giovedì, giugno 04, 2015
Black Power Revolution - Last Poets
Tra la fine dei 60’s e l’inizio dei 70’s il movimento per i diritti dei neri americani divenne sempre più attivo, militante, con obbiettivi precisi e modalità d’azione sempre più dirette e meno compromissorie (dai Black Panthers alla Nation of Islam tra i tanti soggetti). Parallelamente molti artisti si affiancarono alla lotta dai più noti (Stevie Wonder, Ray Charles, James Brown) a quelli più underground. Questi ultimi sfornarono una serie di album seminali, spesso durissimi, che rimangono una colonna sonora spesso dimenticata ma che merita ancora ascolto e attenzione soprattutto in momenti in cui i diritti acquisiti allora non sembrano essere ancora tanto rispettati.
LAST POETS - Last Poets (1970)
LAST POETS - This madness (1971)
LIGHTIN’ ROD - Hustlers convention” (1973)
Tra i gruppi più rilevanti della scena black, dalla formazione variabile nel corso degli anni ma che ruotò sempre intorno ai nomi di Jalal Mansur Nuriddin, Umar Bin Hassan, e Abiodun Oyewole.
I primi due album, “Last poets” del 1970 e “This is madness” del 1971, caratterizzati da brani parlati con il solo ausilio di una base di percussioni a cura di Nilaja Obabi sono i lavori più rilevanti della loro carriera.
Brani espliciti come "Nigger are scared of revolution" (Niggers will fuck you! / Niggers would fuck 'Fuck' if it could be fucked / But when it comes to fucking for revolutionary causes / Niggers say 'Fuck revolution!') o "Wake up Niggers" (HEY! - WAKE UP, NIGGERS or y'all through! /Drowning in the puddle of the white man's spit) sono bastonate nei denti, anti razziste, militanti, che non usano mezzi termini.
Il primo album , pur di difficile fruibilità raggiunse i verticidelle classifiche americane , vendendo oltre un milione di copie.
Sulla stessa onda “This is madness” pur se meno efficace essendo ormai prevedibile.
Jalal Mansur Nuriddin nel 1973 registra invece “Hustlers convention” con lo pseudonimo di Lightin’ Rod, un album fondamentale per il futuro del rap e dell’hip hop che prenderà abbondanti ispirazioni (e anche molti campionamenti peraltro mai accreditati essendo il disco pressochè sconosciuto e dimenticato).
E’ un concept che si addentra in una tipica storia black tra droga, prostituzione, carcere etc e la band che suona con “Lightin Rod” è quella dei KOOL and the GANG che improvvisa sensazionali grooves funk soul in sottofondo.
Album basilare per capire da dove nasce il rap.
Grazie, non conoscevo Lightnin Rod
RispondiEliminaMaestri..
RispondiEliminaBeyonder beyonder beyonder
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