venerdì, novembre 28, 2014

Novembre 2014. Il meglio



Manca un mese alla fine del 2014 i nomi che finiranno nella top 10 di fine anno:
Damon Albarn, Sleaford Mods, Sharon Jones and the Dap Kings, Temples, Robert Plant, Ty Segall, Benjamin Booker, The ghost of a saber tooth tiger, Bob Mould, Jack White, Lisa and the Lips, Pete Molinari, St.Paul & the Broken Bones, Hypnotic Eye, Quilt, Nick Pride and the Pimptones, Real Estate, Kelis, Stiff Little Fingers, Ian Mc Lagan, The #1S, Ty Segall, John Steel Singers, Sean Rowe, Goat, Leonard Cohen, Wanton Bishops, Marianne Faithfull, Macy Gray, Acid Baby Jesus.

Tra gli italiani Eugenio Finardi, Edda, Bologna Violenta, Steeplejack, Gli Illuminati, Bastard Sons of Dioniso, No Strange, Jane J’s Clan, Link Quartet, Nada, Monkey Weather, Plastic man, Guignol, Mads, Sick Rose, Paolo Negri, Avvoltoi, A toys Orchestra, News for Lulu, Paolo Conte, Cleopatras, Hikobusha


ASCOLTATO

GLI AVVOLTOI - Amagama
Trent’anni di storia attraverso i meandri del beat italiano (primissimi a riscoprirlo) ma non solo. La band di Moreno Spirogi ha esplorato più volte altre stanze musicali spingendosi anche nel cantautorato più colto, toccando addirittura certe forme di prog.
Sempre con una forte vena ironica e sarcastica a condire il tutto.
Il nuovo “Amalgama” sintetizza al meglio tutte le varie incarnazioni della band tenendo ben salde le radici nel beat italiano ma citando i Rolling Stones più psichedelici (“Come puoi”) o addirittura i Clash di “London calling” che fanno capolino in “Solo un nome”. Ma c’è anche il garage beat in “Storia di una notte” e “Federica”, atmosfere che furono care ai primi gruppi psych prog nei primi 70’s (vedi “Uomini fantastici” e “Isabel”), il blues in “Eh eh ah ah”.
Un album caleidoscopico, delizioso, divertente, che continua a testimoniare quanto sia importante un gruppo come gli Avvoltoi in Italia.

LAST INTERNATIONALE - We will reign
New yorkesi, prodotti da Tom Morello dei Rage Against the Machine e con l’e RATM Brad Wilk alla batteria, impegnati politicamente e autori di un sound potente tra blues, rock duro, tracce gospel soul alla Bellrays e folk americano condito dalla bellissima voce di Delila Paz, in bilico tra Joan Baez, Chrissie Hynde e Grace Slick.
Band molto interessante da ascoltare attentamente.

THE PAPERHEAD - Africa avenue
E’ probabile che siano in molti ad amare gli Who di “Sell out” o i primi album dei Pink Floyd, gli Stones di “Their satanic” e i Beatles di ”Magical mistery tour”. I new yorkesi Paperhead viaggiano proprio da quelle parti, in modo fedele agli originali e particolarmente convincente.
Molto gradevoli, interessanti e freschi (e non è un ossimoro).

JAMES WILLIAMSON - Re-Licked
Il buon James ha radunato scampoli di STOOGES (da Mike Watt a Steve McKay ma senza IGGY) e una serie di ospiti cantanti per una riedizione di una serie di vecchi brani della band.
Il risultato non è malaccio e con voci come quella di JELLO BIAFRA, LISA KEKAULA, MARK LANEGAN, ROB YOUNG, BOBBY GILLESPIE ,tra gli altri, salta fuori un album molto piacevole da ascoltare.

ACID BABY JESUS - Selected recordings
Quartetto greco, di Atene, alle prese con una psichedelia acidissima, super lisergica, liquida. A tratti ricordano Jesus and Mary Chain in chiave profondamente 60’s altre volte siamo in territorio primi Pink Floyd più sperimentali ma con un approccio quasi Crampsiano.
Originali ed estremi !

GONG - I see you
Guidati come sempre da David Allen, i Gong continuano senza timore la loro ormai quarantennale carriera. Personalmente li ho amati tantissimo fino alla svolta jazz rock fusion e ritorno ad abbracciare la causa Gong con questo sorprendente nuovo lavoro, a base delle consuete lucide bizzarrie, un potente jazz rock, inventiva a profusione e grandi momenti di pura psichedelia.

PINK FLOYD - Endless river
Non è che puoi dire che sia un brutto album.
Ci hanno messo tutto quello che di Pink Floyd ti aspetti da un album dei Pink Floyd, pur dovendo sfruttare gli scarti di un lavoro già debolissimo come "Division bell".
E' però un'operazione inutile, moscia, che non ha alcun senso e che scomparirà (giustamente) presto nel dimenticatoio.
Potevano anche avanzare.....(come si dice dalle mie parti).

BUZZCOCKS - The way
Lavoro dignitoso, più cupo del solito, meno gioioso del consueto pop punk con cui li conosciamo ma si fa ascoltare con grande piacere, ha energia e buone canzoni e fa il giusto paio con il ritorno degli STIFF LITTLE FINGERS con l'ottimo "No going back".

FOO FIGHTERS - Sonic highways
Grohl e soci parlavano di un viaggio nella cultura musicale americana.
Mi aspettavo un album roots con blues, soul e quant’altro. Niente invece di diverso dal solito ultra rock a cui ci hanno abituati. Qualche buon momento qua e là ma disco assolutamente trascurabile. Peccato.

BLOODHOUNDS - Let loose
Arrivano da L.A. e suonano come i primi Stones, quelli rozzi e ruvidi, malati di blues e rhythm and blues. Un album davvero genuino, sincero, diretto, a tratti macchiato da un goccio di sano garage punk.

BUDOS BAND - Burnt offering
Quarto album e ancora un ottimo lavoro a base di afro funk soul strumentale, con pennellate ethio jazz e numerose escursioni anche nel rock, talvolta tinto di psichedelico.

BAKER BROTHERS - Hear no devil
Questo è puro e semplice funk soul suonato alla grandissima con il groove necessario e grandi songs. Godibilissimo.

FEDERICO FIUMANI - Un ricordo che vale 10 lire
Fiumani si dedica per la prima volta ad un album interamente composto da cover, italiane nello specifico e provenienti dall’immenso panorama cantautorale nostrano.
La scelta è accurata e molto particolare anche se i nomi sono altisonanti, da Tenco a De Gregori a Dalla, Conte, Bennato. Ma ci sono anche Giuni Russo, Renzo Zenobi (con tanto di ironico omaggio con la R pronunciata come nell’originale) e Claudio Lolli.
Gli arrangiamenti sono scarni, prevalentemente (semi) acustici, l’approccio è rispettoso e riverente, non ci sono particolari stravolgimenti e la voce di Federico bene si accoppia con le scelte.

HIKOBUSHA - Disordini
Giunge al terzo album l'ambizioso progetto degli HIKOBUSHA. Il quartetto, alle soglie di una carriera decennale, riesce nell'ardito obiettivo di coniugare la poetica teatrale di un personaggio come Giorgio Gaber (citato tra le principali fonti di ispirazione) con lo sguardo avanguardista di nomi come Tom Waits, Nick Cave (non a caso nell'album è ospite l'ex Bad Seeds Hugo Race), Mark Lanegan e sonorità che alternano un approccio "rock" con sguardi all'elettronica e al trip hop. In mezzo frammenti parlati in loop ad accompagnare brani avvolgenti che rimandano alla new wave italiana dei prima Litfiba e dei Neon o ai Depeche Mode e Subsonica.
Un lavoro estremamente originale, una gamma di stili ampia, un respiro internazionale grazie anche ad una produzione raffinata, curata e piena di stile.

JOYELLO - “beat.”
Progetto solista di Joyello Triolo (Peluqueria Hernandez, già nelle Madri della Psicanalisi) tra elettronica e sperimentazione che si riassume bene nelle parole dello stesso Joyello “ho inviato ad alcuni amici musicisti un campione ritmico tra quelli che quotidianamente scandiscono le nostre vite (treno, goccia d'acqua, orologio, cuore eccetera...) e li ho lasciati liberi di farne ciò che volevano, senza vincoli, per poi rispedirmelo. Su queste “basi” ho trovato l’ispirazione per realizzare undici brani che, in più di un’occasione, sono risultati molto diversi da ciò che immaginavo in partenza”.
In mezzo campionamenti irriverenti e/o sorprendenti (da Jack Kerouac a pubblicità dei 60’s, estratti dai telefilm “e.r. medici in prima linea” e “grey’s anathomy”, Bob Dylan, Domenico Modugno e tanto altro) e un sound esplicitamente elettro dance o più semplicemente elettronico tra anni ’80, certi Kraftewerk algidi e aperture più attuali.
Un progetto bizzarro, particolare, sicuramente personalissimo, a cui dare assolutamente un ascolto.

CRUEL EXPERIENCE - Save the nature kill yourself
Il trio di Lucca all’esordio con un doppio EP si tuffa nelle torride sonorità che viaggiano pericolosamente a cavallo tra proto grunge (quello più acido e torrido dei primi Mudhoney di “Touch me I’m sick” e dei Nirvana di “Bleach”), hardcore punk californiano primi anni 80 (i Circle Jerks di “Group sex”, i primissimi Black Flag o addirittura ancora prima i Dickies), non disdegnando accenni più classici (Ramones e Social Distortion). Al di là dei riferimenti più o meno espliciti, un lavoro interessantissimo, genuino, suonato con attitudine e con il giusto “tiro”.

AA.VV – Sly's Stone Flower – I'm just like you
Reduce dal successo di Woodstock, da una serie di esplosivi singoli e da quattro album che infuocarono charts e platee con un travolgente mix di soul, psichedelia, rock, funk, nel 1970 Sly Stone si dedicò alla creazione di un nuovo sound che porterà a quel capolavoro seminale e innovativo che fu There’s a riot goin’ on del 1971.
Fonda l’etichetta Stone Flower, sceglie tre nuovi nomi della scena black, li produce, compone, arrangia ma soprattutto sperimenta, attingendo da nuove tecnologie (la prima batteria elettronica) e da una creatività in costante espansione.
L’etichetta durerà il tempo di 4 singoli (due delle Little Sister, uno di Joe Hicks, uno dei 6IX), ma getterà le basi per il nuovo corso di Sly and the Family Stone, aprendo strade inaspettate per la black music. I’m just like you raccoglie quei singoli, alcune outtakes e soprattutto quattro inediti di Sly in cui ritmi funk si intersecano con minimali tracce di batteria elettronica alternandosi a colorati e caldissimi brani soul.
Un prezioso compendio ad una carriera folgorante, spentasi poco tempo dopo in un abisso di eccessi.

THE FIRE - Bittersweet EP
La creatura di Olly Riva non è andata in pensione nonostante il concomitante progetto soul con i SoulRockets. E quindi accogliamo con la massima gioia questo nuovo EP che, per precisa scelta della band, raccoglie quelle che una volta sarebbero state le Bsides dei 45 giri. Non scarti ma quei brani “anomali” che difficilmente avrebbero trovato posto su un album. Materiale comunque di primissima qualità, a partire dalla riuscitissime covers di “Roxanne” dei Police, “Dr Rock” dei Motorhead e la semiacustica versione “Train in vain” dei Clash. Sontuosi gli altri tre brani autografi tra rock pompatissimo dalle inflessioni hard punk pop rock e una ballata minimale alla Guns n Roses .

DANIELE GUERINI - Il senso delle cose
Da Torino un’immersione completa nel brit pop più classico, quello di cui Oasis e Paul Weller prima, Noel Gallagher, Beady Eye poi sono stati  e continuano a rimanere i maestri incontrastati. Le dieci canzoni de “Il senso delle cose” partono da quelle precise coordinate ma non disdegnano di spaziare con personalità anche nel pop italiano più evoluto e personale (Cesare Cremonini in primis).
 L’album è particolarmente curato, i brani ottimamente arrangiati, con cura pur nella loro essenzialità, le composizioni di alta qualità.

ASCOLTATO ANCHE
TONY ALLEN (ottimo album di moderno afro funk con classe, stile, immenso groove), DAMIEN RICE (incensato ovunque per me noiosissimo), HOOKWORMS (un po’ wave, un po’ psych, un po’ Sonici ma trascurabili), DAWN PEMBERTON (raffinato soul jazz funk dal Canada. Elegante ma anche asettico), MAGIC CASTLES (americani, psichedelia liquida e fluente ma anche poco originale), CAVEAU (Da Pesaro tra il pop punk dei Prozac+ eSiouxsie and the Banshees. Interessante) ROYAL BLOOD (Metti insieme Black Keys, Nirvana, Queens of the Stone Age, un po' di Jack White e qualche altra bestiata bella ruvida e deragliante), EVA’S MILK ( grunge ed echi psichedelici di sapore 60’s, pop, Pixies, anche se la principale fonte di ispirazione sembra arrivare dai nostrani Verdena), FAST ANIMALS AND SLOW KIDS (emo-core alla Fine Before You Came ma non disdegna influenze apparentemente lontane come possono essere i nomi di Cure o Husker Du) HANNI EL KHATIB ( nel terzo album abbandona certe suggestioni 60's per abbracciare sonorità più "Tarantino" e hard bluesy ."Moonlight" è un discreto disco), SCRAPPY TAPES (dall’Olanda ottimo gruppo new blues, classico duo di sapore White Stripes/Black Keys ma molto più roots), 3 FINGERS GUITAR (concept album tra Primus e i King Crimson di “Discipline” tanto quanto Massimo Volume, post rock e soluzioni più cantautorali) LA MENTE (coordinate tra il Battiato post “Cinghiale bianco” ma con un occhio su sonorità che spaziano dal folk ai Cure), BLIND SHAKE (garage crampsiano, prevedibile), NOTS (garage e space punk...mah)

LETTO

ELISA RUSSO - Uomini
“Uomini” è un fantastico libro scritto splendidamente da Elisa Russo che raccoglie le diretta testimonianze di un’epoca unica e irripetibile, infuocata e travolgente come quella che si visse a Milano e dintorni negli anni 90. In primo piano la storia dei Ritmo Tribale, tra le band più rappresentative del periodo e le successive incarnazioni in No Guru e nell’esperienza solista di Edda ma sullo sfondo corre, quasi protagonista una storia che pulsa dei racconti di personaggi come Manuel Agnelli, Morgan, il Leocavallo e il Jungle Studio, la scena indie che esce dalle cantine, approda alle major e ne viene divorata, digerita e abbandonata a pezzi.
Il racconto è spesso estremamente spietato, non ci sono reticenze, mezze parole o malcelati sotto intesi. L’ascesa e la rovinosa caduta della band (e di alcuni suoi componenti) è tutta in queste pagine, crude e dirette come lo era il sound dei Ritmo Tribale. Uno scritto basilare ed essenziale per chi ha vissuto quei tempi allo stesso modo per chi non c’era e vuole conoscere una realtà di tanti anni fa ma che continua a pulsare in queste righe.

COSE & SUONI
Lilith and the Sinnersaints
Autunno e inverno in studio di registrazione per il nuovo album che uscirà a marzo 2015 e sarà accompagnato da un nutrito numero di date.
Stay in touch.

www.lilithandthesinnersaints.com
https://www.facebook.com/LilithandtheSinnersaints

Mie recensioni su www.radiocoop.it

IN CANTIERE
Esce a metà febbraio il mio libro su Paul Weller, “Paul Weller, L'uomo cangiante, The Modfather” per VoloLibero .
Seguirà una serie di presentazioni, alcune delle quali in coppia con Alex Loggia degli Statuto alla chitarra ad eseguire brani di Paul e non solo.

18 commenti:

  1. Prima del rush finale di fine anno noto un mese bello ricco(e mi ci ficco)..
    Andrò su AVVOLTOI (Amagama e' Ummagumma in dialetto?),PAPERHEAD,Maestro JOYELLO, BUZZCOCKS,la raccolta della STONE, dei FFIGHTERS quello che ho e' quello che mi aspettavo e mi sta tanto bene cosi (mentre mi sto registrando le varie puntate alla tele da vedere in full immersion magari una di queste domeniche grige e piovose..bicchiere metallurgia compagnia giusta..)
    Quello "nuovo" dei Pink Floyd mi fa ridere gia solo dalla cover che sembra una copertina dei giornali dei testimoni di Geova (ma per favore,siete comunque i Pink Floyd)

    C

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  2. Ho presente un'altra foto della stessa session Paolino/Pietro dove quest'ultimo ha in mano una spazzola per capelli..boh
    C

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  3. E' uscita un sacco di roba interessante.
    Il 2014 è un anno abbastanza buono con ottimi dischi

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  4. I Last Internationale son davvero una bella mitraglia.
    Curioso di sentire il Fiumani alle prese con dei classici.
    I Fast Animals Slow Kids dal vivo son divertenti (essendo della zona dalle mie parti ci son passati spesso) anche se il gancio con gli Husker Du non l'ho mai colto, forse magari su disco suonano un pò diversi rispetto al live. Olly Riva è fantasticamente multitasking, da sempre!!!

    Charlie

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    1. Io un po' di Husker (con le dovute proporzioni) li ho trovati. Un po' l'impostazione generale. I Last Internationale da seguire attentamente secondo me e Buzzcocks proprio niente male.

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  5. Ahahahaha! E' vero Cris, l'ultimo FLoyd potevano allegarlo alla Torre di Guardia, da far smazzare porta a porta... concordo in pieno sul giudizio, Tony...

    Interessante Sly Stone FLower...

    Augh

    W

    W

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    1. La copertina è davvero inenarrabile (soprattutto dopo tutto quello che hanno sempre avuto i Floyd !) e il contenuto si può anche ascoltare ma forse era meglio di no. Meglio lasciare tutto così e stop. (Panorama lo ha decretato "album dell'anno" !!!!...va bè...). Sly Stone interessante si.

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    2. Panorama e' Panorama infatti

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    3. Stavo per scriverlo anche io...

      Sì, sì, era meglio... oppure che so, non pubblicarlo come album dei Floyd...

      W

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    4. Basta un Wright, Gilmour, Mason ed era tutto ok

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  6. Dai Wite!
    Domenica mattina tutti in giro x citofoni coi nostri completini trendy a smazzare Torre di Guardia/Svegliatevi! e Endless River come dei veri "Testimonials" !
    C

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  7. Ah intanto ho ascoltato il nuovo Brand New Heavies proprio oggi...soul funk, Earth Wind and Fire, Acid Jazz...ottimo

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    1. concordo, anzi di più, tucentoquarantaquattro :) (vediamo chi la capisce...)

      la attuale sostituta di n'dea mi piace

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    2. risposta
      8============> ?

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    3. tu144 ..era facile... e stupidina...

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  8. http://editradio.org/2014/08/edit-radio-podcast-244.html

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