giovedì, giugno 11, 2015
Gianfranco Zigoni
Uno dei personaggi più estrosi ed estremi nella storia del calcio italiano, GIANFRANCO ZIGONI è stato giocatore di Juventus (con cui vinse uno scudetto nel 66/67), Genoa, Roma, Verona e Brescia, da metà degli anni 60 ai primi 80's. 265 presenze e 63 gol in Serie A , una in Nazionale, ha poi proseguito come allenatore di squadre giovanili.
Ma oltre ad indubbie qualità calcistiche, ad un talento naturale innato, divenne famoso per il carattere ribelle e insofferente alla rigida disciplina quasi monastica che vigeva nel calcio dei tempi.
Dal rapporto con Valcareggi che lo lasciò fuori in una partita con il suo amato Verona e Zigoni rispose mantenendo fede alla promessa data:
«Io in panchina? Ma questo non ha capito un cazzo, se lascia fuori uno come me vuol dire che vuol perdere la partita. Bene, vado in panchina con la pelliccia e il cappello da cowboy». E così fece (vedi prima foto).
Oppure per sua stessa ammissione: "Fumavo 40 Marlboro al giorno, facevo le quattro a giocare a carte. Se mi fossi davvero impegnato solo DIO avrebbe potuto fermarmi."
Dichiarazioni sopra le righe:
«Sognavo di morire sul campo, con la maglia del Verona addosso. M'immaginavo i titoloni dei giornali e la raccolta di firme per cambiare il nome allo stadio: non più Bentegodi, ma Gianfranco Zigoni.
Ero pazzo furioso».
E poi considerazioni para politiche
«Mai sentito parlare di Gesù Cristo?
Questo signore, duemila anni fa, è venuto sulla terra per dirci che gli uomini sono tutti uguali. E il Che cosa predicava? Che in ogni parte del mondo bisogna combattere l'ingiustizia.
Il Che e Gesù sarebbero andati d'accordo, ma stà attento: io non sono comunista, per quanto sia fedele al calcio di una volta. Voglio dire: per me il numero 7 è l'ala destra e l'11 è l'ala sinistra.
A me ribolle il sangue quando sento i calciatori lamentarsi.
Ragazzi: andate a fare un giro in miniera.
Mio padre si è rovinato i polmoni a furia di lavorare nella fabbrica delle schifezze, uno stabilimento che ha ammazzato tanta gente di questo posto. Mio padre è morto e lui, il padrone, vive in un castello con parco annesso. Queste sono le ingiustizie. Se fosse vivo il Comandante... Io da giovane volevo fare la rivoluzione».
E una serie di ricordi legati alla sua ribellione.
Ho accumulato più giorni di squalifica che goal, perché non sottostavo ai soprusi degli arbitri. Dicono: bisogna credere alla buona fede di quei signori. Ma per favore, ho visto furti inimmaginabili ed ho pagato conti salatissimi.
Una volta mi diedero sei giornate di squalifica e trenta milioni di multa perché dissi ad un guardalinee di infilarsi la bandierina proprio là. Trenta milioni negli anni Settanta: all’epoca con quei soldi compravi due appartamenti.
Il prezzo della mia libertà di opinione. Ho un unico rimpianto, essermi tagliato i capelli alla Juventus, ma ero troppo giovane, non avevo la forza di ribellarmi agli Agnelli.
Avevo una grande opinione di me stesso, pensavo di essere il più forte calciatore sulla terra. In campo odiavo l’avversario e lo colpivo col mio pugno, che era micidiale, fuori gli volevo bene e lo invitavo a bere un whisky.
Ha scritto il libro autobiografico Dio Zigo pensaci tu
Che personaggio vero..
RispondiEliminaAltro che i nostri pirletti odierni
Una dichiarazione su tutte:
Il Che e Gesù sarebbero andati d'accordo, ma stà attento: io non sono comunista, per quanto sia fedele al calcio di una volta. Voglio dire: per me il numero 7 è l'ala destra e l'11 è l'ala sinistra.
..tra Freak Antoni e Celentano
C
Zigo-Gol!
RispondiEliminaZigo Gol è ancora un idolo a Verona
RispondiEliminaLo stile è quello di Alberto "Gallo" Galletti
RispondiEliminaMah, non son poi così convinto. I difensori seppur ribelli vedono la medaglia dall'altra faccia.
EliminaIdolo anyway.
Sugli sproloqui esistenzial-politici meglio sorvolare
Talento buttato se fosse stato pro invece che anti sarebbe stato il nostro Rensenbrink ma non si può biasimare il suo background era quello che era.
Straordinaria la pelliccia in panchina mi sembra Bob Dylan sulla copertina di Desire.
Quel Guerino con la pistola ce l'ho!
Lo vidi col Rama a Pavia nel Giorgione a 40 anni suonati: Improponibile
Strabullo al Menti nella foto contro il Lanerossi l'undici é Filippi un'altro grande.
EliminaScarpe rosse 40 anni prima
Vi dice niente il biancorosso Ezio Vendrame altro spirito libero...
RispondiEliminaHo letto i suoi libri (di Vendrame), pazzeschi
RispondiEliminaAnche quelli di Bacciocchi/Galletti )))))
RispondiEliminaElogio o presa per il culo?
EliminaELOGIO!!!
EliminaZigoni, Vendrame, Sollier (e ci metto nel mezzo pure il povero Meroni anche se in mezzo a questi soggetti rischia di passare per abatino) elementi di un ALTRO CALCIO che piaceva più a noi e molto meno ai padroni del vapore. Una volta c'erano i portieri come Terraneo che scrivevano poesie, nel clacio moderno Pessotto, aduso a legger libri ed avere una certa cultura, era visto come un Ufo. Anyway basta lamentele, i tempi cambiano, lo diceva pure Bob Dylan! Chiudo con una riflessione: chissà come vivrebbe il suo rapporto casula con i mondo del pallone Zigoni oggi e sopratutto chissà che rapporti avrebbe con la curva del Verona; certo che se anni fa Zigoni era un idolo per la curva devo dedurre che nel tempo a Verona si devon essere guastati non poco (ovviamente i curvaioli e non le persone normali).
RispondiEliminaCharlie
Sintomatico di come certe cose nel calcio non dovrebbero centrare, si rovina tutto , ma è bello che Zigo resti sempre un idolo della folla vuol dire che quello che ha fatto giocando qualcosa conta
EliminaEzio Vendrame è stato amico, non a caso, di Piero Ciampi. Di Sollier ricordo un libro pubblicato nei primi anni '80 da Gammalibri. E poi c'è Petrini, con i suoi libri pubblicati da Kaos.
RispondiEliminaIl libro di Sollier si chiamava CALCI, SPUTI E COLPI DI TESTA...ormai è introvabile, io ne conservo gelosamente una copia che mi fu regalata da un signore che al tempo militava con il calciatore dentro Democrazia Proletaria (o Lotta Continua...boh).
RispondiEliminaCharlie