lunedì, settembre 17, 2012

Il punk



Il PUNK che ho conosciuto io era malato, volgare, violento.
C’erano tossici, alcolizzati e gente rabbiosa, pronta ad essere violenta senza un perchè.
Era inquietante, decadente, malato, rivoltante, anfetaminico, disturbante, senza nessuna speranza per il futuro, senza nessuna implicazione politica.
Qualcosa di estremamente potente, pericoloso e assolutamente scorretto.
Poi si è organizzato, dato delle regole, obiettivi, limiti, speranze e si è aperto verso il futuro.
Ed è stato un’altra cosa.
Nessun rimpianto per quel punk, faceva davvero schifo e paura.
Ma è stato una cosa unica e irripetibile.

53 commenti:

  1. Anche oggi ci sono tossici, alcolizzati e gente rabbiosa, pronta ad essere violenta senza un perchè figli del benessere e motivati dalla noia. Ieri, forse, si ribellavano a uno stato controllore che ti voleva far vivere secondo costumi ormai logori.

    RispondiElimina
  2. Oggi forse ce ne sono ancora di più.
    Ma spesso vedo idealizzare il punk come qualcosa di carino, un po' sbarazzino e bizzarro.
    Quello che ho conoscicuto era una fogna disperata, cattiva e violenta che utilizzava il punk per autodistruggersi e distruggere.
    Niente a che fare con il punk che è venuto dopo.

    RispondiElimina
  3. Oggi il punk è solo moda. Per la mia città persino i punk a bestia vestono grandi firme. Poi ci sarà anche altro ma il punk quello tuo, nostro 1976, 77, 78 è finito. Rimangono bellissimi dischi dell'epoca.

    RispondiElimina
  4. Il punk di cui parlo qua è finito subito, nel momento in cui si è politicizzato (Clash, Stiff Little Fingers etc), è diventato un'altra cosa.
    Ne è rimasta traccia nei Germs di Darby Crash e poche altre testimonianze.
    Adesso nel 99% dei casi è un genere musicale, una moda, un atteggiamento

    RispondiElimina
  5. Infatti è finito.
    Per quanto mi riguarda lo era già nel 1980,quando cominciò a condirsi di STEREOTIPI estetici e culturali,spesso estranei alla sua stessa origine : non mi piaceva l'hardcore,tantomeno quello italianizzato,perchè riciclava gli stessi errori della generazione precedente,ma con l'aggravante che non costituiva neanche più un fenomeno allargato e visibile (sembrava un ghetto in una situazione ancor più ghettizzante).
    Quello che si poteva fare (di meglio o di peggio non lo so,ma io l'ho fatto) era soltanto rivedere forme artistiche e sociali del passato !
    Per cui dal paisley underground,fino al new-mod,passando per la periferia italiana (ovviamente la meno popolata,in termini numerici) non si fece altro che reagire allo SCHIFO a cui accennava Tony...
    lo schifo era,anche qui da noi,costituito da auto-distruzione,nichilismo selvaggio,droga pesante ecc...
    gli anni 80 sono stati l'inizio della parobola discendente per il rock (così come lo abbiamo visto nascere,poichè non è più cultura popolare) in generale...ma il punk in particolare costituisce ormai un inganno,perchè quei comportamenti non solo non hanno più nulla di trasgressivo,ma rientrano totalmente nella farsa commerciale,anche perchè OGGI si vende il gossip,si vendono gli scandaletti,il rumore mediatico...tutto tranne la musica !
    Paradossalmente chi se ne fa scudo,per mancanza di idee probabilmente,non sa fare altro che stigmatizzare tutto il resto come "revival" o peggio ancora "Nostalgia".
    Eppure resta ancora molta musica da scoprire e,volendo,non si finirebbe mai di imparare dalla sua storia.

    RispondiElimina
  6. ahaha! Il Wite con le braghe giu!!

    RispondiElimina
  7. Io l'ho mancato in pieno per ragioni anagrafiche quel momento cruciale!! Oh comunque Iggy è rimasto tale e quale seconod me ha fatto un patto col diavolo.

    Charlie

    RispondiElimina
  8. si dovrebbe parlare di punk rock,in questo caso
    il termine punk ha poi assunto significati diversi
    forse

    RispondiElimina
  9. Qui si parla non tanto di musica ma dei primissimi punk, dell'ambiente, di chi ci girava. Ed era un brutto ambiente.
    Poi si è in qualche modo "ripulito", ideologicizzato, il primo punk "sporco" è stato confinato e respinto e si è imposto un nuovo modo di intendere il punk

    RispondiElimina
  10. Ho appena riletto la biografia di darby crash (!!!) e parla dell'ambiente da cui provenivano i punk del primo periodo 76 77.. Quelli che non si inserivano nei gruppi a scuola e che ascoltavano glitter rock.. Riguardo ai punk che hai conosciuto.. credo andasse di moda essere colgari e stronzi.. i ragazzi del periodo erano spontaneisti, casinari.. ma c'era un senso di grande famiglia anche.. per quello che ricordo.. nessun rimpianto ma nostalgia forse si..

    RispondiElimina
  11. C'era un senso di APPARTENENZA (che ho poi ritrovato ancora più forte nel MOD).
    Ci si riconosceva per strada e avere una maglietta dei Clash o una spilla dei Jam, dei 999 (diffusissima) o qualsiasi segno esteriore che facesse riferimento al "punk" nel senso più ampio del termine, significava essere "uno di noi".
    E diventare immediatamente , appunto, "uno della famiglia"

    RispondiElimina
  12. Quando dopo la prima fase spontanea il punk si diede una 'ripulita' si cercò in qualche modo di creare un'etica 'punk'. che però è una contraddizione in termini, e da lì nascono tutta una serie di capolavori musicali senza tempo e di equivoci folologici irrisolti.
    Isolerei una terza fase: il punk in mano all'industria discografica (quando ancora questa esisteva e se la passava bene) all'assalto del mondo. Nonostante o forse grazie proprio alla confezione un filino patinata, rimaneva una musica immediata, potentissima, bellissima, che ti smuoveva e ti metteva in strada. Ma questa musica è anche un'arma potentissima, atta a radere al suolo molto di quel che c'era in giro. Una bomba H nelle mani dei discografici senza scrupoli e bla bla bla... E a me vien da chiedermi: ma il punk è un figlio della cultura pop o è uno dei primi vagiti della noncultura trash? Bisognerebbe chiederlo a uno dei tipi che descriveva Tony, che mi darebbe una manica di botte e mi fregherebbe portafoglio, accendino e sigarette, così imparo a parlare come mangio e a non rompre i coglioni con 'ste minchiate :-)

    RispondiElimina
  13. Secondo me bisogna,anzitutto,distinguere tra quello che era la situazione dei paesi anglosassoni da quella che era la NOSTRA italiana...
    qui in patria il fenomeno attecchì ben poco (prima degli anni 80) perchè uscivamo dai cosidetti "anni di piombo" e nessuno (tantopiù chi ci era caduto in mezzo,magari per sbaglio) aveva più voglia di sentir parlare di RIOT,no future,fucili e assalti ai supermercati.
    Non a caso il primissimo punk italiano ha lasciato poi spazio alla decadenza new wave o alla totale rifiuto dei termini politici (lo stesso mod revival o il recupero di rockabilly,garage-beat ecc...) mentre altri soggetti,più giovani persino come età anagrafica si sono radicalizzati in senso anarco-squatter.
    Questo per quanto riguarda l'aspetto "sociale" del movimento (in Italia MOLTO più ridotto,rispetto ad altri paesi), ma poi c'è l'aspetto strettamente artistico/musicale : chiunque impari a suonare,col tempo e se ha davvero un briciolo di inventiva e talento,non può continuare a limitarsi ad urlare o a sbattere giù 2 o 3 accordi in modo scomposto e ripetitivo...andava bene negli anni della "rottura con gli schemi" appunto,ma dopo con l'emergere di suoni più articolati (tanto per fare un nome : gli Stranglers,che costituiscono l'immagine più bella tra quelle pubblicate sopra) una sorta di evoluzione era necessaria,per non ricadere in un altro clichè o stereotipo,come in gran parte è stato dopo (e ancor più OGGI,dopo oltre 30 anni).

    RispondiElimina
  14. È un modo di dire piuttosto diffuso che la rivoluzione non è un pranzo di gala perchè normalmente è un momento violento, di rifiuto, di disprezzo e odio che lascia morti e feriti. il primo punk fu quello giacobino e del terrore, ma servì a riportare la musica nelle cantine.molte cose cambiarono (non tutte per il meglio)
    certo ora tutto è più tranquullo e civile. ma che noia!!!
    m.

    RispondiElimina
  15. Sir Indigo Moog,lei metteva le scarpe da pallone marca BRASILEN?
    C

    RispondiElimina
  16. "Quel" punk lì era quello che ben descrive m. : un momento di rottura totale fatto da gente (spesso fatta) che voleva solo vomitarti addosso (ma sul serio), spaccare tutto e radere al suolo quello che rimaneva.
    Da lì è partito qualcosa di creativo che ci ha poi lasciato capolavori sonori, etica, mode, estetiche , attitudini etc
    Ma quel brevissimo periodo punk è stato qullo che ha preso tutta la lenta evoluzione che partiva dai Sonics, passava per Stooges e Mc5, il pub rock, si induriva etc etc e lo ha accelerato di 1.000 km all'ora in due secondi.
    Con uno sputo, un fanculo, una pera, un coltello a serramanico.

    RispondiElimina
  17. Ricordo che, alla fine degli anni 70 , passarono per Piacenza due punk romani.
    Noi eravamo già "colti" (Clash, politica, no eroina, no alcool )
    Questi giravano toccando il culo alle donne, insultando a destra e a manca, sputando sulle vetrine, mezzi ubriachi, urlavano per strada, sniffavano la colla.
    Noi eravamo imbarazzati e inorriditi ma quelli erano VERI punk "originali".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Letto tutto attentamente, sottoscrivo una buona parte (anche se io per motivi anagrafici guardavo al punk da distanza di sicurezza).
      Commento solo queste ultime righe, laddove certi punk erano facilmente confonfibili con beceri tamarri ;-)

      Elimina
    2. ERANO BECERI TAMARRI !
      Cosa che il punk "successivo" non poteva tollerare perchè bisognava abbattere il sistema, salvare i poveri del mondo, rivoltare il mondo.

      Continuo a pensare che una canzone possa cambiare la vita di tante persone, che attraverso quella/e un uomo o una donna cambino radicalmente idea e si indirizzino verso qualcosa di migliore per sè e per gli altri.
      Per questo continuo ad amare i miei idoli di sempre che hanno cambiato la mia vita e l'hanno resa migliore di quanto non avrebbe potuto fare l'attitudine del primo punk.

      Che era RADICALMENTE DIVERSO da quello che ci viene spacciato.

      Elimina
  18. Direi che i tifosi della capitale in trasferta si comportano ancora come i due punk concittadini di 30 e passa anni fa, non sono mai cambiati, ma non sono punk, son proprio così. Gli strati peggiori della popolazione son sempre alla ricerca di qualcosa del genere per sfogarsi a vario titolo e in vario modo, possibilmente violento e vomitevole.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ecco quello che io intendevo per Beceri Tamarri.

      Elimina
  19. Però bisogna sempre distinguere tra paesi anglo-sassoni dove questi fenomeni si sviluppano e quaggiù dove taluni li cavalcano solo per frustrazione personale, è sempre stato solo atteggiamento, vuoto atteggiamento.

    RispondiElimina
  20. Ecco,infatti se dovessimo fare un bilancio circoscritto ai nostri confini NAZIONALI direi che sono d'accordo con Pibio :
    Incesti,Andrea Mingardi che li prendeva per i fondelli,Tony Santagata,Anna Oxa e persino gli Squallor (tutti elementi poi confluiti nel nostrano "rock demenziale") sono il vero volto italico della faccenda e solo per un mutamento di forma nei linguaggi vengono considerati TRASH...ma a guardare i vecchi video che trasmetteva prima la RAI (su Odeon TV)e poi le tv locali (le ho fatte anche io certe irruzioni nelle discoteche dell'epoca,con i cosidetti punk della domenica che volevano essere intervistati a tutti i costi,per comparire in video)si comprende quanto fosse distante il nostro retroterra musicale e politico da tutto ciò.
    Al contrario il BEAT o la POP music delle decadi precedenti,avevano creato un'ondata di grande impatto,sia discografico che di costume (migliaia di "complessi" nati nella penisola tra il 1964 e il 1973 circa)ma la storia non si è mai più ripetuta...ALTRA COSA è il movimento sorto a livello internazionale,ben presto assopito e addomesticato.
    Quella fu una SVOLTA EPOCALE (tanto per riprendere un tema di qualche giorno fa)!

    RispondiElimina
  21. Non so se erano punk,Alberto ma vista l'anagrafe forse le avevi anche tu.
    La marca esiste ancora credo
    C

    RispondiElimina
  22. In Inghilterra in realtà il primo punk è stato il frutto di un 'evoluzione lnta e costante. Nato nel 1976 in realtà prosegue una tradizione che arriva dal glam rock di quegli anni.
    I Sex Pistols (Malcom McLaren) portarono tutto sui giornali e crearono l'aspetto estetico e mediatico della faccenda.
    In USA era già più roba da intellettuali (Ramones a parte): vedi Patti Smith o Television.
    In Italia dal 77 al 78/79 fu solo demenzialità. A parte i Chrisma e pohi altri il punk era deriso e preso per il culo....
    Ma questo a livello musicale.

    I primi punk erano degli sbrodloni (termine piacentino), teppisti, tossici e tamarri che volevano solo far casino con una musica violenta in sottofondo.
    Poi divenne qualcosalro

    RispondiElimina
  23. UNICA eccezione,se mi si consente,il Great Complotto di Pordenone ! Ma che di fatto era già ben oltre il punk stesso,tanto che gli stessi "capoccia" di quel piccolo gruppo di matti hanno sempre ammesso di essere parecchio estranei a tutto ciò che i media vendevano come punk o provocazione estetico-musicale : un modo come un altro di utilizzare una terminologia,rovesciandone il significato (detournamento : concetto molto caro ai vecchi situazionisti)...ma era un altra cosa pure quella.

    RispondiElimina
  24. L'Italia ha saltato a piè pari il primo punk.
    Che è arrivato dopo l'hardcore addirittura.
    Nel senso che i primi nomi sono stati quell idi Skiantos, GazNevada, Great Complotto. Poi è diventato tutto new wave, hardcore, post punk etc .
    Il punk rock è arrivato dopo.

    RispondiElimina
  25. Bastardi! Vi cago in faccia vi piscio nel culo e vi sborro in mano! mi taglio il cazzo duro e vi ci bastono!

    W

    RispondiElimina
  26. Ecco, adesso è già una moda!

    fai moooooooooooooolto cagare, poseur!

    W SS

    RispondiElimina
  27. "Mi taglio il cazzo duro e vi ci bastono" è la migliore :)

    RispondiElimina
  28. Cazzo ridi? W i Pink Floyd!

    W SS

    RispondiElimina
  29. Unico vero punk italiano era CARLUCCIO,genero di Lino Banfi :
    "Io sono nichilista ! " - "NO,tu sei casinista !"

    RispondiElimina
  30. mai capiti, mai frequentati, mai cagati

    meno male che la svolta politica (Clash) ha educato qualche testa di cazzo

    RispondiElimina
  31. Quella beata incoscienza, che vomitava disagio sulla crosta terrestre..
    In seguito al Punk, sguaiato e primordiale, si aggiunse il Rock;
    Un sodalizio lucido e sbarazzino.
    Fu un' altra solfa.. "Compiacente e simpatica".
    Cicli e ricicli.

    RispondiElimina
  32. Genuflessione obbligatoria, con rigurgito implementato..

    RispondiElimina
  33. A dire il vero c'era una vasta fazione di punx estremisti,che odiavano persino i Clash e buona parte della scena anni 70 (i Crassiani D.O.C.),per non parlare del rock e del pop classico più "musicale"...
    non tutti sono rimasti a quei livelli,per fortuna,ma io personalmente dopo aver constatato mille contraddizioni e atteggiamenti assurdi da neo-setta para-militare,mi sono allontanato totalmente da quell'ambiente.
    Ricordo addirittura che per scrivere su certe fanzine,che trattavano di suoni sixties o simil tali,arrivai a litigare con alcuni elementi,che poi non ho più re-incontrato...non è un periodo di cui porto ricordi piacevoli,assolutamente !
    Però come esperienza tutto è utile,non serve a nulla nè esaltare il passato,nè rinnegarlo.

    RispondiElimina
  34. Superclassificashow:
    http://www.youtube.com/watch?v=BrQi66kxd-I

    RispondiElimina
  35. E con i Viletones tolgo il disturbo:
    http://www.youtube.com/watch?v=IKvMdLyto30
    Belle cose..

    RispondiElimina
  36. Sempre grandi Alberto Y los trios paranoias ! Conosciuti su di una compilation della STIFF rec.

    RispondiElimina
  37. Wite Allelimo teste di cazzo
    UP YOURS (plurale)
    Tony fascita non censurare
    Borghesi!

    Kristi-Ano

    (chi ride lo sputo)

    RispondiElimina
  38. Ursus punk travestito di fricchettume : è la peggior offesa che mi abbiano dato :-)
    e dire che credevano di fare un complimento...
    la rete è un luna-park virtuale,ci si diverte !

    AHAHAHAHHH !

    RispondiElimina
  39. Ursus..Carlin e Zombie erano i veri protopunk torinesi..gli altri solo poseur (a parte il mitico pere Ubu!!hahah!!)
    C

    RispondiElimina
  40. Ahahahahhahaahahahahahahahahahahah!

    W SS

    RispondiElimina
  41. Anni 1977-78, A Milano ci si " beccava " al Bar Magenta, mix di sottoproletariato e qualche piccolo borghese fuori di testa. Dai Sex Pistols agli Sham 69, Angelic Upstarts, Cockney Reject, Dead Boys..ecc..,solo per i suoni, ed equivocando alla grande testi e contesto originario di quei gruppi. Rabbia, ignoranza, frustrazione..il no future dei Pistols, preso alla lettera. Una roba effettivamente triste e provinciale. Personalmente, ricordo il tutto con un pò di nostalgia ( appartenere ad una famiglia, riconosciersi da un badge! Magari il Sounds infilato in tasca )..certo, una famiglia discutibilissima..alcool a go go e talvolta anfe e merda varia), le conseguenze per alcuni non furono molto " felici" ovvio. Poi sono arrivati i " politicizzati" che va detto, erano anche loro "simpatici" come gatti attacati ai maroni e sovente strafatti ed incazzosi a prescindere, DOVEVANO essere incazzosi, perchè stavan facendo la rivoluzione azz! E il chiodo era fascista va da sè. In ogni caso, concordo con molte cose che scrive Tony. Qui si è passati direttamente a vivere, suonare, produrre qualcosa di rilevante a livello "internazionale", con la New Wave (uso questo termine per semplificare) e l'Hardcore. p.s. Sottolineo ancora, che già indossare un chiodo e anfibi nel 78, poteva essere un "tantino" rischioso per via della allegra e spensierata attitudine di sudetti guardiani della rivoluzione imminente..che poi, non di rado da li a un paio d'anni si convertirono a paladini del punk alla Discharge, Crass..e persino della Wave.. ma non di rado anche con Craxi senza passare dal via..ops voilà. p.p.s. certo è, che meglio della maggior parte dei frequentatori del primo Virus, con, ubriachi vomitanti e gruppi quasi sempre spacca maroni, presunti politically correct, chi ascoltava Purple Hearts, The Chords, o i nostrani Not Moving, era certo più cool e magari più antagonista di questi che s'incazzavano con Rollins o tentavano invano di fermare il primo concerto dei C.C.C.P. a Milano Un saluto A Tony e mi scuso per questo scritto lungo e raffazzonato. Massimo 63

    RispondiElimina