Tornano con un botto, un album che li conferma perfetti, credibili, genuini, sinceri interpreti (originali) di un genere, di un sound ben riconoscibile e personalissimo.
Combat rock, folk rock, ballate, canzone d’autore, testi che spaziano dalla critica sociale all’intimismo, a storie di lotta.
Con loro la sezione fiati di Bruce Springsteen, Garth Hudson della Band e tanti altri ospiti prestigiosi.
NO STRANGE - Universi e trasparenze
Dopo 30 anni di onorata e spesso eccellente attività i NO STRANGE, maestri psichedelici "no-strani", decidono, per la prima volta, di rendere omaggio ad alcune delle loro principali fonti di ispirazione, in un prezioso ed elegante 10 pollici in vinile, come sempre coloratissimo e, ancora una volta, edito dalla benemerita Area Pirata.
Cinque i brani, dall'iniziale (momento più riuscito del lavoro) “Selig Sind Die Sanftmütigen”, dei Popol Vuh, a due gioielli sconosciuti del 1967,"Dawn” dal primo dei Nice e “Susan Song” delle Stelle di Mario Schifano.
Il lato B si addentra in meandri più sperimentali con la lunghissima (oltre i 10 minuti) “Embroidery” di Terry Riley e “The Tortoise, His Dreams And Journeys” di La Monte Young.
Come è logico, trattandosi della band torinese, il tutto viene rielaborato e rivisitato secondo l'ampia creatività di Ursus e compagni.
E' come sempre psichedelia nella sua accezione più profonda, meno scontata e commerciale, più vicina al concetto originale, non solo musicale ma culturale e attitudinale.
NICO - Ciao ciao bell’amore mio
Una lunga esperienza con la indie band dei Flyin Dolly e un'altrettanto corposa militanza al basso nella band di Dente sono l'ottimo biglietto da visita di Nicola Faimali in arte Nico, raffinato ed elegante autore nonchè brillante polistrumentista che in questo esordio solista seleziona, dal suo ricco repertorio sedimentato e lievitato negli anni, dieci limpide canzoni di pop cristallino .
"Ciao ciao bell'amore mio" (titolo che evoca immediatamente Tenco, tra i riferimenti di Nico) abbraccia una larga gamma di influenze dal miglior canzoniere italiano, da Battisti a Dalla, Samuele Bersani, Gazzè, Niccolò Fabi, lo stesso Dente ma anche una deliziosa vena Beatlesiana (in particolare il tratto compositivo caratteristico di Paul McCartney), un pizzico di Style Council, di 10cc e un diffuso gusto lounge.
Non è facile comporre buoni canzoni POP.
Nico sorprende per la facilità con cui scrive eccellenti melodie e la leggerezza con cui le avvolge di arrangiamenti ricchi e ricercati per quanto, paradossalmente, semplici e minimali.
RANDY ROBERTS & the CAPITAL STROKES - CS
All'esordio con un grande album FUNK SOUL, Randy Roberts arriva da Roma con i suoi CAPITAL STROKES, è il figlio dell'immenso Rocky Roberts e del padre ha preso tutto il SOUL, una grande voce e un gusto per i grooves più travolgenti.
La band fa faville e l'album "CS" spacca !!!
OPHIUCO - Hybrid
Paolo “Ezua” Zangara, Marino “Malima” Peiretti e Ilaria “Ali” Nicolini, sono l’anima del progetto Ophiuco, al secondo appuntamento discografico, dopo una lunga pausa di quasi otto anni.
Per l’occasione la band si avvale anche della collaborazione di Irene “Ire” Parabita, Luca “Morse” Morselli e Nathalie “Nat” Carlesso a comporre un caleidoscopico mondo sonoro che parte da basi elettroniche di sapore Portished fino ad arrivare ad atmosfere che sarebbero particolarmente care a Nick Cave.
Il tutto con un afflato molto cinematografico e teatrale, con atmosfere che riescono ad essere dream pop e allo stesso tempo molto conturbanti e inquietanti, quasi morbose.
Undici brani, tre quarti d’ora di musica curatissima, in ogni particolare ma senza per questo perdere spontaneità e urgenza.
GIUDA - Speaks evil
La band romana sigla il terzo centro della carriera con un album all'altezza delle grandi aspettative ormai costanti intorno ad un nome che è riuscito nell'impresa di sfondare anche nell'impenetrabile mercato inglese.
Registrato completamente in analogico, restituisce il consueto clima sonoro di derivazione 70's, tra glam rock, rock n roll, boogie, pub rock., da sempre marchio di fabbrica del gruppo.
Non ci sono novità, se non alcuni episodi più orientati al power pop ("It ain't easy") ma non è certo da loro che si possa aspettare chissà quale stravolgimento sonoro.
I DALTON - Come stai ?
Da Roma tra Sham 69, Eddie and the Hot Rods, Cocksparrer, Cockney Rejects, Slade, Chelsea.
Colgono perfettamente QUEL suono a cavallo tra il pub rock, il primo punk ancora intriso di rhythm and blues e rock n roll di fine '76 /inizi 77.
Attitudine working class, diretti, crudi, essenziali.
BIG MOJO - Dancing skeletons
Cesare Ferioli ha una lunga storia alle spalle come batterista di alcune delle principali bands della scena bolognese, transitando dal punk al rock n roll, con i Jack Daniel’s Lovers e Dirty Hands, approdando ora al Wu Ming Contingent.
Parallelamente gestisce questo affascinante progetto con il nickname di BIG MOJO in cui riesce nell’apparentemente impossibile impresa di coniugare elettronica, ritmiche house e downtempo con blues, rhythm and blues, soul e jazz dance. Aiutato da un lungo stuolo di amici e collaboratori “Dancing skeletons” è un avvolgente e trascinante viaggio tra suoni deep blues che sembrano arrivare da qualche fattoria abbandonata in riva al Mississipi e ritmiche che pulsano come da un album dei Daft Punk.
Straniante, originalissimo, potentissimo.
PELUQUERIA HERNANDEZ – Mamboo
La band veronese coglie il segno con il terzo capitolo della produzione discografica che non solo è il disco della maturità ma anche e soprattutto un prezioso gioiello di equilibrio, grazia sonora, accostamenti originali ma perfettamente coerenti nel momento in cui si accostano il Tex Mex, il sound “desertico” dei Calexico, l’exotica di Yma Sumac, il dolce sapore Lounge Music, l’evocativo richiamo alle colonne sonore di classici western di Morricone o alle follie visive di Quentin Tarantino. Non a caso i Peluqueria Hernandez sono stati spesso vicini anche al mondo cinematografico (su tutti il mediometraggio Peluqueria Hernandez – Il Film nel quale i membri del gruppo appaiono in una vicenda surreale.
Il disco è quasi esclusivamente strumentale, carico di (auto) ironia (basti leggere titoli come Tinto Bruna non avrai il mio scalpo o Torpedone per l’Inferno) e si chiude alla perfezione con una cover dell’immortale Tequila dei Champs. Mamboo è fresco, solare, gradevole, perfetta colonna sonora per qualsivoglia attività.
nel 2007 c'erano ai vertici Statuto e Temponauts
nel 2008 Assalti Frontali
nel 2009 Julie's Haircut, Edda e Teatro degli Orrori
nel 2010 June e Statuto
nel 2011 Verdena, Peawees, Enrico Brizzi, Dellera, Paolo Apollo Negri, Statuto
nel 2012 An Apple Day, Barbacans, Julie’s Haircut
nel 2013 Julie's Haircut, Statuto, Raphael Gualazzi, Cesare Basile, Giuda.
nel 2014 Edda, Finardi, Bologna Violenta, Bastard Sons of Dioniso, Steeplejack
Per ulteriori suggerimenti vi rimando al “Meglio di ogni mese” con abbondanza di altri titoli che ho segnalato.
1 Ex aequo
CESARE BASILE - Tu prenditi l'amore che vuoi e non chiederlo più
IACAMPO - Flores
Uno dei più brillanti, profondi, originali cantori di casa nostra, arriva al nono album.
Aiutato da una lunga schiera di amici (Manuel Agnelli, Enrico Gabrielli, Rodrigo d'Erasmo, Simona Norato, Lilith) Tu prenditi l'amore...parla una lingua diretta, orgogliosamente ostile alla convenienza dei compromessi (sonori e non), scava nel profondo delle sue radici siciliane e mediterranee, scrive nuove pagine dell'infinita epopea del Blues, si avvicina alla canzone d'autore più nobile (da De Andrè a Leonard Cohen), assimila suoni apparentemente lontani (il desert rock dei Tinariwen aleggia spesso).
Arrangiamenti minimali, essenziali, curatissimi e soprattutto sempre originali, personali e di grande classe. Pura eccellenza.
Un affascinante incontro di suoni, umori, colori che arrivano da ogni angolo del Mediterraneo, dell'Africa, del Brasile, è la colonna vertebrale che sostiene il nuovo lavoro (il terzo) del cantautore veneziano.
Iacampo può vantare una lunga attività discografica e concertistica anche con le precedenti esperienze di Elle e Goodmorningboy ma è con la nuova incarnazione che è riuscito a rendere al meglio le capacità compositive ed espressive che lo caratterizzano e FLORES ne è un fulgido esempio, sospeso tra atmosfere acustiche e contemplative e una malinconìa lirica avvolgente.
La miscela di canzone d'autore, pennellate jazzy, un approccio indie folk e un mai invasivo ma perfettamente equilibrato contributo di suoni etno, rende l'album personale, riconoscibile e immediatamente fruibile, grazie a brani freschi, immediati, diretti, mai banali.
3
MIMOSA - La terza guerra
Poderoso esordio dell'attrice, musicista e cantante Mimosa (nome d'arte di Mimosa Campironi già al lavoro con Gigi Proietti, nel musical dei Tre Allegri Ragazzi Morti "Cinque allegri ragazzi morti" di Eleonora Pippo, ora al Festival del Cinema di Venezia con ”Pecore in erba” prima opera di Alberto Caviglia).
"La terza guerra" è una raccolta di una serie di storie di donne in cui Mimosa si identifica alla perfezione, ora con rabbia, ora con struggente sentimento, con malinconia, con drammatica partecipazione.
I brani sono di prevalente impostazione pianistica ( studiato al Conservatorio) e non disdegnano sguardi alla teatralità di Dresden Dolls o Petrina ma mantenendo una personalità assoluta.
Le tematiche sono spesso ostiche (donne uccise, sfigurate, che perdono il padre) ma riconducono, come soluzione salvifica (ma non troppo, spesso è solo arma) all'Amore
. Arrangiamenti curatissimi ma essenziali, grande pulizia sonora, eccelse capacità interpretative di Mimosa.
4
SALVO RUOLO - Canciari patruni ‘un è l’bittà
Cinque anni dopo “Vivere ci stanca” il ritorno discografico di Salvo Ruolo pur se breve (ma l’immediatezza e l’urgenza sono di primaria importanza in “Canciari patruni ‘un è libittà”) segna profondamente la scena cantatutorale italiana per il coraggio e lo spessore della proposta. Magnificamente prodotto da Cesare Basile l’album affonda nelle radici più recondite della Sicilia ribelle, parlando una lingua arcaica, antichissima che marchia a fuoco storie di briganti e resistenti alle forzature della “malaunità” , di coloro che si opposero si ai Borboni che ai Savoia.
Le sonorità passeggiano su uno stretto sentiero che si erge tra i dirupi del blues e le gole del folk, l’approccio è quello, duro ed elegante allo stesso tempo, che fu del De Andrè di “Creuza de ma”. Nei sette brani si respira l’antica e ormai dimenticata aria del Mediterraneo, intesa non come entità geopolitica ma spirituale, anima e cuore del nostro passato che torna costante a pulsare nel presente.
Un disco importante, intenso, avvolgente, personale, duro e commovente.
5
SIMONA NORATO - La fine del mondo
Esordio sorprendente, prodotto da Cesare Basile, originalissimo, dai toni severi, rigorosi e drammatici, teatrali e diretti.
Il riferimento più immediato si avvicina al mood della prima PJ Harvey ma troviamo anche Gabriella Ferri, Nada, Mia Martini, Ani Di Franco, Dresden Dolls con il pianoforte dall’intenso approccio classico protagonista, a tessere la trama di un album splendido che si concede anche episodi ruvidi ed elettronici.
6
MASSIMO RANIERI - Malìa
MASSIMO RANIERI prosegue il suo omaggio personale alla tradizione canora napoletana, sempre in compagnia con MAURO PAGANI ma stavolta con un progetto particolare e gustosissimo come spiega lo stesso Pagani:
“Ci sono stati 10 anni in cui a Napoli si scriveva americano. Dalla seconda metà degli anni ’40 i soldati erano in città grazie alle navi dell’esercito.
C’erano locali solo per la loro musica e i musicisti napoletani ne hanno assorbito le influenze musicali, per di più da musicisti colti".
E così ecco riunita intorno a Ranieri una band con alcuni dei migliori JAZZISTI italiani, gente del calibro di Enrico Rava (tromba e flicorno),Stefano Di Battista (sax), Rita Marcotulli (pianoforte), Stefano Bagnoli(batteria) e Riccardo Fioravanti (contrabbasso).
E il risultato è strepitoso, di un'eleganza raffinata, ammaliante (appunto..) tra note pop, bluesy, il fantastico swing funk di "Tu vuo fa l'americano", l'arrangiamento arabeggiante e super cool di "O sarracino" e altre perle che ritrovano vita in una veste perfettamente tessuta.
Su tutto la voce di Ranieri sempre purissima e convincente che non si cala nel ruolo di crooner ma di interprete d'eccezione.
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SACRI CUORI - Delone
Non appaia una visione provinciale ma a partire dal fatto che a questo album, oltre alla stupenda e sensuale voce di Carla Lippis, partecipino nomi come Evan Lurie, Howe Gelb, Steve Shelley e Marc Ribot (che si aggiungono a quelli che già avevano arricchito i precedenti tre album della band romagnola, da Jim Keltner, David Hidalgo dei Los Lobos, Isobel Campbell, John Convertino, tra gli altri) e che i Sacri Cuori abbiano contribuito a dischi di Hugo Race, Robyn Hitchcock, Dan Stuart dei Green On Red, acuisce ancora di più l'attenzione verso un progetto multiforme e che si conferma tra i più particolari, personali ed originali in circolazione.
Detto questo "Delone" avvolge nelle sue atmosfere cinematografiche di sapore "tarantiniano", nelle cavalcate tex mex, nelle beguine di stampo Los Lobos ma che odorano anche di Willy DeVille, Lana Del Rey, Yma Sumac.
Ma c'è anche tanto gusto Felliniano nell'approccio stilistico ed evocativo.
L'ascolto è gradevole ma le atmosfere sono sinuose ed inquietanti come lo può essere girare di notte in certi quartieri di New Orleans...fate attenzione !
8
ELLI DE MON - II
Altro eccellente (secondo) lavoro della blueswoman vicentina. Blues minimale e viscerale sempre crudo e diretti ma con una maggior cura negli arrangiamenti e un paio di brani con l’apporto di archi che riportano ai Velvet Underground.
Notturno e sotterraneo.
9
CALIBRO 35 - SPACE
Non potevano fare scelta migliore i Calibro 35 che andare a registrare il quinto album della fortunata serie, iniziata nel 2008, al Toe Rag Studios di Londra, dove tutta l'apparecchiatura è rigorosamente rimasta agli anni '60 e si incide tutti insieme in una stanza .
Il sound, sempre rigorosamente strumentale, ci riporta come sempre alle atmosfere care alle colonne sonore di 60's e primi 70's, con richiami palesi alla scuola italiana che fu di Morricone, Umiliani e Piccioni.
Il tutto corredato da poderose basi funk e da intrecci sonori che attingono di volta in volta da lounge, jazz, addirittura da venature care al Canterbury Sound e al primo prog.
10 ex aequo
I RUDI - Nient'altro che routine
Il trio milanese (basso, batteria e tastiere, nessuna chitarra!) srotola un fresco beat dal sapore 60's, con abbracci a soul e rhythm n blues, caratterizzato da un'energia unica, una tecnica esecutiva eccelsa e ecletticità a volontà. Un disco di grandissima potenza, canzoni mai semplici ma efficaci al primo ascolto, sempre bene articolate e composte alla perfezione.
Grande band !
EL XICANO - La grande paura
El Xicano è una delle innumerevoli esperienze di Silvio Pasqualini, inquieta anima romagnola, già agitatore della mirabile esperienza con Lemeleagre e poi con Australia e Robot.
La nuova dimensione one-man-band ci porta in un bellissimo mondo psichedelico che guarda alla seconda metà degli anni 60's, quella più lisergica, senza perdersi però in troppi "fiori e colori" ma parlando un linguaggio sonoro più crudo e minimale, aspro e abrasivo (non lontano da certe ballate dei Verdena o dell'ex Husker Du Grant Hart).
C'è anche la visione di bands come Real Estate o Temples ma l'impronta è personalissima e unica nel panorama italiano, unita ad una serie di brani di classe compositiva sopraffina.
THE GANG - Sangue e cenere
Mancavano da tempo in uno studio di registrazione i fratelli Severini.
Tornano con un botto, un album che li conferma perfetti, credibili, genuini, sinceri interpreti (originali) di un genere, di un sound ben riconoscibile e personalissimo.
Combat rock, folk rock, ballate, canzone d’autore, testi che spaziano dalla critica sociale all’intimismo, a storie di lotta.
Con loro la sezione fiati di Bruce Springsteen, Garth Hudson della Band e tanti altri ospiti prestigiosi.
NO STRANGE - Universi e trasparenze
Dopo 30 anni di onorata e spesso eccellente attività i NO STRANGE, maestri psichedelici "no-strani", decidono, per la prima volta, di rendere omaggio ad alcune delle loro principali fonti di ispirazione, in un prezioso ed elegante 10 pollici in vinile, come sempre coloratissimo e, ancora una volta, edito dalla benemerita Area Pirata.
Cinque i brani, dall'iniziale (momento più riuscito del lavoro) “Selig Sind Die Sanftmütigen”, dei Popol Vuh, a due gioielli sconosciuti del 1967,"Dawn” dal primo dei Nice e “Susan Song” delle Stelle di Mario Schifano.
Il lato B si addentra in meandri più sperimentali con la lunghissima (oltre i 10 minuti) “Embroidery” di Terry Riley e “The Tortoise, His Dreams And Journeys” di La Monte Young.
Come è logico, trattandosi della band torinese, il tutto viene rielaborato e rivisitato secondo l'ampia creatività di Ursus e compagni.
E' come sempre psichedelia nella sua accezione più profonda, meno scontata e commerciale, più vicina al concetto originale, non solo musicale ma culturale e attitudinale.
NICO - Ciao ciao bell’amore mio
Una lunga esperienza con la indie band dei Flyin Dolly e un'altrettanto corposa militanza al basso nella band di Dente sono l'ottimo biglietto da visita di Nicola Faimali in arte Nico, raffinato ed elegante autore nonchè brillante polistrumentista che in questo esordio solista seleziona, dal suo ricco repertorio sedimentato e lievitato negli anni, dieci limpide canzoni di pop cristallino .
"Ciao ciao bell'amore mio" (titolo che evoca immediatamente Tenco, tra i riferimenti di Nico) abbraccia una larga gamma di influenze dal miglior canzoniere italiano, da Battisti a Dalla, Samuele Bersani, Gazzè, Niccolò Fabi, lo stesso Dente ma anche una deliziosa vena Beatlesiana (in particolare il tratto compositivo caratteristico di Paul McCartney), un pizzico di Style Council, di 10cc e un diffuso gusto lounge.
Non è facile comporre buoni canzoni POP.
Nico sorprende per la facilità con cui scrive eccellenti melodie e la leggerezza con cui le avvolge di arrangiamenti ricchi e ricercati per quanto, paradossalmente, semplici e minimali.
RANDY ROBERTS & the CAPITAL STROKES - CS
All'esordio con un grande album FUNK SOUL, Randy Roberts arriva da Roma con i suoi CAPITAL STROKES, è il figlio dell'immenso Rocky Roberts e del padre ha preso tutto il SOUL, una grande voce e un gusto per i grooves più travolgenti.
La band fa faville e l'album "CS" spacca !!!
OPHIUCO - Hybrid
Paolo “Ezua” Zangara, Marino “Malima” Peiretti e Ilaria “Ali” Nicolini, sono l’anima del progetto Ophiuco, al secondo appuntamento discografico, dopo una lunga pausa di quasi otto anni.
Per l’occasione la band si avvale anche della collaborazione di Irene “Ire” Parabita, Luca “Morse” Morselli e Nathalie “Nat” Carlesso a comporre un caleidoscopico mondo sonoro che parte da basi elettroniche di sapore Portished fino ad arrivare ad atmosfere che sarebbero particolarmente care a Nick Cave.
Il tutto con un afflato molto cinematografico e teatrale, con atmosfere che riescono ad essere dream pop e allo stesso tempo molto conturbanti e inquietanti, quasi morbose.
Undici brani, tre quarti d’ora di musica curatissima, in ogni particolare ma senza per questo perdere spontaneità e urgenza.
GIUDA - Speaks evil
La band romana sigla il terzo centro della carriera con un album all'altezza delle grandi aspettative ormai costanti intorno ad un nome che è riuscito nell'impresa di sfondare anche nell'impenetrabile mercato inglese.
Registrato completamente in analogico, restituisce il consueto clima sonoro di derivazione 70's, tra glam rock, rock n roll, boogie, pub rock., da sempre marchio di fabbrica del gruppo.
Non ci sono novità, se non alcuni episodi più orientati al power pop ("It ain't easy") ma non è certo da loro che si possa aspettare chissà quale stravolgimento sonoro.
I DALTON - Come stai ?
Da Roma tra Sham 69, Eddie and the Hot Rods, Cocksparrer, Cockney Rejects, Slade, Chelsea.
Colgono perfettamente QUEL suono a cavallo tra il pub rock, il primo punk ancora intriso di rhythm and blues e rock n roll di fine '76 /inizi 77.
Attitudine working class, diretti, crudi, essenziali.
BIG MOJO - Dancing skeletons
Cesare Ferioli ha una lunga storia alle spalle come batterista di alcune delle principali bands della scena bolognese, transitando dal punk al rock n roll, con i Jack Daniel’s Lovers e Dirty Hands, approdando ora al Wu Ming Contingent.
Parallelamente gestisce questo affascinante progetto con il nickname di BIG MOJO in cui riesce nell’apparentemente impossibile impresa di coniugare elettronica, ritmiche house e downtempo con blues, rhythm and blues, soul e jazz dance. Aiutato da un lungo stuolo di amici e collaboratori “Dancing skeletons” è un avvolgente e trascinante viaggio tra suoni deep blues che sembrano arrivare da qualche fattoria abbandonata in riva al Mississipi e ritmiche che pulsano come da un album dei Daft Punk.
Straniante, originalissimo, potentissimo.
PELUQUERIA HERNANDEZ – Mamboo
La band veronese coglie il segno con il terzo capitolo della produzione discografica che non solo è il disco della maturità ma anche e soprattutto un prezioso gioiello di equilibrio, grazia sonora, accostamenti originali ma perfettamente coerenti nel momento in cui si accostano il Tex Mex, il sound “desertico” dei Calexico, l’exotica di Yma Sumac, il dolce sapore Lounge Music, l’evocativo richiamo alle colonne sonore di classici western di Morricone o alle follie visive di Quentin Tarantino. Non a caso i Peluqueria Hernandez sono stati spesso vicini anche al mondo cinematografico (su tutti il mediometraggio Peluqueria Hernandez – Il Film nel quale i membri del gruppo appaiono in una vicenda surreale.
Il disco è quasi esclusivamente strumentale, carico di (auto) ironia (basti leggere titoli come Tinto Bruna non avrai il mio scalpo o Torpedone per l’Inferno) e si chiude alla perfezione con una cover dell’immortale Tequila dei Champs. Mamboo è fresco, solare, gradevole, perfetta colonna sonora per qualsivoglia attività.